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Da Musicaitaliana.com VENERDÌ, 04 GENNAIO 2002
Live di Baglioni per rimarginare le ferite del Petruzzelli

Sabato 5 gennaio rivive il Petruzzelli di Bari sulle note di Claudio Baglioni. Terminato il tour che lo ha condotto per tutto l'autunno nei maggiori teatri italiani, il cantautore romano ha scelto di rompere il silenzio che da troppo tempo circonda uno dei luoghi simbolo della musica italiana. Il teatro Petruzzelli bruciò nel 1991 e oggi Baglioni richiama l'attenzione su questa struttura dimenticata da troppi. E per sensibilizzare il maggior numero possibile di italiani, Baglioni ha anche realizzato un brano inedito, che presenterà appunto sabato. Le telecamere di RaiUno saranno presenti e, alle 20.50, potremmo assistere a otto minuti di concerto in diretta tv.


Gazzetta del Mezzogiorno VENERDÌ, 04 GENNAIO 2002
"Domani su Raiuno Baglioni da Bari una canzone per il Petruzzelli"

Tocca a Claudio Baglioni riportare in vita per una sera il Petruzzelli, dedicandogli un brano inedito. Il cantautore romano si esibirà domani sera in un concerto sulle spoglie del teatro distrutto da un incendio, che sarà anche la conclusione ideale del tour che Baglioni ha tenuto in autunno nei maggiori teatri dell'opera italiani. Un concerto - da solo, al pianoforte - che il cantante ha fortemente voluto anche per ricordare il destino di un luogo simbolo della musica costretto da troppo tempo al silenzio:
per questo , per sensibilizzare il maggior numero possibile di italiani sulla necessità di rimarginare la ferita del Petruzzelli. otto minuti del concerto verranno trasmessi in diretta alle 20,50 nel corso di uno speciale su Raiuno. Nel corso della serata, Baglioni presenterà anche un brano scritto per l'occasione, "Per InCanto", nel quale ha rielaborato una cantata di Bach coniugandole con parole ispirate all'opera dello scrittore indiano Tagore: un'unione tra cultura occidentale ed orientale che l'artista ritiene particolarmente significativa in questo momento. Baglioni eseguirà il brano con pianoforte e voce, accompagnato dal coro del Petruzzelli, e dall'Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, diretta dal maestro Margherita Sraczjk. 
"L'appuntamento", afferma il vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Bari, Ennio Triggiani, "è dei più prestigiosi e dimostra come, nello spazio di nemmeno un anno dalla piena ripresa delle sue attività, l'orchestra abbia saputo conquistare palcoscenici e pubblici sempre più prestigiosi. La voce della musica, dunque per allontanare il silenzio da un luogo da troppo tempo costretto al silenzio". 
Per ragioni di sicurezza, l'appuntamento non potrà in alcun modo essere aperto al pubblico. Baglioni sarà a Bari solo dal primo pomeriggio di domani per provare insieme all'orchestra. "Occorrono messaggi di vita, in questo momento di rinascita e ricostruzione", ha spiegato il cantautore, " e il teatro è luogo e rappresentazione di vita, un segno, un simbolo, per bucare il grande muro del silenzio".


Nuovo Quotidiano di Bari 
Le Proprietarie: "Un Evento molto importante e sicuramente non sara' l'unico nel suo genere".
di Peppe Aquaro

"e' un ' idea di Baglioni.Anzi un omaggio di Claudio ad un teatro che deve necessariamente rinascere".Rosalba Messeni Nemagna,costola importantissima e gelosa custode della memoria del Politeama,legge cosi' l'evento televisivo in programma domani sera.Premesse di una kermesse."Baglioni e' venuto a Bari lo scorso Novembre-continua una delle eredi del Teatro-e,subito,si e' reso conto che andava lanciato un messaggio non solo alla citta' ma a tutto il Paese:ecco l'esigenza della diretta televisiva.Il brano" per Incanto"e' molto bello,ho avuto modo di sentirlo Ieri durante le prove all'auditorium Nino Rota".Unico assente il pubblico e non solo per motivi di sicurezza."il Cantante assieme al Regista ed a tutto lo staff ha voluto ricreare il clima di uno studio televisivo,ma non mancheranno le autorita'.
E a i melomani incalliti che magari protesteranno per la presenza di un protagonista della musica leggera nel tempio della lirica, la Messeni ricorda:"il Petruzzelli nasce come Politeama e questo sara' il suo futuro.Un tempio per ogni genere di arti".Ma Baglioni non sara' proprio solo soletto ne teatro." SIamo sette donne e ciascuna di noi puo' invitare dieci persone.in tutto saremo una Settantina".


Nuovo Quotidiano di Bari 
Nel 'Cratere' solo in pochi
di Peppe Aquaro

Dopo il terribile incendio del 27 ottobre del 1991,il Petruzzelli di nuovo in diretta su raiuno, ma questa volta nella veste tradizionale grazie a Baglioni.Domani sera, collegamento a partire dalle 20:50.Tre unita' mobili della Rai,gia' da due giorni piazzate in via XXIV Maggio, dove ha sede il nuovo ingresso al teatro.Un altro pulmann per la parte audio- stereo.La regia sobria e tutta dedicata al cantante,con qualche ripresa dei palchi vuoti per descrivere il teatro che fu, e' di Duccio Forzano.Baglioni non sara' solo,.Il coro del Petruzzelli composto da una quarantina di elementi(meta' composto da uomini in smoking,mentre il gentil sesso in un elegantissimo vestito lungo e di colore nero) e l' Orchestra sinfonica della Provincia(cinquantasei elementi tra violini, viole, violoncelli, contrabbassi, tromboni, timpani, piatti e grancassa.) diretta dal maestro Margherita Srczjk,accompagneranno l' artista romano.Otto minuti dovrebbe durare l' esibizione.In "Per Incanto",scritto da Baglioni per l' occasione,e che fara' parte del prossimo CD, il cantante ha voluto rielaborare liberamente una cantanta di JS Bach,accompagnandolo con liriche ispirate alla poetica di Tagore, manifesto del pensiero Orientale.Dopo Sordi e Sgarbi, Baglioni sara' finalmente a Bari e senza polemiche.Resta da capire pero', la sostituzione all'ultimo minuto dell' Orchestra del Petruzzelli con quella della Provincia di Bari.


Corriere del Mezzogiorno VENERDÌ, 04 GENNAIO 2002

"L'artista sarà accompagnato dall'orchestra della Provincia di Bari. Per l'occasione sarà eseguito un brano inedito
Baglioni e l'incanto del Petruzzelli
Il cantautore a Bari per un breve concerto nel teatro distrutto dall'incendio. Collegamento in diretta su Raiuno"

Bari - Per Claudio Baglioni è soltanto l'ultimo incantesimo di una stagione di magie musicali. Ridare voce ad un luogo, nato per la musica, da troppo tempo costretto al silenzio. Domani sera nelle volte del Petruzzelli scarnificate dal rogo di dieci anni fa torneranno a risuonare le note di un'orchestra, per l'occasione quella della Provincia di Bari, e di una voce del tutto speciale, quella del cantautore romano che lo scorso dicembre al San Carlo di Napoli ha concluso una tournèe di sucesso nel teatri lirici italiani. E per l'occasione l'evento sarà trasmesso in diretta da Raiuno in un collegamento speciale di otto minuti. 
"InCanto per pianoforte e voce", proprio così si intitolava il tour che ha riscosso un clamoroso successo dal Teatro Regio di Parma, all'Opera di Roma, dal Carlo Felice di Genova al Comunale di Bologna, dal Regio di Torino al Malibran di Venezia, fino al Bellini di Catania e al Massimo di Palermo. Alla vigilia dell'Epifania, in una data piena di significati, Baglioni mantiene la sua promessa di suonare nel Petruzzelli in attesa di una ricostruzione da tempo promessa ancora lontana da venire. Si lascia alle spalle le polemiche, con il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che ne ha speso il mome senza averlo neppure consultato, e offre alla città un esempio di come si possa riaccendere con un atto concreto il motore delle coscienze su di una ferita che ancora brucia nel tessuto cittadino. "Occorrono messaggi di vita, in questo momento, di rinascita", ha affermato più volte Baglioni nel corso della definizione di questo non facile progetto. "E il teatro è il luogo, e rappresentazione di vita, un segno, un suono, un simbolo, per bucare il grande muro del silenzio". A rendere unico l'appuntamento un'altra grande novità, ovvero un brano "Per InCanto", scritto da Baglioni per l'occasione. L'artista ha rielaborato liberamente una cantata di Bach, scelto come massimo esempio della ricerca musicale occidentale, arricchito con liriche ispirate alla poetica di Tagore, manifesto del pensiero orientale. Quest'opera, frutto e simbolo ideale dell'incontro di due culture, sarà eseguita dal musicista con "pianoforte e voce" con la partecipazione dell'Orchestra della Provincia di Bari.
Per l'occasione è stato convocato l'organico al completo, cinquantasei elementi, dieretti dal maestro Margherita Sraczjk. "L'appuntamento", afferma ilvicepresidente ed assessore alla Cultura della Provincia di bari, Ennio Triggiani, "è dei più prestigiosi e dimostra come, nello spazio di nemmeno un anno, ddalla piena ripresa delle sue attività, l'Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, conquisti palcoscenici e pubblici sempre più prestigiosi". 
Per motivi di sicurezza, il concerto non sarà aperto al pubblico. L'intero spettacolo si condensa nell'esecuzione dell'unico pezzo scritto da Baglioni per l'occasione. Un lungo spot televisivo per Bari, oltre che per il cantante, ed un messaggio chiaro lanciato a favore della riapertura dello storico politeama mandato in onda nel momento di massimo ascolto della settimana televisiva, il sabato sera, poco prima della puntata dello show di Giorgio Panariello "Torno Sabato", con le estrazioni finali della Lotteria Italia. I posti disponibili per i pochissimi vip a cui sarà consentito assistere all'esibizione di Baglioni sono immediatamente diventata merce rara. Al momento non si sa ancora a quanti sarà concesso il prestigioso biglietto di ingresso, ma in occasione dell'analogo esperimento dello scorso 27 novembre, per il concerto del decennale del rogo, furono predisposti cento posti a sedere, come del resto prevede la normativa in materia di spettacoli pubblici in edifici non agibili. Ci saranno le massime autorità cittadine, forse i rappresentanti delle famiglie proprietarie del teatro, ed alcuni giornalisti. Ieri l'Orchestra della Provincia di Bari ha ricevuto dalla società di Milano che cura le produzioni di Baglioni gli spartiti della canzone che sarà eseguita domani. Nella tarda serata di ieri, oggi fino a domani pomeriggio la compagine provinciale si sottoporrà a tappe forzate per arrivare preparata nel modo migliore all'appuntamento con la musica di Baglioni e con la maestosa cornice del Petruzzelli.
Antonio Castaldo


La Repubblica VENERDÌ, 04 GENNAIO 2002

Otto minuti di collegamento domani sera con Rai1 per il concerto evento dal teatro
Baglioni riscrive Bach per il Petruzzelli

Sarà una cantata di Bach, liberamente rielaborata e arricchita da alcune liriche ispirate alla poetica di Tagore, il pezzo forte del concerto che Claudio Baglioni terrà domani sera dal Petruzzelli. Con il musicista romano si esibirà al suo completo l'Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, diretta per l'occasione dal maestro Margherita Sraczjk. Il collegamento con Rai 1 durerà otto minuti e andrà in onda alle 20,40 a ridosso del film di prima serata. "Sarà spiega Baglioni un concerto messaggio di vita e di ricostruzione per bucare il muro del silenzio".

Si annuncia come un evento il concerto di domani sera dal Petruzzelli: otto minuti di collegamento con Rai1
Un canto per rompere il silenzio Con Baglioni i 56 professori dell'Orchestra della Provincia

La diretta dal cantiere del Politeama precede il film che sostituisce lo show di Panariello
Sul podio il direttore Margherita Sraczjk, il coro sarà invece quello del Petruzzelli
Il mio augurio è che la ricostruzione di questo teatro possa divenire un'efficace icona di mille ricostruzioni In questo momento occorrono segnali di rinascita e questo è un luogo, un simbolo per rappresentare la vita
ANNAMARIA FERRETTI

Pian piano "l'incanto" pensato da Claudio Baglioni per il Petruzzelli sta prendendo forma e con il passare delle ore, prima della sua messa in scena prevista per domani sera, assume sempre più i caratteri di un vero e proprio evento. Non solo un concerto straordinario per affidare alla musica l'importanza di un significato di rinascita, ma anche una iniziativa "unica" che riporta Bari, il suo Petruzzelli e l'Orchestra sinfonica della Provincia alla ribalta nazionale dopo anni di indifferenza. «Dieci anni di silenzio ed ora, alla vigilia dell'Epifania - ha dichiarato Claudio Baglioni - una costellazione di note si fermerà sulla verticale di uno dei più bei luoghi per l'arte del nostro Paese: il Teatro Petruzzelli di Bari. Un segno, un simbolo, epifania di un incontro ideale tra due universi uniti e non separati da quel mare che, una volta, chiamavano "nostrum"». 
Ad accompagnare il cantautore in questa esibizione unica dedicata al Politeama barese, sarà l'Orchestra della Provincia di Bari con il suo organico al completo. Cinquantasei elementi diretti dal maestro Margherita Sraczjk che si avvarranno anche della presenza del Coro del Teatro Petruzzelli. «L'appuntamento - afferma il vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Bari, Ennio Triggiani - è dei più prestigiosi e dimostra come, nello spazio di nemmeno un anno dalla piena ripresa della sua attività, l'Orchestra sinfonica della Provincia di Bari conquisti palcoscenici e pubblici sempre più prestigiosi. La voce della musica, dunque, per allontanare il silenzio da un luogo nato per la musica e da troppo tempo costretto al silenzio».
"InCanto per il Petruzzelli", fortemente voluto da Claudio Baglioni e progettato ormai da diversi mesi or sono dallo stesso cantautore che proprio a Bari, in gran segreto, poco prima di dare il via al suo tour visitò il cantiere del teatro per una serie di sopralluoghi tecnici, andrà in onda su Raiuno alle 20,50 in un collegamento di otto minuti prima del film in prima serata che sostituisce lo show di Panariello della Befana. Per ragioni di sicurezza non sarà ovviamente aperto al pubblico anche perché il suo scopo va al di là della sola esibizione di un artista famoso. Si tratta di un omaggio personale di Baglioni al teatro che l'ospitò agli esordi della sua carriera di cantante, ma anche di un atto di amore. «Il mio augurio - ha detto Baglioni - è che la ricostruzione di un luogo per l'arte come è il Petruzzelli possa divenire un efficace icona di "mille ricostruzioni" - non solo materiali - alle quali veniamo quotidianamente chiamati».
«Occorrono messaggi di vita in questo momento, di rinascita e ricostruzione - ha continuato l'artista - e il teatro è luogo e rappresentazione di vita, un segno, un suono, un simbolo per bucare il grande muro del silenzio».
Dopo circa un mese dal concerto del Teatroteam, Claudio Baglioni torna quindi a Bari per mantenere una promessa e per farlo alla sua maniera: in grande stile. Nulla sarà lasciato al caso ed il Petruzzelli, almeno per otto minuti, ritornerà a fare breccia nei cuori degli italiani. E' presto parlare della ritrovata bellezza di un teatro che per la città è ancora un ricordo, anche perché quello che si ha davanti è un cantiere ripulito ed allestito in occasioni di prestigio come quella di sabato, ma della sua poesia e di quel inimitabile "incanto" di quelli si, si può già parlare. Eppoi a sottolinearlo ci penserà Claudio Baglioni con le sue parole, con la sua musica e con una canzone inedita scritta proprio per il Petruzzelli dal titolo "Per Incanto", appunto; una rielaborazione di una cantata di Johan Sebastian Bach che suona per i baresi come un inno di pace e giustizia.


Da Il Nuovo 03/01/2002
Baglioni incanta il Petruzzelli
Il cantante romano si esibirà al Petruzzelli di Bari il 5 gennaio per inaugurare la nuova stagione dello storico teatro, rimasto chiuso dopo un incendio chiusura.

BARI - Grande attesa per il concerto di Claudio Baglioni al Teatro Petruzzelli di Bari, dove il cantante romano presenterà in anteprima il brano inedito Per InCanto, appositamente composto per l'occasione. L'Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, composta da 56 elementi e diretta dal maestro Margherita Sraczjk, accompagnerà l'artista durante l'esibizione, trasmessa in diretta da Rai 1, il 5 gennaio alle ore 20,50. ''L'appuntamento - afferma il vicepresidente e assessore alla Cultura dellaProvincia di Bari, Ennio Triggiani - è dei più prestigiosi e dimostra come,nello spazio di nemmeno un anno dalla piena ripresa delle sue attività, l' Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari conquisti palcoscenici e pubblici sempre più prestigiosi''. Lo stesso Claudio Baglioni ha voluto fortemente l'evento, battezzato Per InCanto: Baglioni per il Petruzzelli.
''La voce della musica, dunque - si evidenzia in un comunicato della Provincia - per allontanare il silenzio da un luogo nato per la musica e da troppo tempo costretto al silenzio''. Per l'esibizione l' artista ha rielaborato liberamente una cantata di J.S.Bach, arricchendola con liriche ispirate alla poetica di R.Tagore, manifesto del pensiero orientale. 
''Quest' opera, frutto e simbolo ideale dell' incontro di due culture'', come osserva Triggiani, sarà eseguita dal musicista con pianoforte e voce, con la partecipazione dell' Orchestra sinfonica della Provincia di Bari e del Coro del Teatro Petruzzelli. L' augurio dell' artista - si ricorda nella nota della Provincia - ''è che la 'ricostruzione' di un luogo per l' arte quale il Petruzzelli, possa divenire un' efficace icona delle 'mille ricostruzioni' - non solo fisiche - alle quali veniamo quotidianamente chiamati''. Nel corso della presentazione del progetto Baglioni ha affermato più volte che "occorrono messaggi di vita, in questo momento, di rinascita e ricostruzione e il teatro è il luogo e rappresentazione di vita, un segno, un suono, un simbolo, per bucare il grande muro del silenzio''.


Intervista molto interessante su altatensione http://www.altatensione.it/html/cbag.htm oppure scaricala da qui in formato.txt


www.rockol.it 30/12/2001
Baglioni: 'La mia musica al Petruzzelli di Bari, teatro dimenticato
In una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, Claudio Baglioni spiega il significato del suo concerto intitolato InCanto per il Petruzzelli, che vedrà il cantautore romano esibirsi sullo storico palco barese (che dieci anni fa fu distrutto da un incendio doloso) il prossimo 5 gennaio (l'evento sarà trasmesso in diretta televisiva da Raiuno). "Mi auguro che il teatro di Bari sia un simbolo di rinascita", ha confessato il cantante, "La speranza è quella che dopo tanto orrore e tanta frustrazione provocata dalla nostra impotenza di fronte ad eventi tanto tragici, si possa ritornare alla vita". (Fonte Corriere della Sera) 
(30 Dic 2001) 


Repubblica Bari 02/01/2002
"Baglioni al Petruzzelli InCanto in diretta tv"

L'incontro fra Claudio Baglioni ed il Teatro Petruzzelli di Bari è ormai imminente. Mancano tre giorni esatti e tutto è pronto per "InCanto per il Petruzzelli", il concerto che il cantautore romano terrà sabato 5 gennaio dal cantiere del teatro e che sarà trasmesso in diretta televisiva su Raiuno alle 20,50. Un appuntamento speciale con un significato speciale cui Baglioni ha sempre dato priorità da quando si è cominciato a parlare di un evento per il Petruzzelli. "Un segno, un simbolo, l'epifania di un incontro, la speranza, una rinascita", come disse lo stesso Baglioni nell'intervista a "Repubblica" all'indomani delle polemiche sollevate da Vittorio Sgarbi, da lanciare all'Italia intera, ecco il perchè del coinvolgimento della televisione. La data, così come l'intera organizzazione dell'evento, serviranno a rompere quel "silenzio nazionale" che avvolge il destino del Petruzzelli, da dieci lunghi anni, da quando cioè fu dato alle fiamme. Il concerto dal Petruzzelli a cui assisteremo sabato prossimo, sarà ovviamente diverso da quello che Baglioni ha proposto fino a qualche settimana fa nei maggiori teatri lirici italiani, innanzitutto per via della durata (tre ore).(a.fr.)


Gazzetta del Mezzogiorno 31/12/2001
IL 5 GENNAIO
Alle 20.50, prima rete, accompagnato da orchestra e coro baresi Baglioni in diretta Rai dal Petruzzelli 
Con una nuova canzone sulla rinascita del teatro

Claudio Baglioni nel Petruzzelli canterà una sua canzone sul Petruzzelli, scritta apposta per la ricostruzione del Petruzzelli. Accompagnato dall'orchestra e dal coro del Petruzzelli, cento musicisti che arricchiranno le partiture del Divo Claudio. L'appuntamento con «InCanto per il Petruzzelli» è per sabato prossimo, 5 gennaio, in diretta da Bari su Raiuno, alle 20,50. Nel rudere non ci sarà spazio per il pubblico, nemmeno per un pubblico selezionato di poche decine di persone. A quanto pare, è stato lo stesso Baglioni a pretenderlo. Ospite d'onore annunciato, Vittorio Sgarbi, il viceministro dei Beni culturali che ha preso a cuore la rinascita del teatro andato in fiamme dieci anni fa.
Come sarà il brano di Baglioni? Dal buen retiro capitolino dell'autore di Piccolo grande amore trapela poco o nulla. Si sa soltanto che il grande Claudio in questi giorni di feste sta mettendo a punto gli ultimi dettagli con il fido arrangiatore Paolo Gianolio, che poi è il chitarrista barbuto che lo accompagna in tour da vent'anni. Il brano dovrebbe durare sette minuti, sette minuti e mezzo. Quella che si preannuncia è una minidiretta, considerate presentazioni ed eventuali interviste.
L'altra novità nella novità è il fatto che le dolci note baglioniane saranno sottolineate dall'orchestra del Petruzzelli, sessanta elementi coordinati dal maestro Angelo Ragno, e dal coro (quaranta voci), diretto dal maestro Elio Orciuolo.
«Fra i professori d'orchestra e i coristi c'è grande emozione - dice Ragno, 42 anni, ruvese - per l'appuntamento con un personaggio della scena musicale della statura di Baglioni». Anche se gli orchestrali hanno accompagnato in tour artisti del calibro di Burt Bacharach e Dionne Warwick. 
Appuntamento giovedì nel guscio del Petruzzelli. Lì si incontreranno i musicisti baresi e lo staff dell'artista, che arriverebbe l'indomani.
Sia Baglioni sia coro e orchestra (che faranno la sfumatura alta alle ferie dopo il successo della Didon di Piccinni) lavoreranno gratis. L'evento, già slittato due volte, nasce dall'idea del cantautore, sponsorizzata da Sgarbi e resa possibile dalla famiglia Messeni, proprietaria del teatro, attraverso l'associazione «Amici del Petruzzelli» (anche per loro nessun compenso).
Anche la Sovrintendenza ha dato l'ok.

Carlo Stragapede


CORRIERE DELLA SERA - 30/12/2001
«InCanto per il Petruzzelli» è il titolo del ...
«InCanto per il Petruzzelli» è il titolo del concerto che Claudio Baglioni (nella foto) terrà sabato 5 gennaio, alle 20.50 (diretta Raiuno) dal cantiere del teatro di Bari, distrutto dalle fiamme nell’ottobre ’91. Lo stesso artista presenta il significato della serata con questo suo intervento. 


Il Messaggero Venerdì 14 Dicembre 2001
Che spettacolo a Cinecittà: Baglioni in-canta gli studios

Notte di note, ieri sera, a Cinecittà. È proprio il caso di dirlo, visto che il Palastudio si è trasformato per una sera in palcoscenico d'eccezione di Claudio Baglioni che ha incantato seicento fortunati invitati per due ore circa. Un concerto-evento con il quale la Lottomatica ha voluto "firmare" i suoi auguri per le feste di Natale e contemporaneamente festeggiare anche il primo anno di programmazione della trasmissione-bonsai di 90 secondi "Quizzolotto".
La voce e le performance dell'artista romano hanno fatto la parte del leone, ma lo spettacolo si è anche arricchito degli sketches che hanno riformato per una sera una coppia televisiva: Baglioni e Fabio Fazio, che è testimonial di Lottomatica e ha presentato lo show, durante il quale sono stati trasmessi anche "pezzi" di storia dei quiz televisivi con tanto di collegamento con Mike Bongiorno e Sabina Ciuffini. Negli studios di Cinecittà oltre ai vertici di Lottomatica, dal presidente Luigi Abete all' amministratore delegato Marco Staderini, molti spettatori doc al concerto-evento, come Michele Guardì, Peter Van Wood e l'incantevole Antonella Mosetti (entrambi coinvolti insieme a Fazio nella campagna pubblicitaria del gioco del lotto), il presidente della Roma Franco Sensi,il principe Borghese e Innocenzo Cipolletta.


Repubblica -Cronaca di Bari del 12/12/2001

Una società di eventi lo accusa: non fu una sua idea il caso Il concerto nel Petruzzelli? "Baglioni non dice la verità" 

Per dovere di cronaca. E non per fare polemica. Ma, insomma, quel concerto per il Petruzzelli, annunciato e sbandierato da Claudio Baglioni come una sua idea, rientrava in un più ampio progetto, denominato "Teatro Petruzzelli .... in corso d'opera" ideato dalla "Resarch @ Press", società barese che organizza concerti ed eventi. Lo affermano, carte alla mano, il presidente Mario Angiolelli: «Il progetto vedeva la Research come soggetto giuridico ideatore e promotore dell'iniziativa - spiega - Il 24 settembre, uno dei soci fu ricevuto dall'amministratore della società "Bag" (che cura gli interessi del signor Claudio Baglioni), Massimiliano Savaiano, alla presenza del direttore artistico, Guido Tognetti. Dopo aver espresso il massimo entusiasmo per l'idea, incaricarono la nostra società di curare lo start up della manifestazione, dando il via alla chiamata degli artisti con "capitano" Claudio Baglioni. I contatti vennero instaurati con gli organi amministrativi per i permessi e con la famiglia Messeni Nemagna, attraverso l'avvocato Mario Giannattasio, che espresse consenso e disponibilità». Qui entra in scena l'onorevole Sgarbi, «contattato dalla responsabile relazioni esterne della Bag, Rossella Barattolo - continua Angiolelli - tanto che il 27 ottobre il sottosegretario annunciò il concerto di Claudio Baglioni. Ai primi di novembre la Research viene posta in stand by dalla Bag, con invito a non sovrapporsi, precisando che i contatti sarebbero continuati non appena si fosse avuto chiaro il quadro dei problemi organizzativi». Conclude affermando: «Le interviste rilasciate dal cantautore romano l'8 dicembre stupiscono nella parte in cui sottolinea che il concerto in beneficenza è stata una sua idea. Come mai, se è vero che non vuole accendere i riflettori su di sé in questa vicenda, l'autarchismo più assoluto ha prevalso senza mezzi termini?». (m.chia.) 


Il mattino Domenica 9 Dicembre 2001 

E Baglioni conquista il San Carlo 
Federico Vacalebre 
Napoli. Sapessi com’è strano sentirsi innamorate al San Carlo. Piccole e grandi fans all’inizio si controllano. Stucchi, velluti e storia le indimidiscono e tengono a bada il loro entusiasmo. Ma il disagio dura un attimo, quando il divo Claudio si materializza nel teatro più bello del mondo esplode la gioia, sia pur con un po’ di compostezza in più rispetto a quanto succederebbe in un palasport. 
L’«InCanto tra pianoforte e voce», così s’intitola il tour del cantautore, fa uno strano effetto qui dentro, dove già si attende la Fura dels Baus, ma anche Miguel Bosè, per «Le Martyre de Saint Sebastien», musica di Claude Debussy e testi di Gabriele D’Annunzio. Qui dentro, dove Baglioni è un’ospite, sdoganato più dall’intento benefico (tutto l’incasso è andato all’Airc, l’associazione per la ricerca contro il cancro) che dalla sua arte. Qui dentro dove non hanno voluto né Springsteen né Bruni, dove sarebbe bello festeggiare il novantesimo compleanno di Roberto Murolo. Qui dentro dove l’incantautore scafato si sorprende emozionato: il lampadario non fa un teatro, diceva più o meno Bertolt Brecht, e un teatro, per quanto importante, non fa un concerto, ma il San Carlo è un’altra storia. Quando intona la sua rilettura di «Reginella» pagando l’inevitabile tributo ai classici napoletani, Claudio appare commosso. E non è soltanto l’allucinazione di un loggionista progressista, che non contesta la «profanazione» del tempio, che anzi aprirebbe volentieri il teatro ai grandi dei nostri tempi. «Purché lo rispettino», spiega con amore. 
Eresia? Può darsi, ma la platea del San Carlo - in gran parte femminile, giovanissime, giovani e belle signore, come dice Morandi, tutte elegantissime, naturalmente - è tutta eretica, allora. Ed è eretica anche la star che si gode questo ennesimo trionfo e s’ostina e cercare nuovi stimoli, a non naufragare nella routine. L’incantautore di questo tour è nato proprio per questo, nel bisogno di ritrovare l’incanto degli esordi naufragato nel cinismo di oltre trent’anni di mestiere, di giocare con le parole e le note. Dopo aver complicato la vita ai suoi fans rileggendo in chiave elettronica, e a volte persino rap, il suo canzoniere, qui Baglioni è un pianista neoromantico, ipermelodico. E le sue canzoni ritrovano la loro forma originale. Impercettibili variazioni le consegnano nude e crude, perfette per uno studioso dell’impalpabile arte del cantar leggero. 
Striscioni colorati segnalano i palchi più irrequieti. Qualcuno protesta perché ha trovato il suo posto occupato o per le «perquisizioni» all’ingresso. Tele+ riprende la serata (dal 21 su Palco). In sala ci sono il sovrintendente Lanza Tomasi e il presidente della Regione Antonio Bassolino, testimoni divertiti di una serata sicuramente diversa, sopra e sotto il palco. Vicino al piano, tra le belle lampade di Catellani & Smith, c’è un librone rosso con tutte le canzoni della carriera di Claudio che stasera sembra consultarlo con vera curiosità, non solo per copione, per dare al pubblico l’illusione di poter suggerire, richiedere o addirittura pretendere un brano. Il percorso del recital non subisce scossoni rispetto a quanto già visto in tutt’Italia, e a Napoli il 7 maggio scorso al Bellini, ma appare più ondivago, più attento al feedback della sala. Si parte con «Acqua dalla luna», «Pace» accende la prima ovazione, ma succedeva anche quando il mondo non era in guerra con se stesso, in Afghanistan come in Palestina e chissà dove altro ancora. E la «Ninna nanna» di Trilussa serve per ricordare che la follia militarista, il fondamentalismo religioso e di stato, non sono una novità del nostro secolo, i padroni delle guerre e chi sguazza nel sangue altrui esistono purtroppo da sempre. 
Tra un brano e l’altro va in scena la ricerca del fanciullino perduto che era in tutti noi. Prime file e loggioni esplodono puntuali alle prime note di «Quante volte», «Amori in corso», «Nel sole nel sale nel Sud», «Avrai», «Porta Portese», «Buona fortuna», «Fratello Sole e sorella Luna»... Un furbo medley assembla alcuni dei classici più nazionalpopolari della canzone italiana: «Strada facendo», «Questo piccolo grande amore», «Sabato pomeriggio»,«La vita è adesso». I bis recuperano «Amore bello», «Tu come stai», «Mille giorni di te e di me», ma anche «’O surdato ’nnammurato», imposta dal pubblico. Sapessi com’è strano canticchiarle al San Carlo. 


Da La Repubblica 09/12/2001.

Successo del cantautore: fuori programma con "Reginella"
Baglioni incanta il teatro San Carlo

ANTONIO TRICOMI

Ragazze in lacrime. Hanno il biglietto ma agli ingressi del San Carlo alle nove in punto non entra più nessuno. Il servizio d'ordine è severo. Ressa, momenti di tensione. Claudio Baglioni approda a Napoli e per la prima volta conquista il Massimo con un concerto di musica leggera eccezionale, affidato interamente a un pianoforte e alla sua voce. Inizia con una puntualità tedesca. Si chiede il silenzio mentre intona il suo primo pezzo Acqua dalla luna. Poi ringrazia: «Sono particolarmente felice di cantare nel primo teatro d'Europa». Ma fuori c'è ancora ressa. Man mano i ritardatari - per colpa del traffico che ieri sera ha paralizzato Napoli - si moltiplicano.
Poi ordinatamente vengono fatti accomodare sui palchetti laterali a ogni stacco di canzone. L'Incanto - che è anche il titolo del ciclo di concerti che da ottobre ha portato Baglioni in altre 22 città italiane e sempre in teatri, a Napoli, per la prima volta, e che sarà ripreso dalla televisione non può essere interrotto. Pienone, ovviamente, anche di eleganza, per il concerto napoletano particolarmente atteso. Un'unica data che ha creato non poche difficoltà ai fan per i biglietti, 1200 quelli disponibili: la fila al botteghino si era formata già dalle prime luci dell'alba. L'appuntamento partenopeo registra anche un altro evento eccezionale: l'incasso pieno della serata. 100 milioni, sarà devoluto all'Associazione italiana ricerca sul cancro. «Un piccolo segno - ha spiegato Baglioni - di grande attenzione. Un contributo soprattutto alla sensibilizzazione sul significato e il valore della ricerca». L'intero ciclo di concerti è dedicato al padre del cantautore e il ricavato della tappa napoletana devoluto all'Airc «è un modo in più per ricordarlo», come ha sottolineato lo stesso Baglioni.
Con lui, al San Carlo, la madre. Ad ascoltare il cantautore atteso Antonio Bassolino. Nonostante la lunga tournée prima del concerto Baglioni ha provato tutti pezzi previsti nella scaletta, iniziando alle 16 del pomeriggio. A causa delle riprese televisive, affidate a Telepiù, al pubblico in sala è stato chiesto dall'organizzazione di non fare fotografie e di riservare il tributo di applausi che da sempre accompagna ogni esibizione di Baglioni solo alla fine del concerto per non rompere l'incanto. Fuori programma tutto napoletano con Reginella, classico della melodia napoletana.


La repubblica 
SABATO, 08 DICEMBRE 2001
BAGLIONI: ECCO LA MIA VERITÀ SUL PETRUZZELLI

«interpellai il sovrintendente De Cunzo, la famiglia Messeni Nemagna e venni subito a Bari per un primo sopralluogo nel rustico del teatro. Rimasi stupito ed amareggiato per quello che avevo davanti ma mi bastò per mettere da parte i ricordi e ripartire deciso sull'opportunità di realizzarlo quell'evento di cui parlavo. Quella voce nel silenzio, per intenderci. Tornato a casa mi resi subito operativo: informai il Ministero dei beni culturali del mio desiderio, interpellai due emittenti nazionali per una diretta televisiva che desse al tutto risonanza nazionale. L'idea piacque. Da allora però non è accaduto nulla, sono ancora in attesa di una risposta effettiva per dare il via a questo mio progetto. E non è vero che della cosa ne ho parlato con Sgarbi. Con il sottosegretario non ne ho mai avuto il piacere di discuterne. Ho solo visto che il mio nome è stato speso da tutti con una certa fretta e basta». Claudio Baglioni, alla vigilia della tanto sospirata tappa del suo tour "Incanto" che ha fatto tappa nei 70 teatri lirici più importanti d'Italia, risponde a Vittorio Sgarbi che proprio attraverso le pagine di Repubblica Bari aveva dichiarato di essere irritato per il comportamento del cantautore romano che "prima mi ha rotto le scatole per fare il concerto nel Petruzzelli, poi si è tirato indietro perché voleva la tv", e rassicura i suoi fans sulla sua presenza domani a Bari nel Teatroteam.
Ma, allora per il Petruzzelli si tratta di un discorso rimasto in sospeso?
«Certamente. Io mi aspetto solo un po' di trasparenza e collaborazione da parte di tutti. Penso anche che il Petruzzelli meriti una ribalta nazionale. L'evento a cui bisogna pensare deve essere molto di più di una visita al capezzale di un malato moribondo e bisogna vigilare affinché non diventi neppure un appuntamento elitario. La televisione rende tutto più popolare e sprovincializza quella che è una vera e propria "questione nazionale"».
Quando programmerebbe questo evento barese?
«Domenica termino il mio tour, ritengo perciò che la cosa si possa pensare a fine dicembre ma anche nei primi di gennaio».
Sarebbe un prosieguo straordinario dell'"Incanto tour"?
«Sarebbe una sublimazione ideale. Certo bisognerebbe pensare ad un concerto diverso studiato sulla base del fatto che nel teatro non c'è niente, ma la cosa è comunque possibile. Basta superare tutte le beghette di cui ho sentito parlare in questi giorni». 
Ma non aveva detto che fino a quando non fossero stati risolti i problemi legati alla sicurezza lei non avrebbe cantato nel cantiere del Petruzzelli?
«Non l'ho mai detto».
Ultimato quest'ultimo tour ricorderà Bari per le polemiche e gli intoppi. Prima il Piccinni, poi il Petruzzelli, poi la febbre
«Sì, ma domani ci sarò ancora più convinto del fatto che proprio per il rispetto che ho per il teatro Petruzzelli devo un concerto a Bari. La mia presenza al Teatroteam l'unico dei 70 teatri lirici in cui ho cantato che non è un teatro è un modo per sottolineare che nella vostra città non esiste, al momento, un teatro lirico. Non lo dico per offendere nessuno ma per ribadire il concetto che il teatro è vita. Proprio per questo ho voluto essere rigorosissimo in tutta Italia eccetto che a Bari.
Allora ci si rivede a breve nel Petruzzelli. Sarà forse il caso di fare gli scongiuri? 
«Spero proprio di no. Dev'essere una festa, altrimenti che gusto c'è. A questo teatro io ci tengo davvero».
ANNAMARIA FERRETTI


La Gazzetta del Mezzogiorno
CLAUDIO BAGLIONI
Domani a Bari al Teatroteam Io e il Petruzzelli
«Verrò a suonare nel teatro perché sento di dover fare qualcosa per farlo rivivere. Ma non voglio entrare nelle beghe cittadine»


«Era settembre e stavo finendo di mettere a punto questa seconda parte del tour nei teatri storici italiani, quando una sera, chiacchierando col mio staff, ho chiesto: ma il Petruzzelli, che fine ha fatto?». Sta meglio Claudio Baglioni, e rassicura i fans baresi: ci sarà domani sera al Teatroteam - a proposito, alle 20.30 in punto nemmeno un minuto più tardi -, unica concessione ad una struttura moderna proprio per sanare in qualche modo lo strappo di qualche settimana fa, quando il concerto al Piccinni saltò per alcuni fraintendimenti. «Lo dovevo in qualche modo a Bari, e poi sono andato di persona a sincerarmi delle qualità del Teatroteam e l'ho trovato ottimale».
Si ma, il Petruzzelli?
«Sono stato io a farmi avanti, e sono venuto a verificare la fattibilità del progetto col sovrintendente De Cunzo e la famiglia Messeni Nemagna. Mi sono detto che il tempo delle firme in calce agli appelli e delle generiche disponibilità era scaduto e che il modo per dare massima cassa di risonanza all'evento era trovare un collegamento tv. Io vengo senza gravare su nessuno, nemmeno le spese, ma che almeno serva - non a me, al Petruzzelli - che ci sia la massima platea possibile. E il progetto si sta consolidando.
Solo che è accaduto un fatto ridicolo, curioso: il sottosegretario Sgarbi mi ha accusato di frapporre ostacoli dopo aver dato la mia disponibilità e io voglio solo sottolineare di non aver mai parlato in vita mia con Sgarbi».
A che punto è la situazione?
«Debbo dire che forse qualcuno è stato un po' precipitoso nell'annunciare la mia venuta, quando non avevo ancora la certezza di una fattibilità. Il concerto nel Petruzzelli si farà, tra fine anno e l'inizio del 2002, e aggiungo che non voglio assolutamente accentrare i riflettori su di me. Per esempio mi piacerebbe moltissimo avere in questa circostanza una collaborazione con il Coro del Petruzzelli e con l'Orchestra sinfonica. Io non voglio far visite al capezzale del malato, vorrei accompagnarlo a far due passi a prendere aria...».
Ancora qualche perplessità?
«Mi sembra solo che ci siano a volte delle latitanze, ho avuto l'impressione, da lontano, che negli ultimi mesi l'amministrazione comunale abbia in qualche modo preso le distanze. E io non vorrei in qualche modo essere usato da una delle eventuali parti in campo: vengo al di là di piccole beghe e polemiche cittadine, vengo per tutti, in maniera ecumenica, vengo perché voglio fare una piccola ma concreta cosa».
Ma lei ha mai suonato nel Petruzzelli?
«Sì, come no. Ero all'inizio della carriera, saranno passati trent'anni, sarà stato un anno prima di Questo piccolo grande amore. Me lo ricordo grande, rosso... E spero proprio di poterci suonare ancora!».
Cambiamo argomento: ma cos'è 'sta storia che vorrebbe girare un film?
«Un sogno, più che altro. Anche se in fondo uno come me è un regista di primi piani, quando scrive canzoni scrive una piccola sceneggiatura, proprio l'album di Questo piccolo grande amore era uno script in piena regola». 
Da che parte le piacerebbe stare? Davanti o dietro la macchina da presa?
«Dietro certamente. Dopo tanti film musicali, alla fine degli Anni Settanta mi proposero una sceneggiatura, una sorta di Ragazzi di vita pasoliniano attualizzato, ancora incentrato a Roma sulle avventure di due pischelli di strada. Avremmo dovuto essere io e Lucio attisti...».
E adesso?
«Adesso sogno una sorta di Indiana Jones alla Baglioni!».


La gazzetta del mezzogiorno 8/12
intervista
Domani a Bari al Teatroteam
Claudio Baglioni: le mie note per la rinascita del Petruzzelli

bari Dopo ben due rinvii, Claudio Baglioni è finalmente pronto per suonare a Bari. L'appuntamento è per domani sera, al Teatroteam, dove il 50enne cantautore romano, uno dei più solidi idoli della musica leggera nazionale, porterà il suo «InCanto», un concerto di oltre ore con lui da solo al pianoforte. Baglioni ne approfitta per confermare il suo impegno per il Petruzzelli: «Voglio fare qualcosa di concreto, verrò a suonare nel teatro tra fine anno e inizio 2002, ma debbo evitare qualunque strumentalizzazione.
E mi piacerebbe molto collaborare in quella circostanza con un coro ed un'orchestra baresi». E ribadisce: «L'idea è stata la mia, già da settembre, e offrirò la mia disponibilità del tutto gratuitamente».


Da www.baglioni.it 7/12
Rinviato " l'InCanto " al Teatro Team di bari al 9 Dicembre

Uno stato febbrile, ha costretto Claudio Baglioni a rinviare il concerto di oggi, mercoledì 6 Dicembre al Teatro Team di Bari al giorno 9 Dicembre.
Il musicista ha preferito aspettare, per essere al meglio delle sue possibilità, visto il fortissimo impegno fisico e vocale che questo concerto " in solitaria ", e della durata di oltre tre ore, richiede. L' organizzazione di " InCanto tra pianoforte e voce " -
l'acclamatissimo tour che Claudio Baglioni sta eseguendo nei più importanti Teatri lirici italiani, e che si concluderà Sabato 8 al Teatro di San Carlo di Napoli - comunica che il giorno 9 il concerto avrà inizio alle ore 20.30.


Il mattino 7/12
PROPOSTA PER I 90 ANNI 
E per Murolo una festa al Massimo

Federico vacalebre
Springsteen, che pure a Roma s’esibì a Santa Cecilia, a Napoli dovette accontentarsi dell’Augusteo. Jarrett, che a Milano incantò il pubblico della Scala, qui trovò ospitalità al Bellini. Baglioni, ci ha spiegato il sovrintendente Gioacchino Lanza Tomasi, ha espugnato il San Carlo non per le sue qualità cantautoriali, né per la specificità del suo recital per piano, voce e ricordi, ma per le finalità benefiche del suo concerto.
Il divo Claudio arriva dopo Daniele e Gragnaniello, ma è il primo a potersi permettere un concerto tutto intero sul palcoscenico che fu di Caruso: Pino prestò la sua chitarra alle celebrazioni eduardiane, Enzo fece finalmente i venti metri che separano i Quartieri Spagnoli dal salotto buono della città in alcune mattinate organizzate per le scuole. È anche vero che fu il San Carlo a portare a Napoli la balena multimediale di Laurie Anderson, ma in quell’occasione «Moby Dick» fu «delocalizzata» al Politeama.
Insomma, se Milano e Roma aprono, cum grano salis, i templi della lirica e della sinfonica alla musica extracolta, qui regna ancora sovrana la separazione tra i generi. Gli Ellington ed i Corea incontrati nei programmi delleultime stagioni sono soltanto l’eccezione che conferma la regola. Giusto? Sbagliato? Il dibattito è aperto, ma il problema in fondo è un altro: se Tom Waits o Leonard Cohen, tanto per fare un esempio, decidessero di esibirsi in Italia in dimensione strettamente acustica, Napoli dove li potrebbe ospitare? E se Roberto Murolo, ormai alla vigilia dei novant’anni, chiedesse di poter pronunciare il suo addio alla scene dal San Carlo, chi potrebbe stabilire che la sua musica non è abbastanza «colta» o «importante»? E se Carmencita Consoli volesse esibirsi con l’orchestra sinfonica, come ha fatto pochi giorni fa a Santa Cecilia, dove lo troverebbe un palcoscenico in grado di accoglierla?
Il dibattito, dicevamo, è aperto: non è detto che la casa di Paisiello e Mozart debba essere per forza anche quella di Lennon & McCartney. Ma, forse, prima che Murolo - già festeggiato per i suoi ottant’anni all’Opera di Roma - decida di salutarci tutti dal teatro di un’altra città, toccherebbe magari al sindaco, al sovrintendente, ai napoletani tutti, stendergli il tappeto rosso delle grandi occasioni e tributargli una standing ovation tra i velluti e gli ori del San Carlo.


LA REPUBBLICA DEL 07/12/01

Baglioni contro un tabù: domani il concerto al Massimo Il cantautore è il primo artista popolare ad esibirsi nel tempio napoletano della lirica. "Non capisco gli integralismi" "Io al San Carlo, dov'è lo scandalo?"

ANTONIO TRICOMI

Ventiquattr'ore al crollo del tabù: domani alle 21 Claudio Baglioni canterà al San Carlo, primo artista «popolare» a dare un concerto nel tempio napoletano della lirica.
Biglietti esauriti nel giro di poche ore, la settimana scorsa: neanche un posto disponibile. L'incasso verrà devoluto all'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Non saranno ammesse telecamere né macchine fotografiche, ma parte dello show verrà ripreso da Telepiù, che lo trasmetterà nei prossimi giorni.
Un cantautore al San Carlo: lei sa, Baglioni, che qualcuno si è scandalizzato, altri hanno parlato di profanazione...
«Trovo salutare che ogni tanto qualcosa faccia scandalo, dovremo seriamente preoccuparci il giorno in cui questo non dovesse più accadere. Ovviamente sento la responsabilità del caso, ma devo anche dire finora ho fatto ben 70 concerti nei più importanti teatri lirici italiani, sempre con bei risultati. Quella del San Carlo è l'ultima data: nei giorni scorsi ho cantato all'Opera di Roma e al Massimo di Palermo e in entrambi i casi mi sono accordato con i soprintendenti sulla possibilità di future produzioni adatte a quegli spazi».

Spera di stringere accordi analoghi anche con il soprintendente del San Carlo, con buona pace dei puristi?
«Me lo auguro. Quanto ai puristi, ne ho sempre diffidato. Di solito sono persone che amano solo una cosa e ignorano il resto. Ne esistono in tutti i campi: professano una forma di integralismo che certo non fa vittime, ma è causa di immobilismo e di chiusura».

Fuori luogo dunque la polemica sul cantante «popolare» ospite dell'ente lirico?
«Il San Carlo e gli altri teatri d'opera italiani sono stati costruiti proprio per ospitare quella che allora era considerata musica popolare. Non dimentichiamo che Verdi era una vera e propria star, i suoi fan lo aspettavano all'uscita del teatro e lo scortavano fino a casa. Tutto questo mentre la musica sinfonica, che era considerata più colta, veniva suonata nel chiuso dei salotti».
Il suo è un recital a misura di teatro lirico?

«Certo. Non porto in teatro la mia musica, ma parto dal teatro per elaborare un progetto che vi si adatti. Non è vero che in Italia mancano gli spazi per la musica: a mancare sono i progetti musicali su misura per i bellissimi spazi che abbiamo».

Come nasce l'idea di questo tour in solitaria, pianoforte e voce?
«Da un omaggio alla memoria di mio padre, scomparso di recente. Da un suo biglietto trovato dentro un vecchio pianoforte: per vent'anni ho trascurato questo strumento, eppure c'era un impegno a non dimenticarlo. Un impegno di cui nel corso di questo tour mi sono riappropriato. E sono particolarmente felice del fatto che i soldi, ma proprio tutti i soldi, vadano alla ricerca sul cancro».


Il mattino 7/12
Al San Carlo la prima volta di Baglioni 
Andrea Spinelli 
Sono bastate appena due ore di prevendita a Claudio Baglioni per mandare esaurito lo spettacolo con si presenta domani sera al pubblico napoletano del teatro San Carlo. La scelta di portare «InCanto, tra pianoforte e voce» sui palcoscenici dei grandi teatri d'opera, oltre ad esaudire un vecchia aspirazione del divo romano, rappresenta l'ennesimo tentativo della canzone di reclamare i suoi quarti di nobiltà. Uno slancio che in Campania avrà pure i suoi risvolti benefici, visti i cento milioni raccolti dalla serata per sostenere l'Airc e il suo impegno nella ricerca sul cancro. Come già un anno e mezzo fa il cantore della maglietta fina s'era fatto paladino della riscoperta dei luoghi d'arte, legando con un filo rosso il Teatro Grande di Pompei allo Sferisterio di Macerata o all'Anfiteatro Greco di Taormina, così ora sfida l'inaccessibilità dei templi della lirica forzando la mano ad amministrazioni e sovrintendenti nella certezza che, se Pavarotti canta le sue arie e le sue romanze negli stadi, sia nel pieno diritto della canzone popolare compiere il cammino inverso. 
Un proposito che «InCanto, tra pianoforte e voce» ribadisce con forza, attraversando platea e golfo mistico del Carlo Felice di Genova come del Regio di Parma, dell'Opera di Roma come del Teatro Massimo di Palermo. Mentre auditorium storici come quello dell'Accademia di Santa Cecilia si sono convertiti da anni alla musica di consumo (basti ricordare le esibizioni di Bruce Springsteen, Francesco De Gregori o, molto più di recente, Carmen Consoli), altre istituzioni solo da poco hanno raggiunto un compromesso fra le proprie esigenze e le (munifiche) avances delle stelle da hit-parade. L'Opera di Roma, ad esempio, ha aperto i suoi cancelli lo scorso novembre per festeggiare Gino Paoli e i suoi quarant'anni di palcoscenico, poi sono arrivati Baglioni e Bjork. Ad onor del vero l'elfo di Rejkiavik aveva chiesto la Scala, ma davanti all'invalicabile no del sovrintendente Fontana s'è vista costretta a ripiegare sul teatro capitolino e sul Regio di Parma. «Nella musica pop dischi come il mio ”Vespertine” vivono di equilibri così fragili che sarebbero inevitabilmente pregiudicati da una collocazione sbagliata» spiega Madame Gudmundsdottir, a cui per questo tour si sono schiuse le porte del Lyceum di Barcellona come della Saint Chapelle di Parigi. «Certa musica vive di sogni e di presenze. E quali teatri ne posseggono di più di quelli lirici?». 
Lo sa bene Renato Zero che ai tempi di «ZerOpera» scelse proprio il Regio di Parma per celebrare il connubio delle sue canzoni con l'orchestra. E se l'unica concessione fatta dal massimo teatro operistico mondiale a musiche diverse dalla classica o dalla lirica la si può ascoltare tra i solchi de «La Scala» di Keith Jarrett, che ancor oggi cita quell'evento in tutte le biografie, per altre istituzioni la via è decisamente meno impervia. Forse dal 31 dicembre lo diventerà per la Scala stessa, visto il trasferimento nella moderna sede della Bicocca per consentire i lavori di restauro allo storico edificio di via dei Filodrammatici. E, vuoi per lo spirito della città, vuoi per la struttura modernissima, nel mare magum di veti e rifiuti il Carlo Felice di Genova rappresenta un'isola felice. Da due anni il nome di Fabrizio De André richiama sul suo palcoscenico il gotha della canzone italiana, e sotto i suoi riflettori si sono affacciati pure Bruce Springsteen, Paolo Conte, David Sylvian, Fiorella Mannoia o Emir Kusturica. Sempre lì, in settembre, Ivano Fossati avrebbe dovuto festeggiare i cinquant'anni con contorno di amici, autorità e altri ospiti illustri. Ma la storia del mondo ha poi deciso diversamente. 


IL MATTINO DI NAPOLI del 07/12/01

Domani il San Carlo ospita lo show per la ricerca sul cancro

Baglioni: il mio incanto per Napoli
CLAUDIO BAGLIONI

A NAPOLI l'incanto è di casa. Tutto qui, a un certo punto, per un'alchimia sconosciuta, diventa incanto. Immaginato, inseguito, stanato in mezzo al tanto disincanto dei giorni, del­le strade, delle storie.

Per questo, quando si è tratta­to di pensare a un luogo nel quale separarmi da questo «In­Canto» - che mi ha accompa­gnato per 70 notti indimentica­bili in altrettanti teatri lirici italiani - ho scelto Napoli. Forse perché l'idea di ambientare l'ultimo atto di questo breve sogno per pianoforte e voce in questa città, ripaga un po' di quello che ognuno di noi perde ogni volta che un incanto si spezza.

A Napoli, al San Paolo, terminò il mio grande e spettacolare Tour 1988 degli stadi. A Napoli finisce il mio giro di concerti più intimo e più intenso.

E noti c'è solo Napoli, con la filigrana inconfondibile della sua passione e il soffio della storia che ne anima ogni angolo, ma anche il San Carlo che, per la prima volta, si apre alla musica leggera. Un fatto straordinario, che emoziona e intimorisce anche un po'. Ma che dice - con la semplicità e la chiarezza che solo le grandi idee hanno - che un muro, una barriera, uno steccato è stato, per una volta, valicato.
L'arte popolare contemporanea (credo sia questa la definizione più adatta per la musica che, comunemente, chiamiamo leggera), ha la dignità per tornare in quegli stessi spazi che sono nati proprio per ospitarla: i teatri, appunto. E' bello sapere che c'è una nuova attenzione tra i diversi linguaggi musicali, perché proprio il valore universale della musica (pentagramma e note, tecnica ed emozione, sono le stesse per tutti) può aiutarci a cogliere e accogliere il valore della diversità, dell'incontro tra le culture e i linguaggi, l'importanza della crescita e dell'arricchimento reciproco. Così come sarebbe importante soffermarsi a pensare che non è sempre vero che mancano gli spazi per la musica. Molto più spesso è vero il contrario: non si fanno musiche per certi spazi. E tra tutti gli spazi non avrebbe potuto essercene uno più adatto a ospitare la conclusione di questo InCanto di un San Carlo che è una delle massime espressioni dell'essere luogo per l'arte. Un evento. Un segno. Un simbolo. Il simbolo di una nuova nascita, che ho voluto legare a un altro segno dal grande valore simbolico. Come sapete, l'incasso della serata (l'intero incasso della serata, visto che dalla cifra che raccoglieremo non verranno detratti ì costi delle spese) andrà all'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Un passaggio di testimone importante, in una staffetta ideale che ha come traguardo la sconfitta dì un male così grande e spaventoso che facciamo addirittura fatica a pronunciarne il nome. Tutti questi concerti li ho dedicati a mio padre. Così potrò ricordarlo ancora una tolta. Con quello che so fare: la mia piccola arte. L'arte per la ricerca, perché ricerca e arte hanno molto in comune. A guardarle bene sono entrambe esplorazione e hanno una relazione intima, profonda, inscin­dibile con la vita. L'arte è ricerca della vita, la ricerca è arte per la vita. L'artista sonda la vicenda umana per cercarne il significato, il senso, le ragioni ultime; lo scienziato è un artista che si confronta con il pentagramma più difficile: quello sul quale si traccia il valore dell'esistenza e si cercano i percorsi e gli strumenti necessari a salvaguardarla. Mi piace, allora, pensare a quest'ultimo concerto come al chiudersi di un triangolo irripetibile tra la ricerca della vita, la ricerca per la vita e il luogo ideale per rappresentarla, nella, speranza che in questa stagione nella quale tutto ci appare ferita, dolore e cenere, si levi una voce leggera, come la luce di un piccolo bengala che scende - nella rada buia di questo nostro tempo - a illuminare le noste coscienze e i nostri pensieri, perché non ci manchi mai la forza e il coraggio di essere - ciascuno nel proprio ambito - portatori di incanto.

Claudio Baglioni


Il Mattino 7/12
TUTTO ESAURITO A NAPOLI

Il successo di pubblico ottenuto da «InCanto, tra pianoforte e voce» riapre il
dibattito sul rapporto tra star da, hit parade e templi della, musica colta
Al San Carlo la prima volta di Baglioni
Domani sera l'atteso concerto di beneficenza del cantautore
ANDREA SPINELLI

Sono bastate appena due ore di prevendita a Claudio Baglioni per mandare esaurito lo spettacolo con si presenta domani sera al pubblico napoletano del teatro San Carlo. La scelta di portare «InCanto, tra pianoforte e voce» sui palcoscenici dei grandi teatri d'opera, oltre ad esaudire un vecchia aspirazione del divo romano, rappresenta l'ennesimo tentativo della canzone di reclamare i suoi quarti di nobiltà. Uno slancio che in Campania avrà pure i suoi risvolti benefici, visti i cento milioni raccolti dalla serata per sostenere l'Airc e il suo impegno nella ricerca sul cancro. Come già un anno e mezzo fa il cantore della maglietta fina s'era fatto paladino della riscoperta dei luoghi d'arte, legando con un filo rosso il Teatro Grande di Pompei allo Sferisterio di Ma­cerata o all'Anfiteatro Greco di Taormina, così ora sfida l'inaccessibilità dei templi della lirica forzando la mano ad amministrazioni e sovrin­tendenti nella certezza che, se Pavarotti canta le sue arie e le sue romanze negli stadi, sia nel pieno diritto della canzone popolare compiere il cammino inverso.

Un proposito che InCanto, tra pianoforte e voce» ribadisce con forza, attraversando platea e golfo mistico del Carlo Felice di Genova come del Regio di Parma, dell'Opera di Roma come del Teatro Massimo di Palermo. Mentre auditorium storici come quello dell'Accademia di Santa Cecilia si sono convertiti da anni alla musica di consumo (basti ricordare le esibizioni di Bruce Springsteen, Francesco De Gregori o, molto più di recente, Carmen Consoli), altre istituzioni solo da poco hanno raggiunto un compromesso fra le proprie esigenze e le (munifiche) avances delle stelle da hit parade. L'Opera di Roma, ad esempio, ha aperto i suoi cancelli lo scorso novembre per festeggiare Gino Paoli e i suoi quarant'anni di palcoscenico, poi sono arrivati Baglioni e Bjork. Ad onor del vero l' elfo di Rejkiavik aveva chiesto la Scala, ma davanti all'invalicabile no del sovrintendente Fontana s'è vista costretta a ripiegare sul teatro capitolino e sul Regio di Parma. «Nella musica pop dischi come il mio "Vespertine" vivono di equilibri così fragili che sarebbero inevitabilmente pregiudicati da una collocazione sbagliata» spiega Madame Guldmundsdottir a cui per questo tour si sono schiuse le porte del Lyceum di Barcellona come della Saint Chapelle di Parigi. «Certa musica vive di sogni e di presenze. 
E quali teatri ne posseggono di più di quelli lirici?». Lo sa bene Renato Zero che ai tempi di «ZerOpera» scelse proprio il Regio di Parma per celebrare il connubio delle sue canzoni cori l'orchestra. E se l'unica concessione fatta dal massimo teatro operistico mondiale a musiche diverse dalla classica o dalla lirica la si può ascoltare tra i solchi de «La. Scala» di ospiti illustri. Ma la storia di Keith larrett, che ancor oggi cita quell'evento in tutte le biografie, per altre istituzioni la via è decisamente meno impervia. Forse dal 31 dicembre lo diventerà per la Scala stessa, visto il trasferimento nella moderna sede della Bicocca per consentire i lavori di restauro allo storico edificio di via dei Filodrammatici. E, vuoi per lo spirito della città, vuoi per la struttura modernissima, nel mare magum di veti e rifiuti il Carlo Felice di Genova rappresenta un'isola felice. Da due anni il nome di Fabrizio De André richiama sul suo palcoscenico il gotha della canzone italiana, e sotto i suoi riflettori si sono affacciati pure Bruce Springsteen, Paolo Conte, David SyIvian, Fiorella Mannoia o Emir Kusturica. Sempre lì, in settembre, Ivano Fossati avrebbe dovuto festeg­giare i cinquant'anni con contorno di amici, autorità e altri ospiti illustri. Ma la storia ha poi deciso diversamente.


La Repubblica
GIOVEDÌ, 06 DICEMBRE 2001
IL RETROSCENA
E ora Baglioni sta scrivendo una canzone per il politeama
ANNA GRITTANI
Luce soffusa, candelieri d'argento antico e di vetro di murano.
Atmosfera rosa per il colore dominante nei divani di seta. C'è voglia di rilassarsi a casa di Giusi Difrancesco, ideatrice e organizzatrice dell'evento "Ritorno al teatro". Ed è proprio nei colloqui tra una portata e l'altra, a venir fuori la notizia della serata: Claudio Baglioni sta scrivendo una canzone dedicata al Petruzzelli. Al teatro inaugurato in una Bari datata 1903, prima bianco poi rosso, ma da sempre tempio della musica.
Note tutte ispirate dal politeama che qualcuno dieci anni fa ha voluto trasformare nella cenere di un rogo, e che qualcun altro, oggi, vuole ricostruire. Ci si prepara a sentirle, non si sa quando, e magari ad organizzare un altro evento.
Alberto Sordi e il sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi sono arrivati da poco, dopo aver visitato il rustico del Petruzzelli ed aver assistito alla proiezione del film "Polvere di stelle" nel cinema Royal. È passata la mezzanotte, dalla grande finestra brillano le luci della città.
Alberto Sordi è rilassato e rende onore alla cena servita da cinque camerieri in livrea e guanti candidi. Tagliolini all'aragosta per il grande attore, orecchiette per Sgarbi. Non erano ancora arrivati i due ospiti quando l'onorevole Giovanni Mealli, presidente del Consiglio nazionale arti e artigianato ha consegnato il premio "Italia nel mondo" alla padrona di casa e a Michele Mirabella, conduttore della serata. Dopo cena lo ricevono anche Sordi e Sgarbi. L'onorificenza del Consiglio arti e artigianato li premia per aver dato prestigio all'Italia e alla sua cultura nel mondo. Al loro tavolo siedono due principesse: Tina Messeni Nemagna, proprietaria del Petruzzelli e Josephine Borghese, presidente dell'associazione Donne italiane nel mondo e ambasciatrice di pace in Afghanistan. Tra gli ospiti illustri, l'architetto della casa americana di Sofia Loren, Andrea Taccari, il soprintendente regionale Soragni e Mario De Cunzo, responsabile del procedimento dei lavori di restauro del Petruzzelli, l'assessore Emilio Toma e il presidente della Svimservice Giancarlo Di Paola, sponsor, con l'Acquedotto pugliese, della manifestazione. E dopo i premi e le otto portate, come ogni festa che si rispetti, il taglio della torta. Questa ha la forma del Petruzzelli, tinteggiato rosa. E Rosalba Messeni Nemagna confessa: «Neanche nella mia famiglia c'erano ricordi di un Petruzzelli bianco. Chissà perché il mio bisnonno, così sobrio, l'ha dipinto rosso.
Evidentemente negli anni Trenta era un colore di gran moda».


Il Corriere della Sera
Sabato l’ultimo show del tour al San Carlo di Napoli, aperto per la prima volta al pop
«A teatro le mie avventure in tv»
Baglioni: più intrattenimento nei concerti, seguirò il modello Fazio

Lui si schermisce, ma a conti fatti la vicenda potrebbe essere sintetizzata così: Claudio Baglioni batte Bruce Springsteen 1-0. Già, perché il cantautore romano potrà realizzare un sogno che fu negato al rocker americano: sabato prossimo suonerà al San Carlo di Napoli, ultimo capitolo di un lungo tour, «InCanto», che ha fatto tappa nei più prestigiosi teatri lirici d’Italia. Un evento, visto che prima d’ora il San Carlo non aveva mai accettato di ospitare un intero concerto di musica «popolare». Una bella soddisfazione, vero? 
«Non posso negare di essere orgoglioso, ma credo di essermi meritato il primato sul campo, dopo settanta serate consumate in altrettanti teatri storici». 
Ma per raggiungere l’ambito obiettivo qual è stata la carta vincente che ha tirato fuori? 
«Ho fatto capire che avrei rispettato il contenitore con un contenuto adatto. Al San Carlo, come in tutte le precedenti date, il concerto sarà per pianoforte e voce, una dimensione adatta per il luogo che mi ospiterà. Insomma, l’approccio con certe realtà deve essere intelligente e consapevole, invece...». 
Invece? 
«Spesso gli artisti sono pigri e pensano che il proprio vangelo possa essere letto in tutte le chiese». 
Forse questa voglia di suonare dappertutto si scatena per la mancanza di spazi destinati alla musica... 
«Credo che il problema vada ribaltato». 
Cioè? 
«Che bisogna trovare la musica giusta per gli spazi a disposizione, che tra l’altro non sono pochi». 
Tornando a Napoli, l’appuntamento al San Carlo sarà straordinario anche per un altro motivo. 
«Certo, perché l’intero incasso sarà devoluto all’Associazione italiana ricerca sul cancro. Un piccolo contributo che ha soprattutto il significato della sensibilizzazione al valore della ricerca. Tutti questi miei concerti sono incentrati sulla memoria e l’intera tournée è dedicata a mio padre che se n’è andato per colpa del cancro: ecco, la serata al San Carlo sarà un modo in più per ricordarlo». 
E dopo Napoli si fermerà? 
«Il giorno seguente recupererò la data di Bari, rinviata per un lieve problema di salute, e poi mi riposerò: è stato il mio tour più lungo. Forse, inconsciamente, non volevo che finisse perché chissà tra quanto tempo potrò tornare a esibirmi in questo modo». 
Quale sarà il prossimo passo artistico? 
«Sono arrivato alla fine di una parabola e dovrò inventarmi un nuovo modo di comunicare con il pubblico». 
Per esempio? 
«Mettere su uno spettacolo che non si regga solo sulle canzoni, ma che sia di intrattenimento generale». 
Qualcosa che ricalchi l’avventura televisiva con Fabio Fazio? 
«Penso che quell’esperienza possa essere trasferita dal vivo. La tv è bella e dà la possibilità di arrivare a tantissima gente, che però resta comunque troppo distante». 
Ha seguito la vicenda di Fazio? 
«Indubbiamente spiacevole, ma in fondo gli ha anche dato la possibilità di riposarsi un po’». 
Domanda d’obbligo: la sua posizione rispetto a Sanremo? 
«Fino ad ora non ho ricevuto alcuna proposta». 
E se gliela facessero? 
« Non ho ancora un’idea precisa, ma non escludo che potrei anche accettarla». 

Pasquale Elia 


La città quotidiano di Salerno e provincia 
mercoledì 5 dicembre 2001 

Concerto di Baglioni 

Sabato 8 dicembre il celebre cantautore italiano Claudio Baglioni si esibirà al teatro San Carlo di Napoli, offrendo ai fedelissimi un assaggio dei suoi vecchi successi e dei nuovi brani. Il ricavato della serata sarà devoluto all'Airc. 


La Repubblica DOMENICA, 02 DICEMBRE 2001 
IL CONCERTO 
Domani alle 21 al teatro di piazza Verdi recital di piano e voce tre ore di grandi successi e qualche primizia dal nuovo album 
BAGLIONI AL MASSIMO 
Claudio l'incantautore "Torno alla tradizione" 
"Un disco all'anno? Invidio chi riesce a farlo" 
"Entrare nei teatri lirici non mi è stato facile" 
GIUSY LA PIANA 

«Canterò di quei mille piccoli incanti che ogni giorno la vita ci dona, racconterò il fluire delle emozioni, ed in questo percorso attraverso la memoria non poteva mancare per nessuna ragione il mio ritorno a Palermo». Dopo la straordinaria risposta di pubblico dello scorso maggio, domani sera alle 2l il Teatro Massimo ospiterà "L'InCanto tour" di Claudio Baglioni. Un viaggio alle riscoperta del nucleo essenziale delle canzoni fatto di melodia armonia e testo. Solo pianoforte e voce per oltre tre ore di musica durante le quali il cantautore romano alternerà a grandi successi, riletti in chiave rigorosamente acustica, brani eseguiti dal vivo per la prima volta. 
Baglioni, dopo vicissitudini e rinvii finalmente arriva il giorno fatidico. Ormai i fan non ci speravano più
«Per riuscire a tenere il concerto al Massimo ho stravolto il calendario di questo tour, ho saputo che in molti pur di accaparrarsi i biglietti hanno dormito all'addiaccio e quindi proprio per l'affetto che mi lega alla gente di questa terra non avrei mai annullato lo spettacolo. La verità è che quando ho pensato ad una serie di concerti nei più importanti teatri di tradizione mi sono avventurato in una storia spericolata perché se un cantautore chiede di poter suonare nei luoghi che abitualmente ospitano solo la lirica, viene visto, almeno all'inizio, con una certa diffidenza. Una diffidenza che a mio avviso è immotivata, perché propongo un concerto acustico e non musica rock o pop che risulterebbe fuori contesto». 
Lei si è reso artefice di un esperimento su Internet: un disco sulla rete per combattere la pirateria. 
«Anche questa è stata una scommessa. Ho pensato di accostare il mezzo più moderno che abbiamo a disposizione con lo spettacolo più tradizionale che abbia mai fatto. L'iniziativa fino ad ora ha ottenuto un grosso riscontro, con oltre tremila contatti al minuto. Ma non credo sia questo il futuro della musica. Certo, ciò contribuisce ad abbattere molto i costi di produzione, il che è sicuramente un vantaggio soprattutto per i giovani che sono i maggiori acquirenti di dischi».
Ha affermato che la questione compositiva è il momento più complesso del suo lavoro perché occorre fare delle scelte e sperare di avere delle buone intuizioni. È questo il motivo per cui da un suo nuovo lavoro discografico all'altro trascorrono diversi anni?
«Già, negli anni novanta ho pubblicato solo tre dischi, quelli sono stati anni drammatici. Invidio i miei colleghi che producono puntualmente un disco all'anno, io non ci riesco. Amo molto ponderare e scegliere il meglio e per questo mi occorre parecchio tempo. Mi sembrerebbe infatti imbarazzante cercare di convincere gli altri di qualcosa di cui non sono convinto neanch'io». 
Molti nuovi cantautori dicono di rifarsi a lei o evidenziano uno stile molto vicino al suo. Questo la lusinga o la inquieta?
«Una volta un discografico mi ha detto: "La miglior canzone da scrivere è quella che già esiste". Ogni periodo ha i suoi punti di riferimento e se io lo sono per qualcuno questo non può che farmi piacere. Ma troppo spesso fanno razzia di miei vecchi brani, copiandone l'idea musicale e letteraria. Tutto ciò lo giustifico con il periodo che stiamo attraversando, piuttosto avaro di creatività».
A quando l'appuntamento col nuovo disco? 
«Stavolta non ci sarà da aspettare molto, perché già prima di iniziare la tournée mi sono messo a scrivere nuovi brani. Finito il tour italiano girerò alcune città europee ed entro il 2002 spero di ultimare il mio lavoro discografico». 


12:48 MUSICA: In fila per Baglioni al San Carlo ; Alcuni hanno trascorso la notte davanti ai botteghini (ANSA) 01/12
NAPOLI - Centinaia di fans di Claudio Baglioni, alcuni sin da ieri sera, si sono messi in fila al botteghino del teatro San Carlo di Napoli per acquistare i biglietti del concerto in programma nel massimo napoletano l'otto dicembre prossimo. Il San Carlo, infatti, dopo il ''Carlo Felice'' di Genova, il ''Regio'' di Parma, l' ''Opera'' di Roma, il ''Massimo'' di Palermo, ha deciso di ospitare ''InCanto'', il concerto per pianoforte e voce che l' artista sta portando sui palcoscenici dei piu' prestigiosi teatri lirici italiani e che ha fatto registrare finora il tutto esaurito in ogni data di questa ripresa autunnale. Il ricavato della serata sara' devoluto all' A.I.R.C. (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro). La persone in fila si sono prima organizzate da sole formando una lista. Poi, visto l'afflusso delle prime ore del mattino, e' intervenuta anche la polizia che sta disciplinando l'accesso al botteghino. I biglietti saranno in vendita solo oggi dalle 9 alle 14; il costo varia dalle 100mila alle 35mila lire, esclusa la prevendita ed e' possibile acquistare un massimo di quattro biglietti a persona. (ANSA). 


13:20 MUSICA: NAPOLI, FILA DI UN KM PER ASCOLTARE BAGLIONI (Adnkronos)
Napoli, 26 nov. - (Adnkronos) - E' lunga circa 1 Km la fila di persone che da questa mattina alle 9,30 fuori al teatro San Carlo di Napoli tenta di accaparrarsi i posti per il concerto di Claudio Baglioni fissato per l'8 dicembre prossimo, che chiudera' il tour In Canto. Sono sei-settecento persone, ma in circa 400 questa notte hanno bivaccato fuori i cancelli del Massimo partenopeo per essere gia' li' al momendo dell'avvio della prevendita. Il ricavato delle vendite andra' all'Airc, l'associazione italiana per la ricerca sul cancro. Nessun problema di ordine pubblico finora per la lunga fila, anche se si registrano rallentamenti nel traffico. Gli stessi giovani del fan club di Baglioni questa notte hanno stabilito una sorta di autoregolamentazione distribuendo bigliettini numerati in base all'arrivo. In ogni caso fuori il teatro ci sono due pattuglie della polizia, a cui e' affiancata l'opera della sicurezza interna. L'intera zona, inoltre, e' stata transennata. La prevendita, spiegano dal San Carlo, e' stata aperta oggi, giornata di consueta chiusura dei botteghini, proprio per evitare ulteriori affollamenti. La prevendita chiudera' alle ore 14:00. (Sia/Rs/Adnkronos)


La Gazzetta del Mezzogiorno 30/11
CLAUDIO BAGLIONI IL 6 DICEMBRE AL TEATROTEAM - Claudio Baglioni in concerto il 6 dicembre, alle 21.30, al Teatroteam. Prenotazioni e informazioni al botteghino di piazza Umberto 35-37 Bari, tel. 080/521.08.77 - 524.15.04.


La Repubblica
VENERDÌ, 30 NOVEMBRE 2001
Sordi al Petruzzelli con Sgarbi. Poi una serata d'onore al Royal
Martedì arriva Albertone

E così Sgarbi ce l'ha fatta. Alberto Sordi, l'Albertone Nazionale, sarà a Bari martedì 4 dicembre per esprimere la sua personale testimonianza a favore della ricostruzione del teatro Petruzzelli. Una notizia confermata nella tarda serata di ieri e che il sottosegretario Vittorio Sgarbi aveva annunciato già da tempo, nei giorni in cui era a Bari per la sigla dell'accordo sull'avvio del progetto esecutivo di ricostruzione del Politeama. Alle 19.30 di martedì sarà proprio Vittorio Sgarbi ad accogliere nel "rustico" del Petruzzelli Alberto Sordi e con lui, dopo l'introduzione all'evento di Michele Mirabella, ascolterà l'esibizione del Coro del Teatro Petruzzelli. La serata continuerà poi nel cine teatro Royal dove Sordi assisterà alla proiezione di "Polvere di stelle", uno dei capolavori storici del cinema italiano girato proprio a Bari. Prima della proiezione del film la città tributerà all'attore romano una serie di riconoscimenti ed il coro del Petruzzelli, accompagnato da un'orchestra di 50 elementi, presenterà un programma di musiche e canzoni firmate da Piero Piccioni, autore della maggior parte dei film di Sordi.
Non ci sono invece ancora conferme sull'esibizione del giorno successivo, 5 dicembre, di **Claudio Baglioni. Il cantautore scioglierà la riserva proprio nelle prossime ore dopo aver verificato una serie di problemi organizzativi che erano stati riscontrati giorni fa. (a. fr.)


Corriere della Sera 30/11

Da Baglioni alla Ruggiero, «incursioni» liriche
Contaminazioni. Sotto questa bandiera i templi della musica classica si aprono al pop. Al San Carlo di Napoli, e sarà la prima volta per la musica leggera, l'8 dicembre suonerà Claudio Baglioni . Nelle scorse settimane Björk si è esibita al Regio di Parma e al Teatro Dell'Opera di Roma, i Radiohead a maggio erano all'Arena di Verona e la romana Santa Cecilia ha già ospitato Franco Battiato , Francesco De Gregori e Bruce Springsteen . Ma le incursioni non sono solo relative ai luoghi. Antonella Ruggiero , che ha appena pubblicato una raccolta di musiche sacre, si metterà alla prova con la lirica: sarà nel cast di «Medea» nel calendario 2002 della Fondazione Teatro La Fenice.


La Gazzetta del mezzogiorno 28/11
Ci potrebbe essere qualche novità nei prossimi giorni circa il concerto che Claudio Baglioni dovrebbe tenere all'interno ...
Ci potrebbe essere qualche novità nei prossimi giorni circa il concerto che Claudio Baglioni dovrebbe tenere all'interno del cantiere del teatro Petruzzelli, ma ovviamente senza pubblico. Confermata la data del 6 per la tappa barese al Teatroteam del tour «InCanto» (inf. 080.521.08.77), si sta cercando di concordare una data nella quale sia possibile offrire all'evento legato alla ricostruzione del politeama di corso Cavour la più ampia platea possibile, cosa che sarebbe assicurata solo da un eventuale collegamento televisivo. L'ipotesi che circola è quella di uno spostamento dal 5 (data indicata finora) al 20 dicembre, anche se per quel giorno (e' un giovedì) è fissata da mesi la serata finale del Grande Fratello su Canale 5. E dunque da un lato Mediaset non ha in piedi nulla sulle altre sue reti per contrastare il prevedibile record di audience (lo scorso anno gli spettatori furono più di 15 milioni ), dall'altro la Rai viaggia di conserva in una serata in cui qualunque show avrebbe comunque poco riscontro. 
È invece probabile che sia Alberto Sordi a fare un salto a Bari nei prossimi giorni, esattamente martedì 4. Il grande attore farebbe un sopralluogo nel teatro dove girò il suo Polvere di stelle con Monica Vitti e poi in serata, al Royal, assisterebbe alla proiezione del film, un omaggio all'attore e - perché no - al Petruzzelli.


www.rockol.it 26/11
Claudio Baglioni
Il cantautore romano racconta 'Download', il disco che non c'è (e che si trova solo in rete)...

Claudio Baglioni e il World Wide Web. Un rapporto dialettico, dinamico e per certi versi (almeno in Italia) pionieristico e votato alla sperimentazione.
A partire da "Download", ultima iniziativa lanciata attraverso il sito Internet dell'artista, www.claudiobaglioni.it: dodici canzoni vendute all' "incanto", un gruzzolo di tracce sonore ricavate dall'ultimo tour acustico per voce e pianoforte disponibili in esclusiva on-line dal 17 novembre al 31 gennaio del 2002. Acquistabili (al prezzo di un euro ciascuna) e disponibili per qualunque uso legittimo, copia privata compresa, con la possibilità ulteriore, per l'utente, di crearsi un CD (o altro supporto) su misura, con tanto di testi, foto e copertina. 
In attesa di affrontare le due ultime tappe della sua avventura in solitaria (al Teatro Massimo di Palermo e poi, l'8 dicembre, al San Carlo di Napoli, aperto per la prima volta alla musica "leggera" o, come si preferisce dire oggi, popolare), Claudio Baglioni ne parla con Rockol, riflettendo sugli scenari che le nuove tecnologie elettroniche aprono sui rapporti tra musica, artisti, discografia e pubblico. Che sia il momento di rimettere tutto in discussione?

Prima di tutto, complimenti per il coraggio. Questo è un momento in cui molti si muovono ancora con i piedi di piombo, quando si tratta di mettere musica in circolazione su Internet. Tu invece carichi on-line materiale "caldo", attualissimo, e dunque a forte rischio di pirateria, sia on-line che off-line. E' un rischio calcolato?
Tutto quanto viene reso pubblico, oggi, è a rischio di duplicazione. Forse il tempo dei calcoli e delle precauzioni è finito, dopo che ci si è accorti che quel tipo di atteggiamento non porta da nessuna parte: il mercato discografico è collassato comunque, e non sembra dare segnali di recupero.
Questo mio recente giro di concerti, pur a teatri gremiti, ha registrato circa 70 mila presenze: numeri più che soddisfacenti, ma per forza di cose inferiori a quelli collezionati con i tour precedenti. C'è stata di conseguenza, da parte di molti, una richiesta pressante di avere una documentazione sonora di ciò che era accaduto nel corso di quelle serate.

Dunque l'idea ti è stata in qualche modo suggerita dal pubblico.
Sì. Avevo escluso per sempre la possibilità di pubblicare un altro album dal vivo, a meno che si fosse riusciti a trovare il modo di sviluppare un progetto meno "strutturato", che non avesse la forma in qualche modo preordinata del disco tradizionale. Una sera, giocando con questa idea, mi è venuto in mente che la rete potesse essere una soluzione. C'è chi ha parlato di pionierismo, di un esperimento, e in parte è così che questa iniziativa va interpretata: ma probabilmente questa è anche una modalità di offerta più vicina ai contenuti dei miei ultimi concerti. Nel corso delle esibizioni facevo qualcosa di simile, anche se in modo più scherzoso, mettendo all' "incanto" alcuni brani che non eseguivo da tempo in pubblico. In fondo, questa è un'esperienza che collega la dimensione più antica della proposta dal vivo al suo versante più moderno, realizzando una sorta di viaggio nel tempo e nello spazio. Abbiamo pensato di richiedere una tariffa simbolica, un euro per canzone.

.Che significa poco più di 23 mila lire per confezionarsi un CD di 12 canzoni. Come avete calcolato il prezzo?
Tenendo conto dei costi di produzione e di sviluppo del sistema, dei diritti SIAE, ecc. Abbiamo voluto restare nei limiti di un'operazione che risultasse conveniente anche per il consumatore, e ci è sembrata anche l'occasione giusta per cominciare a ragionare in termini della nuova moneta unica.Non abbiamo voluto lanciare "Download" tra squilli di trombe e rulli di tamburi:
come il tour di "InCanto", si tratta di un tentativo fatto sottovoce per smuovere le acque e non restare immobilizzati su posizioni che portano inevitabilmente un artista, prima o poi, ad ingrigire e ad estinguersi.
Volevamo far arrivare un invito di tipo diverso, dinamico, ad un pubblico che magari ha anche poca familiarità con le tecnologie. E' un po' come andare alla ricerca di spazi diversi per la musica, o fare musica di contenuto diverso in funzione di determinati spazi. I risultati, in termini numerici, sono già oltre le aspettative. Abbiamo raccolto una media di 2.750 connessioni al minuto, che è una frequenza di contatti da grandi portali e motori di ricerca, doppia rispetto a quella normalmente registrata sul sito:
che pure era risultato lo scorso anno il più visitato in Italia tra quelli a contenuto musicale. Abbiamo raddoppiato il server per permettere agli utenti di beneficiare di una maggiore fluidità nelle operazioni on-line, il call center è stato subito intasato di richieste, al momento dell'inaugurazione abbiamo contato 360 iscrizioni per lo scaricamento di tutti i brani. Ma al di là del successo di "quantità", mi piace pensare che il sito si stia affollando come un grande foyer: è come immaginare file di appassionati che attendono di acquistare il biglietto di ingresso, che si radunano per assistere ad un evento. Questo è un po' il mio sogno: vorrei che il sito, oltre che un archivio o una grande banca dati, diventasse sempre più un luogo fisico e immaginario che sappia aggregare una comunità di persone. 

Qual è il tuo contributo allo sviluppo dei suoi contenuti?
Suggerisco idee, faccio proposte. Ma prima di tutto sono il "guardiano" di ciò che viene messo in rete. La mia intenzione è di dedicarci sempre più attenzione, rivoltandone l'architettura e l'organizzazione più che i contenuti: l'idea, ripeto, è di creare una città ideale dove si hanno più motivi per soggiornare, al di là della possibilità di accedere alla musica e ad altri tipi di servizi.

Hai sottolineato giustamente il risvolto interattivo di "Download". Alcuni artisti - mi vengono in mente Todd Rundgren e Peter Gabriel, tra i primi - 
sono già andati oltre, mettendo la propria musica nelle mani del pubblico, consentendone la libera manipolazione attraverso gli strumenti multimediali.
E' una prospettiva che ti affascina, o credi piuttosto che l'artista debba conservare una qualche forma di controllo e di "censura" sulla propria produzione?

In fondo è anche questo un modo veloce, pronta cassa, di sviluppare un concetto che in musica esiste da sempre. Tutti gli autori vengono continuamente reinterpretati: e non penso solo all'attività dei remixer ma anche ai direttori d'orchestra che riarrangiano le partiture originali.

In quel caso la garanzia consiste nel fatto che il repertorio viene manipolato da professionisti. Questo è vero. Credo che operazioni di questo genere abbiano un senso, ma non vorrei che gli artisti finissero per abdicare alla responsabilità della prima scelta, alla paternità dell'opera.
Non vorrei si passasse il segno, delegando ad altri la creatività dopo avergli messo a disposizione una serie di informazioni e di strumenti. Questa responsabilità - e anche il rischio di commettere degli errori - qualcuno se la deve pur prendere.

Altri artisti, come Pete Townshend, stanno approfittando della rete come di una chance per aprire gli enormi archivi che hanno tenuto forzatamente chiusi per anni, sfuggendo per la prima volta alle ferree logiche dell' industria discografica che impongono di limitare la produzione immessa sul mercato.
Anche questa è un'opportunità interessante, ma bisogna stare attenti a non mettere il piede in una trappola. Se si apre tutto, si rischia di aprire anche l'accesso alle fogne.Bisogna stare attenti ai cattivi odori che possono emanare dagli scantinati, non tutto profuma d'arte.Ma certamente Internet, grazie alla sua rapidità e potenza comunicativa, consentirà a molti artisti di allargare ad un pubblico più vasto un tipo di rapporto che già oggi esiste con gli ammiratori di più stretta osservanza o con i fan club. Non sarà certo questo a creare problemi alla discografia, che da anni è vittima di una congiuntura negativa che non sembra offrire grandi spiragli di ripresa. Ho appena saputo che l'Unione Europea sembra finalmente intenzionata a prendere seriamente in esame la questione dell'IVA sui dischi: sarebbe già un passo avanti, almeno per l'abbattimento dei prezzi al pubblico.

Come ha reagito la tua casa discografica, la Sony, a questa iniziativa?
Si sono mostrati incuriositi. Chiaramente questa è un'operazione estranea agli schemi classici del rapporto tra artista e casa discografica, e devodavvero ringraziare la Sony di avermi lasciato completamente carta bianca. 
Credo che questo sia anche un segnale confortante, sul piano della qualità dei rapporti tra la comunità artistica e l'industria. E mi auguro anche che operazioni di questo genere possano contribuire a recuperare nel pubblico la convinzione che l'industria musicale rappresenta un patrimonio da preservare. Chissà che possano servire ad una moralizzazione dei rapporti: fino ad oggi le campagne antipirateria sono servite a ben poco.

A proposito di rapporti tra artisti e case discografiche, negli Stati Uniti infuria una polemica aspra a proposito dei reciproci doveri e diritti, anche economici. Tu credi che il Web inciderà sui contenuti di queste relazioni? E ' già in atto una redistribuzione del potere? 
In parte è già avvenuta, perché molti artisti hanno dimostrato di poter fare a meno di un editore discografico instaurando un rapporto diretto tra produttore e consumatore. Io mi reputo, in fondo, un artista della vecchia guardia, e devo dire che mi dispiace l'idea di una discografia in declino. 
Sono nato e cresciuto in quell'industria di fine anni '60, primi anni '70, in cui i discografici erano persone che operavano delle scelte coniugando piglio manageriale e intuizione artistica, un po' come oggi sanno fare i nostri stilisti di moda.

Erano quelli che gli americani chiamano "music men". 
Esatto. Col tempo, questa figura di discografico si è un po' sbiadita, si è finito per immettere sul mercato una quantità di prodotto insostenibile per l'utente. E il troppo arriva quando non si sa più scegliere: quello è il momento in cui si comprano più biglietti della lotteria nella speranza di imbroccare la combinazione giusta. Indubbiamente, Internet potrebbe modificare profondamente i contenuti di questo business. Potrebbe succedere che la discografia si appropri del mezzo, trasformando la rete in un veicolo efficace di distribuzione. O magari sarà costretta invece a ridimensionare le sue strutture, riportando alla ribalta i "music men" di cui parlavamo, persone che si concentrano sull'aspetto artistico e che producono contenuti.
Internet potrebbe liberarle dall'ingombro delle funzioni amministrative e distributive, che poi sono oggi quelle che più di altre risentono della crisi di mercato.

Nello streaming e nel downloading in rete scorgi delle opportunità economiche, per chi si occupa professionalmente di musica?
L'opportunità c'è, anche se non credo che Internet renderà il pubblico più cospicuo e più numeroso. I consumatori potranno essere attratti dai contenuti, dalla dinamicità delle proposte, dalla possibilità di trovare supporti ancora più nuovi da utilizzare. Si tratta in un certo senso di creare un'autostrada dove prima c'era un sentiero. Io mi auguro che l' evoluzione della tecnologia porti con sé anche lo sviluppo di idee originali, di nuovi linguaggi. E' come lanciare un sasso nello stagno: si producono dei piccoli moti ondosi, e c'è da sperare che qualcuno di questi provochi ulteriori riverberazioni. Il Web potrebbe essere un mezzo per riconquistare una parte perduta di pubblico, anche perché in quell'area si muove una fascia di utenti potenziali che negli anni si è disaffezionata al prodotto discografico.

Tu sostieni che il disco, concettualmente, non si è saputo evolvere rispetto alle sue origini. Vuol dire che ritieni superata l'esperienza di ascolto in quanto tale?
Certamente è diventata una forma di fruizione estremamente settoriale. Resta una fetta, sempre più ridotta, di "nostalgici" che mantengono quel tipo di tradizione, di abitudine, di rituale; ma per molti altri l'ascolto inteso come esperienza totale ed invasiva da fare ad occhi chiusi appartiene al passato. Il disco rischia di diventare un "desaparecido".

Ma non credi che, come la lettura di un libro sulla poltrona di casa o la visione di un film in una sala cinematografica, quello sia il modo migliore per godersi appieno la fruizione di un prodotto culturale?

Vorrei che fosse così: altrimenti il rischio è l'alienazione, la sostituzione totale di esperienze profonde con una superficialità che si risolve in un rimbalzo continuo tra mille superfici speculari. Il disco,tuttavia, patisce il fatto di avere perso il suo fascino di icona. Quando c' era il vinile, quello era un supporto dedicato esclusivamente alla musica, utilizzato tutt'al più per riprodurre in audio qualche commedia od opera teatrale. Oggi invece il compact disc è diventato un veicolo per contenuti molteplici e il supporto ha perso ogni sua valenza simbolica. Artisti e discografici, forse per pigrizia, hanno perso competitività nei confronti di nuove proposte multimediali che sono capaci di coinvolgere i cinque sensi simultaneamente. Il disco, al di là della qualità di incisione e di riproduzione, è rimasto sostanzialmente lo stesso di sessant'anni fa. In più, i mezzi di comunicazione hanno contribuito a sminuire l'importanza del fatto musicale. I giornali parlano sempre meno di musica: leggo proprio in questi giorni recensioni di dischi nuovi che solo tre o quattro anni fa avrebbero avuto una mezza pagina su un quotidiano e che oggi sono ridotti a due misere colonne. La radio trasmette musica acriticamente, la televisione fa musica dalla mattina alla sera ma come sottofondo per quiz milionari o per il karaoke. La memoria musicale è stata saccheggiata in lungo e in largo, ma per il resto nulla è cambiato.

Dunque è necessario ricercare altre forme di espressione.
Anche nella musica dal vivo bisognerà tentare strade nuove. Io intendo il ruolo dell'artista come quello di un artigiano ma anche di un artefice di nuove proposte cui spetta il compito di formulare inviti ed offrire occasioni a chi lo segue, un po' come fosse un capoclasse o una guida turistica. Anche l'esibizione dal vivo ha bisogno di formule, orari, lunghezze diverse: un concerto, in certi casi, potrebbe trasformarsi da evento unico a racconto che si sviluppa cronologicamente su più giorni. 
Insomma, si tratta di trovare moduli più flessibili: ci portiamo dietro certe cose in eredità come fossero dei riti immutabili, ma non è così.

Hai voluto sottolineare che "Download" rappresenta solo un primo passo nell' esplorazione dei new media. Hai altre iniziative in cantiere? 
Per il momento non ho idee precise, ci sono solo abbozzi embrionali e ancora troppo confusi per parlarne.

Tu hai definito "Download" il "disco che non c'è", ribadendo che i materiali messi in rete non saranno mai disponibili sui canali tradizionali: in passato però molte iniziative nate per il Web si sono alla fine tradotte in prodotti discografici destinati ai negozi.

Non ci sono obblighi di nessun tipo che mi costringono a farlo, ed è mia ferma intenzione non recedere da questa idea. Si può invece dire che "Download" resta un "work in progress", e che altro materiale potrebbe essere reso disponibile sul sito. Durante i concerti di "InCanto" ho interpretato 45-50 brani: ogni selezione risulta sempre difficile e dolorosa, e qualcos'altro potrebbe finire in rete.

Napster e i suoi cloni sono stati solo un esercizio geniale di scippo del copyright o hanno insegnato qualcosa ai professionisti della musica?
L'impatto che hanno prodotto è innegabile, e mi auguro che possa essere trasferito a vantaggio di tutti. Anche la fissione nucleare può servire a confezionare la bomba atomica oppure, alternativamente, a produrre energia benefica. Ed il "file sharing", concettualmente, resta un'idea molto interessante.

All'inizio della nostra chiacchierata hai confessato di non essere troppo preoccupato dall'eventualità di un furto digitale della tua musica.
Se da una parte sono affascinato dalla progettualità e dalla costruzione di scenari futuri, dall'altra mi ritengo, per certi versi, un artista rudimentale: mi salva la possibilità, un domani, di staccare la spina e ogni genere di collegamento elettronico, prendere una chitarra e mettermi a suonare nella stazione di una metropolitana. Ecco perché non mi sento terrorizzato dalla prospettiva di un esproprio. Ogni artista conserva la possibilità di coltivare le sue idee musicali, di metterle in pratica e di 
comunicarle in qualche modo al pubblico. Finche avremo questa opportunità, saremo al riparo dalla catastrofe.
(Alfredo Marziano)


Il Mattino
Venerdì 23 Novembre 2001

Baglioni al San Carlo, al via la prevendita Dopo il no dell'anno scorso, alla fine anche il San Carlo ha detto sì a Claudio Baglioni (nella foto) mettendo fine all'esclusione del teatro napoletano dal circuito dei lirici aperti alla musica popolare. «Sono orgoglioso ed anche un po' emozionato, avverto il peso di questo accadimento straordinario», commenta il cantautore.
Appuntamento, come abbiamo anticipato, sabato 8 dicembre, alle 21: i biglietti saranno in vendita solo lunedì e costeranno dalle 35 alle 100.000 lire, diritti di prevendita esclusi. Baglioni proporrà «Incanto», lo show per piano e voce già applaudito al Bellini. Il ricavato della serata sarà devoluto all'Associazione italiana ricerca sul cancro.


La Repubblica
VENERDÌ, 23 NOVEMBRE 2001
Concerto di beneficenza al Lirico l'8 dicembre
S. Carlo apre a Baglioni
STELLA CERVASIo

Il San Carlo gli mancava e l'avrà l'8 dicembre. Dopo il Massimo di Palermo (dove suonerà lunedì 3), l'Opera di Roma, il Carlo Felice di Genova e il Regio di Parma, il sogno di Claudio Baglioni era "fare" Caruso per un giorno. E se lo può permettere con 4000 iscritti al fanclub di Napoli e l'accoglienza al San Paolo (Tour Rosso '98), e a Pompei Scavi (agosto 2000).
Un concerto che desterà non poco interesse, questo del tour nei teatri di tradizione «Incanto». La serata è dedicata al padre, morto un anno fa. Per la prima volta il lirico si apre a un concerto pop. Il San Carlo aveva già detto no e non aveva avuto remore («regnante» Canessa) a rifiutare lo storico palcoscenico a una star come Bruce Springsteen. Ma i tempi cambiano.
Il sovrintendente Gioacchino Lanza Tomasi, mosso soprattutto dallo scopo benefico - il ricavato andrà all'Airc, l'associazione della ricerca contro il cancro - ha acconsentito. Biglietti in vendita solo lunedì 26 novembre al San Carlo, aperto dalle 9 alle 14 (prezzi: 40 mila105 mila lire). Il sovrintendente frena: «Non è un esordio nello showbusiness, solo un concerto per fini umanitari». Ci sarà un canone d'affitto? «No, il San Carlo non ci guadagna niente. E niente posti omaggio.». Per una volta, il vecchio malanno napoletano dell'entrata free verrà severamente bloccato. Concessioni future?
«È da valutare. Certo ci sono artisti più creativi, come Battiato e Dalla, e altri meno». Baglioni canterà anche "on line". Per la prima volta un artista taliano manda in rete le canzoni del concerto live che, a pagamento, ciascuno può scaricare sul computer di casa.


da www.musicaitaliana.com
Intervista a Claudio Baglioni

D-Hai scelto un mezzo avanzato come Internet per proporre dei brani eseguiti in un contesto così intimo e tradizionale come "InCanto". Ora che l'iniziativa é partita la stai vivendo come un esperimento o un prolungamento dell'"InCanto"?

CB-Un po' tutte e due. Nel senso che incuriosisce da una parte questo viaggio quasi interplanetario di un concerto il più "antico" possibile, più acustico, più modesto, il pianoforte e la voce dentro il teatro lirico, un teatro di tradizioni con un'amplificazione limitatissima, e dall'altra invece uno sviluppo nel teatro più fantastico, più ipertetcnologico e moderno. A mio parere, però, é un prolungamento di "InCanto" più che un esperimento, nel senso che la cosa che mi interessava e che interessava tutti quelli che hanno lavorato a questa iniziativa era, sì, vedere anche la risposta, ma più che altro continuare in questo rispetto di scelte più autonome e individuali. In fondo questo concerto é stato per molti versi suggestionato, in maniera ancora più particolare dalla presenza del pubblico, per il fatto che io fossi da solo e non potevo continuamente modificare la scaletta e rispondere anche alle istanze di coloro che erano intervenuti, molto più che in altri concerti in cui c'é uno schema più o meno fisso, ma sicuramente più rigido. E quindi questa iniziativa mi sembrava la migliore delle possibilità, anche perché, malgrado i teatri strapieni, il tour é stato visto da oltre 70 mila spettatori, un numero comunque più contenuto rispetto ad altre esperienze, e questo ha portato a una fortissima richiesta che almeno ci fosse una traduzione, un documento di queste esibizioni dal vivo. La produzione di un album già strutturato, però, mi era sembrata meno rispettosa di quello che era accaduto a teatro, quindi abbiamo pensato a questa formula e in questo senso la Rete ce ne ha offerto la possibilità. Quindi é, sì, un esperimento, una curiosità, ma più che altro probabilmente un ideale prolungamento.

D-Credi che sia la Rete effettivamente la strada della musica?

CB-Oddio, credo che la strada della musica siano i contenuti e la Rete diventa un mezzo. I numeri, però, sono effettivamente interessantissimi, perché praticamente all'inaugurazione della mia iniziativa, già nella prima mezz'ora c'erano state oltre 350 iscrizioni, per scaricare tutti i brani tra l'altro. Tuttora c'é una media di 2.750 connessioni al minuto, ed é stata paragonata dai tecnici alla frequenza dei grandi portali. Con un call center molto affollato di chiamate e utenti che sono arrivati da molte parti del mondo a chiedere, a transare e ad acquisire. Quindi io penso che Internet in questo caso, al di là del mezzo tecnico che può offrire, sia un'ottima strada. E la cosa che mi ha fatto più piacere é che tutto il mio sito si é un po' affollato, come un enorme foyer, insomma ho avuto questa dimensione, questa percezione, sembrava di poter osservare come le file per comprare un biglietto o per entrare o per attendere l'inizio dell'evento.

D-Ti piace dunque immaginare il tuo sito come un luogo, con una sua fisicità?

CB-E' un po' nella mia intenzione che questo sito che mi riguarda debba essere sempre di più un luogo, tra l'altro sempre più fisico e fantastico, cioé secondo me la Rete avrà ancora più forza quando non sarà solamente un archivio o un enorme elenco generico o una banca dati, insomma asettica.
Anche se poi nel parlare di fisicità bisogna intendersi, però usa in fondo una frequenza per radunarsi, per trovarsi lì, anche se questo lì bisogna vedere dove si trova.

D-La musica secondo te ha bisogno di Internet?

CB-La musica secondo me ha bisogno di maggior coraggio, di rivitalizzazione innanzitutto nei contenuti. Probabilmente é stata un po' afflitta dagli altri mezzi di comunicazione, trova infatti sempre con maggior fatica spazio nei giornali, nei quotidiani, la radio la trasmette tanto, ma in certi momenti in maniera un po' acritica, per cui insomma non ci sono più scelte. La televisione la brutalizza il più delle volte perché la usa, però non le ridà ossigeno, in tv si sente musica in tutte le ore, in tutti i secondi, ma per far quiz, per fare il karaoke. Quindi secondo me la musica sicuramente ha bisogno di altri spazi e poi bisogna fare anche della musica adatta a quegli spazi stessi.

D-Dalla tua iniziativa si evince che di buono c'é che il costo di un album scende inevitabilmente. Nel tuo caso, per esempio, con dodici Euro (pari a 23.235,24 lire) si può realizzare un intero cd. Se questa dovesse essere la via del futuro a questo punto quale ruolo giocheranno le case discografiche e i distributori?

CB-Già si sente comunque un po' parlare di un ridimensionamento dei prezzi e, secondo me, chiaramente tutti dovremmo essere attenti ad abbassare i costi per poter abbassare i prezzi. Si comincia a parlare finalmente seriamente dell'abbattimento dell'Iva nell'Unione Europea, per portarla a livello dei libri o poco più alto, quindi per questa battaglia che ci ha visto per anni lamentarci, forse sembrano esserci degli spriragli in fondo alla strada. Sì, poi sicuramente saltando qualche mediazione i costi si abbassano inevitabilmente. Il fatto di poter addirittura frammentare la proposta e non venderla per intero significa anche corrispondere a delle esigenze diverse, quindi secondo me si crea anche una dinamicità di rapporto che può essere interessante e che può anche far sviluppare allo stesso utente, per esempio, una maggiore fantasia. Chiaramente é stato fissato questo Euro più come prezzo simbolico, quindi decisamente un costo più basso. Mi sembra però che un po' tutti si sia nell'ordine di idee che si può gravare meno nelle tasche, io lo trovo assolutamente giusto e salutare, perché indubbiamente una produzione così elevata di album sul mercato provoca e chiede al portafoglio di qualsiasi amatore, amante della musica, un sacrificio notevolissimo. Tant'é credo che non ci sia mai stata una crisi così formidabile a memoria nel mercato discografico, qundi bisogna un po' aguzzare l'ingegno.

D-Perché hai scelto proprio quei dodici brani tra i tanti in scaletta?

CB-Sono stati scelti questi perché tra le due fasi di "InCanto" mi sembravano quelli che dessero una trama un pochino più corretta. 
Indubbiamente i brani sono stati molti di più, in tutto l'arco di questa esperienza mi sembra di aver cantato più di 44/45 brani, infatti il concerto durava più di tre ore e per questo la scelta é avvenuta con fatica. Mi é sembrato però che questi dodici brani redessero meglio l'idea.

D-Pensi in futuro di rendere scaricabili nuovi brani tratti da "InCanto"?

CB-Non si esclude che, se tutto ciò dovesse avere un buon accoglimento, che ci sembra già molto favorevole sin da adesso, magari più in là ci possa essere una mini rotazione, un po' come avveniva insomma nelle scalette dei concerti. Al momento ci siamo fermati qui, perché era già molto pionieristico, quindi per il momento é questo, ma mi piace l'idea che queste esperienze possano anche vilupparsi durante la strada, possano essere in progresso.

D-E comunque l'"InCanto" non é ancora finito?
CB-No, questo infatti é stato forse il mio tour più lungo. E ci sono ancora due tappe molto importanti, a Palermo e a Napoli al Teatro San Carlo, che poi é veramente la prima volta che apre alla musica popolare contemporanea.

D-E' presto per parlare di un nuovo album?

CB-No, anche se la cosa mi mette nel panico, perché tracciare qualche appuntamento é sempre rischioso (sorride, n.d.r.). E' praticamente un anno che mi sto dedicando a questa esperienza di "InCanto", ma dall'inizio dell'anno ero già partito con l'idea di sviluppare dei temi nuovi, delle nuove canzoni. Poi mi sono trovato così, casualmente, come ho raccontato anche all'inizio del concerto, a prendere un pianoforte, a suonarlo, e quindi a girare per questi teatri. Adesso, però, terminati questi ultimi due incontri, penso di tentare di risolvere la questione compositiva, che é poi anche il momento più complesso, perché significa fare delle scelte e sperare anche nel cielo di avere delle buone intuizioni. Per poi lavorare a un album intorno alla primavera, probabilmente parte dell'estate, chissà. Spero insomma che possa essere pronto entro la fine del 2002.

D-Chi ti ha visto in "InCanto" avrà sicuramente notato che oltre che indistruttibile, come ti sei ironicamente definito più volte, appari anche molto sereno. Lo sei davvero in questo momento?

CB-penso di sì, più di altri momenti. Secondo me la serenità é solamente un'inquietudine un pochino più colmata, é un'irrequietezza che viene come dire dissetata, sfamata, e allora quando uno trova pane, tutto sembra un pochino più sereno. Sì, io faccio molte più cose di prima, ho attraversato anni in cui l'irrequietezza diventava un po' paralizzante, non riuscivo a fare molto insomma, invece adesso c'é questa possibilità di essere, sì, ancora più curioso, ma soprattutto di soddisfare queste curiosità e cercare di trovare anche delle nuove storie, delle nuove strade. Quindi in questo senso sì, probabilmente c'é una maggiore capacità di soddisfazione, di appagamento, che però mi auguro solo che non sia definitiva perché sarebbe la pace dei sensi e non va bene.

D-Che posto dai all'immagine nella tua vita e quanto conta per te apparire così bello?

CB-A parte che parlare di bellezza é improprio, ma secondo me é di nuovo un senso di soddisfazione. Voglio dire che quando gioco sull'indistruttibilità, perché chiaramente spero che si capisca che sorridendo parecchio scherzo, é perché effettivamente mi fa piacere avere molta energia, avere la capacità fisica, la robustezza anche nervosa per stare su un palco da solo e per affrontare comunque esperienze che non sono facili. Ho un repertorio dal punto di vista vocale che chiede parecchio, che é difficile da sostenere, tra l'altro quasi ogni giorno, quindi secondo me più che la bellezza é questa presenza che in certi momenti fa diventare fieri, dicendo "però, a 50 anni suonati - ed é proprio il caso di dirlo - c'é ancora questa presenza".
E questo secondo me dà una maggiore sicurezza. E' un po' un processo di consapevolezza, di maggiore solidità che é sicuramente molto importante, specialmente in periodi come questi in cui sembra che il totale non ritorni mai, con forti crisi di identità e di società.

D-Abitualmente lasciamo che l'artista dedichi una canzone del suo repertorio ai navigatori di MusicaItaliana.com, chiedo lo stesso anche a te.

CB-C'é una canzone con la quale quasi aprivo il concerto, si chiama "Pace". E' l'augurio di una pace esterna, ma più che altro di una pace interna, perché secondo me senza la pace dentro non si conquista nessuna pace fuori. 
Si, mi piace in questo momento dedicare questo brano.

Intervista di Paola De Simone


17/11
Baglioni canterà questa sera nel capoluogo salentino dopo il successo del concerto di ieri a Taranto Claudio a Lecce saluta la Puglia

di ANNA RENDINA

Con il tempo è diventato perfino più bello. Un cinquantenne del 2001 che non
dimostra la sua età, che ha scoperto la palestra, che non ha un filo di pancia ed ha il sorriso di un ra-gazzino. Un bel risultato per uno che trent' anni fa era uno spilungone tormentato, timidissimo, con spessi oc-chialoni da miope e che gli amici chiamavano "Agonia".

Erano quelli i tempi di "Signora Lia" e poi, per il giovane Claudio Baglioni, appena qualche tempo dopo, di "Questo piccolo grande amore" acclamata in più di un referendum popolare come "la più bella canzone d'amore del secolo". Un po' troppo? Gli scettici sono pregati di accomodarsi questa sera al Politeama Greco di Lecce (ma se non hanno già acquistato il bigliet-to, non troveranno posto) per verificare direttamente.
Nel teatro leccese Baglioni terrà il suo secondo concerto pugliese in versione acustica lui e il suo pianoforte dopo aver ammaliato ieri sera a Taranto un altro teatro pieno come un uovo, l'Orfeo.
Chi ha qualche dubbio sulla grandezza baglionesca guardi (e ascolti) da vicino. E scoprirà che se un poeta è colui che sa tessere fili invisibili fra sè e le persone che lo ascoltano, Claudio Baglioni di fili ne ha tesi a migliaia, conquistando cuori di ogni età, un enorme pubblico fedele capace di can-tare a memoria - insieme a lui - decine e decine (centinaia?) di canzoni. L'inconveniente, semmai, è proprio questo. I cori che regolarmente si for-mano durante i concerti di Baglioni, non sono proprio il meglio perché im-pediscono di ascoltare lui, il divo Claudio.

Che qui, in questo bellissimo tour che si chiama "InCanto fra pianoforte e voce" ha ridotto all'essenziale - parole sue - le canzoni più belle del suo re-pertorio. Melodia, parole, voce. Basta questo, assicura lo stesso cantautore, per dare le ali ad una canzone, per far-la giungere alla sua destinazione fina-le, il pubblico, messaggio ancora più efficace di quando è vestita da "sostan-ziosi" arrangiamenti. 
Questo "estratto" di qualità è in sintonia con i gusti del pubblico se è ve-ro - ed è vero- che l'intero tour è costellato da esauriti.

Il concerto naturalmente spazierà tra pezzi nuovi e vecchi: alcuni notissi-mi altri meno, una vera e propria car-rellata lungo trent'anni di canzoni, al-cune delle quali verranno raccolte in medley proprio per questioni di tempo e di spazio. Ci saranno brani provenienti dal recente album "Un viaggiatore sulla coda del tempo", come "Stai su" e "Cuore d'aliante", ma anche classici come "Strada facendo", "E tu", "Mille giorni di te e di me, "Quante volte", "Avrai" e naturalmente "Questo piccolo grande amore".

La dimostrazione di fedeltà che il pubblico continua a conferire a Baglioni a trent'anni dall'esordio è un feno-meno che forse si adatta anche ad altre star della canzone in Italia, ma che per l'autore di "Amore bello" acquista delle dimensioni e uno spirito davvero singolari.
Baglioni continua a conquistare schiere di fans sempre nuovi che lo seguono poi nel corso del tempo .Il suo successo sta quasi tutto nel risultare credibile, all'estimatore cinquantenne come al neoammiratore ventenne (in questo il look gioca inevitabilmente la sua parte) sta nel cantare ancora l'amore, le passioni e le delusioni del-l'uomo comune, mantenendo un equilibrio perfetto fra maturità e slancio, fra candore ed esperienza. Un equilibrio che, come ci dimostra il resto del pa-norama musicale, non è da tutti.


Il Quotidiano della Calabria. 17/11

Baglioni "incanta"il Rendano.
INCANTO.Una nota,un suono,si apre il sipario."Acorrete pubblico,gente grande e piccolini al suo numero agico...".
Una voce,un pianoforte,le luci illuminano il protagonista:Claudio Baglioni.Il Rendano è gremito in ogni ordine di posto,tutto è venduto,anche il privilegiato palco della stampa non è più riservato.inizia il concerto,inizia l'"Incanto"."Claudio sei unico...".E'vero,almeno per questa notte il Claudio nazionale è unico(mah,aggiungo io,x me èsempre unico!).Solo lui e il suo pianoforte.La luna,il sole e la terra gli fanno compagnia.La scenografia è semplice,ma come una cornice racchiude l'emozione di una "Fotografia"indimenticabile.Flash...Il volto di un Baglioni "indistruttibile"viene continuamente preso di mira da fan che desiderano immortalare l'evento.Le canzoni sono intervallate da abili prestazioni.Un paroliere,un incantatore,un mago che racconta la sua vita e il suo rapporto con il pianoforte.Nella prima parte predomina il dialogo con il suo pubblico,ma c'è lo spazio per ascoltare e lasciare andare la voce.In un teatro non è facile accompagnare il canto dell'artista sotto il riflettore,ma sottovoce s'inizia ad intonare l'inno delle "Ragazze dell'est".Il silenzio e la descrizione della vita dei"Vecchi sulle panchine dei giardini..."non lasciano tempo,non lasciano spazio per respirare.E giù ancora con "Do Re Mi Fa Sol"seguita a ruota da un canto che ha fatto da colonna sonora al capolavoro di Zeffirelli:Fratello sole,sorella luna.Piano,piano...Quasi un soffioal cuore che sfiora lo spirito e accarezza l'anima "Dolce sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore...".Le note del pianoforte corrono veloci,ma siamo soltanto all'antipasto.Non c'è un'orchestra,non ci sono "Tamburi lontani",ma un Naso di falco"non ha mai paura di restare solo.La sua vita e il suo rapporto con la moglie hanno segnato e ispirato pezzi in ùterpretati con sofferenza e passione "Fammi andar via liberami da questa prigionia.Fammi andar via,fallo per me,fallo per me,fammi andar via da te...".Fine prima parte.La campanella suona,sono già le 23:00:bisogna ricominciare.Baglioni giustifica la pausa "Chiudo il sipario per fare scappare le persone".Il ritmo aumenta e Claudio insegue le sue "Vie dei colori":"Una luce prenderò per te la fuori quando io camminerò le vie dei colori".Il pianoforte a volte rischia di scordarsi e,quando succede,la colpa è del mercato ed è un mercato caro a "Claudiuccio"che vien da Roma "E'domenica mattina si è svegliato già il mercato,in licenza son tornato e sono qua".Le mani accompagnano l'esecuzione e il pubblico inizia ad andare incontro al "Naso di falco".Emozioni,ancora emozioni.Il Baglioni nazionale si alza dal suo pianoforte e in stile gospel augua "Buona fortuna che non basta mai a te che te ne vai per te,per te che teeeeeee neeeeee vaiiiii".Boato,esplosione di applausi e cuori in 2standing ovation".Inni d'amore,inni sportivi"Nella mia vita mi hanno sempre commissionato inni...".Tutti i gusti sono accontentati:Acqua nell'acqua,Avrai,Questo piccolo grande amore,Strada facendo,Amore bello,Poster".Non rispolvera Signora Lia,ma il regalo al suo pubblico ormai è fatto.La platea è ai suoi piedi.Il sipario si chiude e "Claudiuccio" torna a viaggiare verso altre "Notti di note" di un pianoforte che accompagna la sua voglia di InCantare.


Il tempo 
Baglioni canta e la musica è terapeutica 
Il cantautore si confessa dopo il successo romano. Ora pensa a un’opera semplice e di qualità
di GIANLUCA ATTANASIO

ROMA - «InCanto, tra pianoforte e voce» non poteva non rivelarsi uno dei più originali - ed ambiziosi - progetti musicali dell'anno: partito il 15 
ottobre dal Teatro Carlo Felice di Genova, InCanto - i cui concerti sono dedicati alla memoria del padre - vede Claudio Baglioni alle prese nella reinterpretazione acustica di alcuni dei suoi più grandi successi, per quasi tre ore di intensa musica dal vivo.
Dopo lo strepitoso concerto che Baglioni ha tenuto lo scorso 12 novembre al Teatro dell'Opera a Roma, un altro degli eventi più attesi è senz'altro quello del prossimo 8 dicembre, che vedrà la "musica popolare" entrare, per la prima volta, al Teatro San Carlo di Napoli: «Sono felice e anche un po'emozionato perché avverto il peso di questo accadimento davvero straordinario. Rappresentare questo mio racconto musicale per piano e voce, così intimo, magico e singolare in un teatro come il San Carlo, è motivo di grande orgoglio», ha dichiarato il cantautore romano, il quale devolverà il ricavato di questo ultimo concerto all'A.I.R.C (Associazione Italiana Ricerca Sul Cancro). 
"InCanto" continua ad emozionare il pubblico dei più bei teatri lirici d'Italia. Quale è stata la scintilla ispiratrice di un progetto tanto ambizioso?
«La possibilità di un ritorno alla "bozza primordiale", a quella che è stata la prima composizione, eseguita attraverso l'utilizzo di uno strumento solo.
Un altro fattore che ha dato vita ad InCanto è stata la mia curiosità nei confronti dei teatri costruiti per la musica, strutture dinamiche dotate, ognuna, di una propria anima sonora, acustica, a differenza dei teatri moderni i quali, dal punto di vista del suono, appaiono tutti un po' "schiacciati". Devo ammettere che InCanto, più che una sfida, è stato una specie di impresa: credo che ogni volta, per mantenere i nervi saldi ci sia bisogno di ricominciare tutto daccapo! Il motivo che, dopo tanti anni, mi fa vivere in una dimensione d'equilibrio, è proprio il mio cimentarmi ogni volta in prove sconosciute come InCanto».
L'esperienza della musica, può servire a comprendere le verità nascoste della vita?
«Speriamo di sì. Di certo la musica oltre ad offrirti enormi privilegi come la notorietà e l'affetto delle persone, riesce a trasmettere degli effetti per così dire "terapeutici", utili per curare alcune irrequietezze, per colmare delle mancanze interiori. È indubbio che la parte musicale del mio lavoro sia quella più metafisica, più magica, come magico è, in genere, il contenuto del suono, a differenza delle parole che seguono un percorso più comprensibile e razionale. Nella musica, a mio avviso, e nel mio silenzioso dialogare con essa, vive qualcosa di affascinante, un'alchimia curiosa che probabilmente può assomigliare ad una tensione di tipo religioso». 
Dove sta andando a parare la musica del nuovo Millennio?
«Questo non credo sia possibile saperlo. Penso invece che per fare piccoli passi ci sia bisogno di fare grandi sogni. Ritengo che con una politica dei piccoli atti di coraggio, delle piccole cose, si potrebbero conquistare degli spazi utili per la musica!». 
Negli ultimi anni ha fatto Televisione accanto a personaggi come Celentano e Fabio Fazio. Oggi tornerebbe in video? 
«Sì, ma solo in maniera autonoma: il progetto televisivo che ho in cantiere ormai da quattro anni, prevede innanzi tutto che la musica sia messa in primo piano; parallelamente, mi piacerebbe raccontare, in un modo semplice, delle cose che mi sono accadute nel corso di 33 anni di carriera. Purtroppo però manca la capacità di unire qualità e semplicità di esposizione». 
Da anni, ormai, promette ai suoi fan di mettere in piedi un'opera musicale che puntualmente rimanda. Come stanno veramente le cose? «Probabilmente dico ogni volta che la farò, per avere qualcosa da fare domani, per non dare l'impressione a me stesso di aver già realizzato tutto, per chiedermi ancora "cosa farò da grande"! Scherzi a parte, dopo l'uscita del prossimo album penserò concretamente alla creazione di un'opera musicale che, con questo tour nei teatri lirici d'Italia - luoghi magici attraversati da tanto melodramma - ha subìto una spinta e un'influenza non indifferenti».
Ha appena parlato di un nuovo disco, che uscirà quando? 
«Se tutto va bene l'anno prossimo. Sarà molto più acustico, più semplice e scarno dei miei ultimi tre album. In questo nuovo disco, del quale ho già scritto alcune canzoni, melodia ed armonia saranno probabilmente più importanti dei testi».
Durante alcuni suoi passati concerti, è stato accompagnato alla chitarra da suo figlio Giovanni. È il caso di dire «buon sangue non mente»? «Giovanni studia chitarra classica da circa otto anni. Oltre ad essere iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, quattro o cinque volte alla settimana suona in una rock band romana che si fa chiamare "Chiodo Fisso".
Spesso tiene dei concerti in alcuni club della capitale, eseguendo cover dei Red Hot Chili Peppers o dei Led Zeppelin. La cosa curiosa e divertente è che Giovanni racchiude due distinte anime: una classica, che gli permette di eseguire delle "cantate" di Bach o dei classici di musica popolare brasiliana, ed un'altra rock che gli fa suonare, quando scende la sera, la chitarra distorta a tutto volume».


Il Tirreno
sabato 17 novembre 2001
Per Baglioni Internet è un «InCanto»

ROMA. «InCanto», il fortunato tour pianoforte e voce di Claudio Baglioni nei teatri lirici più belli d'Italia, diventa un «disco fai da te», con i primi 12 brani disponibili da oggi su Internet (www.baglioni.it), scaricabili al prezzo di un euro ciascuno. «Si tratta di un'operazione innovativa - spiega Claudio Baglioni - che sostituisce il tradizionale prodotto discografico con una proposta aperta a varie possibilità. Ognuno potrà scegliere quali brani del tour scaricare, disponendoli nell'ordine che preferisce, secondo il suo stato d'animo».
Per Baglioni il filo rosso che lega i concerti di «InCanto» a quest'operazione di «download» «è il rapporto individuale, intimo, tra la canzone e l'ascoltatore, che si crea in teatro così come nella rete. E' un modo di proporre la musica che rende gli spettatori sempre più attori nel rapporto con il disco». Tra i 12 brani disponibili spiccano i successi vecchi e nuovi del cantautore romano: da «Acqua nell'acqua» a «Mille giorni di te e di me», da «Amori in corso» a «Fammi andar via». Oltre alle canzoni, che non finiranno mai sul mercato tradizionale, i fan-navigatori potranno scaricare gratuitamente anche i testi e la copertina di questa originale compilation fai da te. «Internet non deve essere vista come una minaccia alla discografia - ha concluso Baglioni - ma come una nuova risorsa da sfruttare in modo intelligente».


Il Mattino (Napoli)

IL TOUR SI CHIUDERÀ A NAPOLI l'8 DICEMBRE
Baglioni: «Le mie canzoni su Internet per un euro»

Saranno scaricabili da Internet 12 delle canzoni che Claudio Baglioni ha cantato durante il suo ultimo tour per pianoforte e voce «InCanto», che si concluderà a Napoli l'8 dicembre, al San Carlo, nel corso di una serata benefica organizzata dall'Airc (nei prossimi giorni saranno resi noti i prezzi e le modalità d'acquisto dei biglietti).
A partire da oggi, fino al 31 gennaio 2002, sul sito baglioni.it, oltre ai 12 brani saranno disponibili anche i testi delle canzoni, la copertina per un eventuale Cd e cinque fotografie inedite. Le canzoni, le cui registrazioni live non saranno immesse in nessun disco, potranno essere scaricate senza vincoli nella successione dei brani, senza limiti di tempo e senza alcuna limitazione di formato. Il tutto a un prezzo simbolico di un euro per canzone.
«L'operazione download - ha spiegato Baglioni - la prima di questo genere in Italia, rappresenta un ponte ideale, affascinante e tutto da esplorare che lega in maniera assolutamente inedita, il massimo della tradizione ad una delle punte più avanzate della modernità: quella rete spazio virtuale senza confini e luogo di incontro, tra le più interessanti fucine di nuove idee e nuovi linguaggi che le tecnologie ci abbiano messo a disposizione».


Il Giorno
Sono scaricabili da internet 12 delle canzoni 
che Claudio Baglioni ha cantato durante il suo ultimo tour InCanto. Sul sito www.baglioni.it, oltre ai 12 brani (al costo di un euro a canzone) sono disponibili anche i testi, la copertina per il cd e 5 fotografie inedite. «Questa operazione "download" - spiega Baglioni - è la prima in Italia».


Baglioni per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli
Il tempio napoletano della lirica apre le porte alla musica di Claudio Baglioni. L'evento, previsto per il prossimo 8 dicembre, sarà doppiamente speciale, perché dedicato alla solidarietà. L'intero ricavato della serata sarà infatti devoluto all'A.I.R.C. (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro): «Un piccolo segno di grande attenzione - spiega Baglioni - Un contributo, soprattutto, alla sensibilizzazione sul significato e il valore della ricerca. Mi sembrava che questo concerto incentrato sulla memoria e i momenti che contano davvero, potesse rappresentare anche un momento di riflessione sul senso della vita e un'occasione per soffermarsi su un tema così importante e delicato come quello della lotta ad una malattia della quale ancora oggi, tutti fatichiamo a pronunciare il nome. Questi concerti sono dedicati a mio padre e questo è un modo in più per ricordarlo».
L'"InCanto" approderà al San Carlo in chiusura di una serie di concerti pianoforte e voce, che l'artista sta portando sui palcoscenici dei più prestigiosi e affascinanti teatri lirici del nostro Paese, in un'atmosfera intima e familiare, non priva di slanci ironici e confidenziali. E' la prima volta che la musica leggera entra al Teatro di San Carlo. «Sono felice e anche un po' emozionato - svela Baglioni - perchè avverto il peso di questo accadimento davvero straordinario. Rappresentare questo mio racconto musicale per piano e voce, così intimo, magico e singolare in un teatro come il San Carlo, è motivo di grande orgoglio». Prima di concludersi al Teatro di San Carlo di Napoli, il tour "InCanto per pianoforte e voce" sarà a:

Novembre:
12 Roma - Teatro dell'Opera
14 Cosenza - Teatro Rendano
16 Taranto - Teatro Orfeo
17 Lecce - Politeama Greco
19 Bari - Teatro Piccinni

Dicembre:
03 Palermo - Teatro Massimo
08 Napoli - Teatro San Carlo


Avvenire
Con un euro Baglioni live su Internet

«InCanto», il tour pianoforte e voce di Claudio Baglioni, diventa un disco fai da te, con i primi 12 brani disponibili da oggi su Internet (www.baglioni.it), scaricabili al prezzo di un euro ciascuno. «Si tratta di un'operazione innovativa - spiega Baglioni -. Ognuno potrà scegliere quali brani del tour scaricare. Internet non deve essere vista come una minaccia alla discografia, ma come una nuova risorsa da sfruttare in modo intelligente».


La gazzetta del mezzogiorno
Lettera del cantautore ai fan
Claudio Baglioni Ecco perché non vengo al Piccinni

CLAUDIO BAGLIONI 

Come probabilmente avrete saputo dai giornali, lunedì 19 non suonerò al teatro Piccinni di Bari. Una brutta notizia per voi e anche per me. Scrivo queste righe perché sappiate che mi dispiace, ma soprattutto perché sappiate la vera ragione per la quale questo concerto non si farà. Una ragione tanto semplice, quanto "preoccupante". Il fatto è che, all'improvviso, il teatro non è più disponibile. Contrariamente a quanto ci era stato inizialmente garantito: non c'è. Non nei tempi necessari a preparare e mettere in scena un concerto come "Incanto". Per quanto possa apparire essenziale nella sua formula - io, da solo, con il pianoforte - "Incanto" necessita della stessa preparazione tecnica di un qualunque altro evento di questo genere (istallazione dell'impianto, degli elementi scenografici, delle luci; accordatura del pianoforte; sound check e prova generale) e, inoltre, di una dose di preparazione e concentrazione da parte mia addirittura superiore agli altri concerti... Ebbene, come se tutto questo non dovesse apparire ovvio a chiunque sostenga di occuparsi professionalmente di questo genere di eventi, lunedì 19 il teatro non sarebbe stato disponibile se non dopo le 17. Una seconda comunicazione spostava l'inizio dell'allestimento in tarda serata. Più precisamente: dopo le 23! Si, avete letto bene: le 23, vale a dire due ore dopo l'ora prevista per l'inizio del concerto! 
Ora chi immagina che l'accesso di un artista e del suo staff nel teatro nel quale, quella stessa sera, deve svolgersi un concerto possa avvenire, non due ore prima (che già sarebbe improponibile...), ma, addirittura, due ore dopo l'orario di inizio del concerto, o non ha la più pallida idea di quella che sostiene essere la sua professione o, più semplicemente, sta prendendo in giro e non dimostra alcun rispetto per l'organizzazione, l'artista e la gente che attende di mettersi in fila al botteghino per acquistare il biglietto. 
Perché accadono queste cose? Questo è più difficile da dire. Direi superficialità, mancanza di serietà e professionalità. Anche perché non voglio pensare che ci sia del «dolo». Ma è certo che contrariamente a quanto avvenuto in quasi tutte le date di "Incanto" questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere. A questo devo aggiungere, con grande rammarico, che quello di Bari è il primo Comune che non abbia dato segni di un qualche interesse nei confronti di questo progetto e che, al manifestarsi - sempre possibile - di qualche difficoltà, non abbia cercato di concorrere a individuare un percorso in grado di portare ad una soluzione... Mi dispiace soprattutto che questa superficialità, questa mancanza di serietà e professionalità, si traducano in una mancanza di rispetto di quanti - noi compresi - aspettavano, con la gioia e l'entusiasmo di sempre, questo appuntamento con Bari, anche perché, purtroppo, gli impegni di calendario che abbiamo assunto con altre città e altri teatri, non ci consentono di tornare. Peraltro ci eravamo detti disposti, pur sopportando ulteriori costi di produzione, a spostare il concerto al giorno seguente. Ma il teatro sembrerebbe indisponibile. 
Così stanno le cose.Credevo di dovervi una spiegazione, e la spiegazione è questa. Non ci rende più felici, ma almeno conosciamo le ragioni di quello che è successo. Spero che ci siano presto altre occasioni per incontrarci e vi auguro buon viaggio nella vita. Con amicizia.


Il Quotidiano della Calabria.

Baglioni "incanta"il Rendano.
INCANTO.Una nota,un suono,si apre il sipario."Acorrete pubblico,gente grande 
e piccolini al suo numero magico...".
Una voce,un pianoforte,le luci illuminano il protagonista:Claudio Baglioni.Il Rendano è gremito in ogni ordine di posto,tutto è venduto,anche il privilegiato palco della stampa non è più riservato.inizia il concerto,inizia l'"Incanto"."Claudio sei unico...".E'vero,almeno per questa notte il Claudio nazionale è unico(mah,aggiungo io,x me èsempre unico!).Solo lui e il suo pianoforte.La luna,il sole e la terra gli fanno compagnia.La scenografia è semplice,ma come una cornice racchiude l'emozione di una fotografia indimenticabile. Flash...Il volto di un Baglioni "indistruttibile"viene continuamente preso di mira da fan che desiderano immortalare l'evento.Le canzoni sono intervallate da abili prestazioni.Un paroliere,un incantatore,un mago che racconta la sua vita e il suo rapporto con il pianoforte.Nella prima parte predomina il dialogo con il suo pubblico,ma c'è lo spazio per ascoltare e lasciare andare la voce.In un teatro non è facile accompagnare il canto dell'artista sotto il riflettore,ma sottovoce s'inizia ad intonare l'inno delle "Ragazze dell'est".Il silenzio e la descrizione della vita dei"Vecchi sulle panchine dei giardini..."non lasciano tempo,non lasciano spazio per respirare.E giù ancora con "Do Re Mi Fa Sol"seguita a ruota da un canto che ha fatto da colonna sonora al capolavoro di Zeffirelli:Fratello sole,sorella luna.Piano,piano...Quasi un soffioal cuore che sfiora lo spirito e accarezza l'anima "Dolce sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore...".Le note del pianoforte corrono veloci,ma siamo soltanto all'antipasto.Non c'è un'orchestra,non ci sono "Tamburi lontani",ma un "Naso di falco"non ha mai paura di restare solo.La sua vita e il suo rapporto con la moglie hanno segnato e ispirato pezzi in ùterpretati con sofferenza e passione "Fammi andar via liberami da questa prigionia.Fammi andar via,fallo per me,fallo per me,fammi andar via da te...".Fine prima parte.La campanella suona,sono già le 23:00:bisogna ricominciare.Baglioni giustifica la pausa "Chiudo il sipario per fare scappare le persone".Il ritmo aumenta e Claudio insegue le sue "Vie dei colori":"Una luce prenderò per te la fuori quando io camminerò le vie dei colori".Il pianoforte a volte rischia di scordarsi e,quando succede,la colpa è del mercato ed è un mercato caro a "Claudiuccio"che vien da Roma "E'domenica mattina si è svegliato già il mercato,in licenza son tornato e sono qua".Le mani accompagnano l'esecuzione e il pubblico inizia ad andare incontro al "Naso di falco".Emozioni,ancora emozioni.Il Baglioni nazionale si alza dal suo pianoforte e in stile gospel augua "Buona fortuna che non basta mai a te che te ne vai per te,per te che teeeeeee neeeeee vaiiiii".Boato,esplosione di applausi e cuori in 2standing ovation".Inni d'amore,inni sportivi"Nella mia vita mi hanno sempre commissionato inni...".Tutti i gusti sono accontentati:Acqua nell'acqua,Avrai,Questo piccolo grande amore,Strada facendo,Amore bello,Poster".Non rispolvera Signora Lia,ma il regalo al suo pubblico ormai è fatto.La platea è ai suoi piedi.Il sipario si chiude e "Claudiuccio" torna a viaggiare verso altre "Notti di note" di un pianoforte che accompagna la sua voglia di InCantare.


Studio100TV Taranto
Serata magica al teatro Orfeo.

Ieri sera concerto di Claudio Baglioni, un concerto che da ottobre porta in giro per l’Italia con una proposta unica: la sua voce e il pianoforte come soli protagonisti. È questa l’attuale formula di incontro tra l’amatissimo cantautore romano ed il suo pubblico, un modo per esaltare l’essenza del suo parlare, che riesce a raggiungere ormai generazioni e generazioni.
E’ arrivato in teatro alle 18 ed ha provato per circa due ore in totale solitudine, controllato da un entourage che ha tenuto lontano fans e stampa. 
Fuori, via Pitagora ha cominciato ad affollarsi dalle 19 benchè i biglietti fossero esauriti da più di un mese. 
E poi è stata magia, complice di certo il tocco avvolgente del teatro. 
Le canzoni del suo percorso, poggiate solo all’ausilio del pianoforte, sono rinate ancora essenziali, svestite di ogni genere di ridondanza e lui le ha lanciate con lo stile morbidamente graffiato di sempre, attraverso cui filtra il quotidiano per restituircelo, invece, unico e straordinario, dove ciascuno di noi si riconosce in modo personalissimo ed impara a far levitare ogni peso del vivere.

Katia De Luca


20:14 MUSICA: BAGLIONI 'SCARICABILE' DA INTERNET (Adnkronos)
Roma, 16 nov. - (Adnkronos/Mak) - Claudio Baglioni diventa 'scaricabile'. Da domani, sabato 17 novembre, sara' possibile ascoltare dodici brani registrati 'live' registrati durante il tour del cantautore romano con un semplice download dal sito www.baglioni.it, l'offerta e' valida per un anno. (Nm/Mak/Adnkronos


16 / 11 / 2001 ANSA
17:46 MUSICA: Baglioni, 'InCanto' diventa un disco fai da te; I brani Pianoforte e Voce in esclusiva su internet ad un euro
 (ANSA) ROMA 

''InCanto'', il fortunato tour pianoforte e voce di Claudio Baglioni nei teatri lirici piu' belli d'Italia, diventa un 'disco fai da te', con i primi 12 brani disponibili da domani su Internet (www.baglioni.it), scaricabili al prezzo di un euro ciascuno. Tra i 12 brani disponibili spiccano i successi vecchi e nuovi del cantautore romano: da ''Acqua nell'acqua'' a ''Mille giorni di te e di me'', da ''Amori in corso'' a ''Fammi andar via''. Oltre alle canzoni, che non finiranno mai sul mercato tradizionale, i fan-navigatori potranno scaricare gratuitamente anche i testi e la copertina di questa originale compilation fai da te. ''Internet non deve essere vista come una minaccia alla discografia - ha concluso Baglioni - ma come una nuova risorsa da sfruttare in modo intelligente''.(ANSA).


www.Rockol.it

On line dodici brani registrati durante l'ultimo tour di Baglioni

Dodici brani registrati dal vivo durante il tour per piano e voce di Claudio Baglioni "InCanto" potranno essere scaricati da Internet da domani 17 novembre 2001 sino al 31 gennaio 2002: le canzoni verranno rese disponibili sul sito ufficiale del cantautore, all'indirizzo www.baglioni.it. Oltre ai brani (scaricabili al prezzo di un euro ciascuno, pari a 1.936 lire) potranno essere scaricate la copertina per un eventuale CD e cinque fotografie inedite per realizzare un booklet "fai da te". Questa operazione è stata definita da Baglioni come un "ponte ideale, affascinante e tutto da esplorare, che lega in maniera assolutamente inedita il massimo della tradizione (pianoforte e voce nell'atmosfera raccolta di un teatro) ad una delle punte più avanzate della modernità".
(16 Nov 2001)


Baglioni, un regalo dalla Rete
Dal prossimo 17 novembre 2001 (ma solo sino al 31 gennaio 2002), dodici brani dal vivo tratti dall'ultimo tour InCanto di Claudio Baglioni potranno essere scaricati direttamente dalla rete collegandosi al sito
ROMA - Approda sul web il "disco che non c'e'", ovvero dodici canzoni del Claudio nazionale scaricabili direttamente dal sito dell'artista. Canzoni "invibili" dato che queste registrazioni non diverranno mai un prodotto discografico, ma si potranno ascoltare a tempo determinato direttamente dal sito dell'artista. E' questa la novità che permette agli appassionati del web di collezionare alcuni tra i più intensi momenti musicali dell'artista romano.
Oltre ai 12 brani (scaricabili a 1 euro ciascuno, pari a 1.936,27 lire) saranno disponibili anche la copertina per un eventuale compact Disc, tutti i testi delle canzoni e cinque fotografie inedite, per realizzare il primo booklet interamente "home made".
L'operazione download, la prima di questo genere in Italia, rappresenta - ha spiegato Baglioni - un "ponte ideale, affascinante e tutto da esplorare, che lega in maniera assolutamente inedita, il massimo della tradizione (pianoforte acustico e voce, nell'atmosfera raccolta di un teatro) ad una delle punte più avanzate della modernità: quella rete spazio virtuale senza confini e straordinario luogo di incontro, tra le più interessanti fucine di nuove idee e nuovi linguaggi che le tecnologie ci abbiano messo a disposizione".

(17 NOVEMBRE 2001, ORE 13:40)


DA Rockol.it
Claudio Baglioni dedica il suo tour al padre 

Questi concerti sono dedicati a mio padre e fare della beneficenza è un modo in più per ricordarlo.
Sono queste le parole usate da Claudio Baglioni per presentare l'evento che chiuderà la tournée InCanto. L'8 dicembre prossimo, infatti, il cantante sarà al teatro San Carlo di Napoli per portare in scena l'ultima data del tour per piano e voce.
Il ricavato della serata verrà devoluto all'A.I.R.C. (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro). Mi sembrava che questo concerto incentrato sulla memoria, ha spiegato il cantante, potesse rappresentare anche un momento di riflessione sul senso della vita, un'occasione per soffermarsi su un tema così importante e delicato come quello della lotta ad una malattia di cui tutti fatichiamo ancora a pronunciare il nome. 

(12 Nov 2001)


Da Roma (settimanale romano) 
Claudio Baglioni
Il cantante si concede a mani nude,per la seconda volta in due anni,sul palco del Teatro dell'Opera accompagnato unicamente dal pianoforte
L'Incanto di Claudio Baglioni

"Sembra che la vita,a un certo punto,ci metta di fronte a una sorta di passaggio obbligato, il cui pedaggio è la perdita dell'Incanto". 
Così parlò Claudio Baglioni, che , proprio per recuperare questa perdita e riconoscerle lo spazio che le spetta, si concede a mani nude, per la seconda volta in due anni, sul palco accompagnato unicamente dal pianoforte.
Non solo la conferma di una scelta di linguaggio o di atmosfera ma, soprattutto di sostanza : "Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo.Togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili -melodia, armonia e testo - per i quali le chiamiamo canzoni.
Raggiungere quel nucleo e ritrovare, nell'energia e nella forza dell'essenziale, quell'incanto che le cose nelle quali ci siamo imbattuti lungo la strada hanno suscitato in noi".
Così Baglioni in questo intenso viaggio in alcuni tra i teatri lirici più belli  e suggestivi del Paese, su quegli stessi palcoscenici sui quali, tante volte è andato in scena l'incanto (quello vero), metterà all'incanto quello che ha: armonie ,melodie e parole. 
"Le offro alla vostra emozione -dice- all'emozione migliore che saprete suscitare in voi stessi ed in me. Perché sia io che voi sappiamo bene che, senza quell'emozione, l'incanto si spezzerebbe. Perderebbe la sua qualità più importante e resterebbe , molto più semplicemente , canto".
P.T.


Bari: "Incanto" spezzato

Come probabilmente avrete saputo dai giornali, lunedì 19 non suonerò al teatro Piccinni di Bari.
Una brutta notizia per voi e anche per me. Scrivo queste righe perché sappiate che mi dispiace, ma soprattutto perché sappiate la vera ragione per la quale questo concerto non si farà. Una ragione tanto semplice, quanto "preoccupante".

Il fatto è che, all'improvviso, il teatro non è più disponibile.
Contrariamente a quanto ci era stato inizialmente garantito: non c'è.
Non nei tempi necessari a preparare e mettere in scena un concerto come "Incanto". Per quanto possa apparire essenziale nella sua formula io, da solo, con il pianoforte- "Incanto" necessita della stessa preparazione tecnica di un qualunque altro evento di questo genere (istallazione dell'impianto, degli elementi scenografici, delle luci; accordatura del pianoforte; sound check e prova generale) e, inoltre, di una dose di preparazione e concentrazione da parte mia addirittura superiore agli altri concerti, nei quali non sono solo sul palco, ma posso contare sul supporto di un gruppo di musicisti.

Ebbene, come se tutto questo non dovesse apparire ovvio a chiunque sostenga di occuparsi professionalmente di questo genere di eventi, lunedì 19 il teatro non sarebbe stato disponibile se non dopo le 17. Una seconda comunicazione spostava l'inizio dell'allestimento in tarda serata.
Più precisamente: dopo le 23!
Si, avete letto bene: le 23, vale a dire due ore dopo l'ora prevista per l'inizio del concerto!

Ora chi immagina che l'accesso di un artista e del suo staff nel teatro nel quale, quella stessa sera, deve svolgersi un concerto possa avvenire, non due ore prima (che già sarebbe improponibile, visto che di solito il teatro deve essere disponibile perlomeno dalla mattina, se non dal giorno prima), ma, addirittura, due ore dopo l'orario di inizio del concerto, o non ha la più pallida idea di quella che sostiene essere la sua professione o, più semplicemente, sta prendendo in giro e non dimostra alcun rispetto per l'organizzazione, l'artista e la gente che attende di mettersi in fila al botteghino per acquistare il biglietto.
Altra alternativa non c'è.
Perché accadono queste cose?
Questo è più difficile da dire.
Direi superficialità, mancanza di serietà e professionalità.
Anche perché non voglio pensare che ci sia del "dolo".
Ma è certo che contrariamente a quanto avvenuto in quasi tutte le date di "Incanto" (sono più di sessanta, ormai, le serate alle nostre spalle, in altrettanti teatri italiani, tra i più prestigiosi)- questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere.
A questo devo aggiungere, con grande rammarico, che quello di Bari è il primo Comune che non abbia dato segni di un qualche interesse nei confronti di questo progetto e che, al manifestarsi -sempre possibile- di qualche difficoltà, non abbia cercato di concorrere a individuare un percorso in grado di portare ad una soluzione.

Peccato.
Quando si spezza un incanto, si perde sempre qualcosa.
Mi dispiace soprattutto che questa superficialità, questa mancanza di serietà e professionalità, si traducano in una mancanza di rispetto di quanti noi compresi- aspettavano, con la gioia e l'entusiasmo di sempre, questo appuntamento con Bari, anche perché, purtroppo, gli impegni di calendario che abbiamo assunto (e che, come nostro costume, intendiamo rispettare) con altre città e altri teatri, non ci consentono di tornare. Peraltro ci eravamo detti disposti, pur sopportando ulteriori costi di produzione, a spostare il concerto al giorno seguente. Ma il teatro sembrerebbe indisponibile.

Così stanno le cose.
Credevo di dovervi una spiegazione, e la spiegazione è questa.
Non ci rende più felici, ma almeno conosciamo le ragioni di quello che è successo. Spero che ci siano presto altre occasioni per incontrarci e vi auguro buon viaggio nella vita.
Con amicizia.

Claudio 


La repubblica 14 11
Annullato il concerto barese di Claudio Baglioni 

il tour

È una brutta, bruttissima notizia per i fan baresi di Claudio Baglioni quella che è arrivata ieri sera direttamente dalla voce del popolare artista romano. L'atteso concerto al Piccinni, in cartellone, per lunedì prossimo è stato annullato. È la "colpa" è tutta di "Aida". L'opera verdiana avrà infatti l'ultima rappresentazione barese domenica sera, a poche ore dalla data fissata per il concerto. Impossibile, a quanto pare, smontare per tempo quinte e scenografie in modo da consentire ai tecnici del cantautore di lavorare per l'allestimento dello show.
"Sono veramente dispiaciuto dice Baglioni raggiunto telefonicamente tra una prova e l'altra ci tenevo davvero tanto a venire a Bari, dove ho un pubblico che da anni mi segue con il massimo affetto, totalmente ricambiato". E a testimonianza della sua buona volontà aggiunge: "Ho dato la mia disponibilità a slittare la data di un giorno o anche di due, pur di poter cantare al Piccinni, ma dal teatro mi hanno risposto che già mercoledì hanno in cartellone un altro spettacolo ("Romeo e Giulietta" di Scaparro, ndr) e che quindi non era possibile". Più di questo Baglioni non poteva fare. Una data tutta nuova? Difficile inserirla nel puzzle del tour programmato con mesi di anticipo. Per gli aficionados dell'autore di "Piccolo grande amore" non restano che due possibilità: i concerti in programma venerdì e sabato all'Orfeo di Taranto e al Politeama Greco di Lecce, ma i biglietti stanno andando a ruba.
Il tour "InCanto, tra pianoforte e voce" sta riscuotendo ovunque grandi consensi. Dopo la prima tornata estiva, tra maggio e giugno, che ha fatto registrare il tutto esaurito in 37 tappe con oltre 40 mila presenze, Baglioni è stato "costretto" dalle tante richieste a riprendere la tournée. Il concerto spazia tra brani nuovi e vecchi; alcuni notissimi, altri meno: e la magia si realizza con la voce dell'artista, le note del pianoforte e la sapiente regia del "mago" Pepi Morgia.
(titti tummino)


13/10/2001 Gazzetta del Mezzogiorno
Mentre sono ormai completamente esauriti i biglietti per i concerti in solitario che Claudio Baglioni terrà ........

Mentre sono ormai completamente esauriti i biglietti per i concerti in solitario che Claudio Baglioni terrà venerdì e sabato prossimi al teatro Orfeo di Taranto e al Politeama Greco di Lecce, qualche problema si è verificato ieri a Bari dove moltissimi fans si sono recati al botteghino del Piccinni in corso Vittorio Emanuele dove era annunciato l'inizio della vendita per l'appuntamento barese di lunedì 19 novembre. 
Purtroppo invece esiste ancora qualche problema, legato allo smontaggio delle scene dell'«Aida» che va in scena per l'ultima volta domenica sera. Si sta cercando di verificare, in pratica, se sia possibile consegnare il teatro all'entourage di Baglioni per un orario accettabile, in modo da consentire il montaggio degli impianti tecnici necessari al concerto in tempo utile. Per questo, in attesa della verifica delle compatibilità e di certezze assolute, si è deciso di soprassedere per il momento alla messa in vendita dei biglietti, che comunque avverrà al massimo entro domani. Il termine ultimo per decidere se sia possibile o meno tenere il concerto è fissato insomma per oggi. 
Per inf. - Box Office Taranto 099.45.40.763; Pick Up Lecce 0832.24.21.53; teatro Piccinni, Bari 080.521.08.78.


La gazzetta del mezzogiorno
Musica & concerti


BAGLIONI A TARANTO, LECCE E BARI IL 16, 17 E 19 NOVEMBRE - Triplo appuntamento in Puglia per l'ultima tranche del tour in solitario di Claudio Baglioni «InCanto tra pianoforte e voce». Venerdì 16 novembre il musicista romano - rigorosamente da solo, accompagnato dal suo pianoforte - sarà al teatro Orfeo di Taranto, sabato 17 toccherà il Politeama Greco di Lecce e infine lunedì 19 sarà al Piccinni di Bari. Biglietti ancora disponibili in vendita per le tre repliche: Taranto al Box Office, inf. 099.45.40.763; Lecce da Pick Up dischi, inf. 0832.24.21.53; Bari teatro Piccinni, inf. 080/521.08.78.


Il Messaggero 12 11 2001
Parla il musicista, da due anni in tournée, stasera per la terza volta all'Opera di Roma con un concerto "acustico", solo voce e pianoforte
Baglioni: le radio e le tv rovinano i nuovi cantanti
di MARCO MOLENDINI
ROMA - Sorride Claudio Baglioni, se gli si fa notare che un pigro strutturale come lui è in giro in modo quasi ininterrotto da due anni: «Confesso, è una smania personale, il piacere di sentire e suonare la mia musica in luoghi inconsueti e meno probabili per il pop e il rock, come i teatri antichi o i teatri lirici. Proprio come farò stasera all'Opera».
E' la terza volta, in tre anni che suona al vecchio Costanzi, un teatro dove fino a poco tempo fa i cantanti pop potevano entrarci solo pagando il biglietto al botteghino.
«Tutto questo tour autunnale è legato ai teatri lirici. Ho cominciato proprio da Genova, dal Carlo Felice, la città dove nell'82 ho inizia i concerti legati a Alè-oo».
Quanto è cambiato, da allora Claudio Baglioni?
«Mi fa tenerezza ripensare al passato: mi sono visto recentemente in una foto di quei tempi coi capelli lunghi. Mi ha fatto tenerezza».
La vostra, quella dei cinquantenni, è una generazione fortissima: lei, Renato Zero, De Gregori, Venditti, Fossati, Vasco...
«E' una generazione cresciuta in una fase bella della canzone, gli anni Sessanta. Poi è arrivata la forte influenza del rock anglo americano. Poi la stagione dell'impegno. Insomma ci siamo alimentati bene».
Perchè dopo la vostra generazione c'è il vuoto?
«L'entusiasmo c'è. La colpa forse è delle radio e della tv. C'è una forte spinta alla spersonalizzazione dei giovani che finisce per impoverire le proposte».
Torniamo a lei, come è il Baglioni di oggi?
«A cinquant'anni suonati sento soprattutto il bisogno di raccontare. Negli anni 80 scrivevo canzoni che guardavano fuori, oggi, forse anche per la condizioni in cui ci troviamo, avverto la necessità di affrontare la realtà, anche se può essere difficile non essere retorici. Ho sentito ripetere spesso, in queste settimane, una frase banale, "niente sarà come prima".
Invece, tutto sarà come prima».
Non sembra particolarmente ottimista.
«Penso che sia inutile fare guerre o guerrette: ce ne sono nel mondo già cinquanta. Sarebbe meglio pensare che devono cambiare altri aspetti del nostro mondo».
E' sfuggito alla tentazione di scrivere una canzone sulla guerra? 
«Per la verità una l'avevo fatta ed già uscita dal cassetto, quella su cui ho musicato Ninna nanna di guerra di Trilussa. Sembra scritta venti secondi prima di tutto quello che è successo».
Il suo show che ascolteremo all'Opera, "Incanto tra pianoforte e voce", comunque è uno spettacolo tutto sommato intimista.
«In effetti è montato come se fossi a casa. Suono le canzoni così come sono nate, senza trucco. Ma sono anche più libero. Non ho nessuno con cui devo mettermi d'accordo. Diciamo che c'è anche il piacere di trovare confidenza con uno strumento che non ho mai studiato bene. Il piano è al centro dello show. Una sorta di simbolo, come nel film di Jane Campion, un armadio della memoria da cui tiro fuori aneddoti e ricordi personali sui maestri che ho avuto».
Dopo tanti palasport, avrà anche il gusto di suonare in luoghi che hanno rispetto per l'acustica.
«I teatri moderni non hanno anima sonora. Ero uno di quelli che dicevano che mancano spazi per la musica. Dopo due anni di concerti a caccia di luoghi speciali ho cambiato idea.Ho capito che bisogna fare musica per gli spazi, evitando di essere prigionieri degli allestimenti». 
Quando smetterà di girare come una trottola? 
«A dicembre termina questo tour. Ma l'anno prossimo voglio anche tornare in America, dove non ho più cantato dall'85. Poi devo rimettermi a scrivere musica».
Non l'ha fatto in questi due anni? 
«Qualcosa, ma senza applicarmi in modo particolare. Dopo tre dischi strutturati e legati fra loro come gli ultimi, ho voglia di qualcosa di diverso, mi ripiacciono le cose più immediate, più spontanee».


Il Tempo Lunedì 12 Novembre 2001

Stasera all'Opera il cantautore romano ripropone in musica i suoi cinquant'anni di vita 
Baglioni si fa in tre con un po' di nostalgia
di TIMISOARA PINTO

ROMA - Ritorna questa sera al Teatro dell'Opera di Roma lo spettacolo «Incanto tra pianoforte e voce» di Claudio Baglioni. Il cantautore romano bissa il tutto esaurito del 15 giugno scorso, quando ha proposto per la prima volta nella sua città il suo nuovo tour per pianoforte e voce. «È l'unico progetto dal vivo - ha spiegato Baglioni - in cui sono riuscito a mettere insieme il compositore all'interprete e al musicista. Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto». Un'avventura nata a maggio, forse per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno e che ha già toccato 40 teatri italiani. Baglioni proporrà le sue canzoni nell'originaria veste di bozzetti musicali, così come erano appena nate nella sua testa, come sono state scritte, compiendo un po' l'operazione inversa alla moda attuale: quella di ogni artista di riarrangiare brani del proprio repertorio per attualizzarli, per provare a immaginare come li avrebbero scritti adesso. Ci saranno trent'anni di canzoni, brani del passato, alcune dei quali raccolti in medley (sono tanti, troppi e tutti attesi dal pubblico). Un paio di canzoni tratte dall'ultimo album «Un viaggiatore sulla coda del tempo», come «Stai su» e «Cuore d'aliante», ma anche «Fratello sole, sorella luna», «Strada facendo», «E tu», «Avrai» e naturalmente «Porta Portese», la canzone-pretesto scritta da Baglioni nel 1972 per omaggiare il mercato domenicale della sua città. E poi momenti anche di sola voce, quando ad esempio, con stile declamatorio, si alza in piedi e intona «Buona fortuna» in un continuo di ammiccamenti e strizzatine d'occhio verso un pubblico che lo segue da sempre. Uno spettacolo di tre ore in cui Baglioni alternerà canzoni nuove ai classici, utilizzando spesso l'escamotage del medley, per eseguire più brani accorciandone la durata. Molto atteso dai fan romani è il mix di brani ribattezzato dagli appassionati: «Medley degli inni». Una miscela in crescendo, eseguita spesso verso il finale, che contiene tra gli altri, infatti: «Acqua nell'acqua», inno dei mondiali di nuoto, «Da me a te», inno dei mondiali di calcio, «Questo piccolo grande amore» inno per antonomasia e suo manifesto poetico, «Atletico Van Goof», alla trasmissione «Quelli che il calcio».

Il Corriere della sera
OPERA / Il cantautore ritorna con i suoi successi
Claudio Baglioni, una voce e un piano
Claudio Baglioni torna all'Opera. Due giorni dopo la caotica, ma impeccabile, corte musicale arrivata al seguito di Björk, il prestigioso teatro lirico vedrà salire sul suo palcoscenico un altro artista pop, ma questa volta italiano e accompagnato solo dal suo pianoforte. «InCanto, tra pianoforte e voce» è il titolo del tour che si è già fermato a Roma lo scorso 15 giugno, e vede il popolare cantautore romano unico protagonista dell'evento. Stasera Baglioni ci riprova e affronta i successi della sua trentennale carriera riletti in chiave acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta. Tre ore al pianoforte per suonare canzoni come «Amore bello», «Avrai», «Tu come stai», «Mille giorni di te e di me», «Quante volte», «Io dal mare», «Amori in corso». «È l'unico progetto dal vivo - ha spiegato Baglioni - in cui sono riuscito a mettere insieme con l'interprete e il musicista anche il compositore. Ho proposto musiche e parole come erano appena nate, come sono state scritte, come nessuno ha sentito nascere.
Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto». La scorsa estate il tour ha fatto registrare il tutto esaurito nelle 37 date in programma, totalizzando oltre 40.000 presenze. Baglioni ha così pensato di ritornare nei teatri più belli d'Italia per una seconda «tranche» di concerti che si concluderà il 3 dicembre a Palermo. «"InCanto" - ha detto ancora Baglioni - è un percorso affascinante alla ricerca delle radici delle emozioni».
CLAUDIO BAGLIONI stasera alle 21 al Teatro dell'Opera, piazza Gigli 1. Tel. 06.48160255 S. Cs.


Il Centro 11/11/2001
«Sì a spettacoli di grande qualità»
L'assessore: positiva l'esperienza del concerto di Baglioni 
Critiche al cantautore per la poca disponibilità col pubblico
SULMONA. «Intendiamo incentivare manifestazioni che portano in città cultura e pubblico, ma non interverremo con finanziamenti tesi a favorire uno spettacolo di natura commerciale». È questo il commento dell'assessore comunale alla Cultura, Enea Di Ianni, dopo il concerto di Claudio Baglioni, che venerdì sera ha fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Caniglia. 
«Ero presente al concerto», ha continuato Di Ianni, «e ho visto la partecipazione del pubblico, costituito anche da molte persone provenienti da fuori. Il Comune intende favorire questo tipo di iniziative, agevolando i giovani e i portatori di handicap con uno sconto sul prezzo del biglietto».
Nei giorni precedenti il concerto, infatti, in molti avevano lamentato l'elevato costo del biglietto (che variava dalle 56.000 lire (28.92 euro) alle 77.000 lire (39.77 euro), fino ad arrivare a 99.000 lire (51.13 euro), dovuto alla natura stessa del concerto, concepito per i teatri e, quindi, riservato a un numero limitato di persone. «Lo spettacolo è stato di alto livello e si è potuto riscontrare anche nell'entusiasmo degli spettatori» ha spiegato l'assessore, «che appartenevano a tutte le fasce di età, anche se mi aspettavo che il cantautore avesse un approccio diverso con il pubblico».
Di Ianni, infatti, ha stigmatizzato la scelta di Claudio Baglioni di non voler rilasciare interviste o dichiarazioni alla stampa locale. «Il fatto che personaggi così importanti vengano in centri così piccoli», ha detto l'assessore, «andava sfruttato in maniera diversa. Mi sarebbe piaciuto che fosse più accentuato lo scambio di comunicazione tra il cantautore e il pubblico, sarebbe stato bello che una rappresentanza del sociale cittadino, costituita da giovani, imprenditori, politici, giornalisti e tutte le altre categorie, avesse portato a conoscenza il cantautore di quello che è la nostra realtà. Inoltre», ha continuato Di Ianni, «avevo avuto in consegna, da parte di un giovane che studia musica, un nastro da consegnare a Baglioni, ma l'artista è talmente inavvicinabile che ho dovuto raccomandarmi ad altri per fargli avere la cassetta. Mi sono rammaricato un po'», ha detto l'assessore, «perché, forse, questa poteva essere anche un'opportunità per molti giovani». 
Il concerto è stato comunque un grande avvenimento per la città, che non è rimasta indifferente e ha risposto in maniera davvero positiva, regalando al teatro il pubblico delle grandi occasioni. «Siamo consapevoli che la musica è un'opportunità di aggregazione molto forte», ha spiegato Di Ianni, «ed è per questo che, come amministrazione comunale, ci stiamo muovendo per promuovere iniziative per la cultura e la comunicazione. Anche se per ora è solamente un'idea», ha concluso l'assessore, «abbiamo in progetto di realizzare, per l'estate prossima, concerti nelle piazze cittadine, tenuti da personaggi di grande spessore musicale. Intendiamo organizzare qualcosa di davvero risonante, che dia lustro a Sulmona e che faccia arrivare persone anche da fuori. Questo momento musicale avrà come scenografia sicuramente piazza Garibaldi».
Chiara Buccini


Il mattino (Napoli) 10/11/2001 
Il San Carlo apre le porte a Baglioni
Donatella Longobardi
Napoli. Molto probabilmente, a causa dello sciopero indetto dai sindacati, non si farà l'attesa «prima» di «Lucia di Lammermoor», giovedì. Al suo posto i lavoratori pensano ad un'assemblea permanente aperta a pubblico e stampa per discutere i problemi del teatro. Si terrà, invece, l'8 dicembre, un concerto di Claudio Baglioni. Ma non si tratta, per il San Carlo, di una nuova strada, visti i problemi che accompagnano la lirica. Solo di una eccezione dovuta alla rarità della serata, organizzata dall'Airc, l'Associazione per la ricerca sul cancro cui il divo di «Questo piccolo grande amore» devolverà l'incasso.
«Il San Carlo non ha "affittato" la sala, non è un teatro che si dà a chiunque, data l'occasione e lo scopo benefico abbiamo accettato l'invito dell'Airc», spiega il sovrintendente Lanza Tomasi che, però, non interviene nel merito dell'agitazione sindacale: «La Iervolino non è a Napoli, è a Innsbruk per partecipare all'iniziativa "Mille sindaci per l'Europa", segue la vicenda, vedremo nei prossimi giorni». Prossimi giorni che saranno determinanti per sapere se salterà o si salverà la «prima» di «Lucia». 
I sindacati proseguono nella loro iniziativa giunta al termine di un periodo abbastanza tormentato durante il quale hanno sfiduciato il sovrintendente e chiesto l'intervento della Iervolino, presidente del cda del teatro. Il sindaco ha incontrato una delegazione e, in occasione dell'ultimo consiglio di amministrazione ha anche ricevuto dai rappresentanti dei lavoratori un loro protocollo nel quale tracciano alcune linee del futuro. «Eravamo stanchi di attendere, c'era bisogno di smuovere un po' le acque», ha spiegato Franco Andolfi, professore d'orchestra e rappresentante della Fials «Il San Carlo soffre di una instabilità generale dovuta a problemi gestionali» gli fa eco Mimmo Cascone, della Uilsic. Ecco allora lo sciopero e il progetto di indire un'assemblea aperta, spiega Franco Spizzica della Fials. Ma prima, martedì, saranno i lavoratori tutti del teatro a riunirsi con i rappresentanti aziendali e regionali di categoria per discutere le nuove azioni da intraprendere. L'assemblea è convocata per le 18, in coincidenza con la «generale» di «Lucia», che però non dovrebbe subire slittamenti. Probabilmente, anzi, la prova dovrebbe essere aperta al pubblico, con biglietto a prezzo ridotto, abitudine presa negli anni scorsi e confermata anche nella stagione sinfonica per tutti i concerti in cui è coinvolta l'orchestra del San Carlo.
Al botteghino sono in vendita gli abbonamenti a sette concerti (lire settantamila) oppure ai singoli concerti (15 mila). E il botteghino del teatro si occuperà nei prossimi giorni anche della vendita dei biglietti del concerto di Baglioni, che dovrebbe tornare a Napoli con lo stesso recital tenuto nel maggio scorso al Bellini «InCanto per voce e pianoforte» nell'ambito di un tour che lo portò in storici teatri italiani, ma non al San Carlo. In quella occasione i dirigenti gli dissero cortesemente di «no», anche se si trattava di un concerto accompagnato dal pianoforte, nel quale il cantautore romano snocciola i suoi più celebri successi. Ma ora la lotta per il cancro ha vinto ogni resistenza. Un po' come accadde per Pino Daniele, chiamato nella sala del Niccolini in occasione di una serata in ricordo di Eduardo, o per Milva, ospite di un recital di canzoni napoletane.


Il messaggero (Abruzzo) Venerdì 9 Novembre 2001
Questa sera al Caniglia di Sulmona e domani il bis all'Aquila Baglioni, due concerti col "tutto esaurito"

di SANTE IAVARONE
SULMONA - L'ultima volta abruzzese, a Chieti, aveva fatto registrare il tutto esaurito. E quell'unica data al teatro Marrucino aveva lasciato l'amaro in bocca ai tanti fans costretti a rimanere fuori "per mancanza di posti". Ora Claudio Baglioni torna in Abruzzo e sceglie la provincia dell'Aquila per il suo tour nei migliori teatri italiani. Questa sera "prima" al teatro Caniglia di Sulmona e domani bis al Comunale dell'Aquila. 
Un evento eccezionale, com'è un evento eccezionale il suo tour che viaggia sulla magia della sua voce e l'armonia del pianoforte.
Con "In Canto, tra pianoforte e voce", Claudio Baglioni riesce a ricreare quel sapore, ancora intatto, tutto particolare che hanno le canzoni quando nascono, l'energia che sprigionano prima che cominci il lungo e delicato rito della "vestizione", che più delle volte finisce per appesantirle, come dice lo stesso artista. L'operazione di Baglioni è tutta qui: la riscoperte delle canzoni ancora nude e intense, possibile solo con la magia del pianoforte e la forze innata della voce. Già in estate il cantautore era riuscito, con le stessa formula, a raggiungere l'obiettivo raccogliendo i consensi della critica ma, soprattutto, la straordinaria risposta del suo pubblico. Elementi questi che lo hanno convinto ad accogliere l'invito pressante dei suoi fans a ripetere l'esperimento nel cuore dell'autunno.
Un eccezionale bis fuori programma, dunque, che in Abruzzo vedrà due importanti apparizioni: questa sera a Sulmona e domani all'Aquila, due città pronte ad accogliere a braccia aperte l'artista umbro come testimonia il doppio "tutto esaurito" registrato da settimane. Una scaletta dinamica e sempre diversa, all'insegna dell'emozione pura: tra grandi successi riletti in chiave rigorosamente acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta, in un viaggio alle radici della musica. «E' l'unico progetto dal vivo - spiega Baglioni - in cui sono riuscito a mettere insieme all'interprete e al musicista, il compositore. Ho proposto musiche e parole come erano appena nate, come sono state scritte, come nessuno mai conosce.
Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e suo incanto».
Il doppio concerto abruzzese di Baglioni è anche un omaggio ad Augusto Daolio, leader indimenticato dei Nomadi. Questa sera infatti a Sulmona prende il via la III edizione del Premio nazionale "Un giorno insieme - Augusto Daolio - Città di Sulmona" per cantautori e band emergenti. E Baglioni ha voluto starci proprio per ricordare l'amico Augusto.


La Repubblica (Bari)

"Ecco i soldi per il Petruzzelli"

Il 5 dicembre show con Sordi e Baglioni nel cantiere del teatro Sgarbi annuncia da Roma l'accordo con Miccichè: nel 2002 la Finanziaria prevederà i fondi per l'ente lirico

RAFFAELE LORUSSO

Il 2002 sarà l'anno dell'Ente lirico di Bari. Il riconoscimento arriverà con la prossima legge finanziaria: il governo metterà a disposizione del ministero dei Beni culturali, competente per le fondazioni (il nuovo status giuridico degli enti lirici), i fondi necessari per realizzare l'ente lirico barese. Chiuso il capitolo del decennale del rogo del teatro Petruzzelli, il sottosegretario ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, guarda avanti. Se la ricostruzione del Politeama è il traguardo da raggiungere entro la fine della legislatura, la costituzione dell'Ente lirico di Bari rappresenta l'obiettivo immediato. E, dopo l'impegno assunto con il sindaco Simone Di Cagno Abbrescia e l'assessore alla Cultura, Angiola Filipponio Tatarella, l'onorevole Sgarbi si è messo al lavoro.
Dopo una serie di contatti, ieri ha "incassato" da Gianfranco Miccichè, sottosegretario all'Economia con delega per il Mezzogiorno, il via libera alla costituzione dell'Ente lirico di Bari. «Con Micciché ci siamo intesi immediatamente - riferisce l'onorevole Sgarbi - Gli ho parlato del teatro Petruzzelli e dell'idea, per me affascinante, di costituire un ente lirico cui faccia capo l'attività di tre grandi teatri di Bari e ne è stato entusiasta». Che cosa farà, allora, il governo? «Micciché - dice Sgarbi - mi ha assicurato che saranno stanziati i fondi per l'Ente lirico di Bari e, in qualità di delegato per il Mezzogiorno, si è impegnato a sostenere anche la ricostruzione del teatro Petruzzelli, nel caso in cui i fondi già stanziati non dovessero bastare».
La costituzione dell'Ente lirico di Bari e la ricostruzione del teatro Petruzzelli sono, ormai, due chiodi fissi dell'onorevole Sgarbi. Che, per non far calare l'attenzione dell'opinione pubblica, ha organizzato per il 5 dicembre un concerto di Claudio Baglioni nel cantiere del teatro. Insieme al cantante, ci sarà anche Alberto Sordi, l'Albertone nazionale, che nel Petruzzelli girò con Monica Vitti le scene più belle di Polvere di stelle, il celebre film ambientato nella Bari badogliana. «Sarà l'occasione per testimoniare, ancora una volta, l'impegno del governo e degli enti locali per la ricostruzione», dice il sottosegretario ai Beni culturali.
Dall'ultimo fine settimana di ottobre, quando venne a Bari per incontrare tutti i protagonisti della vicenda Petruzzelli, ad oggi l'onorevole Sgarbi ha continuato a seguire da vicino l'affarePetruzzelli. Prima ha assegnato al sovrintendente Mario De Cunzo l'incarico di commissario per i lavori, poi si è occupato degli aspetti economicofinanziari della ricostruzione. Il tutto senza perdere di vista la costituzione dell'ente lirico, una scommessa sicuramente più ambiziosa del recupero del vecchio politeama. L'ente lirico, che avrà lo status giuridico di fondazione, nascerà avendo come punto di riferimento il teatro Piccinni, il contenitore culturale più vecchio di Bari, di proprietà comunale, che diventerà teatro di tradizione. A lavori completati, anche il Margherita e il Petruzzelli potranno entrare nell'orbita dell'ente lirico. Per il teatro Petruzzelli, certo, occorre definire l'accordo con i proprietari. Ma per l'onorevole Sgarbi si tratta ormai di dettagli così di secondo piano che l'incontro a Roma previsto peril 19 novembre prossimo è stato spostato ad altra data.


"Il Nuovo" 8 novembre 2001

Claudio Baglioni in concerto al Petruzzelli

Sui resti del teatro pugliese, distrutto dalle fiamme 10 anni fa, protagonista di un'intricata vicenda giudiziaria, ospiterà, il cantante romano si esibirà per sollecitare i lavori di ricostruzione.
di Maria Teresa Cinanni

ROMA - Torna alla ribalta il Petruzzelli. E non più per scandali e vicende giudiziarie a cui il suo nome è legato da dieci anni, da quando cioè, la sera del 27 ottobre 1991 un incendio distrusse l'intero teatro, bensì per un gradito ritorno sulle scene nazionali.
Sui suoi resti, testimoni di antica e ancora presente maestosità, riecheggeranno il prossimo 5 dicembre le musiche di Claudio Baglioni che ha volutamente scelto questo luogo "per dimostrare al mondo - afferma Vittorio Sgarbi - che il Petruzzelli non è un rudere, ma uno scheletro vivente".
Ritorna ancora una volta in scena l'insoluto caso che, dopo l'arresto e il successivo proscioglimento del gestore dello stabile nel '92, la riapertura del processo nel '96, la sentenza finale e la pena nel '98, continua ad essere un caso aperto con tanto di processo in corso.
Ai 4 miliardi dati dal Governo Berlusconi nel '95 per la ricostruzione della cupola, si sono aggiunti lo scorso anno altri 16 da parte dell'allora Ministro per i Beni Culturali Giovanna Melandri che ha affidato l'appalto alla Sovrintendenza del Ministero. Da allora il silenzio, anche perché dal punto di vista legale, il Governo non avrebbe potuto assegnare a un privato i fondi necessari e il Comune di Bari ha fatto appello alla magistratura per riappropriarsi del suolo e del teatro, richiedendo altri 30 miliardi per la completa ricostruzione.
Non si è ancora giunti ad una soluzione, ma "il concerto vuole essere - sottolinea Sgarbi - un modo per riportarlo alla luce, dargli nuova visibilità".
Rimane insoluto anche il caso di Villa Torlonia, sul quale sono in corso delle trattative tra il proprietario e lo Stato per un eventuale acquisto.
"Il principe si è mostrato favorevole alla vendita - riferisce il Sottosegretario, che sta gestendo la situazione - il figlio, invece, si oppone. Vorrebbe realizzare un museo privato".
Molti i tesori nostrani chiamati in causa. Dall' Ara Pacis, pomo di eterna discordia tra Campidoglio e Ministero per i Beni Culturali, agli Uffizi, al Museo della Shoah a Ferrara. Sul primo, Sgarbi si dice certo che l' architetto Meier, che incontrerà presto a New York, accetterà di apportare le dovute modifiche al progetto, anche perché se così non fosse, il monumento "verrebbe spostato altrove".
Sugli Uffizi continua la polemica tra Sgarbi e Isozaki, l'architetto giapponese vincitore del bando di concorso e ideatore "dell'enorme scatolone post-moderno da apporre sulla Piazza Cinquecentesca come porta d'uscita del Museo".
Approvato a pieni voti, invece, il progetto appena ultimato del Museo della Shoah a Ferrara.
E le mostre? Grandi iniziative anche in questo campo. Si comincia il prossimo 10 dicembre con l'esposizione a Palazzo Barberini a Roma delle opere rinascimentali, già esposte con successo a San Severino. Nel 2002 sarà la volta del Rinascimento a Urbino, "organizzata - dice Sgarbi - seguendo principi opposti a quelli dell'allestimento antologico, scolastico dell' attuale esposizione alle Scuderie Papali", seguito da una mostra completa delle opere del Parmigianino a Parma, in patnership con il Museo Nazionale di Vienna.

E, dulcis in fundo, la proposta di far divenire la gastronomia del Bel Paese un vero e proprio bene culturale, degno di attenzione e di esposizioni.

8 NOVEMBRE 2001, ORE 18.00


Il resto del carlino 7 11 2001
Baglioni in concerto
FERMO - Claudio Baglioni torna nelle Marche, al teatro dell'Aquila, domani alle ore 21.15, con la magia di 'InCanto, tra pianoforte e voce'. Il cantautore sarà sul palco accompagnato solo dal pianoforte. Una scaletta dinamica e sempre diversa, all'insegna dell'emozione pura, tra grandi successi riletti in chiave acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta. I biglietti ancora disponibili sono in vendita nella biglietteria del teatro (tel. 0734.284295 o 223412), aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.


Il mattino di Padova - 6 novembre 2001

OVAZIONE L'ALTRA SERA PER IL CANTAUTORE ROMANO
L'"Incanto" di Claudio Baglioni conquista il pubblico del Verdi

«Incanto»: Claudio Baglioni non poteva scegliere un nome migliore per il suo tour, né i settecento del teatro Verdi di Padova potevano aspettarsi uno spettacolo migliore. Sul palco c'è uno dei cantanti italiani più amati della storia della musica leggera, in platea e nei palchetti i fortunati padovani che sono riusciti ad accaparrarsi un posto, rapiti dal fascino di successi senza età.
Lui ha solo il pianoforte e la sua voce: è la caratteristica di questa sua ultima tournèe acustica e, anche in questo, è stato un successo. Anzi a volte gli basta solo la voce per emozionare: «Buona Fortuna» la canta così, a cappella, tra le mani ha una luce, l'unica accesa in tutto il teatro. Il pubblico è senza fiato, emozionato e rapito da un'interpretazione dolce e romantica. L'atmosfera è magica, sulla pelle brividi. Tre ore di concerto tutto in un fiato in una ambiente caldo tra i fans più affezionati che per avere un biglietto hanno fatto ore di coda. Quando si apre il sipario, lui è già seduto al piano, dove tutti ce lo immaginiamo. La prima è «Acqua dalla luna», e già la performance è nel vivo. Immersi in un clima di pace irreale e concentrati sul suono di quel piano, le emozioni diventano forti. I brani vanno crescendo tra melodie, suoni e parole che incidono. Baglioni sta sul palco con modestia e una saggezza timida di chi sa di portarsi dietro un pezzo della musica di tutti noi e ne sente tutti gli oneri. I grandi successi di venti, trent'anni fa, quelli entrati nella nostra cultura, li accenna solamente. Nel medley del bis finiscono «Questo piccolo grande amore», «Strada facendo», «Acqua nell'acqua». Con «Mille giorni di te e di me» e «Solo» si chiude il concerto con il pubblico in piedi che lo acclama.
Quella voce calda e profonda non ci si stancherebbe mai di ascoltarla. 
Baglioni ha parlato molto al pubblico, introducendo ogni brano, riflettendo, scherzando e giocando con i suoi fans, quelli di sempre, quelli con gli occhi lucidi e che stringono forte la mano della persona che amano, il loro «Amore Bello». Ricordi di vita senza dimensione, ma carichi di quello che ognuno voleva metterci, parole e melodie di energia, sentimento e passione. Quello che si riesce a vedere sono solo i riflessi di emozioni scintillanti ben più grandi che colpiscono l'anima, come d'«Incanto».
(Giorgio Scura) LA SANTERIA CUBANA. Stasera al Privè Chateau di scena la "Santeria" cubana. Ma di che si tratta? Magia, mistero, superstizione, filtri d'amore in un miscuglio animico e sensuale: la santeria, la vera religione di Cuba si rifà ad antichi retaggi africani e spagnoli, confondendo in un mix al di fuori delle nostre concezioni ed aspettative, il sacro ed il profano. Stasera i danzatori cubani Alfredo, Anamaris e Bernardo si esibiranno in un ballo santero con tanto di vestiti originali e scenografia.


Torino Sette
Venerdì 2 Novembre 2001

IL PASSEROTTO VOLA DA SOLO 
Claudio Baglioni replica: voce e pianoforte per ritrovare tante emozioni e un po' d'ironia.

Non è certo l'immobilismo artistico e la voglia di stupire che mancano a Baglioni. Le sue metamorfosi sono tante e tali che, messe tutte insieme, potrebbero diventare una fiction ad episodi. Ma tutti coloro che hanno amato «Notte di note e note di notte», rimarranno delusi se si aspettavano un seguito tipo «La quiete dopo l'inquietudine», «I colori della musica e la musica dei colori», «Anima mia e le sue sorelle» o «Pelle, tastiere e video clip». Niente di tutto questo. Il passerotto è tornato sulla terra e stavolta vola tutto solo. Cosa spingerà un artista di così alto profilo vocale (è l'unico che sa coniugare la vocalità italiana ad una adamantina stornellanza romana) a rimettersi continuamente in gioco? Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere.

Per colui che ha scritto la canzone del secolo, il bisogno di cambiamento sembra un fatto quasi fisiologico o, forse, è semplicemente una sana e legittima voglia di essere artista a 360 gradi. Bravo sempre in tutte le stagioni artistiche, questo va detto, ma indomabilmente prodigo di esperimenti, come a volersi riprendere tutto ciò che gli era fuggito agli inizi della carriera.
La sua prima fase è passata attraverso timidezze cantautorali tipiche dell'epoca, quando la RCA era un sogno come Hollywood. Ad onore di cronaca, in quegli anni, nemmeno colleghi più scafati di lui, che so De Gregori o Venditti, sono pervenuti al successo per la loro vivacità. Non si può proprio affermare che i due fossero dei dj sul palco. L'unico «slegato» del giro RCA era Rino Gaetano, con quelle sue canzoni spruzzate di pungente ironia. Ma col tempo, il Claudio nazionale ha recuperato alla grande, anzi non si è fatto mancare proprio nulla sul piano del divertimento artistico.
La leggenda narra che fu il suo manager di allora, Libero Venturi da Cesena, a spingere molto perché facesse il grande salto. Il cesenate lo indirizzò verso una spettacolarità più consona allo status di campione di vendite discografiche, convincendolo a concedersi più sovente dal vivo. Cominciarono i primi tour importanti e si susseguirono fino al suo capolavoro assoluto, degno del coraggio gladiatorio di Russell Crowe. Claudio solo, al centro di un anfiteatro di tastiere assortite, affrontava, ad accordi nudi, il pubblico negli stadi. Risultato: un trionfo. Il proseguimento del percorso live è storia recente. Dopo quella esperienza, il termine confine non ha più avuto alcun senso. E' stata una lunga galoppata, che lo ha portato verso mondi musicali più sofisticati, atmosfere cantautorockeggianti, neo cyber-pop dal suono metafisico, fin verso la galassia della telefonia mobile. I tour diventarono a colori (giallo, rosso e blu), in una antologia di happening a sorpresa, in club dove si suda new wave. Poi, venne l'esperimento del palco centrale, con il pubblico confuso e felice, per averlo vicino in carne e ossa e, soprattutto, in voce.
Forse, l'unico tradimento si è consumato allo stadio Flaminio. Fu quella notte quando, a fianco di una replica della sua vecchia «due cavalli» Camilla, durante un giro di campo più gasante dell'arrivo di Gelindo Bordin alle Olimpiadi di Seul, cantava tra la folla assiepata lungo il percorso.
Mentre sul palco i ballerini si sfiancavano in volteggi aerei, attitude e piroettes, lui cantava e correva, correva e cantava, senza alcun affanno, meglio di Totti e Batistuta messi insieme. I suoi gorgheggi erano così perfetti che da casa sembravano in play back. Fu solo un dettaglio, si disse, niente di che; fu subito perdonato perché lo spettacolo è spettacolo e poi, allo stadio, sembrava tutto vero e in tv lo share era alto. 
Ma torniamo ad oggi. La domanda che mi stuzzica è questa. Chissà se rivedendosi in quel look futuribile, ad uso televisivo, tutto pelle e capelli alieni, non gli sia scappato un sorriso. Se così fosse, vuol dire che è tornato sulla Terra in compagnia dell'ironia. Non prendersi troppo sul serio a volte fa volare anche più in alto. Chissà se quando sarà al Teatro Regio di Torino, tutto solo soletto, sarà emozionato. Mi auguro di sì, perché trovo sia una sensazione bellissima, che fa riscoprire il piacere del minimalismo. Lo immagino così su quel palco, a bordo della sua astronave gran coda con pochi comandi, solo tasti bianchi e tasti neri, indossando l'essenzialità musicale per quella voce già vestita di naturale magia.
Franz Di Cioccio


Il Gazzettino Padova

Gioca con le parole Claudio Baglioni nell'ennesima tappa del suo tour solitario, un pianoforte, tre lampade e tre ore di canzoni. A Padova domenica sera al teatro Verdi (ieri replica a Verona) c'era forse più gente alle porte sperando inutilmente in una ammissione nel teatro esaurito che non i fortunati che erano riusciti ad accaparrarsi un posto in sala. Claudio è in gran forma, ormai rodato, il solito look nero come il colore del piano a coda che lo accompagna. Regala subito "Pace", poi "Uomini persi" nata per altri terrorismi, guarda alle "Ragazze dell'est" e regala una inedita per questo tour "Signora delle ore scure" accanto ai suoi inni, alle reminiscenze, ai punti obbligati del suo repertorio. Scherza sull'impossibibilità di darsi regole di pronuncia, tanto ognuno mette gli accenti dove gli pare. Mentre per la musica l'accentazione è importante. Fà la differenza. Si sentono dire tante cose «anche che "niente sarà come prima", ma io temo che invece tutto sarà sempre lo stesso, in questo mondo come sempre pieno di rumori di ferraglia, di esplosioni, e sarà così finchè della povera gente sarà accomunata dalll'arrivo di "brutte notizie" dal cielo. Noi continuiamo a vedere e sentire aumentare le cifre delle vittime e subito dopo anche le quotazioni della borsa...». Il piede agisce sul pedale del piano facendo rimbombare lo strumento come l'eco di esplosioni sullo sfondo. E la "Ninna nanna di guerra" di Trilussa risuona come già al tempo del concerto per i diritti civili a Torino, a sancire i ricorsi della storia. E poi "Buona fortuna", "Avrai" e l'amore. Perchè domani sia un altro giorno.
Niente disco da questo tour. Forse altre repliche prima dell'inverno, forse un video, ma a dicembre i suoi musicisti sono chiamati a raccolta e qualcosa di nuovo nascerà.


Il Resto del Carlino 7 novembre
Baglioni in concerto

FERMO - Claudio Baglioni torna nelle Marche, al teatro dell'Aquila, domani alle ore 21.15, con la magia di 'InCanto, tra pianoforte e voce'. Il cantautore sarà sul palco accompagnato solo dal pianoforte. Una scaletta dinamica e sempre diversa, all'insegna dell'emozione pura, tra grandi successi riletti in chiave acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta. I biglietti ancora disponibili sono in vendita nella biglietteria del teatro (tel. 0734.284295 o 223412), aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.


Torino Sette
Venerdì 2 Novembre 2001

Il passerotto vola da solo 

Claudio Baglioni replica: voce e pianoforte per ritrovare tante emozioni e un po' d'ironia.

Non è certo l'immobilismo artistico e la voglia di stupire che mancano a Baglioni. Le sue metamorfosi sono tante e tali che, messe tutte insieme, potrebbero diventare una fiction ad episodi. Ma tutti coloro che hanno amato «Notte di note e note di notte», rimarranno delusi se si aspettavano un seguito tipo «La quiete dopo l'inquietudine», «I colori della musica e la musica dei colori», «Anima mia e le sue sorelle» o «Pelle, tastiere e video clip». Niente di tutto questo. Il passerotto è tornato sulla terra e stavolta vola tutto solo. Cosa spingerà un artista di così alto profilo vocale (è l'unico che sa coniugare la vocalità italiana ad una adamantina stornellanza romana) a rimettersi continuamente in gioco? Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere.

Per colui che ha scritto la canzone del secolo, il bisogno di cambiamento sembra un fatto quasi fisiologico o, forse, è semplicemente una sana e legittima voglia di essere artista a 360 gradi. Bravo sempre in tutte le stagioni artistiche, questo va detto, ma indomabilmente prodigo di esperimenti, come a volersi riprendere tutto ciò che gli era fuggito agli inizi della carriera.
La sua prima fase è passata attraverso timidezze cantautorali tipiche dell'epoca, quando la RCA era un sogno come Hollywood. Ad onore di cronaca, in quegli anni, nemmeno colleghi più scafati di lui, che so De Gregori o Venditti, sono pervenuti al successo per la loro vivacità. Non si può proprio affermare che i due fossero dei dj sul palco. L'unico «slegato» del giro RCA era Rino Gaetano, con quelle sue canzoni spruzzate di pungente ironia. Ma col tempo, il Claudio nazionale ha recuperato alla grande, anzi non si è fatto mancare proprio nulla sul piano del divertimento artistico.

La leggenda narra che fu il suo manager di allora, Libero Venturi da Cesena, a spingere molto perché facesse il grande salto. Il cesenate lo indirizzò verso una spettacolarità più consona allo status di campione di vendite discografiche, convincendolo a concedersi più sovente dal vivo. Cominciarono i primi tour importanti e si susseguirono fino al suo capolavoro assoluto, degno del coraggio gladiatorio di Russell Crowe. Claudio solo, al centro di un anfiteatro di tastiere assortite, affrontava, ad accordi nudi, il pubblico negli stadi. Risultato: un trionfo. Il proseguimento del percorso live è storia recente. Dopo quella esperienza, il termine confine non ha più avuto alcun senso. E' stata una lunga galoppata, che lo ha portato verso mondi musicali più sofisticati, atmosfere cantautorockeggianti, neo cyber-pop dal suono metafisico, fin verso la galassia della telefonia mobile. I tour diventarono a colori (giallo, rosso e blu), in una antologia di happening a sorpresa, in club dove si suda new wave. Poi, venne l'esperimento del palco centrale, con il pubblico confuso e felice, per averlo vicino in carne e ossa e, soprattutto, in voce.

Forse, l'unico tradimento si è consumato allo stadio Flaminio. Fu quella notte quando, a fianco di una replica della sua vecchia «due cavalli» Camilla, durante un giro di campo più gasante dell'arrivo di Gelindo Bordin alle Olimpiadi di Seul, cantava tra la folla assiepata lungo il percorso.
Mentre sul palco i ballerini si sfiancavano in volteggi aerei, attitude e piroettes, lui cantava e correva, correva e cantava, senza alcun affanno, meglio di Totti e Batistuta messi insieme. I suoi gorgheggi erano così perfetti che da casa sembravano in play back. Fu solo un dettaglio, si disse, niente di che; fu subito perdonato perché lo spettacolo è spettacolo e poi, allo stadio, sembrava tutto vero e in tv lo share era alto.
Ma torniamo ad oggi. La domanda che mi stuzzica è questa. Chissà se rivedendosi in quel look futuribile, ad uso televisivo, tutto pelle e capelli alieni, non gli sia scappato un sorriso. Se così fosse, vuol dire che è tornato sulla Terra in compagnia dell'ironia. Non prendersi troppo sul serio a volte fa volare anche più in alto. Chissà se quando sarà al Teatro Regio di Torino, tutto solo soletto, sarà emozionato. Mi auguro di sì, perché trovo sia una sensazione bellissima, che fa riscoprire il piacere del minimalismo. Lo immagino così su quel palco, a bordo della sua astronave gran coda con pochi comandi, solo tasti bianchi e tasti neri, indossando l'essenzialità musicale per quella voce già vestita di naturale magia.

Franz di Cioccio 


Il Mattino di Padova 6 11

OVAZIONE L'ALTRA SERA PER IL CANTAUTORE ROMANO
L'"Incanto" di Claudio Baglioni conquista il pubblico del Verdi


«Incanto»: Claudio Baglioni non poteva scegliere un nome migliore per il suo tour, né i settecento del teatro Verdi di Padova potevano aspettarsi uno spettacolo migliore. Sul palco c'è uno dei cantanti italiani più amati della storia della musica leggera, in platea e nei palchetti i fortunati padovani che sono riusciti ad accaparrarsi un posto, rapiti dal fascino di successi senza età.
Lui ha solo il pianoforte e la sua voce: è la caratteristica di questa sua ultima tournèe acustica e, anche in questo, è stato un successo. Anzi a volte gli basta solo la voce per emozionare: «Buona Fortuna» la canta così, a cappella, tra le mani ha una luce, l'unica accesa in tutto il teatro. Il pubblico è senza fiato, emozionato e rapito da un'interpretazione dolce e romantica. L'atmosfera è magica, sulla pelle brividi. Tre ore di concerto tutto in un fiato in una ambiente caldo tra i fans più affezionati che per avere un biglietto hanno fatto ore di coda. Quando si apre il sipario, lui è già seduto al piano, dove tutti ce lo immaginiamo. La prima è «Acqua dalla luna», e già la performance è nel vivo. Immersi in un clima di pace irreale e concentrati sul suono di quel piano, le emozioni diventano forti. I brani vanno crescendo tra melodie, suoni e parole che incidono. Baglioni sta sul palco con modestia e una saggezza timida di chi sa di portarsi dietro un pezzo della musica di tutti noi e ne sente tutti gli oneri. I grandi successi di venti, trent'anni fa, quelli entrati nella nostra cultura, li accenna solamente. Nel medley del bis finiscono «Questo piccolo grande amore», «Strada facendo», «Acqua nell'acqua». Con «Mille giorni di te e di me» e «Solo» si chiude il concerto con il pubblico in piedi che lo acclama.
Quella voce calda e profonda non ci si stancherebbe mai di ascoltarla.
Baglioni ha parlato molto al pubblico, introducendo ogni brano, riflettendo, scherzando e giocando con i suoi fans, quelli di sempre, quelli con gli occhi lucidi e che stringono forte la mano della persona che amano, il loro «Amore Bello». Ricordi di vita senza dimensione, ma carichi di quello che ognuno voleva metterci, parole e melodie di energia, sentimento e passione. 
Quello che si riesce a vedere sono solo i riflessi di emozioni scintillanti ben più grandi che colpiscono l'anima, come d'«Incanto».
(Giorgio Scura) LA SANTERIA CUBANA. Stasera al Privè Chateau di scena la "Santeria" cubana. Ma di che si tratta? Magia, mistero, superstizione, filtri d'amore in un miscuglio animico e sensuale: la santeria, la vera religione di Cuba si rifà ad antichi retaggi africani e spagnoli, confondendo in un mix al di fuori delle nostre concezioni ed aspettative, il sacro ed il profano. Stasera i danzatori cubani Alfredo, Anamaris e Bernardo si esibiranno in un ballo santero con tanto di vestiti originali e scenografia.


"Il Gazzettino" Padova

Gioca con le parole Claudio Baglioni nell'ennesima tappa del suo tour solitario, un pianoforte, tre lampade e tre ore di canzoni. A Padova domenica sera al teatro Verdi (ieri replica a Verona) c'era forse più gente alle porte sperando inutilmente in una ammissione nel teatro esaurito che non i fortunati che erano riusciti ad accaparrarsi un posto in sala. Claudio è in gran forma, ormai rodato, il solito look nero come il colore del piano a coda che lo accompagna. Regala subito "Pace", poi "Uomini persi" nata per altri terrorismi, guarda alle "Ragazze dell'est" e regala una inedita per questo tour "Signora delle ore scure" accanto ai suoi inni, alle reminiscenze, ai punti obbligati del suo repertorio. Scherza sull'impossibibilità di darsi regole di pronuncia, tanto ognuno mette gli accenti dove gli pare. Mentre per la musica l'accentazione è importante. Fà la differenza. Si sentono dire tante cose «anche che "niente sarà come prima", ma io temo che invece tutto sarà sempre lo stesso, in questo mondo come sempre pieno di rumori di ferraglia, di esplosioni, e sarà così finchè della povera gente sarà accomunata dalll'arrivo di "brutte notizie" dal cielo. Noi continuiamo a vedere e sentire aumentare le cifre delle vittime e subito dopo anche le quotazioni della borsa...». Il piede agisce sul pedale del piano facendo rimbombare lo strumento come l'eco di esplosioni sullo sfondo. E la "Ninna nanna di guerra" di Trilussa risuona come già al tempo del concerto per i diritti civili a Torino, a sancire i ricorsi della storia. E poi "Buona fortuna", "Avrai" e l'amore. Perchè domani sia un altro giorno.
Niente disco da questo tour. Forse altre repliche prima dell'inverno, forse un video, ma a dicembre i suoi musicisti sono chiamati a raccolta e qualcosa di nuovo nascerà.


La Nazione
Claudio Baglioni
Concerto rinviato

PERUGIA - Per sopraggiunti e insormontabili problemi tecnici e logistici il concerto di Claudio Bagliomi che si sarebbe dovuto tenere martedì 6 novembre al Morlacchi è stato rinviato. I rimborsi dei biglietti possono esseri richiesti al botteghino del teatro dalle 17 alle 20. I biglietti venduti non saranno validi per la prossima data.


Da Repubblica:

"Claudio,un"Incanto" nel tempio della lirica

Non è facile che un cantante di musica leggera riesca a toccare le assi del Regio:Succederà questa sera:il brusìo del pubblico scemerà,tutti si accomoderanno,scenderanno le luci,si aprirà il sipario e mostrerà solo un pianoforte e uno sgabello.
Con una premessa così,ci si aspetterebbe Paolo Conte,magari Capossela,o forse Fossati,la Mannoia,al limite De Gregori.Invece a sedersi di fronte alla grande coda nera e lucida del piano sarà Claudio Baglioni.Chi l'avrebbe detto.Chi l'avrebbe detto che il ragazzo che un tempo cantava d'amore coi jeans e il vento nei capelli,e il cinquantenne che oggi canta d'amore (e di qualcos'altro)col vestito scuro e una spazzola di sale e pepe in testa sarebbe finito a fare un tour per i più bei teatri italiani,accompagnato solo dalla propria voce e dalla proprie dita.Una scelta audace?La storia gli ha dato ragione:la tournée "InCanto tra pianoforte e voce"è al secondo giro,e il primo-che aveva già toccato Torino- è andato tutto esaurito con 40mila presenze.
"E  l'unico progetto dal vivo-spiega Baglioni- in cui sono riuscito a mettere insieme l'interprete e al musicista,al compositore.Ho proposto musiche e parole come erano appena nate,come sono state scritte,come nessuno mai conosce.Raccontando,suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto".La dichiarazione è un po' criptica,ma corrisponde all'estetica del Baglioniterzo millennio:fascino,raffinatezza,poesia echarm un po' alla Julio Iglesias.
Il sodalizio con Fazio non sembra aver lasciato grandi tracce d'ironia,sebbene nella scaletta della serata ai classici vecchi e nuovi -come Porta Portese,Noi no,Strada facendo,E tu ,La vita è adesso Questo piccolo grande amore,Tu come stai-si aggiungerà l'eredità della stagione"Quelli che il calcio"/"Anima mia" costituita da pezzi come Tutto il calcio minuto per minuto o Atletico van Goof: " Troppo spesso diventare adulti vuol dire non lasciare più spazio alla sorpresa,all'estasi,alla fascinazione,all'incanto-continua Baglioni-Il concerto è un invito a irrigare,di quando in quando,quel terreno un po' troppo incolto nel quale lasciamo avvizzire certe emozioni. L' invito a non togliere il cuore di fronte all'incanto".
Sono parole come queste che fanno andare in visibilio le signore che questa sera ritornate ragazzine riempiranno il Regio,ma con loro ci saranno anche i figli e le figlie,perchè non solo di nuovi suoni si cibano i ventenni.Se la Pausini,Zarrillo,Nek e compagnia vendono quanto vendono,è perchè di sole ,cuore e amore c'è ancora voglia.
L'evento è praticamente esaurito,ma per provarci è possibile contattare il teatro:tel.0118815241,www.teatroregio.torino.it

LUCA IACCARINO


La Nuova Ferrara
CULTURA SPETTACOLI venerdì 2 novembre 2001

InCanto, con un romantico Baglioni
Tre ore di canzoni al Comunale hanno regalato pace e riflessione


di Mauro Alvoni
FERRARA. Si è definito 'indistruttibile'. Scherzando, s'intende. Ma non è stato uno scherzo il concerto che Claudio Baglioni ha offerto l'altra sera al pubblico ferrarese che ha affollato il Teatro Comunale, cantando e suonando per ben tre ore, solamente lui e il pianoforte. Non sarà indistruttibile, ma di certo la resistenza - lo riconosciamo - non gli manca.
E non è a caso se ha intitolato questo suo tour nei teatri lirici italiani "InCanto", quasi in omaggio ai luoghi in cui si è esibito, ma soprattutto alla musica, alle parole e ai sentimenti che da oltre trent'anni fanno di Baglioni l'artista romantico per eccellenza della canzone italiana. 
Sarà anche per questo che piace e continua a piacere al pubblico femminile, preponderante anche al Comunale, comprese tante giovani che ancora oggi canticchiano a memoria vecchi successi come "Le ragazze dell'Est", "Amore bello", "Solo", "Porta Portese" e tanti altri. Ciò che conta rilevare, però, è che con Baglioni il fragore della vita che ci frastorna ritrova per qualche ora momenti di pace e riflessione, uno spazio per guardarsi dentro nell'animo e comprendere quanto possano essere semplici le emozioni che ci dominano e che, a volte, possiamo dominare.
E la dimensione intimistica di "InCanto" sembra giovare e fornire maggiore impulso ai testi del cantautore, alla loro capacità di colpire direttamente al cuore con un linguaggio universale, semplice appunto, seppure non privo di un afflato poetico che tende all'essenzialità della parola. Frasi che toccano le corde del cuore attraverso quelle del pianoforte, come quelle contenute in "Acqua dalla luna" con cui ha dato inizio al concerto, o negli straordinari affreschi di "Uomini persi" e "Fotografie", così come nei circa quaranta brani snocciolati con voce ferma e matura da vero artista, dove il gusto per la variazione, anche minimale, ha tradito una spiccata volontà reinterpretativa che non è apparsa tuttavia autocelebrativa.
Sorprende, invece, nelle pause di dialogo con il pubblico, la quasi inedita capacità del cantautore romano di ridere di sé e delle situazioni autobiografiche raccontate, con uno spiazzante senso dell'humor tale da rende confidenziale il già singolare evento. Un successo limpido, strepitoso, in questa tappa ferrarese carica di magia e di essenzialità, di contenuti in bilico tra amore e ricordo, dolore e gioia, speranza e riscatto. 
In una parola, carica di vita, per Baglioni «così difficile da raccontare» nonostante ne abbia colto l'essenza.


Il Corriere della sera
CRONACA_MILANO
CONCERTI
Emozioni tra pianoforte e voce Tutto esaurito per Baglioni allo Strehler

Claudio Baglioni torna a Milano. Questa alle 21 è solo sul palco del teatro Strehler con il suo «InCanto, tra pianoforte e voce», concerto che porterà il cantautore in giro per l'Italia con un programma intensissimo fino a metà novembre. Accanto ai successi riletti in chiave rigorosamente acustica, Baglioni presenterà pezzi inediti nel segno dell' emozione. I suoi fan intanto l'hanno già premiato: «tutto esaurito» in due ore e mezzo di prevendita.

TOUR DI PIANO SOLO di Claudio Baglioni, Teatro Strehler,
Milano, ore 21, largo Greppi 1, esaurito


Giornale di Brescia 28 10
Trionfale concerto di Claudio Baglioni nel teatro riaperto anche alla musica
leggera
Questo piccolo al Grande amore

Baglioni ieri al Grande
Questo piccolo al Grande amore. Amore, come quello che il pubblico bresciano torna a manifestare, ieri sera, a Claudio Baglioni. Piccolo - ma solo per le dimensioni dell'allestimento - come lo spettacolo che l'autore e cantante romano riporta in giro per l'Italia. È l'«InCanto». Quello che trasforma Claudione, all'italiana, in ClaudiOne, all'inglese. Già, perché l' accrescitivo di Fabio Fazio è divenuto il diminutivo degli show. E Baglioni si presenta da solo al pianoforte. Proposta singolare, dunque. Singolare maschile come lui. Che si fa gridare «sei stupendo» mostrando in piena forma - sotto calzoni attillati e camicia mezze maniche - i suoi primi cinquant'anni. E singolare maschile come il piano, iscritto all'anagrafe di Boston dal 1907. Strumento al quale nessuna urla «sei stupendo». Ma che diventa il trait d'union dei racconti che contrappuntano le canzoni, dopo essere stato la causa scatenante della serie di concerti che in primavera non toccò Brescia per... impraticabilità del campo (ma ora il Massimo è stato riaperto e Baglioni definisce il teatro Grande «una meraviglia», «un posto bellissimo»). Il concerto, ripete anche stavolta Claudio, è dedicato a suo padre. E questi spettatori scoprono, attraverso la loro stessa reazione, che esistono diverse qualità di applauso. Dopo l'applauso del saluto, c'è quello della commozione. Baglioni ha aperto con «Acqua dalla luna», per giocare col concretizzarsi dell'«accorrete pubblico/ gente grandi e piccoli/ al suo numero magico» («costa pochi centesimi», viceversa, suona involontariamente ironico, anche convertendo in euro del prezzo dei biglietti...). La successiva «Pace» è invece il segno che lo spettacolo non sarà una carrellata di soli successi. Anche perché ClaudiOne può permettersi qualsiasi cosa. Sussurra, e sussurra il coro. Sorride, e sorridono gli spettatori. Ricorda, e ricordano tutti. Batte sul tasto del pianoforte (rammentando i maestri di canto e di solfeggio), e... le donne battono su quello del bell'uomo («Claudio ti amo», «Io di più»). Siparietti a parte, Baglioni coglie fior da fiore («Un po' di più», «Uomini persi», «Fotografie», «Il sole e la luna»...) con fior di interpretazioni. «Quante volte» ha l'applauso dell'intensità; «Le ragazze dell'est» quello che
scioglie il groppo in gola. L'«InCanto» si fa, anche, asta. ClaudiOne elenca brani e fa scegliere da questo pubblico da tutto esaurito i titoli di un medley (da «Chissà se mi pensi» a «Il mattino si è svegliato», da «Doremifasol» a «Fratello Sole Sorella Luna»). È l'applauso della memoria, per queste piccole grandi canzoni. «Fammi andar via» chiude la prima parte. Ma la notte di note è ancora lunga. Per continuare a giocare con titoli minori, gli hit, i medley... Sino alla parola fine: guarda caso, «Solo». Ed è l'applauso del trionfo. Maurizio Matteotti


Brescia Oggi Domenica 28 Ottobre 2001

Jannacci: «Ramazzotti e la Pausini non sono la musica italiana»

[..]
I cd costano troppo, indubbiamente, e oggi in generale la gente preferisce spendere soli per andare a vedere la partita (ma anche lì, in verità, si registra un imponente calo di pubblico ndr) che per comprare un disco.
Tuttavia l'esperienza dimostra che anche con prodotti qualitativamente più che dignitosi, parlo di Baglioni o di Celentano, si possono avere riscontri commerciali. Il fatto è che molti giovani autori si «autocensurano», partendo già dall'idea che le case discografiche puntino esclusivamente alla canzoncina facile facile, al cantante alto, con gli occhi azzurri, magari con le mèches?
Beppe Montresor


Domenica 28 Ottobre 2001
Teatro Grande esaurito per il cantautore romano, che si presenta con il pianoforte

Baglioni da solo, è InCanto

Il suo ritorno alle origini convince i mille presenti
di Claudio Andrizzi 

Claudio Baglioni da solo al pianoforte, nella fascinosa cornice del teatro Grande, come un'acclamata «star» della musica classica: chi avrebbe mai potuto prevederlo, fino a qualche anno fa? «È proprio vero, non ci sono più certezze», ha commentato ironicamente lui stesso. Ed eccolo qui, il cantore dei sabati pomeriggio attesi come nel più leopardiano dei villaggi, dei piccoli grandi amori destinati a rimanere per sempre nella memoria, l'uomo che ha aperto migliaia di cuori semplici con una manciata di canzoni capaci di parlare il linguaggio del sentimento quotidiano: sobrio e sicuro di sé tra i velluti rossi, lontano e al tempo stesso mai così vicino a ciò che è stato, padrone del palco con verve, ironia ed humour insospettabili. 
«InCanto», lo spettacolo andato in scena ieri sera al Grande, esaurito ormai da un mese, è uno spettacolo che si presta ad una doppia lettura: da una parte Baglioni sembra essere giunto al capolinea di un decennio di sperimentazioni ed eccessi a volte francamente indigesti; dall'altra sembra anche pronto a ripartire su binari meno tortuosi e più tradizionali, alla ricerca, chissà, di una dimensione prossima a quella del Baglioni più popolare e cantabile degli inizi. 
Un recital intenso ma scarno, ridotto all'essenzialità sia sul fronte musicale che su quello scenografico, basato sull'idea di un viaggio ormai concluso, di un ritorno a casa ormai prossimo: Baglioni è stato via per molto tempo, lontano, perso in sperimentazioni che, pur non tradendo mai effettivi deliri di megalomania, hanno comunque giocato spesso e volentieri con l'eccesso. Eccesso di note, di parole, di immagini, di faraonico senso dello spettacolo: una svolta che il grande pubblico ha peraltro apprezzato, tributando successi sia ai dischi che ai tour della cosiddetta «trilogia dei colori». 
Ora tutto questo sembra però definitivamente passato. O perlomeno, questa è l’impressione che anche la platea bresciana, davvero incontenibile nelle sue manifestazioni di entusiasmo («Se continuate così finiamo tutti a Buona Domenica», li ha redarguiti Baglioni), ha ricavato dal concerto di ieri, uno slalom di oltre due ore fra trenta canzoni del passato e del presente, scelte spesso fra le pagine meno frequentate di un repertorio alterno ed abbondante, ma anche fra ricordi e memorie raccontati dall’artista con partecipata ed ironica nostalgia (Baglioni ha persino scherzato sul nome di bin Laden: dove va l’accento?). Uno spettacolo per pochi, soprattutto per chi ha amato e seguito fin dall'inizio, una dedica speciale agli appassionati più sinceri e devoti, che non hanno avuto alcun problema a lasciar correre i manierismi che in qualche momento hanno inevitabilmente appesantito la serata. 
Dedicato da Baglioni al padre, il concerto si è snodato tra aneddoti e canzoni: da «Acqua dalla luna» ad un’emozionante «Fotografie», passando per una «Ninna Nanna Nanna Ninna» riallacciata dall’autore alla contemporaneità («Tutti dicono che nulla sarà più come prima: invece tutto continuerà come prima perché purtroppo le cose sono sempre andate così»). «Buona fortuna», in versione per sola voce non amplificata, ha letteralmente incantato la platea. Poi, come sempre, il momento più atteso, quello dei superclassici, frammentati qua e là (andando a pescare anche nel... mesozoico, con «Il sole e la luna» e «Porta Portese») fino ad un medley onnicomprensivo con «Acqua nell'acqua», «E tu», «Questo piccolo grande amore», «Strada facendo», «Cuore di aliante», «Io sono qui». Trionfo finale assolutamente scontato, con striscioni e palloncini, per i mille fortunati (e fortunate: straripante la percentuale femminile) che sono riusciti a partecipare alla festa. Ora il rito va in replica per tutto novembre: poi il silenzio, prima della prossima mossa. 


La Repubblica (Bari)

E prima di Natale nel Politeama canterà Baglioni

l'evento
«Io non mollo» fa sapere il sottosegretario ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi. Sì, insomma, l'obiettivo è quello di ricostruire nel più breve tempo possibile e a distanza di dieci anni dal rogo del 27 ottobre 1991, il teatro Petruzzelli. Il Politeama non è più un rudere: un cantiere, piuttosto.
All'interno del quale i lavori di ristrutturazione (fatti, naturalmente, i debiti scongiuri) potranno essere terminati entro il 2005. Nel frattempo, lo stesso Sgarbi farà in modo di mantenere viva l'attenzione di tutti nei confronti del prestigioso teatro. La data non è stata ancora fissata, ma come ha raccontato ieri lo stesso sottosegretario tra il 5 e il 6 dicembre sarà organizzato un concerto di Claudio Baglioni proprio all'interno del teatro. Un avvenimento d'ampio respiro artistico per fare sì che i riflettori dell'opinione pubblica sulla tragedia del Petruzzelli, continuino a rimanere accesi: a Bari come nel resto d'Italia. [..]


La Repubblica (Torino)
Suoni afroamericani e scatenati ritmi ska

Sul palco del Regio lo sdoganato Baglioni

[..] Definitivamente completata l'opera di sdoganamento del personaggio,
tutto gli è concesso, persino che possa esibirsi al Teatro Regio, come
appunto accade venerdì. Stiamo parlando di Claudio Baglioni: da non
credersi!


Brescia oggi 27 10
Sabato 27 Ottobre 2001

Tutto esaurito al teatro Grande per il concerto di stasera del cantautore romano
Baglioni, solitario InCanto
Brani vecchi e nuovi interpretati al pianoforte

di Claudio Andrizzi 

Dopo la nobile tradizione classica del Don Carlo, il palcoscenico del teatro Grande lascia spazio questa sera ad una tradizione altrettanto amata e apprezzata, quella della miglior musica leggera italiana: è finalmente arrivato il momento dell’attesissimo concerto di Claudio Baglioni, un appuntamento per il quale sono stati bruciati in poche ore i circa mille biglietti disponibili. 
Tutto esaurito quindi, senza alcuna possibilità di accontentare i fans, presumibilmente numerosissimi, che non ce l’hanno fatta ad entrare nella schiera dei fortunati. Inutile quindi presentarsi davanti al teatro, dove l’inizio del concerto è previsto per le 21. 
Come già illustrato, la tappa bresciana rientra nel tour "InCanto", un progetto acustico che Baglioni ha inaugurato lo scorso 2 maggio ad Ascoli Piceno, e che dopo la pausa estiva è ripartito il 15 ottobre da Genova per un nuovo viaggio alla volta dei teatri più prestigiosi d’Italia. 
Baglioni sarà sul palcoscenico da solo e si accompagnerà al pianoforte: la tappa finale di un processo creativo estremamente laborioso, che nel corso degli anni ’90 ha visto il cantautore romano raggiungere l’apice nell’ambito della produzione di spettacoli live in Italia. 
Il riferimento è alla "trilogia live" cominciata nel ’94 con il tour giallo, proseguita due anni dopo con il tour rosso (sfociato anche in un tour negli stadi che ha guadagnato anche una diretta su Raiuno in prima serata) e approdata l’anno scorso al "tour blu", già caratterizzato da una dimensione meno faraonica rispetto alle produzioni precedenti, anche se comunque estremamente spettacolare. Uno spettacolo di taglio quasi cinematografico, che ha fatto tappa anche Montichiari dove è andato esaurito per due sere consecutive, per un totale di oltre 6000 spettatori. 
Telaio narrativo di questa esperienza live le canzoni degli ultimi tre dischi, altrettanti capitoli di questa trilogia del tempo e dei colori e veri punti di svolta nella poetica e nello stile compositivo di Baglioni: una svolta cominciata con "Oltre", proseguita con "Io sono qui" e confermata da "Viaggiatore sulla coda del tempo". 
Questo Baglioni anni ’90 ha un po’ tagliato i ponti con l’artista degli anni ’70 e ’80, scoprendosi meno popolare e cantabile, maggiormente incline a sperimentare nuovi linguaggi: sia dal vivo, dove sono arrivate contaminazioni con il mondo della danza, del cinema, delle arti figurative, sia su disco, dove le canzoni hanno scoperto linguaggi meno immediatamente assimilabili, più concettuali ed elaborati, sia dal punto di vista lirico (i testi di "Io sono qui" sono diventati anche oggetto di studio accademico) che da quello musicale (mai Baglioni è suonato così lontano dalla "maglietta fina" e dai "sabato pomeriggio"). In più, è arrivata anche la televisione, altro contenitore in cui Baglioni ha sperimentato divertendosi, con risultati alterni, supportato dall’amico Fabio Fazio. 
Tuttavia, come lo stesso artista ha dichiarato proprio al nostro giornale lo scorso anno, questi tre dischi e questi tour sono stati momenti ben precisi di una trilogia, e non è escluso che il futuro di Baglioni passi per un ritorno ad una dimensione espressiva più in linea con la sua tradizione. In questa direzione si muove del resto anche il tour che fa tappa questa sera a Brescia, e che è contemporaneamente fase conclusiva di una vicenda e capitolo primo di una nuova avventura, destinata a riportare al centro dell’attenzione le canzoni. Così come sono nate, e così come nasceranno. 

Tornera' Claudio a fare i concerti nei palasport o la sua magnifica eta' nn glielo permette?


GAZZETTA DI PARMA 27/10/2001

Tutte le ragazze di Baglioni
Pubblico al femminile per il recital del cantautore ieri al Regio

Ultimamente, con le sue canzoni e le sue tournée, ci aveva abituati all'esagerazione fantascientifica; testi, arrangiamenti, video, ambientazioni, coreografie, tutto sembrava dare l'idea che Claudio Baglioni volesse diventare un cantautore che si rivolge a un qualcosa ancora da venire o, se contemporaneo, per lo meno «parallelo» a noi. Ciò non lo aveva staccato dal suo pubblico, anzi, complici alcune fortunate apparizioni televisive, aveva forse incrementato la sua popolarità. A vederlo sul palco del Teatro Regio, ieri sera, vestito di nero, ma senza frac (anzi, in maniche corte), illuminato con cura ma con estrema semplicità, che canta accompagnandosi solo con il suo pianoforte, si stenta a credere che sia lo stesso Claudio Baglioni.
Forse, forte dell'ormai garantito affetto del pubblico, conquistato con una trentennale carriera e rinforzato dagli ultimi successi, ha voluto ritornare a una dimensione più umana, ha voluto sentirsi un uomo dotato di talento artistico e non un uomo capace di stupire con la spettacolarità delle sue opere; forse ha voluto mostrare come sono le canzoni quando nascono nell'intimo dell'ispirazione, come sono prima di essere rivestite di arrangiamenti che contribuiscono, indubbiamente, alla loro forma definitiva ma che possono alterare la sua natura.

Come nel corso della vita: le persone crescono modificandosi in relazione a ciò che hanno attorno. Restano la stessa persona ma sono ben diverse da com'erano da bambini. Queste canzoni sono come bambini. Sarà stata la voglia di tornare all'infanzia, la curiosità di una simile operazione, il grande affetto nei suoi confronti di cui dicevamo, ma Claudio Baglioni è arrivato a questo concerto al Teatro Regio di Parma a metà della seconda parte di un tour che, partito a maggio, si concluderà il 3 dicembre al Teatro Massimo di Palermo dopo aver toccato oltre sessanta teatri italiani, a testimonianza di un grande successo: numerosi «sold out», concerti nei teatri più prestigiosi (oltre al nostro Regio, il Carlo Felice di Genova, l'Opera di Roma, lo Strehler di Milano, il Regio di Torino), 40.000 spettatori solo nella prima metà del tour nei mesi di maggio e giugno.

E il successo di pubblico si è ripetuto: signore eleganti, che magari hanno preso la prima cotta con Questo piccolo grande amore, ragazzi, ragazzine, comunque molte più donne che uomini. Sono proprio le ragazzine le protagoniste della prima canzone, Acqua dalla luna, le stesse che applaudono prima ancora che finisca. Poi Claudio si alza per raccogliere l'ovazione e sembra emozionato; torna allo sgabello e racconta di come è nato questo tour: «E' stato un giro strano. E' la prima volta che riprendo un tour già finito e non c'è un motivo preciso per farlo, ma stasera c'è: il teatro di Parma era rimasto fuori e avevo voglia di conoscerlo, comunque la ragione è particolare, nel senso aritmetico perché sono uno, grammaticale perché singolare maschile, cioè io. Poi è singolare il posto, il repertorio, il progetto. Dedico tutto quello che farò a mio padre».

Attacca con Pace e il silenzio che accompagna la canzone esplode in un boato appena finisce. Poi Baglioni riprende a parlare: «Guardando il piano cerco e trovo sempre delle tracce; ad esempio, una targhetta dice che il mio è nato a Boston nel 1907. Mi consola; è più vecchio di me». E anche una battuta umoristica: «Un'amica studiava flauto traverso, ma poi l'ha cambiato con un piano perché diceva che il piano la smagrisce».

Quindi via con una serie di canzoni: Un po' di più, Uomini persi, Fotografie, Quante volte e le vecchie Il sole e la luna e Le ragazze dell'est, con una spiegazione del titolo InCanto: «Perché è un incanto cantare in un teatro dove si esibiscono cantanti lirici e incanto è come mettersi in vendita». Tra una lista di canzoni vengono scelte **Voglio te***, Doremifasol e Fratello sole. Fammi andare via, segnata dal metronomo, conclude il primo tempo.

Dopo l'intervallo («Per fare andare via chi non ne può più» - sorride Baglioni), il recital riprende con Vivi e Amori in corso, senza cambio di registro, cioè, sulla falsariga della prima parte, con canzoni intervallate da dialoghi giocati da consumato attore. InCanto, infatti, è uno spettacolo e non un semplice concerto, nel quale Claudio può liberare tutto il suo estro.

Da Nel sole nel sale nel sud a Porta Portese, da Ninnananna a Buona fortuna (cantata senza microfono davanti al palco) fino alla serie di hits che mandano letteralmente in sollucchero il pubblico femminile. Quante fans! Certo, Baglioni ci sa fare, però anche il fisico vuole la sua parte... 
Pierangelo Pettenati


Il giornale di Brescia 24 10
Tutto esaurito sabato il Grande per il concerto del cantautore romano
Baglioni, la forza di «InCanto»
Claudio Baglioni

Un concerto singolare. È quello cui darà vita sabato 27 al Teatro Grande, Claudio Baglioni. La data bresciana - per la quale i biglietti sono da tempo esauriti - è parte di «InCanto», la serie di spettacoli (racchiusa tra il 15 ottobre, a Genova, ed il 19 novembre, a Roma) che riprende l' analogo, fortunatissimo giro della primavera scorsa. «Singolare» perché l' artista romano si esibisce da solo, accompagnato dal pianoforte. «Singolare» perché ogni spettacolo è visto come un atto unico, nel quale la scaletta segue il torrente delle emozioni. «Singolare» perché Baglioni ha rigettato le regole del mercato per privilegiare «la ricerca di un contatto il più possibile individuale, unico e personale » tra palco e platea: ha, cioè, accettato consapevolmente di creare « più di qualche disagio e un comprensibile malcontento tra coloro i quali (e sono, inevitabilmente, la maggioranza) non riescono ad assistere ai concerti » pur di «evitare di cadere nella trappola della routine, della ripetitività, della consuetudine, quella nella quale tutto si spunta, si livella, si annacqua, perde colore, senso, significato». Sono spiegazioni - e confessioni - che Claudio, nell' anno dei 50 anni, ha affidato al suo sito Internet (www.baglioni.it), nel quale si rinvengono le tracce della scintilla da cui «InCanto» è scaturito. 
L'effetto-domino delle sensazioni è partito quando, dopo aver riportato a casa il suo vecchio pianoforte, Baglioni ha scoperto una targhetta sulla quale la grafia di suo padre aveva segnato una data: quella dell'ultima volta in cui lo strumento era stato accordato. Ricordi e suggestioni si sono rincorsi, l'artista ha filtrato la polvere di testi, accordi e melodie e ha raccolto «il sapore tutto particolare che hanno le canzoni quando nascono».
E l'energia è tale da trasformare le serate in vere e proprie maratone, con oltre tre ore di presenza sul palco. Durata che permette di proporre i grandi successi, ma anche brani mai eseguiti in pubblico.


La Nuova Ferrara
mercoledì 24 ottobre 2001, S. Antonio M. Claret

BAGLIONI
C'è posto solo in loggione


FERRARA. Posti esauriti per il concerto di Claudio Baglioni che si tiene al Teatro comunale il 31 ottobre, inizio ore 21. A rimanere liberi sono i posti di loggione che andranno venduti il giorno stesso del concerto a partire dalle ore 16 (orario d'apertura della biglietteria), ma senz'altro la fila partirà da prima. Con "InCanto", Baglioni si troverà davanti al pubblico solo con il suo pianoforte, un concerto che si preannuncia di grandi emozioni e che ha già raccolto molti consensi nel lungo tour per l'Italia.


Il Corriere della sera
GLI IMPIANTI

Ranucci: cento miliardi per il Velodromo Appio

Una data segnata in rosso sul calendario: 13 settembre 2002. Per quel giorno termineranno i lavori (costo 18 miliardi) del Palaeur. Lo assicura il presidente dell'Eur S.p.a., Raffaele Ranucci. La «All Events» (la società che ha vinto l'appalto e la gestione per 15 anni) sta procedendo, infatti, secondo le modalità previste. «Non ci saranno ritardi - spiega Ranucci - Avremo un impianto moderno per lo sport e la musica». Com'era in passato. 
Non a caso uno degli eventi di «chiusura» fu un concerto di Claudio Baglioni, con i soliti problemi di acustica. «Ci stiamo adoperando per migliorare, fin dove possibile, anche quest'aspetto. Stiamo intervenendo, soprattutto, sulla qualità di servizi per il pubblico e l'accesso con pullman e mezzi di trasporto all'interno». Con un obiettivo di fondo. «Si torna alla capienza di 11.800 persone». È un Ranucci raggiante e fucina di propositi quello che parla durante la presentazione dell'«Ottava ottobrata romana» sul laghetto dell'Eur. Proprio di fronte alla Piscina delle Rose. Anche per la seconda «vasca olimpica» romana arriva una novità. «Vogliamo coprirla con un pallone, per utilizzarla anche d'inverno». Musica dolce per gli sport acquatici ammassati al Foro Italico, ma anche un'apertura su un vecchio problema: l'impianto «giusto mezzo» tra Palaeur e Palazzetto. «C'è un progetto per la ristrutturazione del Velodromo Appio. Vorremo farne un impianto polifunzionale, coperto, da 8.000 posti. Il costo? Cento miliardi, di cui 20 coperti da un mutuo presso il Credito Sportivo». Pronto, però, quando? «Nel 2005».

Roberto Stracca


La Nazione 23 10
Gelosissime di Baglioni

FIRENZE - Quella «maglietta fina» il popolo di Baglioni ce l'ha appiccicata addosso. Non è più nemmeno un accessorio. Casomai è ultrasensibile pelle che trasmette emozioni, sentimenti. Fa vibrare fino al diapason cuore e anima. In tempi di indifferenza elevata a sistema è una risorsa preziosa. Uno dei motivi, se non «il» motivo per cui il popolo di Claudio Baglioni si sente «eletto» e non ha età. E canta. E batte i piedi per terra. E fa roteare cuoricini luminosi. Non in uno stadio, ma al teatro Verdi di Firenze. A cinquanta come a vent'anni. Anzi con più slancio ed entusiasmo le anagraficamente ultra cinquantenni che le un po' frastornate ventenni. Magie di Claudio. Il mito. Anzi L'Uomo, con la U maiuscola, il solo, l'unico. Perchè è questo che le centinaia di donne che hanno fatto registrare il tutto esaurito sabato sera hanno urlato a squarciagola. Senza freni. Arrabbiate con la sua compagna seduta nelle prime file. «Ma che ci avrà poi quella...». E le più benevole: «Si è bella, ma per Claudio, via per Claudio ci voleva altro...» Dura la vita di Rossella Barattolo, da un decennio accanto a Baglioni. Seconda alla moglie Paola Massari, lei sì quasi mitizzata dalle fan che ancora oggi, quando la riconoscono ai concerti, le tributano minuti di applausi di solidarietà e di invidia. Lei per sedici anni Claudio l'ha comunque avuto accanto. Rossella invece il popolo femminile di Baglioni non l'ha proprio digerita. Troppo mora, troppo alta, troppo vistosa. Troppo tutto. Visto che se non ci fosse ognuna potrebbe ancora osare sperare e sognare di incantare il divo. Ma Rossella c'è. E allora non resta che lasciarsi sedurre da quelle canzoni. Da parole che ogni donna vorrebbe aver ascoltato almeno una volta. Perchè Baglioni è la colonna sonora dei sogni di tre generazioni. Nonne figlie e nipoti pronte a diventare una sola anima. Perchè quelle parole ce l'hanno scolpite dentro.
Tutte. Dall'indimenticabile «Piccolo grande amore» condito dal «Come s'era giovani!» al «Cuore di aliante» altrettanto amato. Da «Doremifasol» cantato con le lacrime agli occhi a «Stai su», inno della nuova rinascita. E il povero Claudio? Costretto al controcanto sulle sue canzoni solo per far sentire la sua voce. Incerti da mito. A cinquant'anni, palestrato, brizzolato, ma più fascinoso oggi di ieri, con i pantaloni neri e la camicina a mezze maniche attillata sul bicipite esibito, lui con le donne da tempo va all'ingrosso. E lo sa.
di Paola Fichera.


GAZZETTA DI PARMA 22 10
Baglioni: tour e laurea 
Il cantautore venerdì sera sarà al Teatro Regio

ROMA - Un nuovo tour in Italia, ancora da solo con il pianoforte e una tournée all'estero, prima di tornare a indossare, a distanza di 30 anni, i panni dello studente universitario. Sono questi gli impegni nell'agenda di Claudio Baglioni, 50 anni compiuti e una carriera da architetto stroncata sul nascere, 26 anni fa, dalla passione per la musica.
Baglioni, che venerdì 26 canterà al Teatro Regio di Parma, nei giorni scorsi ha incontrato a Roma 400 studenti di architettura della Sapienza nella sede di Valle Giulia. In effetti, è un collega, in quanto si è iscritto alcune settimane fa al corso di «Arredamento e allestimento», una laurea breve della durata di 3 anni, per conseguire la quale dovrà dare ancora 9 esami. I 12 sostenuti, con una buona media, tra il '70 e il '75, anno dell'abbandono, «verranno tutti convalidati in base al nuovo ordinamento», spiega il preside della facoltà Roberto Palumbo che racconta: «Circa sei mesi fa ho incontrato Baglioni al Caffè delle Arti, a due passi dall'università. Sapendo dei suoi trascorsi nel nostro ateneo, l'ho invitato a tenere una lezione agli studenti di architettura, dicendogli, solo a titolo informativo, che i suoi esami erano ancora validi. Una sorpresa che lo ha spinto, finita l' estate, a tornare a essere uno dei nostri. Ha già pagato tutte le tasse arretrate e - aggiunge il preside/fan - anche se come artista ha dimostrato il suo valore con capolavori come Strada facendo, come architetto deve ancora farci vedere quanto vale. Ho visto a casa sua i plastici dei palchi dei suoi concerti: ottimi lavori - commenta entusiasta Palumbo -, da tesi di laurea, direi. Claudio è intelligente e volenteroso; tempo permettendo, non farà fatica a laurearsi. Ammiro molto la sua scelta coraggiosa».

Una laurea ad honorem?

«Significherebbe fare confusione tra l' artista e lo studente - si oppone il preside - e non è quello che vogliamo, nè quello che lui vuole. Gli studenti si abitueranno presto alla sua presenza in una facoltà che ha già ospitato, tra gli altri, l'ex sindaco Francesco Rutelli».

Nel corso dell'incontro-conferenza, intitolato «Architettura è musica», Baglioni, vestito di nero, con giacca in pelle color cammello, ha azzardato una serie di paralleli tra le due arti che ama di più. Dopo aver mostrato una foto del Baglioni ventenne sulla scalinata dell'Università con basco scuro in testa e libri sotto il braccio, è partito dalla definizione di «architettura» per far notare come anche la musica sia «l'elaborazione artistica di elementi strutturali, funzionali ed estetici». L'ispirazione, l' intuizione che porta al progetto, il restauro, ma anche la struttura della canzone con intro, ponte e uscita, sono i concetti che accomunano musica e architettura. Il punto di rottura sta invece nella scarsa attenzione prestata dall' architettura all'acustica «salvo poi fare interventi riparatori - è la denuncia di Baglioni - come quello sul Palaeur, che costano molto tempo e denaro». 

Impegnato nella progettazione dei suoi palcoscenici, uno spazio aperto su tutti i lati, Baglioni vede nella ricerca di nuovi spazi per  suonare uno degli aspetti più stimolanti del suo lavoro perchè, spiega «subisco le suggestioni dei luoghi in cui mi vado ad esibire». E' forse l'unico cantante in Italia ad aver sperimentato le situazioni più disparate: dal tram di linea agli stadi, dai teatri e palasport ai siti archeologici, dalle piazze ai tir in movimento, dal Vaticano a Villa Borghese e perfino la galleria di Napoli, travestito da mendicante.

I teatri lirici saranno «forse per l'ultima volta», dice, la cornice 'ristretta' della seconda parte del tour InCanto, tra pianoforte e voce, prima di rivedere Baglioni in spazi più ampi, con tappe anche oltre Oceano. 
InCanto, che con le prime 39 date ha raccolto oltre 40 mila spettatori, è ripartito il 15 ottobre da Genova e terminerà il 19 novembre al teatro dell'Opera di Roma, passando da Bologna (stasera), Cremona (domani), Mantova (24), Parma (26), Brescia (27), Milano (29), Ferrara (31) e, a novembre, Torino (2), Padova (4), Verona (5), Perugia (6), Fermo (8), Sulmona (9), L'Aquila (10), Palermo (12), Cosenza (14), Taranto (16), Lecce (17).


Compie 75 anni e pubblica un libro di ricordi Reno contro Baudo
Rimprovera anche Baglioni, Luttazzi e Dorelli

ROMA - Fatti e misfatti, incontri piacevoli e curiosi, una [..]
In appendice, ha scritto quattro lettere aperte a Baudo, Baglioni, a Luttazzi e Dorelli. Perché?

«Amo la giustizia e non digerisco le incomprensioni o le 'condanne' immotivate. **Baglioni, Dorelli e Luttazzi li ho 'censurati' per essere stati ingrati: tutti, infatti, mi devono qualcosa. [..]


Il Resto del Carlino (Bologna)
C'è ancora qualche posto disponibile

C'è ancora qualche posto disponibile per il concerto che domani sera alle 21 Claudio Baglioni (nella foto) tiene al teatro Comunale. Lo spettacolo, intitolato «L'incanto tra pianoforte e voce» vede il cantautore solo sul palco accompagnato appunto dal piano. Dopo il tutto esaurito della prima parte del tour (fino a fine luglio), Baglioni ritorna dunque per un eccezionale fuori programma con una scaletta sempre diversa: tra grandi successi riletti rigorosamente in chiave acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta, alle radici della musica. Lui spiega: «E' l'unico progetto dal vivo in cui sono riuscito a mettere insieme all'interprete e al musicista il compositore. Propongo musiche e parole come erano nate, come sono state scritte, come mai nessuno conosce. Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto». Il tour, ospitato solo in prestigiosi teatri, ha debuttato nei giorni scorsi a Genova e proseguirà fino al 19 novembre.


La Nazione
Amarcord con Baglioni
Trent'anni di musica e sentimenti

Armato di voce e pianoforte Claudio Baglioni ai Rinnovati conquista a mani basse il «suo» pubblico di estasiati ammiratori, raccontando trent'anni di carriera, facendo ascoltare una valanga di brani, offrendo giustamente spazio ai meno conosciuti, quelli più intimi.
Tutto facile per il cantautore romano: la platea è in netta prevalenza femminile, per una serie infinita di flash, gridolini di stupore, applausi e altre certezze di un successo pieno, che si racconta attraverso il rapporto di amore di Baglioni con il pianoforte, una sorta di appendice, fra l'altro suonato maluccio, alla sua lontana voglia di far volare parole e sentimenti.
Lo stile e la professionalità non mancano, il resto è fatto di garbate metafore sull'infanzia e l'adolescenza, con qualche accenno alla filosofia spicciola sulla pace e sull'amore.
Il repertorio: grande spazio all'intimismo, riportando alla luce brani che raccontano di stanchi pivot e di tassisti brasiliani, ma anche appassionate versioni di ritornelli amatissimi dal suo pubblico, come ad esempio «Doremifasol» e «Fotografie». Baglioni è come il Natale: non se ne può fare a meno e tutti conoscono le sue abitudini che diventano canzoni, frasi, battute, ma il tutto con garbo, senza strafare, offrendo per oltre due ore una sorta di unica canzone, dove i cori si sprecano, per una sorta di lunga gita domenicale, con tutti i presenti nell'ultima fila del pullman che cantano a squarciagola fino alla prossima stazione di servizio. Nonostante l'evidente crescita sul piano poetico, o perlomeno lo sforzo di essere un po' più ermetico e profondo, Baglioni si accompagna ad una fisicità che è poi il sale del suo pubblico, «costretto» per altri trent'anni a raccontarsi di quando amava riconcorrere l'amata nel bagnoasciuga. E questo è più che evidente quando, nella seconda parte della serata, il buon Claudio innesta la marcia del «pezzo unico composto da tanti successi». Qui le ugole delle presenti non reggono all'emozione e si scatenano in cori subliminali che arrivano fino alla ormai silenziosa piazza del Campo.
Nella foto, Baglioni stringe le mani alle sue fans
di Massimo Biliorsi


L'Avvenire
Con quella sua maglietta fina De Carlo punta al cuore. Di panna

E dire che Andrea De Carlo era partito bene. Anzi, benissimo. Aiuto-regista con Fellini ai tempi di E la nave va, un primo romanzo (Treno di panna) che aveva entusiasmato Calvino. Succedeva vent'anni fa, o giù di lì. Poi, impercettibilmente, qualcosa è cambiato. O, meglio, non è cambiato. E anche questo,a volte, è un bel problema.
Alle soglie dei cinquant'anni (è nato nel 1952), De Carlo si presenta ancora come il giovanotto che è stato. Predilige un abbigliamento, come dire?, à la Taricon, maglietta aderente e bicipite palestrato. Quando esce un suo libro, si imbarca in offensive marketing da far invidia a una rockstar: spot alla radio e in tv (così la possono vedere tutti, la sua famosa T-shirt) e il risvolto di copertina del nuovo romanzo scritto a mano, di suo pugno, come i testi nei vecchi lp di Claudio Baglioni. Archiviato Fellini, dimenticato Calvino, forse è diventato questo il suo modello. Non sarà che, sotto sotto, «quella sua maglietta fina» è stata ispirata dai versi di «Piccolo grande amore»? 
In questi giorni c'è appunto in giro un De Carlo fresco fresco, lo pubblica Mondadori e si intitola Pura vita. Nessuna vera trama, soltanto le chiacchiere a ruota libera di uno storico di mezza età e di una ragazza. Insieme viaggiano per la Camargue, che di questi tempi è rimasta una delle poche mete turistiche non a rischio. Si fanno tante domande, non si rispondono mai. «È quello che c'è qui dentro, non c'è altro. Pura vita», ammonisce in bella grafia De Carlo sul risvolto versicolore. Da Treno di panna a Cuore di panna, insomma. Aspettando il prossimo spot. (A. Zacc.)


Il tempo
Venerdì 19 Ottobre 2001


Trilussa illumini i paladini della pace

HO LETTO su Il Tempo del 15 ottobre il pezzo su Baglioni che, bontà sua, dice «Continuo a fare il mio lavoro». Poi dice «Bin Laden non è l'unico nemico e il terrorismo non è il male più grande che c'è al mondo» e aggiunge: «Il mondo non cambierà finché, vicino al numero delle vittime, vedremo le cifre delle Borse; l'attacco anglo-americano non può non lasciare perplessi. Può darsi che il terrorismo debba combattersi così come stanno facendo ma vorrei ricordare che l'80% delle persone nel mondo non hanno mai fatto una telefonata e noi abbiamo tre cellulari a testa». Il pezzo continua dicendo che anche Baglioni sarebbe stato «tentato di annullare o rinviare il tour, ma l'artista è il capobanda della serata e deve cercare di trascinare gli altri». Quindi cita una famosa lirica di Trilussa - il Tri per gli amici -: Ninna nanna di guerra, dalla quale ha creato una canzone che canterà e che «continua ad essere di grande attualità».
È vero, la poesia del Tri è sempre di attualità ed una chiara indicazione del pensiero, dei comportamenti, della vita del grande poeta tutto laico, anticattolico e contrario per principio ad ogni potere costituito sia esso costituzionale o non. Dice, ad uso di cololoro che non la conoscono, un verso di quella poesia: Ninna nanna tu non senti/ li sospiri e li lamenti/ de la gente che se scanna/ per un manto che comanna/ che se scanna e che s' ammazza/ a vantaggio della razza/ o a vantaggio d'una fede/ per un Dio che nun se vede/ ma che serve da riparo/ ar Sovrano macellaro... Però il Tri in punto di morte volle riabbracciare la Fede più volte irrisa nella consapevolezza dell'esistenza di qualcuno o qualcosa che, più grande delle umani cose, regola con saggezza ed amore la vita dell'uomo. È qui che la grandezza dell'Uomo emerge in tutta la sua maestosità. 
Ben diversi coloro che atteggiandosi, da sinistra, a paladini della «pace» rifiutano la guerra pur continuando a strizzare l'occhio a quella «Borsa» tanto vituperata ed a possedere tre cellulari. Questi «coloro» hanno mai parlato con la gente di alcune zone della Basilicata, della Calabria, del Molise, della Campania, della Sardegna, delle province siciliane che vivono solo di pesca e di agricoltura, dove non i cellulari ma l'acqua, i servizi igienici, la nostra doccia quotidiana, il lavoro sono solo sogni impossibili? Sono mai stati nei Paesi dove la scuola non c'è perché in più di 50 anni di governi di sinistra o centro-sinistra come li vogliono chiamare, nulla è stato fatto? Dove sono le strade, le scuole, i servizi sociali (quelli veri non i «lavori socialmente utili» a chi?), i trasporti locali, gli acquedotti, l'elettrificazione, ecc.? E i terremotati del Belice, dell'Umbria che fine hanno fatto? Hanno anche costoro i tre cellulari a testa? Termino sempre con il Tri: nella «Favole» c'è «Er Buffone» che chiude: Finché, scocciato, rispose chiaramente: /Lassamo annà; nun è pe' cattiveria/ ma l'omo solo è bono a fa er buffone: /nojantri nun ciavemo vocazione; /nojantri semo gente troppo seria!
Il Tri come si sa, faceva parlare gli animali.
Cordialmente
G. Modesti -
Civitella S. Paolo (RM)


La repubblica 20/10

CLAUDIO BAGLIONI

Parole e canzoni dal tinello di casa  Teatro Verdi tutto esaurito per il cantautore romano sul palco da solo con il suo pianoforte e la voce

Baglioni ha voglia di semplicità. Il nuovo corso inaugurato da Oltre, il lacerato album che lo fece riemergere dal silenzio, che gli servì da spartiacque con un passato di innamorato a vita che cominciava a stargli stretto, sembra essere arrivato alla fine: quel che di nuovo c'era da dire, il cantautore romano l'ha detto, con una musica profondamente diversa rispetto all'era dei successi da appiccicare al diario scolastico, e con parole talvolta studiate fino alla dissonanza, al calembour impossibile ed eccessivo. Ora è arrivato il momento dell'essenzialità; il tour InCanto, il concerto voce e pianoforte (stasera al Verdi, ore 21, tutto esaurito da giorni), è servito a Baglioni per arrivare al cuore della musica e delle parole evitando i fronzoli, i barocchismi: «Lo spettacolo racconta Baglioni è nato quasi per caso dopo essere tornato a suonare il vecchio piano di mio padre: un'operazione che mi sta facendo riscoprire il valore della memoria e dell'immediatezza. Confesso che questa dimensione piano e voce e il fatto di esibirmi in spazi molto ridotti mi coinvolge molto, anche perché in più di tre ore presento i miei pezzi così come sono nati. Alcuni, poi, non li ho mai eseguiti in pubblico e mi fa molto piacere che anche dal vivo, in questa veste, riscuotano successo. Abituato a spazi enormi, inoltre, a volte mi sembra di cantare nel tinello di casa». Tamburi lontani, Un po' di più, Pace, Quante volte, Il sole e la luna, Ora che ho te, Buona fortuna, I vecchi, Noi no, Strada facendo, La vita è adesso e ancora Stai su, Amore bello, Avrai, Mille giorni di te e di me, E tu, Tu come stai sono alcune tra le canzoni in scaletta in un concerto che Baglioni definisce «l'unico progetto dal vivo in cui sono riuscito a mettere insieme all'interprete e al musicista il compositore. Ho proposto musiche e parole come erano appena nate, come sono state scritte, come nessuno mai le conosce. Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del
suo incanto».
(f.p.)


Adnkronos 17:29 MUSICA: 
CLAUDIO BAGLIONI
CONFERMA IL TOUR Roma, 17 ott.

Sono confermate tutte le date previste del tour di Claudio Baglioni. Lo conferma la societa' di produzione dell'artista che spiega che, fatta eccezione per pochi appuntamenti annullati (a Fermo, Sulmona, Perugia e L'Aquila), Baglioni suonera' in 19 date del suo tour comprese le tappe previste al Teatro Verdi di Firenze il 20 ottobre, al Regio di Parma il 26 ottobre, al Massimo di Palermo il 12 novembre, al Regio di Torino il 2 novembre, all'Opera di Roma il 19 novembre e allo Strehler di
Milano il 29 ottobre. (Mag/Pe/Adnkronos)


Gazzetta di Modena 19/10/2001

CULTURA SPETTACOLI
venerdì 19 ottobre 2001, S. Paolo della Croce

Baglioni, autoritratto in note Vibrante recital dell'artista in uno Storchi tutto esaurito

Ombretta Guerri

MODENA. Il pianoforte. E' lui il protagonista del concerto di Baglioni, che è tornato al teatro Storchi dopo la serata del 7 giugno scorso. Un palcoscenico scarno, semplicissimo, uno scenario pallido e lunare ed in mezzo lui, il pianoforte, come fosse parte del sistema di un altro pianeta. Poi ovviamente Baglioni, che ha saputo raccontare la sua vita attraverso canzoni, ma anche attraverso questo straordinario strumento che ha segnato irrimediabilmente il suo modo di fare musica. Ecco allora riaffiorare i ricordi, in un dialogo intimo con il pubblico. Si descrive l'acquisto del primo pianoforte e si parla di alcuni maestri: Bruno Fogliani, Nicola Sabato e Alfredino Avantifiori. Poi tante note, molte canzoni, anche semi-sconosciute, per ricreare un virtuale viaggio nel tempo, stando fermi lì, seduti nella platea del teatro Storchi. Un live di tre ore, per assegnare, come ha detto Baglioni stesso, un valore più profondo al ricordo, che fa parte della nostra vita e non ci abbandona mai. Forse per questo il musicista ha dedicato lo spettacolo ad un uomo che ha svolto un ruolo fondamentale nelle sue scelte da uomo e da musicista: suo padre. Così a sentirle tutte insieme, vicine, numerosissime, pare evidente la passione di Baglioni per i sentimenti, per la riscoperta dei tumulti, delle gioie e dei dolori con i quali noi tutti dobbiamo convivere ogni giorno. Proprio lui, per spiegare la scelta dei brani in scaletta ha raccontato: «Ho scelto certe canzoni nella speranza che insinuino in noi il desiderio di ritrovare l'aspetto più autentico di noi stessi; l'energia di guardare dietro le mille porte chiuse che orlano il corridoi dell'anima e ritrovare quella capacità di essere fino in fondo quelli che siamo e, perché no?, provare incanto e sorpresa di fronte alle cose». Il concerto sembra essere diviso in capitoli, come un libro da sfogliare: la prima parte è più narrata, composta da canzoni meno celebri, riscoperte, ripescate dal lungo repertorio del cantante. Ecco allora 'Acqua dalla luna', 'Fratello sole sorella luna', 'Fammi andar via' e 'Ora che ho te'. Segue poi un momento dedicato a quelli che Baglioni definisce con autoironia «i suoi inni»: 'Acqua nell'acqua', 'Noi no', 'Cuore d'aliante', 'Piccolo Grande Amore', 'Io sono qui' e 'La vita è adesso'. Nel bis, invece, si parla di amore, del dolore profondo e della gioia infinita che può portare questo misterioso sentimento: 'Stai su', 'Amore bello', 'Avrai' e 'Mille giorni di te e di me'. A chiudere la triste 'Solo'. Tra i momenti più belli del concerto sicuramente l'esecuzione soltanto con voce di 'Buona fortuna'. Da brivido.


La Nazione 19/10/2001

Rinnovati, sul pascoscenico Baglioni, la sua voce e solo un pianoforte

Tutto esaurito ai Rinnovati per il concerto di questa sera di Claudio Baglioni, che porterà i suoi fans in un «Incanto fra pianoforte e voce», esibizione solistica del celebrato cantautore romano. Si tratta di uno spettacolo che si aggiunge alle innumervoli tournée dell'autore di album dalle vertiginose vendite. Ricordiamo l'uso dell'orchestra per lanciare l'album «Solo» oppure i già sperimentati concerti al solo pianoforte per «Assolo», oppure le più vicine esibizioni con una sorta di ring accompagnato da ottimi musicisti con particolare coreografie.
Lo spettacolo che lo sta portando in tutta Italia ha la caratteristica di non lanciare nessuna novità discografica. Claudio Baglioni è quindi libero di passare con la massima disinvoltura fra passato recente ed antichi successi, magari rispolverando brani non di primissimo piano ma di sicuro effetto sull'appassionato pubblico che adora «Questo piccolo grande amore» e altre canzoni d'amore.
Una maturità artistica che si sposa benissimo con l'esigenza di essere innanzitutto se stesso, fuori da ogni moda estemporanea e fuori dall'assillo discografico.
Il mondo raccontato da Baglioni, nel corso di trent'anni di musica, è sicuramente cambiato. C'è insomma meno immediatezza, più riflessione, un cercato intimismo che dal vivo potrà venir fuori e far sognare i suoi tanti estimatori. Voce e pianoforte, come nelle conosciute tradizioni cantautorali.
di Massimo Biliorsi


Il resto del Carlino 19/10/2001
Per Baglioni biglietti da domani


FERMO — Il teatro dell'Aquila è pronto a ospitare il concerto di Claudio Baglioni dal titolo 'In canto, tra pianoforte e voce', in programma giovedì 8 novembre. I biglietti si potranno acquistare da domani solo presso la biglietteria di largo Calzecchi Onesti, aperta dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20 (domenica giorno di chiusura). Ogni persona può acquistare un massimo di sei biglietti o un palco. I prezzi: 99.000 lire (settore A); 80.000 lire (settore B); 50.000 lire (settore C). In conseguenza delle forti richieste da parte del pubblico marchigiano, la presenza di Baglioni a Fermo è stata confermata dopo un annullamento dell'intero tour per necessità discografiche e commerciali, salvo pochissime date in gradi città necessarie a soddisfare tali esigenze. Per informazioni: 0734.284295 oppure 0734.223412 (biglietteria).


La Nazione di Viareggio 19/10/2001

Torna in Toscana Claudio Baglioni 
con il suo tour «Incanto» (in cui si esibisce da solo) per due date i cui biglietti sono già esauriti: stasera al Teatro dei Rinnovati di Siena (ore 21,15) e domani al Teatro Verdi di Firenze (ore 21).


Da Claudio Baglioni al piano di Badura-Skoda


Sabato 20 ottobre (ore 16), alla Pergola ritorna Paul Badura-Skoda, celeberrimo pianista viennese a suo tempo pupillo del grande Edwin Fischer e ormai leggendario interprete di strumenti a tastiera. Noto per l'incredibile poliedricità del suo repertorio, Badura-Skoda si presenta con un programma assai variegato che incastona i turbamenti dell'ultimo Schubert fra il luminoso classicismo di Mozart e lo slancio romantico di Chopin. Un programma che rispecchia fedelmente tutta la vitale personalità di Badura-Skoda, per il quale la passione per la musica non si esaurisce nella sola esperienza interpretativa (che è peraltro documentata da centinaia di prestigiose registrazioni, ed estesa pure all'attività di direttore d'orchestra): perché Badura-Skoda colleziona manoscritti e strumenti d'epoca, scrive libri e lavora in campo musicologico, e i suoi acuti contributi rivelano l'ammirevole volontà di approfondire continuamente l'opera e le intenzioni dei compositori.
Sempre sabato, questa volta fa tappa al Teatro Verdi il nuovo tour acustico di Claudio Baglioni, intitolato «InCanto, tra pianoforte e voce». «E' l'unico progetto dal vivo in cui sono riuscito a mettere insieme l'interprete, il musicista il compositore — spiega il cantautore romano — in pratica ho buttato la polvere di testi, accordi e melodie che mi sono venute incontro in questi anni, contro il setaccio delle responsabilità. Un po' di questa polvere è passata al di là di della rete, per confondersi con la sabbia del tempo». Il tour acustico di Claudio Baglioni si concluderà il 19 novembre prossimo al Teatro dell'Opera di Roma.


IL SECOLO XIX 16 Ottobre 2001

Baglioni, pace meglio di pacifismo.
Al Carlo Felice anche "We Shall Overcome", canto dei diritti civili

Invocato finalmente per la sua solitudine, davanti al pianoforte senza cori e balletti, Claudio Baglioni sceglie l'universalità dei diritti di tutti, senza colore politico o razziale, per inaugurare il nuovo tour italiano.
Sceglie We Shall Overcome, l'inno sbandierato da Pete Seeger e Joan Baez nelle marce degli anni '60, quel "noi vinceremo "che appartiene più agli uomini di buonsenso che ai fanatici settari, lo traduce in un omaggio toccante a chi non ha voce. 
Lo improvvisa durante le prove, a teatro vuoto: un gesto estemporaneo privato. Poi prende corpo l'idea di rifarlo sul palco: 
«Nella sera in cui inauguro l'ultima parte di un tour che, in realtà, chiude un periodo di vent'anni ».
Un Baglioni più raccolto, meno leggero di quello già ascoltato al Carlo Felice in primavera: «I tempi sono cambiati. Dopo la strage delle Torri, volevo annullare tutto. Mi sentivo disorientato, poi ho pensato che ciascuno deve chiudere i propri conti. Il mio è quello con la memoria: ho dedicato questo concerto a mio padre, del quale a volte non ricordo pagine di vita. E questo mi avvilisce, ma è anche un ammonimento: la vera pace comincia dal saper stare insieme, e dal non dimenticare l'esistenza e il valore di chi ci è stato vicino ».
Impaginato con forti suggestioni visive dal genovese Pepi Morgia, "InCanto "
è una confessione-fiume che finisce per sconcertare quel pubblico femminile che, dal vivo, dimentica il Baglioni-pensiero per celebrare il Baglioni- amico, amante ideale, sex symbol. Seduto al pianoforte, sotto un sole d'oro, con due lune ai lati, Baglioni ripesca per l'occasione due brani rari come "Il pivot " e "Nel sole nel sale nel sud" «che mi è stato ispirato da un taxista brasiliano che aveva perso da poco la bambina appena nata. Con un fatalismo che però non era indifferenza, si stava preparando al carnevale al costume ».
Nel "Pivot ", invece «immagino l'incontro con un vecchio giocatore di basket e di cominciare con lui un allenamento che è più di un gioco ».
La prima parte è sostenuta da "Acqua dalla luna ", "Fotografie " ,"Quante volte " "Uomini persi ". Poi, in una specie di ponte, seguono "Amori in corso ","Vivi ", "Buona fortuna" e "Tutto il calcio minuto per minuto". Ma è chiaro per tutti, anche per la donne-ragazze vestite bene, col trucco dolce e l'impossibile sogno di essere notate oltre il buio, che qualcosa è cambiato anche nel mondo solido e sentimentale di Claudio Baglioni.
Canzoni come "Pace " e "Noi no", che alla Favorita di Palermo si trasformò in un canto contro la mafia, hanno un debito d'ossigeno per "Ninna Nanna", che da Trilussa a Baglioni si arricchisce di disincanti disillusioni sulle guerre:
«Che ci saranno sempre, come le bombe. Ecco perché il pacifismo non deve diventare uno sport, ma la destinazione finale: quella pace che significa prima di tutto reciproca comprensione, a cominciare da chi ti sta vicino.
Senza pensare subito in termini universali ». 
Così brani come "Acqua nell'acqua ", "Strada facendo" , "Io sono qui " ,"La vita è adesso ", "Avrai ","Tu come stai " riflettono «la sconfitta di quella globalità che è comunicare a migliaia di chilometri, per poi rimanere imbambolati davanti a una strage». Nel finale, "We Shall Overcome" ascoltata con stupore dalle più giovani, sussurrata dalle mamme. Ma che Baglioni affida a quella memoria, che è lo spirito di questo ultimo viaggio nei teatri.
Renato Tortarolo


La gazzetta di Modena
mercoledì 17 ottobre 2001, S. Ignazio d'Antiochia

Allo Storchi l'"Incanto" di Baglioni
Tutto esaurito questa sera al teatro di largo Garibaldi per il recital

p.l.sen.

MODENA. Come già nel concerto che tenne nel giugno scorso anche in questa occasione il teatro Storchi esibisce il cartello del "tutto esaurito" per lo spettacolo di questa sera di Claudio Baglioni che dopo una breve pausa ha deciso di tornare in tour. La prima parte della tournée 2001 del cantautore romano era partita il 2 maggio da Ascoli Piceno e si era conclusa il 18 giugno a Cagliari; dopo una breve pausa estiva, la decisione di tornare dal vivo esibendosi ancora una volta nei teatri tra i più belli e affascinanti d'Italia. Sul palco, insieme a Baglioni, ci sarà solo il suo pianoforte. 
Quello proposto dall'artista romano è un repertorio esclusivo che presenta alcuni tra i più grandi successi e brani mai eseguiti prima in questa veste dal cantautore capitolino, una delle voci più sensibili e raffinate della musica popolare italiana. "InCanto tra pianoforte e voce" è un progetto pensato e realizzato per esaltare l'essenza delle canzoni: parole e note proposte dall'artista solo sul palco con la propria musica. Claudio Baglioni, al pianoforte, proporrà i suoi maggiori successi, canzoni che ne hanno fatto uno dei personaggi più amati della musica d'autore italiana. Per questo tour si addice la definizione di "musica leggera da camera" già utilizzata da Baglioni per il suo ultimo album "Acustico - Sogno di una notte di note", uscito nel novembre scorso. Il musicista romano presenterà un repertorio esclusivo, con brani mai eseguiti prima, accompagnato dal solo pianoforte. In scaletta circa trenta canzoni per quasi due ore di spettacolo. Non mancheranno alcuni dei suoi grandi classici: "Strada facendo", "Amore Bello", "E tu", "Tu come stai" e tante altre. La regia teatrale del recital di Baglioni è stata curata da Pepi Morgia. Le altre date previste in Regione sono il 22 ottobre a Bologna, il 26 a Parma e il 31 a Ferrara.


Il resto del Carlino - 17/10
Baglioni: 'Il mio InCanto'

E' un ritorno a grande richiesta quello di Claudio Baglioni (nella foto) e del suo InCanto, questa sera al teatro Storchi, con inizio alle ore 21. A Modena aveva già fatto tappa in giugno, ma tanti fans non erano riusciti a trovare un biglietto, e così Baglioni ha inserito la nostra città anche in questa ripresa del tour, che lo vede protagonista nei maggiori teatri lirici italiani, dal Regio di Parma al Comunale di Bologna. E naturalmente anche per questa sera, lo spettacolo è tutto esaurito.
Abbiamo incontrato Baglioni per farci raccontare da lui qualcosa di più di questo concerto, con un occhio anche all'attualità.
Baglioni, visto quello che sta accadendo nel mondo, con che spirito affronterà la platea del teatro Storchi questa sera?
«Con un senso di inadeguatezza. Tuttavia la tipicità di InCanto rende tutto più soffice: questa generale mestizia e mancanza di progettazione che ci accompagnano in questi giorni sono stemperate. Questo spettacolo non tende a perdere la dimensione reale, ma a riconquistarla con un senso di azione».
Come ha intenzione di stupirci?
«Direi con l'essenzialità. E' un lungo viaggio che dura circa tre ore, quindi chi ha voglia di venire si attrezzi coi viveri... Scherzi a parte, è un giretto con il mio più vecchio amico: il pianoforte. Con il suo aiuto racconto la mia esistenza attraverso canzoni al loro stato primordiale».
Molto diverso, quindi, dai passati concerti dove spesso ha utilizzato luci ed effetti speciali...
«Le tournée che ho fatto finora erano evolutive. Questa non ha obiettivi, se non quello di viaggiare a ritroso verso le mie origini, un punto conosciuto ma dimenticato. A vent'anni dalla mia prima vera tournèe ho bisogno di fare il punto, togliere la coltre e cercare un diverso modo di avvicinare le persone.
Da cosa le nasce questa spinta a mettersi in gioco sempre in modi differenti?
«Credo da una mia forma di curiosità. Sono una persona che ha fatto 'vita di pianura', non un barricadero che si è posto contro tutto e tutti. Mi piace l'idea di potermi stupire e di offrire a chi viene ad ascoltarmi una sorta di uovo di Pasqua... dove, in fondo, la cosa più bella è la sorpresa. Le ultime cose che ho fatto sono nate in modo molto strutturato. Spero che la mia prossima 'epoca' sia rivolta alla ricerca di linguaggi più diretti e più semplici».
I testi delle canzoni nei suoi ultimi album sono piuttosto ermetici, come mai?
«Non posso dirlo con certezza. Quando scrivi ti sembra tutto chiaro: a volte lo sei realmente altre... non proprio. L'ideale sarebbe riuscire a passare emozioni lasciando qualche ombra: il chiaroscuro lo trovo affascinante». 
Qual è la differenza emotiva tra un concerto allo stadio e in un teatro? 
«Tutto e niente. Quando tre anni fa sono salito sul palco dell'Olimpico di Roma non riuscivo a guardare il pubblico, l'esaltazione era massima. Il clima raccolto del teatro, invece, è un'implosione, dove non senti la deflagrazione, ma un grosso scuotimento interno».
Alla costante ricerca di stimoli, quindi...
«Per me è essenziale saltellare tra le emozioni, è un trucco per far viaggiare l'adrenalina. Pur vivendo una vita con molti privilegi ho l'urgenza di avere nuovi impulsi per spezzare lo schema. In fondo... anche un altopiano è piatto».
E' per questo che ha deciso di riprendere gli studi? 
«Prenda pure in giro. In fondo rientra nel mio modo di essere. Credo sia necessario avere una passione altrimenti si è spacciati. Sono stato fuori corso per 25 anni, ho ripreso la settimana scorsa. Vado a lezione... Insomma sono uno studente di architettura. Può sembrare una follia, ma era un cerchio che avevo aperto negli anni '70 dando una decina di esami, mi piace l'idea di chiuderlo adesso». 
A proposito di architettura ha sentito parlare della vicenda modenese del progetto - Gehry?
«Credo rientri in una forma mentale diffusissima in Italia dove si sta sempre un po' in letargo come se mancasse la forza di vivere in modo contemporaneo. C'è un senso cimiteriale, dove ciò che è morto vale più di ciò che è vivo. Non c'è città europea che non abbia un'architettura nuova, un senso di modernità. Da questo punto di vista l'Italia è al palo». Qual è il suo legame più importante?
«A 50 anni 'suonati', e scusate l'ironia, la persona più importante è una specie di me stesso al tempo dell'innocenza, sento il bisogno di non dimenticare. Sono convinto che ognuno di noi impegni la propria vita a rifarsi un'innocenza. Il giorno in cui mi sentirò di nuovo innocente saprò di avere speso bene il mio tempo».
Insomma, Baglioni, proprio niente riuscirà a fermarla? 
«Mi auguro di no! Finita questa tournèe mi nasconderò a scrivere canzoni e mettere in atto tre o quattro progetti che sono anni che mi trascino dietro. Per un po', quindi, toglierò il disturbo: state tranquilli».
di Gibo Borghesani


12:53 TV: 'COMINCIAMO BENE' (Adnkronos)
Roma 16 ott. (Adnkronos) - I vip sono meglio di noi? Questo l'argomento di cui si discutera' domani a 'Cominciamo bene', alle ore 9.05 su Raitre. Tra gli ospiti in studio, Franco Califano, Anna Kanakis, Alessandro Greco e Luca Tommassini, danzatore, coreografo e, oggi, 'starmaker', creatore di star. Cresciuto alla corte di Madonna, Tommassini ha rivoluzionato gli spettacoli, il look, l'approccio col mondo e l'impatto con il pubblico di numerosi personaggi tra cui Geri Halliwell, Lorella Cuccarini, Claudio Baglioni, Ricky Martin. Toni Garrani e Ilaria Capitani approfondiranno il dibattito anche con l'inviata Stefania La Fauci, che sara' questa volta a Chatillon per raccogliere i pareri degli abitanti della localita' turistica valdostana. La rubrica d'apertura 'Aspettando Cominciamo Bene', presentata da Eppe Argentino, e' dedicata questa settimana ad Antonello Falqui. Per intervenire in diretta il pubblico da casa puo' chiamare l'800/550269, ma anche, con il televoto (0878/3450 e 0878/3451), prendere direttamente posizione sul tema all'ordine del giorno. (Sin/Zn/Adnkronos)


12:39 MUSICA: BAGLIONI, IL MIO TOUR IN TEMPO DI GUERRA (Adnkronos)
Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - Bin Laden non e' l'unico nemico e il terrorismo non e' il male piu' grave che c'e' al mondo. Alla vigilia della partenza della seconda parte del suo tour 'InCanto' per pianoforte e voce (domani partira' dal teatro Carlo Felice di Genova) Claudio Baglioni dice la sua sulla drammatica fase che stiamo vivendo e che, in un modo o nell'altro, entrera' anche a far parte dei suoi concerti: 'Spero che l'attuale momento mesto e confuso sia tenuto un po' fuori -spiega Baglioni- Anni fa pensavo che gli artisti dovessero sempre correre in soccorso di cause giuste ma ora comincio a pensare che i concerti tra le macerie siano anche inopportuni. Mi piacerebbe pensare che ognuno continui a fare il proprio lavoro, le cose devono andare avanti'. (Mag/Rs/Adnkronos)


Il secolo XXIII - Genova 
Baglioni: Bin Laden non è l'unico nemico Roma - 

Bin Laden non è l'unico nemico e il terrorismo non è il male più grave che c'è al mondo. Alla vigilia della partenza della seconda parte del suo tour InCanto per pianoforte e voce (stasera partirà dal teatro Carlo Felice di Genova) Claudio Baglioni dice la sua sulla drammatica fase che stiamo vivendo e che, in un modo o nell'altro, entrerà anche a far parte dei suoi concerti: spero che l'attuale momento mesto e confuso sia tenuto un pò fuori - spiega Baglioni - Anni fa pensavo che gli artisti dovessero sempre correre in soccorso di cause giuste ma ora comincio a pensare che i concerti tra le macerie siano anche inopportuni. Mi piacerebbe pensare che ognuno continui a fare il proprio lavoro, le cose devono andare avanti. Anch'io, come altri miei colleghi, sono stato tentato di annullare o rinviare il tour - ammette l'autore di "Sabato pomeriggio" - ma l'artista è il capobanda di una serata e deve cercare di trascinare gli altri. Dall'11 settembre -dice Baglioni- sento ripetere che il mondo non sarà più come prima ma la mia paura è che, aldilà del senso di tragedia che tocca quelli che sono stati colpiti dal lutto, il mondo non cambierà finché, vicino ai numeri delle vittime, vedremo le cifre delle Borse. L'attacco anglo-americano, spiega Baglioni, non può non lasciare perplessi: forse non era evitabile - dice - ma se pensassimo di risolvere tutto così, saremmo degli stupidi. Sento persone importanti che parlano creando solo divisioni, come fossero depositari della verità e dicono: c'è Dio dalla mia parte. Può darsi - aggiunge Baglioni - che il terrorismo debba combattersi così come stanno facendo ma vorrei ricordare che l'80 per cento delle persone nel mondo non ha mai fatto una telefonata e noi abbiamo tre cellulari a testa.
Insomma il terrorismo non è forse il problema più importante che abbiamo e bin Laden non è l'unico nemico che c'è: spero che alla fine lo trovino e lo consegnino alla giustizia ma non vorrei che fosse il demonio che serve a mascherare altre cose ancora più gravi. Di certo Baglioni, nel suo tour, canterà "Ninna nanna di guerra" la canzone tratta da una poesia di Trilussa del 1917: qualche anno fa - ricorda - dissi che mi auguravo di non doverla cantare più, invece continua ad essere di grande attualità: parla di povere teste che guardano per aria e sentono il rumore delle bombe. Sono stato alcune volte alla marcia della Pace di Assisi - racconta l'autore di "Piccolo grande amore" - forse ci sarei andato anche quest'anno ma si finisce per essere inseriti da una parte o dall'altra. E' una gran rottura di scatole non essere liberi di aderire a qualcosa senza dover stare di qua o di là. Comunque tutte le manifestazioni sono utili e se ce ne fossero di più sarebbe anche meglio. Baglioni parla poi del tour che, dopo la tappa a Genova, arriverà in alcuni tra i teatri più prestigiosi e suggestivi d'Italia


Il Nuovo
Al via domani 15 ottobre il tour di Baglioni

L'autore di Questo piccolo grande amore taglierà il nastro della sua tournée dal teatro Carlo Felice di Genova. Dopo le stragi di New York l'artista voleva annullare tutte le date dei suoi concerti.


MILANO - Alla vigilia della partenza della seconda parte del suo tour InCanto per pianoforte e voce che partirà domani 15 ottobre dal teatro Carlo Felice di Genova, Claudio Baglioni dice la sua sulla drammatica fase che stiamo vivendo e che, in un modo o nell'altro, entrerà anche a far parte dei suoi concerti: ''Spero che l'attuale momento mesto e confuso sia tenuto un pò fuori - spiega Baglioni. Anni fa pensavo che gli artisti dovessero sempre correre in soccorso di cause giuste ma ora comincio a pensare che i concerti tra le macerie siano anche inopportuni. Mi piacerebbe pensare che ognuno continui a fare il proprio lavoro, le cose devono andare avanti''.

''Anch'io, come altri miei colleghi, sono stato tentato di annullare o rinviare il tour - ammette l'autore di Sabato pomeriggio - ma l'artista è il capobanda di una serata e deve cercare di trascinare gli altri. ''Questo tour - spiega ancora - è l'unica occasione in cui posso far vedere la mia parte di compositore prima che la storia modifichi le canzoni anno dopo anno. E poi mi attira l'idea di suonare in teatri prestigiosi lirici: sono mondi un pò chiusi e autoreferenziali che non ospitano volentieri altre forme di espressioni. Ed è una sfida piacevole abbattere le regole e i comportamenti stagni. Poi tornerò a lavorare a un nuovo disco e, per l'inizio del 2003, vorrei inventare nuovi spazi per invitare il pubblico, penso a un concerto più lungo del rituale appuntamento alle 9 di sera, qualcosa che duri tutto il giorno. E un musical: alla fine riuscirò a togliermi questa voglia, mi piacerebbe un nuovo melodramma che possa uscire
dai teatri''.

E la tv? ''Mi interessa ancora - dice. Vorrei raccontare storie in modo semplice, senza barocco. Lo hanno fatto molti miei colleghi anche perchè la tv è rassicurante, non capisci qual è il pubblico. Per un artista in un momento di crisi può essere una bella salvezza, si fa un tot di milioni e ci si sente meglio. Se si fa un concerto un un locale piccolo e ci sono 50 poltrone vuote è molto più dura...Credo che qualcosa farò, anche prima della seconda esperienza in tv con Fabio Fazio avevo avuto offerte sia da Rai che da Mediaset per un programma''. E un consiglio all'amico Fazio che non è riuscito a realizzare il suo programma per La7? ''L'ho sentito amareggiato dice- ma credo che ogni tanto faccia bene star fuori dal grandetraffico''. 
(14 OTTOBRE 2001, ORE 20:10)


Secolo XIX di Genova venerdì 12/10/01
" L'Italia? Un paese senza più passione " 
Il BAGLIONI PENSIERO " tra musica e vita.

Un paese senza più passione civile. E' quello che Claudio Baglioni vede dal suo osservatorio privilegiato, nello show per voce e pianoforte "INCANTO" che riprenderà lunedì sera ore 21 dal Carlo Felice di Genova. Il cantautore torna in tournée, in teatri d'opera e spazi raccolti, dopo il successo della prima parte, in primavera. Due ore di canzoni, presentate al pubblico come un diario parallelo dell'artista e dei fans, seguendo il filo di una memoria comune.
BAGLIONI, LEI CHE ITALIA VEDE DAL PALCO?
Un paese senza più passione civile. Che sta diventando pelandrone: nemmeno sciatto, che avrebbe un certo fascino. Si sta annacquando tutto, e monta un senso di barricata: quello che dice l'altro, il tuo vicino, é comunque una fesseria. E poi c'é una confusione generale: l'illusione di essere tutti nella grande tombola, ma il numero non esce mai. Un pò un'infinocchiatura, tutti illusi di poter contare nel grande totale, invece non contiamo neppure nel particolare.
VALE ANCHE PER L'ARTISTA?
Si, ed é il motivo per cui, in quest'ultima parte di tournée, cerco il posto piccolo, il discorso più ravvicinato con il pubblico. Un percorso verso la memoria, che é un valore inestimabile contro la facilità di cambiare opinione. Non a caso, chiamo lo spettacolo "INCANTO". Alla luce di questi ultimi anni, di quello che é successo un mese fa e di ciò che potrebbe accadere, l'incanto non é più astrazione o perdita della dimensione reale. 
Significa andare nel profondo delle cose. Inutile fare retorica: il tuo mondo é quello delle cose vicine, delle persone che incontri. Non credo a quelli che dicono: dopo l'11 settembre, il mondo non sarà più lo stesso. Magari, fosse così, ma gli uomini non cambiano. PERCHE' NON CI CREDE?
C'é una tale abitudine a metabolizzare tutto, che fra qualche giorno ci scorderemmo anche di tante domande, alle quali nessuno sa rispondere. E poi sono perplesso dall'indifferenza: finché al TG affiancano i morti all'indice di borsa, finché il numero delle vittime é bilanciato dalla ripresa o dalla caduta del mercato, rimango senza parole.
CAMBIERA' LO SHOW?
Mi sento afine corsa. Fra l'altro cominciai vent'anni fa, nell'82, proprio allo stadio Marassi di Genova. All'epoca avevo molte ambizioni. Oggi penso in termini più romantici. Anche se non lo volessi fare, qualcosa cambierà da lunedì prossimo, e durante tutta la tournée. A cominciare dal modo di dire certe cose. Qualche sera fa, durante l'incontro con i fans, mi sono trovato ad affiancare la "NINNA NANNA" di Trilussa sulla guerra e quella mia, sulla pace, "AVRAI". La ninna nanna sulla fantasia che spesso reprimiamo, sulla consapevolezza matura che ci fa dire, comunque: domani qualcosa cambierà. VUOL DIRE CHE BISOGNA ESSERE PIU' CONCRETI?
Si, perché una nuova concretezza di idee e pensieri deve produrre fatti. Per fortuna ci sono buoni segnali. Siamo in tanti a chiederci se andiamo davvero verso un mondo migliore. Così come ci sono tante persone che seguono il flusso, la corrente, in modo pericoloso. Senza troppiinterrogativi. In un senso o nell'altro, c'é una sostanziale difficoltà di vivere. Vogliamo sapere cosa c'é oltre la curva dell'orizzonte. E non ci accorgiamo che qualcuno al fronte ci sta sempre.


Il Mattino di Padova
13/10/2001
«Bruciati» anche i posti a prezzo ridotto per poter ascoltare il cantautore senza vedere lo spettacolo
Claudio Baglioni al Verdi
già tutti esauriti i biglietti

Per il concerto di Claudio Baglioni (foto) di domenica 4 novembre al Teatro Verdi, non ci sono più biglietti. Gli ottocento disponibili sono andati «bruciati» in poche ore: polverizzati già nel pomeriggio di martedì, primo giorno di prevendita alla Virgin in corso del Popolo. Saranno contenti alla Zed, dunque, nell'essere già sicuri del successo della serata. Sono stati venduti anche alcune decine di posti, a 35 mila lire l'uno, che permettono solamente di sentire lo spettacolo ma non di vederlo, anche questi volatilizzati in poche ore. Per i fans rimasti senza biglietto, la Zed fa sapere che ne saranno messi in vendita altri dieci il giorno del concerto direttamente al Verdi.


La Nazione
10/10/2001

Tutti in fila ai Rinnovati per il concerto di Baglioni

Tutti i fans di Claudio Baglioni in ordinata fila ieri mattina ai Rinnovati per acquistare il «prezioso» biglietto del concerto senese, previsto per venerdì 19 ottobre alle 21 al Teatro dei Rinnovati. Una lunga mattinata per molti appassionati della musica del cantautore romano: lunga e ordinata fila, con tanto di numerino, per conquistarsi un tagliando di ingresso al concerto che prende il titolo di «Incanto tra pianoforte e voce», che lo sta portando in molti teatri italiani per un a esibizione che si preannuncia proprio «a misura di fans», visto che Baglioni si accompagnerà soltanto al pianoforte, mostrando quindi il suo repertorio in una essenzialità che fa entusiasmare gli appassionati di «Questo piccolo grande amore». Si tratta poi del primo appuantamento autunnale di una stagione musicale senese che avrà altre date, fra cui quelle del calendario universitario di Musica & Parole. il concerto di Claudio Baglioni ha lo
sponsor della Banca 121.
Ma.Bi.


Il Resto del Carlino 10/10/2001
Baglioni arriva a Fermo


FERMO - Torna nel Piceno Claudio Baglioni. Dopo il debutto nazionale in primavera al teatro «Ventidio» di Ascoli, l'8 novembre Baglioni farà tappa al teatro dell'Aquila di Fermo.
Il cantautore sarà il protagonista di «InCanto», lo spettacolo che, dopo la prima nazionale di Ascoli, ha conquistato il pubblico italiano.
Baglioni è stato convinto a riprendere lo spettacolo per questo tour acustico invernale, alla luce delle tante richieste dei fans


Il Mattino di Padova
ASSALTO IERI ALLA VIRGIN
Baglioni, bruciati 600 biglietti

Sono andati letteralmente a ruba i biglietti per il concerto di Claudio Baglioni al teatro Verdi a Padova previsto per domenica 4 novembre.
Ieri al megastore della Virgin in corso del Popolo è stata aperta la prevendita. La vendita dei preziosi tagliandi è iniziata alle 15 e 30, ma la gente affollava il negozio di musica già dalla mattina verso le nove. Ore di coda, dunque, per potersi accaparrare i tagliandi migliori.
Alla fine del bagno di folla, si parla di centinaia di persone in coda per diverse ore, i tagliandi venduti erano oltre 600 volatilizzatisi più o meno in quattro ore.
Rimangono tuttavia ancora in vendita quasi duecento biglietti in tutti gli ordini di posti. Questi gli ordini con i rispettivi prezzi: platea e palchi (primo ordine, secondo ordine e pepiano a 99 mila lire), galleria 77 mila lire, galleria senza visibilità 35 mila lire. La tappa padovana del tour del cantante romano «Incanto» si preannuncia già come un grande successo. 
E il fatto che centinaia di persone si siano digerite ore di attesa col caldo di ieri, dimostra come Padova attendesse con ansia l'arrivo di questo grande artista italiano amato dal pubblico di diverse generazioni.



Il Giornale di Brescia

Tutto esaurito per Baglioni
BRESCIA - Sono tutti esauriti i biglietti per il concerto che Claudio Baglioni terrà il 27 ottobre al teatro Grande; un altro concerto dell' amatissimo cantautore è in programma il 23 ottobre al teatro Ponchielli di
Cremona (informazioni: 0372/407811).


Dal Quotidiano, Domenica 7 ottobre 2001
Riprende il Tour: concerti del cantautore a Taranto e a Lecce
Baglioni ritorna in Puglia

di SARA D'AMATO

Claudio Baglioni torna sul palcoscenico: un nuovo tour au-tunnale in Italia, una serie di concerti in lungo e largo per tutta la Penisola. Il cantautore farà tappa anche in Puglia dove lo aspettano i suoi fans: due concerti, uno al teatro Orfeo di Taranto e l'altro al teatro Polite-ama Greco di Lecce, in pro-gramma rispettivamente il 16 e il 17 novembre.
Due veri e propri eventi che il cantautore romano ha riserva-to al suo pubblico pugliese: sa-ranno esibizioni di oltre due ore in compagnia del suo piano-forte e delle sue canzoni più ce-lebri che hanno accompagnato la storia dell'Italia degli ultimi trent'anni. Da "Piccolo grande amore" fino a "Cuore d'alian-te" passando per "Strada facen-do": una lunga serie di successi che hanno fatto di Baglioni uno dei personaggi più amati della nostra musica per la capacità di legare piccoli e grandi sentimenti della vita quotidiana, senso della melodia e ritmi sempre molto gradevoli. 
Un artista che, con il suo talento non si e mai lasciato inghiottire dalle mode ed è riuscito a conservare un forte feeling con il suo pubbli-co. 
Titolo del tour: "InCanto, tra pianoforte e voce", a sottolineare appunto l'atmosfera ustica e intimistica diquesta serie di performances che ripartiranno il prossimo 15 ttobre da Genova per poi approdare in tutte le più importanti città. "L'ultima tournèe nei teatri di tradizione prima di ripensare ad una serie di esibizioni negli spazi aperti", come ha detto lo stesso Baglioni parlando del suo imminente tour.


Il Mattino di Padova
Un Baglioni tutto acustico in teatro - Il tour Incanto farà tappa in città

Si attendeva solo la conferma dall'artista e ieri è arrivata: riprende il 
tour "Incanto" di Claudio Baglioni nei teatri italiani che approderà al Verdi il prossimo 4 novembre. La tourneé ripartirà fra quindici giorni a Genova al Carlo Felice di Genova. La scaletta, sempre diversa, prevede la riproposizione in chiave esclusivamente acustica di grandi successi e di brani eseguiti per la prima volta dal vivo. La Zed si è assicurata una data del prossimo tour del cinquantenne cantante romano. Dunque, dopo Zucchero e Raf, un altro «gigante» della musica italiana sbarca a Padova. Per quanto riguarda il concerto di Zucchero «Sugar» Fornaciari, la sua performance a Padova è stata fissata per febbraio, anche lui, probabilmente, al teatro Verdi. 
Raf invece suonerà al Palasport San Lazzaro entro l'anno, ma per le date ufficiali bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Il tutto assume ancor più rilevanza se considerato alla luce di questo week-end diviso fra Vasco Rossi, stasera all'Euganeo, e diversi gruppi storici anni '60 domani in Prato della Valle, quando ci saranno anche gli Equipe 84 con la loro «29 settembre».
Claudio Baglioni è uno dei protagonisti della musica leggera italiana, un artista che ha fatto sognare tre generazioni, un personaggio a 360º che ha riscosso successi anche nelle sue apparizioni televisive (una per tutte «Anima mia» su RaiDue). Nel 1966 a 15 anni si esibisce per la prima volta in un teatro alla periferia di Roma per un cachet di mille lire: inizia l'escalation professionale di un mito. Già nel 1968, quando non era ancora maggiorenne, scrive «Signora Lia», uno dei pezzi storici che le radio passano tutt'ora. L'anno dopo la casa discografica Rca si accorge di lui e arriva il primo contratto e il primo album «Claudio Baglioni» che contiene «Una favola blu». La svolta arriva nel '72 con «Questo piccolo grande amore» una delle canzoni più conosciute e amate di tutti i tempi premiata nel 1985 dalla giuria popolare del Festival di Sanremo come «Canzone del secolo». Due anni dopo il fenomeno Baglioni è consacrato: vengono date alle stampe due hit destinate all'eternità: «Poster» e «Sabato pomeriggio».Gli album si succedono velocemente, vince il Festivalbar, parte per le prime tournèe in giro per l'Europa, Baglioni è l'artista-simbolo dei primi anni settanta. Nel frattempo passa dalla Rca alla Cbs e incide altri 45 giri di successo («Gira che ti rigira amore bello», «E tu come stai», «Strada facendo»). Del doppio album live, «Alè-oo» (1983) vende un mlione di copie, di «La vita è adesso» ne vende un milione e duecentomila. Nel 1985, per la prima volta un concerto viene trasmesso in diretta dalla televisione, è la sua ultima data di «Notte di Note» all'Olimpico di Roma. Seguono collaborazioni illustri e tanti tanti altri successi di un cammino professionale incredibile che lo porta ancora oggi, dopo trent'anni, a riempire teatri e palasport.


La Gazzetta di Modena
CULTURA SPETTACOLI
venerdì 28 settembre 2001, S. Venceslao

Baglioni allo Storchi: bis dell'InCanto il 17 ottobre
L'artista torna col recital che a giugno ha ottenuto il tutto esaurito a Modena e Carpi

MODENA. Dal 15 ottobre al 19 novembre torna "L'InCanto, tra pianoforte e voce", lo spettacolo che vedrà Claudio Baglioni sul palco accompagnato dal solo pianoforte nei più prestigiosi teatri italiani: dal Regio di Parma al Carlo Felice di Genova, al Massimo di Palermo, all'Opera di Roma e allo Strehler di Milano. Il nuovo tour di Baglioni toccherà anche a Modena dove ritorna lo spettacolo, dopo una prima tappa, nello scorso mese di giugno, che aveva fatto registratre il tutto esaurito sia al teatro Storchi di Modena che a quello di Carpi. Un successo che aveva caratterizzato tutti gli appuntamenti della prima tournèe. Alla luce infatti del tutto esaurito di quelle 39 date Claudio Baglioni ha deciso di ritornare per un'eccezionale bis fuori programma, con una scaletta sempre diversa: tra grandi successi riletti in chiave rigorosamente acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta, in un viaggio alle radici della musica.
«E' l'unico progetto dal vivo - spiega Baglioni - in cui sono riuscito a mettere insieme all'interprete e al musicista il compositore. Ho proposto musiche e parole come erano appena nate, come sono state scritte, come nessuno mai conosce. Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto».
Il tour parte il 15 ottobre da Genova e subito dopo sarà nella nostra città, il 17. Altre date: il 19 a Siena, il 20 a Firenze, il 22 a Bologna, il 24 a Mantova, il 26 a Parma, il 27 a Brescia, il 29 a Milano, il 31 a Ferrara. A novembre tappe a Torino, il 2, il 4 a Padova, il 5 a Verona, il 12 a Palermo, il 14 a Cosenza e il 19 a Roma.


La Gazzetta di Reggio
Baglioni farà tappa al Regio 

Dal 15 ottobre al 19 novembre torna «L' InCanto, tra pianoforte e voce", lo spettacolo che vedrà Claudio Baglioni sul palco accompagnato dal solo pianoforte nei più prestigiosi teatri italiani: dal Regio di Parma al Carlo Felice di Genova, il Massimo di Palermo, l'Opera di Roma e lo Strehler di Milano. Dopo il tutto esaurito delle 39 date della prima parte del tour, Baglioni ritorna per un bis fuori programma, con una scaletta sempre diversa: tra grandi successi riletti in chiave rigorosamente acustica e brani eseguiti dal vivo per la prima volta.


La Nuova Ferrara
31 OTTOBRE Concerto di Baglioni

Claudio Baglioni sarà a Ferrara il 31 ottobre. E' stato annunciato ieri insieme a tutte le altre date del tour Incanto che ripartirà il 15 dal teatro Carlo Felice di Genova. Ancora non si sa se Baglioni suonerà con il suo gruppo al palasport o al Comunale.


La Repubblica- Palermo
Autunno con Venditti, Raf e Baglioni e in febbraio i Madredeus al Massimo

Con l'arrivo dell'autunno Palermo torna a fare da palcoscenico ai grandi nomi della musica italiana. Per alcuni si tratta di un gradito ritorno a breve distanza. È il caso di Antonello Venditti che, dopo cinque tappe estive nell'isola, torna al teatro di Verdura il 7 ottobre. Un concerto che lo vedrà assoluto protagonista sul palco, in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso trent'anni di successi. Sarà il teatro Metropolitan, invece, ad ospitare il rock sensibile di Raf, il cui concerto è previsto l'8 novembre.
Il 12 novembre (data inizialmente assegnata dal Teatro Massimo ma ancora da confermare) sarà la volta dell'InCanto tour di Claudio Baglioni. Il cantautore romano torna al Teatro Massimo (che il 4 febbraio ospiterà i Madredeus, il gruppo emblema del Portogallo) dopo il concerto del maggio scorso.
Partirà con un mese di ritardo invece la tournée degli 883, e quindi il concerto previsto per novembre probabilmente slitterà. Ancora da definire le date di altri artisti «bloccati» da Musica & Guai, a cominciare da Lucio Dalla di cui oggi esce il nuovo singolo "Siciliano". Altri attesi protagonisti della musica italiana faranno tappa nell'isola. Si attendono Zucchero, Laura Pausini, reduci entrambi da due trionfali tournée all'estero, Luca Carboni e Jovanotti, impegnati nei loro nuovi dischi.
Giusy La Piana


Il Resto del Carlino
Il concerto Allo Storchi torna l'InCanto di Baglioni

Le sue fans saranno strafelici. Anche per la ripresa del suo tour teatrale InCanto, tra pianoforte e voce, Claudio Baglioni (nella foto) ha scelto di inserire una tappa modenese. Il cantautore sarà al teatro Storchi mercoledì 17 ottobre. Una scaletta sempre diversa per ogni serata, con i successi riletti in chiave acustica.


Il Nuovo - 27 9 2001
Il ritorno di Claudio

Il tour partirà dal Teatro Carlo Felice di Genova il 15 ottobre 


Riprenderà dal 15 ottobre prossimo il tour di Claudio Baglioni InCanto, tra pianoforte e voce. Il musicista romano sarà in alcuni teatri italiani fino al 19 novembre prossimo, con chiusura al Teatro dell'Opera di Roma. ''E' l'unico progretto dal vivo -ha spiegato Baglioni- in cui sono riuscito a mettere il compositore insieme all'interprete e al musicista. Ho proposto musiche e parole come erano appena nate, come sono state scritte, come nessuno mai conosce. Raccontando, suonando e cantando l'incontro di questi tre mestieri della mia vita e del suo incanto''. 

Il tour partirà dal Teatro Carlo Felice di Genova il 15 ottobre; tra le date, il 20 ottobre al Teatro Verdi di Firenze, il 22 al Comunale di Bologna, il 26 al Regio di Parma, il 29 al Giorgio Strehler di Milano, il 2 novembre al Regio di Torino, il 5 al Filarmonico di Verona, il 12 al Massimo di Palermo, il 14 al Rendano di Cosenza e il 19 all'Opera di Roma.

(27 SETTEMBRE 2001, ORE 14:15) 

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