Il messaggero 6 luglio 2001
Baglioni val bene una laurea
Tor Vergata, studentessa discute una tesi sul cantautore
di MARIA GRAZIA FILIPPI

Parole e musica. E Claudio Baglioni. Questi gli ingredienti di una passione, anzi della passione di Veronica Spedicato, ventitreenne romana molto mora e molto sorridente, che del suo giovanile entusiasmo canzonettaro ha fatto luogo di studio e di approfondimento letterato. Tanto che ieri mattina ha coronato il suo percorso universitario discutendo, nell'aula 1 della facoltà di lettere e filosofia di Tor Vergata, la tesi di laurea "Claudio Baglioni: scorci di lingua in frammenti di musica", accompagnata da un illustrissimo relatore, il suo professore del corso di Sociologia della Musica, nonchè assessore capitolino alle Politiche Culturali del Comune di Roma, Gianni Borgna, noto ed appassionato cultore della musica pop italiana che è stata anche l'oggetto del suo "Storia della canzone italiana" pubblicato per Mondadori nel '92.
Buttate alle ortiche le accuse di leggerezza e di qualunquismo, dunque, la musica leggera italiana, che molti per anni hanno continuato a considerare leggerissima, diventa "colta" e si trasforma in cultura da studiare e rielaborare. «E' importante che Veronica nel suo lavoro abbia cercato di definire una scuola di musica d'autore romana - ha commentato l'assessore Borgna alla fine della sessione che ha visto assegnare alla neolaureata un punteggio di 105/110 - che spesso, rispetto ad altre scuole come quella milanese e quella genovese, ha stentato ad essere accettata. Ed è proprio in quel contesto che ha voluto inserire un autore come Baglioni.» Veronica, emozionatissima, si è seduta intorno alle 12,30 davanti ad una commissione di dieci professori. Una mezzoretta di domande e il sostegno del relatore, per raccontare una passione che si è trasformata negli anni.
«Quello che m'interessava mettere in evidenza era il valore poetico delle parole di Baglioni. Il loro peso, al di là della musica che anche ne costituisce lo sfondo essenziale. - spiegava Veronica - De Gregori, Venditti e, soprattutto, Renato Zero sono gli autori romani che mi hanno suggerito più degli altri suggestioni in comune con Baglioni ed è proprio sui testi,sull'analisi delle parole, anche da un punto di vista psicoanalitico che la tesi ha preso forma.»
E lui? Il grande protagonista della passione giovanile di Veronica, che da "Signora Lia" del '68 al tour del'96 che ha raccolto 450 mila spettatori in 3 mesi, è passato anche per una versione di "Poster" a quattro mani con Astor Piazzolla e un "Sabato pomeriggio" cantato a Barcellona con Montserrat Caballè, era l'unico grande assente. Come spiegava anche il suo sito ufficiale che confermava che "nè Baglioni nè suoi collaboratori avrebbero partecipato alla seduta di laurea". Peccato, verrebbe da dire, anche se Veronica non sembrava averne sofferto molto.


Corriere della sera 28 giugno 2001
No dell'amministrazione del santuario
«Baglioni al Sacro Monte? Quel concerto è inadatto»
«Nessuno ci ha avvisato dell'arrivo del cantautore, lo abbiamo saputo solo dalla stampa»

VARESE - In una canzone proclama che il suo amore è «bello come Dio, ma per
Claudio Baglioni il Sacro Monte di Varese rischia di rimanere proibito: il concerto che il cantautore dovrebbe tenere a metà luglio è in forse perché l 'amministrazione del santuario non vuole concedere lo spazio prescelto, il sagrato e il tratto di via sacra davanti alla XIV cappella. Le ragioni? Di forma e di sostanza: l'ente religioso sarebbe stato all'oscuro del concerto (organizzato dal Comune) ma soprattutto ritiene l'arte di Baglioni non adatta al carattere religioso del luogo. Il punto del Sacro Monte al centro della questione è assai suggestivo: oltre il tempietto secentesco la strada in salita forma una sorta di teatro naturale, proprio sotto le prime case del borgo. Negli anni passati si sono esibiti lì Paolo Conte, Franco Battiato, Miriam Makeba. Gli organizzatori hanno contattato quest'anno l' autore di «Questo piccolo grande amore», che doveva esibirsi da solo, al piano.
Marco Caccianiga, assessore al tempo libero, ha ammesso che qualche resistenza da parte dell'amministrazione del Santuario è stata opposta: «Il personaggio a quanto pare non è gradito, ma contiamo di convincere i nostri interlocutori». Sul fronte opposto arrivano conferme. Spiega Riccardo Broggini, del consiglio di amministrazione del Santuario: «C'è un problema di "buona creanza": che stesse per arrivare Baglioni lo abbiamo appreso dai giornali. Poi, la questione di sostanza: se ci avessero proposto un concerto, non dico di musica sacra, ma almeno classica, avremmo organizzato un intero festival. Ma le canzonette di Baglioni...». Il problema, insomma è la «cifra artistica» del musicista; ma come mai non ci sono stati problemi per chi ha preceduto Baglioni? «Anche allora fummo messi davanti al fatto compiuto».

Claudio Del Frate


Varese - Con Piazze Bosine, Strade del Mondo prende il via la scoppiettante estate varesina. Musica, cinema, bellezza e sport nel ricco calendario di Arcobaleno 2001. E l'Amministrazione comunale sta per riceve l'ok di un personaggio molto popolare 
Claudio Baglioni al Sacro Monte? 

Musica e divertimento, cinema e burattini. E ancora, ginnastica e gare sportive, competizioni ludiche e attivtà per i bambini. Nell'estate varesina 2001 ce n'è veramamente per tutti i gusti.
L'inizio, in grade stile, è previsto per questa sera quando, con la sfilata dai Giardini Estensi, prenderà il via la manifestazione Artisti di Strada. 
Per luglio e agosto, l'Amministrazione Comunale ha messo insieme un caldenario fitto di appuntamenti: a tenere a battesimo Arcobaleno 2001, questo il nome della rassegna, sarà Davide Van De Sfroos l'artista lariano che spazia dal folck, al rock, al regge allo ska, il tutto cantato in salsa dialettale.
Altra chicca del cartellone la performance dei ballerini Atzechi "Chicuace in tonatiuh", un gruppo messicano che unisce danza e percussioni in ritmi tribali. Uno spettacolo che lo stesso consolato messicano sta promuovendo e che si sposta con tanto di mercatino di arte locale.
Parte consistente del programma è poi il jazz, con la terza edizione di Varese in Jazz. Quattro appuntamenti tra il 4 luglio e l'8 agosto con protagonisti Riccardo Fassi, che proporrà un omaggio a Frank Zappa, l'irlandese The Martello Jazz Band e al Milano Jazz Gang, in collaborazione con il festival Dicxieland dei Laghi, Barbara Casini e North Quartet e Rita Marcotulli che sarà protagonista di una serata speciale in omaggio a Froncois Truffaut.
Sul fronte cinematografico, domenica prende il via "Esterno Notte" la consueta rassegna cinamatografica che propone il meglio della produzione nelle sale all'aperto di Varese, Malnate, Castiglione Olona, Viggiù e Venegono Inferiore. 
65 gli appuntamenti oltre la già citata serata in omaggio di Truffaut.
Nel cartellone di Arcobaleno 2001 anche Vivilago, la due giorni organizzata dai Lions Club Varese Sette Laghi, che propone un programma fitto di iniziative alla Schiranna nei giorni 7 e 8 luglio.
E ancora. La quinta edizione del Festival Internazionale di Varese che si svolgerà domenica 15 luglio: 10 concerti con strumenti a fiato, archi, coro e pianoforte. 
Due appuntamenti con le risate organizzati dal Caffè Teatro di Verghera di Samarate che porterà ai Giardini Estensi Maurizio Crozza ed Enrico Bertolino e Marco della Noce rispettivamente il 7 e il 25 luglio. 
Il Varese Gospel Festival, nel terzo week end di luglio e che vedrà la partecipazioni di gruppi italiani e stranieri.

Al di là degli spettacoli, grande attenzione verrà riservato al gioco e allo svago: dalla ginnastica con passeggini, rivoluzionaria tecnica destinata alla mamme direttamente dagli Stati Uniti, alle gare di rollerblade, alle partite di calcio saponato. Molteplici le iniziative pensate per i bambini e i ragazzi: laboratori, giochi senza frontiere, spettacoli di burattini. E per tutti, la possibilità di gite in mongolfiera.

Conclusione con il botto mercoledì 29 agosto ai Giardini Estensi con la finale regionale di "La più bella del Mondo" selezione per accedere alle finali di Miss Italia.

Ma la vera chicca, che gli organizzatori hanno tenuto per ultima, anche perchè ancora in attesa di conferma, è l'arrivo di Claudio Baglioni, in una data compresa tra il 14 e il 21 luglio. Il popolare cantautore si dovrebbe esibire al Sacro Monte, proprio sul sagrato, senza palco, per non turbare la scenario coinvolgente del borgo. 


Alessandra Toni


da La nuova sardegna 20 giugno 2001
Baglioni, canzoni all'incanto
Un grande show del cantautore romano al Comunale di Cagliari

di Walter Porcedda

CAGLIARI. Un uomo solo al comando. Ed è subito ovazione. Claudio Baglioni in versione solo, è tornato lunedì nel capoluogo regionale, a distanza di un anno dal suo trionfale show tenuto all'anfiteatro romano, all'interno del tour "fai da te" battezzato «Incanto tra pianoforte e voce». 
Un tour fitto fitto di appuntamenti, in auditorium e teatri di tradizione, aperto lo scorso 3 maggio ad Ascoli Piceno e che si concluderà questo venerdì a Salerno dopo aver toccato questa sera come penultima tappa, la città siciliana di Messina. Un concerto in luoghi più raccolti, come è il caso del Teatro Comunale, occupato in ogni posto disponibile, da centinaia di fans giunti da tutta l'isola, e ideale per l'incontro ravvicinato tra il cantautore e il suo pubblico. Un vero bagno di folla e di amore incondizionato da parte di un universo eterogeneo che, ma non è una novità certamente, mette assieme i giovani diciottenni, fascetta sul collo, maglia colorata e faccione di Claudio stampata sopra e le ragazze sedicenni con i cuoricini accesi di plastica rosa, sedute nelle prime fila che, ordinatamente, mostrano uno striscione pieno di parole d'affetto per il proprio idolo. Accanto a loro signore di ogni età, dai sessanta ai trenta, mamme e figlie, mariti e mogli... Tutti innamorati di Claudio, cantautore di grande cuore, l'amico simpatico e confidenziale che racconta la sua vita, le sue emozioni e i suoi ricordi.
A partire da quel giorno in cui con mamma e papà, accompagnati da un buffo maestro di musica nelle vesti di consulente, andò da Roma sino a Sora, un paese della Ciociaria, a cercare un pianoforte d'occasione. Uno strumento da sistemare dentro casa, per il giovanissimo musicista in erba, ma dal futuro già segnato. Ed è all'interno di un vecchio pianoforte che Claudio Baglioni lo scorso anno ritrova per caso un insieme di spartiti dimenticati e, assieme, la voglia di tornare indietro nel tempo e nella memoria, chiudendosi a suonare il piano come non faceva ormai da tempo. Tre lunghe settimane, fuori dal mondo e poi, improvviso, di nuovo il desiderio di mettersi in viaggio. Di cercare il contatto con la sua gente. La voglia di comunicare a tu per tu storie e sentimenti in un concerto da dedicare al padre. Nasce così «Incanto», che sta anche «per mettere all'incanto» canzoni vecchie e dimenticate. Una piccola asta che l'artista allestisce a metà concerto, sfogliando uno dopo l'altro un elenco di spartiti, dal quale estrarrà - decisione presa in base all'applausometro del pubblico - per la gioia dei fans «Do re mi fa sol» e «Ora che ho te». 
Una piccola riuscita trovata di uno show lungo oltre tre ore, nel quale come sempre Baglioni, generosissimo si offre senza rete, tra canzoni, commenti, piccole battute ironiche con riferimenti anche alla situazione politica. Ma soprattutto canzoni. Brani che raramente il cantautore romano esegue in pubblico nei suoi tour negli stadi, canzoni rimaste nascoste in qualche vecchio long playng che Baglioni, tira fuori dal suo capello per riproporle come in una serata tra amici.
Solo, vestito di nero, in jeans e camicia a maniche corte, Claudio Baglioni siede davanti a un pianoforte a coda collocato al centro di una scena notturna, circondato da magiche lampade materiche che emanano una luce calda e solare. Piccole sfere come pianeti sospesi a metà nel cielo. Qui il cantante sta come all'interno di un tepido rifugio da cui si sposta solo per ricevere continui e caldissimi abbracci della folla che seguono alle sue canzoni, sussurate al microfono e cantate inevitabilmente, per tutta la se rata, in coro. Una scaletta lunghissima divisa in due tempi, che dalla prima «Acqua dalla luna», si muove sinuosa tra «Tamburi lontani», «Un po' di più», «Pace» e «Fammi andare via», «Amori in corso», «Stelle di stelle», per approdare a un medley di successi famosi, da «Noi no» a «Strada facendo» e concludersi con «Amore bello», «Porta Portese» e «Solo».


Unione Sarda 20 giugno 2001 
Il suggestivo concerto al Comunale di Cagliari 

Maratona amarcord 
Claudio Baglioni intimista e affabulatore 


In vibrante solitudine, seduto davanti a uno Steinway grancoda sistemato al centro del palco, Claudio Baglioni raccoglie a piene mani l’affetto e il calore del suo popolo, all’ottanta per cento femminile. I concerti del cantautore romano rappresentano ormai cronache di successi annunciati. Cinquemila lo scorso anno all’Anfiteatro romano, in occasione del tour “Sogno di una notte di note” ospitato in luoghi di interesse archeologico. Milleseicento questa volta al Comunale di Cagliari scelto come unica tappa in Sardegna del tour “InCanto”. Per il nuovo spettacolo Baglioni sceglie una scenografia a sfondo nero, dove sono raffigurati sole, luna, terra, stelle. Sale sul palco alle 21 precise, confezionando generosamente una maratona di tre ore con un’unica pausa di 15 minuti «così diamo la possibilità a chi vuole di scappare». Da consumato entertainer scherza con i fan (frenandone l’esuberanza) e ironizza su se stesso «Il mio attuale pianoforte è del 1907, fa piacere sapere che c’è qualcuno più vecchio di te». Ma soprattutto, si racconta, lasciandosi andare ai ricordi. Dedica il concerto al padre, ricorda quando gli regalò il primo strumento: «avevo cinque anni. Era uno Schultz & Pollmann. Per comprarlo andò a Frosinone. Chissà perché in Ciociaria costavano meno. Per noi fu comunque una grossa spesa uno sforzo economico. 
La serata si apre con “Acqua dalla luna” accompagnata dalle prime ovazioni. Dopodiché arrivano “Tamburi lontani”, “Un po’ di più”, “Pace”. Al pianoforte Baglioni sfoggia una buona tecnica, senza però rischiare inutili prodezze. Cerca invece nuovi accordi, adatti a rinnovare antiche magie, mentre pesca da un repertorio a prova di gap generazionale, che stavolta comprende anche brani poco frequentati dal vivo. A più riprese il pubblico scandisce il nome del grande affabulatore. Una platea adorante, che conosce a memoria tutte le canzoni, mentre sfilano “Fotografie” e “Quante volte”, “Il sole e la luna”, e “Ora che ho te”, con cui si chiude il primo set. Si riparte con “Quanto tempo ho”, “Amori in corso” e poi “Lacrime di marzo”, in ricordo di Mia Martini, il cui nome è salutato da un forte applauso. Quindi, “Buona fortuna”, “Porta Portese”, “A Clà”, e una medley che libera “Acqua nell’acqua”, “Noi no”, “Questo piccolo grande amore”, “Da me a te”, “Strada facendo”, “Cuore d’aliante”, “Atletico Van Goof”, “Io sono qui”, “La vita è adesso”. La serata sembrerebbe finire qui, mentre il pubblico conquistato sino all’esaltazione reclama il bis. A questo punto Baglioni sale nuovamente sul palco e regala gli ultimi brividi: “Stai Su”, “Amore bello”, “Avrai”, “Mille giorni di me e di te”, “E tu”, “Sabato pomeriggio”, “Tu come stai”. “Fino all’ultima perla d’epoca”, “Solo”. Con immancabile assalto al palco delle fan. Un trionfo.
Carlo Argiolas 


Da "unione Sarda" del 19 giugno 2001 
Successo a Cagliari per il concerto del cantautore romano 

Baglioni, sogni al pianoforte 
“InCanto” regala grandi emozioni al Comunale 


Un telo nero su cui spiccano quattro grandi lampade: rappresentano il sole, la terra, la luna, le stelle. Solo una irradia una luce vera, e non a caso rappresenta la luna. È un Baglioni intimista, quello che appare sul palcoscenico del Comunale. La maglietta nera a maniche corte sui jeans neri, i capelli bianchi, e il pianoforte. “InCanto” è un artista che non ha più voglia di stadi ma solo di piccoli teatri raccolti, per quattro, cinquecento persone al massimo. Il Teatro cagliaritano ne contiene poco meno di duemila, ma il risultato è lo stesso.
Dedicato al padre scomparso, il concerto comincia con una canzone, “Acqua della terra”. E poi il resto: “Luce”, “Tamburi lontani”, “Un po’ di più a pace”, “Fotografie”, “Quante volte”, “Il sole e la luna”, “Ora che ho te”.
Una, due, dieci canzoni che Baglioni intervalla con battute, scherzi, chiacchiere. Il pubblico, estremamente eterogeneo, è tutto per lui. I coetanei cinquantenni e i loro figli. Tutti ugualmente intenti a cantare.
Un grande successo, per una serata all’insegna dell’intimismo. «Questo tour è nato da un’emozione fortissima», esordisce Baglioni. «Da un biglietto che trovai sul pianoforte di mio padre, con la data dell’ultima accordatura». Da lì l’idea di “InCanto”, da lì la voglia di riconquistare un rapporto più intenso con il primo dei suoi strumenti. 
Per Baglioni, l’ha detto più d’una volta, essere solo su un palco significa esporsi, mettere a nudo i sentimenti, dividere con il pubblico le emozioni più forti. E suonare i tasti duri d’un pianoforte è assai più faticoso che confrontarsi con una tastiera elettrica. “InCanto tra pianoforte e voce”, è la sfida di un ragazzo di cinquant’anni che ha scelto di fare un’arrampicata solitaria. Non c’è una band (come la scorsa estate all’Anfiteatro romano) su cui scaricare l’emozione di un lunghissimo concerto ma soltanto un palco, un pianoforte, e una luna che ti illumina appena.


Da nuova Sardegna 18 giugno 2001
Oggi il concerto al Teatro comunale
Baglioni a Cagliari


CAGLIARI. Sono già tutti esauriti i biglietti per il concerto di Claudio Baglioni stasera alle 21 al Teatro Comunale, unica tappa sarda del tour «InCanto, tra pianoforte e voce». Un tour, cominciato in maggio ad Ascoli, dove Baglioni si è esibito per la prima volta da solo, sul palco, con un pianoforte. Una dimensione del tutto inedita per il cantautore, che alla soglia dei 50 anni decide di misurarsi a tu per tu col suo pubblico, in una serie di incontri ravvicinati in alcuni dei teatri di tradizione lirica più belli del Paese. In scaletta alcuni dei classici di Baglioni, sicuramente i successi più amati da generazioni di fans, oltre a brani non più eseguiti dal vivo da parecchio tempo e comunque mai nella veste solo acustica, per pianoforte e voce. Anche quelli musicalmente più complessi (tra cui «Cuore di aliante» dell'ultimo album «Viaggiatore sulla coda del tempo») verranno semplificati, ridotti alla dimensione armonica e melodica essenziale.


Unione Sarda 18 giugno 2001
Stasera Incanto al Comunale 

Claudio Baglioni torna a Cagliari. Il cantautore farà tappa questa sera (alle ore 21) al Teatro comunale: spettacolo col tutto esaurito (da tempo). Sarà un Baglioni in versione decisamente intimista, e in solitudine, col suo tour Incanto, iniziato il 2 maggio. Il senso del concerto lo spiega lo stesso Claudione (nella foto di Daniela Zedda): «Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo. Togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali (melodia, armonia e testo) per i quali le chiamiamo canzoni».


Da il Centro 16 giugno 2001
A sorpresa una data per Baglioni a Chieti
Serata al Marrucino sabato 23
Biglietti da 99, 79 e 50 mila lire

CHIETI. Spunta a sorpresa una data abruzzese nel tour InCanto di Claudio Baglioni. L'artista romano, che l'anno scorso aveva avuto il suo - consueto - entusiastico successo al D'Annunzio di Pescara sarà a Chieti sabato 23 giugno. La tappa è stata inserita all'ultimo momento come spiega Pepi Morgia, regista dello spettacolo e da 30 anni collaboratore del musicista.
«Abbiamo inserito una data in Abruzzo», spiega Pepi Morgia, al telefono dal teatro dell'Opera di Roma, dove ieri Baglioni si è esibito, «un po' a sorpresa. Il fatto è che venerdì 22 siamo a Salerno e domenica 24, per la conclusione del tour, saremo a Macerata, allo Sferisterio. Abbiamo scelto il teatro Marrucino, anche se è piccolo, ma vale la pena che Claudio si esibisca lì perché è un bel teatro, anche storicamente. La filosofia di questo tour, infatti, è quella di fare tappa nei teatri lirici e storici. Ci sarà solo Claudio e il pianoforte, io ho realizzato una scena molto semplice, con quattro sculture luminose in una scatola nera. E' una tournée trionfale, abbiamo già fatto 30 mila spettatori. Per Baglioni è poco, lui è abituato agli stadi, ma bisogna considerare che siamo in strutture da 500-1.000, massimo 2 mila posti. Il rapporto di Baglioni con il pubblico è sempre molto caldo, molto umano».
I 400 biglietti saranno in vendita da lunedì esclusivamente al botteghino del teatro con costi differenziati di 99.000, 79.000, e 50 mila lire, quest'ultimo prezzo per il loggione che ospita cento posti.
Ieri, tutto esaurito al teatro dell'Opera di Roma, per i circa 1.600 posti, più 120 di solo ascolto. I biglietti «solo ascolto», ribattezzati dai fan «posti colonna», sono quelli per i posti a sedere nella parte laterale della galleria, che non consente una piena visibilità del palco.
La vendita dei biglietti al botteghino dell'Opera, unica rivendita per questo concerto, è andata esaurita in solo tre ore: dalle 9 alle 12 del 6 giugno. La vendita sarebbe durata anche meno se i responsabili del teatro non avessero fissato a quattro il limite massimo di biglietti acquistabili da una stessa persona. E così molte deleghe per la conquista di un posto sono andate in fumo.
Inutili le proteste per la scelta dell'artista di non replicare in un'altra data il concerto. Baglioni l'aveva detto prima di partire, il 2 maggio dal Ventidio Basso di Ascoli Piceno: «In ogni città una sola data, per evitare ogni tipo di ripetitività».
Anche la scaletta, che ripropone brani molto vecchi in una veste scarnificata fino all'osso, non si è ripetuta esattamente allo stesso modo in tutte le date del tour.
I bis, in alcune delle trenta tappe fatte fino a questo momento, sono durati anche più di mezz'ora, portando talvolta ad oltre tre ore la durata complessiva del concerto


Da il messaggero 16 giugno 2001
Teatro dell’Opera/ Tutto esaurito e grande entusiasmo per l’unica data romana del cantautore in tour. Prossimo concerto a Latina
Baglioni da solo accende il mare delle emozioni 
di PAOLO ZACCAGNINI

ROMA - Lo hanno accusato, ingiustamente, di essere "melodrammatico" ma lui, Claudio Baglioni, è semplicemente, splendidamente, modestamente un grandissimo cantante e autore, nonchè musicista, popolare, nella più nobile delle accezioni del termine, uno che fa cantare la gente. E lo ha ampiamente dimostrato ieri sera al Teatro dell’Opera, stracolmo, tra i presenti mamma, l’ex moglie Paola, il figlio Giovanni (futuro maturando), la fidanzata Rossella più un fan ferratissimo, il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, assente giustificato il convalescente sindaco Veltroni. 
E InCanto - partito il 2 maggio da Ascoli Piceno, oggi sarà a Latina, il 18 a Cagliari, il 19 a Catania, il 20 a Messina, il 22 a Salerno, chiuderà allo Sferisterio di Macerata il 24 - lo dimostra, ampiamente, permettendogli di riaffermare il primato nella canzone d’autore di stampo più romantico, classico. 
Presentarsi da solo significa che Baglioni - in nero, invidiabilmente magro, divertente, rilassato, loquacissimo - vuol mettersi nuovamente in ballo: lo ha fatto, il pubblico ha capito e ne ha apprezzato rigore, semplicità, normalità, poesia. Il risultato è una serata da incorniciare, travolgente e commovente per intensità e emozioni. Dove sotto i riflettori c’è solo il musicista, il cantante, l’uomo che vuole raccontarsi, ricordare. Anche col dolore. 
Non è Maurizio Pollini, e lo sa, suona bene ma quel che conta sono le parole, sensazioni, immagini che fa rinascere, rivivere. Sul palco un lucido pianoforte e 5 lampade, una piccolissima. Apre con Acqua dalla luna dopodichè racconta il perchè del concerto, la singolarità nell’averlo concepito quando, recentemente, si è riportato a casa il primo pianoforte - «costruito a Boston nel 1907, io, mio padre e mia madre lo andammo a comprare a Frosinone» - e averci rinvenuto poche righe scritte dal padre per registrarne l’avvenuta accordatura. Ricorda, col groppo alla gola e tanta dolcezza, poi attacca Tamburi lontani cui fa seguire Un pò di più e Pace prima della quale racconta di aver fatto «come più in alto, un patto con gli spettatori». 
Ricorda i tanti insegnanti, parla del rapporto col pianoforte, unico strumento a essere anche un mobile, dove mettere in bella mostra vasetti di fiori e fotografie da guardare per ricordare. Sì, Fotografie. Quante volte. Fratello sole sorella luna. Opere e omissioni, Fammi andar via, spezzoni de I vecchi - grazie, Claudio, da piangere, sempre - Isolina, Do re mi fa sol fino a Ora che ho te con cui suggella il primo tempo. 
Torna. E adesso la pubblicità. Amori in corso. Ennesimo ricordo quando, giovanissimo, alla Rca di via Tiburtina gli proposero di duettare con una ragazza timida, dalla voce bellissima, «Mimì» dice. Bertè. Mia (Nostra) Martini. Lacrime di marzo - avrebbero cantato ancora insieme Stelle di stelle - che il pubblico applaude, calorosissimamente e lui si commuove. Su Vivi picchia sapientemente sul piano e, facendo finta che si sia rotto, strimpella nel visibilio generale Porta Portese, accenna al classico western Oh Susannah e fa venire i brividi con le tre storie d’amore di Tutto il calcio minuto per minuto quindi si alza e "accappella" propone, minuscola ma intensa luce tra le mani, Buona fortuna. 
Gran momento. Come A Clà. E, mescolandole insieme, i suoi pezzi più inno-vativi, invitanti, indimenticabili: Acqua nell’acqua, Noi no, Questo piccolo grande amore, Da me a te, Strada facendo, Cuore d’aliante, Atletico Van Goof, Io sono qui e La vita è adesso. 
Fine. Noooooo. C’è tempo per Stai su, dove senti sussurrare da tante bocche, nella maestosità del Teatro dell’Opera, l’incredibile ritornello "turuturuturututu" cui aggiunge un pizzico di O pais tropical di Jorge Ben. «Fantastico» giudica soddisfatto Baglioni. Ti amo ancora. Con tutto l’amore che ho. Amore bello. E tu. Avrai. Mille giorni di me e di te. E tu come stai - benissimo - per chiudere, tra i cori irrefrenabili dei presenti, con Solo. Ha osato e stravinto. Complimenti maestro Baglioni. 


Da il tempo
Sabato 16 Giugno 2001

IN MEMORIA DEL PADRE Baglioni incanta il teatro dell’Opera solo con la magia del suo pianoforte

ROMA - A due anni dal concerto di beneficenza per i bambini del Kosovo, Baglioni è tornato re del teatro dell'Opera di Roma, solo sul palcoscenico, con una scenografia quasi assente, insieme alla magia del suo pianoforte. In 1.600 hanno applaudito il suo concerto romano, trentunesima tappa del tour «InCanto, tra pianoforte e voce». «Anch'io ogni sera, prendendo esempio dall'alto, sottoscrivo un patto con gli italiani: di proporre un repertorio non consuetissimo», ha scherzato in apertura. Da «Acqua dalla luna» a una sentita interpretazione di «Fammi andar via», il concerto si è snodato in due tempi per un totale di circa tre ore. 
Baglioni ha dedicato anche questa, come tutte le altre date del tour, a suo padre Riccardo, scomparso l'anno scorso. In platea ad applaudirlo anche la mamma Silvia, l'ex moglie Paola Massari e il neo-ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri. 
Il primo tempo si è chiuso con alcune pillole di pezzi di repertorio: da «I vecchi» a «Isolina», da «doremifasol» a «Ora che ho te». Alla ripresa del secondo tempo: «E adesso la pubblicità», «Amori in corso» e «Lacrime di marzo». 
«Anche le stelle bruciate lassù viaggiano per l'eternità», canta in «Stelle di stelle», l'unico duetto con una donna, Mia Martini, inciso in 30 anni di carriera. «Erano due melodie, un doppio canto - ha detto Baglioni ricordando Mimì - e oggi è tornata ad essere un canto solo». 
Protagonista di un vero «One man show» tutto giocato tra musica e ironia, Baglioni - che, tra l'altro, sta prendendo una laurea - ha intrattenuto in modo brillante e delicato con numerosi intervalli parlati un pubblico entusiasta. 
«I tasti bianchi del pianoforte sono più lunghi e pasciuti, stanno più larghi; quelli neri sono rinsecchiti e rannicchiati in un angolo. E questo, lo sappiamo, non succede solo sulla tastiera», dice raccontando il suo pianoforte come metafora della vita. 
È certamente «Buona fortuna» cantata solo voce a centropalco, l'interpretazione più applaudita. Poi, nel madley, i tre inni: «Acqua nell'acqua», «Da me a te» e «Atletico van Goof». In chiusura, tra i numerosi bis, «Stai su», «E tu» e «Solo». 
Il tour proseguirà a Latina, il 18 a Cagliari, il 19 a Catania, il 20 a Messina, il 22 a Salerno, prima di terminare, il 24 giugno, nel Teatro Arena Sferisterio di Macerata. Ancora da confermare la data del 23 al teatro Marrucino di Chieti. 
I fan più tenaci, disposti a passare anche un giorno intero e una notte in fila davanti al teatro, prima dell'apertura del botteghino, si erano accaparrati i posti migliori per 99.000 lire. La vendita dei biglietti al botteghino dell'Opera, unica rivendita per questo concerto, è andata esaurita in solo tre ore: dalle 9 alle 12 del 6 giugno. La vendita sarebbe durata anche meno se i responsabili del teatro non avessero fissato a quattro il limite massimo di biglietti acquistabili da una stessa persona. E così molte deleghe per la conquista di un posto sono andate in fumo. Inutili le proteste per la scelta dell'artista di non replicare in un'altra data il concerto. Baglioni l'aveva detto prima di partire, il 2 maggio scorso, dal Ventidio Basso di Ascoli Piceno: «In ogni città una sola data, per evitare ogni tipo di ripetitività».


"Da Claudio ai Clabber"

Molti di voi si sono lamentati del fatto che il numero telefonico di Clab risulti sempre occupato. 
E' vero. 
E, così come non fa piacere a voi, non fa piacere nemmeno a noi. Ci dispiace, anche perchè lavoriamo per offrirvi un servizio e non un disservizio, e ci scusiamo per il disagio che ne ricavate. 
Ma vi scrivo queste righe perchè vorrei che, quando si verificano episodi di questo genere, non dimenticaste tre cose importanti: la natura di Clab, le dimensioni della nostra struttura ed il budget (un po' troppo limitato per quello che Clab è, ormai, diventato) sul quale possiamo contare. 
Per queste ragioni è evidente che Clab non potrà mai essere un - call center - in grado di sostenere un carico di telefonate (ne riceviamo più di mille al giorno in questo periodo) e di richieste quale quello che siamo chiamati ad affrontare in questi giorni così intensi. 
Credetemi, è un carico di lavoro che metterebbe in seria difficoltà anche un - call center - vero e proprio e anche ben srutturato e, se pensate che bisogna dedicare a ciascuno di voi - in media- 5/10 minuti di tempo, vi renderete immediatamente conto del fatto che, non potendo contare su un maggior numero di collaboratori, ci vorrebbero giornate pressochè infinite, durante le quali prendere la linea risulterebbe, comunque, molto difficile. 
Il fatto è che le iniziative che seguiamo sono tante, tutte ugualmente importanti (come Clab) e tutte ugualmente impegnative (proprio come Clab). E visto che voi siete tantissimi, le cose da fare sono tante anche loro e noi, viceversa, siamo pochi è evidente che può capitare di trovarsi - in debito di ossigeno e non riuscire ad accontentare tutte le richieste, nei tempi che noi e voi ci auguriamo. 
Così come è normale che questi problemi si manifestino proprio nei periodi più - caldi - , vale a dire in prossimità di raduni o iniziative particolari, quando il vostro interesse cresce e, con quell'interesse, cresce, naturalmente, anche il vostro bisogno di informazioni e notizie. E' un fatto fisiologico. 
Come lo affrontiamo? 
Aumentando al massimo il nostro impegno personale e i carichi di lavoro di ciascuno.
Cercando di dirottare tutte le risorse che si rendono, di volta in volta, disponibili sulle esigenze di Clab, contando, in questo, sullo spirito di collaborazione (che vi assicuro non manca davvero) delle persone che lavorano per noi (anche quelle che non si occupano direttamente di Clab); Cercando di rendere sempre più tempestive, chiare e esaurienti le comunicazioni scritte; intensificando la comunicazione dedicata a Clab sul sito Internet (che - spero davvero lo abbiate notato- abbiamo ridisegnato completamente e stiamo cercando di rendere sempre più interattivo), che cerchiamo di mantenere la più aggiornata e ricca possibile. 
E, naturalmente: incrociamo le dita.
Quindi, quando Clab vi sembra lontano e il telefono indifferente ai vostri problemi, pensate alle cose che vi ho detto e al fatto che, se le linee sono occupate, significa soltanto che stiamo cercando di venire incontro alle esigenze di altri Clabber come voi. 
Vi garantisco che l'impegno a seguire Clab non manca, anzi. C'è. Fino in fondo e seriamente. 
Abbiamo bisogno, però, di una mano anche da parte vostra: un supplemento di pazienza. 
Come si dice: da noi l'impossibile E' all'ordine del giorno, per i miracoli ci stiamo attrezzando.

Con affetto. 
Claudio.


Da www.ilnuovo.it 15 giugno 2001
Baglioni "incanta" la capitale 
Venerdì sera a Roma il concerto del cantautore italiano che si esibisce in
uno dei tanti teatri scelti per il suo tour "Incanto". Pianoforte e voce
unici protagonisti del concerto.
di Antonio Giletti

ROMA - Poteva stupirli con effetti speciali e a suo tempo l'ha fatto, ma stavolta Claudio Baglioni ha deciso di puntare solo sulla musica per "incantare" i suoi concittadini nella prestigiosa cornice del Teatro dell'Opera. "Incanto", il tour acustico che l'artista romano sta portando in giro per l'Italia e che stasera fa tappa nella capitale, è pensato per lasciare totale concentrazione sulla musica del pianoforte e sulla voce di Baglioni, unici protagonisti dell'intero concerto. Data la dimensione intima dello spettacolo, la scelta dei luoghi diventa particolarmente importante, per questo il cantautore romano ha scelto di suonare solo nei teatri lirici come il Massimo di Palermo, il Carlo Felice di Genova, il Malibran di Venezia, pensati per a miglior fruizione possibile della musica. Poi è anche un fatto di atmosfera, delle suggestioni che il luogo esprime. Fu così anche lo scorso anno, quando un altro tour acustico, quello intitolato "Sogno di una notte di note", portò Baglioni fra i luoghi d'arte (anfiteatri, teatri e siti archeologici) più suggestivi del nostro paese. Da quelle serate è nato il primo album acustico di Baglioni "Acustico - Sogno di una notte di note (13.8 - 22.9.2000)", un doppio cd in cui la dimensione intima del racconto musicale dà una nuova veste alle canzoni, rendendole più intense e coinvolgenti.
Quello di Roma non sarà dunque un concerto da fans urlanti, dove srotolare striscioni e agitare accendini accesi. Niente "alè-oh-oh" da stadio al Teatro dell'Opera, solo musica da ascoltare come tale, nella sua nuda essenzialità. Qualcuno, fra i frequentatori colti dell'Opera, non approva questa "irruzione" della musica pop in quelli che ancora oggi vengono definiti "templi" della Lirica. D'accordo, Baglioni non è certamente un Abbado o un Muti, la sua musica è semplice e diretta, ma è questo motivo sufficiente a negare a chi la ama la possibilità di un ascolto in condizioni ottimali? Il problema riguarda tutta la musica pop, ospitata quasi sempre in luoghi inadatti e non ideati a questo scopo, come stadi, palazzetti, etc. I santuari della lirica e della musica colta, sono gli unici costruiti per l'ascolto, ma ancora non è facile espugnarli per la cosiddetta "musica popolare". Per fortuna negli ultimi tempi c'è stato qualche segnale di apertura in questo senso. Se Elio e le storie tese hanno potuto esibirsi a Santa Cecilia, se i rumorosi Sonic Youth godranno del Teatro Romano di Ostia Antica, se Baglioni suona al teatro dell'Opera, forse si può cominciare a pensare che le barriere non siano sempre insuperabili e a tenuta stagna e che magari sarà possibile in futuro anche per il pubblico del pop, godere degli stessi "diritti di ascolto" di quello della lirica e della musica classica. Forse.


La stampa Venerdì 15 Giugno 2001
Il ricavato sarà devoluto all'Associazione Enrico Cucchi e all'ospedale
A Tortona un tributo a Baglioni
«Bagliori nel buio»: stasera festa per la vita
TORTONA
S'intitola «Bagliori nel buio» tributo a Claudio Baglioni, lo spettacolo in programma stasera, alle 21,30, in piazza Duomo. E' stato organizzato dalla Round Table 31 di Tortona, in collaborazione con il Comune, per riconoscere e sostenere l'opera di due realtà cittadine attente al drammatico problema della sofferenza: l'Associazione «Enrico Cucchi» Volontari per le cure palliative e il Centro di terapia del dolore e cure palliative dell'ospedale di Tortona, alle quali verrà devoluto l'intero ricavato della serata. Ad esibirsi sarà un gruppo di musicisti professionisti formati da diverse esperienze, accomunati dalla passione comune per la musica di Claudio Baglioni. Un sodalizio iniziato tre anni fa che stasera sarà a Tortona per dedicare il concerto alle cure palliative. I pezzi che saranno eseguiti fanno parte del repertorio trentennale di Claudio Baglioni e manifestano la sua evoluzione musicale sempre alla ricerca di cose nuove. Sul palco saranno in otto: Nicola Imbres (voce solista), Andrea Girbaudo (pianoforte e voce),Gege Picollo (chitarre elettriche e classiche), Manuel Favaro (basso elettrico), Massimiliano Leggenda (tastiere e voce), Paolo Facco (batteria e percussioni), Raffaella Franzosi e Simona Baraldo (cori e coreografie).
Questo gruppo si è già esibito davanti al pubblico tortonese due anni fa, ottenendo un grosso successo. Round Table 31 di Tortona, in occasione del ventennale dalla sua nascita, ha deciso di organizzare questo concerto al fine di poter contribuire allo sviluppo delle due associazioni di volontariato. L'amicizia che lega alcuni personaggi della Round Table 31 con le associazioni ed il gruppo musicale ha reso possibile la manifestazione,che nasce grazie alle donazioni degli sponsor e alla laboriosità di tutte le persone che giornalmente hanno lavorato, togliendo spazio al proprio tempo libero, in una gara di solidarietà dove tutti hanno dato il massimo per contribuire. Un segnale di civiltà che tutta la città ha voluto dare: i negozi per promuovere la serata, il Comune per la concessione della piazza, e tutti coloro che parteciperanno al concerto di stasera.


Dal Corriere della sera 15 giugno 2001

Tutto esaurito da giorni per il concerto che terrà Claudio ...

Tutto esaurito da giorni per il concerto che terrà Claudio Baglioni stasera al Teatro dell'Opera. La data è inserita nel tour «InCanto» (partito il 2 maggio da Ascoli Piceno) che l'artista romano sta portando nei teatri lirici di tutta Italia. Per circa tre ore Baglioni, al pianoforte, senza la sua band, riproporrà in veste «minimalista» non solo i grandi successi della sua trentennale carriera, ma anche pezzi che non ha mai eseguito dal vivo.
TEATRO DELL'OPERA stasera alle 21


Reggia & musica
Il canto di Baglioni nel parco illuminato
Ieri le prove: lo splendido scenario di Palazzo Reale cambierà di notte per i turisti. E c'è una sorpresa...
caserta

STELLA CERVASIO 
Baglioni accende Caserta. Il parco della Reggia da metà luglio avrà una illuminazione magica e potrà ospitare nell'asse monumentale concerti e spettacoli, una stagione che sarà inaugurata con Claudio Baglioni e il suo pianoforte. Trattative in corso, per la data esatta bisogna aspettare, ma il cantautore romano pare abbia accettato volentieri un appuntamento che Caserta voleva fissargli già da qualche anno. L'occasione, stavolta, è grande: giochi di luce nelle fontane su un percorso privilegiato dalla prima vasca, quella Margherita a quella di Diana e Atteone, i giardini della Reggia illuminati con effetti soft ma che permetteranno di utilizzare gli spazi anche di notte. Si comincia con una serie di aperture serali prolungate fino alle 23 ogni sabato, dal 16 giugno prossimo al 15 agosto. 
«Stiamo portando avanti uno sforzo per ampliare l'offerta dei servizi museali - spiega la sovrintendente di Caserta Margherita Guccione, che festeggia tra poco un anno dalla sua nomina - e una serie di piccole sorprese: concerti musicali nel vestibolo, ai quali si potrà assistere uscendo dall'Appartamento storico, o un gelato a chi prende il biglietto nelle ore notturne tenendo aperta la caffetteria. Questo sabato ci sarà un concerto previsto nel programma della Musica di Corte, una specie di prova generale». 
Un sistema di illuminazione delicato e non invasivo, quello dello scenario del parco, costato 2 miliardi. I puntiluce sono collocati all'interno delle vasche, come è accaduto per il restauro della fontana della Sirena in piazza Sannazaro a Napoli. Nulla di estraneo al monumento che salti all'occhio di giorno, e di sera miracolosamente le fontane e le cascatelle si illuminano e l'acqua nelle sue mille forme e iridescenze fa il resto. In luce anche le quinte laterali, le alberature, tenute volutamente più smorzate, tenuto conto che in origine naturalmente il parco era illuminato da fiaccole. Niente watt in eccesso, che avrebbero creato un ambiente artefatto. 
Valorizzazione e tutela, un capitolo che tocca da vicino i beni culturali e non sempre è condiviso nel modo giusto. Un torneo di basket ha portato le sue attrezzature a pochi metri dalla facciata del Palazzo nelle scorse settimane. La sovrintendente si è opposta. Il Comune non ha trovato un'alternativa. Il nuovo sistema di illuminazione offre spazi anche a Caserta città, con questo fiat lux dovrebbe essere sancita anche la pace. Caserta tornerà a brillare di luce internazionale come per il G7, quando apparve sui teleschermi in mondovisione e nei due "prequel" di Star Wars di George Lucas, dimenticando i brutti momenti degli incendi? Il bilancio della sovrintendente al momento è positivo: sistemazione della mostra Terrae Motus dopo anni di incuria, restauro di una serie di pregiati orologi che apre una nuova stagione per la valorizzazione degli oggetti «accessori», che poi fanno la storia di un sito monumentale e avvicinano il pubblico alla storia del costume.
«Sono soddisfatta della nuova illuminazione - commenta l'architetto Guccione - la soluzione accentua la sorpresa. Avanzando nel verde si ha una visione sempre diversa, con luci e ombre che cambiano perché il mezzo che la conduce è l'acqua». Senza contare che una centralina elettronica è un vero e proprio sistema di regia, adatto in tutto e per tutto a un palcoscenico. L'altro ieri sera la prova generale con la messa a punto per le superfici delle fontane o arboree, un lavoro non facile. Risalendo lungo l'asse si arriverà alla cascata, al di sotto della quale ci sarà Baglioni col pianoforte. Il pubblico assisterà da sotto la balconata con le statue, sullo sfondo del prospetto della Reggia. 
Con questo nuovo scenario si aprono forse prospettive diverse anche per programmi musicali che si integrino in questi spazi e per qualcosa di più di un evento occasionale, tanto per la musica moderna che per la classica di qualità. «Abbiamo fatto uno sforzo, in primo luogo rivolto alla città di Caserta e alla valorizzazione dello spazio straordinario che è il parco per portare queste immagini così ricche di appeal sulla ribalta nazionale e internazionale che meritano. Un parco che si può fruire di notte può essere un ulteriore punto di incontro per un'estate casertana da ripensare».


 Torino 11 giugno 2001
...che bell' amicizia

Devo dire che "incontrare" Claudio è sempre un piacere.
Anche se non ci sono contatti ne fisici, ne verbali è come rivedere un caro amico. 
Essendo una persona molto carismatica mi coinvolge e fa sentire a mio agio... e ridere alle sue battute è sempre molto naturale.
A volte sembra di trovarsi ad un tavolino al bar e parlare del più e del meno... e com'è bello cantare le canzoni contemporaneamente a Lui... mica me ne rendo conto che cantiamo insieme dal vivo... 
Beh che dire... se questa non è amicizia...che cos'è?
Grazia


Da "Il centro" del 12 giugno 2001
Baglioni dal vivo allo Sferisterio

MACERATA. Claudio Baglioni canterà il 24 giugno nel tempio della lirica marchigiana, l'Arena Sferisterio di Macerata, tappa del suo «InCanto» tour. La data del concerto è stata confermata oggi, dopo il rinvio dell'appuntamento del 14 giugno, deciso per esigenze dell'artista. La serata - Baglioni si esibirà accompagnato solo dal pianoforte - fa parte del cartellone Macerata estate 2001, organizzato dal Comune insieme all'Amat e a Comstar. La prevendita dei biglietti è già in funzione presso la bigletteria dei teatri di Macerata


Venerdì 8 giugno 2001
MUSICA: BAGLIONI, NON CI SONO LUOGHI SACRI DA VIETARE AL POP

Roma, 8 giu. - (Adnkronos) - ''I nostri teatri lirici sono meravigliosi, e' un peccato che siamo chiusi per la musica popolare. Suona un po' come una metafora di una chiusura mentale''. Claudio Baglioni coglie al volo la possibilita' che gli offre la tappa romana del suo tour 'Incanto', quella che il 15 giugno gli aprira' eccezionalmente le porte del Teatro dell'Opera, per lanciare un appello: ''Spero che un giorno l'uomo vinca le piu' brutte malattie, ma di sicuro anche allora si morira' di diffidenza -dice-. Non c'e' motivo perche' ci sia questa 'antipatia' verso la musica popolare.
Anche perche' gli Enti lirici hanno avuto sovvenzioni di cui nessuno ha potuto godere''. Stesso discorso per i siti i le localita' storico-archeologiche: ''Si dovrebbe superare quella tendenza a far 'morire' le cose -sottolinea Baglioni-. Pensiamo a Pompei, che un tempo ospitava gli spettacoli da circo. Chi siamo noi per tradire la storia?''. Questo tour, partito il 2 maggio, ha 'calpestato' palcoscenici lirici storici come quello del teatro Massimo di Palermo, del Carlo Felice di Genova, del Malibran di Venezia. ''E' vero -spiega l'autore- che io porto solo un pianoforte, non ballerine, ne' trappole. Non c'e' spettacolo: ci sono solo le canzoni 'nude'''. Perche' sul palco Baglioni sale solo con il suo pianoforte, per riproporre tutti i suoi successi.
''Uno spettacolo che e' un viaggio molto personale nei ricordi, per aprire certi vecchi cassetti -dice Baglioni-. E' un tour improvviso, che era possibile fare solo ora che sono libero dai soliti meccanismi musicali''. Lo stesso cantautore spiega, infatti, che solo al termine del tour pensera' al nuovo disco e ''a scrivere quell'opera musicale che ho in mente dal '69 e che, forse, non scrivero' mai per avere sempre qualcosa da fare''. Per ora, non c'e' nel suo futuro la Tv, che ha lasciato dai tempi de 'L'ultimo valzer' con Fabio Fazio: ''Mi sembra la Tv adesso sia diventata davvero 'troppa' -dice-. Ma forse un giorno ci sara' qualche spiraglio. Anchen perche' a me la Tv piace''. Magari con Fabio Fazio: ''Mi ha chiesto consiglio. E' una scelta che condivido la sua di andare a La 7. E' entusiasmante che ci sia ancora qualcuno disposto a non comprare la fotocopiatrice in un mondo in cui tutto e' uguale''.


Da http://www.rockol.it/ (8 Giu 2001)

Baglioni: 'Voglio tornare alla semplicità 

"Non ho ancora in cantiere un nuovo disco, ma dopo un tour teatrale come quello che sto facendo in queste settimane, penso proprio che in futuro tornerò alla semplicità della musica, ai suoni veri, essenziali, naturali. Negli ultimi dieci anni ho sperimentato di tutto un po', quindi credo che le mie nuove cose andranno in questa direzione". Sulle sue prossime mosse artistiche Claudio Baglioni si è espresso così, questo pomeriggio, in occasione della presentazione alla stampa del concerto che il 15 giugno terrà al Teatro dell'Opera di Roma, tappa molto attesa dai suoi concittadini tant'è vero che in poche ore i 1450 posti a disposizione sono stati tutti venduti.
50 anni compiuti lo scorso 16 maggio, Baglioni ha dato il via a questo tour intitolato "InCanto, tra pianoforte e voce" il 2 maggio ad Ascoli per chiuderlo il prossimo 22 giugno a Salerno. 
"Grazie a questi spettacoli nati quasi per caso dopo essere tornato a suonare il vecchio piano di mio padre", dice il cantautore romano "sto riscoprendo il valore della memoria e dell'immediatezza. E incredibile, poi, il fatto che dopo tanti anni di carriera in questi show riesco finalmente a sentire bene la mia voce. Confesso che questa dimensione piano e voce e il fatto di esibirmi in spazi molto ridotti mi coinvolge molto, anche perché in più di tre ore presento i miei pezzi così come sono nati. Alcuni, poi, non li ho mai eseguiti in pubblico e mi fa molto piacere che anche dal vivo, in questa veste, riscuotono un buon successo. Abituato a spazi enormi, inoltre, a volte mi sembra di cantare nel tinello... La Tv? Non ho ancora firmato per La Sette... Scherzo, nessuno mi ha offerto qualcosa. A me comunque la televisone piace, la vivo come una vacanza, ma credo che bisognerebbe farla all'insegna della semplicità, mentre adesso vedo che 'il troppo dilaga un po' ovunque. Quindi non escludo di tornarci, ma devo essere abbastanza fortunato da trovare chi mi consente di farla come piace a me. Per il narcisismo di un artista come me è il massimo...". 


Il Divo Claudio al Regio (8 Giu 2001) 
Volatilizzati tutti i biglietti Questa sera anche Gian Maria Testa a "Muovitipositivo"
Il concerto

ELIO BUSSOLINO

L'incantesimo c'è già stato: i biglietti del concerto si sono volatilizzati nel giro di una mattinata e persino prima che ne fosse annunciata la data precisa. Succede ancora una volta a Torino, mai così affamata di musica. O per meglio dire, di eventi speciali: dall'unicità della data italiana degli U2 a «InCanto», il primo tour teatrale affrontato in completa solitudine dal Divo Claudio, al secolo Baglioni, spettacolo che stasera approda al Regio dopo due settimane buone di osanna del pubblico e di perplessità della critica in giro per la penisola. Possibile che in musica le diete alternative attraggano così poco e che si preferisca sempre mugugnare contro i soliti stakanovisti delle code, quelli che riescono sempre ad avere il tempo per essere nel posto giusto al momento giusto? Pare proprio di sì, tant'è che per poco più di millecinquecento provvidi fan regolarmente dotati di biglietto, stasera intorno alle fatidiche ore 21 se ne potranno contare almeno altrettanti che invece troveranno un milione di motivi per prendersela contro gli organizzatori del tour, la capienza del teatro, la sfortuna o l'amico che non li ha avvertiti per tempo. E prova a dire ai più amareggiati di loro che alla stessa ora e senza spendere una lira per l'ingresso nell'area di Muovitipositivo –in Piazza d'Armi - c'è un Gianmaria Testa pronto a dispensare un programma di bellissime canzoni d'autore: il minimo che ti può capitare è di sentirti domandare: «Gianmaria che?». Già, vuoi mettere il piacere di ascoltare per la milionesima volta le «mitiche» fotoromanze di Baglioni –che proprio per il fatto di essere da solo sul palco dovrebbe metterci persino un bel po' di pathos in più - con l'incognita di un cantautore con i baffi che di mestiere fa il capostazione e che in vita sua non è mai stato in hit parade.


Giornale di Como - 7 giugno 2001
Le fans
Teatro assediato nella speranza di un autografo
Dopo lo show comincia l'attesa ma il «divino Claudio» ha fretta

Il pubblico in attesa davanti al teatro Sociale per il concerto di
Baglioni(foto Pozzoni)

Alessio Brunialti H o visto cose che voi non baglioniani non potete nemmeno immaginare». Avrebbe detto così il replicante Rutger Hauer mercoledì sera assistendo al deliquio tutto femminile che ha accompagnato l'uscita di Claudio Baglioni dal Teatro Sociale. Appena finito il lungo trionfale concerto, il cantautore si è asserragliato nell'impenetrabile camerino. Ma le fans, la penna in una mano, un foglio, un disco, una foto qualsiasi cosa nell'altra, non volevano rinunciare a un incontro a quattrocchi con il mito.
La maggior parte era appostata in via Bellini e attendeva fiduciosa discorrendo delle emozioni appena provate, tergendosi lacrime frammiste a paillettes. Le più accorte, accompagnate da qualche sparuto maschietto sbuffante, hanno guadagnato l'attiguo posteggio dell'arena. Lì erano parcheggiate due macchinone dalla targa rivelatrice: Roma. Intanto esce il suo pianoforte. Qualcuna lo tocca: meglio di niente. Poi, dopo molti tentennamenti, ecco il divino manifestarsi da una porticina accompagnato dal suo entourage. Urletti, corse veloci, chi tenta di strappare un bacio, una abbraccio, un lembo della camicia nera. Egli non si scompone più di tanto. I denti bianchi quasi quanto i capelli risaltano nel buio sulla carnagione altrettanto scura. Baglioni abbaglia. E qui si assiste a fenomeni quasi mistici. Un'autentica sindrome di Stendhal collettiva che coglie tutte le presenti, praticamente svenute in piedi, al cospetto dell'uomo (ma definirlo così qui pare pure poco) che le ha fatte sognare tante volte. Ma esso è risoluto ed entra repentino in macchina lasciando a molte un po' d'amaro in bocca. Una ragazza che aveva tanto aspettato una firma e una foto si trova letteralmente paralizzata dall'emozione, dalla gola un sibilo strozzato che non riesce a trasformarsi in parola. Come ipnotizzata. Un amico buono e pietoso le strappa la macchina fotografica di mano e tenta un repentino scatto regalandole un imprevisto autovelox della Baglioni-car oramai diretta verso casa. Sì perché il mito ha fretta. Come sentenzia un'avvenente mora al suo fianco riportando questa scena mistica alla realtà dell'Urbe: «Lasciatelo annà, è stanco, domani c'ha 'nartro concerto!»


Il tempo Sabato 9 Giugno 2001

Il cantautore viola i luoghi sacri della musica e il 15 giugno è a Roma
Baglioni all'Opera: «Il pop non fa male»

di FABRIZIO FINAMORE

ROMA - «Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo. Togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili (melodia, armonia e testo) che compongono un brano». Con queste parole Claudio Baglioni descrive il suo tour 2001 «Incanto, tra pianoforte e voce». Partito il 2 maggio da Ascoli Piceno, il tour prevede trentasei concerti in alcuni
teatri lirici del nostro Paese.
In questi contesti "ravvicinati" per la prima volta, Baglioni si esibisce dal vivo accompagnato dal solo pianoforte. È già tutto esaurito con per l'unica data romana prevista per il 15 giugno al Teatro dell'Opera di Roma.
Oltre tremila sono i fan rimasti senza biglietto. «Quella del Teatro dell'Opera - dice il cantante - non è proprio la tappa finale di questo tour che si concluderà nelle Marche ma è probabilmente la sua chiusura ideale.
Sono molto fiero di entrare in un teatro che solitamente non ospita manifestazioni che non siano tipicamente liriche. A proposito di questo voglio anche dire che è un peccato vedere queste splendide sale troppo spesso chiuse alla musica popolare. Suona un po' come una metafora di una chiusura mentale. Non c'è motivo per tanta diffidenza, anche perché gli Enti
lirici hanno avuto sovvenzioni di cui nessuno ha potuto godere. Perciò sono felice di essere stato ben accolto al Malibran di Venezia, al Carlo Felice di Genova, al Massimo di Palermo».
Com'è nato questo Tour?
«Confesso: non era previsto. È stato un caso. Ho recentemente ripreso il mio pianoforte storico, quello che ho utilizzato nella maggior parte delle mie composizioni e riaprendolo ho scoperto che dentro c'era una fascetta con la grafia di mio padre che appuntava l'ultima volta in cui questo piano era stato accordato. Da lì è cominciato un viaggio molto personale nei ricordi approfittando anche del fatto che la musica e la memoria in fondo sono due sorelle siamesi e sono andato ai tempi del mio primo pianoforte giocattolo che avevo da bambino. Ho provato da solo tre o quattro settimane poi, col vizio che hanno uasi tutti gli artisti di rendere pubblico quello che per loro è privato, ho deciso di partire col tour. È un'esperienza assolutamente singolare in tutti sensi: sono solo sul palco ho un solo strumento». 
Perché una data sola a Roma?
«Ho cercato nonostante le critiche di fare un solo concerto per città proprio per evitare l'idea della ripetitività».
Come interpreta questo concerto? «In modo particolare, non ho legami con una scaletta rigida nel senso che non devo rispettare altri musicisti e questo mi permette di tanto in tanto di proporre "all'incanto" anche brani mai eseguiti in pubbliche rappresentazioni e questo fa parte un po' del mio andare a riaprire i cassetti dell'armadio più lontano. Non ci sono ballerine non c'è spettacolo è un concerto ridotto all'osso che permette in fondo di far sentire le canzoni come sono state scritte e poi c'è la bellezza della dinamica, dei silenzi. Per me è stata un 'esperienza molto importante quasi vitale».
Che tipo di scelta ha fatto nella selezione delle canzoni?
«Ho cercato di mettere insieme i brani che pianisticamente potevano dare migliori risultati, non tutte sono adatte».
Che pensa del passaggio di Fazio a La 7?
«Condivido e apprezzo la scelta che gli ho anche consigliato quando mi ha chiesto un parere. È una bella sfida, spero gli vada bene».
Programmi dopo questo tour?
«Ho incominciato a scrivere nuove canzoni per un nuovo album e poi ho sempre quel sogno nel cassetto di un'opera musicale che mi porto dietro dagli anni Settanta».
Dopo l'appuntamento di Roma, Baglioni sarà a Latina il 16 al Teatro Comunale, il 18 a Cagliari al Teatro Lirico, il 20 a Messina al Teatro Vittorio Emanuele, il 22 a Salerno al Teatro Verdi e il 24 a Macerata allo Sferisterio.


Corriere della sera 9 giugno 2001
MUSICA / Il cantautore venerdì in scena solo con il pianoforte, esclusa l'idea di una replica Baglioni: spiacente, non raddoppio Tutto esaurito all'Opera.

«Ora potrei comporre un melodramma pop» «È una navigazione solitaria, e il piano è la barca che serve per andare da qualche parte», così Claudio Baglioni sintetizza il suo nuovo tour «InCanto - tra pianoforte e voce», dove si presenta da solo sul palco,suonando il piano. Partita il 2 maggio da Ascoli Piceno questa nuova avventura di Baglioni terminerà il 25 giugno a Mantova. Il 15 arriverà al Teatro dell'Opera che ha esaurito in poche ore tutti i biglietti, come è già successo in altre città. Ma non ci sarà nessun raddoppio di data. «Mi dispiace - dice il cantautore romano che ha da poco compiuto cinquant'anni -, so già che mi sono preso le maledizioni di tutti gli spettatori, non solo romani, che non sono riusciti ad assistere a questi concerti. Ma voglio evitare l'idea del tour e della ripetitività». All'Opera Baglioni aveva già suonato nel '99 per beneficenza. «Sono fiero - dice - di tornare in un teatro che non è abituato ad ospitare concerti che non riguardano la lirica».L'autore di «Questo piccolo grande amore» ha già suonato in posti insoliti per la musica pop. È dello scorso anno il tour che lo ha visto protagonista negli anfiteatri e nei siti archeologici. «L'idea di rientrare in luoghi chiusi ai "musicanti leggeri" dà una bella soddisfazione - afferma -. Spesso ho sentito affermazioni antipatiche. Prima di esibirmi negli scavi di Pompei è stato fatto un tale chiasso che mi sembrava di assistere a una riunione di condominio più che all'avvio di un tour. Penso che la diffidenza e il luogo comune non moriranno mai». 
In programma durante le quasi tre ore di concerto («Chi ha dovuto faticare tanto per acquistare i biglietti almeno sarà ripagato con la quantità») brani mai suonati dal vivo e canzoni famose come «E tu», «Amore bello», «Avrai». «Non ci sono ballerine o trappole di nessun tipo - spiega -. Con gli ultimi tre album mi sono tolto molti capricci, ho anche suonato dal solo nell'86, aiutato dall'elettronica. Ora, invece, torno a riassaporare i suoni veri». Spiega che l'idea è nata «quando ho riaperto un mio vecchio pianoforte dove ho cominciato a comporre. Dentro c'era una fascetta sulla quale mio padre aveva scritto la data dell'ultima accordatura. Quell'episodio mi ha fatto viaggiare fra i ricordi, la musica e la memoria. Mi è venuto in mente il pianoforte giocattolo che mi era stato regalato da bambino e che io aggredii con gli indici, pensando che sarei diventato ungrande compositore o un pianista».
Per il futuro più immediato Baglioni prevede un nuovo album. «Ma - confessa - potrei anche iniziare a scrivere l'opera musicale che penso di comporre dalla fine degli anni '60. Magari non la scriverò mai così avrò sempre qualcosa da fare» 
CLAUDIO BAGLIONI


La stampa 9 giugno 2001

Sabato 9 Giugno 2001

BAGLIONI: IL POP ALL'OPERA

ROMA: «I nostri teatri lirici sono meravigliosi, è un peccato che siamo chiusi per la musica popolare». Claudio Baglioni, che lunedì sera sarà al Teatro Regio di Torino, ha colto al volo ieri la possibilità che gli offre la tappa romana del suo tour «Incanto», il 15 giugno, al Teatro dell'Opera, per lanciare un appello: «Spero che un giorno l'uomo vinca le più brutte malattie, ma di sicuro anche allora si morirà di diffidenza -dice-. Non c'è motivo perchè ci sia questa 'antipatià verso la musica popolare. Anche perchè gli Enti lirici hanno avuto sovvenzioni di cui nessuno ha potuto godere». Stesso discorso per i siti i le località storico-archeologiche: «Si dovrebbe superare quella tendenza a far "morire" le cose -sottolinea Baglioni-. Pensiamo a Pompei, che un tempo ospitava gli spettacoli di circo.
Chi siamo noi per tradire la storia?». Il tour di Baglioni, partito il 2 maggio, ha 'calpestatò palcoscenici lirici storici come quello il teatro Massimo di Palermo, il Carlo Felice di Genova, il Malibran di Venezia. «È vero -spiega l'autore- che io porto solo un pianoforte, non ballerine, nè trappole. Non c'è spettacolo: ci sono solo le canzoni "nude"». Perchè sul palco Baglioni sale solo con il suo pianoforte, per riproporre tutti i suoi successi. «Uno spettacolo che è un viaggio molto personale nei ricordi, per aprire certi vecchi cassetti» conclude Baglioni


La repubblica 9 giugno 2001

Baglioni entra all'Opera
"E' una battaglia vinta"

Il cantautore si esibirà il 15 nel teatro lirico romano. "Segno di apertura"

di Andrea Silenzi
ROMA - «Il Teatro dell'Opera di Roma non è la tappa finale, ma è sicuramente un punto d'arrivo. Sono orgoglioso di entrare in uno spazio normalmente riservato alla lirica». Claudio Baglioni non sa nascondere la soddisfazione per quello che considera uno degli appuntamenti più importanti e significativi della sua carriera. La sera del 15 giugno il suo "Incanto tour" entrerà nel tempio romano della lirica, lanciando un segnale importante nell'eterna polemica tra la musica cosiddetta "seria" e la canzone popolare. «Credo che anche in futuro le battaglie più difficili da vincere saranno quelle contro la diffidenza e il luogo comune», ha detto il cantautore presentando il concerto romano, «in certi luoghi esiste ancora una certa diffidenza nei confronti della musica leggera. Farebbe piacere avvertire maggior lucidità, un'apertura mentale che oggi sembra ancora lontana. Si tende a mantenere certi spazi in una condizione di immobilità, come se dovessero ospitare solo eventi seriosi. Ma queste scelte sono totalmente antistoriche».
La struttura del nuovo spettacolo di Baglioni, in scena con l'unico supporto del pianoforte, ha permesso al musicista romano di entrare in una serie di teatri e auditorium difficilmente concessi alla musica leggera: non a caso il tour (partito il 2 maggio da Ascoli) si chiuderà a fine giugno allo Sferisterio di Macerata. «In questi luoghi, l'incanto diventa realtà. Puoi vedere e sentire tutte le persone sedute tra il pubblico, che a loro volta hanno la possibilità di ascoltare la musica nel migliore dei modi. Con un concerto di questo tipo, ogni sera ho la possibilità di proporre qualcosa di diverso, di creare attese e sorprese. In molti casi, oggi, la musica viene proposta con formule stantie e fin troppo prevedibili». Ma il tour, a causa della ridotta disponibilità di posti, ha sollevato più di una polemica tra gli stessi fedelissimi del cantautore: «Ho chiesto io di cambiare città ogni sera, anche se questa scelta finisce per penalizzare molti appassionatiò. In ogni caso, allo spettacolo hanno assistito circa 30.000 persone, che è comunque una cifra rilevante. Anche per questo ho deciso di proporre scalette molto lunghe e articolate, al punto che i concerti durano sempre più di tre ore. Chi affronta ore di fila e notti insonni per acquistare un biglietto va in qualche modo premiato».
Per quanto riguarda il futuro, Baglioni ha già iniziato a scrivere brani per un nuovo album e non ha alcuna intenzione di realizzare un disco live con le registrazioni di questi concerti. Il suo vecchio progetto è quello di realizzare un'opera musicale («ce l'ho in mente da anni, ma non la scrivo mai»), ma per il momento preferisce concentrarsi sulle nuove canzoni. Senza lasciarsi incantare dalle sirene della televisione: «Fazio mi ha cercato per un consiglio, ma non c'è nessun contatto ufficiale. Oggi per fare televisione bisogna essere molto semplici, anche se non stupidi, e trovare persone semplici che ti mettano in condizioni di lavorare. La tv ormai è una totale esagerazione. Ma condivido totalmente la scelta di Fazio, che cerca sempre di aprire finestre su prospettive differenti. Detesto le cose fatte in fotocopia».


La gazzetta di Modena
sabato 9 giugno 2001, S. Efrem

ENNESIMO TRIONFO AL TEATRO STORCHI
Baglioni fa sognare per 3 ore le sue fans
di Francesca Orlando

MODENA. Un recital da vera favola quello cui Baglioni ha dato vita giovedì allo Storchi: oltre 3 ore che non a caso ha chiamato "InCanto tra pianoforte e voce". "Un percorso al contrario - scrive nelle locandine -. (...), per ritrovarsi faccia a faccia con le radici di certe emozioni e con noi stessi.
questo il senso di'InCanto': l'invito a non togliere il cuore di fronte all'incanto".
E lui il cuore sul palco lo ha portato e ha emozionato ed entusiasmato il pubblico, che non ha esitato a manifestare il fervore e il suo affetto con applausi, grida, commenti e battiti di piedi. All'aprirsi del sipario Claudio era lì, al centro del palco seduto al suo pianoforte, illuminato da intensa luce gialla. Non poteva che iniziare il suo incanto intonando "...mille e più incantesimi..."; quando al termine della canzone si è alzato in piedi e si è avvicinato alla platea tutti i presenti erano già ammaliati, stregati dalle sue note. «Questa serie di concerti - ha spiegato - è davvero singolare, perché ci sono solo io sul palco, per i luoghi in cui vengono tenuti, cioè i maggiori teatri, singolare perché tocca ogni città una sola volta, singolare per il repertorio e singolare perché c'è un solo strumento». Ed eccolo quello strumento: il pianoforte. Non un oggetto, non una macchina, ma un "essere" dotato di anima propria, capace di accompagnarci nel cammino della nostra vita, come ha accompagnato questo straordinario cantante, che ora ha deciso di narrarlo a tutti noi. 
«Sono andato a riprendermi il mio vecchio pianoforte, viene da Boston ed è nato nel 1907. Aprendolo ho trovato un rotolino di carta che vi aveva lasciato mio padre, dove aveva annotato l'ultima volta che lo strumento era stato accordato. Quella grafia, il profumo del legno, hanno risvegliato in me una serie di ricordi e ho deciso di percorrere questo viaggio assieme a voi... un viaggio che dedico a mio padre». A queste parole sono seguite poche melodiose note e un coro commosso di «... vieni padre mio, usciamo a fare un giro e guida tu...».
E la storia ha seguito il suo corso: il primo pianoforte che i genitori gli hanno comprato, le prime lezioni, i maestri, i solfeggi... e ad ogni narrazione è seguita una canzone. Fino ad arrivare a quelli che lui stesso ha definito "inni". Quelle melodie che praticamente tutti conoscono: da "Strada facendo" a "Amore bello", da "E tu" a "Tu come stai", da "Io sono qui" a "Mille giorni di te e di me". E l'incanto ha raggiunto il suo apice quando una schiera di voci all'unisono ha riempito l'intero teatro poetando "... mi manca da morire questo piccolo grande amore...".
E alla fine pareva che il pubblico non lo volesse lasciar andare e che anche lui amasse restare sulla scena: ad una prima chiusura di sipario, che poi come usanza vuole si è riaperto per riaccogliere un'ultima canzone, Baglioni è uscito e rientrato un'altra decina di volte; ogni volta una nuova melodia e la platea, in piedi, lo ha acclamato instancabilmente... il sipario poi si è chiuso davvero, ma Claudio ha lasciato un messaggio: "la porta è rimasta socchiusa, così che l'incanto possa scivolare dentro di noi...".


Da Torino sette 8 giugno 2001

Al regio
BAGLIONI DA SOLO
In un recital al pianoforte ripercorre la sue carriera
Spettacolo per pochi
Claudio Baglioni approda con il suo recital "InCanto" al Teatro regio, lunedì 11 giugno alle ore 21 . Sarà uno spettacolo per pochi : 1559 i posti disponibili , e praticamente non c'è stata prevendita . Ancora prima che venisse annunciata ufficialmente la data del concerto , infatti , la biglietteria del Regio ha esaurito i tagliandi , accaparrati da chi, tramite il tam tam del passaparola , aveva saputo che la mattina del 15 maggio si sarebbe iniziata la vendita , e pur di assicurarsi un posto ha trascorso la notte tra il 14 e il 15 maggio davanti ai botteghini del teatro . Delusione quindi per tanti fans che non potranno assistere all'epifania del loro beniamino . Nessuna responsabilità , però da parte del Regio , che per l'occasione si limita ad affittare la sala , mentre lo spettacolo è organizzato direttamente da Bag , l'agenzia di Baglioni

Si chiama "Incanto" ed è il nome del tuor teatrale che sta portando in giro per l'Ialia Claudio Bglioni , menestrello tra i più seguiti del paese . Il viagio è partito dal teatro Ventidio basso di Ascoli Piceno il 2 maggio, fa tappa al Teatro Regio di Torino lunedì 11 e si concluderà a Cagliari il 18 giugno. 
Per la prima volta il Divino Claudio si esibirà dal vivo accompagnato dal solo pianoforte , proponendo alcuni tra i  suoi più grandi successi , e brani mai eseguiti prima in questa veste. D'altra parte il "live act" è il giusto seguito al disco ( il primo unplugged della carriera ) che , uscito il 24 novembre , ha sancito uno dei maggiori successi del cantautore romano . L'album è un doppio con 33 canzoni la cui la mitica "Poster" , "La piana dei cavalli bradi" , "Fammi andar via" e tante altre . 
Il cd è stato registrato nel corso dell'ultima tournée che portò l'artista ad esibirsi in siti archeologigi e luoghi d'arte fra i più belli del nostro paese.
"C'era una suggestione particolare - ha detto in un'intervista di presentazione del progetto - ma ancora forte e viva . Portavo dentro da tempo questa sensazione e non riuscivo a farla sfociare in qualcosa che mi piacesse . parole e note sono i segni che amo maggiormante" . 
Nel cd - che propone ben 150 minuti del Nostro da vivo , ed è l'osastura dello show che si vedrà al Teatro Regio - c'è di tutto e di più . Alcune canzoni , pietr miliari della carriera , sono state compresse e presentate in un medley chiamato "Canzoniere del tempo" , altre sono in versione integrale anche se ricantate mai uguali all'originale .
Certo , bisogna dire che numerosi critici non sono stati teneri con l'ultimo Baglioni che vola molto alto , e cerca sistuazioni nuove per stupire il suo pubblico ( o forse e prima ancora se stesso ) riuscendoci di rado . Il baglioni che vedremo dal vivo vuole portare davanti agli occhi e alle orecchie del pubblico alcune chicche rappresentanti l'essenza stessa della canzone melodica italiana . Lui , nel farlo , si prende molto sul serio . Alcuni diono che per la verità lo ha sempre fatto , e dopo la scuffia che prese quando uscì con il disco "Oltre" - molte delle 800 mila copie stampate rimasero invendute - non accetta troppi consigli . 
Naturalmente anche a Torino non mancherà il pubblico delle grandi occasioni e questo , a lui , che se ne frega dei commenti , basta e avanza.
Lauca Dondoni


Da www.baglioni.it un' intervista a Claudio

Nuova iniziativa Clab

1 - Quale credi sia il pubblico di Claudio? Credi sia cambiato nel tempo? Si è affinato? E che pulsazioni ricevi dall'altra parte della barricata (Caterina) 
E' un pubblico attento, sensibile e anche molto esigente. E non mi dispiace. E' uno stimolo continuo. Certo che è cambiato, così come sono cambiato io. Credo che cambiare sia una qualità fondamentale dell'esistere. Significa sapersi orientare e rapportare con le cose. Personalmente non credo alla rigidità di scelte assunte una volta per sempre. Le scelte, sopratutto quelle che contano veramente, si mettono in discussione e si riaffermano ogni giorno. Dall'altra parte della Barricata ? E' dura, ma non c'è nessun 'altra condizione che possa essere paragonataa quella. Hai sempre l'impressione di ricevere più di quanto riesci a dare. Forse è per questo che finisco col mettere in piedi concerti interminabili: spero di riuscire a pareggiare il conto delle emozioni.

2 - Nella vita ritieni di essere più pessimista o ottimista? Coraggioso o viagliacco? Sincero o " farabutto "? E nelle tue canzoni ? (Caterina) 
Sono un ottimista, anche se il mio ottimismo nasce da una vena che non posso definire pessimista, ma forse " riflessiva ". Non mi convincono le risposte preconfezionate, la superficialità, la banalità, l'ovvio. Cerco di confrontarmi con le cose da pensare. E non è facile. Per quanto riguarda gli altri aggettivi, credo di essere tutte quelle cose insieme, in una specie di cocktail nel quale, però, non saprei dire in che dosi siamo stati distribuiti i diversi ingredienti. Nelle canzoni cerco di essere il più onesto possibile, prima di tutto con me stesso e poi con gli altri. Ma non chiedermi se ci riesco.

3 - Cosa pensi quando sei di fronte alla magia di un mare turchese e cristallino? La tua canzone " Io dal mare " suscita sensazioni così forti anche ad un primo ascolto che appare chiaro quanto il mare sia un elemento vitale per te come fonte di ispirazione. E così ? (Sara) 
E' così. Ho sempre pensato al mare come alla materializzazione dell'anima del mondo, del suo respiro. Il mare esercita su di me un richiamo straordinario. Siamo come due magneti a polarità invertita: ci attraiamo. E' un punto di riferimento fondamentale, come una persona della quale non puoi fare a meno e con la quale - di tanto in tanto - ti devi confidare e confrontare.

4 - Hai più rimpianti per quello che hai vissuto o speranza verso quello che vivrai? (Sara) 
Speranze...Spero.

5 - Lei, alla fine della canzone " Pace " afferma: Sono un uomo libero, oltre" lo direbbe ancora oggi ? Oppure l'uomo Baglioni a 10 anni di distanza dall'uscita di quell'album, quando si esibisce è costretto a scendere a patti per accontentare la casa discografica e le ditte commerciali? (Eleonora - scrippy@interfree.it) 
Abbastanza libero. Almeno nel mio lavoro. Sono a un punto tale del mio percorso professionale per il quale non ho più bisogno di " scendere a patti ", se l'espressione si riferisce a quei compromessi che, in qualche modo, rischiano di intaccare l'integrità del mio lavoro, del mio linguaggio, di quello che cerco di trasmettere. Le cose che, in sostanza, minacciano di ledere la mia dimensione di persona e artista. Credo che la libertà non esista in natura. Nessuna forma di libertà. Piccola o grande che sia, essa è sempre il prodotto dell'impegno dell'uomo. Per questo non credo esistano uomini liberi, ma uomini che si rendono liberi. Ed è un processo che si rinnova giorno dopo giorno.

6 - Mi piacerebbe sapere, visto che il premio internet IMA è di recente consegna, come l'ha presa lui, e più in generale, cosa ne pensa di questo mondo tra le doppie w e ancora, se magari ha in serbo qualche bel progetto per il " suo " mondo delle tre doppie w (Francesca - francesca_marchini@tin.it) 
Benissimo anche perchè non me lo aspettavo. Il web è qualche cosa che mi prende molto e mi affascina anche molto, ma è anche un universo assai difficile da conoscere e nel quale - proprio perchè è presente un numero infinito di opzioni - è difficilissimo essere " opzionati ". Si, stiamo pensando a qualche cosa di veramente particolare per il mondo delle tre doppie w. Qualcosa che va al di là della tradizionale struttura del sito (che cambieremo graficamente in flesh in questi mesi estivi) per rendere quello spazio sempre più vivo e, sopratutto, interattivo e trasformarlo in un...Ma non posso dire altro. Come si diceva una volta ( una frase che, adesso, assume un significato totamente diverso): prossimamente su questi schermi!

7 - Caro Claudio alla soglia dei 50 anni (portati splendidamente), l'hai trovata, finalmente, la tua piana dai cavalli bradi? (Rita - tvand@tin.it) 
No, cara Rita. Non l'ho trovata e - detto tra noi - mi auguro di non trovarla mai. Ma la piana è come un sogno: nell'istante stesso nel quale si realizza, svanisce. Il bello di certi sogni è inseguirli, ma non raggiungerli mai. La piana è un orizzonte di sogno che dobbiamo riuscire ad avere sempre davanti agli occhi, ma mai sotto i piedi. E' lui che ci deve guidare e, per poterci guidare, deve essere almeno a un passo da noi.

8 - Come nascono generalmente le tue canzoni, da un testo si costruisce sopra la musica o da una certa melodia si costruisce sopra il testo ? (Dino - dcecconello@libero.it) 
Non c'è una regola fissa, ma di solito nasce prima la linea melodica, anche se non sempre si tratta di un parto facile. Ci sono doglie vere e proprie. Doglie che si ripetono anche per la scrittura del testo, che resta la parte del lavoro che mi crea più apprensione. Ci sono problemi oggettivi nella struttura della nostra lingua (molto più rigida e meno versatile di altre che si lasciano plasmare più facilmente) e, sopratutto, ci sono sensazioni personali che riguardano il pudore di scrivere, la difficoltà di dire qualcosa di non banale, che - pur partendo da un'esperienza individuale - possa avere un senso più ampio e fornire uno spunto, un momento di riflessione per altre persone, per altri cuori, altre conoscenze. E poi c'è il fatto che le canzoni diventano dischi. E una volta che sono fissate sul cd non cambiano più. La vita intorno a loro va avanti, ma loro restano lì, immobili e non facile dotarle delle energie necessarie a rimanere sempre giovani e capaci di affascinare. E, quando ti capita di riascoltarle, speri sempre che non ti deluderanno. A volte è così, a volte...

9 - Chi è in realtà Oremus, co autore di " Gesù caro fratello " ? (www.reginella.it) 
Anche se mi rendo conto che può sembrare strano, la verità è che non ho mai saputo chi fosse. Probabilmente un giornalista. Il fatto è che quel pezzo è una di quelle canzoni a " compartimenti stagni " nelle quali il compositore e l'autore del testo lavorano in maniera del tutto autonoma e ciascuno si occupa esclusivamente del proprio ruolo. Non è una prassi così insolita. Anzi. Ci sono coppie di nomi assai illustri, sia a livello nazionale che internazionale, che rappresentano esempi di questo modo di lavorare. A pensarci bene sono i cosidetti " cantautori " che fanno eccezione.

10 - In " Cincinnato " qual'è il testo corretto e originale : " altro che guai " o " altro che qua " ? (www.reginella.it) 
Direi, decisamente, " altro che qua " !

11 - Perchè in " Dagli il via " le parole " Brigante " e " Strada " hanno le iniziali maiuscole ? (www.reginella.it) 
Perchè si fa riferimento al brigante più grande di tutti: la morte e volevo evitare che la si confondesse con gli altri " briganti " minori. Della morte - forse per esorcizzarla - si parla poco e invece, è un tema importante al quale dovremmo essere tutti capaci di dedicare un po' del nostro tempo e delle riflessioni di maggiore profondità. Non credi che meriti attenzione un " Brigante " in grado di strappare tutto e tutti in qualsiasi momento ?

12 - Per te è più facile scrivere canzoni di gioia o di dolore? E perchè ? (www.reginella.it) 
Scrivere una canzone non è facile per nessuno. Non importa se sei un professionista o meno, se la canzone è bella o brutta, se avrà successo o no. Scrivere è difficile in ogni caso. M anon so se la gioia sia una condizione che spinge a scrivere canzoni. Per me, di solito, non è così (almeno nella maggior parte dei casi). Se sei felice ti godi quel momento falice (anche perchè tutti sappiamo che non sono proprio tantissimi) e - generalmente - non pensi a scrivere una canzone. Se, invece, ti senti un'anima in credito, allora sale il bisogno di farti soccorrere da una chitarra o da un pianoforte e di dare forma di parole e note a quel disagio che logora dentro, se non altro per il bisogno di tirarlo fuori e alleggerirti del peso che rappresenta.

13 - " E non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso ". Quel " per " sta a significare " se serve a " ? (www.reginella.it) 
Esattamente. Se il tempo è un valore, l'errore più grande è renderlo inutile. Non lasciamo che passi neanche un solo giorno (ma nemmeno un istante) senza che quel giorno (o quell'istante) possano avere un senso compiuto.

14 - Perchè una donna dovrebbe innamorarsi di Claudio Baglioni e perchè non lo dovrebbe mai fare ? (Roberta e Mara - entkg@tin.it) 
Forse perchè sono un uomo (con tutto quello che questo comporta, nel bene e nel male. Se sia più nel bene o più nel male lo lascio giudicare agli altri). Per la stessa ragione. Filosofie a parte: spero di non capirlo mai.

15 - Durante un tuo concerto ti senti unicamente " attore " o anche un po " spettatore " ? (Chiara - clementi_flavio@libero.it) 
Senz'altro anche spettatore. A parte che, dal palco, il colpo d'occhio, a volte, è già un vero spettacolo. Ma poi c'è il fatto che un concerto è una sorta di fuoco d'artificio in due atti : io che faccio l'artificiere e il pubblico che colora di sè la notte. E' un po' come gettare un sasso in uno stagno: ti garantisco che è uno spettacolo anche osservare i centri concentrici formati dall'acqua che si espandono a esplorare nuovi mondi. La musica è un po' così: parte da me, si trasforma attraverso chi la riceve e ritorna a me per essere ancora una volta trasformata e ripartire in un processo senza fine del quale ciascuno è, alternativamente, attore e spettatore.

16 - Mi sono sempre chiesta come percipisca Claudio i suoi fans, quando entra in contatto diretto con uno di loro, come riesce a superare l'enorme dislivello tra quello che lui sa di noi (niente, presi singolarmente) e la profondità della conoscenza che ognuno di noi ha di lui, i suoi sentimenti, il suo pensiero, l'eveluzione di questi nel corso degli anni. C'è, ci può essere comunicazione ? Può esserci scambio al di là del calore di un concerto e dell'acquisto di un disco ? (Cristina ) 
Tu cosa pensi Cristina ? Io credo che comunicare se non tutto, sia quasi tutto. Senza comunicazione non c'è vita. Al di là dei concerti o dei dischi - che sono mezzi di comunicazione tradizionali di chi fa un mestiere come il mio - c'è una comunicazione non scritta e non verbale (una corrispondenza di sensi, avrebbe detto qualcuno) che lega chi scrive canzoni e chi le ascolta. Un legame d'etere e di pensieri che ci unisce, come sponde di fiume che, per quanto distanti sono bagnate dalla stessa acqua. Ci sentiamo, ci annusiamo, ci percepiamo e, attraverso questi strani UFO di parole e note, facciamo un pezzo di strada fianco a fianco, dando ciascuno qualcosa di sè all'altro. Io ho sempre pensato che ne valga la pena.

17 - A chi ti senti più vicino : Achab o Ismaele ? (Milena - velalvento@tiscali.it) 
Ismaele. Credo che più delle risposte, contino le domande.

18 - Ci sarà qualche altro concerto a Roma ? (Gianluca - ibagtr@tin.it) 
Me lo auguro vivamente.

19 - In quasi tutte le canzoni di Oltre sono presenti il mare e l'acqua. Ho notato che c'è quasi un allontanarsi dal mare (quindi dall'origine) man man che il tema si sviluppa nelle varie canzoni. La prima (io considero " io dal mare" la prima canzone, " dagli il via " è più un'itroduzione secondo me) è chiaramente una canzone sul mare e sull'origine. Poi nelle successive il mare non è più protagonista ma appare sempre sullo sfondo e andando avanti, nelle ultime canzoni, quando Cucaio si sente più smarrito, scompare del tutto per riapparire, come una benedizione, come un ritorno all'origine, come un cerchio che si chiude, nell'ultima canzone che si apre con l'immagine di un grande mare aperto: l'immenso soffio dell'oceano...Quanto di questo è voluto e quanto è solo un mio delirio ? (Massimiliano - massimiliano.s@tiscalinet.it) 
Il mare è un luogo - sia fisico, che psicologico e simbolico - fondamentale. Nessun delirio, solo il richiamo di un mistero che c'era prima e ci sarà anche quando avremo smesso di indagarne il senso.

20 - Tu dici " questo bisogno di sogno, quest'utopia necessaria, non è il desiderio di rifiguarsi dove la realtà non arriva, ma la consapevolezza che solo gli occhi che sanno immaginare quello che sarà, insegnano a camminare, e solo nella fantasia si trovano " risposte " , ma come hai fatto a raggiungere questa consapevolezza ? Voglio dire, sei proprio sicuro che il tuo " scappare " , i tuoi momenti di solitudine non nascano da una debolezza causata dal confronto con la realtà ? La fanatsia promette domande ma, le risposte dove sono ? (Elisabetta - becha@inwind.it) 
Siamo davvero sicuri, che la realtà sia più generosa di risposte della fantasia e che le sue risposte siamo migliori di quelle che la fantasia ci può dare ? Quante volte la storia ha smentito le nostre certezze ? Non credi anche tu che quando " allo spirito di finezza " si sostituisce quello " di geometria " , perdiamo tutti qualcosa ? Le persone che non sanno (o non vogliono) sognare sono davvero ricche ? Non lo so, ma il dubbio è forte. Pensiamoci ancora.

21 - Molte volte commentando le tue canzoni ci siamo ritrovati a parlare di una frase che ne fa parte, che personalmente ritengo tra le più belle, " tamburi lontani " e vengono fuori interpretazioni diverse : " pensa amore mio che t'insegnai mille altri cieli e non seppi mai soffiarti vento sulle ali " Puoi darci la tua interpretazione visto che sei l'autore di queste stupende parole? Colgo l'occasione per ringraziarti delle fantastiche emozioni che mi dai e dirti che ti voglio un bene immenso. (Simona - simo@ciaoweb.it) 
Preferirei non farlo, Simona. E' già imbarazzante scrivere, ma descrivere lo è ancora di più. In quel passaggio c'è tutta la difficoltà - per non dire l'impossibilità - di trasferire a qualcun altro la percezione, spesso irrazionale, di qualcosa che abbiamo colto o crediamo di aver colto. Lo sguardo della sensibilità, dell'intuizione, della passione, talvolta, arriva là dove gli altri sensi non riescono ad arrivare, ma poi non è facile trasmettere questa " visione " delle cose, ne trasferire agli altri le energie di cui c'è bisogno per spiccare certi voli. Quello che credo è che non si debba smettere mai di tentare.

22 - In relazione al fatto che tu affermi spesso che i tuoi comportamenti sono - atti privati in luogo pubblico - ti è mai capitato (in tempi recenti) che una tua canzone ( o una frase di essa) abbia provocato (per es. l'argomento trattato) un qualche equivoco con qualche persona a te vicina (amico/a, compagna, collaboratore, etc.) tanto da dover necessariamente chiarire il malinteso ? (Enrico - enricoba@netlab.it) 
Più di una volta, ma non saprei dire se a torto o a ragione. E' che le canzoni ci appartengono già poco quando partono e ci appartengono ancora meno quando arrivano. Chiunque le riceve - indipendentemente dal fatto che esista un rapporto, un'amicizia o anche una semplice conoscenza con chi le ha scritte - sente sempre ciò che la sua sensibilità gli suggerisce. E' un fatto esclusivo, che non si può trasferire e che non ha regole. Incomprensioni o fraintendimenti sono all'ordine del giorno, ma anche intuizioni correte. Vale un po' quello che vale per la bellezza che si dice essere negli occhi di chi guarda. Per le canzoni contano le orecchie (o le antenne) di chi ascolta. Forse anche per questo il nostro affezionarci a certe canzoni non ha sempre a che fare con il fatto che siano canzoni di qualità. Ci sono momenti nei quali abbiamo anche voglia di farci stordire da una melodia " bruttina ".

23 - Negli ultimi tre album c'è un costante riferimento alla fine dell'esistenza (stelle di stelle - titoli di coda - quanto tempo ho) e al modo di consumare " il tempo " a noi destinato. D'altro canto però, c'è anche la consapevolezza dell'esistenza dell'infinito e della nostra appartenenza a qualcosa che va oltre questa vita. Le tue riflessioni su questo tema ti hanno portato a considerare ciò che ci attende dopo " la fine " ? In che modo, secondo te, continuamo a far parte dell'universo ? (Sergio - tvand@tin.it) 
Vorrei saperlo. E' una domanda immensa, alla quale cerchiamo sempre (e cercheremo per sempre) una risposta. Azzardo un primo, timido tentativo: nei pensieri e nella memoria di chia abbiamo conosciuto e amato.

24 - Posso chiedere se la seconda opera " Io sono qui ", della trilogia a noi tutti ormai nota, trovi un collegamento specifico, oltre a quello ben conosciuto e individuato tra il passato di Cucaio/Clà e il futuro del Viaggiatore Claudio ? (Giovanni - mmlogis@tiscalinet.it) 
Quello è il suo collegamento naturale. Ho detto spesso che " Oltre ", " Io sono Qui " e " Viaggiatore sulla coda del tempo " , sono i tre elementi di una trilogia dedicata al ruolo dell'uomo, " attore/spettatore " di questo tempo che, solo per l'uomo, assume tre diverse identità: passato (ho sempre visto Oltre come una ricerca alle radici), presente (Io sono qui è l'affermazione di una identità) e futuro (Viaggiatore sulla coda del tempo è una proiezione, un tuffo in avanti per cercare di sbirciare cosa si nasconda dietro quel grand epunto interrogativo che chiamiamo futuro).

25 - Se ti chiedessero di girare un film, in quale veste accetteresti di farlo? Da Attore, da Autore o da Scrittore della colonna sonora ? ( Daniele - glocoratolo@tiscalinet.it) 
Ci penserei ma con mille ma. Il cinema è una dimensione affascinante, ma bisogna essere preparati ad affrontarla. Un passaggio del genere dovrebbe avere un senso davvero convincente. Non mi interessa occupare ogni spazio disponibile solo per il fatto di farlo e poter dire " l'ho fatto ". Mi interessano le idee. Se ce ne fosse qualcuna davvero valida, ci penserei. Vedremo.

26 - Vorrei che chiarissi un po' la situazione che si è creata intorno a Clab e che pensassi un po' più a noi clabber. Vorrei sapere realmente i tuoi progetti futuri. (Patrizia - patti.bartoli@tin.it) 
Sgombriamo il campo dagli equivoci: Clab l'ho voluto e lo voglio io; ci ho creduto e ci credo io. E' il nostro piccolo angolo dei sogni e mi dispiace molto quando i nostri sforzi non danno i risultati che noi ci auguriamo e qualcuno resta deluso. Anche perchè la delusione è un malessere che si vive sempre in due. Progetti futuri? Vorrei conoscerli anch'io, credimi. La gran parte del nostro tempo passa nel ragionare e progettare il futuro. Come ciceva qualcuno, l'ispisrazione esiste, ma ti deve trovare al lavoro. Comunque tranquilla, quando i progetti prendono forma non li teniamo in tasca. A questo proposito posso dire di avere due o tre " idee " in fase di sviluppo che prenderanno vita e forma nell'estate. Non siate impazienti. A presto, vedrai.

27 - Perchè nella tournee non hai incluso la Svizzera ? (Donato - donato.gentile@gmx.ch) 
Beh non direi che la Svizzera sia stata esclusa. A volte certe scelte non risultano praticabili per ragioni tecniche o organizzative o di luoghi non adatti alla rappresentazione, ma quando le opportunità ci sono di solito le cogliamo. Hai dimenticato le due date del Tour Blu a Lugano e Zurigo ? Non essere impaziente, vedrai, avremo oaccasione di incontrarci ancora.

28 - Caro Claudio, abbiamo l'opportunità di farti una domanda, bè, ce ne sarebbero tantissime, ma penso di scegliere quella più banale. Volevo chiederti se durante tutti questi anni di lavoro, di grandi soddisfazioni, di tournee e incontri con noi fans, tu sei mai riuscito a capire, e quindi se siamo riusciti noi, a ben trasmetterti il nostro amore? Me lo chiedo spesso se il nostro " Claudio " sa quanto gli vogliamo bene. (Federica - mancini_federica@libero.it) 
C'è una fonte inesauribile di energia che accompagna chi, come me, fa questo strano mestiere: l'energia che ci viene da chi, come te, ci segue con passione e affetto (entrambi ricambiati). Credo che sia questo dialogo, questo incontro di sensibilità, la cosa che dà un senso al nostro passaggio.

29 - Caro Claudio innanzitutto voglio complimentarmi con te per la spettacolare esibizione in Piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno...E a proposito di questo tema ecco la mia domanda per te: mi interessa sapere se durante il concerto dal palco tu e i musicisti vi siete potuti rendere conto del caos che in alcuni momenti si è creato nella piazza . (Francesca - fraggymaggi@ciaoweb.it) 
Capita che, quando ci si incontra in più di 200.000 persone, stipati nella piazza di una grande città, per festeggiare quella che potremmo definire la festa delle feste, l'euforia, l'entusiamo, la voglia di eccedere e trasgredire possano sconfinare e portare qualche brivido, qualche momento nel quale la confusione la fa da padrone e ci può essere il rischio di qualche incidente. Ma non mi sembra che la situazione sia mai degenerata, anzi, tutto sommato direi che le cose sono andate meglio di quanto ci si poteva forse aspettare. Piccoli brividi e disagi non sono eccezioni nelle grandi concentrazioni di pubblico, ma il fatto stesso che la dimensione festa non sia mai venuta meno e che praticamente la totalità dei presenti sia riuscita a viversi e godersi la nottata fino alla fine, significa che ha prevalso una sana voglia di festeggiare e stare insieme e che - con i dovuti accorgimenti - organizzativi e uno spirito di partecipazione positivo, questi momenti di aggregazione si possono ripetere.

30 - Qual'è il significato del titolo e del testo della canzone V.O.T. ? (Ilaria - fran.riva@tin.it) 
V.O.T. come peraltro suggerisce il gioco di parole è una canzone ironica. Sono l'ironia, la presa in giro e il gioco, appunto, gli elementi principali attraverso i quali si tratteggia una sorta di caricatura del rapporto tra noi e la scatola televisiva; questo specchio, a volte realista, a volte sognante, a volte deformante, di noi stessi e della nostra realtà, con il quale ci confrontiamo. Ci sono anche se in toni leggeri di uno sguardo sempre divertito, l'incanto (come suona questa parola!!) lafascinazione per lo strumento e la magia di cui si fa portatore, e il discanto, il seme del dubbio, che non ci deve mai abbandonare, se non vogliamo correre il rischio di appiattirci e assomigliare un po' troppo alla scatola vuota.

31- Sono rimasta molto impressionata dal concerto dello stadio Olimpico a Roma del 98, nel vedere quel mare di gente riunita a sentirti cantare, e ho cercato di immaginare cosa potessi provare tu, a livello emotivo, nel trovarti corcondato da migliaia di persone che erano lì solo per te.(Laura - laura.fio@iol.it) 
Anch'io. Confesso. E, credo ogni volta che rivedo la registrazione stento a credere che sia avvenuto davvero. Credi, non solo non è facile affrontare l'onda d'urto emozionale di serate come quelle(e affrontare il vuoto che la marea di braccia e occhi lasciano quando si ritira) , ma non è nemmeno facile convivere con l'eredità di eventi come quelli, con il successo dei quali - ogni volta che progetti qualcosa di nuovo - bene o male ti trovi a fare i conti. Ma poi, pensi che ogni giorno ha la sua storia e ti rimetti a lavorare.

32 - La canzone che consideri " la più bella " l'hai già scritta o è quella che scriverai domani ? (Maria Antonietta - antonietta.m@tin.it) 
Spero proprio di no e mi auguro sempre di scriverla domani. La verità è che le canzoni sono un po' come i figli: finisce che ti affezioni a quelli meno dotati, i meno fortunati. Ci sono brani che ci ostiniamo a riproporre anche se non hanno l'accoglienza che - a nostro giudizio - meriterebbero, perchè speriamo sempre che, prima o poi, gli altri riescano a sentirci quello che sentiamo noi che li abbiamo scritti, a riconoscergli il senso e il consenso che vorremmo, ma capita che le cose vadano in modo diverso. Ma noi genitori delle note e delle voci non perdiamo mai la speranza.

33 - Dopo aver scritto una canzone ti è mai capitato di piangere di gioia ? (Maria Antonietta - antonietta.m@tin.it) 
Sicuramente, non saprei però dire se di gioia. Piangere...Ma non tanto per il sollievo che deriva dall'aver portato a termine quella " fatica ", quanto per il fatto che scrivere una canzone significa affrontare un'apnea interiore alla ricerca di cose che abitano la profondità della tua persona. Profondità nelle quali scendiamo troppo di rado. Si tratta di un processo che, se compiuto con onestà e chiarezza nei confronti di se stessi, può anche essere doloroso. E poi, c'è sempre il fatto che la musica è qualcosa che tocca delle corde che quando vibrano davvero, scatenano sensazioni e reazioni difficili da arginare. Il pianto, in certi casi è bello e sano.

34 - Claudio, pensi che ci sia un modo per smettere di soffrire per amore? (Melissa - mevan@libero.it) 
Credo di no, credo proprio di no. E visto che sono convinto che la misura della nostra sofferenza in fondo non sia il termometro della nostra capacità di appassionarci e amare, mi auguro che non troveremo mai un farmaco anti-sofferenza. Soffrire è importante quanto amare. Non vorresti guarire anche da questo male antico quanto l'uomo, che è anche il più potente " motore di ricerca " di cui disponiamo vero ?

35 - Ogni giorno dietro una cassa a dare il resto e poi sorridere (Sabrina - Sabrina1@katamail.it) 
E' un tema difficile, anche perchè intercetta quello del rapporto con questa nostra quotidianità di regole, di convenzioni, doveri, obblighi che sembra sempre matrigna rispetto al nostro bisogno di rendere il tempo il più possibile simile all'idea che noi abbiamo di noi stessi e anche di lui. Dentro di noi sentiamo (o crediamo) di sapere, come le cose dovrebbero essere e tutto ciò che le rende diverse ci fa soffrire. Eppure, anche la disciplina della cose ha il suo valore. Un grande valore. Il valore è trovare il punto di equilibrio. Se la vita è vento noi dobbiamo imparare a essere vela. E, poi, stare insieme non pesa, sopratutto se ciascuno è lì per l'altro. Certo ci può essere la stanchezza, un momento più o meno felice, ma incontrarsi è sempre uno scambio utile: si da, ma si riceve anche.

Un grazie a tutti voi.

Claudio Baglioni


Da un giornale comasco  7 giugno 2001
L'artista romano ha conquistato il Teatro Sociale di Como con i brani più
significativi di trent'anni di carriera
Con Baglioni una crociera nella memoria
Ma durante lo show ha dato prova anche di grande ironia e di verve

Como Un mare di emozioni, solcato con ironia e verve da un artista navigato ma ancora desideroso di mettersi alla prova. Questa l'atmosfera che lo strabordante ed entusiasta pubblico comasco ha respirato ieri sera durante il trionfale concerto di Claudio Baglioni al Teatro Sociale. 
Una crociera nella memoria durata più di due ore durante la quale il cantautore romano ha ipnotizzato e divertito l'eterogeneo pubblico (tanti suoi coetanei ma anche giovani e famiglie) proponendo i brani più significativi, ma non per questo soltanto i più conosciuti, di trent'anni di carriera. Il "divo Claudio" aveva promesso di offrire una versione intima e minimalista delle sue canzoni. Promessa mantenuta fin dall'apparizione dietro il sipario, accompagnata da un'autentica ovazione. Scenografia scarna e pochissime luci, lui come sempre in pantaloni e camicia nera, con il solo ausilio del pianoforte. La leggenda del pianista, narratore e cantante sull'oceano di melodie e parole ha inizio con «Acqua dalla luna». E già il pubblico (sottovoce, per non rompere l'incanto) mostra di aver voglia di cantare con lui. 
Ma anche lo splendido cinquantenne brizzolato ha voglia di raccontarsi, e molta, tra una canzone e l'altra. «E' un concerto singolare - sono le sue prime parole - Singolare maschile, ma singolare è anche essere ospite di teatri storici come è il Sociale di Como». Dopo «Tamburi lontani» dedicata al padre, sfilano come oggetti preziosi da maneggiare con cura, brani recenti, e composizioni che da anni il musicista romano non eseguiva in concerto come «Il sole e la luna». Gli applausi più fragorosi sono per i suoi cavalli di battaglia, ma i fans più accaniti mostrano di gradire gli «assaggini» che Baglioni stesso ha scelto come compagni di viaggio in mezzo a un repertorio ormai vastissimo: «Do re mi fa sol», «Isolina» e «Fammi andare via». Spazio alle immaginifiche «Pace» e «Fotografie» e alle sentimentali, veri inni baglioniani «Ora che ho te», «Un po' di più» e «Quante volte». Melodie appoggiate su accordi accennati, arrangiamenti asciutti che non devono rompere l'incantesimo. Così il "divo Claudio" riesce a colorare di nuova poesia i suoi classici vecchi e nuovi, tenuti tutti per il gran finale e gli inevitabili bis con "standing ovation". Per gli "aficionados" e i vip accorsi al Sociale una serata da ricordare a lungo anche perché un Baglioni così ispirato e confidenziale non si ritroverà molto facilmente nelle tournée a venire.
Alfredo del Curatolo


Da "la repubblica"  7 giugno 2001

Assalto all'Opera 
"Baglioni, fai il bis" 

Subito esaurito il concerto del 15. La rabbia dei fan

Rabbia e delusione per il concerto del quindici giugno di Claudio Baglioni. In due ore il Teatro dell'Opera ha fatto il pieno e oltre tremila fan sono rimasti senza biglietto. In fila fin dalle 5 del mattino, chi addirittura dalla sera prima. Eppure davanti al teatro di piazza Gigli, in molti, forse troppi, alle undici hanno dovuto fare dietro front. Da quell'ora infatti si vendevano già i biglietti di solo ascolto (circa trecento), quelli che garantiscono il posto in sala ma che non permettono di vedere il palco e dunque l'esibizione del cantante.
«E' ingiusto, l'organizzazione di questo concerto è stata assurda. Un solo giorno e un solo punto di prevendita in tutta la città. Millecinquecento biglietti (questa la capienza del teatro, ndr) a fronte di cinquemila utenti in coda», gridavano ieri i fan che non potranno partecipare al concerto. «Se non verrà fissata un'altra data a Roma - ha minacciato un gruppo oltranzista - la sera del quindici faremo un sitin fuori dal teatro». Lo striscione sarà: «Con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è». Proprio come Baglioni, al quale i fan lanciano un accorato appello, canta in una sua canzone.
(federica angeli)


DA "gazzetta di Modena" giovedì 7 giugno 2001, S. Sabiniano martire 

STORCHI ESAURITO
Assolo con piano
stasera il recital di Baglioni

p.l.sen.

MODENA. Accompagnato dall'inevitabile "tutto esaurito", un esaurito avvenuto in poche ore, Claudio Baglioni sarà in concerto questa sera al teatro Storchi dopo essere stato con successo in molti altri teatri della regione.
Il tour 2001 del cantautore romano è partito il 2 maggio da Ascoli Piceno e si concluderà il 18 giugno a Cagliari: Baglioni si esibisce in trentasei teatri lirici tra i più belli e affascinanti d'Italia con un concerto assolutamente inedito nel quale, per la prima volta, si esibisce dal vivo accompagnato soltanto dal suo pianoforte. Quello proposto da Claudio Baglioni è un repertorio esclusivo che presenta alcuni tra i più grandi successi e brani mai eseguiti prima in questa veste dal musicista romano, una delle voci più sensibili e raffinate della musica popolare italiana.
"InCanto tra pianoforte e voce" è un progetto pensato e realizzato per esaltare l'essenza delle canzoni: parole e note proposte dall'artista solo sul palco con la propria musica. Claudio Baglioni, al pianoforte, proporrà i suoi maggiori successi, canzoni che ne hanno fatto uno dei personaggi più amati della musica d'autore italiana.
Per questo tour si addice la definizione di "musica leggera da camera" già utilizzata da Baglioni per il suo ultimo album "Acustico - Sogno di una notte di note", uscito nel novembre scorso. Il musicista romano presenterà un repertorio esclusivo, con brani mai eseguiti prima, accompagnato dal solo pianoforte.
Si tratta di un progetto unico, con concerti pensati e realizzati per esaltare l'essenza delle canzoni: parole e note. In scaletta circa trenta canzoni per quasi due ore di suggestivo spettacolo. Non mancheranno ovviamente alcuni dei suoi grandi classici: "Strada facendo", "Amore Bello", "E tu", "Tu come stai" accompagni da svariati altri titoli ormai nella storia della canzone italiana. La regia teatrale del recital di Baglioni è stata curata da Pepi Morgia.


Da "Avvenire" 6 giugno 2001
TOURNÉE «InCanto», un mese e mezzo di teatri 
Baglioni e il pianoforte, una sfida «sportiva» 

«Userò i miei concerti per parlare alla gente dei problemi del mondo di oggi» 
Massimo Bernardini 
Mai fermo, Claudio Baglioni, mai tranquillo. Ha provato tutti i "format" del concerto dal vivo: dallo stadio con superband allo stadio da solo, dall'arena all'aperto al Palasport. Adesso da un mese sta saggiando i teatri cosiddetti di tradizione, piccole e grandi bomboniere, in gran parte ottocentesche, che popolano il nostro paese. Ma la novità è che stavolta fra le mani ha solo la tastiera di un pianoforte e la sua voce, per una scaletta di canzoni insolite, alcune del tutto dimenticate. E poi c'è una dedica, al padre recentemente scomparso, che regala un di più di struggimento e immediatezza. Sul palco ci sono alcuni semplici elementi luminosi, con cui fa un essenziale lavoro il solito Pepi Morgia. Ma tutto poggia sul Baglioni cantante, affabulatore e pianista, una fatica non indifferente, una sfida "sportiva" prima che artistica. Così c'è una sottrazione profonda di enfasi, una comunicazione diretta, a tratti spiritosa, a volte a confronto con un pubblico che scambia un teatro (come è successo al rinnovato Dal Verme di Milano) per un Palasport. Le canzoni, comunque, arrivano imprevedibili per scelta e rilettura (basti citare una fantastica Vivi tutta in staccato), e davvero stupefacente per potenza e tenuta è la voce del cantante, che si rivela interprete generosissimo. Tanti i pezzi dimenticati (Pace, Un po' di più, Ora che ho te, Lacrime di marzo) e una marea di bis a sfinire un pubblico che, peraltro, non vorrebbe andarsene più. Stasera la tournée di InCanto è a Modena. Repliche l'11 a Torino, 12 Cremona, 13 Bergamo, 15 Roma (Teatro dell'Opera) 16 Latina, 18 Cagliari, 20 Messina, 22 Salerno. 

Massimo Bernardini


Da "Provincia Pavese" 6 giugno 2001

E Pavia abbraccia il "divino Claudio"
Entusiasmo alle stelle per il cantautore romano In un palco del teatro anche l'amico-collega Ron

UNA NOTTE CON BAGLIONI AL FRASCHINI DI PAVIA


PAVIA. In tanti ieri sera si sono presentati con largo anticipo davanti 
all'ingresso principale, ancora sbarrato, del Teatro Fraschini. Già un'ora prima dell'inizio ufficiale del concerto i fan più incalliti di Claudio Baglioni hanno ingombrato il portico del teatro nel tentativo di salutare, anche fugacemente, il popolare cantante romano impegnato nel suo più recente tour intitolato «InCanto».
Soprattutto ragazze, più o meno giovani, alcune incuriosite e altre impegnate in appassionate chiacchiere di circostanza, in attesa del loro idolo. Tutti nella speranza di vederlo. «E' già arrivato?», «Quando arriva?», «Speriamo che passi dall'entrata principale» si è sentito bisbigliare più volte da qualche mamma e qualche figlia con evidente trepidazione. Ma nel giro di pochi minuti il teatro apre i battenti per venire letteralmente invaso. Al vociare dei primi spettatori in cerca dei posti in platea si aggiunge l'eco sfilacciata dai palchi circostanti. Non è rimasta neppure l'ombra di un posto libero. Tutto esaurito. Prima che si spengano le luci, da un palco spunta anche il viso di Ron, l'amico cantautore di Garlasco, a sua volta sedotto dall'idea di un tuffo nelle canzoni che hanno accompagnato un pezzo della nostra vita.
Un caloroso applauso accoglie finalmente l'arrivo in scena di Baglioni.
Accompagnato dal solo pianoforte, il cantautore romano dà il via alla sua attesissima esibizione. Talmente agognata dai suoi fan che i biglietti, mesi fa, erano andati a ruba in poco più di un giorno e mezzo. Un pubblico disciplinato che adora lo stile e la semplicità di Baglioni. Cantautore dei buoni sentimenti, dalle melodie coinvolgenti addolcite da una voce densa e pastosa, reso celebre da alcuni ritornelli che sono entrati nel mito della canzone leggera italiana. Chi potrebbe affermare di non aver mai ascoltato canzoni come «Sabato pomeriggio», «Poster» o «Questo piccolo grande amore»?
Ecco Baglioni, seduto davanti al suo strumento prediletto, in un concerto anomalo considerando il repertorio e il clima delle suoi più tradizionali live show nei palazzetti dello sport pieni di urla e magliette sudate. Ora è solo, in un curiosissimo rapporto dialogico condotto senza intermediari.
Solo con se stesso e con il suo pubblico. Partono le note. Classici da coro, molti inediti e brani per sola voce. Solo musica e parole.


LA PROVINCIA PAVESE 5 giugno

BAGLIONI: SOLO VOCE E PIANO STASERA NEL SETTECENTESCO TEATRO FRASCHINI

PAVIA. L'attesa, finalmente, sarà ripagata. Stasera il teatro Fraschini si riempirà della calorosa presenza di centinaia di spettatori che, ormai da settimane attendono con trepidazione l'arrivo di un artista insolito, quanto meno all'interno di un contesto teatrale. Si tratta di Claudio Baglioni, il cantautore romano reso già immortale nella storia della canzone italiana per alcuni fra i più celebrati tormentoni da classifica come "Sabato pomeriggio" "Poster" e "Questo piccolo grande amore". Dopo aver intrapreso, appena un mese fa, l'avventura del nuovo tour intitolato "InCanto", la cui particolarità è rappresentata dal fatto che Baglioni ha deciso di esibirsi in uno spettacolo solistico in alcuni fra i teatri lirici italiani più affascinanti, oggi tocca alla perla settecentesca del nostro Fraschini. Ad accompagnarlo sulla scena solo il suo pianoforte, strumento che egli stesso ha più volte definito indispensabile alla sua creatività e naturalmente, alla sua voce. Baglioni, per altro, non soltanto si è lanciato in un'impresa per sua stessa natura accidentata considerando sopratutto il pubblico che solitamente affolla le sue esibizioni dal vivo in stadi e palazzetti, ma indiscutibilmente rischiosa visto che il repertorio scelto è quello di canzoni per la maggior parte inedite. Uno show unico nel suo genere.
Espressamente voluto dall'autore di "Porta Portese" con l'obiettivo di trovare nuovi spazi ed emozioni alla sua musica. Una sorta di riflessione solitaria in cui a sostenere il cantante saranno esclusivamente le sue forze e la risposta del suo pubblico. Ma Baglioni, in questo senso, aveva già dimostrato in passato una certa intelligente duttilità, frutto di un'inquietudine artistica poco comune nei cantautori meno engagé della sua generazione. Da qualche anno, le sue esibizioni dal vivo erano state sempre più spesso ravvivate da curiose improvvisazioni. Un'intera tournè estiva a bordo di un camion bianco e alcuni piccoli concerti tra i cunicoli della metropolitana romana, camuffato da cantante di strada con tanto di barba e baffi posticci. Non è la prima volta, in fondo, che la musica leggera entra 
nei templi della lirica italiana, ma non è certo cosa di tutti i giorni. Con buona probabilità, stasera, saranno in molti a vedere per la prima volta gli adorabili stucchi del Fraschini.


Dall' Alto Adige 05 giugno 2001
Baglioni tocca tutti i tasti della sua anima 

«InCanto tra pianoforte e voce» ieri sera a Trento il trionfale recital acustico del cantante

di Fabio Zamboni

TRENTO. Saranno i cinquant'anni appena compiuti, sarà la voglia di uscire allo scoperto dopo gli anni dei tour supertecnologici e ultrasofisticati, sarà la voglia di ritrovare e riprovare le emozioni più vere e dirette, oppure tutto questo insieme. Sta di fatto che Claudio Baglioni ha scelto una strada affascinante per ritornare sul palco, un tour acustico - solo voce e pianoforte - che ieri sera ha fatto tappa a Trento dentro un Auditorium straripante di gente e di emozioni.
Quasi tre ore di spettacolo con una trentina di canzoni scelte fra le meno sfruttate dei suoi trent'anni di successi. Ci sarà qualcosa di magico in quel tre che ricorre nei numeri vincenti di questo tour, ma la vera magia sta tutta nel modo semplice e profondo al quale il cantautore romano si affida per entrare nel cuore delle sue canzoni, e portarle in viaggio a bordo del suo pianoforte. Un viaggio che vive di canzoni, di una voce prodigiosa, di una scena altrettanto scarna e affascinante (quattro cerchi che le luci trasformano in pianeti e stelle), e di tante parole dette: dopo ogni canzone arriva un ricordo, un aneddoto. Racconta del padre - al quale dedica una intensa "Tamburi lontani" - e del pianoforte che gli ha lasciato; poi del suo primo pianoforte - uno Schulze-Pollmann fabbricato a Laives. E ancora dei suoi maestri di canto e di piano, partendo e ritornando sempre al suo strumento come simbolo del viaggio, come metafora dell'esistenza (la più riuscita? Quella antirazziale: «I tasti neri hanno quel poco di spazio che i bianchi gli lasciano. Come nella vita».
Tante parole, forse anche troppe. Ma spese bene, sempre con un tocco di autoironia che il pubblico di Trento - sempre particolarmente generoso - sottolinea con ovazioni.
Ma, al centro, ci sono le canzoni e questa inedita via, semplice e perfetta, di riproporle. Attacca con "Acqua alla luna", e subito si potrebbe scommettere sulle sue corde vocali: possibile che arrivino alla mezzanotte senza frantumarsi? I pezzi più lirici ("Pace") e quelli più jazzati ("Fotografie") si alternano, accostando anche pezzi distanti trent'anni ("Il sole e la luna" e "Opere e omissioni"). Chiude il primo tempo raccogliendo richieste fra il pubblico, e all'inizio del secondo propone due coraggiose canzoni dedicate a Mia Martini, che parlano del suicidio ("Lacrime di marzo") e del narcisismo degli artisti ("Stelle di stelle").
Il suo marchio di fabbrica, quell'architettura di melodie che salgono e scendono rincorrendosi oblique, si esalta nella dimensione unplugged. E questa struttura scarna mette a nudo le radici della sua musica, certo più vicina al belcanto italiano piuttosto che al pop-rock. Il viaggio continua con "Buona fortuna", e le conosciutissime "Strada facendo" e "La vita è adesso". La temperatura sale ancora, se possibile, con l'interminabile serie dei bis. L'"inCanto" (titolo dello spettacolo) è riuscito.


Baglioni: il mio tour, uno spogliarello

«Canto accompagnato solo dal pianoforte, così metto a nudo me stesso»


MILANO - Un concerto al «singolare»: uno strumento soltanto, il pianoforte; un repertorio inusuale; un unico protagonista, Claudio Baglioni. E’ partita dal teatro Dal Verme di Milano la seconda tranche del tour del cantautore che, come nell’86, è tornato sul palco da solo, ma questa volta lasciando a casa anche computer, chitarre elettriche e tastiere. A cinquant’anni Baglioni prova a reinventare se stesso, a giocare con la memoria, a rimescolare le carte di una lunga carriera che prima o poi potrebbe trovarsi a fare i conti con la routine. In una sala piena come un uovo, con il privilegio di essere il primo cantante di musica leggera a mettere piede sul palco del teatro recentemente restituito alla città dopo circa venti anni di abbandono, l’«incantautore» Baglioni (come lui stesso si definisce) si concede al pubblico per quasi tre ore senza risparmiarsi. Una quarantina di canzoni in tutto (compresa un’intensa «Buona fortuna» offerta con un canto a cappella), contando anche quelle soltanto accennate per ragioni di tempo, e tra un brano e l’altro ricordi, emozioni, confessioni, ma anche battute e alcuni innocenti battibecchi con certe fan che con le loro richieste da karaoke rischiano di rompere quell’atmosfera di intimità e complicità fortemente volute dal divo Claudio in questo tour. 
Lui ha voglia di raccontarsi, di mischiare parole e musica, di andare a briglia sciolta. «Sarà un concerto singolare», avverte all’inizio della serata. E, quando dal baule della memoria tira fuori il pezzo «Pace», rivolgendosi alla platea esordisce: «L’avevo detto che avreste ascoltato un repertorio particolare, e io mantengo sempre le promesse. Ho preso esempio dall’alto: anch’io ho fatto un contratto con gli italiani, e se non lo rispetto entro cinque concerti abbandono il tour» (a fine concerto spiega sorridendo: «Bisogna sempre seguire gli esempi che funzionano»). 
Baglioni non è un virtuoso dello strumento, e nemmeno tenta di farlo credere, ed è così che le canzoni in programma viagggiano sui binari dell’essenzialità, come se nascessero proprio in quel momento, nella solitudine di quattro mura domestiche. Ma ci pensa il pubblico con i continui cori a ricordare a Baglioni l’esatta dimensione in cui si trova. Da «Acqua dalla luna» fino all’ultimo bis «Solo», passando per brani «dimenticati» come «Il sole e la luna» e «Lacrime di marzo» (prestata a Mia Martini) e, snocciolando ovviamente i cavalli di battaglia («La vita è adesso», «Questo piccolo grande amore», «Tu come stai», «Porta Portese»), «Strada facendo», Baglioni si avvia stanco, ma soddisfatto, alla conclusione dello show. 
Si è esibito negli stadi, ha cantato nei siti archeologici, si è divertito a proporsi come «one man show», adesso ha provato anche il gusto di una versione live unplugged: cosa sta pensando per il futuro? 
«Suonerò per pochi intimi in una camera da pranzo. Scherzo. Il fatto è che questo tour non era assolutamente in programma, è nato per puro caso. Un giorno ho recuperato un vecchio pianoforte e mi è venuta voglia di stare davanti al pubblico nel modo più semplice possibile. In tutta onestà credo di aver messo su questo spettacolo sostanzialmente per me. Ma siccome gli artisti sono come degli spogliarellisti...». 
Vale a dire? 
«Che amano esibirsi pubblicamente, solo che nel farlo bisogna avere un certo gusto». 
A un mese dall’avvio del tour, qual è il primo bilancio? 
«All’inizio è stata dura: non ero abituato a suonare il piano per tanto tempo. E quando sono iniziate le prove dello spettacolo ho incominciato ad avvertire un mucchio di dolori: alle braccia, al collo, alla schiena. A un certo punto è stato persino necessario l’intervento di un medico». 
Durante questo giro nei teatri ha compiuto cinquant’anni: come è stato festeggiato dai suoi fan? 
«Non hanno mai smesso di ricordarmi che ormai ho mezzo secolo: il mio compleanno è stato il 16 maggio, ma per altre due settimane dopo la data della mia nascita hanno continuato a farmi gli auguri». 

Pasquale Elia 


Milano, 2 giugno 2001 -  http://now.at/oltre 

Una voce d'InCanto

Il concerto è finito poco dopo mezzanotte, in una cornice moderna quella del teatro "Dal Verme" un po' diversa dagli altri posti che hanno già ospitato il giro teatrale.
Un Baglioni in vena di ridere e scherzare, che ha resistito con vivacità ed allegria alle battute che ogni tanto (forse troppo) affioravano dalle persone più spavalde nel pubblico.

Ma chi ha avuto il cuore per ascoltare... ha colto una voce nel pieno delle sue potenzialità e sfumature, una voce in gran forma.

Ha cantato perle come "fammi andar via" e "fotografie" nel silenzio più assoluto e con un'intensità da brivido, la dolcissima "Avrai" a gentile "richiesta", una simpaticissima "Porta portese" a scatenar le voci nascoste nel teatro, la ormai classica "Buona fortuna" interpretata senza note, dal profondo che sfocia in un grande augurio di BUONA VITA a tutti i presenti, con quella sferetta che stringe tra le mani e proietta la sua luce su tutti i volti che ha attorno.

Un Baglioni dolce e grintoso nello stesso tempo, addirittura vorace nel battere le note di "Vivi".
Un punto in comune nella sua e nostra storia, siamo saliti tutti insieme su quel pianoforte incontro a un sogno che ci porta verso il domani.

Grazie Claudio.

Grazia B. - Oltre


Dal "Corriere della sera" 1 giugno
Tutto esaurito per Claudio Baglioni

Tutto esaurito al Teatro Dal Verme di Milano per il tour di Claudio Baglioni «InCanto, tra pianoforte e voce». Prossime tappe lombarde: Pavia (Teatro Fraschini, il 5), Como (il 6 al Sociale), Cremona (al Ponchielli il 12) e Bergamo (il 13 al Donizetti). 


Da www.ilnuovo.it 1 giugno
L'InCanto di Baglioni al Dal Verme

Il cantautore romano fa tappa a Milano con il suo tour. Tutto esaurito per l'unica serata di sabato 2 giugno. Sul palco, da solo, con il suo pianoforte e le canzoni che hanno segnato più di una generazione. 
di Filippo Poletti 

MILANO - E’ tutto pronto. Baglioni sta per incantare anche il pubblico milanese. Sabato 2 giugno, infatti, il cantautore romano oggi cinquantenne (è nato il 16 maggio 1951), sarà al Teatro Dal Verme. Ma è già tutto esauritissimo. 

Lui e solo lui, nudo e crudo come il pianista di Baricco. Senza tanto casino alle spalle. Senza la batteria che fa z-pum z-pum z-pum, oppure il basso elettrico coi suoi giri di quarta, tesi a risolvere le cadenze della musica e a far quadrare le orecchie dell’Occidente. Il suo piano, la sua gola con dentro la lingua cucita dopo il famoso ciocco a cavallo di una fuoriserie. E poi, non dimentichiamocelo, le sue canzoni. Più di trenta quelle in scaletta: da Buona fortuna, Amori in corso, Strada facendo fino a La vita è adesso, Io sono qui, Cuore di aliante, E tu. 

Curioso il titolo del concerto-tour, iniziato il 2 maggio e da concludersi a Cagliari al Teatro Lirico il 18 giugno: per la precisione InCanto. 

“Sembra che la vita – ha spiegato Baglioni all’inizio della fuga solitaria – a un certo punto ci metta di fronte a una sorta di passaggio obbligato, il cui pedaggio è la perdita dell’incanto ed è proprio questa dimensione che ho cercato di recuperare attraverso questa prima volta a mani nude sul palco. Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo, togliere tutto ciò che non serve e ritornare agli elementi essenziali e irrinunciabili per i quali le chiamiamo canzoni”. 

Dunque, avanti con la melodia dolce di Baglioni, le sue armonie corrette e i testi ridotti ai minimi termini: l’amore, tu e lei. E ancora. Avanti con una bella spifferata di suoni e parole, non urlate attraverso il tubo catodico. Un concerto, insomma, senza tanti strombazzamenti e, soprattutto, senza la tv che urla i tempi delle canzoni. Una tv da Grande Fratello che tuttavia, giura di Baglioni, ha avuto un grande merito: e cioè “quello di cacciare tutto il resto, il teatro come il musical”. Ed è grazie alla tv che Baglioni ha ritrovato l'antico splendore. Non fosse stato per la complicità di Fabio Fazio, la sua stella s'era un po' sbiadita.

Teatro Dal Verme, via San Giovanni sul Muro 2, sabato 2 giugno, info allo 02-72333213


Il Gazzettino 1 Giugno 2001

Il cantautore romano in versione acustica a Trieste e a Udine

Baglioni e i suoi pianoforti
La vita dell'artista "riletta" attraverso una quarantina di canzoni

Trieste
Nel '96 Claudio Baglioni aveva portato uno spettacolo faraonico e pieno di effetti speciali, seguito da un concerto "di strada" dove da un camioncino suonava in maniera molto più informale. Lo scorso inverno, con un tour nei palasport che riprendeva il tema del viaggio, è tornato a coreografie più ricche, anche se mantenute nell'ordine della sobrietà; in estate, all' aperto, nei luoghi più suggestivi del Paese, aveva realizzato una tournée acustica per "disintossicarsi" dalle fatiche invernali e tornare alla semplicità. Un ritorno alle origini che si completa con l'attuale tour "InCanto", ambientato nei teatri italiani, che fa dell'essenzialità la sua arma principale. Sole protagoniste: la voce e le mani di Baglioni, che seduto dietro a un pianoforte gran coda riempie il palcoscenico di note ed emozioni.Un progetto che sulla carta suonava un po' azzardato: l'esperimento acustico estivo, in fondo, mostrava un po' la corda e a metà concerto, tra la monotonia degli arrangiamenti, cominciava a far capolino la noia. Visto un tanto, tre ore di concerto per soli voce e piano si sarebbero potute rivelare letali anche al fan più appassionato. E poi non sono stati in molti, fino a oggi, a tenere il palco per un intero concerto servendosi di un solo strumento e del fascino della propria voce, per giunta senza la minima concessione scenografica (se si escludono quattro lampadari a sfera stile anni Settanta che regalano un po' di luce al palco).Invece, il Baglioni del Duemila, brizzolato e sempre nerovestito, ci ha provato e ce l'ha fatta: mercoledì in un PoliteanaRossetti praticamente pieno (e ieri sera al "Giovanni da Udine" del capoluogo friulano) ha proposto tre ore di grandi interpretazioni, con addirittura una quarantina tra brani suonati o almeno accennati. Ad alternare la musica, il racconto della sua vita "riletto" attraverso il suo rapporto con il pianoforte, dalla tastierina dell'infanzia al primo piano vero, fino alle lezioni di musica: il tutto condito da un'ironia simpatica pur se non troppo trascinante. Nel repertorio proposto non mancava niente: i più grandi successi e brani dimenticati, pezzi degli anni Sessanta e cose nuovissime, la solennità degli inni ("Acqua nell'acqua", "Da me a te") e la facezia di "Atletico Van Goof"; per accontentare tutti, "Cla'" a un certo punto ha messo all'asta i brani da eseguire, e nel finale è tornato ripetutamente sul palco per centellinare un'infinita serie di bis. Lo stile pianistico di Baglioni è pieno, con giochi di basso aperti, ed è un peccato che non sia stato valorizzato a causa del suono metallico del pianoforte; l'esecuzione vocale non sempre risulta precisa, ma anche l' approssimazione fa parte del gioco. E poi, dopo un assolo in canto libero come quello sulle note di "Buona fortuna", non resta spazio per nessuna ulteriore critica.
Paolo Jugovac


Da "Metro" di Milano 1 giugno

BAGLIONI E IL SUO PIANOFORTE PER UN CONCERTO INTIMISTA

Già tutto esaurito da giorni il concerto che Claudio Baglioni terrà domani sera al teatro Dal Verme.

di Diego Perugini
Segno che il carisma e la popolarità del cantautore romano resistono bene nonostante un periodo sin troppo ricco di apparizioni. Il tour che Baglioni porterà a Milano s'intitola "Incanto, tra pianoforte e voce" e, rispetto agli ultimi spettacoli a colpi di effetti speciali e scenografie magniloquenti, segna un netto cambio di prospettiva.
Stavolta in scena ci saranno soltanto Baglioni e il suo pianoforte, per un recital scarno e intimista, dove nel corso di due ore s'alterneranno classici stranoti a brani meno conosciuti, spaziando da "Strada facendo" a "Piccolo grande amore", da "Cuore di aliante" ad "Amori in corso". E, fra un pezzo e l'altro, ci saranno dialoghi sul filo dei ricordi personali e delle citazioni letterarie, sempre riferiti al tema del pianoforte. "Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo e togliere tutto ciò che non serve per ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili che le compongono: melodia, armonia e testo", ha detto Baglioni presentando un tour partito in sordina e trasformatosi, in breve tempo, in un piccolo grande evento per i suoi innumerevoli fans.


Da "Leggo Milano" 31 maggio
Il cantautore romano sabato al Teatro Dal Verme: Il mio concerto acustico sarà un viaggio sul filo della memoria".

Torna Claudio Baglioni, tra pianoforte e voce
Qualche tempo fa ho ritrovato per caso il mio vecchio pianoforte, un regalo di mio padre. Dentro c'era un foglietto con annotata l' ultima accordatura. Così ho deciso di riprendere il piano e guardare indietro: musica e memoria sono sorelle e io voglio ritrovare i miei ricordi". Claudio Baglioni ritorna sul palco.
Sabato il cantautore romano sarà a Milano per una sera con "InCanto-tra pianoforte e voce", il suo nuovo tour di scena fino al prossimo 18 giugno nei teatri della penisola. Toccherà al palcoscenico del "Dal Verme" ospitare nella serata di sabato 2 giugno quella che ad oggi è stata definita come una delle performance più gustose e inedite mai realizzate dal cantante. Un concerto puro, pensato e realizzato per esaltare l'essenza stessa delle canzoni. Poco pubblicizzato, che arriva quasi in sordina. Perché questa è l'intenzione dello stesso Baglioni, che vuole soprattutto un dialogo a due, tra palco e platea, intenso, intimista, simile a un film in bianco e nero. Un assolo di un artista e del suo pianoforte senza l'aiuto di una band né di effetti speciali. Spiega Claudio Baglioni: "avevo bisogno di una nuova forma di contatto autentico, meno mediato e più ravvicinato. Volevo tornare sul palco, togliendo le manette a musica e musicisti". "Mi piace pensare - continua Baglioni - che le note e le parole contenute nel mio concerto possano essere esse stesse piccole visioni, frammenti, scintille, capaci di far detonare il sogno che viene e senza il quale la vita perde una delle sue qualità più preziose. Perché se è vero che i sogni non nutrono, è certamente vero che alimentano l'intera esistenza".
Perché proprio il Dal Verme? "Perché per realizzare un concerto così intimista, avevo bisogno di un palco adatto alla circostanza. Ecco allora la voglia di provare un teatro nuovo, ristrutturato nel cuore della città".
La scaletta accontenta tutti, con quasi quaranta canzoni che Baglioni sembra pescare a caso da un grosso libro rosso posato sul pianoforte: si comincia da "Buona fortuna" per sola voce, fino a "Strada facendo", "La vita è adesso", "Io sono qui"....


Baglioni oscurato dal pianoforte Da "Il gazzettino" 30 maggio

La presente per segnalare una grave mancanza dell'organizzazione del concerto di Claudio Baglioni del 25 maggio al Teatro Malibran. Pur avendo acquistato un biglietto di 90mila lire con prenotazione dei posti inesistenti nel palco 18 non hanno visto alcunché a causa della scelta di posizionare il pianoforte in modo tale da impedire completamente la vista del cantante. Nonostante le immediate proteste, l'organizzazione non ha ritenuto di rimediare in alcun modo all'inconveniente.

Alessandra Cazzola

Susanna Sambo

Enrica Marturano

Valentina Petternella


Da: "Il mattino" di Padova e "la tribuna di Treviso" 30 maggio 2001

La colonna sonora del cuore
Baglioni al Malibran, chansonnier per tre generazioni

VENEZIA. Un uomo, la sua voce, un pianoforte. Basta così poco a un musicista per riempire una serata veneziana. La prima di nuovo dentro al Malibran. 
Platea e palchi pieni di gente di ogni età. Più donne che uomini, ovvio. Le pupille incantate a

osservare il palco con sopra l'oggetto dei desideri. Claudio Baglioni.
Attorno a lui solo quattro lune che si illumineranno sobrie nel corso del concerto. Ha riempito tre ore della nostra vita, l'altra sera, Claudio Baglioni. Ma lì dentro ti accorgi, ce ne fosse stato il bisogno, di quante vite ha riempito in trent'anni e più di musica. Vite che fanno di lui una colonna sonora sommessa, tenuta bassa ma perenne in mezzo ai rumori, ai clamori della nostra quotidianità.
Per chi lo conosce bene, non sorprende questa dimensione da chansonnier. Ha incominciato così, da giovanissimo, Baglioni. Voce e pianoforte, semplicemente. La cosa più complicata, forse. E la scaletta dell'altra sera ha dato spazio a brani vecchi di oltre trent'anni, sconosciuti. Brani difficili, che fecero dei suoi primi due album «Claudio Baglioni» e «Cantastorie dei giorni nostri», due insuccessi assoluti e che invece,riascoltati oggi, ti dicono chiaro e tondo che questo non è affatto un canzonettaro che mette in rima cuore e amore. Claudio Baglioni è un narratore. Un Guido Gozzano dei giorni nostri, capace di mettere in versi e in musica le cose qualunque, invisibili e banali.
All'inizio del concerto, un inizio che si protrae per qualche brano, signore over 40 - e signori, anche - cantano le sue canzoni a mezze labbra. Anche gli uder 20 lo fanno. Poi, la baglionite, un virus che lo stesso Claudio vorrebbe debellato per sempre, fa la sua comparsa fra gli affreschi e le colonne del Malibran. Coretti di fans starnazzanti si alzano dalla platea.
Ivandenti e volgari. Baglioni cerca di respingerli in corner, vorrebbe sparissero almeno in un luogo come questo.
Ma ai suoi concerti capita spesso così. Ogni volta è come ritornare nell'ultima fila del pullman che ti sta portando in gita scolastica, dove fra «Questo piccolo grande amore» e «Sabato pomeriggio», è consentito tutto.
E quelle canzoni diventano colonna sonora di chissà quante «prime volte».
Anche il quarantenne che scrive, pur apprezzando e godendo il Baglioni chansonnier, anche il quarantenne - ahimè - vede scorrere davanti a sé tutto un repertorio di morose e morosette. Di baci e giri in bici con il mangianastri enorme e pesante sul portapacchi. Un vissuto che Baglioni mi squaderna davanti agli occhi canzone dopo canzone. Tenero e impietoso. Un nome che finisce in a per ogni titolo che finisce con qualunque vocale. 
Vale per tutti, lo so, qua dentro. Non potrà mai farci niente, Baglioni. È un pezzo di noi, lui. Di chi fa gli urletti e di chi dissimula emozioni e commozioni dietro un paio di lenti da miope. Intanto ci racconta di maestri di pianoforte, di ritmi, di metronomi. Di suo padre e sua madre. Mescola con maestria la tecnica e i sentimenti. Come solo i narratori sanno fare. E ti accorgi, per esempio, che un brano come «Quante volte» è davvero un capolavoro. Qui e là non rinuncia a qualche ironia sulle recenti elezioni.
Dicono gli sia seccato molto aver concordato questa data, mesi fa, senza considerare ci sarebbe stato il ballottaggio a Roma.
Lui, che insieme agli Inti Illimani, ha cantato una versione di «El Pueblo Unido» da lacrime e brividi. Suoi e nostri. Con questo concerto Baglioni pare essersi liberato di tutto il kitsch degli ultimi concerti dal vivo.
Musica pura e semplice. Quella che alla fine tutti, insieme a lui, cantiamo.
E non più a mezze labbra. Anche fuori dal teatro, camminando verso casa.


Il Gazzettino Martedì, 29 Maggio 2001

CANTAUTORI Domani sera al Politeama Rossetti di Trieste e giovedì al "Giovanni da Udine" 
L'"InCanto" di Claudio Baglioni 
Viaggio "acustico" nel suo storico repertorio per sola voce e pianoforte 

Doppio appuntamento regionale per Claudio Baglioni con il suo pubblico: domani sera, alle 21, al Politeama Rossetti di Trieste e giovedì 31, stessa ora, nel Teatro Nuovo "Giovanni da Udine". "InCanto" è il titolo di questo tour del cantautore romano, che si presenta armato esclusivamente della sua voce e di un pianoforte, con l'intento - come dice lui stesso - di offrire le sue «armonie, melodie e parole alla vostra emozione; all'emozione migliore che saprete suscitare. Perché sia io che voi sappiamo bene che, senza quell'emozione, l'incanto si spezzerebbe. Perderebbe la sua qualità più importante e resterebbe, molto più semplicemente, canto».
È la prima volta che Baglioni si "espone" senza band al suo fianco e senza alcun supporto "tecnologico", addirittura senza una scaletta definita, ma solo con una traccia di massima su cui muoversi e improvvisare; nessuna serata uguale all'altra, e le canzoni - dalle prime alle più recenti - offerte in una veste essenziale, leggera, che rimanda al momento della composizione, che per il cantautore avviene sempre al pianoforte.

«Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo - spiega infatti Baglioni - togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili (melodia, armonia e testo) per i quali le chiamiamo canzoni. Raggiungere quel nucleo e ritrovare, nell'energia e nella forza dell'essenziale, quell'incanto che non è altro che la risposta all'incanto che le cose nelle quali ci siamo imbattuti lungo la strada (e che, in qualche modo, ci hanno resi diversi) hanno suscitato in noi».

Fra le quasi duecento canzoni da lui composte, Baglioni riproporrà le più recenti accanto ai grandi, immancabili capolavori, ma anche canzoni che da parecchio tempo erano assenti dalle sue serate "dal vivo". Un itinerario, nel ricco, originale, elegante repertorio del cantautore romano, che offrirà una nuova immagine di Claudio Baglioni, certo uno dei maggiori protagonisti della musica leggera italiana. Un artista che ha sempre percorso il mondo della musica e della scena con raffinatezza, dimostrando coerenza al proprio linguaggio ma rivelando anche svolte straordinarie, profondità di ricerca, capacità d'ironia, di rinnovamento (una prova, sono senz'altro le sue fortunate esperienze televisive a fianco di Fabio Fazio), una sottile sensibilità nel cogliere la realtà della vita e degli animi per trasformarla in musica, parole, emozioni.


Il Gazzettino Venezia Domenica, 27 Maggio 2001 
Caccia agli inviti per la cena con Baglioni a Ca' Farsetti 

Autorità, industriali e personalità sono in questi giorni a Venezia non solo per l'inaugurazione del teatro Malibran.Ornella Vanoni, ad esempio, è rimasta qualche giorno in più per festeggiare il compleanno di un suo caro amico veneziano, il giornalista e scrittoreBruno Tosi, che da anni è impegnato nel portare in giro per il mondo la mostra su Maria Callas. Un party originale, quello di giovedì sera all'Antico Martini, al quale hanno partecipato 100 amici. Ma l'evento più atteso di questa settimana è un matrimonio tutto hollywoodiano del figlio del regista americanoMike Nichols (vero nome Michael Igor Peschkowscy), famoso per aver diretto Harrison Ford nel film "A proposito di Henry", Dustin Hoffman ne "Il laureato", Robin Williams nella versione americana di "Piume di struzzo", e altri film come "I colori della vittoria" e "Affari di cuore". Per questo in laguna è annunciata una pattuglia di pezzi grossi in arrivo da Hollywood, attori e produttori, che accompagneranno gli sposi in una delle isole lagunari per poi concludere la serata con un elegante drink. Sempre in questi giorni, due esponenti del made in Italy sono arrivati in città. Al Metropole hanno alloggiato lo stilistaRocco Barocco e la frizzanteMarta Marzotto. La "regina dei salotti" ritornerà a Venezia anche in occasione della Biennale, il 7 giugno. Amante dell'Oriente, Marta Marzotto è rimasta entusiasta delle antichità diMichele Gervasuti (interior designer). Un rinfresco per una stretta cerchia di amici si terrà invece questa sera, a conclusione del concerto del pianistaEnrique Perez De Cuzman alla scuola grande San Giovanni Evangelista. L'artista accoglierà gli ospiti nella sua abitazione sul Canal Grande, nell'appartamento che fu di Lord Byron. Sempre oggi, attesissimo è il concerto al Malibran diClaudio Baglioni, ma ancor più ambita sarà la cena di gala per cento persone, alla quale parteciperanno autorità e industriali. La cena, su invito, sarà ospitata a Palazzo Vendramin Calergi, salotto veneziano sul Canal Grande.In città sono arrivati 30 "yankee", cuochi dilettanti americani che alloggiano al Bauer. Vanno su e giù per l'Italia per rubare le idee anche della cucina veneziana e veneta.Infine continuano ancora le riprese del film diTinto Brass "Angelo Nero". Per alcuni interni sono stati scelti il salone degli specchi e l'androne di Ca' Zenobio.
Federica Repetto


IL Gazzettino (Rovigo). 27/05/2001
Gran successo ieri sera Baglioni e i suoi ricordi conquistano il Sociale
Applausi a un concerto intimista

Solo lui e il suo pianoforte. Nessun altro in scena. Intorno poche luci spioventi, una notte sul palco e una sorta di luna a illuminarne il cammino, a volte agile, a volte faticoso, tra i ricordi della sua storia e della sua musica.
Non è il Claudio Baglioni che ti aspetti, quello dei megaconcerti da 60mila persone con corpi di ballo, scenografie ciclopiche e band numerose. No, quello che si presenta al teatro rodigino per la sua tournée del tutto speciale è un Baglioni che non conosci, che non ti aspetti. Si apre il sipario e tra lo stupore del pubblico inizia a percuotere le corde del pianoforte e poi si siede, attacca a suonare ed è un boato di applausi che quasi le note scompaiono.
Inizia così la serata speciale, con Baglioni che frammezza ogni pezzo raccontando il suo rapporto con il pianoforte e con i maestri che ha avuto.
È una regressio che fa sì che col passare dei minuti si instauri sempre più una confidenza tra palco e pubblico, il personaggio da non mitizzare, ma quasi l'amico. Il pubblico si lascia andare, non resta con gli occhi sbarrati, par quasi di essere nel salotto di casa Baglioni mentre il padrone "strimpella" e parla di sé. Non lo fa con facilità, anche perché molti pezzi non li ha mai eseguiti in pubblico e deve seguire spartiti e testi per non perdersi, tra note alte e lunghe che gli chiedono di dare il meglio di sé. 
Arriva addirittura, al momento dell'intervallo, a sfogliare un mazzetto di fogli e scorrere i titoli chiedendo agli spettatori cosa vogliono sentire, anche se alla fine sceglie lui perché altrimenti dovrebbe farle tutte. 
È un gioco continuo, un monologo cantato di racconti, motivo per il quale ha scelto di associarsi al personaggio di Baricco in "Novecento". E poi la dedica, a suo padre, motivo profondo del concerto che porta nei teatri italiani. «Ho ritrovato qualche tempo fa il mio pianoforte - spiega Baglioni - e dentro c'era un foglietto di mio padre con annotata l'ultima accordatura. Così ho deciso di riprendere il piano e guardare indietro: musica e memoria sono sorelle siamese e voglio ritrovare i miei ricordi».

Poi sono ancora canzoni e applausi. Rovigo ha conosciuto un Baglioni che non dimenticherà.

Barbara Chinaglia


La Stampa  23 Maggio 2001
Carlo Felice, pubblico in piedi per Baglioni

Il concerto «intimo» è diventato un grande happening Trentacinque canzoni
tra entusiasmo e cori da stadio
Mauro Boccaccio
GENOVA E meno male che doveva essere un concerto, come dire, sottotraccia, soft e intimista, in versione one-man-band. Con Claudio Baglioni in mezzo al
palco, leggermente ricurvo sul pianoforte a coda «made in Boston» del 1907, magistralmente «trafitto» dalle magiche luci di Pepi Morgia e impegnato a ripercorrere oltre trent'anni di carriera, relegando per una volta in un angolino i suoi maggiori successi per fare spazio alle canzoni meno note. 
E' invece è finita (e cominciata) con un Teatro Carlo Felice strapieno, con gente anche in piedi a cantare in coro tutti, ma proprio tutti, i trentacinque brani della scaletta. Ricordate i tempi di «Ale o-o»? Proprio così. Una roba mai vista nell'austera bomboniera genovese della lirica e della musica classica. Davvero un serata indimenticabile per gli oltre duemila fan dell'artista romano - in stragrande maggioranza un pubblico al femminile - che sono riusciti a intercettare il tam-tam di un evento per niente pubblicizzato, dopo il battage dell'ultimo tour.
«L'idea era quella di andare all'essenziale, ridurre le canzoni a tre elementi: melodia, armonia e testo», spiega Claudio Baglioni. «Poi, si sa,il pubblico si fa prendere la mano e non si lascia più intimorire da nulla,io pensavo che in una dimensione teatrale come questa, e altre che stiamo toccando in giro per l'Italia con il tour Incanto esercitasse qualche suggestione particolare, frenasse i cori da stadio, invece è sempre curva Sud, ma va bene cosi..". 
Dopo una prima parte dellla serata dedicata alle canzoni più datate (da «Tamburi lontani» a «Il sole e la luna», «Amori in corso», «Tutto il calcio minuto per minuto», «Buona fortuna» e molte altre), Claudio Baglioni ha voluto ricordare Fabrizio De Andrè con «La canzone dell'amore perduto». 
Un momento di grande intensità, come quando Claudio Baglioni ha regalato al pubblico del Carlo Felice «Stelle di stelle», per ricordare Mia Martini con cui l'aveva cantata tante volte in tanti locali romani e una versione di «Buona fortuna» senza accompagnamento musicale. Oltre tre ore di concerto in cui non sono mancati alcuni gustosi fuori-programma e qualche contrattempo dovuto all'impianto di condizionamento del Teatro.


La Stampa
Mercoledì 23 Maggio 2001

Novara a digiuno

Guccini e Baglioni I due concerti

Maria Paola Arbeia
NOVARA Noi non ci saremo, noi, non ci saremo. Duo virtuale in palcoscenico:
Francesco Guccini e Claudio Baglioni. Novara vanta il record di due concerti-mistero in meno di un mese: non ci saranno, non ci sono stati.
Proprio quello del cantautore romano è l'ultima «sola» sotto la Cupola, per dirla come si usa all'ombra del Cupolone. Doveva tenersi stasera al Coccia,il concerto, stando a notizie in Internet sui siti che riguardano l'artista.
L'estate si annuncia ricca se non di eventi, almeno di sorprese. Estate che segue una stagione invernale e teatrale altrettanto contrassegnata da forfait eccellenti. Ad esempio quelli di Paolo Villaggio e Franca Valeri. 
Torniamo a musica e «sole». In piena campagna elettorale, domenica 6 maggio, era annunciato il concerto di Guccini in piazza Martini su iniziativa della lista «Novara dei diritti». Ore 21, più di duemila persone in attesa, gruppi rock locali che tentano di intrattenere il pubblico in fremente attesa del big. Il quale Guccini, stando a informazioni ufficiose nel dietro le quinte, alle 20,50 era ancora a Milano. Attorno alle 21,30 si scatena un temporalone con scrosci e vento: fuggifuggi generale, fans e candidati d'ogni lista rifugiati sotto i portici, si smonta il palcoscenico. Non un annuncio ufficiale, non una parola di scuse. Uno degli organizzatori l'indomani fa sapere che ci sarebbero stati problemi organizzativi e d'intesa: «Ma Guccini verrà, lo incontreremo a Bologna e prenderemo altri accordi». La campagna elettorale termina, il 13 maggio i novaresi votano, Massimo Giordano della Lega stravince con i voti della Casa delle Libertà: lecito pensare che per applaudire il buon Francesco bisognerà attendere altri tempi.
La «sola» baglioniana è recentissima. In Internet c'è la data del 23 maggio.
L'ufficio Cultura del Comune ieri ha chiarito: «Più di un mese fa era arrivata la proposta dall'entourage del cantante ma non c'era stato seguito. 
Non capiamo proprio perchè risulti ancora la tappa di Novara nel tour».


"Il secolo XIX" 23 maggio

BAGLIONI A SORPRESA
Un omaggio a De André.E uno a Mia Martini.Una serie di concerti dedicati al padree.E una sfida con se stesso.Un uomo solo.Al pianoforte.Canzoni che rinascono come furonoo pensate.E' questo il senso di Incanto lo spettacolo che Claudio Baglioni porta nei teatri italiani, in quelli d'opera, in quelli lucidi e antichi, in quelli che ospitano Shakespeare e Mozart.E che ieri sera ha toccato in un fiume di applausi il Carlo Felice. 
A 50 anni con una scia di stadi,folle,luci e iperbole da star,il cantautore romano ritrova se stesso.Un tour di 35 date,un duello con il pianoforte ed i ricordi che si rinnovano sera dopo sera.
Incanto come magia.Incanto tra voce e piano.Ma anche incanto come messa all'asta,offerta di canzoni che mai prima d'ora sono state proposte dal vivo.C'è qualcosa di medievale, in questo Baglioni,nero vestito,alto e principesco,con i capelli sempre più argento e l'ironia sempre più spontanea:"E' un giro di concerti molto veloce,non volevo rifare un tour,né dare repliche.Sì, c'è qualcosa del trovatore":
E, visto ch'è nella terra di un altro celebre cantastorie,Fabrizio De Andrè,altro curioso e tenace sobillatore di schemi, Baglioni propone "La canzone dell'amore perduto":"Un po' per stima di Fabrizio, e un po' per riparare ad un'assenza: cioè non aver partecipato all'omaggio che gli avete fatto proprio qui al Carlo Felice":
"Incanto" è una scommessa con se stesso. E con il pubblico.Che gli professa lo stesso entusiasmo da palasport.E' un'adesione totale, sentimentale:nulla di più sbagliato di considerare le fans di Baglioni superficiali o approsimative.Intanto seguono il fiume di parole delle sue canzoni come si legge un salmo. E quando vanno fuori dal seminato, con urla isteriche, il saggio Baglioni le riprende : "Ci sono persone che scambiano il palco con la platea":
Un fiume di parole che il pubblico sa a memoria:parole ingombranti perchè non hanno mai appartenuto ad un fronte, non hanno mai cantato una parte contro un'altra,sino al sospetto di qualunquismo.C'è chi non gli ha mai perdonato quel "passerottoo non andare via...". Poi ci si è accorti che Baglioni rappresente semplicemente un modo d'intendere i sentimenti.
In platea c'è Fabio Fazio con la moglie : "Questa volta, sono in visita d'amicizia. Per il piacere di ascoltarlo." Strana coppia Fazio e Baglioni:destini incrociati due volte in tv, "Anima mia" e "L'ultimo valzer". Poi strade ancora scompaginate:uno a cercare le proprie radici sul palco nudo,l'altro a migrare verso una nuova tv. Stessa timidezza, stessa visione del gioco. Baglioni gi dedica idealmente Atletico Van Goof. 
Uno si chiede perchè a cinquant'anni, certi artisti sono presi dall'euforia di girare città e teatri, andare su e giù dal palco, negare il glamour dello show per la quiete del récital.Lo fa Bob Dylan, e lo fa Bruce Springsteen.Ora, non solo per aggiornamento anagrafico, lo fa anche Baglioni.
Ma a modo suo. Con un sole al centro della scenografia nera, uuna sfera d'oro davanti al pianoforte, un'altra stellata alle spalle. Cielo,luna,sole e terra. Questa volta Pepi Morgia, regista genovese,uomo della finzione e dell'illusione degli spettacoli di Baglioni, lo ha messo a nudo. Nella seconda parte del concerto, Baglioni canta Buona Fortuna, senza accompagnarsi al pianoforte. Ma reggendo in mano una piccola sfera luminosa:
" A volte credo proprio che il grande mago di una mia canzone abbia fatto davvero il prodigio d'incantare le ragazze ed i serpenti":
Lo spettacolo si regge sulla voce e sull'affiatamento con il pianoforte, ma deve essere stato duro riprendere a suonare, dopo anni di show pirotecnici dove "il grande mago" ballava, arringava le folle, studiava il futuro, riempiva stadi e palasport. Ma dietro la tastiera ci stava pochino. Ora è diverso.
Acqua dalla luna, Tamburi lontani, Un po' di più, Pace, Fotografie, Opere e omissioni: è questo il ritmo di partenza, ed il pubblico ascolta canzoni rimaste sepolte per anni nei dischi, o che appartengono solo alla memoria di Baglioni.
Ci sono fans che aspettavano da anni Tutto il calcio minuto per minuto:"Non  dovrei dirlo forte, ma è anche la canzone più bella che abbia mai scritto".
E finalmente Baglioni la rifà. C'è un momento in cui platea e galleria sembrano un mantice,un soffiare pressante che nei palasport e negli stadi si perde. Ora che ho te, Lacrime di marzo, Stelle di stelle dedicata, senza nominarla a Mia Martini. Poi Vivi, A Clà ed il medley con Acqua nell'acqua,Noi no, Strada Facendo, Cuore d'aliante. L'uomo solo, quello che corre sera per sera, ha più fiato, ed ora sceglie la meta con più calma.
(R.Tortarolo - Il Secolo XIX)


"La stampa" Martedì 22 Maggio 2001

Fa tappa in città l’«InCanto tour»: un concerto in acustico ricco d’atmosfera
Comunale esaurito per Baglioni
Attesa per il cantautore solo al pianoforte
Brunello Vescovi

ALESSANDRIA C’è Baglioni stasera in Teatro, ma chi lo scopre ora non si faccia venire idee strane: i biglietti sono esauriti da tempo, come poteva fare presagire la lunga coda formatasi al botteghino sin dall’apertura della prevendita. 
Tutto si può dire del cantautore romano, salvo che il tempo abbia scalfito la sua immagine. Ognuno scelga la spiegazione che preferisce: la sapiente operazione nostalgia lanciata un paio d’anni fa da Fabio Fazio, la faccia pulita di Claudio o la sua capacità di applicare al repertorio la nota massima gattopardesca, «Cambiare tutto purché tutto resti uguale». 
Ha debuttato all’inizio del mese ad Ascoli quella che Baglioni ha definito «un'arrampicata solitaria»: concerti in oltre trenta teatri. «Ridurre le canzoni al loro nucleo, togliere ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili che sono melodia, armonia e testo». Così Baglioni ha annunciato di voler fare, così spiegando anche il riferimento alla parola «InCanto», che è il simbolo di questo suo nuovo tour. «Sembra che la vita ad un certo punto ci metta di fronte ad una sorta di passaggio obbligato - ha osservato - il cui pedaggio é la perdita dell'incanto. Ed é proprio questa dimensione che ho cercato di recuperare, attraverso questa prima volta a mani nude sul palco, accompagnato unicamente dal pianoforte. 
Baglioni suona su un fondale completamente nero e con pochissimi effetti di luce ed elementi scenografici, regalando ai fans momenti di grande intimità e alternado alle canzoni ricordi personali e citazioni letterarie e cinematografiche, da Baricco a Tornatore, riferite al tema dell’amato pianoforte. 
Tra i brani proposti nella scaletta, Baglioni si sofferma molto su novità o pezzi da tempo non più interpretati dal vivo, tra cui «Amori in corso». Ma ci sono anche storici cavalli di battaglia, come «Avrai», «Amore bello», «E tu», «Piccolo grande amore». 
Le esecuzioni dei medley con titoli altrettanto famosi sono accompagnate da cori che si alzano spontanei dalla platea. E chi ha sentito «Buona fortuna» con sola voce assicura che è da pelle d’oca.


la stampa 21 maggio

Al Carlo Felice stasera fa tappa il tour del cantautore
Genova, Claudio Baglioni concerto con il pianoforte

Stefano Delfino
GENOVA Fa tappa anche a Genova, dopo essere stato ieri sera a La Spezia, il tour di Claudio Baglioni: questa sera, alle 21, il popolare cantautore romano terrà il suo concerto, significativamente intitolato «Incanto tra pianoforte e voce», nella suggestiva cornice del Carlo Felice, il tempio della lirica che negli ultimi tempi si è aperto anche alla musica leggera di qualità. 
E’ uno dei 37 appuntamenti di una tournee che Baglioni ha iniziato il 2 maggio ad Ascoli e chiuderà il 18 giugno al Lirico di Cagliari. E, in questi «incontri ravvicinati» con il pubblico l’autore di «Questo piccolo grande amore» sarà per la prima volta dal vivo da solo con il suo pianoforte, «in una dimensione esclusiva e con un repertorio esclusivo», nel quale - accanto a grandi, collaudati successi del passato - si ascolteranno anche alcuni brani inediti. 
Il viaggio musicale di Baglioni prosegue l’itinerario iniziato la scorsa estate nei luoghi storici all’aperto e tocca questa volta alcuni celebri teatri, dal Bellini di Napoli al Massimo di Palermo, dal Malibran di Venezia al Rossetti di Trieste, dal Regio di Torino al Ponchielli di Cremona: una collana di perle all’interno della quale si colloca anche l’odierno approdo al Carlo Felice. 
Un concerto atteso, tra nuove proposte, come «Cuore d’aliante», e pezzi del repertorio tradizionale. Pensato e realizzato per esaltare parole e note, si annuncia «coinvolgente come una conversazione a due e intenso come un film in bianco e nero». 


corriere della sera 21 maggio 2001

TEATRO DELL’OPERA

Il 15 giugno arriva «InCanto» con Baglioni al piano

Il 6 giugno inizierà la prevendita dei biglietti per la tappa romana del nuovo tour 2001 di Claudio Baglioni «InCanto», tra pianoforte e voce. Il concerto è in programma per venerdì 15 giugno al Teatro dell'Opera, sala che lo aveva già ospitato nel ’99 per un concerto di beneficenza. La BAG, l'agenzia produttrice del tour del cantautore romano, ha comunicato quest’ultima tappa romana. Partito il 2 maggio da Ascoli Piceno , il tour si snoda in trentasei appuntamenti, in alcuni tra i teatri lirici più belli e affascinanti del nostro paese, per altrettanti incontri ravvicinati, assolutamente inediti, nei quali, per la prima volta, Claudio Baglioni si esibisce dal vivo accompagnato dal solo pianoforte. 


da www.kataweb.it

Fratelli d'Italia
Baglioni, icona pop tricolore, compie 50 anni e li porta benissimo. Elio e le storie tese cantano all'auditorium Santa Cecilia La vendetta del fantasma formaggino e altri pezzi forti del loro repertorio. Fossati presenta un album strumentale, esperienza singolare per un affabulatore come lui. Neffa inaugura un nuovo corso Pop a base di psichedelia, Soul e Blues. La musica italiana? Sta bene e si fa sentire 
1988, Torino, e tutto cominciava. Nella tarda estate di quell'anno allo stadio comunale del capoluogo piemontese fa tappa l'Amnesty International Tour, che gira il mondo mettendo insieme sullo stesso palco Bruce Springsteen, Peter Gabriel e Sting. In ogni paese si aggiunge un artista locale. Per l'Italia il prescelto è Claudio Baglioni, il cantautore bello, quello dell'adolescenza, degli amorini in riva al mare. Il cantautore che ha passato gli anni Settanta impermeabile alla canzone d'autore politicizzata dei De Gregori, dei Guccini, dei De André, dei Bennato.

Il cantautore democristiano per definizione (e chissà se lo era davvero), dal casto dizionario anche quando parlava di pruriti puberali. Quello dalle melodie facili (ma non facilissime), dal lirismo banale (ma non banalissimo) che riusciva a tener testa in fatto di vendite ai succitati colleghi, anzi di solito li superava pure, infornando negli anni Settanta un'impressionante serie di successi (Questo piccolo grande amore, Amore bello, E tu..., Sabato pomeriggio, Solo, E tu come stai?, tutti con relativi album). Praticamente uno all'anno. 

Non era stata sicuramente una grande idea quella di inserirlo in quel concerto e in quel contesto, di mandarlo su quel palco davanti a un pubblico che non era decisamente il suo (e non ci voleva Einstein per capirlo). Baglioni fu aspramente contestato. Gli si rinfacciava il suo passato, il suo disimpegno, le sue magliette fini tanto strette al punto che. E lui entra in crisi. Forse è lì, in quella giornata, in quel bagno di realtà, che si può cogliere una svolta nel suo percorso, la necessità di mettersi in discussione, di andare oltre, di cercare dentro se stesso una risposta agli oggetti che gli erano stati lanciati sul palco.

La fine della sua adolescenza artistica collima anche con l'abbandono delle tematiche adolescenziali. Già nei dischi degli anni Ottanta a dir la verità si avvertiva l'esigenza di uscire dai cliché. Strada Facendo e La vita è adesso tentavano già altro. Ma è dopo l'88 che la tavolozza dei suoi colori si arricchisce davvero. D'ironia, di bestemmia, di malinconia. 

Ma anche, inizialmente, di silenzio, quello che precede il passo successivo. Che è un album su cui Baglioni lavora fino allo sfinimento, annunciato e poi rinviato diverse volte, anche quando già i negozi di dischi avevano i cartelloni con la data d'uscita. Quando finalmente arriva, è un doppio con un titolo che non può essere più chiaro, Oltre, i cui limiti forse stanno proprio nell'essere troppo celebrale. Le vendite non decollano. I testi sono enigmi, onomatopee, giochi di parole, brume, spiazzamenti continui. Cose del tipo: "Quando la notte è passata al passivo/ alle sette passate oltrepasso la porta/ e sorpasso il passetto di passiflora/ e mi passo impassabile i pollici". E via di questo passo.

Ma poco a poco la crisi rientra, fermi restando invece i benefici della stessa. Baglioni digerisce ed espelle quella contestazione, che probabilmente ha avuto successo perché in qualche modo era anche dentro di lui. Nel frattempo ha studiato, è cresciuto come musicista ed autore. Io sono qui, il disco successivo, inizia ad esser visto con riguardo anche da certa critica, oltre a riportarlo ad alti livelli di vendite. Baglioni si rasserena, trova un equilibrio che non ha forse mai avuto. Mentre dalla fine degli anni settanta compariva solo ogni tre-quattro anni per degli album-evento, d'ora in poi si concederà spesso e volentieri, anche con una lunga serie di tour (e di album dal vivo). Arriva anche Fabio Fazio a proporgli di fare tv in "Anima mia". Lui accetta e rende bene, gioca, scherza. Canta Heidi ti sorridono i monti e poi canta con gli Inti Illimani.

Può ovviamente continuare a non piacere Baglioni, anche perché questo suo percorso non l'ha fatto comunque diventare un genio. Il rispetto però se l'è conquistato. E a cinquant'anni (quelli che compie oggi) è un traguardo che non tutti raggiungono.

(16 maggio 2001)


L' Eco di Bergamo 19 maggio
All'apertura degli sportelli c'era già un serpentone di 170 persone. In fila anche dalla Svizzera e da Parma

   

Baglioni-mania, bruciati 900 biglietti
Per tutta la notte fan accampati davanti al Donizetti per l'appuntamento col mito

Dodici ore in fila per accaparrarsi un biglietto per il concerto di Claudio Baglioni. Una leggenda metropolitana? Niente affatto: solo quanto è effettivamente successo la notte scorsa di fronte alla biglietteria del Teatro Donizetti.
La ressa era nell'aria. Era bastato annunciare la data del concerto (in un primo momento il 28 maggio, ora il 1° giugno) e i centralini del Donizetti, ma anche quelli del nostro giornale, avevano cominciato a ricevere le telefonate allarmate dei fan di Claudio: «Ma siete sicuri che verrà?», «I biglietti quando li vendono?», «Dove si possono comprare?» le domande più frequenti.
Così qualche «tifoso» di Baglioni ha pensato che fosse meglio prendere tutte le precauzioni, e si è sistemato davanti alla biglietteria attorno alle 22 di giovedì notte. La cosa non è passata inosservata, e anche tra chi aspettava l'alba per muoversi si è registrata un'improvvisa accelerazione.
Raffaella De Giorgi ha mancato la pole position di un soffio, ma è riuscita ad aggiudicarsi quattro biglietti in prima fila (90.000 lire l'uno). «Pensavo di arrivare verso le 6, ma all'una ho ricevuto un messaggio sms da amici che mi segnalavano gente già in coda dalle 22. Così all'1.30 ero anch'io alla biglietteria, ed ero la quarta».
«Il primo ad arrivare - racconta Raffaella - è stato un uomo, era lì per conto della moglie e di un'amica. Per loro questo sarà il terzo concerto di Claudio nel giro di pochi giorni, dopo Bologna e Firenze».
Tanta passione però non ha scaldato gli animi. I fan di Baglioni erano organizzatissimi: «Lo stesso signore si era portato 120 biglietti artigianali da distribuire a chi sarebbe arrivato dopo di lui. In sostanza abbiamo preso il numero per poter poi prendere quello distribuito dal Donizetti a partire dalle 8.30».
La doppia fila ha funzionato, evitando i disordini che si erano verificati per la vendita dei biglietti per Francesco De Gregori. «Sono stati bravissimi», confermano dalla biglietteria del Donizetti, e il vigile mandato a sorvegliare le operazioni non ha dovuto far altro che constatare il serpentone (170 persone) che si snodava dall'ingresso della biglietteria.
«Il boom c'è stato tra le 6 e le 7. Prima eravamo in 15, dopo le 7 i 120 bigliettini artigianali non bastavano più. Ne sono stati fatti altri 50, ma ancora non bastavano. E qualcuno alle 8 ha cercato di fare il furbo, dicendo che i nostri ticket non valevano. Poi ha guardato le 170 persone in fila e ha pensato bene di accodarsi».
In attesa manager con la 24 ore, ragazzine con lo zaino, signore dai 30 ai 60, e più uomini di quanto si potrebbe pensare volendo dar credito ai luoghi comuni, ormai superati, di un Baglioni per fanciulle in fiore. Raffaella, 25 anni, racconta: «C'era anche Alan, un ragazzo svizzero, e due da Parma. Ormai tra i fedelissimi ci conosciamo tutti».
Alle 8.30, quando ha cominciato a funzionare la macchinetta installata dal Donizetti, in meno di un'ora 200 ticket hanno preso il volo. Visto che c'era un tetto massimo di quattro biglietti a testa, a quel punto (diciamo attorno alle 9.30) circa 800 posti dei 900 disponibili erano già occupati.
Eppure l'allegra brigata dei fedelissimi non ha svuotato il botteghino. Dalla biglietteria del Teatro fanno sapere che qualcuno, nonostante la coda, saputo che i posti migliori erano già stati presi, ha preferito andarsene a mani vuote.
Chi s'accontenta - si fa per dire - di un posto nelle 2° galleria, può provare oggi pomeriggio a partire dalle 15 alla biglietteria del Donizetti, aperta per il concerto del Festival Pianistico.
Giovanna Toninelli


La stampa Sabato 19 Maggio 2001

CIVICO E CARLO FELICE: DUE RECITAL A SORPRESA

Baglioni in concerto a La Spezia e a Genova

Doppia esibizione «oine-man-band» di Claudio Baglioni, domani sera al Teatro Civico della Spezia e lunedì al Carlo Felice di Genova. Con questo mini-tour italiano, battezzato «Incanto», l'artista romano ha scelto una situazione e una platea più raccolte dopo i bagni di folla del tour 2000 «Il viaggio».
Pubblicizzati in maniera decisamente soft, sfruttando praticamente il solo passaparola tra i fans, sia il concertos pezzino sia quello genovese hanno registrato il tutto esaurito. Ai seguaci di Baglioni che rimarranno fuori dai teatri non resta che ripiegare sul ricchissimo sito internet dell' artista www.baglioni.it che racconta per immagini e clip audio/video la carriera dell'artista e che a questo nuovo tour dedica, fra l'altro, anche un gioco.


La stampa 18 Maggio 2001

Biglietti a ruba per lo spettacolo del cantautore solo sul palco con un pianoforte
Alessandria, l'InCanto di Baglioni
Il suo tour fa tappa martedì sera al Comunale

Brunello Vescovi
ALESSANDRIA Ha debuttato all'inizio del mese ad Ascoli quella che Claudio Baglioni ha definito «un'arrampicata solitaria»: un tour in oltre trenta teatri, tra cui c'è anche il Comunale di Alessandria, che ospiterà martedì l'artista romano. 
«È la prima volta - ha detto Baglioni - che mi espongo fino a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi, ma era tutta un'altra cosa». Stasera canterà al «Verdi» di Firenze, domenica a La Spezia e lunedì al «Carlo Felice» di Genova. Anche ad Alessandria i biglietti sono andati a ruba. 
Sono tappe di due ore di musica, con trenta canzoni: Baglioni è al pianoforte su un fondale completamente nero e con pochissimi effetti di luce ed elementi scenografici. 
Ridurre le canzoni al loro nucleo, togliere ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili che sono melodia, armonia e testo. E' questo l'obiettivo che Baglioni persegue nel suo «InCanto tour». Il tutto con ricordi personali e citazioni letterarie e cinematografiche, da Baricco a Tornatore, riferite al tema del pianoforte. 
Tra i brani proposti nella scaletta, Baglioni si sofferma molto su novità o pezzi da tempo non più interpretati dal vivo, tra cui «Amori in corso». 
Ma ci sono anche storici cavalli di battaglia, come «Avrai», «Amore bello», «E tu», «Piccolo grande amore». 
Le esecuzioni dei medley con titoli altrettanto famosi sono accompagnate da cori che si alzano spontanei dalla platea. E chi ha sentito «Buona fortuna» con sola voce assicura che è da pelle d'oca. 


La repubblica

claudio baglioni 

Voce e pianoforte sfida senza rete Dopo l'esaurito del Verdi di Pisa stasera tocca a quello di Firenze per il recital in solo del cantautore

PAOLO RUSSO 

SE c'è una cosa di Claudio Baglioni che col passare degli anni balza sempre più all'occhio è la sua vocazione analitica. Il suo modo di vivere la complessità della vita stessa e quella di un individuo, come lui, complesso fin quasi all'ossessione. Fino a una tormentosa e necessaria introspezione esercitata con severo, instancabile senso del dovere, nel timore che qualcosa resti escluso, inespresso, incompreso. Spiegare e spiegarsi, sulla spinta di una necessità insopprimibile, ma senza per questo inaridire o tentar di razionalizzare tutto. Senza però arrivare a parlarsi addosso. Inseguendo un sé molteplice e desideroso di comprensione. Lo si vede bene nei testi, che hanno lasciato da parte i pur genuini fervori adolescenziali che ne han fatto un'icona amatissima per far posto a pensieri adulti ma tutti tesi a non invecchiare. L'ansia giusta e sana della crescita che s'intreccia col bisogno di non dimenticare la magia della scoperta, dell'apprendimento, dell'incanto di quando, più giovani almeno anagraficamente, si va dentro e incontro al mondo. Incanto, appunto. Come il titolo di questo nuovo tour che lo consegna alla sua platea adorante, anch'essa in bilico fra molte età, desideri e coscienze, in perfetta solitudine. Senza rete. Lui, la voce e il pianoforte. Una scelta bella e acrobatica, priva dei conforti delle uscite dal vivo, quando il cantautore romano si mostra puntualmente circondato di ottimi musicisti da Tony Levine a Danilo Rea e sfavillanti tecnologie. Nello specchio della solitudine Baglioni stasera sarà al Verdi (manco a dirlo esaurito da giorni, come lo è stato quello di Pisa pochi giorni fa per la prima data toscana del tour) per raccontare e raccontarsi, cercare e cercarsi fra pezzi di memoria e visioni o sogni di quel che sarà. Compagni di questo viaggio di due ore e più di note, una scena a forma di scatola, tutta nera, illuminata da quattro globi e una piccola lampada appoggiata in terra, una venticinquina delle sue canzoni a costruire la trama di un racconto dal vivo che si fa e si disfà ogni sera fra note, pensieri e parole. Ognuno fra i fan troverà la sua favorita, i suoi brividi più cari, eccone qualcuna: Acqua dall'acqua, Tamburi lontani, Fotografie, Quante volte, Il sole e la luna, Opere e omissioni, Fammi andare via, il medley Strada facendoUn po' di piùE adesso pubblicità, La vita è adesso. Mentre nel secondo tempo del recital arriveranno Io dal mare, Amori in corso, Lacrime di marzo, Stelle di stelle, Buona fortuna (solo voce), A Clà, Noi no, Io sono qui, Da te a me, Cuore d'aliante, Atletico Van Goof e Avrai


18 maggio 2001

Sulle ali della memoria, buon compleanno Claudio Un'emozione e un «incanto» il concerto di Baglioni al Teatro Verdi, davanti ad un pubblico impazzito

di Silvia Volpi

PISA. Sarà stato il mezzo secolo di vita tagliato proprio sul palco del teatro Verdi, o il calore degli affetti familiari (la mamma, Silvia, seduta in platea), forse l'abbraccio a sorpresa dell'amico Fabio Fazio entrato in scena con tanto di torta e candeline: di certo c'è che Claudio Baglioni si è concesso al pubblico come probabilmente non ha fatto mai. C'era un uomo che cantava e suonava il pianoforte, circondato da una scenografia scarna (luna, sole, stelle) e le luci quel poco che basta. Un uomo con tanta voglia di parlare e di scherzare, disposto a giocare con i suoi fans, ad avviare cori brevi sulle parole che si rincorrevano. Se l'obiettivo - come ha ribadito più volte il cantautore - era quello d'incantare strappando emozioni a chi lo stava a sentire, Baglioni lo ha raggiunto. Egregiamente. 
Mercoledì il tour "Incanto" ha fatto tappa al teatro Verdi di Pisa. Prove nel pomeriggio, ufficio stampa invaso da fax e regali. I fans con parecchio anticipo cominciano a girare intorno al teatro nel tentativo d'intravedere Claudio. L'ora del concerto si avvicina e la folla cresce. Alle otto e mezzo in platea c'è la mamma di Baglioni, un'anziana signora vestita di nero che distribuisce sorrisi e stringe mani a destra e a sinistra. Che cosa ha regalato a suo figlio che compie cinquant'anni? Silvia scuote la testa: «Il solito, sono al suo concerto».
Il sipario si apre alle 21 e qualche minuto, scoprendo Claudio Baglioni seduto al pianoforte a coda a cantare quell'"Acqua dalla luna" con cui fa accorrere il pubblico. Sulle ultime note e un fragoroso applauso di benvenuto, il teatro intona "Tanti auguri" per ricordare a quel «grande mago» un po' schivo lo scoccare dei cinquant'anni. E se qualcuno si aspetta un accenno di «'51 Montesacro e tutto cominciava...» rimane deluso. Anzi, il cantante romano si affretta a spiegare che le feste di compleanno non sono il suo forte, men che meno quella del mezzo secolo nonostante poco più tardi si ritrovi a cantare di essere «fiero, perché no?, di quei capelli bianchi» ('A Clà).
Il concerto - Baglioni lo dice in apertura - lo dedica al padre scomparso, visto che l'idea di un tour singolare («anche perché sono da solo sul palco») è nata dai ricordi evocati da un biglietto ritrovato sul vecchio pianoforte del cantautore, che riportava scritta a mano dal babbo la data dell'ultima accordatura. «Aprendo il piano - racconta il cantautore - ho riconosciuto la grafia di mio padre ed è cominciato un percorso della memoria che inevitabilmente corre parallelo con quello della mia musica. Lo strumento è diventato una barca per navigare su rotte che avevo perso e su altre che devo ancora vedere».
Baglioni intona «Tamburi lontani» e prosegue con «Un po' di più», «Fotografie», «Quante volte». Il ritmo e la scaletta dei brani seguono il filo dei ricordi, passando per i vari maestri che hanno avviato il giovanissimo Claudio sulla strada della musica. Si sono riascoltate canzoni che di solito non trovano spazio nei concerti da palasport o da stadio come «Lacrime di marzo», «Ora che ho te», «Opere e omissioni», ma Baglioni non ha fatto mancare ai fans che riempivano il Verdi nemmeno un medley di successoni vecchi e nuovi («Strada facendo», «Cuore di aliante», «Io sono qui», «Questo piccolo grande amore»), perché anche il teatro potesse sfogarsi. 
Mentre sul palco continuano ad arrivare messaggi di auguri, mazzi di fiori e cuori rossi variamente decorati, fa capolino una grande torta con le candeline accese portata in mano da Fabio Fazio. Claudio, ancora seduto al pianoforte, si volta e si copre il viso con le mani. Poi un abbraccio. «So che ti piacciono tanto queste cose - gli dice Fazio ironico - e non potevo mancare questa sera». Si rivolge al pubblico: «È l'ultimo amico che ho trovato ed è il più sincero». Baglioni soffia sulle candele e si emoziona. 
Rivolto al conduttore: «Un colpo bassissimo».
Il concerto prosegue una canzone dietro l'altra (senza tralasciare «Atletico Van Goof» in omaggio alla trasmissione di Fazio) fino a mezzanotte passando per «Amore bello», «Avrai», «Mille giorni», «E tu come stai». A chiudere la scaletta non può esserci che «Solo» cantata con grinta a fissare il messaggio che evidentemente per Claudio è ancora attuale ed efficace: «E canterò solo, camminerò solo, da solo continuerò...».
I fans si radunano sul retro del teatro Verdi ad aspettare l'uscita di Baglioni. Ci vuole un quarto d'ora per veder spuntare dal portone di piazza San Paolo all'Orto il cantautore accompagnato da Fazio. Prima di salire in macchina Claudio si gode l'ennesimo coro di «Tanti auguri» intonato all'aperto. Poi la Mercedes grigia sfreccia nel buio di via Francesco scortata dall'auto della polizia.


L'INTERVISTA AL GRANDE CANTANTE 

«Ho avuto un'accoglienza principesca»
Festa nella notte all'Hotel Continental di Tirrenia insieme agli amici

di Sergio Paradossi

TIRRENIA. Dopo oltre tre ore di concerto al Teatro Verdi, Claudio Baglioni ha «staccato la spina» e alle una di notte si è ritirato nella suite dei vip al Grand Hotel Continental di Tirrenia, dove, comunque, lo attendeva una grande sorpresa. Per festeggiare i suoi primi 50 anni, ha trovato a Tirrenia, nello splendido ristorante «La Polena» (il raffinato locale del
Continental dei fratelli Marianelli), 30 amici intimi, arrivati da tutta Italia, con Fabio Fazio e la consorte, la fidanzata Rossella Barattolo e l'amata madre Silvia ed un buffet... regale. 
Lo chef Massimiliano aveva preparato una serie di prelibatezze che, seppur a tarda ora, sono state «spolverate» da tutti i commensali, Claudio compreso. Lo chef aveva
preparato: una serie di stuzzichini di mare, insalatine di riso, pasta fredda con pomodorini freschi, pizze rustiche, crocchette fantasia, una eccezionale cascata di salumi toscani, il tutto annaffiato da un gradevole Sauvignon. 
La upersorpresa, comunque, doveva ancora arrivare, perchè i titolari del Continental, sempre cortesi e premurosi, con il direttore Bruno Campana, hanno servito una torta di compleanno, a forma di pianoforte a coda, di cioccolato e perlato italiano, naturalmente «arredata» con 50 candeline, e dell'ottimo pagne. Fabio Fazio ha dato il là al rituale... 
«tanti auguri, tanti auguri a te...», per poi passare ai baci d'augurio e alla consegna dei tanti regali. La festa si è protratta fino alle 3.30 del mattino, con naturale conclusione di un coro, sull'onda del «motivo d'oro» di Baglioni: «Questo piccolo grande amore».
Ieri mattina abbiamo aspettato quasi tre ore l'uscita del cantante dall'hotel tirreniese: Baglioni, che doveva essere a Bologna per un altro concerto, è partito alle 15.30. Quando è arrivato nella hall, l'autore di «Avrai» è stato circondato da diverse fans (hanno atteso in religioso silenzio) ed ha distribuito diversi autografi e... baci. Noi l'abbiamo avvicinato, chiedendo:
Soddisfatto di questa tappa a Pisa?
«Come potrei dire di no, è stata una accoglienza a dir poco principesca! Un bel teatro, tanto pubblico, tutto esaurito, ancora un buon viatico per le 34 tappe del mio tour».
Il concerto a Pisa nel giorno del compleanno è stato casuale o per scelta voluta?
«Mi dispiace, ma devo ammettere che è stata del tutto casuale questa data.
Io non avrei mai voluto dar pubblicità al mio compleanno, ma tant'è...».
Fazio e gli altri amici le hanno fatto una sorpresa?
«Questo sì. Una splendida sorpresa, una commovente sorpresa...».


Avvenire - 16 maggio 2001
Baglioni compie 50 anni 

Sarà forse una torta di compleanno o una sorpresa tenuta nascosta fino all'ultimo dai suoi musicisti a festeggiare il compleanno di Claudio Baglioni che oggi spegnerà la sua 50esima candelina a Pisa: stasera, infatti, il musicista romano suonerà al Teatro Comunale di Pisa, tappa del suo nuovo tour. Nato a Roma il 16 maggio 1951, figlio di un carabiniere e di una sarta, Baglioni ha iniziato a comporre musica giovanissimo.


Corriere della sera 16 giugno 2001

Baglioni ha 50 anni Oggi festeggia a Pisa

Oggi il cantautore romano Claudio Baglioni festeggia 50 anni: in tour, sulla scena del Teatro Comunale di Pisa (ieri è saltato il concerto di Messina per un incidente che ha bloccato il camion della scenografia). Figlio di un carabiniere e di una sarta, ha incominciato giovanissimo partecipando a rassegne per voci nuove e scrivendo brani per Mia Martini, Gigi Proietti, Rita Pavone. Nel ’72 il primo successo: «Questo piccolo grande amore». 


Il giorno 16 maggio 2001

Buon compleanno Claudio
Stasera a Pisa Baglioni festeggia i 50 anni


ROMA — Sarà forse una torta di compleanno o una sorpresa tenuta nascosta fino all'ultimo dai suoi musicisti a festeggiare il compleanno di Claudio Baglioni che oggi spegnerà la sua cinquantesima candelina a Pisa: stasera, infatti, il musicista romano suonerà al Teatro Comunale di Pisa, tappa del suo nuovo tour (domani sera sarà a Bologna, venerdì a Firenze, domenica a La Spezia). Nato a Roma il 16 maggio 1951, figlio di un carabiniere e di una sarta, Baglioni ha iniziato a comporre musica giovanissimo partecipando a rassegne per voci nuove. Nel '69 il primo contratto con la RCA e l'anno dopo il primo album e il singolo «Signora mia», presentato al Disco per l'Estate e al Festivalbar. Nel '72 il primo grande successo, "Questo piccolo grande amore", uno dei brani più noti della musica leggera italiana di tutti i tempi. Indifferente alla canzone d'autore impegnata, Baglioni continua a sfornare dischi che finiscono regolarmente in testa alle classifiche e anche nei primi anni Ottanta rimane all'apice del successo con "Avrai". Una carriera segnata anche da qualche momento difficile come quando, allo stadio di Torino, si esibisce come unico italiano al concerto «Human rights now» raccogliendo fischi e insulti. Alla fine degli anni '90, dopo cinque anni di silenzio 
discografico, ritrova il successo, anche di critica, con "Oltre". L'ultimo disco in studio, "Viaggiatore sulla coda del tempo", è del 1999 mentre lo scorso anno è uscito "Acustico", ancora un live dal vivo. 


Il mattino (padova) 16 maggio 2001

E Claudio Baglioni festeggia oggi il suo mezzo secolo. La sua prima volta in pubblico nel '66


ROMA. E' attualmente in giro per l'Italia col suo tour acustico "Incanto" che ha fatto registrare ovunque il tutto esaurito. Claudio Baglioni, l'interprete della "Canzone del Secolo", Questo piccolo grande amore, compie oggi 50 anni. L'artista si esibisce professionalmente per la prima volta nel 1966, in un teatro periferico di varietà, per una paga di mille lire. Nel 1968 compone le sue prime canzoni, tra cui Signora Lia e Interludio e, nel 1969, firma il primo contratto discografico con la Rca. Nel 1970 partecipa al Disco per l'Estate con Una Favola Blu, e incide il suo primo album, Claudio Baglioni; l'anno dopo realizza il secondo album, Un Cantastorie dei giorni nostri. Nel 1972 canta le canzoni della colonna sonora del film Fratello Sole, Sorella Luna, di Franco Zeffirelli. Scrive Bonjour La France, interpretata da Rita Pavove e raggiunge il primo posto nelle classifiche francesi. Esce il terzo album Questo Piccolo Grande Amore, al primo posto in tutte le classifiche. Il primo tour italiano è del 1973, anno in cui pubblica il quarto album, Gira che ti rigira amore bello. L'anno successivo lavora a Parigi con Vangelis per l'album E Tu. Il disco raggiunge il primo posto sia in Italia che nelle classifiche sudamericane. In quell'anno Baglioni vince il Festivalbar. Una carriera sfolgotante fino all'attuale tour "Sogno di una notte di note".


La nuova Sardegna 16 maggio 2001

Claudio Baglioni, 50 anni di canzoni
Dalla lontana esibizione del 1966, per mille lire, all'ultima tournée, «Incanto»



ROMA. E' attualmente in giro per l'Italia col suo tour acustico "Incanto" che ha fatto registrare ovunque il tutto esaurito. Claudio Baglioni, l'interprete della «Canzone del Secolo», «Questo piccolo grande amore», compie domani 50 anni. L'artista si esibisce professionalmente per la prima volta nel 1966, in un teatro periferico di varietà, per una paga di mille lire. Nel 1968 compone le sue prime canzoni, tra cui «Signora Lia» e «Interludio» e, nel 1969, firma il primo contratto discografico con la RCA. Nel 1970 partecipa al «Disco per l'Estate» con «Una Favola Blu», il suo primo 45 giri.
Realizza il primo album, «Claudio Baglioni», arrangiato da Ruggero Cini, prodotto da Antonio Coggio. Nel 1971 ottiene il Premio della Critica al Festival Internazionale di Sopot (Polonia) e nello stesso anno incide il secondo album, «Un cantastorie dei giorni nostri». Nel 1972 canta le canzoni della colonna sonora del film «Fratello Sole, Sorella Luna», di Franco Zeffirelli. Scrive «Bonjour La France», interpretata da Rita Pavone e raggiunge il primo posto nelle classifiche francesi. Esce il terzo album «Questo Piccolo Grande Amore», al primo posto in tutte le classifiche. Il primo tour italiano è del 1973, anno in cui pubblica il quarto album, «Gira che ti rigira amore bello». L'anno successivo lavora a Parigi con Vangelis per l'album «E Tu». Il disco raggiunge il primo posto sia in Italia che nelle classifiche sudamericane. Nel 1975 registra il sesto album, «Sabato Pomeriggio», arrangiato da Louis Enriquez Bacalov. Baglioni suona e canta «Poster» con Astor Piazzolla. Due anni dopo esce l'album «Solo», realizzato con Toto Torquati. Esce l'ottavo album, «E tu come stai», di cui l'anno dopo realizza la versione in francese. Nel 1981 esce «Strada Facendo» registrato tra Oxford e Londra con Geoff Westley. L'anno successivo compone e registra il brano «Avrai» per la nascita del figlio.
Nel 1985 ottiene un riconoscimento per la Canzone del Secolo, assegnato dal pubblico italiano a «Questo Piccolo Grande Amore». Esce «La vita è adesso», che rimane in classifica per 18 mesi. In quell'anno realizza il primo videoclip con la regia di Gabriele Salvatores. Il 1986 è l'anno di «Assolo» con una singolare performance di tre ore in cui suona tastiere, chitarre e percussioni. Dopo due anni di lavorazione, esce «Oltre», dodicesimo album, raccolta di 20 canzoni con ospiti come Pino Daniele, Paco De Lucia, Steve Ferrone, Richard Galliano. L'anno successivo esce «Assieme» registrato durante la tournèe. «Concerto contro la mafia», «Giù la maschera» sono le manifestazioni che fa a Palermo, nel settembre 1993, dopo l'uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e delle loro scorte. Nel 1995 inizia il Tour Giallo a Castelluccio di Norcia. Per una settimana Claudio Baglioni gira con un gruppo di musicisti su un camion giallo ed esegue dei concerti-blitz a sorpresa nelle piazze e nelle strade dell'Italia Centrale presentando il brano «Io sono qui», che esce il 28 settembre totalizzando nel primo week-end di vendita 300mila copie. Il 28 ottobre Claudio Baglioni dà vita alla Clab, l'associazione artistico culturale che nel giro di pochi anni raggiunge un altissimo numero di iscritti (oltre 17.000) e con la quale nascono iniziative inedite, come raduni, videocassette e cd.
Nel 1996 parte da Verona il Tour Rosso e in qualità di ambasciatore artistico della Fao partecipa il 27 ottobre dello stesso anno al World Food Day Concert tenutosi a Roma; la sigla Koinè è una sua composizione per l'avvenimento sociale. Sempre nel 1996, il 22 novembre esce il live «Attori e Spettatori». L'anno si conclude con il videoclip di «Noi no (noi mai più)». Nel 1997 conduce insieme a Fabio Fazio il varietà «Anima Mia» di RaiDue. Dal 18 maggio al 18 luglio 1998 conduce su Rai-RadioDue il programma "Mezzogiorno con". A giugno esce il cd «Da me a te» e inizia il tour degli stadi: dalla città allo stadio, una serie di piccoli eventi, incontri, sorprese, manifestazioni, apparizioni, musica e parole, che rendono il tour uno dei più grandi avvenimenti dell'ultimo decennio. A seguito del clamoroso successo del Tour degli stadi esce il triplo album dal vivo «A-Live». Nel 1999 Claudio Baglioni realizza il quinto Raduno Clab a Cinecittà. Nel 2000 infine dà vita al tour «Sogno di una notte di note» in luoghi di interesse archeologico





la repubblica 16 maggio 2001

Due volte Baglioni: tutto esaurito 

il concerto

In Assolo era circondato da tastiere, tutte manovrate da lui. In InCanto tra pianoforte e voce, il tour che approda stasera al teatro Verdi di Pisa (ore 21) e venerdì al Verdi di Firenze (ore 20.45, ambedue le date sono esaurite) Claudio Baglioni si accompagna invece con un pianoforte, e niente di più. Il cantautore romano ama alternare spettacoli complicati e sontuosi a concerti confidenziali, ma non si era mai spinto così in là, compiendo un salto mortale senza rete (i recital voce e piano sono tra i più difficili da sostenere per un artista). L'esigenza di un tour in perfetta solitudine, stavolta senza neanche l'appiglio della tecnologia, è dovuta dice Baglioni «ad un bisogno di purezza. Non è solo una scelta di linguaggio, di atmosfera o la ricerca di una diversa proposta musicale, ma, soprattutto, una scelta di sostanza. Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo. Togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili (melodia, armonia, testo) per i quali le chiamiamo canzoni. Per raggiungere la stessa essenziale intensità dei film in bianco e nero». In scaletta, tutti i grandi successi che hanno reso famoso Baglioni: ma sarà una sorpresa riscoprirli in una versione inedita. E sarà come non averli mai ascoltati. 


Il tempo 16 maggio 2001

OGGI FESTEGGIAMENTI A PISA
I 50 anni di Baglioni, cantautore della dittatura d’amore

ROMA - Sarà forse una torta di compleanno o una sorpresa tenuta nascosta fino all'ultimo dai suoi musicisti a festeggiare il compleanno di Claudio Baglioni che oggi spegnerà la sua 50esima candelina a Pisa: stasera, infatti, il musicista romano suonerà al Teatro Comunale di Pisa, tappa del suo nuovo tour. Nato a Roma il 16 maggio 1951, figlio di un carabiniere e di una sarta, Baglioni ha iniziato a comporre musica giovanissimo partecipando a rassegne per voci nuove e scrivendo brani per diversi interpreti tra cui Mia Martini, Gigi Proietti e Rita Pavone. Nel 1969 il primo contratto con la RCA e l'anno dopo il primo album e il singolo «Signora mia», presentato al «Disco per l'Estate» e al «Festivalbar». Nel 1972 il primo grande successo, «Questo piccolo grande amore», uno dei brani più noti della musica leggera italiana. Poi il successo travolgente segnato da canzoni che segnarono intere generazioni di adolescenti: «E tu», «Sabato pomeriggio», «Poster», «Solo», «E tu come stai?». 
Indifferente alla canzone d'autore impegnata, Baglioni continua a sfornare dischi che finiscono in testa alle classifiche e anche nei primi anni Ottanta rimane all'apice del successo con «Avrai», «La vita è adesso». Una carriera segnata anche da qualche momento difficile come quando, allo stadio di Torino, si esibisce come unico italiano al concerto «Human rights now» raccogliendo molti fischi. Alla fine degli anni Novanta, dopo cinque anni di silenzio discografico, ritrova il successo, anche di critica, con «Oltre». Poi il disco «Io sono qui» che lo avvia verso una fortunata collaborazione televisiva con Fabio Fazio nel programma «Anima mia» in cui si diverte a fare il verso a se stesso e alle canzoni italiane degli anni Settanta. La successiva esperienza televisiva, sempre con Fazio in «L'ultimo valzer», è invece meno fortunata. L'ultimo disco in studio, «Viaggiatore sulla coda del tempo», è del 1999 mentre lo scorso anno è uscito «Acustico».


Dal Mattino di Napoli un augurio a Claudio da Beppe Lanzetta.

"Caro Baglioni,ci crederesti se ti dicessi che tu domani compi 50 anni ed io mi vado a ricordare proprio di quella tua vecchissima canzone,"Ci crederesti se?"Strana la vita,eppure quella canzone la scrivesti per gli Showmen che erano le star del mio quartiere e tu.E tu gli prestavi quella ballata d'amore mentre io facevo il dj in una discoteca di Pinetamare e mandavo alta la musica per fare arrivare alla mia Cristina d'allora le tue parole........
Quel piccolo grnde amore è passato,ne sono venuti tanti altri,piccoli randi,piccoli piccoli,grandi grandi,piccini picciò,esagerati,postdatati,scaduti.....Amori tutto miele,roba da "favola blu".Amori segreti,roba da farti ripetere "Signora Lia stasera stai con tuo marito".
Quanto tempo è passato, Claudio,tempo che ha scavato qualche solco doloroso sul tuo viso e sui tuoi capelli anni Settanta lunghi e per bene,lunghi e capelloni,lunghi e che volevano andare in Inghilterra insieme con la tua due cavalli,la mitica Camilla che quando poi l'hai portata a bruciare chissà se hai pianto.E le ragazze dell'Est adesso invadono le nostre piazze,le nostre case,i nostri cuori,le nostre sere tutte uguali,fatte di TV:"E adesso la pubblicità".
Per un periodo di tempo non sei stato di moda,la sinistra ti bocciava perchè eri melenso,sdolcinato,troppo affettuoso e troppo "oso" ,oso,oso,oso.....Ma tu imperterrito hai continuato a bruciare le emozioni di tutti e gliele hai date,cantate,suonate tra osanna,standing ovation,palasport e stadi stracolmi di tutto e di tutti,di chi ti criticava e poi in silenzio cantava le tue ballate,assoluta colonna sonora di tre generazioni che alla fine ti scoprivano anche ulivista.
Buon compleanno,Claudio,magnifico cinquantenne di successo che qualcuno un tempo sfotteva chiamandoti Agonia.Per tanti questi tuoi cinquantenni sono stati....mille giorni di te e di noi".


Da www.ilnuovo.it 15/05/2001

Buon Complenanno Claudio


L'indimenticabile autore di Piccolo Grande Amore compie 50 anni. 
di Riccardo Usuelli e Elisabetta Castiglione 

ROMA - E' attualmente in giro per l'Italia col suo tour acustico Incanto che ha fatto registrare ovunque il tutto esaurito. Claudio Baglioni, l'interprete della Canzone del Secolo, Questo piccolo grande amore, compie domani 50 anni. L'artista si esibisce professionalmente per la prima volta nel 1966, in un teatro periferico di varietà, per una paga di mille lire. Nel 1968 compone le sue prime canzoni, tra cui Signora Lia e Interludio e, nel 1969, firma il primo contratto discografico con la RCA. Nel 1970 partecipa al Disco per l'Estate con Una Favola Blu, il suo primo 45 giri. Realizza il primo album, Claudio 
Baglioni, arrangiato da Ruggero Cini, prodotto da Antonio Coggio. Nel 1971 ottiene il Premio della Critica al Festival Internazionale di Sopot (Polonia) e nello stesso anno incide il secondo album, Un Cantastorie dei giorni nostri. Nel 1972 canta le canzoni della colonna sonora del film Fratello Sole, Sorella Luna, di Franco Zeffirelli. Scrive Bonjour La France, interpretata da Rita Pavove e raggiunge il primo posto nelle classifiche francesi. 

Esce il terzo album Questo Piccolo Grande Amore, arrangiato da Tony Mimms, al primo posto in tutte le classifiche. Il primo tour italiano è del 1973, anno in cui pubblica il quarto album, Gira che ti rigira amore bello. L'anno successivo lavora a Parigi con Vangelis per l'album E Tu. Il disco raggiunge il primo posto sia in Italia 
che nelle classifiche sudamericane. In quell'anno Baglioni vince il Festivalbar. Nel 1975 registra il sesto album, Sabato Pomeriggio, arrangiato da Louis Enriquez Bacalov. Baglioni suona e canta Poster con Astor Piazzolla. Due anni dopo esce l'album Solo, realizzato con Toto Torquati. 

Esce l'ottavo album, E Tu Come Stai, di cui l'anno dopo realizza la versione in francese. Nel 1981 esce Strada Facendo, registrato tra Oxford e Londra con Geoff Westley. L'anno successivo compone e registra il brano Avrai per la nascita del figlio.

Nel 1985 ottiene un riconoscimento per la Canzone del Secolo, assegnato dal pubblico italiano a Questo Piccolo Grande Amore. Esce La vita è adesso, che rimane in classifica per 18 mesi. In quell'anno realizza il primo videoclip con la regia di Gabriele Salvatores. Il 1986 è l'anno di Assolo con una singolare performance di tre ore in cui suona tastiere, chitarre e percussioni. Dopo due anni di lavorazione, esce Oltre, dodicesimo album, raccolta di 20 canzoni con ospiti come Pino Daniele, Paco De Lucia, Steve Ferrone, Richard Galliano. L'anno successivo esce Assieme (oltre il concerto), 14 canzoni registrate dal vivo durante la tournee. Concerto contro la mafia, Giù la maschera sono le manifestazioni che fa a Palermo, nel settembre 1993, dopo l'uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e delle loro scorte.

Nel 1995 inizia il Tour Giallo a Castelluccio di Norcia. Per una settimana Claudio Baglioni gira con un gruppo di musicisti su un camion giallo ed esegue dei concerti-blitz a sorpresa nelle piazze e nelle strade dell'Italia Centrale presentando il brano Hit del nuovo album Io sono qui, che esce il 28 settembre totalizzando nel primo week-end di vendita 300.000 copie. Il 28 ottobre Claudio Baglioni dà vita alla CLAB, l'Associazione Artistico Culturale che nel giro di pochi anni raggiunge un altissimo numero di iscritti (oltre 17.000) e con la quale nascono iniziative particolari ed assolutamente inedite, come raduni, videocassette e cd, solo ed esclusivamente per gli associati.


Da www.ilnuovo.it 15/05/2001
Gli auguri di Fabio Fazio


In occasione del compleanno di Baglioni, gli auguri di uno dei suoi più grandi amici. 


MILANO – “Claudione è uno dei miei ultimi amici. L’ho conosciuto nel ’95 e da allora condividiamo tutto: alti e bassi, vacanze, trasmissioni, idee e compleanni. Cosa gli auguro? Di rimanere sempre se stesso, con la sua sua voglia di stupire e di non accontentarsi mai”. Fabio Fazio prima ancora di essere uno dei suoi migliori amici, è uno dei suoi più scatenati fan. Di Baglioni sa tutto, conosce a memoria ogni singola canzone, ne esalta ogni singola caratteristica. Umana e professionale.

Cosa gli regalerà il 16 maggio? A Fabio la risposta: “Non lo dico, nemmeno se mi ammazzate. Non vi dico neppure se il regalo l’ho già comprato o meno. Una cosina però ve la dico: mercoledì mattina gli farò una telefonata. Ma ve lo dico solo perché lui sta a Roma e io a Milano”.

Come vi siete conosciuti?
Grazie a una trasmissione che non abbiamo mai fatto. Quella sera stessa ci siamo trovati a cena insieme e tra una chiacchiera e l’altra abbiamo buttato giù le basi di Anima Mia.

Qual è la canzone di Claudio che ami di più?
Tutte, ma se devo sceglierne una, voto 1000 giorni.

Cosa hai imparato lavorando accanto a lui?
Ho capito cosa sia la professionalità. Mi ha insegnato molte cose, tra cui la capacità di ascoltare se stessi, sempre, senza mai assecondare i voleri altrui. E che è solo con la voglia di stupire che si fa un grosso regalo al pubblico.

Sembrano parole tue.
Claudio ed io ci somigliamo molto, è vero. Credo che gli spettacoli debbano essere sempre esagerati, mai banali e normali. E dai miei programmi e dalle sue canzoni, il messaggio mi sembra abbastanza evidente.

Farete altre trasmissioni insieme?
Perché no. Per il momento facciamo solo le vacanze insieme e per il mio futuro tivù mi sembra che fino ad oggi sia stato detto anche troppo.

Di che segno siete?
Lui toro, io sagittario. Ma ne capisco poco, lascio ad altri le compatibilità astrali. 


Da "Il Mattino" di Napoli di oggi, 15/05/01
Amarcord. Baglioni e gli Showmen 

PEPPE LANZETTA 

Caro Baglioni, ci crederesti se ti dicessi che tu domani compi 50 anni ed io mi vado a ricordare proprio di quella tua vecchissima canzone, «Ci crederesti se»? Strana la vita, eppure quella canzone la scrivesti per gli Showmen che erano le star del mio quartiere e tu... E tu gli prestavi quella ballata d’amore mentre io facevo il dj in una discoteca di Pinetamare e mandavo alta la musica per fare arrivare alla mia Cristina d’allora le tue parole... 
Quel piccolo grande amore è passato, ne sono venuti tanti altri,piccoli grandi, piccoli piccoli, grandi grandi, piccini picciò, esagerati, postdatati, scaduti... Amori tutto miele, toba da «favola blu». Amori segreti, roba da farti ripetere «Signora Lia stasera, stai con tuo marito». 
Quanto tempo è passato, Claudio, tempo che ha scavato qualche solco doloroso sul tuo viso e sui tuoi capelli anni Settanta lunghi e per bene, lunghi e capelloni, lunghi e che volevano andare in Inghilterra insieme con la tua due cavalli, la mitica Camilla che quando poi l’ha portata a bruciare chissà se hai pianto. E le ragazze dell’Est adesso invadono le nostre piazze, le nostre case, i nostri cuori, le nostre sere tutte uguali fatte di tv: «E adesso la pubblicità». 
Per un periodo non sei stato di moda, la sinistra ti bocciava perché eri melenso, sdolcinato, troppo affettuoso e troppo «oso», oso, oso, oso... Ma tu impeterrito hai continuato a bruciare le emozioni di tutti e gliele hai date, cantate, suonate tra osanna, standing ovation, palasport e stadi stracolmi di tutto e di tutti, di chi ti criticava e poi in silenzio cantava le tue ballate, assoluta colonna sonora di tre generazioni che alla fine ti scoprivano anche ulivista. 
Buon compleanno, Claudio, magnifico cinquantenne di successo che qualcuno un tempo sfotteva chiamandoti Agonia. Per tanti questi tuoi cinquantanni sono stati... mille giorni di te e di noi. 


www.iol.it
Voci dalla città 15 maggio 2001


Baglioni torna a Venezia dopo 19 anni

A ruba i biglietti per il concerto "InCanto" 

Bruciati i biglietti in poche ore per il concerto di Claudio Baglioni (27 maggio, ore 21) al Teatro Malibran di Venezia, che riaprirà con un concerto e l'inaugurazione ufficiale del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi il 26 maggio. Più che per la giornata inaugurale pare si sia scatenata una vera e propria caccia all'invito per la serata nella quale farà tappa il tour teatrale "InCanto", che Claudio Baglioni sta portando avanti dall'inizio maggio per la penisola, con qualche sosta forzata (vedi la data di Salerno) per motivi di salute. 
E proprio dai primi di maggio i biglietti in vendita per assistere al concerto (con prezzi dalle 40 alle 90 mila lire) sono andati letteralmente a ruba nel giro di poche ore, considerata anche la capienza limitata di un teatro. E, la stessa storia si è ripetuta anche per le altre date in Veneto dell'artista romano:
stesse scene ai botteghini per la serata al Teatro sociale di Rovigo e per la tappa veronese. 
Solo pochi potranno assistere a "InCanto", un progetto nato dallo stesso Baglioni, che proporrà il suo trentennale repertorio con il solo ausilio del pianoforte. E'un percorso intimistico di Baglioni, che lo ha portato momentaneamente ad abbandonare i grandi spazi degli stadi e dei palasport per trasferire i suoi spettacoli in un ambiente più ristretto: già l'estate scorsa si era avuta una prova con "Sogni di una Notte di Note", spettacolo acustico che aveva visto Baglioni transitare dalle nostre parti al Teatro Romano di Verona e in Piazza degli Scacchi a Marostica.
Ora il ritorno e l'occasione di suonare a Venezia dopo tanto tempo. I fans veneziani non si sono lasciati pregare; anzi ricordando l'ultima apparizione concertistica, in una piattaforma galleggiante nel 1982 davanti all'Arsenale (usato per la prima volta per scopi non più militari), si sono dati appuntamento vent'anni dopo, per rivivere le stesse emozioni. 
Anzi, sicuramente di nuove, perché Claudio Baglioni, che compirà proprio in questi giorni (16 maggio) cinquant'anni, ha ancora voglia di fare musica e di stupire il pubblico. Chi è in possesso del biglietto per il concerto di Baglioni al Teatro Malibran può ritenersi fortunato.


La repubblica 13 maggio 2001

Baglioni canta al Massimo 


lo show

Un uomo solo al pianoforte. È Claudio Baglioni, protagonista domani sera al teatro Massimo di "Incanto", la prima tappa siciliana del suo nuovo tour attraverso teatri di particolare suggestione che lo vede in scena senza band e senza effetti speciali, in un'atmosfera assai diversa da quella della Favorita di tre estati fa. Baglioni canterà le canzoni più celebri del suo repertorio davanti a un teatro strapieno: i biglietti, infatti, sono andati esauriti in poche ore. 


Il Corriere della sera 12 maggio
È finita una campagna elettorale aspra e difficile. Partiti e candidati, silenzio fino al voto di domenica

Aerei, bus e appelli: poi scatta la tregua
È finita. La campagna elettorale più affollata e rovente della storia di Roma, diecimila candidati in corsa per un posto in Campidoglio, nei diciannove municipi, alla Camera e al Senato si è conclusa (salvo ballottaggio) con il traffico in tilt nella zona di piazza del Popolo, scelta dalla Casa delle libertà per il comizio finale. E con gli aeroplani «azzurri» che volteggiavano sulla Capitale. La presenza di Silvio Berlusconi e degli altri leader del Polo ha richiamato attorno al candidato sindaco Antonio Tajani 25mila persone. Molti sono arrivati in pullman dal Lazio, dall'Umbria, dalle Marche. Walter Veltroni, candidato sindaco del centrosinistra, ha chiuso la campagna elettorale in piazza Santa Maria Liberatrice, cuore di Testaccio, dove ha ricevuto la telefonata augurale di Romano Prodi e poi un «in bocca al lupo» da parte di Claudio Baglioni. 
E domani si va a votare. I romani chiamati alle urne sono 2.290.787, il 97,97 per cento ha ricevuto a casa la nuova tessera elettorale. Cinque le schede:
Camera, Senato, sindaco, circoscrizioni e Camera proporzionale. La battaglia dei poster elettorali invece, continua. Il capolista dei verdi Silvio Di Francia ha lanciato un appello al prefetto di Roma, Giuseppe Romano, perché sia rispettata, dopo giorni di «manifesto selvaggio», la scadenza della mezzanotte. «Sembra che il Polo abbia commissionato l'attacchinaggio anche dopo la scadenza», è il sospetto dell'esponente ambientalista. E fino a domani, silenzio.
Guerzoni a pagina 51

 Cronaca di Roma


Gazzetta di Modena 12 maggio 2001, SS. Nereo e Achille 

Carpi. Folla ieri sera al teatro Comuale per il concerto del popolare cantautore
Baglioni, successo tutto rosa
Gli applausi da un pubblico in prevalenza femminile

sam.ri

CARPI. Puntuale all'appuntamento con il pubblico carpigiano, Claudio Baglioni ha scaldato il teatro comunale con il solo ausilio del vecchio pianoforte a coda inglese. Complici la voce calda e profonda, l'alternanza tra i successi di sempre e i racconti di vita vissuta (ha dedicato il concerto al padre), il cantautore romano ha conquistato un pubblico al novanta per cento femminile che con cori ed applausi ha scaldato da subito l'atmosfera. Il concerto era tanto atteso che i biglietti si sono esauriti in tre ore. «Quando abbiamo aperto la biglietteria alle 15.30, c'erano già duecento persone che aspettavano - racconta la direttrice Tiziana Cattini - alcune ragazze del suo fans club hanno viaggiato tutta la notte e alle 5.30 del mattino erano davanti al teatro per avere la certezza dei posti in prima fila. I 48 biglietti venduti contemporaneamente su internet poi, sono stati letteralmente bruciati». «Abbiamo fatto una fila di almeno quattro ore - ci raccontano Anna e Chiara, 25 e 23 anni - ma ne vale la pena. Questo è il terzo concerto che vediamo. E poi più diventa vecchio più migliora!». Non tutti gli uomini presenti però, avevano la funzione di semplici "accompagnatori", qualcuno si è rivelato un fan del cantautore. «In 38 anni lo già visto quattro o cinque volte - confessa Filippo Valisnieri di Carpi - ho cominciato a 20 anni e stasera sono curioso di vedere la nuova formula del concerto - più intima. Mi piacciono le sue canzoni, ma soprattutto la sua voce».
Anche Brunetto Salvarani assessore carpigiano ci ha raccontato il suo amore per il primo Baglioni anni '70 «Che sapeva coniugare la vena popolare con la canzone d'autore. Sono orgoglioso anche che fra tanti teatri in cui si esibisce ogni sera ci sia anche il nostro». La scenografia scarna giocata soltanto sulle luci di scena e sul carisma del cantautore hanno permesso di cogliere le parole e la musica nella loro essenza.
«Mi piace la sua melodia. - dichiara Paola Rancadi insegnante in pensione di 55 anni - Per me è un poeta. Sono sicura di trovare un'atmosfera più intima in teatro, perché le coreografie e le scenografie degli ultimi concerti rischiavano di allontanare la concentrazione».
Non sono rimaste deluse nemmeno le tante signore che all'ingresso fra sospiri e strizzate d'occhio si sono lasciate scappare un «Meno male che il teatro è piccolo, così lo vediamo meglio!».


DA "LA SICILIA" DI OGGI:

"PETIZIONE PER BAGLIONI AL BELLINI"


RACCOLTE OLTRE TRECENTO FIRME. Mobilitazione dei fan di Claudio Baglioni che ieri pomeriggio hanno raccolto numerose firme davanti al Teatro Massimo Bellini (nella foto di Santi Zappalà un momento della raccolta di firme) che sono state consegnate al sovrintendente del Teatro lirico catanese affinché il consiglio d'amministrazione dia l'ok al concerto che Baglioni dovrebbe tenere a giugno nella città etnea. In un'ora sono state raccolte oltre trecento firme. Davanti al teatro si sono radunati numerosi fan, la più piccola, Maria Chiara, ha appena sette anni ed anche lei, sfegatata fan del cantante romano, ha voluto firmare partecipando alla simbolica e pacifica
protesta. Il consiglio direttivo del teatro dovrebbe decidere nei prossimi giorni se concedere o no il «Bellini» a Baglioni.


"Il Tirreno" 11 maggio 2001
Baglioni in concerto: un'attesa spasmodica
È iniziato il conto alla rovescia per il recital del cantante
proprio il giorno del suo 50.mo compleanno al teatro Verdi

di Silvia e Alberto Mattolini

PISA. Nell'aria si respira già il sapore di una festa e Claudio Baglioni si sta preparando a spengere le sue cinquanta candeline. Nelle prime date del nuovo tour «InCanto» infatti, il pubblico ha accennato un augurio di buon compleanno e con molta simpatia, il festeggiato si è ritirato in un angolo per eseguire un gesto di rito che sarebbe indelicato descrivere. 
«Fare gli auguri di buon compleanno in anticipo porta male» dice l'artista che, come ripetiamo, compirà i suoi 50 anni proprio il 16 maggio, data della sua esibizione al Teatro Verdi di Pisa. Un gesto scaramantico ingiustificato? Sembrerebbe proprio di no dati gli ultimi eventi. Claudio Baglioni ha infatti dovuto annullare la data di Salerno per febbre. Pare che il medico gli abbia prescritto 24 ore di riposo assoluto, quindi sarebbe stata compromessa anche la data di Napoli e voci di corridoio aggiungevano che aveva già disdetto l'albergo. Fortunatamente, la voglia e la tenacia di Baglioni supera ogni prescrizione medica ed anche il pubblico napoletano ha potuto gustarsi il suo idolo in perfetta salute con una performance che non ha deluso le aspettative: «Se la febbre fa questo effetto, ben venga!» dice scherzosamente Michele, «Non so di quale tipo di influenza abbia sofferto, ma la voglio anch'io!», aggiunge Ivan, questo per citare alcune voci catturate dal coro dei fans. Ivan poi ci fa una dettagliata descrizione del «suo» InCanto, trova il concerto incredibile e fantastico, con brani un po' dimenticati, molti mai eseguiti dal vivo, riproposti in una maestosa chiave espressiva. Non nasconde l'emozione e la soddisfazione di avere strinto la mano a Claudio. Ma preparare il pubblico pisano all'evento «InCanto» non è facile, ogni concerto non è mai la replica di un precedente e stabilire quale sarà la scaletta del 16 maggio appare un'impresa abbastanza ardua.
Dalle date già effettuate comunque si colgono già le prime emozioni che non tradiscono le attese. Claudio appare in piena forma, il suo invito è di non togliere il cuore di fronte all'incanto, «un invito a irrigare, di quando in quando, quel terreno un po' troppo incolto nel quale lasciamo avvizzire certe emozioni». Sembrano lontane le scenografie elettroniche di un anno fa, quando il "Viaggiatore sulla coda del tempo" correva sopra un palco scintillante di fuochi oleografici e luci multicolori, circondato dai suoi musicisti. Ora Claudio, da solo, immerso in uno sfondo figurativo ridotto all'essenziale, si siede al pianoforte che, come un compagno di cammino nel suo percorso musicale, lo aiuta ad armonizzare la melodia nella quale fonde i suoi testi. Con oltre due ore di musica, parole e scherzosi dialoghi con il pubblico, ripercorre nuovi e vecchi successi come "Strada facendo", "Amori in corso", "Solo", per citarne alcuni, resi ancora una volta diversi dalle nuove interpretazioni che sembrano nascere in quel preciso momento. Il pubblico vorrebbe intervenire, ma capisce di non poter interrompere quell'intimo sound, così personale da mantenere l'esclusività del solo ascolto. Qualcuno più distratto si lascia andare ad un coro disarmonico, ma è prontamente richiamato dai compagni spettatori di quella nuova notte di note, come per ricercare un rispetto dovuto che, negli ultimi tempi, pare sia gradito all'artista. Il concerto va avanti fno alla fine, no, c'e' ancora tempo e Claudio concede come generosamente sa fare, i consueti bis. E c'è anche «Questo piccolo grande amore», ma non è più quella storia di un tempo, la maturità musicale, la continua ricerca e la sperimentazione hanno completamente tolto un'etichetta che si è portato dietro per anni.... Oggi Claudio Baglioni non è più quello della «maglietta fina».
E ci fermiamo qui scavalcando per un momento i doveri giornalistici, lasciamo spazio alle sorprese che il pubblico pisano merita di scoprire da solo, vi possiamo assicurare che sono davvero tante. A Pisa è veramente iniziato il conto alla rovescia... Qualcuno sta già respirando l'aria dell'InCanto, un alito di note che si alzeranno dal Teatro Verdi, per proiettarsi nell'infinito.


DAL GIORNALE "LA SICILIA" (Catania)  11 maggio 2001

Nessuna conferma ancora sulla concessione degli spazi per ospitare i due show

Sarà l'incalzante atmosfera delle elezioni, saranno i tanti problemi che attanagliano la città, ma l'amministrazione sembra avere dimenticato la musica, quella, almeno, dei grandi eventi. E così, uno dei più accreditati promoter locali, Carmelo Costa, lancia un grido d'allarme sostenendo che la città sta rischiando di rimanere definitivamente fuori dal giro dei concerti più importanti. A rischio ci sono le sibizioni di Claudio Baglioni, prevista al Teatro Massimo Bellini il 19 giugno, e Vasco Rossi la cui data, già inserita nel calendario dell'artista, è fissata allo stadio Cibali il 26 giugno.
Il consiglio d'amministrazione del Teatro Massimo Bellini dovrebbe prendere una decisione definitiva oggi o domani al massimo. Questo, almeno, è quel poco che trapela dal «Bellini» dove, effettivamente, nessuna risposta ufficiale, né un sì, né un diniego, vengono espressi a tal proposito dal sovrintendente Mario Bombace. 
Diversa la situazione per Vasco Rossi. Sindaco impegnatissimo, assessore alla Cultura irraggiungibile, l'ultima parola, spetta all'assessore allo Sport, Paolo Di Caro: «Lo stadio Cibali è una struttura che nasce come sito riservato allo sport, e in vista dei campionati nazionali assoluti di atletica leggera, previsti per il 7 e 8 luglio, esattamente una settimana dopo il concerto, ci sembra azzardato dare delle conferme che rischierebbero di fare saltare un evento così importante per la città trattandosi di uno dei principali appuntamenti dell'estate sportiva italiana. Oltre ai lavori di routine previsti per un evento del genere, attendiamo infatti l'omologazione dell'impianto da parte della Fidal, che potrebbe arrivare anche un giorno prima della data di Vasco Rossi. Tuttavia, se questo visto dovesse arrivare nei tempi previsti, non avremo esitazioni a concedere il Cibali a Vasco Rossi e ai suoi fan visto che anche la musica e le attività ricreative rientrano nei parametri di utilizzo di spazi come quello in questione».
Ci sembra di capire, insomma, che Catania rischia grosso. Rischiano grosso i fan, soprattutto i più giovani, già parecchio penalizzati dalle distanze. E non basterà un Festivalbar pieno di stelle del pop (o presunte tali) asalvare la situazione, visto che si svolgerà a Taormina che, seppure a untiro di schioppo dalla città etnea, resta pur sempre provincia di Messina.
E dal management di Baglioni arriva un ultimatum: «O Carmelo Costa ci dà una conferma scritta entro domani o Catania sarà cancellata».
L. S.


La Gazzetta di Modena 11 maggio

Un pianoforte per Claudio Baglioni
Carpi. Concerto in 'solitario' per il cantautore davanti a un teatro esaurito
di Pier Luigi Senatore

CARPI. Accompagnato dall'inevitabile "tutto esaurito"; un esaurito avvenuto in poche ore, Claudio Baglioni sarà in concerto questa sera al Teatro Comunale di Carpi.
Baglioni riprende il suo tour dopo che nei giorni scorsi aveva dovuto interromperlo, rinviando un paio di date, per problemi di salute. Il cantautore romano, al pianoforte, proporrà i suoi maggiori successi, canzoni che ne hanno fatto uno dei personaggi piu amati della musica d'autore. La tappa carpigiana si inserisce in un tour caratterizzato da una serie di concerti in spazi piccoli e teatri storici della penisola, concerti per i quali si addice la definizione di "musica leggera da camera" già utilizzata da Baglioni per il suo ultimo album "Acustico - Sogno di una notte di note", uscito nel novembre scorso. Il musicista romano presenterà un repertorio esclusivo, con brani mai eseguiti prima, accompagnato dal solo pianoforte. Si tratta di un progetto unico, con concerti pensati e realizzati per esaltare l'essenza delle canzoni: parole e note. In scaletta circa trenta canzoni per quasi due ore di spettacolo. Non mancheranno alcuni dei suoi grandi classici: "Strada facendo", "Amore Bello","E tu", "Tu come stati" e tante altre.
La regia teatrale del recital di Baglioni è stata curata da Pepi Morgia. Come i fans dell'artista ben sanno non è la prima volta che Baglioni si cimenta in un'avventura di questo genere, negli anni ottanta quqalche mese dopo l'uscita di «La vita è adesso» effettuò un tour in solitudine testimoniato dal triplo album «Assolo».
Dopo Carpi, il "divino Claudio" sarà domani sera al Teatro Valli di Reggio Emilia, il 17 maggio al Teatro Duse di Bologna e il 7 giugno al Teatro Storchi di Modena. I biglietti sono disponibili presso le abituali prevendite.


"Il resto del Carlino" del 10 maggio 2001
IL NUOVO TOUR ARRIVA DOMANI AL BONCI
L'INCANTO DI BAGLIONI

CESENA - Per la prima volta si esibisce dal vivo, accompagnato dal solo pianoforte. Ecco la novità del tour InCanto, tra pianoforte e voce, di Claudio Baglioni, che arriva domani sera al teatro Bonci di Cesena (alle 21), unica tappa della Romagna delle 36 previste. Una dimensione esclusiva, per un repertorio esclusivo, nel quale alcuni tra i più grandi successi del musicista romano e brani mai eseguiti prima in questa veste si fondono a raccontare lo sguardo sul mondo di una fra le voci più sensibili e raffinate della musica popolare italiana. Un concerto doppiamente 'singolare': un progetto unico e, appunto per la prima volta, l'artista solo, sul palco. Un concerto puro, dunque, pensato e realizzato per esaltare l'essenza delle canzoni, parole e note. "Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo. Togliere tutto ciò che non serve - commenta lo stesso Claudio Baglioni - e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili: melodia, armonia e testo, per i quali le chiamiamo canzoni".
Per il musicista non si tratta solo di una scelta di linguaggio, di atmosfera, o la semplice ricerca di una nuova proposta musicale, ma di una scelta di sostanza: tornare al 'nucleo' delle canzoni significa "ritrovare quell'incanto che non è altro che la risposta all'incanto che le cose nelle quali ci siamo imbattuti lungo la strada hanno suscitato in noi. Immagini,luoghi, persone, parole, la pagina di un libro, la scena di un film, una foto, un quadro, un sapore, un odore, un colore... insomma un'emozione, un sentimento. Un percorso al contrario, seguendo le orme che queste cose hanno impresso nella nostra anima, per ritrovarsi faccia a faccia con le radici di certe emozioni e con noi stessi. L'invito a non togliere il cuore di fronte all'incanto", dice Claudio Baglioni che, con un po' di leggerezza e ironia, si definisce 'incantautore'. "Ecco che in questo intenso viaggio in alcuni tra i teatri lirici più belli e suggestivi del nostro paese - conclude - su quegli stessi palcoscenici sui quali, tante volte è andato in scena l'incanto (quello vero), metterò all'incanto quello che ho: armonie, melodie e parole".


Le note del Piccolo grande amore incantano il pubblico del teatro Bellini

di
Massimo SorrentinoNAPOLI, 9 maggio 2001, ore 10 

Era grande l’attesa per il concerto di Claudio Baglioni al Teatro Bellini di Napoli. Un’attesa resa ancor più stressante, per i tanti fans accorsi, dalla sindrome influenzale che aveva colpito il cantautore romano nei giorni scorsi, costringendolo a rinunciare allo spettacolo di Salerno (la data sarà recuperata quasi sicuramente il 22 giugno). Ma l’ “Incanto per pianoforte e voce” a Napoli c’è stato. Un Baglioni apparso subito in ottima forma (non pochi hanno dubitato che fosse malato) ha dato vita ad uno show coinvolgente, un percorso musicale di circa due ore e mezzo, assolutamente inedito e nello stesso tempo complesso e impegnativo: un continuo rincorrersi tra la voce e i tasti del pianoforte, interrotto di volta in volta da momenti discorsivi che introducevano alcune canzoni. Quindi un concerto intimo ( anche se il pubblico, sin troppo caloroso, a tratti non si addiceva a quel contesto ) condito di brani inconsueti, pescati dal repertorio meno conosciuto: l’impegnativa “Pace”, “Le lacrime di marzo”, la malinconica “Ti amo ancora”, ”Ora che ho te”, “Amori in corso”, la struggente “Stelle di stelle” accompagnata dalla platea con empatica commozione, rivolta al ricordo di una voce che non c’è più, quella di Mia Martini. Di grande effetto e molto curati si sono rivelati gli arrangiamenti, nei quali Baglioni ha dato prova di grande maturità musicale nonché di grande capacità strumentale. Non è un virtuoso dello strumento ma dimostra di conoscerlo molto bene, riuscendo sempre a trovare e a sottolineare le “giuste” risoluzioni armoniche, anche questa è tecnica. Lo ritroviamo spesso ad ammiccare ad armonie jazz e a ritmiche ficcanti e poderose ( i riferimenti al tango sono continui ) in “Un po’ di più”, “Fotografie”, “Vivi” e nelle recenti “Opere e omissioni”, “Quanto tempo ho”, ”Stai su” con continui giochi di cromatismi ben studiati, atti a valorizzare un tessuto armonico già di per se raffinato e pregevole. Una simbiosi tra strumento e voce difficilmente riscontrabile in altri artisti, forse unica nel suo genere. La voce di Baglioni è sempre sorprendente, matura e capace di “saltare” con estrema disinvoltura, tra i vari registri ai quali gli intervalli melodici delle sue non facili composizioni lo costringono. Incantevole e suggestiva   l’esecuzione di “Buona fortuna” per sola voce (senza l’ausilio del microfono), notevoli le oltre due ottave e mezzo di estensione vocale messe in evidenza in brani come “Tamburi lontani” e “A clà”, suggestive e particolarmente applaudite le interpretazioni de “Il sole e la luna”,“Fammi andar via”, “I vecchi” e di “Reginella” (cantata quasi con una pronuncia perfetta). Ovviamente non sono mancati i “classici”, relegati però in due medley : “Acqua nell’acqua”, “Noi no”, “Strada Facendo”, “Cuore d’aliante”, “Da me a te”, ”L’atletico Van goof”, “Io sono qui”, “La vita è adesso”, “E tu”, “Tu come stai”, “Amore bello”, “Avrai”, “Mille giorni di te e di me”. Un crescendo di emozioni, in cui il pubblico ha potuto accompagnare in un ‘unico canto Baglioni, sino al gran finale con una splendida “Solo”. L’artista romano, al termine di un’esibizione coraggiosa, esce a testa alta da uno dei Teatri più prestigiosi d’Italia, lo stesso Teatro che un tempo fu “incantato” dal Dio del pianoforte, Keith Jarrett. Baglioni non è Jarrett, ma per “par condicio” (visto il clima elettorale che incombe), è giusto dire che Jarrett non è Baglioni.


La repubblica 9 maggio 2001
Baglioni incanta i fan del Bellini il concerto

Verrà recuperata il 22 giugno al Teatro Verdi la data salernitana del tour di Claudio Baglioni «Incanto tra pianoforte e voce», saltata per un'indisposizione dell'artista: naturalmente sono validi i biglietti per il concerto cancellato, ma non sarà possibile acquistarne altri: il Verdi è già esaurito in ogni ordine di posto.
Si è svolto regolarmente lunedì sera, invece, lo show napoletano di Baglioni al Bellini. Il cantautore, ancora visibilmente influenzato, è stato applaudito da più di 800 fan che avevano speso tra le 72 e le 88mila lire per un biglietto: anche in questo caso, teatro «esaurito» da settimane.
Il sipario si è aperto su di una scenografia spartana, dominata dal colore nero. In nero lo stesso Baglioni con la sua invidiabile forma fisica, a pochi giorni dal cinquantesimo compleanno. Il cantante ha iniziato percuotendo con delle bacchette le corde del pianoforte, per poi sedersi alla tastiera e attaccare «Acqua dalla Luna», una delle sue canzoni più belle. Baglioni da solo in scena al piano, a raccontare il rapporto maturato negli anni con lo strumento e a presentare pagine inconsuete del suo repertorio, rilette e rivissute in modo da rendere più leggibile la struttura complessa di quelle canzoni.
In scaletta anche «Tamburi lontani», con una pudica dedica al padre scomparso di recente, e «Lacrime di marzo», scritta per Mia Martini e a lei dedicata: sempre con pudore, senza nominarla, un messaggio lanciato solo a chi può coglierlo. Poi ancora «Pace», «Fotografie», «Fammi andar via», «Stelle di stelle» e «Buona fortuna» eseguita in piedi al proscenio, senza pianoforte e senza neppure microfono, e un inevitabile ma delicato «medley» di successi. Sul finale, il classico napoletano «Reginella».
(a.t.)


Da  "il mattino" 8 maggio 2001
TRIONFO IERI AL BELLINI. E IL 22 GIUGNO SI RECUPERA IL CONCERTO DI SALERNO
Baglioni, un pianista sull'orlo dell'amarcord
Federico Vacalebre

Napoli. A volerci trovare significati reconditi e simbolismi nascosti, come pure a Baglioni piace, se ne troverebbero a bizzeffe. Magari partendo da quel momento in cui Claudio intona a voce nuda «Buona fortuna» tenendo in mano un lumino nel buio del palco. Ma conviene, invece, vivere il nuovo tour del cantautore, «InCanto tra pianoforte e voce», nella maniera più epidermica possibile, come il desiderio, persino il capriccio, di un divo navigato che s'ostina a cercare il confronto col pubblico evitando, per quanto possibile, la routine. Di un incantautore, così ama autodefinirsi, che tenta di ritrovare l'incanto degli esordi naufragato nel cinismo di oltre trent'anni di mestiere, giocando con le parole come con le note, quasi fosse un bambino.
La leggenda del pianista incantato torna così incontro al suo pubblico, Baglioni non complica più la vita al popolo baglioniano con pretese elettroniche o arrangiamenti rap, ma si concede in versione minimalista,ipermelodica, neoromantica. Non è Jarrett, che pure si è esibito tra i vellutti e gli stucchi del Bellini, e il suo pianismo non s'azzarda in improvvisazioni o variazioni ardite: le canzoni ritrovano così la loro forma originale, sono proposte nude e crude, più o meno come vennero concepite.
Inevitabile allora il tripudio delle fans che cantano in coro con l'amato Claudio per tutta la serata, senza dimenticare di fargli a gran voce gli auguri per il 16, giorno del suo cinquantesimo compleanno, e di informarsi sul recupero della data salernitana dello show, previsto per il 22 giugno.
All'inizio dello show («Acqua dalla luna» e «Tamburi lontani») le vede vocianti, ma il tripudio inizia alle prime note della ritrovata «Pace» e prosegue fino all'ultimo bis, esplodendo per «Quante volte», «Interludio», «Ti amo ancora», «Fammi andar via», «Vivi», «Il sole e la luna», «I  vecchi»... Alcuni dei classici più nazionalpopolari sono incastrati in medley insieme con tracce poco o mai frequentate dal divo: «Strada facendo», «Cuore di aliante», «Atletico Van Goof», «Io sono qui» e «La vita è adesso»... Vicino al piano c'è il librone rosso delle canzoni, Claudio lo consulta spesso, non fosse altro che per far sperare alla platea napoletana di potergli suggerire la scaletta, che invece segue un suo percorso ben costruito, per quanto suscettibile di variazioni. I bis raccolgono superhit come l'inevitabile «Reginella» (quella originale), «Avrai», «Amore bello», «E tu», «Mille giorni di te e di me», «E tu come stai» e «Solo».
Tra un pezzo e l'altro ci sono caramelle antilaringite, chiacchiere a ruota sciolta, ricordi e citazioni di Baricco e Tornatore, anche se Claudio non è Novecento, ma un pianista sull'orlo di una crisi di amarcord come dimostra la tenera riscoperta di «Lacrime di marzo», prestata a Mia Martini per il suo primo album, «Oltre la collina». Correva l'anno 1971.


"Il mattino" 6 maggio
Baglioni ammalato
dà forfait a Salerno

Francesco Bardi 
Napoli. L'«InCanto per voce e pianoforte» s'interrompe per cause mediche.
Claudio Baglioni è febbricitante, lo stress del tour che lo vede solitario sul palco è difficile da smaltire e il suo medico gli ha imposto 24 ore almeno di riposo assoluto: è saltato così il concerto previsto per ieri sera al teatro Verdi di Salerno, mentre lo staff del cantautore spera di poter svolgere regolarmente quello di stasera al Bellini di Napoli. Domani il calendario prevede comunque un giorno di riposo per riprendere mercoledì al teatro Sanzio di Urbino, ma bisognerà attendere il verdetto che uscirà dalla nuova visita medica alla quale il cantautore si sottoporrà stamattina nella sua casa romana: solo allora si potrà essere certi del regolare svolgimento del concerto napoletano. Gli organizzatori, intanto, stanno studiando come recuperare la data salernitana, probabilmente a fine tour, dopo il 18 giugno: i biglietti, comunque, possono essere rimborsati come prevede la legge.
Il tour di «InCanto» porta Baglioni nei teatri storici e lirici, da solo con  il suo pianoforte: una dimensione esclusiva, per un repertorio esclusivo,nel quale alcuni tra i più grandi successi del musicista romano e brani mai eseguiti prima in questa veste, si fondono per raccontare lo sguardo sul mondo di una tra le voci più sensibili e raffinate della musica popolare italiana. Oltre due ore di musica per più di trenta canzoni scelte fior da fiore dal suo repertorio, con Baglioni in una veste essenziale, intimistica, diretta a mettere in luce il succo delle sue composizioni. Applauditissimi nelle prime date del tour, partito il 2 maggio dal teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, soprattutto i due medley che raccolgono titoli come «Strada facendo», «La vita è adesso», «Acqua nell'acqua», «Noi no», «Cuore di aliante», fino ai bis da brivido come «Avrai», «Amore bello», «E tu»,«Piccolo grande amore», «Tu come stai», «Solo».


La Repubblica 6 maggio 2001
Baglioni al Verdi e al Bellini
due serate e molti misteri

il concerto

Claudio Baglioni stasera al Verdi di Salerno e domani al Bellini di Napoli.
Ma è tutto esaurito per Incanto tra pianoforte e voce, il concerto del cantautore romano che sarà in scena da solo, impegnato nella rilettura di
una carriera ormai più che trentennale. I biglietti non erano moltissimi - 600 al Verdi e 850 al Bellini - e sono andati esauriti nell'arco di un paio di giorni, appena i due concerti sono stati annunciati. L'artista ha voluto che i due show ossero circondati dal più stretto riserbo: il tour che vede Baglioni accompagnato soltanto dal suo pianoforte, partito qualche sera fa da Ascoli, non è quasi stato annunciato al pubblico.
Niente interviste, nè foto, nè manifesti, a parte quelli fatti affiggere in proprio dai singoli teatri che ospitano l'evento. Nessun fotografo sarà ammesso in sala ed ogni orpello scenografico verrà messo al bando: niente di più lontano dal megashow della primavera scorsa al Palamaggiò di Castelmorrone o delle due apparizioni dell'agosto 2000 nelle aree archeologiche di Pompei e di Paestum. E questa volta non ci sono intenti promozionali, non avendo Baglioni alcun disco in uscita. C'è forse solo la voglia di incontrare il pubblico più motivato e affezionato, disposto anche a spendere 88mila lire per ascoltare decine di canzoni famose e non in un'astmofera intima e raccolta. (a.t.)


6 maggio 2001 "Il Tirreno"
Baglioni, 50 candeline sotto la Torre 
Il cantautore sarà a Pisa il 16, giorno del suo compleanno
Il cantante romano si esibirà al Teatro Verdi nel suo ultimo tour «Il
viaggio». Prevendita impazzita

Silvia e Alberto Mattolini

PISA. È partito il nuovo «viaggio» di Claudio Baglioni che farà tappa in una grande parte dei teatri italiani. La lotta per accaparrarsi i biglietti, come avevamo preannunciato domenica scorsa descrivendo l'odissea dei fans che hanno dovuto sudare per un posto al Teatro Verdi di Pisa, si sta ripetendo più o meno in tutte le città. Non si placano le polemiche verso le biglietterie che, comprensibilmente, sembrano proprio impreparate all'evento, le prevendite non seguono l'iter annunciato in precedenza ed avvengono quasi a sorpresa, come per evitare gli assalti ai botteghini.
Ed a Pisa si contano i giorni, Baglioni si esibirà il 16 maggio, proprio il giorno del suo cinquantesimo compleanno e sarà accompagnato solamente dal suo pianoforte.
Questa scelta suscita molte curiosità, già in passato l'artista aveva intrapreso la strada da solista nell'ambito del tour "Assolo", nel quale non partecipava il suo consueto gruppo di musicisti, ma l'accompagnamento per le sue canzoni si avvaleva di strumentazione elettronica oltre ai tradizionali pianoforte e chitarra.
Baglioni tende a precisare che questa volta si tratta di un concerto diverso, resta da domandarsi il perché di tanta intimità. Ma non è neanche troppo difficile rispondere, chi conosce il cantante sa bene che la sua ricerca continua di emozioni e perfezione lo spinge sempre oltre alle consuete idee. In una breve cronologia possiamo riassumere alcune tappe fondamentali del suo rapporto con il palco.
In un concerto tenuto allo stadio di Livorno nel 1986 Claudio Baglioni rimase amareggiato per aver visto il suo pubblico relegato nelle tribune, nonostante gli fosse stata concessa precedentemente l'agibilità del campo.
Dichiarò che non avrebbe più suonato negli stadi se tale scelta avesse avuto la conseguenza di isolarlo in mezzo ad un prato deserto. La ricerca di perfezione lo spinse a scegliere impianti acustici particolari per ottimizzare le sonorità nei concerti che successivamente tenne nei palasport. In seguito, l'estro dell'artista si manifestò nuovamente nel desiderio di improvvisare i suoi concerti in vari luoghi italiani, con il tour "Giallo", infatti, Baglioni girava con un camion opportunamente attrezzato e teneva dei piccoli concerti improvvisati e gratuiti per chi era presente in un qualsiasi luogo in quel momento.
Poi, con il tour "Rosso", memorabile per la teatralità e le scenografie,decise di abolire completamente le transenne che lo separavano dal pubblico e dichiarò testualmente: "Vorrei che ai concerti si vedessero più amministratori, più politici. Così potrebbero rendersi conto che si può fare uno spettacolo anche senza transenne, senza barriere tra chi canta e chi ascolta. Si deve abbattere quel luogo comune che vede i ragazzi amanti dellamusica in genere, come fossero devastatori di ogni cosa al pari di un branco
di cavallette. Solo invertendo questa credenza, forse, avremo a disposizione nuovi spazi».
E finalmente infranse la sacralità degli stadi con un mega-concerto all'Olimpico di Roma al quale seguirono altre tappe in altri vari importanti stadi. Il resto è storia recente, appena terminato il tour "Blu" denominato anche "Il viaggio", dove la tecnologia faceva da padrona, Baglioni ha sperimentato l'armonia dei luoghi storici, esibendosi negli anfiteatri o fra i monumenti del ricco patrimonio italiano. Forse è proprio da questa emozione che è scaturita l'attuale idea, una sorta di intimità con un pubblico di ascoltatori che non conosce età.
A Pisa ci si aspetta questo, un nuovo sogno fatto di note, e quella voce che ha coinvolto varie generazioni, quella di un cinquantenne sul quale il tempo pare non segnare un confine, saprà certamente regalarci un'emozione in più.
Il sipario e' ormai aperto... Buon "viaggio" Claudio.


Claudio: «Incantautori si diventa»

Da "il mattino" 6 maggio 2001

E' una facoltà che perdiamo per strada,come una muta di pelle ormai inutile.E le rare volte che ci resta appiccicata addosso ne proviamo imbarazzo,quasi vergogna.Come se varcare la soglia della stagione matura,"diventare grandi"-come si dice in un'espressione che si accompagna quasi sempre ad un sentimento di rinuncia,di sconfitta-avesse a che fare con la capacità di lasciarsi incantare.In fondo,ci diciamo,abbiamo visto,sentito,detto e fatto tutto e nella nosra vita  non può più esserci spazio per la sorpresa,l'estasi,la fascinazione,l'incanto.
Eppure, sembra  che la vita,ad un certo punto,ci metta di fronte ad una sorta di passaggio obbligato,il cui pedaggio è la perdita dell'incanto.Ed è proprio questa dimensione che ho cercato di recuperare,attraverso questa prima volta a mani nude sul palco,accompagnato unicamente dal pianoforte.Non solo la scelta di  linguaggio,di atmosfera o la ricerca di una diversa proposta musicale,ma,soprattutto,una scelta di sostanza.Togliere tutto ciò che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali ed irrinunciabili(melodia,armonia e testo) per i quali le chiamano canzoni.
Raggiungere quel nucleo e ritrovare,nell'eneria e nella forza dell'essenziale,quell'incanto che altro non è che la risposta all'incanto che le cose nelle quali ci siamo imbattuti lungo la strada( e che,in qualche modo,ci hanno resi diversi)hanno suscitato in noi.Immagini,luoghi,persone,parole...la pagina di un libro,la scena di un film,una foto,un quadro.un sapore,un odore,un colore...un'emozione,un sentimento,un pensiero,un fatto.....
Un percorso al contrario.Seguendo le orme che queste cose hanno impresso nella nostra anima,per ritrovarsi faccia a faccia con le radici di certe emozioni e con noi stessi.E' questo il senso del mio "InCanto tra pianoforte e voce" che mi porta stasera a Salerno e domani a Napoli,sullo splendido palco del Bellini; un inito ad irrigare,di quando in quando,quel terreno un pò troppo incolto nel quale lasciamo avvizzire certe emozioni.L'invito a non togliere il cuore di fronte l'incanto.
Io non l'ho mai fatto - anche se tradimenti e sconfitte non mancano e il prezzo che si paga è comunque alto - e cerco,ogni giorno,come una "barca contro la corrente",di non perdere la capacità di lasciarmi incantare.Perchè solo se lasciamo la porta socchiusa,così che l'incanto possa scivolare dentro di noi,riusciremo a portarlo fuori e trasformarci in incantatori.
ùE tra voi incantatori,io (consentitemi di giocare un pò con le parole,tra leggerezza e ironia) che non smetto di pensarmi "incantautore". Ecco,allora,che in questo intenso viaggio in alcuni tra i teatri lirici più belli e suggestivi del nostro Paese,su quegli stessi palcoscenici sui quali,tante volte è andato in scena l'incanto (quello vero),metterò all'incanto quello che ho: armonie,melodie e parole.Le offro alla vostra emozione;all'emozione migliore che saprete suscitare.Perchè sia io che voi sappiamo bene che,senza quell'emozione,l'incanto si spezzerebbe.Perderebbe la sua qualità più importante e resterebbe,molto più semplicemente,canto.
Claudio Baglioni

Corriere Adriatico 05 maggio 2001

Anche a Fabriano trionfo per Baglioni
BAGLIONI, UN INCANTO
Si replica il 9 a Urbino e poi a Macerata

FABRIANO - Quindici anni fa era un'altra cosa, quel tour negli stadi, "Assolo". Perchè c'era molta elettronica, computer, file midi e qualcosa come 24 tastiere e 3 chitarre. Ora no. Qui è solo con se stesso e il suo pianoforte. "InCanto tra pianoforte e voce" è diverso non solo perchè questo viaggio si svolge attraverso 33 teatri italiani, ma perchè propone uno spaccato musicale inedito, più raccolto, più intimo, meno urlato, ma ugualmente coinvolgente. Claudio Baglioni ha appena bruciato le  prime 2 tappe della tournée, e sono state entrambe marchigiane, il 2 ad Ascoli, il 3 a Fabriano al Teatro Gentile (nelle Marche tornerà il 9 per toccare Urbino ed il 14 giugno per raggiungere Macerata), raccogliendo già consensi e pubblico record. Fabriano ha registrato il tutto esaurito, in una serata dove la concorrenza non mancava (il derby playoff con Jesi al PalaIndesit!),proponendo un target variegato di spettatori, ovvero dalla teenager scatenata alla coppia quarantenne ancora abbagliata dalle storiche "Amore bello" e "Sabato pomeriggio".
Un inizio un pò "diesel" per ambientarsi nel clima soft di un teatro, poi il "motore" Baglioni ha preso a carburare e nella seconda parte, complice anche i motivi inflazionati di canzoni dall'aureola di eterno, ha preso a duettare con il pubblico, coinvolgendolo a più riprese. "Acqua nell'acqua",  "Cuore d'aliante" i brani più elaborati dell'ultimo "Viaggiatore sulla coda del tempo" sono stati alleggeriti dai suoni elettronici e dai consueti effetti speciali per proporre un menù più scarno ed essenziale, capace di dar risalto alla voce e alle melodie più suggestive. Il connubio con il pianoforte è stato il leit motiv della serata, dal primo ricordo a cinque anni, ad uno strumento verticale, ad un altro piano che la leggenda assegnava addiurittura all'imperatore Francesco Giuseppe, poi la dedica al padre ed altre memorie legate sempre al riaffiorare di vecchi piani, tasti da pigiare con le dita stanche dal meccanico gesto. Il feeling con il cantautore è stato talmente alto che molti spettatori hanno continuato a "flashare".
"Mi sembra una pubblica esecuzione"- ha dovuto quasi interrompere Claudio per stigmatizzare il cattivo vezzo di non obbedire a certe disposizioni (fotografi ufficiali a parte)e subito ha allargato le braccia e si è piazzato al centro del palcoscenico per accontentare i paparazzi dell'ultim'ora.
La platea si è scaldata con il medley della seconda parte, aperto da "Strada facendo", una miscelanza di pezzi del suo repertorio più conosciuto. Dai palchi giungevano cori d'assenso e accompagnamenti sulle note di "Mille giorni di te e di me", di "E tu come stai?". Così per due ore e mezzo. Sì, perchè alle canoniche due ore, si sono aggiunti 30' di bis. Claudio è uscito tre, quattro, cinque, sei, sette volte per rientrare e giù con "Avrai", "La vita è adesso", "Solo", "Quante volte", lasciate strategicamente in fondo per rendere sempre più problematico il distacco dal suo pubblico. No, il 
Gentile non lo voleva lascire partire. Dai, ancora una e lui, rispolverando le sue note, "Fammi andar via".


Da Fegiz - pubblicato su "sette" settimanale del "Corriere della sera"

Si chiama "InCanto - tra pianoforte e voce" il nuovo nuovo tour che porterà Baglioni fra maggio e giugno in tanti teatri italiani. Cast ridotto all'essenziale: Baglioni Claudio al canto e Claudio Baglioni alla voce.
Regia di Pepi Morgia. Partenza il 2 maggio da Ascoli Piceno, arrivo il 18 giugno a Cagliari. Produttività massima, un concerto a sera in maggio: dei 31 giorni del mese solo 4 di pausa . Dall'1 al 18 giugno altri 11 concerti ma con vuoti strategici dopo gli unici show annunciati per Milano e Roma (colomabili con repliche straordinarie). Volevamo saperne di più su questo lodevole exploit, ma al sito ufficiale appare una scritta che si attacca al mouse come una mucillagine che spiega " STIAMO TRASFERENDO IL SITO WWW.BAGLIONI.IT VOGLIATE SCUSARCI PER IL MOMENTANEO DISAGIO". E allora ci spostiamo in un sito non ufficiale http://now.at/oltre e li leggiamo: " perla prima volta, Baglioni si esibisce dal vivo accompagnato dal solo pianoforte". Più avanti:"Un concerto doppiamente "singolare": un progetto unico, e -per la prima volta- l'artista solo, sul palco, con la sua musica".
Ma ragazzi?! "Assolo", dove se ne stava solo al pianoforte addirittura negli stadi, cos'era? Io non nego che un Baglioni al pianoforte solo in teatro sia ancora qualcosa di buono e piacevole, non certamente una novità.
Comunque Auguri Baglioni: benedetto chi preferisce i teatri ai Palsport. Per la scelta dei brani un consiglio: 80% di canzoni anteriori al 92. Il 20% delle più recenti, soprattutto quelle di "Viaggiatore...." come ultimi bis.
Agevolano il deflusso.


La nuova Venezia 4 maggio
Teatro Malibran esaurito per Baglioni Il concerto del cantautore ha più successo dell'inaugurazione con Ciampi

Roberta De Rossi

VENEZIA. Caccia ai biglietti per Baglioni, che il 27 maggio si esibirà in un esclusivo concerto nel ristrutturato teatro Malibran. Ieri mattina, davanti al botteghino, lunga coda di fan per accaparrarsi i costosi biglietti. C'è più attesa per Baglioni, in verità, che per il concerto inaugurale - strettamente a inviti - previsto per il 23 maggio.
Per la serata del taglio del nastro è prevista la partecipazione del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che presenzierà al concerto dell'Orchestra e del Coro della Fenice diretti da Karabtchevskij. Si tratta di una serata a inviti, ma il telefono del Cerimoniale del Comune squilla più per Baglioni che per Ciampi. Il problema è che Baglioni non suonerà a cachet e quindi non ci sono biglietti omaggio in vista.
VENEZIA. Più che caccia all'invito (per il concerto solenne d'inaugurazione, alla presenza del presidente Ciampi, il 23 maggio), è caccia al biglietto: quello per il concerto di Claudio Baglioni, solo al pianoforte il 27 maggio. Si parla della ritorno in attività del teatro Malibran, dopo 15 anni si chiusura e restauri. All'Ufficio cerimoniale del Comune o all'Ufficio stampa della Fenice, il telefono squilla più per chiedere un invito per Baglioni che per Ciampi. Ma non c'è niente da fare: né per l'uno, né per l'altro. Chi non è nella lista della serata inaugurale resterà a casa. Quanto a Baglioni, avrebbe dovuto mettersi in coda ieri.
In un paio d'ore, infatti, sono andati bruciati gli 880 biglietti per la serata del cantautore romano (costo loggione-platea dalle 50 alle 90 mila lire, più la prevendita). Di inviti non c'è l'ombra, tranne quelli «di legge» - una decina, per il prefetto, il sindaco, il questore, le cosiddette autorità civili e militari - perché Baglioni non percepisce un cachet, ma terrà per sé l'incasso della serata, mentre il teatro è stato messo a disposizione gratuitamente dal Comune. Dunque, di biglietti gratis neppure l'ombra. E visto che quelli ufficiali sono stati venduti in un batter d'occhio tutti alla «gente comune» che si era messa in coda un paio d'ore prima l'apertura dei punti vendita, gli affezionati dell'invito dovranno rassegnarsi a stare a casa oppure cercare di scovare (ma sempre a pagamento, costo 90 mila lire) uno dei pochi ingressi che la Fenice gestisce per conto proprio.
All'ufficio cerimoniale di Ca' Farsetti e nella segreteria del sindaco, invece, c'è un gran daffare in vista del concerto solenne che sancirà la rinascita del teatro Malibran, chiuso dal 1986. E' sicuro: il presidente della Repubblica Carlo Arzeglio Ciampi ci sarà, insieme alla moglie e ad altre cinque, sei persone del suo entourage. Sono stati invitati tutti gli attuali ministri (anche se le elezioni potrebbero aver scompaginato il panorama attuale): Visco, Melandri hanno già detto «Sì, grazie», per gli altri si attende risposta. E per la conferma non basta la telefonata di qualche segreteria: a Ca' Farsetti, si pretende un fax. Nella lista degli invitati nomi dell'industria, che immagine e cultura (come nel caso degli Agnelli) o affari (come per i Benetton) hanno legato a Venezia; venezianissimi imprenditori come i Coin; i sovrintendenti dei 13 teatri italiani; tutti gli ex-sindaci viventi, i primi cittadini delle «città metropolitane», fino a tutti i consiglieri comunali e ai responsabili del restauro del teatro. Una serata prettamente ufficiale, dunque, dove l'importanza dell'ospite si distingue solo dal «peso» dell'invito: valevole per due persone quello per i nomi più rappresentativi, strettamente personale per tutti gli altri. In metà hanno già confermato. Tutti venduti anche i biglietti per il terzo appuntamento di questo maggio del Malibran: il concerto del coro ed orchestra della Fenice, diretti dal maestro Karabtchevsky, il 26 maggio. L'ente lirico sta pensando di realizzare una prova generale aperta ai veneziani, per il 25.


Il Giorno, la Nazione, il resto del carlino: 3 maggio
Baglioni, notte di note al piano

ASCOLI - Le note di «Acqua dalla luna» hanno aperto la prima nazionale di «InCanto tra pianoforte e voce», il nuovo tour di Claudio Baglioni (nella foto) che proprio ieri ha preso il via dal teatro Ventidio Basso di Ascoli.Un appuntamento attesissimo dai tanti fan del cantautore romano che sono arrivati da tutt'Italia. Il più classico dei «tutto esaurito» (oltre ottocento persone) ha fatto da contorno a una scenografia quanto mai suggestiva e allo stesso tempo semplice: una «scatola» nera, con oggetti luminosi che schiarivano la scena, dove al centro era stato posizionato un pianoforte grande a coda. Il tutto, pensato dallo storico regista di Baglioni, Pepi Morgia. Oltre due ore di concerto che ha entusiasmato i fans e per il quale Baglioni si è preparato con la consueta meticolosità. 
Arrivato ad Ascoli due giorni prima del concerto, il cantautore ha trascorso anche il primo maggio rinchiuso nel teatro, dove per ore ha provato numerosissime canzoni. Circondato solo dai fedelissimi amici, Baglioni ha trovato qui la giusta concentrazione per questo appuntamento che lo porterà in giro per l'Italia con un tour per lui insolito. Lui, abituato per anni a essere accompagnato da un gruppo di ottimi musicisti, ha voluto cimentarsi in un vero e proprio recital, diverso dall'«Assolo» di tanti anni fa dove l'elettronica la faceva da padrona. E ai fan, che fuori dal teatro lo attendevano nei momenti di pausa, oltre a ringraziarli per tanto affetto ha confidato: «Spero di riuscirvi a conquistare anche in questa occasione».
Stasera appuntamento a Fabriano, il 4 a Orvieto.
di Alfredo Quarta


03/05/2001 01:48 Notizia ANSA
MUSICA: BAGLIONI, PARTE CON SUCCESSO TOUR IN ASSOLO

ASCOLI PICENO, 3 MAG - Il suo nuovo concerto lui lo ha definito ''un'arrampicata solitaria''. E' alla vetta Claudio Baglioni c'e' arrivato tra le interminabili ovazioni del pubblico, questa sera al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno,nella tappa inaugurale del suo nuovo tour acustico ''Incanto,tra pianoforte e voce'', che lo vede da solo sul palcoscenico.
   Oltre due ore di musica per piu' di trenta canzoni scelte fior da fiore dal suo repertorio, con Baglioni in una veste essenziale, intimistica, diretta a portare in luce il vero succo delle sue composizioni. ''Sembra che la vita - ha affermato l'artista romano - ad un certo punto ci metta di fronte ad una sorta di passaggio obbligato, il cui pedaggio e' la perdita dell'incanto ed e' proprio questa dimensione che ho cercato di recuperare, attraverso questo prima volta a mani nude sul palco,accompagnato unicamente dal pianoforte''.
''Volevo ridurre le canzoni al loro nucleo - ha aggiunto Baglioni - togliere tutto cio' che non serve e ritornare a quei tre elementi essenziali e irrinunciabili (melodia, armonia e testo) per i quali le chiamiamo canzoni''. In pantaloni e camicia scura, su un fondale completamente nero e con pochissimi effetti di luce ed elementi scenografici, Baglioni ha proposto molti dei suoi successi e alcuni brani nuovi o da tempo non piu' interpretati dal vivo, tra cui ''Amori in corso''.   Applauditissimi e sottolineati dai cori del pubblico del Ventidio Basso (platea a palchi strapieni) l'esecuzione di ''Buona fortuna'' per sola voce, i due meedley con titoli come ''Strada facendo'', ''La vita e' adesso'', ''Acqua nell'acqua'',''Noi no'', ''Cuore di aliante'', fino ai bis da brivido come ''Avrai'', ''Amore bello'', ''E tu'', ''Piccolo grande amore'',''Tu come stai'', ''Solo''.
 Una sfida artistica, quella di Baglioni, affrontata con grande sicurezza, intercalando le canzoni con ricordi personali e citazioni letterarie e cinematografiche (Baricco, Tornatore),sempre riferite al tema del pianoforte. Il tutto in un'atmosfera a tratti raccolta e a tratti piu' festosa, e col pubblico che alla fine non voleva piu' andare via. (ANSA).
 
XGS/GAM


Da Il Messagero - Ancona
Tre concerti in tre giorni nelle Marche. Ma tornerà anche questa estate Claudio, che "InCanto"
Stasera Baglioni, magiche suggestioni a Fabriano
di MICHELE MONDAINI

FABRIANO - L'"InCanto" di Claudio Baglioni arriva questa sera al Teatro Gentile di
Fabriano. Si tratta della seconda data della sua nuova tournèe che ha preso il via da
Ascoli Piceno e che vede le Marche grande protagonista. Il Claudio nazionale sarà in
concerto domani sera al teatro Sanzio di Urbino, terzo concerto in tre giorni, ma farà
ritorno anche in estate, quando giovedì 14 giugno si esibirà all'aperto, allo Sferisterio
di Macerata.
Lo spettacolo di questa sera ci consegna un Baglioni diverso dalle sue ultime fortunate serie di concerti in tutta Italia, lo ricordiamo lo scorso anno sia al Palarossini di Ancona che al Bpa Palas di Pesaro; il Baglioni versione 2001 ha scelto di proporre un aspetto più intimo della sua musica. Solo voce e pianoforte: sarà così che il pubblico del Gentile potrà ammirarlo mentre suona molti dei grandi successi che appartengono alla storia della musica italiana, gli stessi che sono apparsi nell'ennessima prova dal vivo finita in cd del 2000 che si intitola "Acustico". Certo che il dato più curioso alla fine potrebbe essere dato dalle nuove versioni di alcune hit storiche rilette solo dalla tastiera del piano.
Baglioni con questa nuova serie di spettacoli ha cambiato rotta. Sono spariti gli effetti roboanti e tecnologizzati dell'ultimo "Il viaggio tour", che aveva fatto seguito all' uscita del disco "Viaggiatore sulla coda del tempo", ed ha ridotto all'osso l'effetto scenico, optando per un'impronta decisamente minimale. Una prova nuova, platee ridotte e non più le folle oceaniche di San Siro o dell'Olimpico, ma il palco dei teatri. Lui e il "suo" strumento lì da soli a raccontare ancora le storie che hanno dato vita alle canzoni e rispolverarne alcune che non erano presenti nei grandi concerti fatti fino ad oggi, come "Amori in corso" che dovrebbe vivere sulle improvvisazioni di Baglioni alla tastiera del piano. Non mancheranno di certo i cavalli di battaglia, che in qaunto tali è addirittura superfluo elencare, magari suonata in forma di "medley" l'uno di seguito all'altro legati da solo da un passaggio strumentale, tanto per generare quelle continuità di emozioni è stati d'animo tipici durante le sue esibizioni dal vivo.
"InCanto" è sì una frontiera nuova, ma la forma acustica non dovrebbe essere un salto nel vuoto a livello artistico, Baglioni infatti, ben si presta a questo assetto musicale, se è vero com'è vero che anche in molte dei suoi conerti passati lasciava ampie fette di show per sé, il suo piano e il pubblico ad accompagnarlo. Stavolta sarà diverso, perchè tutta la dimensione del Baglioni mostro sacro della musica leggera, a volte leggerissima, del panorame italiano, sarà tagliata su misura dei luoghi che lo ospitano. Incontri ed "incanti" ravvicinati verrebbe da pensare.


Da Il Messaggero - Latina
Il concerto spostato al 16 giugno. Baglioni senza voce?«Non è vero è in gran forma»
di ROBERTA SOTTORIVA

Una buona notizia per tutti gli appassionati di musica italiana. Anzi due.
La prima: Claudio Baglioni terrà il regolarmente il concerto previsto a Latina nell'ambito del tour teatrale "In canto" con l'unica differenza che l'esibizione sarà spostata dal 5 maggio al 16 giugno.
La seconda: che il bel cantautore romano non ha sofferto di nessun improvviso abbassamento di voce.
La notizia, apparsa su tutti i quotidiani compreso il nostro,era stata diffusa dal Comune di Latina (che ha promosso la tappa pontina mettendo a disposizione il Teatro Grande del Palacultura)a seguito di un fax arrivato direttamente dalla direzione dell'Atcl,l'Associazione teatrale dei comuni del Lazio che coorganizza l'evento.
Nel fax indirizzato all'assessore alla Cultura Angelo Bellini in data 27 aprile,si faceva riferimento a "problemi dipendenti da forti abbassamenti di voce".
Niente di vero, afferma oggi l'organizzazione.
La puntualizzazione è arrivata ieri: «Claudio Baglioni e la sua organizzazione desiderano specificare che le condizioni di salute sono sempre state ottime e che lo spostamento della suddetta data è avvenuto soltanto a causa di motivi personalie conseguentemente logistici, e non per un improvviso abbassamento di voce.
Prova ne è - continua la nota - il debutto di stasera (2 maggio ndr) ad Ascoli Piceno,e la settimana di prove che non sarebbe stato possibile effettuare se veramente si fosse verificata una tale indisposizione».
E c'è dell'altro. «L'organizazione smentisce inoltre, categoricamente,di aver riservato le prime file nei teatri coinvolti dal tour.
E questo per preciso volere dell'artista, per dare precedenza massima al pubblico».
Per i biglietti bisognerà aspettare ancora.


Da Il Messaggero - Fabriano
Un Baglioni più intimo in concerto al "Gentile" (3 maggio)

Claudio Baglioni infiamma Fabriano. Questa sera al teatro "Gentile" secondo appuntamento della sua nuova tournèe. Lo spettacolo di questa sera ci consegna un Baglioni diverso dalle sue ultime serie di concerti in tutta Italia. Il Baglioni versione 2001 ha scelto di proporre un aspetto più intimo della sua musica. Solo voce e pianoforte: sarà così che il pubblico del "Gentile" potrà ammirarlo mentre suona molti dei grandi successi che appartengono alla storia della musica italiana.


Da Il Messaggero - Ascoli
Baglioni, "InCanto" sotto gli occhi di mamma (3 maggio)
Tutto esaurito al Ventidio Basso di Ascoli per il debutto del tour del cantante

ASCOLI - Con "Acqua dalla luna" Claudio Baglioni si è presentato ieri ai suoi fans
ascolani in uno scenario essenziale e accompagnato solo dal suo pianoforte.
Il Teatro Ventidio Basso ha ospitato il suo "Incanto", il nuovo tour che,dato il tutto esaurito di ieri, si prospetta un grande successo.
Il pubblico, di tutte le età e di prevalenza femminile,ha assistito allo spettacolo in rispettoso silenzio soprattutto quando,al termine di ciascuna canzone, Claudio ha raccontato frammenti della sua vita.
Uno sguardo rivolto al passato quello del cantautore romano,forse dovuto al fatto che tra i presenti vi era anche sua madre.
E ha ricordato il primo pianoforte e il primo maestro di musica.
Insomma, un revival all'insegna dei ricordi lontani in uno scenario nostalgico.


www.tgcom.it del 29-04

IL CANTANTE SUL PALCO SOLO CON UN PIANOFORTE 
Partirà il 2 maggio il nuovo tour
di Claudio Baglioni 
Claudio Baglioni solo con la magia del suo pianoforte. E' quello che accadrà, dal 2 maggio al 18 giugno per il tour InCanto tra pianoforte e voce, la sfida del 2001, quella dei 50 anni, del cantautore romano.

"E' la prima volta", spiega Claudio, "che mi espongo fino a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi, Assolo, ma era tutta un'altra cosa. C'era molta elettronica in quei concerti: tra computer, file midi e campionamenti, mi muovevo tra 24 tastiere e 3 chitarre. Assolo era un tour titanico se paragonato all'intimità e al raccoglimento dei piccoli teatri di tradizione lirica in cui canterò adesso".

Nata dall'idea di riportare a casa un vecchio pianoforte e dal desiderio di ricominciare a suonarlo, la tournèe, con un calendario molto fitto, si preannuncia abbastanza rischiosa: "Da un paio di giorni temo una tendinite. Un conto è suonare la tastiera, un conto è suonare, per ore, i tasti più duri del pianoforte. Sembra banale, ma a volte sento quasi il fuoco sulle dita e sull'avambraccio. Spero", aggiunge, "di riuscire ad arrivare fino in fondo. Oltre ad una preparazione fisica occorre anche un buon allenamento psicologico: sono abituato a scaricare la tensione con la mia band, mentre questa volta ho scelto di
fare un'arrampicata solitaria. In compenso, credo che davvero nessuna serata sarà uguale all'altra". 

Anche la scaletta, che riproporrà brani come Amori in corso, sarà legata all'improvvisazione, su una traccia di massima. Il brano di apertura dovrebbe essere Acqua nell'acqua, scritta per i mondiali di nuoto e contenuta nel cd Io sono qui del '95.

Anche i brani più elaborati, come Cuore di aliante, dell'ultimo cd Viaggiatore sulla coda del tempo, verranno alleggeriti dai suoni elettronici e dagli effetti speciali per tornare allo stile acqua e sapone, con una tessitura melodica più semplice, simile a quella della nascita dei brani, avvenuta al pianoforte. Una sorta di cammino all'indietro che, dal
Viaggio tour, tra complicate luci psichedeliche e laser, porta gli spettatori, il tutto nel giro di un anno, alla nudità di InCanto, passando dalla fase intermedia del tour autunnale acustico Sogno di teatri e nei luoghi d'arte.

"Ho riscoperto, dopo anni davanti a platee da stadio, il piacere di suonare in luoghi da 400-500 spettatori", dice Baglioni. "Un territorio fisicamente limitato, come il mondo
delle sette note, ma da cui possono nascere emozioni profonde".

E limitata è anche la tastiera del pianoforte: "I tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu sai che sono 88. Non sono infiniti, loro; tu sei infinito e, dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare", dice Baglioni citando La Leggenda del pianista sull'oceano, e, quindi, il monologo Novecento di Alessandro Baricco.

Con circa 170 canzoni al suo attivo, Baglioni non farà attendere molto il suo prossimo album. "Dall'esperienza di Assolo", ricorda, "è nato il doppio cd Oltre definito da molti "l'album della svolta". "Spero", conclude, "che da InCanto possa nascere qualcosa di altrettanto innovativo rispetto a quanto fatto finora".


La Repubblica di oggi 01/05/01 

Al teatro Massimo
i biglietti per Baglioni
 

prevendite

Comincia giovedì al botteghino del Teatro Massimo la prevendita dei biglietti per il concerto di Claudio Baglioni, "Incanto", in programma lunedì 14 nella sala di piazza Verdi.
I biglietti costano 110 mila per la platea, 84 mila per i palchi e 45 mila lire per il loggione. Baglioni canterà da solo, accompagnandosi al pianoforte, nell'ambito di un tour in luoghi di particolare suggestione come i teatri lirici.
Sempre giovedì comincerà la prevendita per il concerto che Baglioni terrà al teatro Vittorio Emanuele di Messina.


La Repubblica di oggi 01/05/01 Edizione Napoli
Al Verdi e al Bellini pienoni per Baglioni il concerto

QUESTA volta «tutto esaurito» non è un modo di dire. Non c'è più neanche la speranza di un posto per i due concerti che Claudio Baglioni terrà al Verdi di Salerno e al Bellini di Napoli nei giorni 6 e 7 maggio.
Ed è mistero sul blitz campano del cinquantenne cantautore romano, la cui figura è avvolta più che mai nella riservatezza. Pochi gli elementi a disposizione: «Incanto tra pianoforte e voce» è il titolo del recital, che non lascia dubbi sulle intenzioni dell'artista. Baglioni sarà dunque solo in scena, e seduto al piano rileggerà le varie fasi della sua più che trentennale carriera: da «Piccolo grande amore» a «Strada facendo», fino ai più sofisticati brani dell'ultimo album «Viaggiatore sulla coda del tempo». 
In una dimensione più intima, più raccolta, più essenziale che nei grandi concerti con cui l'artista ha recentemente fatto tappa anche in Campania, dal megashow della scorsa primavera al Palamaggiò di Castelmorrone ai due recital acustici di agosto nelle aree archeologiche di Pompei e di Paestum.
Questa volta non ci sarà nessuna band ad accompagnare Claudio. Niente coreografie, né giochi di luce, né orpelli scenografici. E nessun bagno di folla: appena 600 sono i posti del Verdi e 850 quelli del Bellini. E naturalmente i biglietti, a prezzi tutt'altro che contenuti, sono esauriti nell'arco di un paio di giorni. Tre gli ordini di posti nel teatro salerninato: da 80, 60 e 40mila lire. Ben 88mila lire costava invece una poltrona al Bellini, mentre i secondi posti erano stati messi in vendita a 71.500 lire.
Ma di fronte al mito Baglioni non c'è evidentemente parsimonia che tenga. La scena nelle due città era la stessa: lunghe file ai botteghini, età media dei fan sui vent'anni. Segno indiscutibile del fascino che il cantautore dai capelli d'argento esercita proprio sui più giovani. Prenotazioni sono giunte, soprattutto per lo show di Salerno, da tutto il sud. Informazioni 0815499658 e 089 - 662141. (a.t.)


Gazzetta di Parma 29-04-2001
Baglioni a 50 anni da solo con un pianoforte

ROMA - Claudio Baglioni come Tim Roth nel film di Giuseppe Tornatore La Leggenda del pianista sull'oceano: solo con la magia del suo pianoforte, non su una nave ma in oltre 30 teatri lirici italiani. E' quello che accadrà, dal 2 maggio (Ascoli Piceno) al 18 giugno (Cagliari) per il tour InCanto tra pianoforte e voce, la sfida del 2001, quella dei 50 anni, di Baglioni.

«E' la prima volta - spiega Claudio - che mi espongo fino a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi, Assolo, ma era tutta un'altra cosa. C'era molta elettronica in quei concerti: tra computer, file midi e campionamenti, mi muovevo tra 24 tastiere e 3 chitarre. Assolo era un tour titanico se paragonato all'intimità e al raccoglimento dei piccoli teatri di tradizione lirica in cui canterò da mercoledì».

Nata dall'idea di riportare a casa un vecchio pianoforte e dal desiderio di ricominciare a suonarlo, la tournée, con un calendario molto fitto, si preannuncia abbastanza rischiosa: «Da un paio di giorni temo una tendinite. Sembra banale, ma a volte sento quasi il fuoco sulle dita e sull'avambraccio. Spero di arrivare fino in fondo».


Giornale di Sicilia: 29-04-2001

Il concerto per solo piano del cantante al Teatro Massimo.


Claudio Baglioni come Tim Roth nel film di Giuseppe Tornatore «La Leggenda del pianista sull'oceano»: solo con la magia del suo pianoforte, non su una nave ma in oltre 30 teatri lirici italiani. È quello che accadrà, dal 2 maggio (Ascoli Piceno) al 18 giugno (Cagliari) per il tour «InCanto tra pianoforte e voce», la sfida del 2001, quella dei 50 anni, di Baglioni.
«È la prima volta - spiega Claudio - che mi espongo fino a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi,'Assolo', ma era tutta un'altra cosa.
C'era molta elettronica in quei concerti: tra computer, file midi e campionamenti, mi muovevo tra 24 tastiere e 3 chitarre.
'Assolo' era un tour titanico se paragonato all'intimità e al raccoglimento dei piccoli teatri di tradizione lirica in cui canterò da mercoledì».
Nata dall'idea di riportare a casa un vecchio pianoforte e dal desiderio di ricominciare a suonarlo, la tournee, con un calendario molto fitto, si preannuncia abbastanza rischiosa: «Da un paio di giorni temo una tendinite.
Un conto è suonare la tastiera, un conto è suonare, per ore, i tasti più duri del pianoforte. Sembra banale, ma a volte sento quasi il fuoco sulle dita e sull'avambraccio. Spero - aggiunge - di riuscire ad arrivare fino in fondo. Oltre ad una preparazione fisica occorre anche un buon allenamento psicologico: sono abituato a scaricare la tensione con la mia band, mentre questa volta ho scelto di fare un'arrampicata solitaria. In compenso, credo che davvero nessuna serata sarà uguale all'altra».
Anche la scaletta, che riproporrà brani da molto tempo 'a riposò nei concerti come 'Amori in corso', sarà legata all'improvvisazione, su una traccia di massima. Il brano di apertura dovrebbe essere «Acqua nell'acqua», scritta per i mondiali di nuoto e contenuta nel cd «Io sono qui» del '95.
Anche i brani più elaborati, come «Cuore di aliante», dell'ultimo cd «Viaggiatore sulla coda del tempo», verranno alleggeriti dai suoni elettronici e dagli effetti speciali per tornare allo stile acqua e sapone, con una tessitura melodica più semplice, simile a quella della nascita dei brani, avvenuta al pianoforte. Una sorta di cammino all'indietro che, dal «Viaggio tour», tra complicate luci psichedeliche e laser, porta gli spettatori - il tutto nel giro di un anno - alla nudità di «InCanto», passando dalla fase intermedia del tour autunnale acustico «Sogno di una notte di note» negli anfiteatri e nei luoghi d'arte.
«Ho riscoperto, dopo anni davanti a platee da stadio, il piacere di suonare in luoghi da 400-500 spettatori - dice Baglioni -. Un territorio fisicamente limitato, come il mondo delle sette note, ma da cui possono nascere emozioni profonde».
E limitata è anche la tastiera del pianoforte: «I tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu sai che sono 88. Non sono infiniti, loro; tu sei infinito e, dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare», dice Baglioni citando «La Leggenda del pianista sull'oceano», e, quindi, il monologo «Novecento» di Alessandro Baricco.
Con circa 170 canzoni al suo attivo, Baglioni non farà attendere molto il suo prossimo album. «Dall'esperienza di 'Assolo' - ricorda - è nato il doppio cd 'Oltre' definito da molti 'l'album della svolta'. Spero - conclude - che da 'InCantò possa nascere qualcosa di altrettanto innovativo rispetto a quanto fatto finora».
Queste le date confermate del tour: 2 maggio Ascoli Piceno, 3 Fabriano, 4 Orvieto, 7 Napoli, 9 Urbino, 10 Cesena, 11 Carpi, 12 Reggio Emilia, 14 Palermo, 15 Messina, 16 Pisa, 17 Bologna, 18 Firenze, 20 La Spezia, 21 Genova, 22 Alessandria, 23 Piacenza, 26 Rovigo, 27 Venezia, 28 Bergamo, 29 Verona, 30 Trieste, 31 Udine. A giugno il tour toccherà il 2 Milano, il 4 Trento, il 5 Pavia, il 6 Como, il 7 Modena, l' 11 Torino, il 12 Cremona, il 14 Macerata, IL 15 ROMA (AL TEATRO DELL'OPERA O ALL'AUDITORIUM DI SANTA CECILIA) e il 18 Cagliari.


La Stampa Domenica 29 Aprile 2001

NOTIZIE FLASH

BAGLIONI 50 ANNI IN TOUR. Claudio Baglioni come Tim Roth nel film di Giuseppe Tornatore «La Leggenda del pianista sull'oceano»: solo con la magia del suo pianoforte, non su una nave ma in oltre 30 teatri lirici italiani. È quello che accadrà per il tour «InCanto tra pianoforte e voce», la sfida del 2001, quella dei 50 anni, di Baglioni. «È la prima volta - spiega Claudio - che mi espongo fino a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi, ma era tutta un'altra cosa». Le date del tour: 2 maggio Ascoli Piceno, 3 Fabriano, 4 Orvieto, 7 Napoli, 9 Urbino, 10 Cesena, 11 Carpi, 12 Reggio Emilia, 14 Palermo, 15 Messina, 16 Pisa, 17 Bologna, 18 Firenze, 20 La Spezia, 21 Genova, 22 Alessandria, 23 Piacenza, 26 Rovigo, 27 Venezia, 28 Bergamo, 29 Verona, 30 Trieste, 31 Udine. A giugno il tour toccherà il 2 Milano, il 4 Trento, il 5 Pavia, il 6 Como, il 7 Modena, l' 11 Torino, il 12 Cremona, il 14 Macerata, il 15 Roma (al Teatro dell'Opera o all'Auditorium di Santa Cecilia) e il 18 Cagliari.


Il Mattino 29/4

TUTTO ESAURITO AL BELLINI. INCERTA LA DATA DI SALERNO
Claudio: «Pianofortissimo tour»
Baglioni prepara «InCanto», nuovo «one man show»
Francesco Bardi
Roma. Niente a che vedere con «La leggenda del pianista con l'Oceano», Baglioni non è Tim Roth e le sue canzoni non hanno nulla a che vedere col «Novecento» di Baricco. «InCanto tra pianoforte e voce» è la nuova sfida del cantautore nazionalpopolare per eccellenza, un tour che lo vedrà da solo davanti al suo strumento in oltre 30 teatri lirici (o simil-lirici) italiani. Cinquant'anni il 16 maggio, Claudio si festeggia on the road, partendo il 2 maggio da Ascoli Piceno: «È la prima volta che mi espongo fino
a questo punto: completamente solo su un palco. Quindici anni fa feci un tour negli stadi,"Assolo", ma era tutta un'altra cosa. C'era molta elettronica in quei concerti: tra computer, file midi e campionamenti, mi muovevo tra 24 tastiere e 3 chitarre. Quello era uno spettacolo titanico se paragonato all'intimità e al raccoglimento dei piccoli teatri di tradizione lirica in cui canterò da mercoledì». In principio c'era un vecchio piano da riportare a casa, poi la voglia di ricominciare a suonarlo per divertimento, poi la tournèe: «Da un paio di giorni temo però una tendinite. Un conto è suonare la tastiera, un conto è suonare, per ore, i tasti più duri del pianoforte. Sembra banale, ma a volte sento quasi il fuoco sulle dita e sull'avambraccio. Spero di riuscire ad arrivare fino in fondo. Oltre ad una preparazione fisica occorre anche un buon allenamento sicologico: sono abituato a scaricare la tensione con la mia band, mentre questa volta ho scelto di fare un'arrampicata solitaria. In compenso, credo che davvero nessuna serata sarà uguale all'altra». Diversa dal solito anche la scaletta, che riscoprirà brani poco frequentati in concerto come «Amori in corso». Come sigla di apertura è stata scelta «Acqua nell'acqua», mentre brani elaborati come «Cuore di aliante», liberati dai suoni elettronici e dagli effetti speciali, saranno proposti nella loro nudità melodica, er proseguire nel lavoro di sottrazione iniziata col tour autunnale acustico «Sogno di una notte di note» negli anfiteatri e nei luoghi d'arte: «Ho riscoperto, dopo anni davanti a platee da stadio, il piacere di suonare in luoghi più piccoli. Un territorio fisicamente limitato, come il mondo delle sette note, ma da cui possono nascere emozioni profonde. I tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu sai che sono 88. Non sono infiniti, loro; tu sei infinito e, dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare». E qui si che c'entra Baricco: è una una citazione dalla «Leggenda del pianista sull'oceano». E il nuovo disco? «Dall'esperienza di "Assolo" nacque "Oltre" definito da molti come l'album della mia svolta artistica. Spero che da "InCanto" possa nascere qualcosa di altrettanto innovativo rispetto a quanto fatto finora». Tra le date confermate del tour c'è quella napoletana del 7 maggio al teatro Bellini (biglietti già tutti esauriti), mentre è ancora incerto lo show inizialmente annunciato per il giorno prima al Verdi di Salerno. Queste le altre date certe finora: il 3 maggio Fabriano, 4 Orvieto, 9 Urbino, 10 Cesena, 11 Carpi, 12 Reggio Emilia, 14 Palermo, 15 Messina, 16 Pisa, 17 Bologna, 18 Firenze, 20 La Spezia, 21 Genova, 22 Alessandria, 23 Piacenza, 26 Rovigo, 27 Venezia, 28 Bergamo, 29 Verona, 30 Trieste, 31 Udine. A giugno il tour toccherà il 2 Milano, il 4 Trento, il 5 Pavia, il 6 Como, il 7 Modena, l' 11 Torino, il 12 Cremona, il 14 Macerata, il 15 Roma (al Teatro dell'Opera o all'Auditorium di Santa Cecilia) e il 18 Cagliari