INTRODUZIONE

 

La cultura di ogni popolo trova nella memoria del passato una fonte inesauribile di risorse, un modello di confronto, uno strumento imprescindibile per comprendere il presente, una spinta verso il futuro.

Con questa consapevolezza abbiamo volentieri risposto all’invito dell’IPSSAR e abbiamo analizzato alcuni aspetti della vita contadina, le tradizioni, le usanze, soprattutto del nostro territorio, ripercorrendo il passato attraverso le testimonianze dei nostri nonni e vecchie fotografie in bianco e nero: il contadino con i rudimentali attrezzi per arare il campo, il carretto trascinato da un asinello, le donne con le ceste del pranzo.

Chi dei nostri nonni non ricorda queste cose?

Il passato, come il presente, offre vantaggi e svantaggi.

Esso offriva aria pura, non si conosceva lo smog, la vita era molto più calma ed era regolata dal ritmo delle stagioni. Però una malattia che oggi giudichiamo banale, a quei tempi poteva addirittura essere mortale. Le comunicazioni poco sviluppate, non permettevano di certo un facile spostamento delle merci. L’analfabetismo era molto diffuso, perché i bambini lavoravano spesso nei campi con i genitori.

Tuttavia nella gran massa di chi non aveva nient'altro che il peso del vivere, i contadini erano i meno poveri: malgrado la precarietà dei raccolti, avevano pur sempre qualcosa da mettere sotto i denti, perché la dispensa prevedeva anche galline, pecore, maiali, in grado di fornire carni e salumi, uova, formaggi e condimenti.

Il numero dei pasti spesso dipendeva dalle stagioni, era legato al ciclo e al lavoro dei campi, agli orari di lavoro, all'andamento del raccolto.

I nostri contadini non lo sapevano, ma dal punto di vista nutrizionale la loro alimentazione era quasi perfetta: un'abbondante colazione, poi una breve sosta per il leggero pasto di mezzogiorno, spesso composto da una minestra e un po' di verdura in insalata; al pomeriggio un nuovo break per una merenda sostanziosa, in genere qualche fetta di salume, verdura fresca, cipolle, cetrioli e peperoni.

Solo alla sera, in particolare d’estate, quando la famiglia si riuniva a tavola, si mangiava in modo più sostanzioso. La cena iniziava presto, durava a lungo. Si scambiavano impressioni sull'andamento del lavoro, su quanto era accaduto durante la giornata, si discuteva della piccola economia della casa.

Le quattro chiacchiere attorno al desco, durante l’unico pasto robusto della giornata, occupavano l’eccessivo tempo che oggi dedichiamo alla tv.

 

Il tempo della memoria, in questo nostro breve viaggio è scandito dal ritmo delle stagioni, che rievocano alla mente di chi è vissuto prima di noi, immagini e suggestioni di un mondo lontano ma ancora vivo negli occhi e nel cuore di chi le racconta.

 

 

Home Introduzione AutoriSoste e alimentazione Lavori stagionali