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Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: agosto 2011 - quarantaduesimo mese di 84.

i mesi "relativamente duri" della degenerazione sociale!

Nota islandese

14/08/2011

Di F. Allegri

Molti amici mi chiedono di parlare dell’Islanda e della sua rivoluzione del novembre 2010.

Io posso partire da un punto: all’inizio ho seguito in diretta la vicenda, vidi le foto della presa del palazzo del governo e la fuga del presidente in elicottero! Dopo ho salutato con favore il loro referendum finanziario e anche la svolta delle elezioni politiche.

Qui c’è un primo dato da esplicitare: io avevo le notizie in tempo reale o in anticipo, come mi accade spesso.

Un impegno politico comincia con una forte capacità di reperire le informazioni e non si può aspettare di ricevere le comunicazioni dai vari centri di potere convenzionali.

La seconda fase è quella dell’analisi delle informazioni raccolte.

Cosa è accaduto in Islanda?

SI PUÒ COMINCIARE A PARLARE DI RIVOLUZIONE DEMOCRATICA E ANTICAPITALISTA?

Il tema è interessante e ci sono considerazioni opposte da fare.

Da un lato nessuno ne parla come nessuno ha parlato dei grandi scioperi del Wisconsin!

Il black out informativo è da sempre l’indicatore credibile del fatto che qualcosa non va fatto sapere sull’Islanda.

IO NON VEDO RIVOLUZIONI IN ISLANDA.

Soprattutto è troppo presto per arrivare a queste conclusioni.

Per me non ci hanno voluto mostrare un’altra cosa: LA PARTECIPAZIONE E LA MOBILITAZIONE!

Poi c’è stato il superamento della destra e della sinistra islandese per scegliere un solo uomo onesto e popolare, un campione, un cigno nero, o come preferisco dire, un incursore di Nader.

Non credo neppure che sia finito lo scontro con le banche capitaliste internazionali, anzi è solo iniziata la vera sfida e al massimo arrivo a dire che è rinato uno stato capitalista che può ripetere i suoi errori.

Mi auguro che l’Islanda non abbia più banche irresponsabili, ma avrà ancora banche e la nazionalizzazione non è la panacea di tutti i mali.

Gli islandesi si sono ripresi il loro potere o perlomeno ci hanno provato.

Per ora c’è la stessa Islanda, solo nei prossimi anni vedremo se cambia qualcosa, ma io devo riscontrare che mentre crolla il mondo non ha senso esaltare l’Islanda o Cuba!

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