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Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: 2010 - trentasettesimo mese di 72/84.

Si avvicinano i mesi "relativamente duri" della degenerazione sociale!

Io non credo che gli USA falliranno

25/03/2011

Di F. Allegri

Nel mondo delle idee eccentriche e conformiste italiane gira una strana riflessione a più voci, anche tra alcuni personaggi pubblici.

L’idea eccentrica è che gli USA falliranno presto, sommersi dal proprio deficit di bilancio e/o dalla loro ingiustizia sociale oppure dall’impossibile coesistenza della sua società multirazziale.

Io non credo che gli USA falliranno!

Qualche anno fa, sentii per la prima volta queste riflessioni durante un dibattito televisivo e questa tesi era sostenuta dal socialista Gianni De Michelis.

Egli basò la sua riflessione sulle ingiustizie sociali e sulla difficile convivenza tra i poveri latini o afro americani e i ricchi anglo sassoni: se ricordo bene, c’erano state delle piccole rivolte di quartiere in alcune metropoli come Los Angeles. Tutto molto circoscritto!

Solo in seguito ho sentito dire che gli USA potevano fallire a causa del loro deficit di bilancio crescente.

Oggi parlerò di questo ribadendo spesso che io non credo che gli USA possano fallire, è più probabile il fallimento portoghese e quello italiano.

Premetto anche che nel bilancio USA c’è solo una voce di spesa fuori controllo: quella delle spese militari, spesso gonfiate e o inefficienti per il resto quando finiscono gli stanziamenti finisce il servizio collegato e buonasera a tutti i bisognosi …..

L’altra ragione del deficit americano ha un nome è un cognome: si chiama esternalizzazione e globalizzazione!

Oggi approfondirò la mia riflessione commentando un scritto di Giulietto Chiesa del 6 novembre 2011 pubblicato da vari siti, tra i quali megachip.info, e intitolato: “USA: pratiche di fallimento”.

Chiesa parla di fallimento riferendo il fatto che la Federal Reserve acquistò a novembre 600 miliardi di dollari e ne prelevò altri 300/350 dal debito che la fed aveva acquisito. Questi ultimi erano stati immessi sul mercato dei titoli.

Qui rimando anche allo scritto del professor Nappini - “Il Belpaese e le sue paure: fine dell’impero?”.

Secondo Chiesa ed altri uno stato può morire stampando moneta e questo può accadere anche a quello che è, senza dubbio, il più forte di tutti.

1000 miliardi di carta potrebbero avvelenare il gigante!

Qui si devono fare due considerazioni.

1) io non credo che gli USA falliranno!

2) Chiesa, come altri, ha scoperto il signoraggio e non l’ha capito!

Il denaro è sempre carta, ma il legame tra la persona normale e il mezzo delle transazioni è di tipo magico e quindi la carta è sempre un valore anche quando essa non è garantita da oro o armamenti.

Il discorso del signoraggio, nella sua essenza, sarebbe applicabile anche alle monete conchiglia degli arcipelaghi dei mari del sud.

Se ai 1000 miliardi suddetti si aggiungono gli 800 stampati al momento del salvataggio bancario del 2008 ci si trova davanti ad una montagna di carta che secondo Chiesa potrebbe travolgere il gigante USA.

Anche qui vanno fatte due considerazioni.

1) il sistema fiscale USA leggerissimo è del tutto ignorato;

2) la forza USA non è nella sua moneta, ma nel suo esercito, nel suo territorio, nella sua popolazione e nella sua organizzazione nella quale dominano le multinazionali.

Gli USA non sono una torre di Babele.

Non temete gli USA non crolleranno.

E’ vero che questa creazione di moneta non ha precedenti e sovrasta anche le crisi del 1926 e del 1929, ma non va dimenticato che, con l’informatizzazione delle borse, la finanza internazionale ha venduto 12 volte la Terra e anche i terreni della Luna, a parte s’intende.

Sono veri e più interessanti i fatti che nel 2007 la Cina aveva comprato circa la metà (esattamente il 47%) delle nuove emissioni di cedole americane. Nel 2008, in piena crisi finanziaria, la Cina aveva ridotto della metà, al 20% circa. L'anno scorso gli acquisti cinesi si sono drasticamente quasi azzerati. Eravamo al 5%.

Anche questo fa parte della globalizzazione e a me dice una cosa diversa di quello che ci legge il Chiesa che si intende poco di economia e per niente di finanza magica e colonialista.

Ecco quello che leggo qui!

I cinesi sono la fabbrica del mondo e lavorano per ricevere questa carta tinta che è l’unico modo che hanno per poter importare immense quantità di cibo e carburante: parlo della soia e del petrolio!

Subito dopo Chiesa mi dice: “In queste condizioni non c'è più modo per pareggiare la bilancia commerciale degli Stati Uniti. Con un debito di queste dimensioni bisogna inoltre mettere a bilancio 300 miliardi di interessi annui da pagare. Come? Non lo sa nessuno”.

Qui farò 3 considerazioni.

1) L’economia USA è ancora superiore e di molto a quella cinese;

2) I ricchi USA pagano poche tasse, ad esempio a New York la tassa sulle transazioni di borsa è azzerata dalle deduzioni e dalle esenzioni;

3) Gli USA non falliranno.

Chiesa aggiunse che l’effetto primo di queste scelte sarebbe stato la svalutazione del dollaro.

Questo non è accaduto, qui vanno introdotti due scenari.

Dopo una scelta monetaria simile si possono prendere due percorsi, da un lato ci sono le riforme strutturali, dall’altro le guerre imperiali.

Al momento Obama le percorre entrambe, da un lato riorganizza l’industria automobilistica e vara una riforma delle borsa e della sanità (niente di notevole) e dall’altra parte la “guerra umanitaria” di Libia, un conflitto come quelli del passato che pare destinato a durare molti mesi, come minimo.

Al momento non si vede nemmeno l’inflazione che denuncia Chiesa, qui il merito è dell’Europa e di quei paesi che tengono d’occhio i loro deficit, se non altro la crisi del 1929 ha insegnato qualcosa ai nostri governanti!

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