Dott. Massimo Pasquale Cogliandro
“La Medicina Cinese nell’Europa del ‘700: l’opera di John
Floyer (1715) e sua attualità”
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1.
Un incontro fra Culture
Nel corso del XVII° secolo, soprattutto grazie all’arrivo dei Gesuiti in
Cina, il mondo culturale europeo è entrato in contatto diretto con
Già Padre Matteo
Ricci, a cavallo tra il XVI° e il XVII°
secolo, era riuscito a trovare dei campi di convergenza con
Padre Ricci
trovava infatti di notevole interesse la concezione Confuciana
di Dio, ritenuta non molto distante dalla concezione Cristiana di Dio:
Colui
che è chiamato Signore del Cielo, nel mio modesto paese, è colui che è detto Shang di in Cina.
(Matteo
Ricci, Tian zhu shi yi, 103)
Il
Nostro Signore del Cielo è il Sovrano dall’Alto menzionato nei testi canonici:
citando Confucio, la Dottrina del Mezzo
dice: “Le cerimonie di sacrificio al Cielo ed alla Terra intendono prestare
culto al Signore dall’Alto”.
(Matteo
Ricci, Tian zhu shi yi, 104)
Il
fatto che il Sovrano dall’Alto abbia la sua dimora, rende chiaro che chi parla
non si stia riferendo al cielo fisico. Quindi, avendo sfogliato un gran numero
di testi antichi, è abbastanza chiaro per me che il Sovrano dall’Alto e il
Signore del Cielo siano differenti solo nel nome.
(Matteo
Ricci, Tian zhu shi yi, 108)
Il secondo aspetto
della Cultura Cinese che ha attirato l’attenzione di Padre Ricci è stata la
concezione tradizionale cinese delle tre anime Hun,
che secondo Padre Ricci altro non erano se non l’anima vegetativa, l’anima
sensitiva e l’anima intellettiva della tradizione tomista, interpretazione
peraltro
considerata legittima dai filosofi confuciani del
tempo:
La
suprema tra le anime è detta intellettiva (ling hun). Questa è l’anima dell’uomo, che include l’anima vegetativa
(sheng hun) e sensitiva (jue hun).
(Matteo
Ricci, Tian zhu shi yi, 133)
La questione
dell’anima nella Cultura antica era centrale anche per la Scienza Medica,
perché essa era considerata il Primum Movens del Corpo Umano e della Fisiologia degli Umori:
Galeno
asserisce […] che nel Ventricolo sinistro fussero
fatti gli Spiriti animali, e quinci distribuiti per
l’Aorta; Questo Spirito vitale fù chiamato il calido
innato; ed Ippocrate
lo crede l’anima d’una Natura simile alla luce, prodotto dall’Aria, e
dalle sottili, e pure particelle del Sangue.
(John Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte Prima,
Capo Primo, Venezia, 1715)
Il riconoscimento
della identità della concezione dell’Anima della Cultura Greca e della Cultura
Cinese affermata dai Gesuiti nel corso del XVII°
secolo diventerà centrale per poter avviare un processo di integrazione tra la
Scienza Medica Greca e la Scienza Medica Cinese.
Paradossalmente, la
scoperta della Circolazione del Sangue da parte di Harvey,
anziché indebolire la Medicina Umorale, di fatto la rafforzò e rafforzò il
ruolo dell’Anima intesa come Principio Agente che mette in moto la Fisiologia
degli Umori, rendendo la Fisiologia Umorale di derivazione galenica del XVIII° secolo straordinariamente simile a quella Cinese,
per quello che riguarda il ruolo dell’Anima nel causare il battito del Cuore e
la Circolazione del Sangue:
Lo
spontaneo flusso degli spiriti animali dentro le fibbre muscolari del Cuore è
quello, che produce le reciproche contrazioni; e gli spiriti sono similmente
irritati a variare le loro contrazioni dalle qualità del sangue tramandato
nell’Auricole, e ne ventricoli; ed una distensione
sempre procede la contrazione della Cavità, ed è la causa di lei; le fibre musculari essendo distese, cercano di restituirsi ad un agevol tuono, che è loro naturale.
(John Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte Prima,
Capo Secondo, Venezia, 1715)
Questa
precisazione di Floyer circa il ruolo degli Spiriti Animali, cioè del Qi Animico, nella generazione del
Movimento del Cuore non si intravede nell’opera di Harvey,
che travisa completamente la concezione ippocratico-galenica
degli spiriti animali:
Non
meno irto di numerosissime ed inestricabili difficoltà è forse anche quanto si
sostiene sulla funzione del cuore e sulla pulsazione. In genere, si vede nel
cuore la sorgente ed il centro produttore degli spiriti destinati a vitalizzare le diverse parti del corpo. Cionondimeno
si esclude che il ventricolo destro produca
degli spiriti limitandosi esso soltanto ad alimentare i polmoni – e di
conseguenza si osserva che è anche per il fatto che il ventricolo destro
sussiste solo in funzione dei polmoni, che ai pesci manca proprio il ventricolo
destro, come manca del tutto a tutti gli esseri privi di polmoni.
[…] E
perché sostenere […] che qui, nel ventricolo sinistro sono destinate ad
impedire flusso e riflusso degli spiriti e nel ventricolo destro invece, flusso
e riflusso del sangue? Uno stesso organo del tutto simile, non par certo adatto
ad impedire ugualmente e i movimenti del sangue e i movimenti degli spiriti.
[…] Si
sostiene che il ventricolo sinistro, come materiali per produrre gli spiriti
trae aria e sangue dai polmoni e dalla cavità destra del cuore e analogamente
che esso somministra all’aorta sangue ricco di spiriti. Le impurità verrebbero
rimandate ai polmoni per questa strada, attraverso cioè l’arteria venosa; gli
spiriti, per quest’altra strada, all’aorta; bene: ma
cosa determina questa separazione? E come possono mai spiriti ed impurità andar
gli uni da una parte e le altre da un’altra parte senza mescolarsi o fondersi
fra loro? Se le tricuspidi mitraliche non impediscono
la fuoriuscita delle impurità dirette ai polmoni, come impediranno l’uscita
dell’aria? E le semilunari come impediranno il ritorno degli spiriti dall’aorta
nelle successive diastoli cardiache? Insomma, come si può sostenere che il
sangue ricco di spiriti viene distribuito ai polmoni dal ventricolo sinistro
attraverso l’arteria venosa ma che le valvole tricuspidi non lo ostacolano?
(Harveus, Exercitatio anatomica de
motu cordis et sanguinis in animalibus, 15 - 1628)
William Harvey afferma che secondo la dottrina ippocratico-galenica
gli spiriti vengono “prodotti” dal ventricolo sinistro, mentre, come abbiamo
appena visto, secondo Ippocrate l’Anima di Luce che
genera gli Spiriti Animali di cui parla Galeno risiede nel ventricolo sinistro sin dalla formazione di quest’ultimo nell’embrione. Gli Spiriti Animali per la
Medicina Galenica non sono dunque prodotti dal ventricolo sinistro, come
erroneamente crede Harvey, ma dall’Anima che in esso
risiede.
Harvey sostiene che per
la Medicina Ippocratico-Galenica “il ventricolo
sinistro, come materiali per produrre gli spiriti, trae aria e sangue dai
polmoni e dalla cavità destra del cuore”. Tale interpretazione è falsa: per la
Medicina Ippocratico-Galenica è l’Anima di Luce, che risiede nel ventricolo sinistro, e non il
ventricolo sinistro stesso, a trarre sangue e aria dai polmoni e dalla cavità
destra del cuore per alimentare gli spiriti animali.
Harvey, sferrando un
attacco all’idea stessa che l’Anima metta in moto la Fisiologia degli Umori
tramite gli Spiriti da essa generati, giunge di fatto a negare l’esistenza
stessa dell’Anima di Luce nel Corpo Umano ed apre la strada alla futura
Medicina Materialistica e Meccanicistica.
La preoccupazione
della Chiesa per queste nuove teorie ereticali in campo scientifico ha spinto i
Gesuiti a guardare con sempre maggiore interesse alla Medicina Tradizionale
Cinese, che, come afferma il Jia Yi
Jing, è innanzitutto una Medicina dello Spirito (Shen).
[I Chinesi] Anno sempre
conosciuta la circolazione del Sangue, e spiriti 50. volte in ventiquattro ore,
benche la circolazione del Sangue sia stata ultimamente discoperta, e provata;
nondimeno gli Antichi Europei ebbero una rozza conoscenza di quella, come
appare in Platone; Il racconto del quale è così tradotto da Monsù
Dacier Pag. 114. nella vita
di Platone, Egli dice. Il Cuore è
(“Estratto dell’Arte Chinese di tastare il Polso, del Cleyer in una lettera all’Onorando Carlo Hatton” in Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte
Terza, Capo Terzo, Venezia, 1715).
Inutile
dire che la reazione di alcuni “moderni virtuosi”, pregni di mentalità
cartesiana e convinti che l’opera di Harvey avesse
fatto suonare l’ultima ora della Medicina Galenica, a questo genere di
operazione fu particolarmente violenta:
Il
Reverendo Padre (Boym) ci illustra molto chiaramente
il metodo della medicina cinese, ed è immediatamente evidente da ciò che egli
dice, che i medici cinesi sono assai
capaci. Vero che le loro teorie e principi non sono i più chiari al mondo, ma
se ne fossimo venuti a conoscenza ai tempi in cui da noi regnava la filosofia
di Aristotele, li avremmo ammirati molto e reputati almeno altrettanto fondati
che i nostri. Purtroppo invece queste teorie e principi sono giunti in Europa
proprio quando i fondamenti della meccanica, scoperti o riscoperti dai nostri
moderni virtuosi hanno indotto in noi un’intima avversione per le “facoltà” (di
Galeno) e per il calidum naturalis e
lo humidum radicale che costituiscono i grandi
fondamenti della medicina dei Cinesi così come dei peripatetici.
(Pierre Bayle in “Nouvelles de
Naturalmente,
i medici la pensavano diversamente da Bayle e non
avevano ancora alcuna intenzione di abbandonare
La Medicina
Atomista Neo-Asclepiadea (o Allopatica come la chiamano i Medici Omeopati) caldeggiata
da questi “moderni virtuosi” dovette attendere ancora a lungo per tornare in
auge in Europa.
L’apologia di
Floyer contro i medici “moderni”, che s’oppongono all’Arte Medica Chinese (e a
quella Galenica…) non si fa attendere:
[…] E
obbiettato ancora da’ moderni, che i Chinesi sieno
ignoranti in Filosofia, e Notomia, e che perciò la loro pretensione alla
cognizione del Polso è inganno, e impostura, al che io in tutto ho risposto;
che molti giudiciosi viaggiatori anno positivamente asserito, essi avere quest’Arte; e io ho del tutto descrittala, e desidero che
il leggitore consideri quelle cose, che evidentemente manifestano loro Arte.
(John Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte Terza,
Capo Terzo, Venezia, 1715)
Non
solo, ma, contro ogni forma di Neo-Galileismo radicale,
Floyer cerca di fondare la veridicità dell’Arte Medica Chinese sulla remota
antichità delle sue tradizioni, la cui origine viene riportata a Noè:
Io
bisogna che vi conforti, avanti che io concluda, a riflettere sopra l’antichità
di quest’Arte del tastare il Polso, la qual sembra
essere derivata da Noè, perche il Chinese la deriva
da i suoi primi Re, 2600. Anni avanti il nostro Salvatore, egli anno quest’Arte per tradizione, siccome la notizia della
circolazione, perche i loro libri non danno altra contezza di quella, ne
ragione per quella, se non che essi le riceverono da’ loro Predecessori, e ciò
è un eccellente costume, che i Chinesi non anno
cangiato loro linguaggio, leggi, filosofia, ne abito, e questo ha cagionato col
preservare l’antica moralità, l’antica eccellente costituzione di governo, e le
loro antiche Dottrine intorno alla naturale filosofia, che essi riceverono da i
primitivi Padri, che vissero 300. anni, nel qual tempo inventarono molte Arti;
e il Chinese ha molto fedelmente conservato la tradizione di queste Arti, da i Caldei, ed Egizii la principal parte di tutte nostre Arti sono per tradizion derivate. Sopra queste antiche fondamenta, la
posterità ha edificate molte Ipotesi a mantenere ciascun secolo con alcune
novità; e se questa Età non avesse le tradizioni delle antiche Arti, noi non le
averemmo avanzate, per più chiare spiegazioni , e
aggiunte alla fondamental tradizione, non solamente
la Fisica, Musica, Poesia, Architettura, Geometria furono discoperte a
principio per alcuna inspirazione degli Inabitanti
avanti il Diluvio; ma altresì la Religiosa disciplina per Orazioni, Sacrifici,
Purificazioni, hebbe una Divina rivelazione a
principio. Io darò questa più viva istanza dell’antichità di quest’Arte, e ciò è perche ella è stata data di mano in
mano in una simbolica via, come era l’antica dottrina Egiziana.
(John Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte Terza,
Capo Terzo, Venezia, 1715)
Ora, se l’Arte
Medica Chinese proviene da Noè e dai suoi
discendenti, è evidente che si tratta di un insegnamento sacro di origine
divina e che i cosiddetti “spiriti moderni del secolo” non la comprendono solo
perché sono persi nelle nebbie dell’eresia: è il primo violento scontro tra la
Medicina Cinese, totalmente integrata con la Medicina Galenica, e la nascente
Medicina Moderna.
Le Medicine
Tradizionali, infatti, contrariamente
alla Medicina Moderna, si basano sull’assunto che l’autenticità
dell’insegnamento di un Arte (in questo caso l’Arte Medica) è garantito
unicamente dalla remota antichità della Tradizione che ce lo ha trasmesso e che
permette di riportare tale sapere agli Antichi Padri, depositari di una Sapere
ricevuto direttamente da Dio.
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