La Musicoterapia
è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e
armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un cliente o un gruppo,
in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione,
l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti
obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali,
mentali, sociali e cognitive. La Musicoterapia mira a sviluppare le funzioni
potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che il paziente o la paziente
possano meglio realizzare l'integrazione intra e interpersonale e
consequenzialmente possano migliorare la qualità della loro vita grazie ad un
processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.
(Federazione Mondiale di Musicoterapia)
La musicoterapia è l’uso della musica per favorire l’integrazione fisica,
psicologica ed emotiva dell'individuo e nella cura di malattie e disabilità. Può
essere applicata a tutte le fasce d’età, in una varietà di ambiti di cura. La
musica ha una qualità non – verbale, ma offre un’ampia possibilità d’espressione
verbale e vocale. Come membro di un’équipe terapeutica, il musicoterapeuta
professionista partecipa all’accertamento dei bisogni del cliente, alla
formulazione di un approccio e di un programma individuale per il cliente e poi
offre specifiche attività musicali per raggiungere gli scopi. Valutazioni
regolari accertano ed assicurano l’efficacia del programma. La natura della
musicoterapia amplifica l’approccio creativo nel lavoro con gli individui
handicappati. La musicoterapia fornisce un approccio umanistico possibile che
riconosce e sviluppa le risorse interne del cliente spesso non sfruttate. I
musicoterapeuti desiderano aiutare l’individuo per spingerlo verso un migliore
concetto di sé, e, nel senso più ampio, per far conoscere ad ogni essere umano
le proprie maggiori potenzialità.
(Associazione Canadese di Musicoterapia)
La musicoterapia è l’uso della musica nella realizzazione degli scopi
terapeutici: il ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della salute
mentale e fisica: E’ l’applicazione sistematica della musica, diretta dal
musicoterapeuta in un ambito terapeutico, per portare i cambiamenti desiderati
nel comportamento. Tali cambiamenti permettono all’individuo di affrontare la
terapia per arrivare ad una maggiore comprensione di sé e del mondo intorno a
lui, e di ottenere quindi un più adeguato adattamento alla società. Come membro
della squadra terapeutica il musicoterapeuta professionista prende parte
all’analisi dei problemi dell’individuo e alla formulazione degli obiettivi del
piano generale di trattamento, prima di progettare ed elaborare specifiche
attività musicali. Valutazioni periodiche vengono fatte per determinare
l’efficacia delle procedure impiegate.
(Associazione Nazionale di Musicoterapia U.S.A.)
La musicoterapia è una forma di trattamento in cui s’instaura un mutuo
rapporto fra paziente e terapeuta, che permetta il prodursi di cambiamenti nella
condizione del paziente e l’attuazione della terapia. Il terapeuta lavora con
una varietà di pazienti, sia bambini che adulti, che possono avere handicap
emotivi, fisici, mentali o psicologici. Attraverso l’uso della musica in maniera
creativa in ambito clinico, il terapeuta cerca di stabilire un’interazione,
un’esperienza ed un’attività musicale condivise che portano al perseguimento
degli scopi terapeutici determinati dalla patologia del paziente.
(Associazione Professionale dei Musicoterapeuti della Gran Bretagna)
PROSPETTIVA
STORICA
Antico e stretto
è il legame tra musica e medicina. L'uomo conosce il potere del suono e della
musica sul comportamento e sulla fisiologia degli esseri viventi sin dalle sue
origini.
All'inizio
dell'umanità, musica e medicina erano una sola dimensione, con una evoluzione
parallela all’evoluzione della mente umana. La guarigione,nelle prime civiltà
umane, passava attraverso il fenomeno dell’incantesimo: l'unione di ritmo, suoni
e droghe. Dalle tribù millenarie, agli Indiani d'America, fino alla medicina
egizia con il papiro di Ebers, portano nella storia l’unione costante tra il
suono (musica, danza) e la medicina (preparazioni naturali, droghe).
Con la civiltà cinese
si forma la triade musica-medicina-numerologia; la nascita della medicina
energetica basata sui cinque elementi (Terra, Fuoco, Acqua, Legno, Metallo) in
unione con la personificazione della scala pentatonica, formata dalle cinque
note fondamentali della musica (fa-do-sol-re-la). I dodici meridiani cinesi del
circolo dell'Energia Vitale, provengono dalla emanazione della scala musicale a
dodici note, la scala cromatica. Il numero dodici rappresenta il numero
fondamentale al parallelismo meridiani-musica, con i concetti Yin (6 meridiani-6
note) e Yang (6 meridiani-6 note): l’unione di Yin e Yang produce ritmo
(musica), salute (medicina).
In India nascono
concetti fondamentali per la musicoterapia:
a) divisione in quattro
parti del sistema organico: corpo fisico, corpo etereo (vegetativo), corpo
astrale (emozioni), corpo mentale (pensiero).
b) la funzione crea
un'organo
c) non esiste
separazione tra uomo e universo, conseguentemente esiste una relazione
funzionale e vitale tra salute umana e universo. L'equilibrio alterato dalla
malattia può essere ristabilito attraverso azioni esterne riequilibratici:
questa entropia è riordinabile con l'uso di musica "ordinata".
Gli assiri svilippano
nuove azioni mediche: osservazione dei sintomi, diagnosi e prognosi, unito al
canto continuo di tipo religioso e all'idea di purezza della vita, data da
un’igiene di vita individuale e sociale: la musica è considerata strumento di
igiene mentale.
I greci introducono la
medicina ippocratica e con Pitagora, nella musica, la scala naturale armonica. I
medici greci prescrivono trattamenti in cui lo stato di salute si raggiunge in
sinergia con la condizione di rilassamento e di distensione attraverso la
musica.
Platone definisce la
costituzione del mondo secondo i principi della musica; la musica agisce sulla
parte irrazionale dell’Io; la vita dell’uomo è scandita dal ritmo e
dall'armonia; una buona educazione musicale forma un certo tipo di carattere;
l'espressione più alta della musica e la filosofia.
Aristotele unisce gli
effetti della musica al miglioramento della morale, alla riduzione dell’ansia,
alla ricerca della serenità, della calma.
Nel medioevo, i monaci
potenziarono la grande unione scienza medica-musica, dove l'assistenza ai
malati, ai bisognosi era legata all'uso di composizioni musicali ad hoc dagli
effetti terapeuti, come quelle composte dal monaco Notker Balbulus.
Nel XIV secolo si
sviluppa la Scuola di Salerno, e con Arnaldo da Villanova della Scuola di
Montpellier la definizione di "simpatia universale", concetto fondamentale nella
fisica del suono e nella musica. Con Paracelso si definisce lo stato di malattia
come uno squilibrio prodotto dalle variabili fisiche, emozionali e mentali in
una azione reciproca.
Nel XVIII secolo,
Mesmer, amico di grandi musicisti come Mozart, Gluck, Haydn ed altri, conduce i
suoi esperimenti di suggestione ipnotica attraverso l'uso della musica e
determina l'associazione tra salute e campi magnetici, campi magnetici oggi
usati in musicoterapia ricettiva tramite le onde magnetiche pulsate. Nel XIX
secolo si pongono le basi della musicoterapia moderna con gli studi di Helmholtz
(Teoria fisiologica della musica) e con la psicologia del suono di Karl Stumpf.
di
DDSI Francesco Burrai
-O-
Presso
gli uomini primitivi vi era
la credenza che ogni essere possedesse un proprio suono o un proprio canto
segreto che lo rendeva vulnerabile alla magia. L'esistenza inconscia d'un suono
segreto personale e'
certo e conferma la credenza secondo la quale ogni uomo nasce con un suono
interno proprio al quale risponde.
I Greci utilizzarono la musica e svilupparono sensibilmente la sua applicazione
nella prevenzione e la cura di malattie fisiche e mentali.
Aristotele parlava dell'autentico valore medico della musica nelle emozioni
incontrollate e le attribuiva un effetto benefico a livello della catarsi.
Platone vantava la musica e la danza per i timori e le angosce fobiche :”...la
musica non e'
stata data all'uomo solo per lusingare i propri sensi, ma anche per calmare i
tormenti dell'anima e i movimenti che tenta un corpo pieno di
imperfezioni”.
Celio Aureliano racconta che gli antichi curavano parti dolorose del corpo con
l'influsso del suono, soprattutto se si cantava su quelle parti in modo che il
brivido risultante dalla percussione dell'aria recasse loro sollievo.
Ramos de Pareja scrisse nel 1482 l'opera “Musica Pratica”, i 4 toni
fondamentali ai 4 temperamenti e ai pianeti. Il loro “Protus” corrisponde al
flemmatico e alla luna, il tono “Deuteros” al collerico e a Marte, il tono
“Tritus” al sanguigno e a Giove, il tono “tretatus” al malinconico e a
Saturno.
Il melanconico dovrebbe eseguire e talvolta inventare esso stesso i motivi
musicali.
Nel XXVIII°
secolo, si preferiva parlare degli effetti della Musicoterapia sulle fibre
dell'organismo. Grazie ad un effetto meccanico, le vibrazioni musicali regolari
ristabiliscono l'omotonia delle fibre.
La Musicoterapia che bisogna usare per curare i malinconici, deve iniziare dai
toni bassi ed elevarsi poi fino ai toni alti; grazie a questa progressione
armonica, le fibre tese si stendono poco a poco.
La musica serve a distrarre l'anima del paziente dalle sue tristi preoccupazioni; si tratta di accattivare l'attenzione del malato ed obbligarlo a
interessarsi ad altra cosa che non siano le idee nere che elucubra
incessantemente.
Tissot faceva una differenza tra musica stimolante e calmante e gli fa
dimenticare l'indisposizione anche se non si e'
in grado di sopprimere la causa del male.
La
Musicoterapia e' una disciplina paramedica che utilizza il suono, la musica e il
movimento per provocare effetti “regressivi” e aprire canali di comunicazione con l'obiettivo di attivare il processo di socializzazione. E'
pertanto una tecnica psicoterapica per migliorare la qualita' della vita,
riabilitare e recuperare, dove e' possibile.
La Musicoterapia si occupa dello studio e della ricerca del complesso
suono-essere umano.
Tale complesso consta di elementi capaci di produrre stimoli sonori (natura,
corpo umano, strumenti musicali, ecc.); stimoli come il silenzio, suoni interni
del corpo, musicali, ritmici, movimenti, rumori ecc.; vie di propagazione delle
vibrazioni, organi ricettori di tali stimoli come l'udito, tatto e vista, la
ricezione del sistema nervoso, la reazione psicobiologica e l'elaborazione della
risposta, che può essere comportamentale, motoria, sensoriale, organica
attraverso il grido, il canto, la danza, la musica.
Anche il movimento e non solo il suono e la musica e' utilizzato nel processo
terapeutico.
Gli stimoli sonori e musicali possono essere piu' potenti nel suscitare
manifestazioni di quelli visivo e tattile. Insomma, la musicoterapia ha come
scopo l'inserimento del paziente nella societa' e la prevenzione e la cura di
malattie fisiche e mentali.
Uno dei fenomeni piu' profondi prodotti dal suono e dalla musica, e' la capacita'
di provocare stati regressivi, che riconducono a stadi anteriori vissuti quale
lo stadio orale, anale e fetale.
La regressione e' un meccanismo di difesa dell'io in quanto un individuo che ha
una frustrazione tende sempre al rimpianto dei tempi passati con maggiori
gratificazioni.
Ogni
terapia esige comunque una forte motivazione da parte del paziente.
La terapia si imposta sull'anamnesi e l'osservazione attenta del soggetto, delle
modalità di comunicazione-relazione, delle capacità del paziente, oltre ad
un'attenta considerazione del suo nucleo familiare.
Si richiede altresì chiarezza del contratto, obiettivi e limiti
dell'intervento, modalità, tempi , spazi, durata della terapia ecc. Ma
soprattutto la capacità di saper gestire il rapporto terapeutico.
L'ASCOLTO
MUSICALE TERAPEUTICO
Utilizzare
l'ascolto musicale per guarire e prevenire significa, tra l'altro, nutrire
letteralmente il corpo con il suono e servirsi del suono per scoprire le
dimensioni nascoste nel profondo e per accelerare il processo di evoluzione
della coscienza.
Qui tratteremo il rapporto tra la musica e chi l'ascolta, ma cercando di
analizzare e spiegare il fenomeno dell'ascolto musicale quando è vissuto
coscientemente e cioè con la precisa intenzione di mettersi in ascolto per
migliorare la propria vita. Si può proporre il suono come una parte essenziale
dell'ambiente e quindi della relazione tra soggetto ed ambiente.
Gli effetti terapeutici del suono e della musica sono in grado di modificare
l'attività del sistema nervoso vegetativo. La musica può essere un'efficace
aggiunta terapeutica in varie condizioni, specie quelle caratterizzate dal
dolore cronico in quanto capace di modulare complesse attività nervose che si
esprimono in quantificabili alterazioni neurovegetative.
Distinguiamo una fase dell' "udire" i suoni come fenomeno
periferico legato all'orecchio, una fase del "sentire" che si
collocherebbe soprattutto nelle funzioni talassiche, per arrivare ad "ascoltare"
la musica, con un coinvolgimento globale del nostro sistema nervoso e delle
funzioni psichiche a questo connesse.
Oltre all'emozione, la musica comporta sull'ascoltatore delle reazioni a carico
della sfera vegetativa: si assiste a modificazioni della pressione
sanguigna, della frequenza cardiaca, della respirazione ecc., ma per lo più
anche quando la musica è percepita inconsciamente.
La musica va considerata da un lato un linguaggio non verbale, dall'altro un
mezzo di comunicazione dell'emotività.
di
Asturaro Dario Giovanni, adattamento di Alan Perz
CONCETTI CREATORI
L'azione della
musica si esplica attraverso le caratteristiche fisiche del suono:
1. moto armonico complesso
2. moto delle onde
3. moto longitudinale delle onde
4. frequenza delle onde
5. lunghezza delle onde
6. risonanza
Gli elementi della fisica del suono colpiscono ed alterano il sistema
psico-neuro-immuno-endocrinologico.
Lo stato di malattia è un'alterazione nell'equilibrio omeostatico dell'asse
psico-neuro-immuno-endocrinologico, dovuto principalmente ad una causa
eziologica primaria di stress emotivo e stati mentali negativi, che
producono squilibri biochimici, elettromagnetici e blocchi energetici. Questa
definizione rappresenta uno dei paradigmi fondamentali in diversi modelli
teorici musicoterapeutici.
Conseguentemente, la musica agisce sugli organi, sulle ghiandole endocrine,
sul sistema personale emotivo e mentale e sul sistema transpersonale spirituale.
La tipologia di risposta umana ricercata dalla musicoterapia è il mantenimento
dello stato di salute, il potenziamento dello stato di salute, il ritorno allo
stato di salute,
La musicoterapia viene applicata attraverso due metodologie:
1. musicoterapia ricettiva o passiva, con l'ascolto di musica registrata
scelta dal paziente o programmata dal terapeuta;
2. musicoterapia attiva, la musica è creata dal paziente attraverso
strumenti, strumenti musicali, suoni e rumori emessi dal paziente.
Una possibile classificazione dei campi di maggior applicazione della
musicoterapia potrebbe essere la seguente:
1. pedagogia di sostegno
2. relazioni psicoterapeutiche
3. scoperta e creazione di stati creativi
4. malattie psicosomatiche
4. ambienti stressogeni
5. ambienti di lavoro e comunitari
6. ripristino dei ritmi fondamentali dell’organismo (agente omeostatico)
di
DDSI Francesco Burrai