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LE REGOLE DELLA RICCHEZZA


RICCHEZZA e SAGGEZZA

Le 10 regole della ricchezza di Adam J. Jackson

La tranquillità materiale è un obiettivo a cui tutti devono poter approdare.
La via per raggiungerlo può divenire un percorso di grande crescita ed evoluzione, essa ci porta a confrontarci con simboli inconsci, spesso causa di fallimenti globali.In genere tutti tendiamo a raggiungere un benessere materiale che ci permetta di vivere tranquillamente. Spesso però accade che, a causa di convinzioni di cui non siamo pienamente consapevoli, al posto di realizzare un vero e proprio benessere realizziamo invece solo una minima parte di questo. Fino a che ci si imbatte nel tracollo: una malattia, un licenziamento, un fallimento... La perdita di quel piccolo e arrancato benessere ci sbatte in faccia una penosa realtà.

  1. La prima delle 10 regole è quella di individuare le nostre convinzioni inconsce nei confronti del denaro e della ricchezza. Infatti non si ottiene dalla vita ciò che si è capaci di ottenere, bensì ciò che interiormente si è convinti dì dover ottenere. Spesso questa convinzione deriva dal senso di valore che si ha di se stessi! Le convinzioni negative che limitano i traguardi della nostra vita possono venire modificate con l'autosuggestione. L'autore consiglia di ripetersi più volte al giorno quelle frasi che sostituiranno i concetti limitativi con quelli positivi. In fondo le nostre convinzioni si sono formate proprio a causa delle ripetizioni a cui siamo stati sottoposti - ora dobbiamo rimediare a questo condizionamento operando a nostra volta un condizionamento a nostro vantaggio.

  2. La seconda regola consiste nel comprendere se si desidera veramente l'abbondanza e la ricchezza. Molti infatti, pur pensando di desiderare il benessere sono però spaventati dagli effetti che questo potrebbe generare, per esempio la responsabilità che esso comporta, oppure la reazione degli amici... Chi desidera ricchezza e successo deve associarli al piacere che essi comportano, e non alle eventuali difficoltà! Il desiderio deve essere totale, solo così si potrà essere disponibili ai cambiamenti ed all'impegno che comporta il raggiungere l'obiettivo.

  3. La terza regola consiste nella chiarezza dei propri obiettivi. Desiderare il benessere è molto generico, vago e indefinito. Per ottenere ciò che si vuole bisogna sapere chiaramente cosa si vuole. Le domande da porsi sono dunque: "quanto voglio guadagnare?", "cosa desidero possedere per sentirmi ricco?". Per costruirsi un futuro bisogna focalizzarsi su ciò che si vorrebbe avere e su quando lo si vorrebbe avere. La vita è come un viaggio, se si sà dove andare si hanno molte più probabilità di raggiungere la meta.

  4. La quarta regola sviluppa le mete identificate nel passo precedente perché, per essere sicuri di realizzare i propri obiettivi è necessario pianificare una strategia operativa, un piano d'azione ben strutturato. Tuttavia, bisogna anche essere così flessibili da considerare delle strategie alternative, quindi fare un elenco di diversi piani d'azione, l'autore consiglia di prepararne almeno dieci!

  5. La quinta regola consiste nell'approfondire la materia fiscale e il mercato d'azione. Non si può pensare di poter fare soldi se poi non si conoscono le leggi finanziarie che influiscono sui guadagni e sui risparmi! Ma oltre a questa conoscenza bisogna anche conoscere le esigenze del mercato, solo così si potrà avere successo nel proporre i propri prodotti!

  6. La sesta regola esorta alla perseveranza. Il successo non è il risultato di un solo sforzo, bensì la somma di molti. La differenza fra gli uomini di successo ed i falliti non sta tanto nel talento ma piuttosto nella perseveranza. Molte sconfitte avvengono quando invece si sarebbe potuto vincere se solo si avesse perseverato! Se si è stanchi per lo sforzo prolungato ci si riposi, ma non si getti la spugna!

  7. La settima regola consiste nel controllare le spese. La ricchezza non è determinata da quanto si guadagna, ma dal tenore di vita che si riesce a sostenere con il proprio stipendio. Spesso, più si guadagna e più si spende, così che ci si ritrova in breve ad aver meno soldi di prima! Nessuno può creare ricchezza senza un continuo flusso ed accumulo di entrate.

  8. L'ottava regola consiste nel mantenere comunque una propria integrità. "Che profitto trae un uomo se nel conquistare il mondo intero perde la sua anima?". Bisogna comprendere se i passi che si effettueranno sapranno produrre in noi del rispetto verso noi stessi, se ciò non accade, quei passi, anche se potranno essere produttivi, non lo saranno però a livello interiore!

  9. La nona regola consiste nella fiducia. Non bisogna permettere a dubbi e paure di bloccare le nostre iniziative. Bisogna saper correre dei rischi e non aver paura dei fallimenti." "Avvicinatevi all'orlo" disse. "Abbiamo paura" risposero. "Avvicinatevi" disse. Si avvicinarono. Lui li spinse... E volarono." (Guillaume Apollinaire)

  10. La decima regola consiste nella carità per contribuire al benessere della società. Chi non sà quali opere perpetrare per aiutare l'umanità potrà iniziare col donare il 10 per cento dei suoi guadagni in opere di beneficenza. L'autore porta esempi di individui la cui situazione finanziaria cominciò a migliorare solo dopo aver iniziato a donare la decima. Di certo il provare non può danneggiare!

Le leggi dell'abbondanza (di Giampiero Cara)

Un giorno, in un paese lontano, un giovane andò dal suo maestro spirituale per chiedergli il segreto della ricchezza. Il maestro, allora, gli spiegò che nel cuore di ogni essere umano risiedono due dee: la Dea della Conoscenza e la Dea della Ricchezza.
"Amale entrambe", disse il maestro, "ma concentra tutte le tue attenzioni
sulla Dea della Conoscenza, e la Dea della Ricchezza impazzirà di gelosia e ti colmerà di attenzioni. Quanto più ti interesserai alla Dea della Conoscenza, tanto più la Dea della Ricchezza s'interesserà a te. Ti seguirà dovunque andrai e non ti lascerà mai, e la ricchezza che desideri sarà tua per sempre".

RICCHI DENTRO
Questa parabola, raccontata dal medico e guida spirituale New Age Deepak
Chopra, nel suo libro La via della prosperità (Armenia, £ 20.000), sfata un vecchio mito, quello secondo cui ricchezza interiore e ricchezza esteriore sono in contrasto tra loro e tendono ad escludersi a vicenda.
Secondo la filosofia New Age, invece, la ricchezza materiale è una naturale
conseguenza di quella spirituale, ovvero della conoscenza di se stessi e delle leggi della vita.
E' inutile, dunque, affannarsi a rincorrere il benessere economico come se
fosse qualcosa di esterno a noi, perché "tutta la felicità e tutta la ricchezza che ci sono state promesse si trovano dentro di noi e sono sempre state lì".
In sintonia con questa affermazione, Shakti Gawain, la celebre autrice e
insegnante di visualizzazione creativa americana, afferma che il denaro non è un'entità a se stante, bensì un simbolo della nostra energia creativa.
Guadagniamo denaro usando la nostra energia e ci serviamo del denaro per
compensare l'energia profusa nella creazione di qualcosa di nuovo. E poiché ognuno di noi non è un'entità separata dal tutto, la "nostra" energia creativa non è altro, in realtà, che una particolare espressione dell'energia dell'universo, di cui ognuno di noi costituisce un canale.

PROSPERITA' ILLIMITATA 
Dato che l'energia creativa dell'universo è infinita e sempre a disposizione
di chiunque desideri usufruirne, aprendo il proprio canale, potenzialmente è infinito anche il denaro, simbolo dell'energia scambiata tra noi e l'universo.
Ciò significa che, contrariamente a quanto si crede in genere, c'è denaro in
abbondanza per tutti, e quindi per arricchirsi non è necessario gettare sul lastrico qualcun altro.
Chi si arricchisce a spese di altri è convinto, invece, che il denaro sia
un'entità esterna, disponibile in quantità limitata; perciò ritiene di doverne arraffare dove può e teme sempre che qualcuno, più furbo o più prepotente di lui, possa portarglielo via. In realtà, sono convinzioni di questo genere che contribuiscono in modo determinante a creare la povertà.
Se invece comprendiamo che il denaro è un riflesso della nostra energia
creativa, allora ci rendiamo conto che per guadagnarne non dobbiamo far altro che esprimere la nostra creatività, che è la fonte della vera prosperità. E se non siamo soddisfatti della nostra situazione economica, vuol dire evidentemente che, in qualche modo, la nostra energia creativa ha bisogno di fluire più liberamente.
E cosa può ostacolare questo flusso? Innanzitutto, l'incapacità di
riconoscere la propria ricchezza. In effetti, quand'è che si diventa ricchi? Decuplicando il proprio conto in banca? Centuplicandolo? Non è detto. C'è gente che, pur possedendo grandi quantità di denaro, continua a massacrarsi di lavoro e di stress per accumulare ulteriori ricchezze di cui poi non trova mai il tempo di godere. E' chiaro, dunque, che non solo la felicità, ma anche la ricchezza materiale non può dipendere dalla quantità di denaro che si possiede.

Per diventare ricchi è necessario, prima, sentirsi ricchi, perché lo "spirito di prosperità" è uno stato di consapevolezza che fa sì che la vita ci offra spontaneamente la ricchezza esteriore corrispondente al nostro stato interiore.
In questo senso, si può dire che non è la ricchezza materiale a creare la
felicità, bensì la felicità a creare la ricchezza materiale.

I MITI SUL DENARO
Altri ostacoli importanti al libero fluire della creatività e, quindi, della
ricchezza sono le nostre convinzioni limitanti riguardo al denaro.
Il primo mito è che per guadagnare denaro sia necessario lavorare duramente,
svolgendo attività tutt'altro che divertenti. Se fosse davvero così, un minatore dovrebbe guadagnare molto di più di un artista. e ciò invece non accade.Tra l'altro, chi lavora solo per i soldi sente che questi ultimi non sono mai una ricompensa sufficiente, e perciò tende a spenderne tanti per ottenere quelle soddisfazioni che il lavoro non gli offre; ma, difficilmente riesce nell'intento, perché mentre spende sa che, per riguadagnare quei soldi, dovrà rimettersi a fare un lavoro che non gli piace.
Questo primo mito è strettamente collegato al secondo: non è giusto essere
pagati per divertirsi. In realtà, spesso le persone che vengono pagate meglio sono proprio quelle che si divertono di più, come gli artisti di cui sopra o, per esempio, i calciatori, che vengono pagati per giocare come hanno sempre sognato sin da bambini.
Il terzo mito è che il successo finanziario dipenda dal grado d'istruzione.
Se così fosse, i laureati dovrebbero essere le persone più ricche del mondo, mentre in realtà sappiamo bene che ci sono numerose persone che, pur avendo un curriculum scolastico minimo, guadagnano assai più di loro.
Infine, ci viene spesso detto che la chiave del successo finanziario
consiste nel saper scegliere "il lavoro giusto", come il medico, l'avvocato, il notaio, ecc. In realtà, si possono trovare persone che hanno successo finanziario ed altre che non ne hanno in qualsiasi tipo di occupazione.
Meglio dire, allora, che "il lavoro giusto" è quello che piace di più, per
il quale ci si sente portati.

LE LEGGI SPIRITUALI DEL SUCCESSO
Se dunque vogliamo la felicità, e la prosperità che ne è conseguenza,
evitiamo di fare un lavoro che non ci piace, solo perché ci hanno detto che può farci guadagnare un sacco di soldi e dedichiamoci, invece, a ciò che amiamo fare.
Si tratta di un'importantissima legge spirituale del successo, quella che
Deepak Chopra, nel suo libro "Le sette leggi spirituali del successo" (Armenia, £ 20.000), chiama "la legge del Dharma", ossia dello scopo della propria vita.
"In base a questa legge", scrive il dottor Chopra, "ogni uomo possiede un
suo talento specifico e un suo modo speciale di esprimerlo che gli consentono di soddisfare bisogni altrettanto speciali. Quando questi ultimi vengono associati all'espressione creativa del proprio talento, s'innesca un processo di ricchezza".

Un ulteriore ostacolo al conseguimento della ricchezza materiale può essere rappresentato dal fatto di considerarla una forma di egoismo. In realtà, è egoista chi si sente povero, perché pensa di aver poco denaro per sé e quindi di non poterne donare agli altri. Chi invece si sente ricco e gode di ciò che ha è felice di condividerlo.
In effetti, come osserva ancora Chopra, "l'universo si basa su uno scambio
dinamico: il dare e il ricevere rappresentano due aspetti diversi del suo flusso energetico. Con la disponibilità a donare agli altri ciò che cerchiamo per noi stessi assicuriamo alla nostra esistenza l'abbondanza dell'universo".

Poiché il denaro è energia vitale, "se ne blocchiamo la circolazione con l'unico intento di tenerlo per noi e custodirlo gelosamente, non facciamo altro che ostacolarne il rifluire nella nostra vita: perché l'energia continui a giungere a noi, è necessario stimolarne la circolazione".
Pertanto, le guide New Age ci invitano a mettere in circolazione i nostri
soldi (ovvero la nostra energia) per acquistare le cose che ci piacciono, ma anche per pagare felicemente conti e bollette, giusta retribuzione di servizi che ci sono necessari, o per fare regali agli altri, senza preoccuparci di rimanere al verde. Ricordiamoci, piuttosto, che tutto ciò che diamo con gioia ci ritorna moltiplicato.

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