GEOLOGIA e PALEOMAGNETISMO Il paleomagnetismo è una branca della geofisica che studia i cambiamenti di direzione e di intensità del campo magnetico terrestre nel tempo sfruttando principalmente due meccanismi:
Infatti in entrambi i casi, datando la roccia e studiando la direzione del campo magnetico generato dalla roccia, è possibile risalire all’intensità e alla direzione del campo magnetico terrestre al momento della formazione della roccia stessa.
MISURA DEL CAMPO PALEOMAGNETICO Tali proprietà del campo magnetico terrestre del passato possono essere ricavate dallo studio di antiche rocce effusive, soprattutto basaltiche. Infatti, una proprietà importante di molti materiali magnetizzabili che vengono a trovarsi a temperature molto elevate è il fatto che, quando si raffreddano al di sotto di circa 500 °C, si magnetizzano nella direzione orientata del campo magnetico in cui sono immersi.
Ciò accade ad esempio dopo che la lava fusa emersa da un vulcano si è solidificata in roccia. Nella maggior parte dei casi essa è una roccia nera nota come basalto,che è debolmente magnetica, come il ferro che emerge da una colata. La sua magnetizzazione rimane congelata nella direzione della forza magnetica locale nel momento in cui si raffredda. Gli strumenti possono misurare la magnetizzazione del basalto.
Negli ultimo cinquant’anni vari gruppi di ricercatori indagando sul paleomagnetismo presente in vari tipi di rocce distribuiti sia sul continente americano che europeo, hanno registrato una continua variazione della posizione del polo nord attraverso le varie ere geologiche.
Infatti, prendiamo un campione di roccia continentale di cui conosciamo la posizione geografica, l'età e le caratteristiche magnetiche. Grazie a queste si può identificare il cosiddetto "Polo geomagnetico virtuale", cioè si possono trovare le coordinate del punto in cui avrebbe dovuto trovarsi il Polo magnetico al momento della magnetizzazione del campione (Come si fa a conoscere la posizione del polo magnetico? Clicca qua se lo vuoi sapere!). Questa operazione si può ripetere, per uno stesso continente per tempi diversi usando campioni di roccia che appartengono a formazioni geologiche di età diverse. Individuato il Polo geomagnetico virtuale per tutti i campioni , se li portiamo tutti su una carta e li uniamo con una riga a partire da quello più antico, si osserva che i poli non rimangono in una posizione fissa ma piuttosto formano una curva detta "curva della migrazione apparente dei Poli". Ad esempio, l’indagine ha rilevato che circa 500 – 600 milioni di anni fa, il polo sud magnetico si trovava lungo l’equatore, nel mezzo dell’attuale Oceano Pacifico, inoltre i risultati ottenuti dall’analisi delle rocce americane rispetto a quelle europee davano posizioni diverse per il polo.
Ma furono davvero i Poli magnetici a muoversi? Se fosse così tutti i continenti dovrebbero avere una stessa curva di migrazione apparente dei Poli. Ma in realtà queste curve sono tutte diverse da continente a continente, quindi sono questi che si sono spostati tra loro e i Poli magnetici sono rimasti relativamente immobili; questo è sicuramente un punto a favore della teoria della deriva dei continenti che comunque si basa anche su altre prove molto convincenti.
(informazioni prese dalle pagine Web del sito www.matematicaescuola.it e www.geologia.com)
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