E' nostra consuetudine non pubblicare
lettere non firmate. Questa volta facciamo però un'eccezione, perché
riteniamo che la sofferenza e il tormento che si leggono in queste righe,
siano veri. Si tratta della testimonianza di una donna che ha vissuto a
Perdasdefogu e che lì si è ammalata di un tumore del sistema
emolinfatico.
Chi scrive è una persona
che ha letto con sgomento della morte del ragazzo che aveva svolto il servizio
militare a Perdasdefogu, in quanto per un breve periodo lo aveva conosciuto.
Ho vissuto a Perdasdefogu per 6
anni e nel 1997 mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin.
Per fortuna, con la mia famiglia abbiamo deciso di andare via dal paese
in modo che mi venisse più facile sottopormi alle cure. Ora ringrazio
Dio di avermi guidata nel prendere una decisione simile, perchè
adesso sono guarita, anche se mi sottopongo ad accertamenti e visite semestrali.
Come dicevo, per fortuna dopo un
periodo di cure mi è andata bene, ma alla luce della scoperta di
tutti questi casi di tumore del sistema emolinfatico, se fossi rimasta
a Perdasdefogu, sarebbe andata così o sarei stata solo un altro
nome in quel lungo elenco di morti?
Ora, io non conosco le cause che
provocano questi tumori, se sono state sperimentate armi all'uranio, se
sono i numerosi radar presenti nella zona o che altro, ma ritengo che sia
doveroso, da parte della Regione e del Governo, indagare seriamente su
ciò che sta provocando questa ecatombe!
Adesso che c'è il pesante
e concreto sospetto che ciò che abbia causato la mia malattia sia
nel territorio del Poligono, mi prende una rabbia dentro incontrollabile
e anche un pensiero: quante altre persone debbono ancora ammalarsi, quante
ne devono ancora morire perchè si ponga fine a tutto ciò.
Quanto ci vorrà per scoprire il «killer del Poligono»?
È mai possibile che si debba
sempre passare sopra al tributo di vite innocenti? Quante altre persone
che ho conosciuto e adesso ho perso di vista, quanti bambini che ho visto
giocare a Perdasdefogu si saranno ammalati o si ammaleranno?
Ed io che mi chiedevo perchè
fossi stata colpita dal linfoma, io che vivevo una vita sana in montagna,
con l'aria buona e cibi genuini: che ironia! Dunque il mio è l'ennesimo
caso che allunga quella maledetta lista. Per ora è finito bene,
ma chi dice che non mi riammalerò? Avere affrontato una simile prova
ti cambia la vita, ti cambiano le priorità ed anche il carattere,
ma ti rimane un tarlo dentro: e se dovessi avere una ricaduta, se la prossima
volta non ce la dovessi fare?
ESCALAPLANO
Interrogazione del senatore
ds Caddeo
sulle nascite "anomale" negli
anni '80
Giancarlo Bulla
ROMA. Dopo il caso Quirra, rimbalza
in Parlamento anche quello di Escalaplano. Il senatore dell'Ulivo Rossano
Caddeo ha presentato infatti un'interrogazione urgente al ministro della
Difesa, Antonio Martino. Il parlamentare, cita, come premessa al quesito,
che «da notizia di stampa si è appreso che a Escalaplano,
un piccolo comune sardo di 2.600 abitanti, negli anni '80 sono nati ben
undici bambini con malformazioni molto gravi». Il verificarsi di
questo fenomeno, secondo il senatore Caddeo, potrebbe essere messo in correlazione
con le attività che si svolgono nel vicino poligono sperimentale
interforze del Salto di Quirra. «In particolare è sorto il
dubbio - si legge nell'interrogazione - che queste gravissime malformazioni
dipendano dall'uso di armi sperimentali e dall'uso di proiettili all'uranio
impoverito». Per il senatore dell'Ulivo la notizia «sta suscitando
molto scalpore e ha ulteriormente accresciuto la preoccupazione della popolazione
e dell'opinione pubblica in generale, che all'uso dell'uranio impoverito
sta ormai attribuendo anche i 13 casi di leucemia, mielomi e linfomi verificatisi
negli stessi anni a Quirra». Sulla stampa locale il governo ha prima
escluso categoricamente l'utilizzo di munizionamento contenente uranio
impoverito nel poligono del Salto di Quirra. Poi, lo ha escluso per gli
ultimi dieci anni, lasciando quindi intendere il suo utilizzo nel decennio
precedente. Ha infine ha promesso un'inchiesta del ministro della Difesa
per far luce sulla vicenda. Secondo Caddeo, «la superficialità
e le contraddizioni di queste dichiarazioni, hanno accresciuto il disorientamento
dell'opinione pubblica, le preoccupazioni delle popolazioni e di chi nella
base militare lavora ed è sempre più inderogabile pertanto
l'esigenza di far chiarezza e di tranquillizzare l'opinione pubblica».
Caddeo chiede infine al ministro
Martino di conoscere: 1) se all'interno del poligono sperimentale interforze
del Salto di Quirra si sperimenti o si siano sperimentate negli anni '80
armi all'uranio impoverito; 2) se nell'uso di armi all'uranio impoverito
si utilizzino o siano state sempre utilizzate le necessarie protezioni
per il personale militare e le cautele indispensabili per garantire la
salute della popolazione; 3) se il ministro abbia promosso o voglia promuovere
un'indagine per far luce sul caso Quirra; 4) se non ritenga si debba evitare
un'inchiesta compiacente, rendendo pubblica la composizione dell'organismo
che dovrà svolgere l'indagine e la qualificazione dei suoi componenti.
Intanto martedì sera il
consiglio provinciale di Cagliari ha approvato all'unanimità un
ordine del giorno col quale impegna il presidente Balletto: 1) a promuovere
per conto della Provincia un'indagine ufficiale su tutto il territorio
attorno al poligono interforze del Salto di Quirra, attivando da subito
come primo intervento il centro di riferimento radioattivo ambientale regionale
e, contemporaneamente, si attivi per predisporre, in accordo con la Croce
Rossa Italiana, un progetto di intervento adeguato; 2) a intervenire presso
l'assessore alla Sanità regionale perché predisponga e renda
di pubblico dominio le risultanze di un'indagine sulle insorgenze epidemiologiche
nel Comune di Villaputzu.