Io, sopravvissuta alla maledizione della base
 

lettera di una donna, da "la Nuova Sardegna"  28-2-2002
 


E' nostra consuetudine non pubblicare lettere non firmate. Questa volta facciamo però un'eccezione, perché riteniamo che la sofferenza e il tormento che si leggono in queste righe, siano veri. Si tratta della testimonianza di una donna che ha vissuto a Perdasdefogu e che lì si è ammalata di un tumore del sistema emolinfatico.

Chi scrive è una persona che ha letto con sgomento della morte del ragazzo che aveva svolto il servizio militare a Perdasdefogu, in quanto per un breve periodo lo aveva conosciuto.
Ho vissuto a Perdasdefogu per 6 anni e nel 1997 mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin. Per fortuna, con la mia famiglia abbiamo deciso di andare via dal paese in modo che mi venisse più facile sottopormi alle cure. Ora ringrazio Dio di avermi guidata nel prendere una decisione simile, perchè adesso sono guarita, anche se mi sottopongo ad accertamenti e visite semestrali.
Come dicevo, per fortuna dopo un periodo di cure mi è andata bene, ma alla luce della scoperta di tutti questi casi di tumore del sistema emolinfatico, se fossi rimasta a Perdasdefogu, sarebbe andata così o sarei stata solo un altro nome in quel lungo elenco di morti?
Ora, io non conosco le cause che provocano questi tumori, se sono state sperimentate armi all'uranio, se sono i numerosi radar presenti nella zona o che altro, ma ritengo che sia doveroso, da parte della Regione e del Governo, indagare seriamente su ciò che sta provocando questa ecatombe!
Adesso che c'è il pesante e concreto sospetto che ciò che abbia causato la mia malattia sia nel territorio del Poligono, mi prende una rabbia dentro incontrollabile e anche un pensiero: quante altre persone debbono ancora ammalarsi, quante ne devono ancora morire perchè si ponga fine a tutto ciò. Quanto ci vorrà per scoprire il «killer del Poligono»?
È mai possibile che si debba sempre passare sopra al tributo di vite innocenti? Quante altre persone che ho conosciuto e adesso ho perso di vista, quanti bambini che ho visto giocare a Perdasdefogu si saranno ammalati o si ammaleranno?
Ed io che mi chiedevo perchè fossi stata colpita dal linfoma, io che vivevo una vita sana in montagna, con l'aria buona e cibi genuini: che ironia! Dunque il mio è l'ennesimo caso che allunga quella maledetta lista. Per ora è finito bene, ma chi dice che non mi riammalerò? Avere affrontato una simile prova ti cambia la vita, ti cambiano le priorità ed anche il carattere, ma ti rimane un tarlo dentro: e se dovessi avere una ricaduta, se la prossima volta non ce la dovessi fare?
  ESCALAPLANO
Interrogazione del senatore ds Caddeo
sulle nascite "anomale" negli anni '80

Giancarlo Bulla

ROMA. Dopo il caso Quirra, rimbalza in Parlamento anche quello di Escalaplano. Il senatore dell'Ulivo Rossano Caddeo ha presentato infatti un'interrogazione urgente al ministro della Difesa, Antonio Martino. Il parlamentare, cita, come premessa al quesito, che «da notizia di stampa si è appreso che a Escalaplano, un piccolo comune sardo di 2.600 abitanti, negli anni '80 sono nati ben undici bambini con malformazioni molto gravi». Il verificarsi di questo fenomeno, secondo il senatore Caddeo, potrebbe essere messo in correlazione con le attività che si svolgono nel vicino poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra. «In particolare è sorto il dubbio - si legge nell'interrogazione - che queste gravissime malformazioni dipendano dall'uso di armi sperimentali e dall'uso di proiettili all'uranio impoverito». Per il senatore dell'Ulivo la notizia «sta suscitando molto scalpore e ha ulteriormente accresciuto la preoccupazione della popolazione e dell'opinione pubblica in generale, che all'uso dell'uranio impoverito sta ormai attribuendo anche i 13 casi di leucemia, mielomi e linfomi verificatisi negli stessi anni a Quirra». Sulla stampa locale il governo ha prima escluso categoricamente l'utilizzo di munizionamento contenente uranio impoverito nel poligono del Salto di Quirra. Poi, lo ha escluso per gli ultimi dieci anni, lasciando quindi intendere il suo utilizzo nel decennio precedente. Ha infine ha promesso un'inchiesta del ministro della Difesa per far luce sulla vicenda. Secondo Caddeo, «la superficialità e le contraddizioni di queste dichiarazioni, hanno accresciuto il disorientamento dell'opinione pubblica, le preoccupazioni delle popolazioni e di chi nella base militare lavora ed è sempre più inderogabile pertanto l'esigenza di far chiarezza e di tranquillizzare l'opinione pubblica».
Caddeo chiede infine al ministro Martino di conoscere: 1) se all'interno del poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra si sperimenti o si siano sperimentate negli anni '80 armi all'uranio impoverito; 2) se nell'uso di armi all'uranio impoverito si utilizzino o siano state sempre utilizzate le necessarie protezioni per il personale militare e le cautele indispensabili per garantire la salute della popolazione; 3) se il ministro abbia promosso o voglia promuovere un'indagine per far luce sul caso Quirra; 4) se non ritenga si debba evitare un'inchiesta compiacente, rendendo pubblica la composizione dell'organismo che dovrà svolgere l'indagine e la qualificazione dei suoi componenti.
Intanto martedì sera il consiglio provinciale di Cagliari ha approvato all'unanimità un ordine del giorno col quale impegna il presidente Balletto: 1) a promuovere per conto della Provincia un'indagine ufficiale su tutto il territorio attorno al poligono interforze del Salto di Quirra, attivando da subito come primo intervento il centro di riferimento radioattivo ambientale regionale e, contemporaneamente, si attivi per predisporre, in accordo con la Croce Rossa Italiana, un progetto di intervento adeguato; 2) a intervenire presso l'assessore alla Sanità regionale perché predisponga e renda di pubblico dominio le risultanze di un'indagine sulle insorgenze epidemiologiche nel Comune di Villaputzu.