da "Operai contro", n. 89, 16 dicembre 2002
Immaginate la scena. Giovedì 12 Dicembre il Capo dello Stato
Carlo Azeglio Ciampi con la consorte è a Napoli. Si inaugura la
stagione lirica al teatro San Carlo. I politici di tutti i partiti, i borghesi
di tutta la Campania, con le gentili consorti, sono ad aspettarlo sulla
porta del teatro. Tutti sorridono. In prima fila il Presidente della Regione
Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino e il Prefetto
Carlo Ferrigno. La scena è commovente. Manca soltanto la musica
e sono tutti pronti ad intonare Fratelli D’Italia. In un angolo della piazza
un gruppo di poveri cristi: i disoccupati. Sono trattenuti dalla polizia.
Non sono venuti alla inaugurazione della stagione lirica ma ad applaudire
Ciampi, così dicono i giornalisti. Il presidente sente il loro applauso
e sente risvegliarsi il pensiero che da ottantadue anni lo attanaglia:
i disoccupati. Niente, sperava che almeno per la
serata della prima al San Carlo quel pensiero lo potesse dimenticare,
l’angoscia lo riprende. Il sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli
di An si apparta con i giornalisti e spiega il turbamento del Presidente:”
I disoccupati, oltre ad essere il pensiero fisso del Presidente, sono anche
il nostro pensiero quotidiano”. Il presidente Ciampi è distrutto.
Ai giornalisti che lo avvicinano ribadisce: “ I disoccupati sono il primo
pensiero che ho e che ho sempre avuto”. Capite la tragedia. Ciampi, Berlusconi,
gli uomini di governo, i parlamentari, i padroni si alzano la mattina e
pensano: i disoccupati. Sono li che stanno mangiando e pensano: i disoccupati.
La sera dopo una dura giornata di lavoro sono pronti per dormire e pensano:
i disoccupati. Ma lo hanno capito i disoccupati che stanno rovinando la
vita di tanta gente perbene. Cosa vogliono? Perché debbono
angosciare da ottantadue anni il presidente Ciampi. Ma perché
non vanno a lavorare?