movimento No-Tav, "Germinal", n. 98-99, giugno-novembre 2005
Luogo comune n.1
SENZA LA TORINO-LYON
IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL'EUROPA
In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato
all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono
già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri
e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria
(trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento
con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio)
e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto
in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume,
la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena...
Luogo comune n.2
LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE
In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è
utilizzata solo al 38% della sua ca pacità. Le navette per i TIR
partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese
d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento
ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di
passeggeri. E il flusso delle merci -previsto da chi vuole l’opera in crescita
esponenziale -è invece sceso del 9% nell’ultimo anno!
Luogo comune n.3
LA TORINO-LYON E' INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE
In realtà è’ vero il contrario. Togliendo risorse (è
tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria
in crisi profonda (Fiat e non solo), il TAV sarà la mazzata finale
all’economia piemontese.
Luogo comune n.4
Il TAV TOGLIERÀ I TIR DALLA VALLE
In realtà tanto per cominciare, i 10/15 anni di cantiere necessari
a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della
cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per
il tras porto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio.
Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la apocalittica fase
di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno
dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi. I promotori dell'opera e recenti
studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l' 1% dell'attuale
traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Bel vantaggio!
Luogo comune n.5
I VALSUSINI SONO EGOISTI. NON PENSANO AGLI INTERESSI DELL’ITALIA
In realtà attraverso la Valle di Susa, attualmente, passa già
il 35% del totale delle merci che valicano le Alpi! Lungo l’Autostrada
del Frejus passano circa 4.500 TIR al giorno, contro i 1.500 del Monte
Bianco, in val d’Aosta, dove il numero dei TIR è stato limitato
per legge.
Luogo comune n.6
LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture
in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte
extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici
e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i comuni
della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel
problema: la mafia. Turbative d'asta sono già state individuate
per la fase di sondaggio geologico a carico di uomini politici piemontesi
e non... figurarsi per la realizzazione dell'opera!
Luogo comune n.7
LA LINEA E' QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di
23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa
che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di
fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto.
Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di
amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia
scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie
in un posto cos ì è illegale e criminale. E ancora: il tunnel
Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà
(oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente
uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie
minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio,
o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti
cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di
rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi,
di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di
tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà
prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie
TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora:
la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi
in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate
come compensazi oni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una
vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti
della tratta TAV Torino-Novara).
Luogo comune n.8
QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE'
METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI
In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto
a carico della collettività Tutto denaro pubblico, ma affidato a
privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor. Garantisce
lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto
dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento
chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera
verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate),
a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo
sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio.
E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon
avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per
decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato
sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a
sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone
– St.-Jean-de-Maurienne). Tanto paghiamo noi.
Luogo comune n.9
CHI E' CONTRO LA TORINO-LYON è CONTRO IL PROGRESSO
In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve
essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è
piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste,
minerali) sono limitate, l'inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza
limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere
che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare
la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più
efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo
e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale,
uti lizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l'esatto
contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai
anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto
merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo
la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero
se e perché bisogna trasportare qualcosa.