Andrea Scanzi, http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/31/votare-ingroia-al-senato-e-inutile/485107/, 31 gennaio 2013
Uno dei ricatti più insopportabili, tipici del centrosinistra
italiano, è quello – a ridosso delle elezioni – di esigere il ‘voto
utile’. In nome di leggi elettorali sghembe, e coalizioni infelici, il
Pd (o chi lo ha preceduto) tende a scaricare la colpa di eventuali sconfitte
(o pareggi) su partiti o movimenti che non rientrano né nel centrodestra
né nel centrosinistra. Ovvero, negli ultimi anni, Movimento 5 Stelle
e adesso Rivoluzione Civile. Sostenere che la vittoria di Berlusconi nelle
regioni chiave al Senato (Lombardia e Sicilia) sarebbe colpa di Ingroia,
è una chiave di lettura tanto misera quanto colpevole. Il centrosinistra
deve meritare il voto, non esigerlo. E se non vincerà neanche questa
volta, sarà solo e soltanto colpa sua.
Il tema del ’voto utile’ era anche al centro della puntata di ieri
di Otto e mezzo. Pippo Civati (una delle figure migliori del Pd) esortava
a votare centrosinistra anzitutto in Lombardia e Sicilia. Di contro, Sandro
Ruotolo di Rivoluzione Civile dava la colpa al Pd e al non aver voluto
ascoltare Ingroia prima di depositare le liste, salvo poi ricordarsi di
lui quando ha capito che di quei voti ha bisogno. Ideologicamente ha ragione
Ruotolo, aritmeticamente Civati.
Detesto il ’voto utile’ e di sicuro non esorterò a votare il
Pd. Su Rivoluzione Civile, che a volte mi sembra un Accrocchio per Sopravvivere,
ho molte perplessità. Che peraltro aumentano, di giorno in giorno.
Le ultime mosse di Ingroia (a partire dalla pietosa polemica con Ilda Bocassini,
da cui sono usciti male entrambi) mi sembrano improntate all’harakiri sistematico.
Il fanatismo messianico di tanti ingroiani non è dissimile da quello
dei tanto – da loro – vituperati berlusconiani e grillini. E mediaticamente
l’appeal non è esattamente scintillante (strepitosa l’imitazione
di Crozza).
Da qui a sostenere che Rivoluzione Civile sia “inutile”, o addirittura
“dannoso”, ce ne passa. E’ un movimento nobile, che raccoglie figure di
spicco della società civile e che non è giusto ritenere unicamente
un’Armata Brancaleone nobilitata da una stimabile foglia di fico stimabile
(critica non campata in aria, ma troppo severa). Se è vero che dietro
Ingroia ci sono anche residuati bellici di una politica polverosa e sconfitta,
è altrettanto innegabile che sarebbe molto bello avere in Parlamento
le Cucchi e i Ruotolo. Avere alla Camera un 20% (o più) di “altrapolitica”
costituita da RC e M5S è opzione altamente auspicabile.
A questo punto, però, arriva un aspetto meramente aritmetico.
Ovvero le regole con cui tocca giocare. So che molti idealisti si inalbereranno,
ma in momenti di emergenza democratica (sempre, in Italia) il pragmatismo
è un obbligo. Il Porcellum è una legge schifosa, ma questa
abbiamo (e nessuno ha voluto cambiarla davvero). Alla Camera si deve raggiungere
il 4%. Non è detto che Rivoluzione Civile la raggiunga, ma su scala
nazionale è probabile. Quindici-venti deputati dovrebbe ottenerli.
Votare Rivoluzione Civile alla Camera non ha dunque senso soltanto ideologicamente
(e su questo nessuno può eccepire), ma pure aritmeticamente.
Poi però c’è il Senato. E al Senato, o raggiungi l’8
percento in ogni Regione, o non ottieni nulla. Nulla. Rivoluzione Civile
ha chance concrete di superare quella soglia soltanto in Campania (dove
comunque, secondo Demopolis ieri, ha a malapena l’8.1%). In tutte le altre
regioni, ha percentuali attorno al 5 abbondante (Sicilia) o molto meno.
Cosa significa? Significa che, aritmeticamente, votare Ingroia al Senato
(tranne che in Campania) non servirà concretamente a nulla. Saranno
voti nobilissimi da un punto di vista etico e morale (non discuto), ma
arimeticamente buttati via. Cinque percento in Toscana? Zero senatori.
Sette percento in Sicilia? Zero senatori. Tre percento in Veneto? Zero
senatori. E via così. Rivoluzione Civile non avrà senatori,
se non 2 dalla Campania. E’ un dato di fatto incontrovertibile, a meno
che non si sostenga che i sondaggi siano pilotati e RC otterrà ovunque
il 10 percento (come no: e magari vincerà pure le elezioni da sola).
A questo punto mi si potrebbe dire, e anzi mi si dice già, che
una persona vota chi lo convince di più. A prescindere dai calcoli
e dagli scranni. Legittimo. Ma effimero.
Immagino che chi vota Rivoluzione Civile insegua due cose: una politica
diversa e una sinistra senza Monti. Bello. Ma paradossalmente, votando
Ingroia al Senato, si rafforza Monti (che diventa un ago della bilancia
fondamentale) e si indebolisce il M5S (che rimane la forza più attigua
a RC). E’ una sintesi impietosa. Lo so. Mi spiace anche scriverla. Ma è
quello che gli ingroiani otterranno al Senato, se voteranno RC. Può
non piacervi, ma è così.
Io non auspico, per chi intende votare Ingroia, un ’voto utile’ (bah).
Casomai un ‘voto disgiunto’. Ad esempio RC alla Camera e M5S (se si vuole
un’opposizione più forte) o Vendola (se si desidera un centrosinistra
più spostato a sinistra) al Senato. E’ una strada che seguiranno
in molti. Forse sbagliando, la reputo logica. Fermo restando il rispetto
per ogni scelta. Anche quella di “votare senza votare”, per il semplice
gusto di essere più duri e puri degli altri.