Un'intervista a Mariam di Rawa di Justin Podur
(da: http://www.zmag.org/znet/viewArticle/18429, novembre 2008)
Islamabad - L'Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA)
è un'organizzazione di donne che porta avanti scuole clandestine
e altri progetti, educa ragazze afghane, pubblica un giornale periodico,
e promuove agitazioni politiche per i diritti delle donne, per i diritti
umani, il secolarismo e la giustizia sociale in Afghanistan. Dall'invasione
sovietica del 1979 alla chiusura dei campi profughi nel 2006, milioni di
rifugiati afghani hanno vissuto in Pakistan e molti ancora lo fanno.
Le attività di Rawa sono sempre state localizzate in modo prioritario
in Afghanistan, ma mantenendo anche una forte presenza nella comunità
dei rifugiati in Pakistan. Ho parlato con Mariam di RAWA ad Islamabad nel
luglio 2008.
Justin Podur (JP): Per iniziare, potresti spiegare ai lettori cos'è Rawa e il suo lavoro in Afghanistan e Pakistan?
Mariam (RAWA): RAWA è nata nel 1977 a Kabul come organizzazione
di donne afghane per i diritti umani e l'uguaglianza delle donne. Dopo
l'invasione sovietica, alcuni membri di RAWA sono stati imprigionati a
Kabul, e dal momento che un gran numero di rifugiati sono fuggiti in Pakistan,
la stessa RAWA ha spostato in qualche modo il suo focus, e ha iniziato
a lavorare con donne e bambini rifugiati a Peshawar (la città capoluogo
della provincia della frontiera Nord Occidentale in Pakistan, al confine
con l'Afghanistan). Abbiamo iniziato a fornire servizi umanitari e assistenza
sociale, attraverso i quali abbiamo anche cercato di educare le donne afghane
ai propri diritti. Abbiamo continuato a svolgere le nostre attività
politiche, ma a causa dei problemi di sicurezza in Afghanistan, non è
stato facile. Abbiamo continuato a lavorare clandestinamente in alcune
città afghane.
Quando all'occupazione sovietica è seguito il sanguinoso governo
fondamentalista e più tardi il regime talebano, noi abbiamo continuato
a lavorare sia in Afghanistan che in Pakistan. Abbiamo condotto programmi
di alfabetizzazione, orfanotrofi e scuole in Afghanistan, ma gran parte
dei nostri comunicati pubblici, politici, sono stati lanciati dal Pakistan.
Pubblichiamo una rivista politica chiamata Payam-e-Zan (Il messaggio delle
donne). Oggi sotto l'occupazione NATO e dopo la chiusura dei campi profughi,
svolgiamo la parte politica del nostro lavoro sia all'interno dell'Afghanistan
che nel Pakistan, ma per lo più in modo semi-clandestino a causa
dei gravi rischi per la sicurezza.
JP: Puoi dirci qualcosa su come è organizzata RAWA, come "reclutate",da dove vengono le vostre leaders?
RAWA: Attraverso i nostri programmi di alfabetizzazione, gli orfanotrofi
e le scuole, RAWA è entrata in contatto con molte ragazze negli
ultimi 15-20 anni. C'è una profonda differenza tra la vita delle
donne nella società afghana che sono passate attraverso la guerra,
i Talebani e i fondamentalisti, nella loro normale vita domestica, e la
vita delle ragazze che sono state tirate su o hanno lavorato con RAWA.
Queste ultime hanno una visione, idee e mentalità ben diverse; sono
coscienti dei propri diritti e sanno che devono lottare per affermarli.
Alcune di loro continuano a lavorare per RAWA dopo che sono cresciute.
Alcune erano già donne adulte quando sono state coinvolte, e le
loro intere famiglie con loro. Diversi giovani, ragazze ma anche ragazzi,
vengono coinvolti. Altre persone iniziano a partecipare mentre non sanno
ancora né leggere né scrivere, ma si legano a RAWA, soprattutto
nelle aree rurali, dove membri di RAWA vivono e lavorano e sono parte della
comunità locale.
JP: E qual è la situazione dei rifugiati afghani in Pakistan oggi?
RAWA: In generale, il Pakistan è stato migliore per i rifugiati
afghani, in confronto all'Iran o agli altri paesi confinanti. Ci sono stati
però dei limiti. La vita nei campi profughi è stata molto
dura e con risorse davvero minime. La maggioranza dei campi erano sotto
il controllo dei partiti fondamentalisti che hanno imposto le loro restrizioni
ai rifugiati. Lavorare, per gruppi con una visione democratica come RAWA,
è stato molto duro e rischioso. Molti singoli afghani amanti della
libertà sono stati assassinati dai gruppi Jehadi con l'aiuto dei
servizi segreti pakistani (ISI). Meena, la fondatrice di RAWA, è
stata una di loro. Ma malgrado tutti i problemi, RAWA ha mantenuto la sua
presenza in alcuni campi e noi abbiamo diretto in particolare un campo
nella periferia di Peshawar per oltre due decadi, finché esso non
è stato evacuato con la forza dal governo pakistano qualche mese
fa.
Nel 2001-2002, dopo l'invasione e l'occupazione USA, un gran numero
di afghani sono tornati indietro. Le comunità di rifugiati di Peshawar
sono state praticamente svuotate, ma a causa delle cattive condizioni,
il ritorno in Afghanistan è ancora un'opzione per niente attraente
per molti rifugiati. Quando il governo ha deciso di chiudere alcuni campi
profughi nel 2006, ciò ha avuto un enorme impatto. Molti rifugiati
sono stati costretti con la forza a partire, anche se avevano perso tutto
in Afghanistan: non avevano lavoro, abitazioni, nessun posto dove tornare.
E infatti nessuno sa cosa sia stato di loro. Quelle famiglie che sono tornate
in Afghanistan sono molto deluse per la mancanza di lavoro e di servizi,
e molti sono tornati a cercare rifugio in Pakistan per la seconda volta.
Oggi secondo l'UNHCR, i rifugiati stanno tornando in Pakistan e cercano
di trovare posto nelle città.
Quando c'è qualche tensione tra i governi pakistano e afghano,
sono i rifugiati afghani quelli che ne soffrono di più. Il Pakistan
fa pressione sui rifugiati perché tornino in patria. Ma la gente
nelle aree di frontiera è tutta uno stesso popolo - condivide la
lingua, la cultura, l'abbigliamento, le tradizioni. Dopo trent'anni, inoltre,
molti rifugiati vedono il Pakistan come la propria seconda patria. Gli
afghani sanno che il Pakistan sostiene i Talebani e gli altri fondamentalisti
in Afghanistan, ma le
crisi politiche non indeboliranno le relazioni dei popoli attraverso
il confine.
JP: Forse possiamo completare l'introduzione con un po' delle vostre analisi della situazione politica e militare in Afghanistan.
RAWA: E' una situazione complicata. Abbiamo l'occupazione della NATO
e l'interferenza dei vicini, Pakistan, Iran, Arabia Saudita, Tajikistan,
Russia, ecc., ognuno dei quali ha sostenuto diversi gruppi fondamentalisti
in anni recenti. I Talebani controllano alcune aree e negli ultimi mesi
hanno raggiunto persino i confini di Kabul. Essi sono stati sostenuti da
alcuni circoli in Pakistan. Persino il regime iraniano invia armi e munizioni
ai Talebani. I civili afghani sono le prime vittime della brutalità
dei Talebani, di nuovo, compresi i loro attacchi suicidi. I fratelli-di-credo
dei Talebani, l'Alleanza del Nord, oggi sono al potere e sono sostenuti
generosamente dal governo USA.
La maggior parte dell'Afghanistan settentrionale è governato
dai signori della guerra locali che appartengono all'Alleanza del Nord.
Il governo di Hamid Karzai non ha alcun controllo tangibile lì.
I Talebani e gli altri movimenti islamici sono i nemici del popolo afghano.
E il loro potere è sostenuto dagli USA e dall'Occidente. Il sostegno
che i fondamentalisti ottengono dall'estero rende difficile agli Afghani
resistere loro. D'altra parte gli USA/NATO giocano a Tom e Jerry con i
Talebani e Al-Qaeda, mentre la gente comune afghana soffre per l'impatto
dei loro ciechi bombardamenti e noi siamo testimoni di orrende tragedie
di vittime civili praticamente ogni giorno.
JP: Hai descritto tutti questi movimenti politici islamici come nemici
del popolo, sia che essi siano sostenuti dall'Occidente o che combattano
la NATO. Io ho sentito però argomentare che il Pakistan e l'Afghanistan
sono paesi profondamente religiosi, e che qualsiasi movimento politico
deve fare i conti con questo fatto. Di conseguenza, ho sentito dire che
gruppi come RAWA si isolano a causa della loro posizione senza compromessi
a proposito della laicità e della religione. Non pensi
che il vostro secolarismo vi renda impopolari?
RAWA: Questa è l'impressione che i media occidentali danno della
società afghana. Può essere che sia corretta ai loro occhi.
Noi afghani ci siamo vissuti in mezzo. Come la società afghana si
esprime dipende da molti fattori, sociali, culturali ed economici. Noi
abbiamo lavorato in alcune di quelle che potrebbero essere chiamate le
aree più "arretrate", molto religiose, senza una grande nozione
dei diritti delle donne. Ma dopo qualche tempo, e qualche volta questo
processo è proprio
veloce, anche settimane o mesi, loro arrivano ad apprezzare ciò
che stiamo facendo e persino si lasciano coinvolgere, persino intere famiglie.
Noi abbiamo visto questo in diverse aree. Per questo io non sono d'accordo
che il paese nel suo complesso non sia in grado di accettare i diritti
democratici o i valori secolari. Ci vuole tempo e lavoro per costruire
una consapevolezza sociale e politica, e negli anni recenti la gente non
ha avuto questa opportunità.
Il tipo di Islam che i fondamentalisti presentano è diverso
da quello dei comuni credenti afghani.
L'Islam dei fondamentalisti è un Islam politico e ogni partito
ha il proprio tipo, che contraddice quello degli altri partiti. L'Islam
di Mullah Omar è diverso dall'Islam di Burhanuddin Rabbai, di Rasul
Sayyaf, e questi gruppi sono stati in guerra tra loro per anni malgrado
tutti pretendano di essere i veri mussulmani. I gruppi fondamentalisti
hanno commesso crimini senza precedenti in nome dell'Islam negli ultimi
20 anni. Oggi gli Afghani sono talmente stufi di loro che la maggioranza
sostiene qualsiasi voce che si levi contro i fondamentalisti. Quando Malalai
Joya ha parlato contro di loro per soli due minuti nella Loya Jirga, la
sua voce è stata subito amplificata e sostenuta da milioni di Afghani
in tutto il paese ed è stato detto di lei che è un'eroina
e la voce di chi non ha voce. I fondamentalisti
impongono il proprio dominio con l'aiuto delle armi, dei padroni esteri
e del denaro. Senza queste cose, loro non hanno nessun appoggio nella società
afghana.
JP: L'occupazione NATO sta aiutando o danneggiando l'Afghanistan? Può essere usata in qualche modo per rafforzare le forze progressiste? Sta tenendo a bada una possibile vittoria talebana che sarebbe peggiore della situazione attuale?
RAWA: Sette anni fa quando gli USA hanno invaso, la situazione era diversa.
Molti Afghani hanno apprezzato la loro presenza ed erano contenti di liberarsi
del dominio oppressivo dei talebani. Loro pensavano - i Talebani sono stati
eliminati, la comunità internazionale è intervenuta, a noi
è stata promessa una vita migliore, democrazia e libertà
e la fine dei gruppi fondamentalisti. Nel giro di mesi, è stato
chiaro che il governo USA continua ancora la sua politica sbagliata di
sostegno ai
fondamentalisti in Afghanistan. Abbiamo visto che gli USA hanno fatto
affidamento sui fondamentalisti dell'Alleanza del Nord per combattere un'altra
fazione fondamentalista, i Talebani. Non importa se gli USA combattano
i Talebani o il "terrorismo", loro stanno sostenendo l'Alleanza del Nord,
e per gli Afghani entrambi sono la stessa cosa - sono entrambi fondamentalisti
e terroristi, sostenuti da potenze straniere, che sia l'Occidente, il Pakistan,
l'Iran, l'Arabia Saudita o
qualsiasi altro paese. Essi violano i diritti umani, abusano delle
donne, sono colpevoli di corruzione e frode e contrabbando, come noi abbiamo
documentato.
Fin dall'inizio, RAWA ha sostenuto che gli Stati Uniti e l'Occidente
hanno le loro proprie ragioni per essere qui, e non è per la libertà
del popolo afghano. Abbiamo detto che ciò che gli USA/NATO stanno
facendo nel nome della democrazia è nei fatti un'irrisione della
democrazia. Per noi questo è evidente. Oggi i bombardamenti NATO
stanno aumentando, sempre più civili vengono uccisi, e altre violazioni
vengono commesse da USA e NATO. E adesso persino loro stanno cercando di
condividere il potere con i Talebani e con il partito terrorista di Gulbuddin
Hekmatyar. Se questo piano dovesse realizzarsi, ciò significherebbe
un'altra tragedia per l'Afghanistan e la sua gente, l'unificazione di tutti
i nemici del popolo afghano sotto un unico ombrello così che loro
possano uniti fare a pezzi il popolo afghano, i singoli individui democratici
e le forze organizzate. Sotto il sistema mafioso e all'ombra dei fucili
e del "sistema dei signori della guerra", sfortunatamente non c'è
nessuna possibilità per le forze progressiste di venire allo scoperto
e lavorare apertamente.
Qualsiasi leale e seria forza antifondamentalista ed anti-occupazione,
ha ancora la necessità di lottare in clandestinità e non
è sostenuta e incoraggiata. Infatti gli USA hanno paura di vedere
emergere un potente movimento progressista in Afghanistan. Chi critica
apertamente il governo e i signori della guerra, affronta minacce, detenzione
e restrizioni. Noi stiamo affrontando oggi gli stessi problemi e rischi
a cui dovevamo far fronte sotto i Talebani. La privatizzazione e il sistema
di
libero mercato imposto in Afghanistan dal 2001 sta aprendo la strada
al neoliberismo in Afghanistan, e questo è l'ennesimo incubo per
il nostro popolo. Sentiamo il suo disastroso impatto sulla gente povera
dell'Afghanistan. Il grado di abbandono e povertà in Afghanistan
è al di là dell'immaginazione.
Il gap fra ricchi e poveri sta diventando più ampio giorno dopo
giorno. Oltre il 70% degli afghani vive al di sotto della soglia di povertà.
Secondo le statistiche ufficiali, il 42% sopravvive con soli 10 dollari
al mese. I prezzi alle stelle negli ultimi mesi hanno trasformato la vita
in una tortura per la maggioranza degli Afghani.
JP: Cosa pensi dell'opinione secondo cui se la NATO si ritirasse, l'Afghanistan precipiterebbe velocemente nelle mani dei talebani, il che sarebbe peggio?
RAWA: E' vero che potrebbe essere peggio sotto un regime talebano. Ma
almeno non saremmo sotto occupazione da parte di un potere straniero. Oggi
abbiamo due problemi: i nostri fondamentalisti locali, e l'occupazione
straniera. Se la NATO se ne andasse avremmo un problema solo invece di
due. RAWA ha espresso numerose volte la convinzione che né gli USA
né altre potenze abbiano la volontà di liberare la popolazione
afghana dalle grinfie dei fondamentalisti. La libertà
dell'Afghanistan può essere conquistata dal popolo afghano stesso.
Contare su un nemico per sconfiggerne un altro è una politica sbagliata,
che ha appena stretto la presa dell'Alleanza del Nord e dei loro padroni
sul collo della nostra nazione.
JP: Se la NATO si ritirasse, i Talebani troverebbero maggiori difficoltà a presentare se stessi come un movimento di liberazione nazionale, un argomento e una fonte di prestigio che loro possono agitare solo fino a quando l'occupazione continua.
RAWA: Infatti entrambi i contendenti dipendono uno dall'altro. Se gli
USA arrivassero in qualche modo a eliminare i Talebani, si ritroverebbero
privi di un pretesto per stare qui. Ma i Talebani e il terrorismo sono
solo un pretesto.. Loro non sono onesti. Sono qui per fini strategici:
la posizione centrale da cui controllare l'Iran, la Russia e la Cina, condizionare
il governo e la società pachistana, rafforzare la propria presa
sulle repubbliche dell'Asia centrale e così via. Per questo gli
USA
continuano ad aumentare la propria presenza militare e a costruire
basi. La NATO probabilmente si ritirerà, ma gli USA no - loro hanno
voluto un pretesto per essere qui, e gli USA non lasceranno andare questa
opportunità d'oro.
JP: Lo "sforzo di sviluppo" della NATO ha coinvolto un sacco di organizzazioni non governative (ONG) che sono state coinvolte nel fornire servizi sociali. RAWA è vista come una di queste?
RAWA: Rawa non si è mai presentata come una ONG. E' un'organizzazione
politica per i diritti delle donne e i diritti umani. Ma cerca anche di
venire incontro ai bisogni fondamentali e anche noi realizziamo programmi
sociali. In realtà sono le nostre posizioni politiche e le nostre
pratiche che danneggiano le nostre relazioni con le ONG e le agenzie, e
sono il motivo per cui non otteniamo fondi dai governi stranieri. Le Ambasciate
non vogliono dare a Rawa fondi perché noi siamo un
gruppo politico. Ciò è in contraddizione con le migliaia
delle recenti ONG fondate in Afghanistan negli ultimi 6-7 anni. E' un buon
affare. Tu prendi qualche famiglia, con qualche conoscenza di lingua inglese
e un computer, e questi diventano una ONG con finanziamenti, documenti
e progetti prodotti a casa loro. La maggior parte delle ONG che sono più
grandi, o grosse agenzie di aiuti, sono finanziate da governi e influenzate
da questi governi. Le più piccole spesso restano coinvolte
in frodi e corruzione: lavorano non per la popolazione afghana ma per
il loro tornaconto privato.
Milioni di dollari di finanziamenti vanno alle ONG e sono sprecati
in spese generali, stipendi, mantenimento degli uffici, e così via.
Pagano salari altissimi, non hanno progetti a lungo termine, spendono somme
ingenti per la sicurezza e i veicoli. Il "sistema delle ONG" (ONG-ismo)
è una politica esercitata dall'Occidente in Afghanistan; non è
ciò che desidera il popolo afghano. L'ONG è uno strumento
buono per distogliere la gente e specialmente gli intellettuali dallo lotta
contro l'occupazione. Le ONG disinnescano la rabbia politica e fanno diventare
la gente mendicanti dipendenti. In Afghanistan la gente dice: gli USA ci
hanno spinto dal talibanismo all'ONGismo!
JP: Le vostre posizioni politiche fanno sì che i governi non vogliono darvi soldi. Avete qualche criterio per definire da dove accettare donazioni?
RAWA: la questione non si è posta dal momento che non ci sono
mai stati offerti fondi da un governo. Ma non accetteremmo un sostegno
da qualsiasi fonte. Noi contiamo sugli individui e a volte gruppi di femministe
in altri paesi che sostengono RAWA. Noi vendiamo i nostri manufatti attraverso
progetti di autofinanziamento, tappeti, artigianato, CD, posters; facciamo
raccolte di fondi ovunque andiamo nei nostri viaggi di sensibilizzazione
negli altri paesi. Questo è il modo in cui andiamo
avanti. Dopo l'11 settembre c'è stato un certo interesse per
RAWA e noi abbiamo ottenuto parecchi finanziamenti per uno o due anni.
Oggi l'Afghanistan ha gli stessi problemi ma noi abbiamo dovuto ridimensionare
i nostri interventi, ridurre il numero di bambini nei nostri orfanotrofi,
e cancellare alcuni progetti per mancanza di fondi. Rawa sta affrontando
gravi problemi finanziari oggi, che hanno un effetto deleterio sulle dimensioni
della nostra attività.
Noi osserviamo una totale differenza tra i governi occidentali e i
loro popoli. Molta gente non è a favore delle politiche del proprio
governo nei confronti dell'Afghanistan. Ho sentito dire che c'è
libertà di stampa negli USA, ma anche che la gente non sa molto
del mondo esterno o delle politiche dei propri governi. RAWA è orgogliosa
di ricevere donazioni da singoli, organizzazioni e gruppi non legati ai
governi, e non da fonti governative che eserciterebbero pressioni su RAWA.
Noi piuttosto vorremmo prevenire tali soldi e tentativi di controllarci.
Anche se dobbiamo affrontare dei problemi, cento dollari donati da individui
ci danno coraggio e coscienza di essere sostenute, come migliaia di dollari
ricevuti da un governo non potrebbero mai fare.
JP: Questi progetti che Rawa porta avanti, devono essere comunque clandestini?
RAWA: Sono semi-clandestini, ma non nel modo in cui lo erano sotto i
Talebani. Noi siamo in grado di gestire progetti educativi, di realizzare
incontri e raduni in Afghanistan. Ma non siamo registrate presso il governo.
Se lo fossimo, sappiamo che cercherebbero di bloccarci. Non usiamo mai
la sigla "RAWA" nei nostri progetti. Molta gente lo sa, ma ufficialmente
noi non siamo registrate come Rawa - tutte le iniziative sono presentate
come promosse da privati, da gente locale.
JP: La prima fonte di informazione in Afghanistan è la radio.
E' possibile per RAWA mettere su una radio? Qual è la strategia
di Rawa rispetto ai media?
RAWA: Non è possibile in questo momento, in parte per problemi
finanziari (sebbene alcuni supporters dall'Italia si siano offerti di raccogliere
fondi per questo) ma principalmente per problemi di sicurezza. Ma noi potremmo
utilizzare altre tecnologie per gestire una stazione radiofonica se avessimo
i fondi necessari e l'equipaggiamento. Potremmo farlo senza far apparire
la sigla di RAWA, ma anche così nella situazione attuale, non possiamo
esprimere il nostro punto di vista in
modo così chiaro e scoperto come facciamo attraverso il nostro
sito web e la rivista, perché se lo facessimo, il giorno dopo il
personale della radio sarebbe ucciso a fucilate dai signori della guerra.
P: Ho letto recentemente che l'Afghanistan e il Pakistan hanno un numero crescente di tossicodipendenti da oppio, incluse le donne, come conseguenza della guerra e della condizione di rifugiati. RAWA si è imbattuta in questo nelle sue attività sociali?
RAWA: Degli stimati 26 milioni di abitanti, oltre un milione sono tossicodipendenti,
anche donne e bambini, e il numero è in crescita. Molta gente che
è coinvolta nella coltivazione dell'oppio gradualmente diventa dipendente:
una madre che lavora tutto il giorno nei campi con i suoi problemi di salute,
e non riesce a far dormire il suo bambino o a farlo smettere di piangere,
deve dare qualcosa al suo bambino. Ci sono molte donne in prigione oggi,
e molte diventano tossicodipendenti in
prigione.
JP: Qual è il punto di vista di RAWA rispetto alle droghe?
RAWA: Pensiamo che la coltivazione dell'oppio in Afghanistan sia parte
della strategia regionale degli USA di controllare questo prodotto, il
terzo per grandezza nell'economia globale (in termini di valore monetario).
E questo non è un fenomeno nuovo, ma è stato già un
progetto delle operazioni coperte della CIA nella regione fin dall'inizio
della guerra sovietica-afghana negli anni '80. Oggi gli USA/NATO addirittura
incoraggiano i proprietari terrieri a coltivare oppio. Ci sono alcune inchieste
secondo cui persino le truppe USA avrebbero le mani nel traffico di droga
e il governo degli USA ricaverebbe miliardi dal commercio della droga afghana.
I militari del Regno Unito stanno negoziando accordi con i Talebani sulle
droghe, ad Helmand. Dal 2001 la coltivazione di oppio è cresciuta
di oltre il 4,4%.
Sotto l'occupazione USA/NATO, l'Afghanistan è diventato il più
grande produttore di oppio del mondo, che produce il 93% dell'oppio mondiale.
Questo sporco affare ha raggiunto il gabinetto afghano, e recentemente
persino Karzai è stato accusato da funzionari USA di sostenere i
commercianti di droga. Suo fratello Wali Karzai è a capo della più
vasta rete di trafficanti di droga a Kandahar. Il generale Daud, capo del
dipartimento anti-narcotici del Ministero degli Interni, è lui
stesso un noto trafficante! I signori della Guerra dell'Alleanza del
Nord controllano le rotte del contrabbando della droga verso le repubbliche
dell'Asia Centrale. Nessuno parla di questo orribile aspetto dell'occupazione
USA dell'Afghanistan. Adesso noi viviamo in un narco-stato e le droghe
hanno già avuto un impatto sulla gente con orribili conseguenze.
JP: Come organizzazione politica, qual è il rapporto di Rawa con i partiti politici in Afghanistan?
RAWA: Abbiamo buone relazioni con alcuni. Ma purtroppo la maggior parte
dei gruppi politici, dei gruppi democratici, per i diritti umani, per i
diritti delle donne, e gli intellettuali, non sono attivi. Trent'anni fa
c'erano parecchie attività di questi gruppi, e RAWA era solo uno
dei tanti. Dopo l'invasione sovietica e l'Alleanza del Nord, i Talebani
e il Pakistan, molti attivisti sono stati arrestati, assassinati, o fatti
fuggire all'estero. La nostra fondatrice, Meena, e molti altri, sono stati
uccisi qui in Pakistan, nei campi di sterminio dei fantocci dei Russi e
altrove. Negli ultimi trenta anni, le forze progressiste in Afghanistan
hanno affrontato molte perdite e sono state sempre sotto pressione. E ancora
oggi sono emarginate o neutralizzate dalla politica del "sistema delle
ONG".
Così le forze più potenti sulla scena politica sono i
fondamentalisti o soggetti legati a loro, che rappresentano i loro interessi,
ed utilizzano le proprie posizioni politiche per proteggerli. Movimenti
di sinistra e intellettuali sono stati grandemente indeboliti. Ma ci sono
molti individui progressisti e amanti della libertà in giro, e abbiamo
parecchia strada da fare per unire queste persone in un'unica forza. Ci
sono anche alcuni piccoli gruppi e noi siamo in contatto con loro. Dobbiamo
sostenerci
reciprocamente. C'è stata una qualche piccola resistenza contro
gli USA/NATO e i signori della guerra, in alcune zone del paese. Se l'occupazione
USA/NATO e le atrocità continueranno a lungo, ci sarà una
resistenza crescente da parte della gente dell'Afghanistan.