di Norma Rangeri, "il Manifesto", 31 ottobre 2002
Se Michele Santoro avesse chiamato a parlare di Palmiro Togliatti, la
figlia adottiva e un vecchio dirigente del Pci, per santificarne il nome
e l'anima, oggi leggeremmo affilate note sulla necessità di un'informazione
obiettiva, anticipate dai proclami di questo e quello contro l'uso criminoso
della storia. Viceversa la beatificazione di Alcide De Gasperi in onda
martedì sera, in prima serata, su Raiuno, nel programma "Novecento",
con Pippo Baudo, Maria Romana De Gasperi e Giulio Andreotti, al massimo
(ma non è detto) verrà notata dai soliti comunisti. Discutere
degli uomini che hanno contribuito a cambiare la storia italiana dell'ultimo
secolo nei vari campi (spettacolo, cronaca, politica, affari) è
la cifra che distingue il popolare almanacco di Baudo dalla tv deficiente.
Ma la divulgazione è un'arma da maneggiare con delicatezza. Va bene
sentire un familiare per avere i risvolti dell'uomo famoso nel privato
degli affetti, va meno bene invitare un politico che ne è stato
per molti anni l'ombra, va male se pure il conduttore è un democristiano
doc che ascolta giudizi e testimonianze con lo sguardo rapito.
Così abbiamo sentito ripetere che i comunisti mangiavano i bambini,
che «mio padre doveva insegnare agli italiani la democrazia in un
momento in cui i comunisti insegnavano il contrario», che «Togliatti
ci avrebbe regalato volentieri alla Russia», quando a parlare toccava
alla figlia, oppure che «mentre De Gasperi nel'46 era all'ambasciata
italiana di Parigi a trattare la pace, Togliatti faceva visita a quella
sovietica», se a ricordare era Andreotti. Peccato perché le
immagini dei funerali del leader democristiano o la storia dei suoi rapporti
difficili con Pio XII, o l'imboscata dei giovani turchi di Fanfani al congresso
di Napoli del'54, erano pagine interessanti da sfogliare così come
certe battute di Andreotti erano da non perdere. E comunque aspettiamo
di vedere una puntata di Novecento dedicata a quei bolscevichi dei
partigiani.