Una puntata di «Voyager», su Raidue, si fa complice del Vaticano per riscrivere la storia e riabilitare l’Inquisizione, madre di tutte le torture e stragi di innocenti.
Lo scorso 11 settembre su Alias apparve un mio articolo Le radici dell’orrore
(relativo agli atti del Simposio sull’Inquisizione pubblicati dal Vaticano).
Venni poi invitato alla trasmissione televisiva Voyager per un’intervista
che durò 14 minuti: mi dissero che avrebbero fatto dei tagli. Mercoledì
16, alle 23.10, è stata messa in onda. Due gli argomenti del programma:
«Nazismo esoterico» e «Gli ultimi dati sull’Inquisizione».
Il conduttore Roberto Giacobbo ha raccontato i legami tra Hitler, le SS
e l’occulto, parlando anche di Montségur, dove il 16 marzo 1244
morirono arsi vivi in un enorme rogo oltre 200 fedeli perché si
rifiutarono di abiurare la loro fede.
La tesi esposta da Giacobbo è stata che la storia li ricorda
come Catari attaccati dal re di Francia, e che le SS cercavano a Montségur
il Santo Graal perché i catari, secondo alcuni, erano stati i custodi
del sacro calice. E che l’ideologo nazista Otto Rahn individuava i catari
come i precursori del nazismo…
Forse era il caso, da parte del conduttore di Voyager, di spendere
due parole per chiarire che quei 200 fedeli erano martiri cristiani accusati
d’eresia dall’Inquisizione, che combattevano la corrotta Chiesa di Roma
e che vennero condannati al rogo… mentre la guarnigione del signore di
Montségur – che aveva assassinato due inquisitori ad Avignonet –
aveva invece avuto salva la vita. E che i capi della guarnigione militare
che catturò i catari bruciandoli vivi erano Pierre Durant e Ferrier,
due inquisitori domenicani: Chiesa e re di Francia alleati.
Roberto Giacobbo, forse a disagio per la rappresentazione a cui stava
per assistere, manda avanti la sua collaboratrice Stefania La Fauci, che
annuncia: «Questa sera vi sveleremo delle inaspettate verità».
E ha inizio l’ultima parte della trasmissione, dedicata all’Inquisizione.
Intervistati: Agostino Borromeo prof. della storia della Chiesa presso
l’università La Sapienza di Roma e l’accademico di nulla accademia
Adriano Petta, studioso di storia delle religioni e storia della scienza
(il sottoscritto). Al prof. universitario concedono tre interventi, al
sottoscritto uno solo (95 secondi). Il prof. Borromeo – curatore degli
atti del Simposio sull’Inquisizione e trait d’union tra il Vaticano e i
mass media per trasformare la leggenda nera dell’Inquisizione in leggenda
rosa – sviluppa tranquillamente e metodicamente la sua tesi, mentre al
sottoscritto viene cancellato tutto… compresa una frase in cui dicevo che
«i nazisti ammazzavano gli ebrei prima di metterli nei forni crematori…
mentre l’inquisizione metteva gli eretici nei forni… vivi».
Volevo ricordare uno degli atti più infamanti dell’Inquisizione:
i quemaderos di Siviglia (quattro enormi forni circolari, ognuno dei quali
«ospitava» fino a 40 condannati, introdotti vivi, e che per
«giustiziarli» occorrevano dalle 20 alle 30 ore di supplizio;
i forni funzionarono ininterrottamente per oltre tre secoli, e vennero
chiusi da Napoleone nel 1808).
A me hanno lasciato solo l’intervento in cui accenno sommariamente
che, per avere un’idea del clima di terrore che si respirò in quei
secoli, basta leggere gli atti del Simposio sull’Inquisizione promosso
proprio dal Vaticano. Ma la conduttrice – nel ruolo di giudice supremo
–afferma: «Insomma gli studi più recenti ci danno, dell’operato
dell’Inquisizione, un quadro meno drammatico di quanto comunemente si crede.»
A conclusione della trasmissione, la conduttrice ne spara poi una veramente
grossa, tirando in ballo l’inizio della crociata degli albigesi (altro
nome con cui erano conosciuti i catari): «Bè’, gli storici
hanno poi appurato che a Béziers non c’erano albigesi, che nessuna
crociata era mai passata da quelle parti, dove tra l’altro non risultava
la presenza di legati pontifici; però la città venne realmente
messa a ferro e fuoco, ma la cosa accadde nel quadro di una guerra feudale
tra famiglie locali». E conclude tronfia e pettoruta: «Almeno
in questo caso nessuno deve chiedere scusa!».
Allucinante… E chi sarebbero questi storici? Forse quelli segnalati
da Voyager per poter approfondire i temi della puntata… come il sito internet
Kattoliko.it?
Occorre reagire a questa gente asservita al programma di revisionismo
in atto, altrimenti tutti quei milioni di creature innocenti che sono stati
torturati e bruciati vivi in sei secoli di terrore… è come se li
bruciassero vivi un’altra volta, per cancellarli definitivamente dalla
storia.
Il 22 luglio del 1209 in Béziers vennero scannate vive oltre
centomila persone (cattolici, catari-albigesi, donne, bambini), dall’armata
di Cristo (così si chiamava il più grosso esercito dell’epoca,
oltre 500 mila uomini) che per capo militare aveva il legato papale Arnauld-Amaury…
l’abate bianco, il quale comandava i signori feudali del nord della Francia
che avevano aderito alla crociata promossa da papa Innocenzo III per sterminare
l’eresia catara: cataro vuol dire «puro», erano puri cristiani
che combattevano la Chiesa romana corrotta. Quel giorno avvenne il primo
genocidio della storia dell’umanità: un esercito cristiano sterminò
una popolazione cristiana inerme, per soffocare chi osava ribellarsi alla
Chiesa di Roma.
Il legato papale capo dell’armata, Arnauld-Amaury, scrisse al papa
Innocenzo III: “L’indomani, festa di Santa Maria Maddalena, noi cominciammo
l’assedio di Béziers, città che pareva dover per lungo tempo
fermare la più numerosa delle armate. Ma non c’è forza né
prudenza contro Dio! I nostri non rispettarono né rango, né
sesso, né età: ventimila uomini circa furono passati al filo
della spada e questa immensa carneficina fu seguita dal saccheggio e dall’incendio
della città intera: giusto risultato della vendetta divina contro
i colpevoli!”
La lettera originale da cui è stato tratto questo documento
si trova nella Biblioteca Vaticana.
Pochi anni dopo, nel 1252, papa Innocenzo IV con la bolla Ad extirpanda,
autorizzò l’uso della tortura durante i processi della Santa Inquisizione…
uso che venne affinato nei successivi 600 anni di terrore.
Il prof. Agostino Borromeo – a nome della Santa Sede – sta cercando
di convincere il mondo che i morti bruciati vivi per mano della Santa Inquisizione
in 600 (seicento) anni non sono stati 9 milioni… bensì meno di cento
unità, ovvero 99!
L’Inquisizione è stata uno strumento dottrinale-legislativo
– creato, affinato e imposto dai papi – che ha introdotto nella mente dell’uomo
il metodo della delazione, della tortura, del terrore. È stato lo
strumento principe dello stato della Chiesa cattolica che nella sua storia
non ha mai conosciuto la democrazia… e forse è proprio per questo
che ha sempre appoggiato politicamente le dittature (di destra). Gli orrori
espressi dagli stati moderni (Gulag, Auschwitz, Abu Graib, Guantanamo etc.)
affondano le radici nella Santa Inquisizione.
Giovedì 17, in Campo de’ Fiori, come ogni anno una piccola folla
ha ricordato il 405° anniversario del rogo di Giordano Bruno. Invece
di chiedere perdono per gli «eccessi» della Santa Inquisizione,
la Santa Sede dovrebbe infine trovare il coraggio d’inviare un suo rappresentante
di fronte alla statua dove il rogo arse… smettendola con questi vani tentativi
di revisionismo.