di Josu Perales, http://www.rebelion.org (traduzione di Daniela Bandini, http://www.carmillaonline.org)
Nelle scorse settimane i tribunali cubani hanno comminato pene per
svariati decenni di prigione a numerosi oppositori politici. In precedenza,
erano stati condannati a morte gli autori del sequestro e dirottamento
di un traghetto.
Riportiamo e facciamo nostra l'opinione dell'intellettuale basco
Josu Perales, collaboratore della prestigiosa testata on line Rebelion,
non sospettabile di ostilità preconcetta verso Cuba e il suo governo.
"Nella certezza delle mie convinzioni, io dissento con forza. A 40 anni
dal suo inizio una rivoluzione non può ricorrere alla pena
di morte per dissuadere da un lato la delinquenza e dall'altro i dissidenti
politici. Ciò che è comprensibile agli inizi di una
trasformazione politica radicale non può diventare legge e consuetudine
di governo. Non dobbiamo essere come loro. Se ci
comportiamo come coloro che uccidono legamente in Texas, di quale nuovo
mondo possiamo parlare? La pena di morte è una vergogna in ogni
parte del mondo. Ma ferisce di più in un paese che è fonte
di ispirazione etica sotto tanti aspetti.
Come deterrente contro la delinquenza è un errore. Prima o poi
altri tenteranno di raggiungere Miami. Queste fucilazioni non sono un deterrente,ma
andranno ad alimentare nuovi malcelati odi contro il governo rivoluzionario.
Come sfida agli Stati Uniti è paragonabile a un fuoco di paglia,
a un atto gratuito. Le nazioni deboli debbono usare più di altre
l'intelligenza, soprattutto di fronte a una superpotenza. Sfidarli
con queste pseudo dimostrazioni di forza é una stupidaggine. Quello
che è sicuramente avvenuto è che gli Stati Uniti e i loro
alleati, costoro sì veri criminali di guerra, hanno ricevuto una
vera e propria boccata d'ossigeno con questa decisione del governo cubano.
Un vero punto a favore dell'imperialismo.
Forte della mia solidarietà con Cuba e difensore della sua sovranità,
mi dissocio profondamente: per motivi etici, per i principi politici, e
perchè credo che un altro mondo é possibile.