del Comitato verita' e giustizia per Genova e del Comitato piazza Carlo Giuliani, luglio 2003, da www.veritagiustizia.it e www.piazzacarlogiuliani.org
Alla cortese attenzione di: Gianni De Gennaro, capo della Polizia di Stato, Vincenzo Canterini, comandante del I reparto mobile di Roma, Roberto Castelli, ministro della Giustizia, Francesco Colucci, ex questore di Genova
Gentili signori,
Vi scriviamo a nome del Comitato verita' e giustizia per Genova e del
Comitato piazza Carlo Giuliani, per invitarVi ad un incontro pubblico che
si svolgera' a Genova il 19 luglio prossimo.
Sin dal 2001, assieme ad altri autorevoli rappresentanti delle Istituzioni,
avete dichiarato di essere fermamente disposti a voler fare chiarezza sui
fatti del luglio 2001, e pertanto saremmo interessati alla vostra presenza
nel pomeriggio del 19 luglio, per fare luce su alcuni interrogativi rimasti
ancora in sospeso dopo due anni.
*
Signor Castelli,
come mai nella Caserma di Bolzaneto il Ministero della Giustizia ha
proibito che gli arrestati potessero comunicare con i loro familiari e
con i loro avvocati, con i rappresentanti di Ambasciate e Consolati, cosi'
come e' garantito dal codice di procedura penale? E' possibile che in futuro,
davanti a situazioni analoghe, il Ministero che Lei rappresenta decida
di emanare nuovamente un divieto del genere oppure si puo' escludere il
ripetersi di questa scelta?
Come mai molti manifestanti sono rimasti a Bolzaneto, per piu' di 24
ore in attesa di essere trasferiti in carcere, per quella che doveva essere,
come da Lei dichiarato al Comitato Parlamentare d'Indagine, una permanenza
di poche ore in attesa del trasferimento?
Perche' i manifestanti sono stati obbligati a rimanere per molte ore
inpiedi con le braccia alzate contro un muro, senza acqua, senza cibo,
senza coperte, senza sapere dove si trovassero e perche'?
Come mai Lei ha dichiarato davanti al Comitato Parlamentare d'Indagine
che "Il campo di concentramento e' oggettivamente un termine che non ha
un'accezione negativa di per se'"?
*
Signor Canterini,
come mai in una intervista del 16 gennaio ha richiesto un'inchiesta
parlamentare sui fatti di Genova per chiarire tra l'altro "la presenza
di esponenti politici in una sala operativa e non nell'altra"?
Come mai gli uomini del Primo Reparto Mobile da Lei guidato hanno raccontato
che al termine dell'operazione effettuata all'interno della scuola Pertini/Diaz
gli agenti del Nucleo Prevenzione Crimine "si inquadravano con noi, ma
dopo un po' se la sono svignata"?
*
Signor Colucci,
come mai a distanza di due anni non risulta che nessuno dei poliziotti
coinvolti nei fatti di Genova abbia subito provvedimenti disciplinari?
Questo non e' accaduto neppure in palese flagranza di reato, quando il
vicecapo della Digos di Genova Alessandro Perugini e' stato filmato dalle
telecamere mentre assieme ad altri poliziotti a viso coperto si accanisce
contro un giovane disarmato, che verra' ferito con una grave tumefazione
dell'occhio sinistro? Per emanare dei provvedimenti disciplinari a carico
di funzionari di Polizia sono necessarie delle sentenze definitive da parte
della magistratura oppure e' nei Suoi poteri disporre delle sanzioni anche
in assenza di una verita' giudiziaria definitiva?
Se e' vera quest'ultima ipotesi, come mai non ha ritenuto opportuno
sollecitare dei provvedimenti almeno per il caso eclatante di Perugini?
Come mai non sono stati emanati dei provvedimenti disciplinari neppure
per i funzionari di Polizia che in piazza Alimonda hanno permesso che due
camionette si ritrovassero isolate, perdendo il contatto con il resto delle
Forze dell'Ordine presenti nella zona?
*
Signor De Gennaro,
il Questore Fioriolli ha dichiarato che tra venerdi' 20 luglio e sabato
21 sono stati lanciati 6.152 candelotti lacrimogeni. Tutto cio' rientra
nella normale gestione dell'ordine pubblico oppure e' una violazione della
circolare da Lei emanata nel febbraio 2001, in base alla quale i lacrimogeni
"devono essere considerati rimedio estremo per fronteggiare situazioni
di particolare gravita' non altrimenti gestibili, anche in considerazione
del forte impatto che provocano sulla folla"? Visto che questi lanci di
lacrimogeni sono avvenuti su due cortei autorizzati, rispettivamente
in via Tolemaide il venerdi' 20 e in corso Italia il sabato 21, come mai
tutti questi lacrimogeni sono stati lanciati in situazioni dove non era
garantita ai manifestanti una possibilita' di rapido deflusso? Lei ritiene
che questo sia in contrasto con la circolare interna del Dipartimento di
Pubblica Sicurezza intitolata "Note sui servizi di Ordine Pubblico" e datata
1969, dove si dichiara testualmente che "gli artifici lacrimogeni non debbono
essere lanciati verso una folla radunata in localita' che non abbia vie
di rapido deflusso"?
Ed inoltre vorremmo sapere come ha potuto scrivere al "Secolo XIX"
di Genova, il 30 dicembre 2002, che la gestione dell'ordine pubblico a
Genova e' stata "complessivamente corretta ed efficace", come mai a Genova
sono stati esplosi almeno 18 colpi da arma da fuoco, mentre Lei aveva dichiarato
prima del G8 che nessun colpo sarebbe stato sparato?
Per provare a rispondere assieme a tutte queste domande, ci permettiamo
di sollecitare la Vostra presenza in occasione dell'incontro pubblico che
si svolgera' sabato 19 luglio dalle 15 alle 18 presso la Sala Mercato del
Teatro Modena a Sampierdarena. Per una risposta affermativa al nostro invito
confidiamo nella Vostra sensibilita' democratica, nella Vostra
disponibilita' al confronto e nel fatto che Voi non abbiate nulla da
nascondere di fronte all'opinione pubblica, che sara' sicuramente interessata
a tutto cio' che vorrete comunicarle.
Cordiali Saluti,
Per il Comitato verita' e giustizia per Genova: la presidente, Enrica
Bartesaghi (www.veritagiustizia.it)
Per il Comitato piazza Carlo Giuliani: il presidente, Giuseppe Coscione
(www.piazzacarlogiuliani.org)