Francesco Merlo, "la Repubblica", 24 marzo 2011
Il gioco voluto dal ministro Meloni ammicca al linguaggio dei giovani
ma senza conoscerlo fino in fondo. Le parodie su YouTube e la bocciatura
dei siti specializzati: "E' il prodotto più brutto di tutti i tempi"
Il videogioco "Gioventù ribelle" ammicca al linguaggio dei giovani
ma solo chi non ne conosce il codice può credere che sia giovanile
tradurre il grido "Savoia!" con l'inglese "Rampage!" che vuol dire furore.
Evidentemente pensa che i giovani sono cretini il giovane ministro della
Gioventù che ha commissionato un patriottico, giovanilistico videogioco
dove un inesorabile eroe del Risorgimento spara a Pio IX che, infallibile,
ricorre all'aiuto di Dio e mette in funzione il provvidenziale teletrasporto
per levarselo di torno.
Ma l'eroe (dei due mondi) torna (dall'altro mondo) e di nuovo avanza
sparando e sterminando l'esercito pontificio e urla kill quando fa fuori
un nemico, double kill quando ne ammazza due, e poi multi kill, mega kill,
over kill. E attraversa cunicoli sotterranei, varca cancelli, si inoltra
lungo i giardini del Quirinale e il suo fucile non conosce ostacoli, abbatte
tutta la vita che incontra finché non si ritrova davanti quel diavolo
di un Papa che, questa volta, lo fa definitivamente secco e senza neppure
dargli l'estrema unzione.
Il videogioco si chiama 'Gioventù Ribellè ed è
una trovata della Meloni per "raccontare la storia ai giovani con il loro
linguaggio". E va bene che i videogiochi per loro natura semplificano,
ma non si capisce come una rivoltella - è proprio una Colt
- e un moschetto che avanzano possano rimandare al passo di carica
dei bersaglieri e alla breccia di Porta Pia. Né basta chiamare shooter,
sparatore, l'eroe del Risorgimento per convincere i ragazzi di oggi che
era uno di loro.
La ministra ha pure illustrato la seguente trama: il generale Cadorna
scrive al Papa intimandogli di arrendersi e assegna al nostro eroe il compito
di consegnare la lettera direttamente nelle mani di Pio IX. Ma è
una trama che non si deduce dal videogame, perché semplicemente
non c'è, neppure per accenni. Dice la Meloni: "Della fedeltà
della ricostruzione storica si è occupato l'Istituto per la Storia
del Risorgimento Italiano. Alcuni dettagli possono essere stati lievemente
alterati o risultare differenti dai modelli reali per meri limiti tecnici
nella realizzazione degli oggetti 3D". In realtà i bersaglieri si
riconoscono dai pennacchi appena accennati e i dragoni, le guardie svizzere
e gli zuavi pontifici dai ghirigori sulla divisa chiara. Il papa è
un omino tutto vestito di bianco. C'è un obelisco in mezzo a un
campo piatto e brullo, ogni tanto emergono statue classicheggianti, gabinetti
alla turca, bruttissimi cavalli, tende, anfore, un palazzone classico,
e le case hanno la forma a scatola vagamente antropomorfa dei disegni infantili:
due finestre a mo' di occhi a destra e a sinistra della porta. E poi botole
e tombini ricordano il mondo dei pirati inglesi, più caverne dell'isola
di Tortuga che palazzi vaticani. E ogni tanto c'è un bersagliere
che cade a terra e muore, senza apparente motivo.
Prima di essere messo online (www. gioventuribelle. it), il gioco era
stato presentato durante un'entusiastica cerimonia al Museo Maxxi di Roma
dove erano intervenuti anche Giuliano Amato (davvero lo ha visto e approvato?)
e il ministro della Salute Ferruccio Fazio. In realtà scaricarlo
dal sito non è facile, ma ci hanno pensato i blogger a mandarlo
su YouTube e subito a parodiarlo in mille modi, a farne oggetto di scherno
più che di indignazione, a ridicolizzare l'inglese dei sardo piemontesi,
a recensirlo nella forma e nel contenuto, a svelare che le sue parti migliori
sono copiate, e a mostrare con quella competenza che io non ho il pessimo
livello della tecnologia utilizzata: "È il peggiore video game sinora
prodotto nella storia dei video game", hanno già scritto, dopo appena
cinque giorni, i siti internazionali specializzati. E i forum come NeoGAF
e Destructoid lo considerano peggiore anche del famoso Big Rigs (Grandi
Camion) che deteneva il titolo negativo assegnato da Thunderbolt Games
e Game Spot, "brutto che supera ogni limite dei precedenti giochi più
brutti e sicuramente uno dei giochi che appartiene alla categoria dei giochi
più atroci mai pubblicati".
Come si vede qui c'è un'altra piccola conferma della potenza
del Web, della sua velocità nel giudicare, nell'orientare, nel promuovere.
Prima ancora di diventare notizia, il videogioco della Meloni è
stato infatti demistificato come una concentrazione di ignoranza storica
e di imperizia tecnica, come un gioco che non riesce neppure a divertire
perché espone la miseria dell'Italia di oggi e nasconde la nobiltà
dell'Italia del Risorgimento. C'è saggezza e c'è speranza
in questa bocciatura che viene proprio dai giovani internauti e video-giocatori
ai quali il game vorrebbe rivolgersi . Lo hanno liquidato con il linguaggio
sincopato del Web, quel codice breve di un pensiero lungo che "Gioventù
ribelle" non riesce ad imitare perché il giovanilismo è sempre
un vezzo senile: i giovani non c'entrano. Sono un mondo che il nostro governo
non conosce, quale che sia l'età dei suoi ministri.