Intervista di Eleonora Martini a Luca Mercalli, “il manifesto”, 3 marzo 2012
La comunità scientifica chiede al governo tecnico di confrontarsi sul piano della logica e non dogmatico SCIENZIATI CONTRO TECNICI Il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società di meteorologia «Basta con il dogma dell'opera "strategica". Il governo usi il metodo scientifico e si confronti con i nostri dati»
«Cosa aspetta il governo tecnico a riportare la questione della
Tav Torino-Lione su un piano strettamente tecnico, appunto?». Il
climatologo Luca Mercalli, presidente della Società di meteorologia
italiana, è tra i 360 ricercatori e docenti universitari di tutta
Italia che il 9 febbraio scorso hanno inviato al premier Mario Monti una
petizione per chiedere di confrontarsi su dati scientifici, numeri e bilanci
in modo da valutare la necessità dell'opera da realizzare in Valsusa.
Mercalli e gli studiosi (diventati ormai oltre un migliaio) chiedono una
sola cosa: che i ministri tecnici per antonomasia prendano in mano questi
numeri, questi studi, e dimostrino con i loro - se ne hanno - di avere
ragione. Un confronto sul piano della logica, nulla di più. «Sarebbe
l'unico modo razionale e corretto per capire cosa è vero, dirimere
le varie posizioni, e disinnescare questa terribile contrapposizione, uscendo
dal piano ideologico». I Professori però non hanno mai risposto
ai loro colleghi professori.
Professor Mercalli, come cittadino che vive nella Val di Susa da
molto tempo, come si sente in questo momento?
Quando vivevo a Torino, fino a quindici anni fa, ero del tutto indifferente
alla costruzione della linea ad alta velocità nella valle. Poi ho
cominciato, come tutti da queste parti, a documentarmi e ho maturato una
posizione critica. Ora, mai come prima, sento un avvilimento totale come
cittadino, come docente, come ricercatore e giornalista. Avvilito dalle
dichiarazioni come quelle del ministro Cancellieri che vedo chiudersi nella
critica esclusiva sulla questione di ordine pubblico, invece di confrontarsi
sui fatti. Come ricercatori seguiamo un metodo scientifico che potrebbe
non essere rifiutato a priori, basato su dati verificabili e trasparenti
di cui dovremmo discuterne come si fa in un paese democratico, con una
commissione ad hoc.
C'è già stato un osservatorio, come ha ricordato il
governo.
Sì, ma era un osservatorio per la realizzazione della linea,
una struttura che non contemplava il se ma solo il come. E invece le motivazioni
non sono affatto chiare, rimangono ignote ai più, almeno sul piano
della logica. Per esempio: la linea ferroviaria c'è già in
Valdisusa ma è utilizzata solo per il 25% delle sue potenzialità...
...perché ha un percorso di montagna e quindi non reggerebbe
carichi maggiori, o no?
E chi lo dice che è più vantaggioso spostare un carico
su un solo treno ad Alta velocità piuttosto che usare più
treni che viaggiano su un'infrastruttura normale? Di fronte a un'opera
che costa attorno ai 20 miliardi di euro, qualsiasi altra azione di miglioramento
della linea storica è più vantaggiosa. Stiamo parlando di
una linea internazionale a doppio binario dove già passa il Tgv
che collega Milano con Parigi, via Torino e Lione. In quel tratto di un
centinaio di chilometri circa dove si vorrebbe realizzare il tunnel, il
Tgv va a 100 km orari e non ad alta velocità: nulla di drammatico.
Da esperto di climatologia, invece, quali sono i punti critici dell'opera?
Uno dei motivi pro Tav si fonda sull'assioma che il trasporto su rotaia
di merci e passeggeri è in qualunque caso meno inquinante del trasporto
su gomma.
Ma come, lei non è d'accordo?
Secondo gli studi di alcune università: California, Siena, Napoli
e un istituto di ricerca svedese, i treni ad alta velocità con una
così importante componente di tunnel richiedono una quantità
di energia così imponente in fase di costruzione da vanificare ogni
vantaggio del passaggio dalla gomma alle rotaie. Insomma è una cura
peggiore del male. Allora la domanda che poniamo al governo è questa:
possono dimostrare con dati e numeri che questi studi non sono veri? Che
sia chiaro: io sono un abituale pendolare e so benissimo che il trasporto
su rotaie fa bene all'ambiente, ma solo se si usano le infrastrutture "normali".
E non la Tav nel tunnel, accoppiata altamente impattante.
Possibile che nessun ministro dell'Ambiente finora abbia considerato
questi dati?
Invece di sentire solo la parola «strategico» con cui la
politica continua a difendere quest'opera, vorrei vedere applicato il metodo
scientifico. Vorremmo confrontarci con tecnici e scienziati su bilanci
energetici, economici, ambientali e trasportistici. Vorremmo parlare di
emissioni, di rocce, di necessità di trasporto. Ci sono esperti
che hanno presentato studi e tabelle, come il professor Marco Ponti del
Politecnico di Milano uno dei massimi esperti di economia del trasporto,
o il prof. Sergio Ulgiati dell'università di Napoli, specialista
di bilanci energetici, o come il prof. Angelo Tartaglia del Politecnico
di Torino nonché membro dell'osservatorio governativo che ha prodotto
dati sull'insostenibilità economica, ma nessuno lo ascolta.
Strano, per un governo tecnico...
Nell'era del metodo scientifico, dove tutto viene quantificato con
numeri, grandezze fisiche, piani economici e di ammortamento, perfino sui
malati e sui morti si fanno i conti, si pianifica e si calcola, e pure
la nostra salute in ospedale non viene considerata «strategica»
ma rigorosamente quantificata in euro, solo qui non si fanno cifre ma si
ripete solo la parola «strategico».
La vostra non è, quindi, una posizione da «retrogradi
valligiani» che rifiutano la modernità o un'opposizione da
Nimby.
Ricordo che in questa valle - ormai ghettizzata - abita l'inventore
dell'Mp3: non è una valle di montanari retrogradi ma di gente che
si interroga sul futuro, su come lo Stato spende i soldi e sul modello
delle grandi opere.
Ma solo una minoranza di cittadini è contraria, così
almeno ci hanno spiegato.
Ma cosa vuol dire? I numeri non hanno maggioranza o minoranza. Galileo
quando sosteneva la sua teoria era solo. Se uno mi dimostra con i numeri
che io sono nel torto, va benissimo, sarò il primo ad inaugurare
l'opera. Altrimenti non c'è maggioranza che tenga. Se i dati del
governo possono smentire quelli oggi a disposizione della comunità
scientifica, allora perché hanno paura di riaprire un tavolo tecnico
e rimettere tutto in discussione? Ci si muove ormai solo su un piano dogmatico.
C'è il dio Tav, e tutto il resto non esiste.