di Lidia Menapace, "Il manifesto", 6 luglio 1995
Che vuole dirmi Alex Langer con la sua morte cosi' "ostentatamente"
celebrata? Non sopporterei lo spreco del suo gesto. E allora ripercorro
qualche memoria di un'amicizia intensa, affettuosa, calda, anche se saltuaria,
fatta spesso solo di incontri nelle stazioni dei treni per raggiungere
riunioni, dibattiti.
Ne ridevamo, l'unico luogo - ci si diceva - in cui potremmo darci appuntamento
su cui ritrovarci sono le ferrovie. "Anzi - mi racconto' l'ultima volta
che l'ho visto vivo, in una gelida notte dello scorso inverno in arrivo
ambedue a Bolzano - anzi, ho avuto una visione di te, quest'estate a Firenze-Campo
di Marte, alle due di notte: stavi su una panchina con due bambini addormentati
che ti posavano la testa in grembo: sembravi la Madre-Terra: eri tu?" "Quale
madre terra? - avevo risposto io che amo l'understatement - una prozia
fradicia: avevamo preso un tremendo acquazzone e ci stavamo asciugando
nella calda notte in attesa di un treno per Bolzano, con un'ora di ritardo".
Era affannato, ma non lo si e' mai visto calmo, sorridente, nonostante
il dolore di una recente piccola operazione di cui la ferita gli doleva,
ma quando non riusciva a nascondere tutto sotto un preciso, forte, ironico
sorriso?
Non sempre fu capito - nei gruppi del dissenso cattolico e poi nella
"nebulosa" bolzanina del '68, e nelle successive scelte politiche - anche
se fin da giovanissimo si imponeva per la ricchezza della cultura, la velocita'
della idea-azione, la straordinaria limpidezza etica. La piu' parte dei
fraintendimenti derivavano non solo dalle posizioni talora estreme, o dal
celere ragionare, ma soprattutto da una grande capacita' di previsione,
non accompagnata da una pari attitudine al mediare. Si puo' reggere a lungo
una solitudine politica aspra in momenti volgari, sciocchi, vani e pericolosissimi?
Mentre le mediocri biografie di personaggi per lo piu' meschini occupano
colonne e colonne di giornali? Voci e intrighi si svolgono intorno a qualsiasi
vicenda, tutto e' grigio e noioso? ...
Intanto riprendono gli esperimenti nucleari, Francia e Germania entrano
nella guerra balcanica, la guerra appare ai potenti del mondo "la soluzione
finale" del problema dell'occupazione; guerra, violenza, sopraffazione
sono del tutto legittimate.
Si puo' reggere? Si puo', se si ha un contesto di amicizie e affetti,
incombenze quotidiane, se si bada a molte cose impellenti e oneste nella
loro modestia, come preparare pranzi, raccontare storie a bambini e bambine.
La vita quotidiana delle donne puo' sopportare la vilta' dell'ora, la minaccia
del futuro, lo ricorda anche Alex a Valeria. Quando nel lasciarci ci dice
di continuare a fare le cose giuste Alex vuol cercare di svegliarci, farci
capire appunto le cose giuste e importanti, la pace e la guerra, la poverta'
dei continenti, la miseria delle ricche metropoli, l'ineguaglianza delle
vite infantili destinate a massacri, malattie, morte di fame o alla ferocia
dei popoli avanzati.
Alex - avendo destinato intera la sua vita ad altri - non ha potuto
reggere, come ci ha scritto prima di lasciarci: significa che dobbiamo
ricostruire vite meno tese, isolate, derise, misconosciute, riscoprire
rapporti, relazioni, legami, rispetti, forme decenti di colloquio e di
parola. Certamente alcuni fatti recenti lo debbono avere sconvolto, schiantato
di un peso non sopportabile: i cancri del nazionalismo, i recinti etnici,
lo scivolamento dei potenti verso la guerra, il silenzio dei popoli incattiviti
e scontenti e tragicamente distratti. Tutto cio' gli deve essere ricaduto
addosso come una scottata definitiva, oltre la quale gli si prospettava
solo una grigia prospettiva.
Voglio ricordare quella che fu forse la sua lotta piu' anticipatrice,
causa di non indifferenti difficolta' personali, e anche il momento della
massima solitudine, aspro isolamento, emarginazione, rifiuto. Quando Spadolini,
allora Presidente del Consiglio, penso' che sarebbe passato alla storia
come il risolutore della questione sudtirolese, se avesse introdotto -
come da richiesta Svp malcontrastata - nel censimento la dichiarazione
di appartenenza etnica, non anonima e numerica, da riportare all'anagrafe,
Langer rifiuto', perdendo quasi la cittadinanza (non pote' piu' insegnare
al liceo tedesco di Bolzano, non pote' mai candidarsi in elezioni locali).
Prevedeva che non solo era ingiusto inchiodare una persona a una dichiarazione
di appartenenza etnica (poiche' le etnie, essendo fatti culturali, possono
mutare), era cosa cattiva non favorire incontri e mescolanze paritarie
(una volta ricostituiti i sudtirolesi nella pienezza dei diritti conculcati
sotto il fascismo), era iniquo violare l'anonimato del censimento (poiche'
questo significa appunto un limite al proprio potere che lo stato si riconosce
e rispetta, quello di non entrare nelle scelte individuali, ne' di elencarle
o registrarle nominativamente).
Sono quasi certa che questa e' stata la goccia di troppo: l'albicocco
nelle vicinanze della villa di Spadolini e' troppo simbolico, per non essere
stato voluto da uno cosi', preciso, severo, come era Alex. I pericoli ci
sono e sono veri. Che ci vuole infine ancora per bucare le nebbie dei nostri
cervelli, il lardo delle nostre coscienze?