http://fdcaroma.blogspot.com/2010/06/lettera-dei-lavoratori-fiat-di-tychy.html
La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in
Polonia, ai colleghi di Pomigliano che stanno per votare se accettare o
meno le condizioni della FIAT per riportare la produzione della Panda in
Italia.
(Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, alla vigilia
del referendum a Pomigliano d'Arco in cui i lavoratori sono chiamati a
esprimersi sulle loro condizioni di lavoro. La Fiat ha accettato di investire
su questa fabbrica per la produzione della Panda che al momento viene prodotta
a Tychy in Polonia. I padroni chiedono ai lavoratori di lavorare di sabato,
di fare tre turni al giorno invece di due e di tagliare le ferie. Tre sindacati
su quattro hanno accettato queste condizioni, la FIOM resiste).
La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione
qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato
tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro
e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica
oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse
rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati
chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano
i turni del weekend).
A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a
girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di
nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat
Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per
esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato
ogni record di produzione.
Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere
il lavoro.
Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei
lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato
come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?
Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni
peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che
se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto
a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri
colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.
In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero.
Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT
che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri
sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli.
Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere
troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato
soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso
ci troviamo nella loro stessa situazione.
E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo.
Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo
unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.
Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci
e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere
e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.
Lavoratori, è ora di cambiare.