Già. Pensiamo a quanto è successo a Milano, sabato scorso:
c’è chi ha tentato di linciare un ragazzo, chi ha gridato allo scandalo,
chi ha accusato la sinistra di connivenza, chi ha ricordato Genova. Senza
il minimo senso di vergogna o di ridicolo. Il linciaggio è un gesto
orribile anche per il più orribile dei delitti, è indice
di un livello di inciviltà che pensavamo di aver superato da secoli:
una violenza di gruppo ai danni di una persona inerme, senza possibilità
di difesa, una sentenza inappellabile contro un essere umano reso già
inoffensivo. Il ragazzo in questione, poi, non aveva “offeso” un bel niente,
essendo giunto tra gli ultimi. Se qualcuno incendia un’automobile in corso
Buenos Aires è scandalo, se lo fa uscendo da uno stadio è
tifo, dipende dagli interessi del mercato. La sinistra ha speso fiumi di
parole per spiegare quali metodi di scontro politico condivide e quali
no, mi sembra inutile insistere. A Genova, nei giorni del G8, la repressione
del movimento era stata prevista e organizzata ed è stata scatenata
su piazze tematiche, cortei autorizzati, un centro stampa, una palestra
dormitorio, gruppetti di persone isolate che cercavano scampo; niente è
stato fatto per fermare chi spaccava le vetrine: è tutto documentato.
Vorrei piuttosto tentare un’altra riflessione: di chi è la responsabilità
dei fatti milanesi, chi deve rispondere di quanto è avvenuto? Da
vecchia maestra non ho dubbi, nella scuola al primo posto verrebbe il capo
d’istituto, direttore o preside, poi le/gli insegnanti, infine la scolaresca.
E a Milano? Chi ha autorizzato, o per lo meno non ha immediatamente fermato,
una manifestazione apertamente provocatoria, nazifascista e anticostituzionale
nella forma, nei gesti, nei messaggi? Tutti i cittadini, con il Sindaco
in testa, avrebbero dovuto impedire una simile manifestazione, in difesa
dei valori morali e democratici della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza!
E poi, ci hanno detto, le forze dell’ordine, minoritarie, sono state “prese
in contropiede”. Ma davvero vogliamo crederci? Con tutto quello che spendiamo
in “sicurezza”, sottraendolo all’istruzione, alla sanità, alla ricerca,
all’arte, all’ambiente, lo Stato si fa prendere in contropiede? Con tutte
le telecamere che filmano in continuazione, seguendo passo passo i contestatori
sospetti, il controllo dei cellulari e le altre amenità che ci hanno
mostrato a Genova, in tribunale, durante le udienze a carico di 25 manifestanti
accusati di devastazione e saccheggio, anche loro, tanto che molti di noi
hanno pensato che se avessero usato un tale spiegamento di forze e di mezzi
nei confronti di Provenzano, il boss della mafia non sarebbe tuttora latitante,
dopo quarant’anni… Possibile che l’intelligence sia così stupida?
Possibile che la colpa sia, sempre, di Pinocchio?!