di Lorenzo Guadagnucci, http://www.veritagiustizia.it
Non fate come a Genova. Non negate l’evidenza, non minimizzate, abbiate
il coraggio di accertare i fatti con la massima trasparenza. E fatelo subito.
E’ un invito al questore, al prefetto, a chi ha responsabilità istituzionali.
L’orribile omicidio di Milano, l’assassinio di Davide Cesare e il ferimento
di suoi due compagni, sono stati seguiti da un episodio inquietante all’ospedale
San Paolo. Le forze dell’ordine – secondo numerose denunce - avrebbero
caricato gli amici di Davide, li avrebbero inseguiti per le scale e nelle
stanze dell’ospedale, colpendoli più volte.
Abbiamo visto le chiazze di sangue per terra, le teste fasciate e ricucite
di alcuni giovani. Il questore dice che sono stati feriti anche alcuni
agenti. L’operazione, ha spiegato, era necessaria, perché gli amici
di Davide volevano entrare nell’ospedale e prelevare la salma del ragazzo.
Ma chi può credere a una spiegazione del genere? E poi che cosa
spiega? Non capiscono il questore, il prefetto, gli uomini delle istituzioni
che devono stabilire con la massima chiarezza chi ha fatto cosa e perché?
E’ vero o non è vero che c’è stata una carica davanti a un
ospedale? Che molti ragazzi, pochi minuti dopo l’assassinio di un loro
compagno, sono stati inseguiti e picchiati? Se non è vero, perché
non lo dimostrano? Perché non spiegano che cos’erano allora quelle
chiazze di sangue e perché quelle teste sono state rotte? E se invece
le denunce sono credibili, come possono tollerare che uomini in divisa
abbiano compiuto gesti simili?
In questi mesi, parlando dei fatti di Genova, abbiamo detto mille volte
che vogliamo verità e giustizia nell’interesse della democrazia
e delle stesse forze di polizia. Abbiamo detto che vogliamo una pubblica
ammissione di responsabilità e una netta presa di distanza dalle
aggressioni avvenute per strada, dai maltrattamenti di Bolzaneto, dall’irruzione
alla Diaz, perché altrimenti dovremmo pensare che tutto ciò
potrebbe accadere ancora.
Molti ci dicevano: sono esagerazioni, le violenze di Genova sono irripetibili.
Può darsi. Ma qualcuno ricorda che successe subito dopo il blitz
alla Diaz? Anche quella volta si minimizzò, si diedero versioni
di fantasia dei fatti (le molotov trovate nella scuola e in realtà
collocate dalla stessa polizia, il fasullo accoltellamento di un agente,
i misteriosi ferimenti di altri), si disse che eventuali eccessi erano
responsabilità di singole mele marce. La polizia non fece un’indagine
interna. Non prese le distanze. Addirittura disse il falso e successivamente
non ha certo agevolato le inchieste della magistratura.
Anche stavolta minimizzano. Non danno risposte precise alle denunce.
Si giustificano indicando un ipotetico "ratto della salma". Forse contano
di farla franca perché stavolta non c’erano migliaia di persone
di ogni tendenza, né fotografi o giornalisti, ma ‘solo’ ragazzi
dei centri sociali. Magari pensano che nel clima di guerra e di insicurezza
che siamo vivendo ci sia più spazio per l’uso della forza. Non capiscono
che il fossato aperto a Genova fra società civile e forze dell’ordine
in questo modo si allarga ancora, proprio mentre la violenza politica torna
sulla scena. In quel fossato stanno finendo i diritti di tutti.
Fate qualcosa o fate come a Genova?