La repressione ad orologeria

comunicato dell'Associazione giuristi democratici di Napoli , 7 luglio 2009


Gli arresti di 21 studenti e attivisti per le manifestazioni del G8 università  di Torino è un evidente meccanismo di repressione ad orologeria in vista del G8 dell'Aquila.
E' la prima volta in Italia che si arresta per resistenza e lesioni per una manifestazione svoltasi oltre 2 mesi fa quindi senza la caratteristica della flagranza e con una motivazione di prevenzione (la reiterazione del reato).
In sostanza almeno uno degli studenti, Egidio Giordano, attivista e studente di Scienze Politiche a Napoli è stato arrestato dopo aver partecipato alla fiaccolata dei cittadini dell'Aquila che, dopo tre mesi, rientravano nel centro storico della città .
E' chiaro che l'affermazione che gli arrestati o taluni di essi fossero "pericolosi socialmente" per aver partecipato ad altre manifestazioni è inquietante.
In particolare la pericolosità  sociale di Egidio gli viene attribuita per aver partecipato alle manifestazioni contro la discarica di Chiaiano. La pericolosità  di Egidio è dunque quella di essere nato a Napoli- Nord.
Se le motivazioni degli arresti degli altri 20 studenti sono analoghe a quella di Egidio dobbiamo riconoscere che la procura e il gip di Torino si sono allineati alla più ampia politica governativa di soffocamento di ogni dissenso ed intolleranza per ogni manifestazione di pensiero.
Il provvedimento dei giudici di Torino appare quindi dettato dal ministero dell'interno in vista del G8 dell'Aquila e probabilmente rappresenta uno scambio o un articolazione di quel pacchetto sicurezza che sarebbe più corretto chiamare "pacchetto apartheid". La pronta risposta degli studenti,  a Napoli come a Bologna, a Roma come a Venezia e Pisa, ripropone il problema che in Italia è possibile ancora costruire una opposizione a partire dagli  studenti e dai lavoratori, e i partiti della sinistra impegnati in questo momento a leccare le proprie ferite elettorali o a continuare nell'esercizio di cannibalismo, nel quale si sono esercitati in questi ultimi anni, farebbero bene ad uscire dal chiuso delle proprie segreterie ed a occuparsi delle problematiche di libertà  e democrazia di questa nazione che rischia di scivolare, non solo per l'economia, ma soprattutto per il rispetto dei diritti umani a livello delle vituperate pseudo democrazie del mondo.