"I soliti sospetti ... e poi uno dice che bin Laden è responsabile di tutto!"

di Vinicio Gasparone, "la Contraddizione", n. 87, novembre-dicembre 2001


 


A pochi giorni dall’11 Settembre la “rete” incomincia a vivere una delle sue più entusiasmanti avventure. Migliaia di siti internet americani cercano disperatamente di trovare qualche traccia “alternativa” per l’attentato più devastante della Storia Americana. Alcuni sono siti seri, primo fra tutti www.    indymedia.org. Altri sono dei più stravaganti. Spesso legati alla destra delle “milizie”, o fondamentalisti cristiani, o siti specializzati in storie “incredibili” e “sovrannaturali”. Dai dischi volanti agli x-files, dalle congiure massoniche all’omicidio di JFK ci si può trovare di tutto. Eppure … Come sempre accade analizzando la struttura semiotica delle “leggende”, alla fine qualche brano di verità viene a galla. È un lavoro infernale. Migliaia di siti “visitati”. Ore a rimescolare nella spazzatura della storia. Ma alla fine un quadro esce fuori. Ed escono fuori i “Soliti Sospetti”.
 

Operazione Northwoods

Nel 1961 era fallita l’invasione di Cuba. Nella Baia dei Porci la Cia. non si era giocata solo qualche centinaio di esuli anticastristi. No, aveva rischiato di giocarsi la credibilità. Peggio aveva deluso amici pericolosi come Carlos Marcello, Sam Giancana, Santo Traficante che avevano investito un bel po’ di dollari per riprendersi ciò che era loro, l’Hotel National e i casino dell’Avana e che quel barbuto di Fidel gli aveva soffiato. Situazione molto pericolosa.
C’è chi sostiene che JFK abbia pagato con la vita proprio l’irresolutezza mostrata nella situazione. C’è chi dice che la colpa fosse di suo fratello Bob e della sua maledetta idea di far fuori il capo dei “Teamsters”, Jimmy Hoffa. Comunque sia andata fra l’inverno e la primavera del 1962 ci sono due operazioni ancora in corso. Una è l’“Operazione Moongoose”. Fallita la Baia dei Porci si tentano svariati piani per far fuori Castro: è il Pentagono direttamente a gestirla (Edward Landsdale). L’altra si chiama “Operazione Northwoods” [cfr. James Bamford, Body of secrets: anatomy of the ultra-secret National security agency, 2001]. Nessuno avrebbe dovuto saperne nulla, o almeno così sperava il gen. Lyman Lemnitzer, ideatore del progetto. E invece ecco un frammento dell’originale. Si legge “Pretesti per giutificare l’intervento militare Usa a Cuba” (titolo): “Noi possiamo affondare una barca di esuli cubani in viaggio per la Florida (reale o simulato)… 3. Si può organizzare, in diverse forme, un incidente tipo “Ricorda il Maine” [caso fulminante di humor noir involontario sull’autoaffondamento del Maine (presidente all’epoca Teddy Roosevelt) – cfr. precedente documento]; a) potremmo affondare una nave Usa nella baia di Guantanamo e incolpare Cuba ... e infine: 7. Contrabbandando attentati contro aerei e battelli civili potremmo continuare a farli apparire come odiosi e ripetuti attacchi tollerati dal governo di Cuba”.
Nelle pagine successive del rapporto si commenta che “l’opinione mondiale e le Nazioni Unite saranno favorevolmente stimolate a sviluppare un’immagine del governo cubano come criminale ed irresponsabile, e come un allarmante e imprevedibile minaccia contro la pace nell’emisfero occidentale”. È il linguaggio del “primo Impero americano”, condizionato però dalla guerra fredda. Il Piano non fu mai realizzato. Robert McNamara ha smentito di averne mai sentito parlare. La crisi dei missili dell’ottobre 1962 e l’accordo con Krusciov fecero cambiare epoca. Iniziò la “coesistenza pacifica”. Kennedy è morto.
Restano queste carte. E restano alcuni agenti della Cia e dell’Fbi che erano parte dell’“Operazione Mongoose”. Sono ancora vivi. E alcuni sono molto, molto vicini a quello che è accaduto a New York l’11 settembre. Troppo.
 

Dall’“Operazione Moongoose” all’“Operazione “Phoenix”

Un agente Cia e un gruppo di esuli cubani, in gran parte delinquenti comuni, si spostano nel 1965 da Miami nel Laos. Sono Theodor Shackley, ex capostazione Cia a Miami, dove si guadagnerà il nome di “Diavolo biondo”, Felix Rodriguez, Josè Pasada e Chi Chi Quintero. Nel Laos è in corso una “guerra sporca”. Ufficialmente gli americani non ci sono, in realtà ci sono le “forze speciali”. Elicotteri “Cobra” e aerei per inondare di napalm il sentiero di Ho Chi- minh e la piana delle giare. Dall’altra parte c’è il Path?t-Lao e truppe viet-minh, anch’esse in incognito. La guerra si fa nella jungla, in mezzo a popolazioni semi-primitive – i hmong, che i vietnamiti chiamano con disprezzo “meo”: selvaggi. I hmong sono guidati da alcuni “Signori della guerra” che hanno come principale occupazione economica le piantagioni di oppio e la raffinazione dell’eroina. Shackley capisce subito la situazione.
Incontra Vang Pao, un trafficante di droga, capo dei hmong. Gli promette che i campi dei suoi concorrenti verranno bombardati. Vang Pao sarà il più grande trafficante di eroina del sud est asiatico. Shackley gli promette anche di farlo incontrare con la “Cosa Nostra”. Impegno mantenuto nel 1968: Vang Pao incontra Sam Traficante jr a Saigon. Intanto gli uomini di Ted Shackley sono al lavoro. La squadra è così formata: Ted è al comando, Tom Clines secondo, un giovane maggiore dell’aeronautica Richard Secord a pianificare i voli. Il gen. John Singlaub ad organizzare l’“armata degli assassini”.
Ci vuole poco a fare di Vang Pao il “Signore dell’eroina”. Gli aerei, dopo aver spianato le piantagioni dei nemici di Vang Pao iniziano a trasportare l’eroina fuori dal Viet-nam. E qui c’è il vero colpo di genio. I soldi incominciano ad esere così tanti da poter giocare in proprio. Viene fondata una compagnia aerea Air America, che sostituisce aerei prestati dal vecchio miliardario pazzo Howard Hughes. Il motto della compagnia è “We fly right”. Commovente. I soldi transitano per una banca australiana: “The la Nugun Hand Bank”. I soldi servono a finanziare la più grande “operazione coperta” della Cia: l’“operazione Phoenix”. “Phoenix” vuole combattere i viet senza le pastoie burocratiche dell’esercito. Arresti di civili, tortura, esecuzione. Si stima che circa 35.000 non combattenti passino nelle “fattorie” gestite da “Phoenix”. Nell’“Operazione Phoenix” si distingue un giovane ufficiale della marina: Richard Armitage. Ma come tutte le cose belle anche “Phoenix” finisce. Nel 1972 la caduta di Saigon è prossima. I ragazzi smantellano velocemente. I “Signori della droga” restano a presidiare i campi.

1973. Ted Shackley, dopo qualche tempo passato in Europa, impiegato peraltro utilmente nel recuperare fondi per il “golpe cileno”, va in Iran e lavora insieme a Richard Helms. Membro come Bush degli “Skull & Bones” [teschio e ossa, la bandiera dei pirati – ndr], società segreta di Yale, inizio la sua carriera nell’Oss, il servizio segreto americano durante la II guerra mondiale. Lì conobbe, nell’immediato dopoguerra, diversi esponenti dell’ex gerarchia nazista, con cui, dobbiamo ritenere, sviluppò un “common sentiment”. Implicato nelle indagini sull’omicidio Kennedy, Helms quando lasciò la Cia, nel 1979, distrusse circa l’80% del materiale riguardante le “operazioni coperte”.

1975. George Bush (senior) è nominato capo della Cia. Ted Shackley viene promosso vice direttore per tutte le “operazioni coperte” nel mondo intero. Teddy potrebbe diventare un futuro capo della Cia, ma il destino “baro e bugiardo” porta al potere il Presidente Carter. La carriera di Shacley si interrompe. In caso di rielezione di Ford avrebbe potuto aspirare al posto di direttore della Cia. L’ammiraglio Turner incomincia ad epurare la Cia dagli elementi troppo compromessi. Il vecchio gruppo si ritrova tutto alla corte dello Shah Reza Pahalevi. Addestrano la Savak, la famigerata polizia segreta dello Scià. Helms è ambasciatore in Iran. I “ragazzi” lavorano in privato come consulenti. La Cia li usa ancora ma, come dire in “subappalto”.
È qui il punto veramente interessante: dall’amministrazione Carter in poi si toglie alla Cia la possibilità di svolgere operazioni coperte con l’aiuto di assassini o delinquenti riconosciuti. È l’ordinanza esecutiva 11905 firmata Carter, che un recente disegno di legge sta cercando oggi di modificare. Da questo momento in poi la Cia, ma anche l’Fbi, useranno sempre più spesso “società private” per svolgere incarichi imbarazzanti. In Colombia ad esempio è una società americana che provvede agli elicotteri per la guerra anti-Farc. Lo stesso avviene in Kossovo e Macedonia. Interi settori della difesa e della sicurezza vengono “privatizzati”, comprese le prigioni, dove opera la Wackenut Corporation un’azienda quotata a Wall Street, implicata in alcune strane storie, compreso l’assassinio di un giornalista freelance americano, Danny Casolaro, che indagava su una curiosa storia di pirateria informatica: un software per la sicurezza chiamato Promis e prodotto dall’Inslaw. Circola la voce che Osama bin Laden sia in possesso di questo software. Le stesse “voci sulla rete” dicono che questo software abbia delle “backdoors”, ossia delle porte di accesso secondarie che permetterebbero di “bucare” i sistemi informatici della sicurezza.
Comunque sia il primo incidente di queste “privatizzazioni” avviene già sotto Carter. Alcuni membri della squadra: Edward Wilson e Frank Terpil vendono esplosivo a Gheddafi. La Cia va su tutte le furie. In compenso Shakley, Secord ed Eric Von Marbod acquisiscono una succosa commessa dall’Egitto per il trasporto via mare degli equipaggiamenti militari, con una compagnia chiamata Eatsco.

1979 - anni ’80. Epoca di grandi cambiamenti. Da un lato inzia l’operazione Iran-Contras. I rapporti con i “Contras” li ha una vecchia volpe di “Phoenix”, Chi Chi Quintero. Nel gruppo c’è un vecchio pilota di “Air America” Barry Seal (alias Adler Berriman). Dall’altro scoppia la questione degli ostaggi in Iran. Shakley tratta con gli iraniani. Gli ostaggi vengono rilasciati, ma il giorno dell’insediamento di Ronald Reagan alla Presidenza degli Stati Uniti. Passerà alla storia come “October surprise”. La prima fase di Iran-Contras è finanziata però dalla cocaina. Un aeroporto a Mena (Arkansas) è la base dei voli che portano coca e rimandano indietro armi. È il vecchio schema del Laos rivitalizzato per l’occasione. Uno degli aerei usati era un vecchio C-123K usato in Laos. Nel 1986 quest’areo, chiamato “Fat Lady” precipiterà abbattuto dalla contraerea sandinista. Ai comandi c’era Buzz Sawyer il secondo si chiamava Eugene Hasenfus. Fu fatto prigioniero dai sandinisti e finì sulla Cnn.
Ma gli affari veri erano in Iran. Shackley fece incontrare Richard Secord con Albert Hakim, un trafficante mediorientale. Insieme costituirono l’“Enterprise”. In meno di due anni “Enterprise” aveva cinque aeroplani, venti piloti a contratto e due campi di atteggio. Air America volava ancora. Il capo dell’operazione è giustamente famoso: il colonello Oliver North. L’Enterprise realizzò 16,1 milioni di dollari nella vendita dei missili a Khomeini. Nel 1988 Richard Secord fu accusato di frode dal governo americano.
 

Afghan Connections

Qui le cose si fanno più oscure. Le collusioni dei servizi segreti americani con Osama bin Laden sono impressionanti. Uno della sua organizzazione fu arrestato per l’attentato alle Twin Towers del 1993. Si chiama Alì Mohamed, egiziano. È un ex sergente dei “Berretti verdi” addestrato a Fort Bragg. Dal 1986 al 1989 era in forza all’esercito americano. Ha combattuto in Afghanistan contro i sovietici. Formalmente per gli Usa era in licenza. Torna, nessun provvedimento disciplinare è preso contro di lui. Si congeda, è in contatto sia con la Cia che con l’Fbi. L’impressione è che per tutti gli anni ‘80 e ‘90 gli Usa abbiano “coperto” l’organizzazione di Osama, nonostante che almeno dal ‘90 Osama avesse cominciato gli attentati contro gli Usa.
Certo è l’utilizzo della stessa tecnica nella triangolazione armi-droga-gruppi terroristi. Gli orizzonti si ampliano. Le attività di Al Qa?da sono ovunque, in Cecenia, in Bosnia, in Albania, in Macedonia. Le mafie aumentano, le rotte della droga aprono quelli che dopo diventeranno i corridoi economici. Di sicuro troviamo ancora in sella uno dei nostri vecchi amici: Richard Armitage. Attuale consigliere di Gorge “W” Bush, per il medioriente [su di lui cfr. no], classe 1945, combattè in Viet-nam. Partecipò all’operazione “Phoenix” diretta da Ted Schackley . Organizzò la ritirata da Saigon. Nel maggio 1975 Armitage fu assunto dalla Dia (Defence intelligence agency) . L’ultimo suo incarico ufficiale fu in Iran nel 1976, dopo lasciò il servizio e passò al settore privato. È opinione comune che collaborò con la Cia, attraverso società private di consulenza per molti anni a seguire. Alcuni suoi critici sostengono che fu lui l’ideatore anche del traffico di eroina nell’Afghanistan. Nel 1978 entrò nello staff del senatore Robert Dole. Partecipò, nella campagna presidenziale del 1980, all’Interim foreign policy affairs board. Dopo l’elezione di Reagan divenne sottosegretario alla difesa per gli affari dell’Asia orientale e del Pacifico. Ebbe diversi altri incarichi pubblici fino al maggio 1993, quando dirigeva col grado di ambasciatore gli aiuti alle repubbliche dell’ex Unione Sovietica. È ritenuto uno dei più decorati funzionari degli Stati uniti. È stato decorato fra l’altro da governi esteri, come la Repubblica di Korea, la Thailandia, il Bahrein ed il Pakistan. Attualmente la sua posizione è fra i falchi dell’amministrazione Bush con uno specifico obiettivo: attaccare le basi degli Hezbollah in Libano e attaccare in Siria.
Degli altri “vecchi” solo due notizie valgono la pena di essere citate: Richard Secord (nonostante la ricordata sua incriminazione per frode nel 1988) è stato avvistato a Taskhent, capitale dell’Uzbekistan, terra del “democraticissimo” presidente Karimov che ultimamente ha minato tutti i confini con il Tajikhstan, provocando la morte di 90 disgraziati e di un numero imprecisato di capre e cammelli. Negli anni ‘50 in Uzbekistan si coltivava “l’oro bianco”, il cotone. Terra ottima per i papaveri da oppio. L’ultima notizia sembra uscita dalle comiche: la stampa americana si è accorta con un certo imbarazzo che la signora che gestiva le pubbliche relazioni in Usa, Laili Helms, di origine afghana, è sposata al nipote di Richard Helms. L’anno scorso ha ospitato Rahmatullah Hashemi, una specie di ambasciatore. Hanno fatto un convegno alla Johns Hopkins University. [Un’altra notizia “comica”, che riportammo sul no. 74, riguardava la destabilizzazione del governo sandinista del Nicaragua, sotto la direzione dell’infame col. Oliver North: la cosa fu talmente sporca che la moglie del col. James Hiett, capo delle operazioni antidroga in Colombia, è detenuta in un carcere di New York per “traffico di droga”].
Ma, come detto, è Richard Armitage il vero uomo chiave di questa vicenda. Vediamo perché. Due giorni dopo l’11 Settembre si incontrano ufficialmente a Washington una delegazione pakistana, guidata dal capo dei servizi segreti, (Isi) generale Mahmoud Ahmad, e il sottosegretario di stato Richard Armitage. Lo stesso giorno viene diffusa la notizia che il Pakistan è pronto a collaborare. Ciò che pochi sanno è che Ahmad era negli Usa almeno una settimana prima dell’11 settembre. Sempre il 13 settembre il presidente pakistano Musharraf dichiara che manderà Ahmad a trattare con i talebani per l’estradizione di Osama bin Laden. Ahmad va a Kandahar a parlare con il mullah Omar. Il resto è storia. I colloqui falliscono e i bombardamenti americani iniziano. Ahmad viene rimosso dalla carica pochi giorni dopo. Ma intanto un giornale indiano, The Times of India aveva riportato la notizia che Ahmad aveva ordinato di consegnare a Mohammed Atta, il presunto leader dei commandos dell’11 Settembre la somma di 100.000 dollari, attraverso Ahmad Umar Sheick.