"Battaglia comunista", gennaio 2011
Cambia l’etichetta della Finanziaria (Legge di Stabilità) ma
non il contenuto. Si disperano i Sindacati: manca una politica che affronti
la crisi e i problemi del lavoro! E sotto sotto si dà pure ragione
a Marchionne, poiché “il nostro paese ha gravi problemi di competitività;
non si fa sistema e non si attraggono investimenti”, suggerendo alla Fiat
nuovi… modelli d’auto! (La Camusso intervistata da F. Fazio.) Dunque, prepariamoci
a una donazione di altro sangue per la salute della Nazione! Preoccupata
anche la Marcegaglia, pensando agli affari del Capitale, s’intende. Intanto,
i conti dello Stato arrancano: nei primi 10 mesi del 2010 le entrate tributarie
sono state di 294,307 miliardi di euro, 5,2 miliardi (1,8%) in meno rispetto
al medesimo periodo dell’anno 2009. Debito pubblico record in ottobre:
1.867,398 miliardi, circa 63 in più dell’ottobre 2009; da inizio
anno l’incremento risulta del 5,9% (più 104 miliardi). Lo stock
del debito si prospetta al 120% del Pil nel 2012. (Bankitalia)
Sul fronte fiscale, intanto, si continuano a tosare le pecore, ovvero
a salassare i cosiddetti “redditi da lavoro dipendente” e da pensione.
Premiando sempre i “benestanti” col regalo di basse aliquote fiscali, minime
tasse sulle rendite finanziarie e altri “aiuti” più o meno legalizzati.
Sullo sfondo, con cifre da capogiro, prosperano riciclaggi di fondi di
origine mafiosa, frodi ed evasioni, corruzioni e scandali economici. Alla
faccia dei comportamenti etici.
Nelle manovra proseguono i tagli agli Enti Locali; mancano gli investimenti
sul futuro (così piange la “finta” opposizione di Sua Maestà)
e nel 2011 avremo altri “furti” a norma di legge: le tasse locali aumenteranno
del 7,2% (da 111,8 a 119,9 miliardi) e quelle statali del 3,6%. Lo studio
dell’Associazione Contribuenti Italiani comprende tutti i “balzelli” che
si pagano a Comuni, Provincie e Regioni: Ici, addizionale comunale Irpef,
Cosap, rifiuti urbani, imposta sulla Rc auto, addizionale sulla bolletta
dell’Enel, quota Tarsu, imposta di trascrizione, Irap, compartecipazione
all’Iva, addizionale regionale sull’Irpef, compartecipazione sulle accise
della benzina, eccetera. Colpa — si dice — della “mancanza di un dialogo
fra tutte le parti interessate”…
I 670,8 milioni — nel 2008 destinati alle Regioni — si assottigliano
a 275,3 milioni nel 2011(suddivisi fra Regioni e Ministero del Welfare);
scompariranno nel 2012 con 75 milioni per il solo Ministero. I fondi per
la non autosufficienza (400 milioni di euro) saranno cancellati, affinché
almeno due milioni di anziani disabili possano in solitaria attesa esalare
il loro ultimo respiro.
I tagli ordinati da Tremonti hanno colpito anche quella famiglia, tradizionale,
sulla quale il governo ha speso fiumi di parole: se nel 2008 il Fondo per
la famiglia poteva contare su 346,5 milioni, l’anno prossimo saranno ridotti
a 51,2 milioni di euro. Il fondo affitti si riduce da 205 milioni del 2008
a 33,9 milioni per il prossimo anno; con la cedolare secca per gli affitti,
invece, i proprietari avranno uno sconto di 852 milioni di euro. Intanto,
per le famiglie proletarie che hanno acceso un mutuo casa, e che con la
crisi sono finite nelle “fasce più povere”, il rimborso si fa sempre
più difficoltoso. Chi si trova disoccupato o a part time, guarda
con terrore al rischio di insolvenze mentre dai tribunali arrivano stime
in aumento (dati Adusbef) per numero di pignoramenti ed esecuzioni. Con
punte allarmanti in città quali Milano, Roma e Torino. E quest’anno
più di 600mila operai hanno provato le delizie della Cassa Integrazione,
con una perdita media per ciascuno di 680 euro al mese e 8mila euro in
un anno: la stessa cifra “regalata” da Silvio alla “dolce Ruby” della scuderia
Mora e &…
Le picconate contro le “politiche sociali” proseguono con riduzioni
costanti degli stanziamenti per i fondi nazionali a sostegno — si fa per
dire! — di famiglie, giovani, non autosufficienti, immigrati. Siamo a 538
milioni di euro, meno 78,7% rispetto a tre anni fa e con previsioni di
stanziamenti ridotti a soli 70 milioni nel 2012 e 44,6 milioni nel 2013.
Scompaiono centinaia di servizi, per lo più gestiti da enti territoriali
(aiuti per rette scolastiche, asili nido e scuole materne, assistenza domiciliare
e volontariato). Quindi, a “pagare” non è la grande borghesia e
neppure la media, ma al solito — e non può essere altrimenti in
questa società, sia chiaro — soprattutto le famiglie proletarie
più “indigenti”. Del tutto tranquilli i Marchionne, i soci della
Marcegaglia, i Montezemolo e tutti i bei nomi della miglior società
borghese, che spendono allegramente milioni di euro per assecondare i loro
più futili desideri…
Scompaiono i 100 milioni di euro precedentemente stanziati per gli
immigrati; il “tetto” del cinque per mille, a sostegno di associazioni
del terzo settore e organizzazioni no-profit, scende da 400 a 100 milioni
di euro. Il resto va nelle casse dello Stato…
Vi ricordate della social-card (2008)? Ne avrebbero “beneficiato” con
40 euro mensili non più di 450mila anziani e bisognosi, ed ora è
cancellata dal “Robin Hood” Tremonti, dopo risultati che si possono definire
un vero fiasco, essendo venuti meno i 450 milioni promessi per finanziarla.
In compenso, la scuola privata incassa non più 130 bensì
oltre 245 milioni di euro; le Università, fra l’altro, dovranno
spendere — per convegni scientifici in Italia e all’estero — solo il 50%
di quanto speso nel 2009: l’altro 50% dovrà essere versato al Ministero
Economia e Finanze (DL 78/10). Altri commenti sarebbero superflui.