da "Operai contro" (http://www.operai.net), N. 65, 22 giugno 2002
Fino ieri ci hanno tirato il collo sulle linee, produrre produrre, a
più bassi costi e oggi che siamo solo all'inizio siamo migliaia
in esubero, la procedura di migliaia di licenziamenti è già
partita.
C'è la crisi dell'auto dicono, il mercato non è stato
in grado di assorbire tutta la produzione, si è prodotto troppo
ed ora dobbiamo andare a casa.
Una prima reazione a caldo ci porterebbe a sostenere: se il mercato
auto è saturo diminuite il prezzo e troverete nuovi compratori.
Se ci sono operai in sovrappiù diminuite l'orario di lavoro a parità
di salario e potrete impiegarli tutti.
Fantasie griderebbero padroni e loro sostenitori, fantasie irrealizzabili
spiegherebbero i capi sindacali.
Ma perchè sono fantasie? Perchè in realtà e nessuno
lo dice qui non trattiamo di produzione di auto, ma di produzione di profitto
per Agnelli e tutti gli azionisti Fiat. La produzione di profitto ha una
regola prioritaria, appena il profitto non aumenta a un ritmo determinato
si risponde aumentando lo sfruttamento degli operai e se il mercato non
è in grado di assorbire tutta la
produzione gli operai vengono ridotti di numero, messi in mezzo ad
una strada. Ridurne il numero e aumentarne il rendimento è la scelta
della Fiat oggi. Questa scelta preliminare è la base su cui la cassaforte
Agnelli tratta con le banche, con i possibili acquirenti. Quando finiranno
di tagliare operai e aumentare il ritmo di quelli occupati non si sa.
Nessun operaio Fiat si senta sicuro di fronte a dei padroni che vogliono
comunque intascare sempre ed a qualunque costo i loro profitti.
Di chiacchiere sulla Fiat se ne stanno facendo in ogni angolo ma nessuno
punta il dito sulla sostanza: Agnelli ha fatto i soldi sulla pelle degli
operai consumandoli sulle linee, non rinnovando nemmeno il contratto integrativo,
oggi vuol continuare a fare soldi licenziandone alcune migliaia. Sul come
affrontare la crisi auto i sindacati discutono e si dividono, ognuno cerca
una
soluzione al problema Fiat sognando per un attimo di essere loro i
padroni, più tecnologia, più ricerca, più produttività.
Finiranno per accettare qualunque sacrificio perchè meglio del padrone
vero nessuno sa fare il padrone e la Fiat sa come convincere i sindacalisti
venduti a collaborare per difendere il suo portafoglio.
E se invece rifiutassimo ogni licenziamento, se cominciassimo su tutte
le linee dove tira la produzione a rallentare il ritmo, se imponessimo
in caso di mobilità con accompagnamento alla pensione un’integrazione
al 100% non sarebbe meglio per noi operai? Chi ce lo impedisce? Certo va
rovesciata la sottomissione culturale e politica al padrone, va rovesciata
la convinzione che la sua corsa al profitto non può essere messa
in discussione.