Alessandro Dal Lago, "il Manifesto", 27 giugno 2003
Sono anni che la Lega le spara sempre piu' grosse sull'immigrazione.
Sono anni che, in una sostanziale impunita', i leghisti eccitano gli istinti
piu' bassi del loro elettorato, aizzandolo contro "negri", immigrati e
profughi. Appena sente odore di crisi o di indebolimento, siamo sicuri
che la Lega ricorrera' al suo arsenale di enormita' demagogiche sull'immigrazione
(tutti ci ricordiamo di Borghezio che disinfetta i treni dalle donne straniere,
della marcia contro la moschea di Lodi, dei leprotti di Gentilini e di
altre
imprese di questo tenore). Tra l'altro, c'e' da chiedersi come mai
nei confronti dei leghisti si sia fatto un uso cosi' parco della legge
Mancino che, in linea di principio, contiene strumenti per combattere il
razzismo. Questo pero' non deve far scambiare espedienti di bassa cucina
politica - le bordate della Lega sull'immigrazione, la polemica contro
Pisanu - per la "questione" dell'immigrazione. In questo senso, le prese
di posizione di esponenti dell'opposizione, e in primo luogo dell'on. Fassino,
sono
abbastanza fuorvianti. O, meglio, rivelano che in materia di migranti
esiste una sostanziale identita' di vedute tra l'opposizione e gran parte
della compagine governativa, quella che probabilmente il centro-sinistra
avverte come meno estremista, piu' ragionevole, ecc. Che cosa significa
infatti dire che per realizzare i suoi buoni propositi il ministro Pisanu
dovra' ricorrere ai voti dell'opposizione? Semplicemente che l'opposizione
la pensa come Pisanu, cioe' come il ministro che sta facendo applicare
la Bossi-Fini e che, bonta' sua, non e' d'accordo con il cannoneggiamento
dei clandestini. Siamo insomma alle solite: l'astensione del centro-sinistra
sugli alpini in Afghanistan, i contorcimenti sulla missione in Iraq e cosi'
via. Solo che sulla questione dei migranti il centro-sinistra ha responsabilita'
piu' precise, dirette e concrete. Per cominciare, ha inventato i Cpt ("Centri
di
permanenza temporanea"), una vergogna che non cessa di essere tale
solo perche' diffusa in tutta Europa. In secondo luogo ha cavalcato la
questione insicurezza (che ancora oggi e' al centro degli interessi di
amministrazioni di centro-sinistra, come Torino), con il risultato di spianare
la strada al senso comune di destra. E, soprattutto, ha legittimato una
concezione
esclusivamente repressiva dell'immigrazione (un effetto e', per esempio,
l'ondata di rimpatri di minori promossi anche dai comuni "progressisti").
In questo quadro l'accordo con la Libia di cui si vanta il Cavaliere e'
sulla stessa linea di quelli che il centro-sinistra ha stipulato con Albania,
Turchia, Tunisia, Marocco. La vera novita' della Bossi-Fini e', semmai,
di aver reso piu' esplicito e brutale il meccanismo di sfruttamento della
clandestinita'. Facendo pesare sul migrante il ricatto dell'espulsione,
lo si rende disponibile a tutto. Tempo fa, nella citta' in cui abito, Genova,
e' stato scoperto un cantiere di vero e proprio lavoro servile in cui dei
manovali albanesi erano pagati 50 euro al mese. Ora, la tendenza alla clandestinizzazione
e' diffusa in tutto l'occidente, dalla California alla Puglia. L'apparente
chiusura delle frontiere, i pattugliamenti (e gli speronamenti) navali,
le sparate xenofobe, il gran dispiegamento di marina e polizie varie non
ferma affatto l'afflusso di stranieri in cerca di chances, ma ne fa strutturalmente
della carne da lavoro priva di voce. A pensarci bene, i Cpt non sono che
la versione poliziesca della privazione dei diritti sul luogo di lavoro.
Il problema strategico del'immigrazione non e' dunque che il centro-destra
non e' abbastanza efficiente nell'espellere i clandestini (una tipica tesi
del centro-sinistra che anticipa curiosamente le opinioni dei leghisti
su Pisanu), ma la questione dei diritti dei migranti, in primo luogo quello
alla regolarizzazione. Su questo tema, nel parlamento italiano pochi hanno
la coscienza veramente a posto (tra questi non possiamo contare quelli
che approvarono la legge Turco-Napolitano). Ora, se il centro-sinistra
avesse le idee chiare in questo campo, non si limiterebbe a scandalizzarsi
per i vaneggiamenti della Lega, e non offrirebbe una sponda amichevole
a Pisanu. Promuoverebbe un dibattito serio sulle ragioni dell'immigrazione,
la smetterebbe di baloccarsi con le mitologie sull'insicurezza dei cittadini,
farebbe magari una proposta di legge sul diritto d'asilo, che in Italia
non e' mai seriamente esistito (tanto meno nel quinquennio di amministrazione
di
centro-sinistra). Per tutto questo sarebbe necessaria una cultura politica
un pochino piu' complessa e strategica dell'entusiasmo occasionale per
un ministro dell'interno ex-democristiano.