Riccardo Orioles, "La catena di San libero", N. 184, 28 giugno 2003
A Dachau, ridente cittadina della Baviera, nessuno dei quindicimila
abitanti - tutte brave persone, gemutlich, casa chiesa e partito - sapeva
niente delle attivita' che si svolgevano nel campo di raccolta alle porte
della citta'.
"Non sono affari nostri. Lasciateci lavorare". Quando gli americani
conquistarono la citta', fecero una bella retata di cittadini perbene,
gli dettero un badile per uno e li costrinsero, a baionette puntate, a
entrare nel campo, a guardare coi loro propri occhi le cataste dei morti,
e a seppellirli con le loro mani.
Le donne, gli uomini e i bambini che sono affogati in solitudine nel
nostro mare non sono stati uccisi da una forza della natura. Sono stati
assassinati dai buoni cittadini di Treviso, viso per viso, uno per uno.
Non vi spiego perche', e se avete bisogno di spiegazioni allora chiedetevi
anche perche' erano degli assassini i buoni borghesi di Dachau. La colpa
non era di Hitler, e non e' di Bossi. Costoro, orrende maschere della disumanita'
collettiva, non sarebbero riusciti a gasare nemmeno un ebreo, ad annegare
nemmeno un tunisino, se non avessero avuto alle spalle, a milioni e milioni,
convinti e soddisfatti di se stessi, i volenterosi elettori di Dachau e
di Treviso. In questo stesso momento, da qualche parte del mare, un essere
umano agonizza nell'acqua come sotto lo Ziklon-B. Non dicano "io sono innocente".
Non saranno assolti.
Mi dicono, e se e' vero ne sono orgoglioso, che c'e' stata una vera
sollevazione fra gli ufficiali della nostra Marina all'annuncio di
Bossi di mandare le nostre navi all'assalto, in acque internazionali,
degli immigrati. A questa sollevazione si deve la veloce smentita del ministro
della Difesa; resta che la proposta assassina e' stata fatta ("Voglio sentire
il cannone") e che questa proposta disonora chi l'ha fatta e chi l'ha applaudita.
Io non sono di Treviso, grazie a Dio. Non ho niente a che fare con loro,
e non accetto che gente nazista, che da' il settanta per cento dei voti
a un Gentilini ("travestirli da leprotti e poi cacciarli"), si permetta
di farsi passare per italiana. Hanno ragione Bossi e gli altri: l'Italia
finisce prima di Treviso. Si tengano i loro Goebbels e i loro Benetton,
sbarazzino della loro vergogna il paese, e se ne vadano al diavolo dove
vogliono loro. Non li rimpiangeremo.