di Giorgio Frasca Polara, "Ds Online Magazine", 10 giugno 2004
E’ vero che Barbara Contini fu nominata dagli americani all’insaputa dell’Italia? In 192 righe il governo non vuole rispondere
Lascera' le chiavi della provincia di Dhi Qar al governatore iracheno subentrante, Hamid Al-Rumayad. Barbara Contini e' stata fino ad oggi governatrice della provincia e ritiene di aver fatto un buon lavoro: "E' stato un lavoro ottimo - ha dichiarato - tutti i progetti che avevamo studiato sono stati portati a termine. Ho lasciato volutamente in sospeso solo due di essi per continuare a dare lavoro a questa gente". [AGR - 27.6.04]
Immagino sappiate tutti chi è Barbara Contini, la disinvolta
funzionaria milanese che un giorno – chissà come, chissà
perché – si è ritrovata governatrice della provincia di Dhi
Qar, in Irak, dove si è fatta una fama poco lusinghiera e comunque
di assoluto sgradimento da parte degli irakeni e non solo. Un giorno (venerdì
27 febbraio di quest’anno) l’Unità rivela che la impegnativa nomina
della Contini è stata fatta dagli occupanti Usa senza nemmeno interpellare
il governo italiano che ha saputo della decisione americana a cose fatte.
E’ vero che è andata così?
“Per sapere se risponda a verità la notizia pubblicata dall’Unità…”:
è così che comincia una secca interrogazione rivolta a Martino,
l’impalpabile e americanissimo nostro ministro degli Esteri, dal deputato
indipendente di sinistra Nerio Nesi. Ho detto secca: sette righe a stampa
su mezza colonna nei resoconti Camera di cento giorni addietro.
E dopo qualche mese (un primato di rapidità, in genere passano
semestri, e anche un annetto) è arrivata – ed è stata pubblicata
sugli atti della Camera a generale edificazione – la risposta non del ministro
ma del suo sottosegretario Alfredo Luigi Mantica, An. Non altrettanto secca:
alle sette righe della domanda hanno fatto fronte 192 (centonovantadue)
righe a stampa su mezza colonna, sugli stessi resoconti Camera.
Ma questo – la lunghezza spropositata: sarebbe bastato un sì
o un no – questo è niente. Il punto stupefacente, ma anche francamente
inammissibile, è il contenuto della risposta. Vediamo. Anzitutto
una sottolineatura che tanto il consiglio di governo provvisorio quanto
il gabinetto interinale – i due organi irakeni che insieme all’autorità
della coalizione degli invasori (CPA) hanno in carico l’amministrazione
provvisoria del paese – “annoverano tra i propri membri una donna”. Embè?
Poi che “esiste una crescente consapevolezza in seno ad alcune forze politiche
irakene che la tutela dei diritti delle donne rappresenta un elemento fondamentale
per la costruzione di un Iraq sovrano, democratico e prospero”. Hai capito,
tu! Quindi l’annuncio che è stato aperto a Baghdad un centro-donne,
“il primo di nove centri che verranno aperti in tutto l’Iraq per migliorare
le condizioni di vita e di lavoro delle irakene”. Straordinario.
Ma la Contini da chi è stata nominata? E il governo italiano
ne ha saputo nulla? Un momento, non siamo neppure a metà della risposta
del governo. Che passa poi a illustrare “la intensa attività dell’Italia
a favore dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere”. Che illustra
le benemerite iniziative – discorsi, appelli, congratulazioni e altre amenità
inutili come un raffreddore – della nostra ministra per le Pari opportunità
contro Ogni Forma di Discriminazione contro le Donne (iniziali maiuscole,
di rigore) della Comunità internazionale.
E la Barbara Contini? 192 righe senza che il sottosegretario Mantica
ne citi il nome, o la qualifica, e comunque dica se a nominarla sono stati
gli americani e se noi ne abbiamo saputo qualcosa se non a cose fatte.
Dove vai? Piglio pesci! Ma in questo caso, con tutto il rispetto per il
deputato interrogante, ad esser preso a pesci in faccia (quei pesci, appunto)
è stato Nerio Nesi. Piena solidarietà a Nesi.