Comunicato della Confederazione Cobas, 17 novembre 2011
IL 17 NOVEMBRE LAVORATORI E STUDENTI IN SCIOPERO E IN PIAZZA
Un governo agonizzante si prepara ad attuare il diktat franco-tedesco,
del FMI e della BCE, tradotto nella “letteraccia” portata a Bruxelles,
da un Berlusconi sempre più grottesco e sbeffeggiato, ad un “tribunale”
politico ed economico che intende far pagare la crisi soprattutto ai settori
popolari dei paesi più deboli, Italia e Grecia in primis. L’ulteriore
massacro sociale (libertà di licenziamento dei salariati, trasferimento
coatto di dipendenti pubblici, annullamento dei contratti nazionali, peggioramento
ulteriore delle pensioni, cancellazione dei referendum di giugno, svendita
del patrimonio naturale e artistico) andrà in votazione al Parlamento
dalla prossima settimana. Il centrosinistra non si oppone davvero al disastroso
progetto, a parte qualche lamento sui licenziamenti, e sembra anzi considerarlo
ancora insufficiente. Per la scuola a tutto questo va aggiunto il blocco
dei contratti (imposto a tutto il Pubblico Impiego) e degli scatti di anzianità
fino al 2014, la retribuzione dei docenti e il finanziamento alle scuole
in base ai grotteschi quiz Invalsi, un ulteriore massacro degli organici,
l’espulsione dei precari.
Ma c’è una via di uscita dalla crisi, facendola pagare a coloro
che hanno continuato ad arricchirsi anche in questi anni! Il 10% degli
italiani/e possiede circa il 55%
della ricchezza nazionale e un patrimonio intorno ai 5000 miliardi
di euro. Basta una tassa di un 1% per avere 50 miliardi l’anno. L’evasione
fiscale è tra
i 300 e i 400 miliardi annui: un taglio, fosse pure del 20%, darebbe
altri 70 miliardi. La corruzione nelle strutture pubbliche divora circa
200 miliardi annui: eliminandola anche solo al 20%, otterremmo 40 miliardi.
Riducendo le “pensioni d’oro”, cancellando le missioni di guerra e tagliando
le spese militari otterremmo decine di miliardi l’anno. Con questi provvedimenti
ci sarebbero già oltre 200 miliardi annui in più, non solo
per aggiustare il bilancio ma per salari e pensioni adeguati, investimenti
nell’istruzione e nella sanità pubblica, nei servizi sociali, nella
tutela del patrimonio naturale (il disastro di Genova ne conferma l’urgenza)
ed artistico; per porre fine alla precarietà e garantire un reddito
minimo per tutti/e.
Il 17 novembre è da molti anni la giornata mondiale di lotta
degli studenti: un’ottima occasione per avere in piazza insieme lavoratori/trici
e studenti contro
l’ulteriore scempio sociale che il governo vuole imporre. Perciò
i COBAS, insieme alla CUB, hanno convocato lo sciopero dell’intera giornata
di
tutti i lavoratori/trici dipendenti pubblici e privati. Nelle principali
città si svolgeranno manifestazioni di lavoratori/trici e studenti.
In particolare a Roma andrà posto fine all’intollerabile e reazionario
divieto di svolgere cortei, contro cui già gli studenti hanno protestato
nei giorni scorsi, recuperando la piena libertà democratica di manifestare
pacificamente percorrendo le vie della città.