comunicato del Cobas Inpdap, 30 marzo 2009
Cari compagni della Cgil,
il centro studi che fa capo alla vostra organizzazione ha diffuso dati
secondo i quali i salari dei lavoratori dipendenti sono rimasti fermi a
16 anni fa.
Il risultato di questa rilevazione ci riporta ad una data fatidica,
quella del 1993, anno in cui, come saprete e ricorderete, è stata
inaugurata da parte della Cgil e Cisl e Uil la "politica dei redditi" realizzata
con l?allora capo del Governo Ciampi.
Se questo, ora, vi può sembrare una coincidenza, siete fuori
strada.
Il progressivo ed inarrestabile ridimensionamento dei salari avvenuto
a partire da quel periodo è stato proprio prodotto dalla "concertazione"
e dalla "moderazione rivendicativa", pretesa ed attuata anche dalla Cgil,
che ha sovrapposto ai contratti di lavoro le compatibilità necessarie
a garantire la sopravvivenza del sistema capitalistico nel nostro paese.
Non è per fatalità, né per sola volontà
dei Governi e della Confindustria, che il reddito dei lavoratori è
stato taglieggiato dal costo della vita, mentre contemporaneamente gli
aiuti statali ed i profitti continuavano a crescere ed a rimpinguare le
tasche degli imprenditori nostrani.
Non è solo per imposizione legislativa che in questi anni ogni
governo ha messo le mani sui trattamenti previdenziali, ora con riforme
globali, ora con scaloni, ora con scalini, col risultato costante di abbassare
le retribuzioni dei pensionati di oggi ed ancora di più dei pensionati
dei prossimi anni.
Il dato rilevato dall'IRES, peraltro, era nettamente percepibile anche
senza troppi studi e ricerche, se solo si bada al peso dell'inflazione
reale rapportata agli incrementi salariali minimi ottenuti in questi anni.
Se si tratta di una tardiva presa di coscienza circa gli errori della
Cgil in tutto questo periodo, ben venga.
Purtroppo temiamo che non sia così, su questo vorremmo farvi
riflettere.
Non c'è una presa netta di distanze dalla concertazione come
pratica sindacale volta agli accordi al ribasso, a creare un legame sempre
più indissolubile tra produttività-profitti ed incrementi
salariali.
Anzi si mette in relazione l'arresto dei salari, non alla mancanza
di aumenti veri, ma al fiscal drag, che avrebbe risucchiato gli incrementi
legati alla produttività. Questa correlazione tra produttività
ed aumenti salariali viene dunque indirettamente riconfermata come valida,
ancora adesso.
Dalle dichiarazioni di contorno rilasciate dai diversi segretari confederali
e dal segretario generale Epifani si continua poi a percepire netta l?impressione
di voler continuare a stare sull'uscio della stanza della concertazione,
in attesa di potervi rientrare a pieno titolo, magari forti del sostegno
conquistato a colpi di proposte populistiche che sono tanto eclatanti,
quanto insufficienti, nella misura e nella durata, a risarcire i lavoratori
di tutti questi anni di malefatte ai loro danni.