Le poche, ma chiare regole del governo:
Il profitto è il nostro signore e Berlusconi è il suo profeta

da "Operai contro", n. 82, 1 dicembre 2002

“Dare ai ricchi e togliere il più possibile ai poveri”

E’ questo l’obiettivo finale della riforma fiscale di frate Tremonti. Nel frattempo si comincia a favorire i ricchi condonando loro l’evasione fiscale.
“In una società divisa in classi solo i figli di papà devono studiare e ragionare. I figli degli operai è meglio che rimangano stupidi e ignoranti”
E’ per questo che la scuola pubblica deve essere definitivamente affossata e quella privata deve essere favorita.
“La salute è dei ricchi”
A quelli che hanno i soldi, le cliniche di lusso, ai poveri ospedali pubblici sempre peggiori. In prospettiva, con la “devolution”, faremo la fine dell’America: chi può pagarsi l’assistenza forse sopravvive, chi non ha i soldi è sicuramente fregato.
“Più sono i poveri, meglio stanno i ricchi”
Con la finanziaria e la “devolution” creare al sud una riserva di morti di fame stabile, da utilizzare quando servono, a costi e condizioni stracciate.
Ma gli operai del nord non si preoccupino, con la concorrenza dei poveri del sud anche i salari e le condizioni di lavoro al nord peggioreranno ulteriormente.
“Nessun principio, nessuna morale, un solo credo: i ricchi più ricchi, gli altri si fottano”
Nazionalisti che diventano federalisti. “Uomini d’ordine”, che hanno sempre voluti i criminali alla forca e senza sconti, anche a costo di andare contro il Papa, ma che per Berlusconi e i suoi accoliti oggi sono disposti a votare ogni legge “evita galera”.

Le regole del governo Berlusconi sono le regole del padronato italiano. L’idea che il sistema in questa fase di crisi economica possa essere gestito diversamente; che esista la possibilità di fare un’altra politica, sempre contro gli operai, ma meno dura, più accettabile, è un’illusione alimentata dalla “sinistra”, ben rappresentata dalla CGIL.

Tra la politica antioperaia del centrosinistra e quella di Berlusconi, il padronato ha scelto la seconda. Gli industriali e la maggior parte dei ceti professionali e commerciali si identificano in Berlusconi, la sua politica è la loro politica. Su questo punto non ci sono contraddizioni, sono super uniti. Per difenderci da questa gente, dobbiamo capire che in questo sistema economico non è possibile una Finanziaria che salvaguardi gli operai. Rigore, sviluppo ed equità richiesti a gran voce oggi dalla CGIL, in concreto significano, come è già avvenuto con i precedenti governi di centrosinistra, appoggiati dalla CGIL, più tagli alle spese sociali, più soldi regalati ai padroni, meno salari agli operai.

Operai

Con la crisi economica che peggiora i calci in bocca aumenteranno. Loro sono organizzati e costruiscono le barricate per difendere i propri privilegi. Noi cosa facciamo?
Cominciamo seriamente ad organizzarci o continuiamo a passeggiare con Epifani guardando ai Fassino, ai Rutelli e ai “centro sinistri” vari con la loro inutile opposizione?