comunicato della Rete italiana per il disarmo, 5 marzo 2006
Un tipico esempio di triangolazione che coinvolge la Beretta, una delle
ditte produttrici di pistole piu' conosciute al mondo, sulla quale il Governo
sembra intenzionato a mettere tutto a tacere. Chiediamo che la Procura
di Brescia possa concludere senza impedimenti l'inchiesta riguardante le
armi della ditta bresciana sequestrate alla guerriglia in Iraq e che il
prossimo Governo giunga al piu' presto ad una legislazione rigorosa sull'esportazione
di armi leggere anche per corpi di polizia, ad uso sportivo e civile e
sugli intermediari del settore". Cosi' la Rete italiana per il disarmo
commenta le anticipazioni alla stampa del numero del settimanale "L'Espresso"
in edicola.
Dall'inchiesta dell'"Espresso" si apprende che le pistole Beretta ritrovate
dal contingente statunitense nei depositi della guerriglia irachena provengono
proprio dalla famosa ditta di Gardone Valtrompia che le avrebbe vendute
alla "Super Vision International ltd", una sigla inglese sconosciuta. La
Procura di Brescia sta indagando sulla vicenda, ma una norma inserita dal
Governo nel recente decreto sulle Olimpiadi di Torino potrebbe cancellare
l'inchiesta, salvando cosi' l'azienda guidata da Ugo Gussalli Beretta,
amico personale del premier Berlusconi e della famiglia Bush.
"Questa vicenda dimostra ancora una volta le falle sui controlli del
nostro Paese all'esportazione di armi leggere" - commenta la Rete italiana
per il disarmo. Nel febbraio 2003 il Ministero dell'Interno infatti aveva
ceduto alla fabbrica bresciana 44.926 pistole Beretta 92S che la ditta
di Gardone Valtrompia ha risistemato nonostante dal 2002 non avesse piu'
la licenza per riparare armi e, per aggirare le richieste di chiarimenti
del Ministero dell'Interno, l'azienda bresciana ha chiesto e ottenuto dalla
prefettura di Brescia il permesso di vendere parte delle armi ad una celebre
ditta britannica, ma di fatto tutte le pistole erano gia' state pagate
da un'altra ditta: la sconosciuta "Super Vision International ltd". Nel
febbraio scorso la Beretta aveva affermato di voler collaborare "nella
massima trasparenza" con la Procura di Brescia per quanto riguarda l'indagine
in corso sulle armi dell'azienda ritrovate in Iraq.
"Chiediamo al mondo politico e all'informazione di tenere alta l'attenzione
sulla vicenda affinche' l'indagine non venga messa a tacere e si giunga
presto a individuare i responsabili" - conclude il comunicato della Rete
italiana per il disarmo. "Siamo inoltre esterrefatti che un Decreto sulle
Olimpiadi possa essere usato per intervenire su una normativa cosi'
delicata come quella del commercio delle armi".
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L'articolo de "L'Espresso" puo' essere consultato nel sito www.espressonline.it
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