di Stefano Agnoletto (dal Canada), "Lavori in corso" N. 220, febbraio 2011
Quella che segue è una riflessione inviatami da mio fratello
dal Canada dove sta svolgendo un dottorato universitario. Ho pensato utile
farla circolare. Talvolta la distanza aiuta a vedere gli avvenimenti in
un'ottica almeno parzialmente differente. Mi sembra una riflessione utile
e stimolante.
Vittorio Agnoletto
Care amiche e cari amici,
questo è uno sfogo. Penso che alcuni di voi non lo apprezzeranno,
forse non saranno d'accordo, comunque aspetto le vostre reazioni. Ricominciamo
a parlare! Sono preoccupato. Fa impressione vedere le prime pagine dei
giornali italiani pieni di gossip su Rubi, di appelli a manifestazioni
progiudici lanciate da conduttori televisivi, di rivolte scandalizzate
contro le nottate del premier. Tutto ciò mi deprime. E mi fa incazzare.
Sembra che il mondo inizi e finisca con la cacciata di Berlusconi.
Sembra che i Montezemolo, le Marcegaglia o i Marchionne siano meglio.
Balle! Forse, la verità è che questi signori non hanno più
bisogno di Berlusconi, è diventato ingombrante, perché con
lui le "riforme", che questi stessi signori vogliono, è difficile
farle, perché Silvio ha altre priorità (salvarsi dai processi).
E adesso il Berlusconi disperato le promette queste famose "riforme"
per farsi riaccettare da qualche salotto buono (le nuove proposte su tasse,
liberalizzazioni, ecc.). E cosa rispondono alcuni nostri alleati nella
lotta contro l'Unico Gran Nemico (il nano maledetto)? Che il problema è
che le riforme in realtà non le farà ... non che quelle riforme
sono sbagliate! Ma quali sono queste famose "riforme", che anche Repubblica
chiede a gran voce? Liberalizzare il mercato del lavoro, privatizzare
i servizi, tagliare le tasse a grandi imprese e ai più ricchi,
ridurre il welfare pubblico. Queste "riforme" Berlusconi non è stato
in grado di farle in tutti questi anni. Mentre la "destra onesta" e la
"sinistra moderata" le stanno applicando in mezza Europa. Sono le politiche
di austerità che vengono imposte per "uscire" dalla crisi, quella
stessa crisi che la loro ideologia neoliberista ha creato.
Ma avete chiaro cosa stanno facendo negli altri paesi d'Europa, quelli
senza il "caso" Berlusconi? Avete chiaro cosa l'Unione Europea ha imposto
per esempio in Grecia o in Irlanda? Licenziamenti di massa, tagli agli
stipendi e alle pensioni di milioni di persone, privatizzazioni, tagli
al welfare state.
Le politiche di austerità che stanno attraversando l'Europa
sono durissime. E le fanno senza Berlusconi, e non ci sono giudici o tribunali
a fermarle. E in Italia: avete chiaro che l'onesto Fini è favorevole
alla riforma Gelmini? La stessa riforma che la "brava" Marcegaglia ha "preteso"
dal governo.
E' possibile che il giorno dello sciopero della Fiom contro l'accordo
in Fiat, con migliaia di persone nelle piazze di tutta Italia, il sito
di Repubblica desse più spazio all'ennesimo appello per una manifestazione
a sostegno dei giudici? Il giorno che non ci sarà più Berlusconi
(non è eterno) cosa ne faremo di questo anti-berlusconismo ad personam?
Incapace di vedere che c'è una destra da combattere, sia essa guidata
da Berlusconi o da altri. Che non capisce che non è con i processi
che possiamo costruire un Paese migliore.
Intendiamoci, è giusto e sacrosanto che Berlusconi venga processato,
ma questa non può essere la priorità dell'opposizione, sicuramente
non può essere la priorità della sinistra. Quanti di voi
amici avete perso il posto di lavoro? Quanti di voi hanno lo stipendio
ridotto? Quanti di voi hanno contratti precari? Quanti sono incazzati perché
pagano un sacco di tasse mentre molti evadono o pagano pochissimo sulle
rendite finanziarie? Ma tutto questo è colpa solo di Berlusconi?
Che dicono Fini,
Casini, Bersani sulla precarizzazione? Sulle politiche di austerità
che l'Unione Europea sta imponendo a mezza Europa? Oltre a chiedere processi,
cosa chiediamo? Il mondo sta esplodendo, anche vicino all'Italia: Tunisia,
Egitto, Albania. Le televisioni canadesi spiegano le origini delle rivolte
in Nord Africa con i dati impressionanti sull'aumento del costo dei beni
di prima necessità avvenuto in questi mesi in conseguenza della
crisi economica. Spiegano i disastri di anni di politiche neoliberiste
che hanno portato alla fame interi popoli. L'effetto della crisi in Africa
è devastante. Le stesse cose che 10 anni fa diceva il movimento
no-global a Genova. Quel movimento che da noi è stato spazzato via,
presentato come un gruppo di spacca-vetrine, ma che fuori dall'Italia è
andato anche al Governo proprio in reazione alle politiche neo-liberiste.
Pensate al Sud America: Bolivia, Uruguay, Venezuela, Brasile, ecc. (a proposito
vi ricordate dove era Fini a Genova? vi ricordate il
suo ruolo?).
Ho appena finito di vedere un programma sulla CBC (la RAI canadese,
la loro tv pubblica). Il concetto che veniva dibattuto esplicitamente era:
in Egitto è la stessa battaglia che ci fu a Seattle, contro il neoliberismo,
contro la fame. Sembra che ci sia un velo disteso sull'Italia. Un velo
fondato su berlusconismo e anti-berlusconismo. Un velo che racconta la
Tunisia come una protesta contro il despota Ben Ali, l'Egitto come una
protesta contro il despota Mubarak, l'Albania contro il despota Berisha,
ecc. E così in Italia abbiamo il despota Berlusconi ... Senza far
vedere che tutte queste rivolte sono la conseguenza della crisi economica,
del fallimento del neo-liberismo. Come ha detto la settimana scorsa un
preoccupatissimo rappresentante del Fondo Monetario Internazionale, dobbiamo
aspettarci decine di queste rivolte per fame nei prossimi mesi.
E cosa dice la sinistra su tutto ciò? Che in Italia bisogna
cacciare Berlusconi, con un accordo di liberazione nazionale per fare le
"riforme". E in Europa che dice la sinistra? Che per la crisi l'unica ricetta
è ancora più liberismo e mercato. Forse dobbiamo iniziare
a perdere meno tempo a denunciare le malefatte di Berlusconi e dobbiamo
ricominciare, collettivamente, a ricostruire la sinistra.
Perché se non siamo capaci di mettere in campo una risposta,
lasciamo lo spazio alla Lega in Italia e al fondamentalismo religioso in
tanti altri paesi.
La crisi sta picchiando duro, e l'unica risposta data in Europa dalla
destra e dalla sinistra moderata è stata più neo-liberismo.
L'unica alternativa che sembra esserci è il razzismo leghista o
il fondamentalismo islamico disperato. Al popolo in rivolta in Egitto contro
un dittatore che è stato allevato e abbondantemente finanziato dagli
USA cosa proponiamo come alternativa? La democrazia degli USA? Temo che
in questo caso i fondamentalisti islamici risulteranno più convincenti.
Mettiamo in campo idee di sinistra, cioè di giustizia sociale:
più welfare; meno precarietà; meno tasse su lavoro e piccole
imprese e più tasse su patrimoni e rendite finanziarie. Riapriamo
una grande battaglia per alzare i salari (i bassi salari dovrebbero scandalizzarci
almeno quanto le nottate di Berlusconi). Mi ricordo nel 1992 quando litigavo
con molti di voi. Io, davanti a Mani Pulite, ero spaventato: mai nella
storia una rivoluzione giudiziaria ha prodotto un avanzamento della democrazia.
E infatti, dopo Craxi e la DC ci siamo beccati vent'anni di berlusconismo.
Questa volta temo la stessa cosa. Cacciare Berlusconi a causa di Rubi e
non perché è di destra temo porterà disastri ....Quindi
cacciamolo Berlusconi, ma anche perché è d'accordo con Marchionne
e Marcegaglia su liberalizzare il mercato del lavoro, non solo perché
fa i festini a luci rosse. In caso contrario, se cadesse Berlusconi perché
fa i festini, ci troveremo per paradosso una destra più forte, perché
non dovrà sfidare l'antiberlusconismo diffuso e non dovrà
fare i conti con le follie del Capo. Cosa ne pensate?