VOGLIO IL PIANETA PIÙ IL 5%
(Capitolo II)
di Larry Hannigan
Amici, estranei ed anche nemici avevano bisogno di fondi per fare i loro affari e Fabian prestava loro il denaro necessario, semplicemente scrivendo pezzi di carta, di valore molte volte maggiore dell’oro che era depositato in cassaforte, di cui, tra l’altro, non era nemmeno proprietario. Tutto andava per il meglio, i veri proprietari non richiedevano di ritirare il proprio oro e la fiducia della gente nel sistema cresceva.
Fabian teneva un libro dei debiti e dei crediti di ogni cliente, il business dei prestiti si stava dimostrando davvero redditizio. La sua posizione sociale nella comunità si elevava velocemente quanto le sue ricchezze. Stava diventando un uomo importante, esigeva rispetto. La sua parola era quasi sacra.
Gli orafi delle città vicine si incuriosirono delle sue attività, così un giorno vennero a fargli visita. Fabian raccontò loro cosa stava facendo e spiegò il suo progetto nei minimi particolari, ma si fece giurare dai visitatori di non divulgare quanto avevano sentito. Questo doveva rimanere un segreto fra loro. Se il suo piano fosse stato scoperto sarebbe fallito tutto il sistema.
Gli orafi accettarono e fondarono un’alleanza segreta. Ognuno tornò nella propria città ed iniziò ad operare come Fabian aveva insegnato.
Adesso la gente aveva accettato le ricevute come beni, come l’oro stesso e molte ricevute furono depositate in custodia, con le stesse procedure utilizzate per l’oro. Quando, per esempio, un mercante voleva pagare dei viveri ad un altro mercante, scriveva semplicemente una breve nota con la quale diceva a Fabian di trasferire denaro dal suo conto a quello dell’altro. A Fabian bastavano pochi minuti per registrare i dati.
Questo nuovo sistema diventò molto comodo e popolare e le note di istruzione furono chiamate “assegni”.
Un po’ di tempo dopo, una notte, molto tardi, gli orafi si organizzarono per un altro incontro e Fabian rivelò loro un segreto. Il giorno seguente gli orafi si riunirono con tutti i governanti e Fabian cominciò: "La prima cosa che vi voglio dire è che le ricevute che noi emettiamo sono diventate importanti e molto conosciute. Senza dubbio molti di voi le stanno utilizzando e le trovano convenienti". I governatori annuirono e domandarono quale fosse allora il problema. Fabian continuò: "Il problema è che alcune ricevute sono state copiate da falsari e bisogna mettere fine a questa pratica".
I governatori si allarmarono "Cosa possiamo fare?" domandarono ai presenti. Fabian, a quel punto rispose: "la mia proposta è questa: prima di tutto bisogna regolamentare che sia compito del Governo stampare nuove note su una carta speciale, con dei disegni complessi ed intricati e che ogni nota di banco sia firmata dal capo del Governo. Noi orafi ci impegniamo a pagare i costi di stampa, che però ci faranno risparmiare il tempo di scrittura delle ricevute". I governatori, convinti della soluzione, risposero: "Bene, sarà compito nostro proteggere la gente dai falsari, la proposta sembra una buona idea". E così accettarono di stampare le note di banco o “banconote”.
Fabian, poi, continuò: "La seconda cosa che vi voglio dire è che ci sono persone che stanno facendo le proprie monete d’oro. Suggerisco che voi promuoviate una legge secondo la quale ognuno che trovi dell’oro sia obbligato a depositarlo nella mia cassaforte. L’oro depositato verrà ripagato con banconote e monete".
L’idea suonava bene ai governanti e senza troppe esitazioni, il Governo diede il via allo stampaggio di una grande quantità di nuove banconote. Ognuna di esse portava il proprio valore stampato su di se, per esempio 1$, 5$, 10$ e così via. I costi irrisori di stampa, come d’accordo, venivano pagati dagli orafi.
Le banconote erano facili da trasportare e ben presto furono accettate da tutta la gente. Però, malgrado la loro popolarità, le nuove banconote venivano usate solo per il 10% degli scambi. I dati mostravano che gli assegni coprivano il 90% delle transazioni.
La parte successiva del suo piano cominciava. Fino ad ora la gente pagava a Fabian per custodire i propri soldi. Allora, Fabian, per attrarre più soldi nella sua cassaforte, cominciò ad offrire il 3% di interesse sui depositi.
Solo in pochi cominciarono a dubitare e a pensare che lui prestasse il loro denaro ad altri per trarne profitto. La stragrande maggioranza della gente, invece, considerò che prendere il 3% sarebbe stato certamente più conveniente che pagare, per tenere custodito il proprio denaro.
Il volume dei risparmi crebbe a dismisura, e col denaro in più, Fabian, fu in grado di prestare molti soldi, anche fino a nove volte quelli custoditi in cassaforte. Doveva stare molto attento però: non doveva in nessun modo superare la proporzione di 1:9, perché un cliente su dieci, in media, veniva a ritirare le banconote per utilizzarle.
Se un cliente si fosse presentato per ritirare il denaro e avesse scoperto che in cassaforte non era disponibile la cifra che veniva riportata sul suo libretto dei depositi, la gente sarebbe diventata sospettosa. Inoltre, forte della proporzione di 1:9 da lui sperimentata, dato un prestito di 900$ che Fabian erogava attraverso note da lui sottoscritte o “assegni”, riusciva a percepire fino a 45$ di interesse, ossia il 5% di 900$. Quando il prestito veniva ripagato, assieme all’interesse, ovvero 945$, i 900$ venivano cancellati dalla colonna dei debiti e Fabian si teneva i 45$ di interesse. Lui pagava il 3% a chi gli aveva effettivamente depositato i 100$ in cassaforte, quindi 3$, e in cambio, inventandosene 900, ne guadagnava 45, con un netto di 42$, mentre la gente pensava che guadagnasse solo 2$.
Gli altri orafi,intanto, facevano la stessa cosa. Creavano denaro dal nulla con un semplice tratto di penna, e si facevano pagare gli interessi.
In realtà, Fabian e gli altri orafi, non coniavano moneta, perché era il governo che le stampava insieme alle note, poi le dava a loro per distribuirle. La sola, minima spesa a loro sostenuta era quella di tipografia. Gli orafi creavano crediti dal nulla e su questi ci guadagnavano forti interessi (signoraggio).
La maggior parte della gente credeva che la fornitura di denaro fosse un’operazione governativa. Essi pensavano che Fabian prestasse loro i soldi effettivamente depositati da qualcun altro. La cosa strana era che nessun deposito diminuiva, nonostante venissero fatti i prestiti.
Se tutti avessero richiesto contemporaneamente il ritiro dei propri soldi, la frode sarebbe venuta a galla.
(2 - continua)
(31 Luglio 2011)
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