A volte ritornano.
In realtà era un ritorno quasi scontato ormai quello di TAV e del consorzio Cociv sulla scena del terzo valico genovese, dopo che il ministro Pietro Lunardi aveva ripetutamente annunciato la volontà di riaffidare ai vecchi consorzi la costruzione delle tratte delle linee ad alta velocità (o ad alta capacità secondo la definizione più recente) non ancora iniziate.
E adesso alle parole seguono i primi fatti.
Nel disegno di legge sulle infrastrutture collegato alla legge finanziaria e approvato dal consiglio dei ministri il 15 novembre scorso infatti si cancella la norma varata dal Parlamento nella scorsa legislatura che rescindeva per le linee ad alta velocità non ancora avviate i contratti stipulati dalle ferrovie con TAV.
Contratti siglati a trattativa privata alla fine del '92 proprio pochi giorni prima che entrasse a normativa europea che prescrive il ricorso alle gare di appalto.
La rescissione riguardava soltanto le tratte per le quali non erano ancora iniziati i lavori e, fra queste, c'era appunto al linea Genova – Milano di cui il Terzo Valico rappresenta di fatto uno stralcio.
Adesso il ritorno sulla scena di Tav come "general contractor" anche per le tratte non ancora cantierate, apre la strada al rientro in attività del discusso consorzio Cociv, concessionario dei lavori per la linea Genova – Milano.
Il disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri dovrà seguire l'iter parlamentare per la sua definitiva approvazione ma, visto che nella maggioranza di centro destra non dovrebbero esserci opposizioni su questo punto, è probabile che non sia modificato in questa parte anche se resta da vedere come si potrà conciliare con la normativa europea.
Il ministro Lunari e altri esponenti del governo hanno motivato la scelta di ripristinare i vecchi contratti con la volontà di accelerare i tempi per la realizzazione di queste opere evitando le gare.
Ma la decisione sta già suscitando dure prese di posizione da parte degli ambientalisti che si erano battuti da anni per la rescissione dei contratti con Tav e Cociv in nome di un criterio di trasparenza e di una logica di risparmio.
La senatrice Anna Donati ha già preannunciato a nome dei verdi una dura opposizione in Parlamento e un ricorso all'autorità Antitrust e a quella per i Lavori Pubblici per segnalare la "palese violazione delle norme italiane e europee" nel settore degli appalti.
Antonio Bruno, vice presidente del Consiglio Comunale ed esponente di Sinistra Verde nel gruppo di Rifondazione Comunista giudica "un atto gravissimo" la decisione del governo "che – accusa- ha sviluppato un'operazione da Prima Repubblica risuscitando un consorzio fortemente chiacchierato, che ha avuto in concessione l'opera senza uno straccio di gara, in regime di perfetto monopolio.".
Secondo Bruno è "incredibile che Cociv possa ricandidarsi alla costruzione della linea ad alta velocità Genova Milano dopo che ha prodotto un progetto da buttare e soprattutto senza alcuna giustificazione economica e trasportistica. Evidentemente – aggiunge – questa destra vuole combattere i monopoli solo nei settori sociali mentre affida a trattativa privata le grandi opere.".
E questo è solo il primo atto di uno scontro che avrà sicuramente altre puntate.
Annamaria Coluccia