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- TERRA BRUCIATA - * - 24 aprile 2002 -
CINQUE NUOVE CENTRALI ? NO GRAZIE !
[ testo con n.d.r. ]

Giovedì 4 aprile è stata indetta dal sindaco di Sale una riunione dedicata al tema delle centrali termoelettriche, riunione che ci è parsa poco pubblicizzata e non accompagnata da inviti pubblici, tanto che le persone presenti erano decisamente poche. Quello che ci interessa rimarcare è, però, l'intervento della senatrice Boldi che ha sostenuto tesi che francamente non condividiamo, quali:

1 - è necessario costruire nuove centrali altrimenti si rischia il black out;

2 - il decreto Sblocca-centrali pone rimedio a tutto;

3 - le centrali nella nostra zona saranno "solamente" due;

4 - per le centrali di Sannazzaro e Voghera non c'è più nulla da fare;

5 - il parere del Comune coinvolto è determinante;

6 - potranno esprimere il loro parere anche i Comuni limitrofi.



Vediamo di rispondere in modo argomentato
    [n.d.r.]
1 - [ è necessario costruire nuove centrali altrimenti si rischia il black out ]
L'Italia ha una capacità produttiva di 75.900 megawatt mentre la domanda di punta più elevata, registrata nella giornata di martedì 11 dicembre 2001 alle ore 17, è stata di 53.300 megawatt.
Questa capacità calcolata come rapporto tra margine di riserva e domanda di punta in Italia è pari al 53%, contro il 38% della Germania e il 50% della Spagna.
E' vero che la capacità installata non rappresenta un indice del tutto certo della effettiva disponibilità poichè ci sono dei limiti fisici della rete di trasmissione in determinati momenti e in determinati punti del sistema di trasporto elettrico.
Il che conferma che non esiste un problema di produzione elettrica, casomai di trasporto e di distribuzione.
E' altrettanto vero che gli impianti collegati con la caduta d'acqua in questi ultimi tempi sono a produzione limitata vista la secca dei bacini idrici.
Tuttavia è dimostrato che il margine di sicurezza è, tenendo conto di tutti gli elementi negativi, ancora superiore al 20%.
In poche parole il nostro sistema ha dato dimostrazione di affidabilità e sicurezza fornendo a tutti energia elettrica senza rischio di entrare in blocco come nella liberista [?] California.
Va aggiunto che l'ampia capacità di interconnessione con i paesi vicini contribuisce ad elevare il margine di sicurezza.
I collegamenti ad alta tensione con Austria, Slovenia, Svizzera e Francia ci offrono, qualora necessitasse, una ulteriore capacità di 6.000 megawatt.
Per queste ragioni riconfermiamo che la premessa del decreto [dello Stato] Sblocca-centrali non è basata su dati oggettivi, ma è tesa a produrre un'idea allarmistica della situazione al fine di giustificare il provvedimento stesso.
Sono convinto che, anzichè costruire ex-novo e creare mille nuovi problemi, occorrerebbe anzitutto affrontare la questione del consumo energetico e delle sue conseguenze sull'ambiente; sviluppare un progetto di potenziamento delle fonti rinnovabili, considerare la ristrutturazione, il risanamento e il rilancio dei siti già esistenti.
    [n.d.r.]
2 - [ il decreto Sblocca-centrali pone rimedio a tutto ]
Nel collegato alla Legge Finanziaria il Governo [lo Stato] ha inserito un articolo nel quale la costruzione delle grandi centrali viene definita come opera di pubblica utilità [per gli amici] e quindi, secondo la legge-obiettivo, vengono sospesi i diritti dei cittadini [dei sudditi] e delle loro istituzioni locali.
In tal modo si spiana la strada alla liberalizzazione del mercato elettrico e alla privatizzazione dell'ENEL, trasformando un bene e un servizio indispensabili per la vita e le attività economiche del paese in un oggetto del mercato per far fare soldi ai privati. [leggi: privati = amici degli amici]
Con la liberalizzazione del mercato elettrico [in Italia] più nessuno si occupa di capire quanto sarà in futuro il bisogno elettrico, quali saranno i risparmi derivabili da innovazioni tecnologiche o dalle fonti rinnovabili.
[ L'autorizzazione alla costruzione delle nuove centrali la dà lo Stato.  Chiamare "liberalizzazione" una spartizione equa e solidale del genere è di una coerenza molto italiana ]
[ vedi: è necessario costruire nuove centrali altrimenti si rischia il black out ]

Nessuno più si preoccupa di indicare dove sono le aree del paese che necessitano di nuovi insediamenti di produzione elettrica , quanto ridurre la nostra dipendenza dall'estero e quanto ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera secondo i dati definiti a Kioto.
[Con mamma Stato invece ... ...]

3 - [ le centrali nella nostra zona saranno "solamente" due ]
La richiesta di nuove centrali vede un elenco di ben 646 domande per complessivi nuovi 120.000 megawatt; 137 di queste hanno già avviato l'iter amministrativo e 4 lo hanno già concluso, comprese le centrali di Voghera e quella enorme di Sannazzaro.
Ventidue hanno la valutazione di impatto in corso e fra queste vi è la centrale di Casei.
Fra i progetti (poco più di un centinaio) in fase preliminare vi sono l'Ansaldo di Spinetta Marengo (1030 megawatt come Sannazzaro) e la Electrabel di Novi Ligure di potenza non ancora precisata.
Quindi sono cinque le centrali in pista e in buona posizione di partenza, per una potenzialità di circa 3500 megawatt (un quinto di tutto ciò che il Governo [lo Stato] richiede):

4 - [ per le centrali di Sannazzaro e Voghera non c'è più nulla da fare ]
Nessun emendamento che ci riguardi è passato nella legge Sbloccacentrali, a parte due. Uno di questi recita. " Nel caso di impianti ubicati nei territori di Comuni adiacenti ad altre Regioni, queste ultime sono comunque sentite nell'ambito della procedura VIA". Per questo motivo la centrale di Casei, confinante con le piemontesi Molino, Alzano e Castelnuovo, si è fermata e deve chiedere il parere della Regione Piemonte: La stessa cosa dovrebbe fare anche la centrale di Voghera (confinante con Pontecurone), anche se ovviamente ciò non vuol dire che alla fine non si giunga alla stessa conclusione. Per Sannazzaro è un altro discorso visto che non ha alcun rapporto di confine amministrativo con il Piemonte.

5 - [ il parere del Comune coinvolto è determinante ]
Il secondo emendamento sostiene che "per il rilascio delle autorizzazioni è fatto obbligo della richiesta di parere motivato al Comune e alla Provincia nel cui territorio ricadono gli impianti".
Il che non vuol affatto dire che il loro parere sia vincolante. Per le tre centrali lombarde, singolarmente, i tre Comuni coinvolti, la Provincia di Pavia e la Regione Lombardia si sono espressi positivamente, ma le nuove norme non stabiliscono che in caso di un parere negativo salti tutto.

6 - [ potranno esprimere il loro parere anche i Comuni limitrofi ]
I Comuni limitrofi non hanno alcuna voce in capitolo. Se appartengono alla stessa Regione in cui si trova la centrale possono chiedere alla Provincia e alla Regione di far loro da portavoce; se, invece, appartengono ad un'altra Regione, solo quest'ultima parteciperà alla Conferenza dei Servizi, ma senza possibilità di veto.

Antonello Brunetti
[ testo con n.d.r. ]


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