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- Testo originale a: http://www.comitatiscrivia.it/rifiuti06.htm
30 maggio 2003
SUL BANCO DEGLI IMPUTATI: Solidarietà a Giulio Armano
Il passa parola fra gli amici di Giulio Armano e l'adesione di ben trenta sigle
di associazioni ambientaliste, di gruppi di cittadini, di Comitati e di forze
politiche hanno fatto sì che la piazza del mercato di Bosco Marengo
fosse stracolma. Sono affluite centinaia di persone da Arquata, dalla Val Lemme,
da Gavi, da Novi, da Tortona, da Alessandria, dalla Fraschetta, da Castelnuovo
Scrivia.
E tutto ciò con vari obiettivi, ma, primo fra tutti, attestare che Armano
non è solo nella battaglia ambientalista che sta conducendo nel suo paese
e nella riaffermazione del diritto di ogni vero cittadino di dissentire e di
manifestare apertamente e legalmente le proprie opinioni.
Nel corso della serata sono state apposte circa trecento firme di solidarietà
sui fogli appositi.
L'assemblea è stata coordinata da Giorgio Gatti di Tortona e sul "Banco
degli imputati" erano presenti Armano, Luigi Traverso della Val Lemme,
Andrea Guenna di Alessandria, Antonello Brunetti - Giovanni Aldegheri - Giuseppe
Stella (tre dei quattro citati a giudizio per la vicenda dello smaltitore e
della centrale di Casei).
Dopo le relazioni di partenza di Gatti, Traverso, Armano e Brunetti è
stato un succedersi di attestati di solidarietà e di analisi sulla situazione
ambientale in Provincia di Alessandria e in generale in Italia.
Sono intervenuti Rocco Papandrea consigliere regionale di Rifondazione, il giornalista
Andrea Guenna, Wanda Bonardo responsabile piemontese di Legambiente, Bartolomeo
Bisio di Voltaggio, Lino Balza di Medicina democratica, Luca Robotti del partito
dei comunisti, Cristina Abrarmi della Federazione dei verdi, Bina, Benvenuti
e altri.
La conclusione è toccata a Flavio Speranza che, fra considerazioni assai
incisive, ha inserito la "provocazione" di far notare l'assenza in
questo frangente del presidente della Provincia che, come tale, dovrebbe essere
al fianco dei suoi cittadini migliori, ossia di quelli che rischiano di persona
per tutelare il territorio alessandrino di cui lui è il primo responsabile.
Una serata ricchissima di spunti e prossimamente, se ci giungeranno, allegheremo
copia scritta di qualche intervento.
Per ora abbiamo a disposizione solo l'intervento di Antonello Brunetti, del
Gruppo ambiente di Castelnuovo Scrivia, dal quale ricaviamo qualche passo.
La prima cosa che mi viene in mente dopo aver ascoltato il racconto di
Giulio, ve lo confesso, è il cercare di capire il comportamento del sindaco
di Bosco. Non lo conosco affatto e me lo immagino, come tutti i sindaci di paese,
sorridente e alla mano.
Invece qui, dal racconto fatto, emerge qualcosa che non riesco a capire.
Mi viene anzitutto istintivo chiedermi che cosa diavolo avrebbe dovuto fare
e dire Armano per non incappare nelle ire del proprio primo cittadino. Forse
se tu, Giulio, anziché scrivere che Bosco è un paese malato, forse
se tu avessi usato un altro aggettivo, ad esempio un paese raffreddato o un
paese indisposto, forse te la saresti cavata.
Ma torniamo seri.
Qui si spara contro la finestra di una persona che, per di più, è
anche un consigliere comunale che sta sostenendo una battaglia su questioni
che interessano la comunità boschese.
Dovrebbe giungergli subito la solidarietà del primo cittadino, del Consiglio
comunale, di tutte le forze politiche, delle personalità rappresentative
del paese, di tutta la cittadinanza.
E invece nulla, silenzio. E allora un cittadino qualunque, certo Armano Giulio,
prende carta e penna e dichiara la propria solidarietà, o meglio la grida.
Non bada al perché della fucilata, non fa alcuna dietrologia, non imita
Sherloch Holmes, non tira fuori nomi, non cerca colpevoli: vuole solo dichiarare
la sua profonda vergogna, l'umiliazione, l'amarezza per il silenzio del suo
paese, del paese in cui vive, del paese che ama.
Giulio vuole soltanto stringere con un abbraccio solidale la vittima, chiunque
essa sia, e dichiarare ad alta voce che la prepotenza e l'arroganza vincono
se la risposta agli atti di violenza è il defilarsi collettivo, il far
finta di non vedere.
Non ha importanza se il consigliere è suo amico o se la pensa come lui;
importante è che ognuno di noi possa pensare e agire come ritiene opportuno,
ovviamente nel rispetto delle leggi, anche se, magari, le sue idee non corrispondono
con le nostre.
A esplicitare meglio questo concetto della solidarietà senza se e senza
ma, vorrei citarvi una brevissima poesia
ESSI VENNERO
Essi vennero contro i comunisti
e io nulla obiettai, perché non ero comunista
Essi vennero contro i socialisti
e io nulla obiettai, perché non ero socialista
Essi vennero contro i dirigenti sindacali
e io nulla obiettai, perché non ero un dirigente sindacale
Essi vennero contro gli ebrei
e io nulla obiettai, perché non ero ebreo
Essi vennero contro di me
e non c'era rimasto nessuno a obiettare.
Ebbene Giulio con l'articolo "il paese malato" ha ribadito a modo
suo la stessa condanna dell'indifferenza.
Ogni paese ha degli scheletri negli armadi, nessuno escluso, a cominciare da
quello in cui io vivo. Lungi da me l'intenzione di colpevolizzare Bosco. Sono,
però, convinto che doveva essere anzitutto compito del primo cittadino
prendere per le orecchie la propria comunità, rampognarla e poi insegnarle
che essere un paese sano vuol dire farsi carico dei problemi collettivi e anche
di quelli singoli quando richiedono l'apporto di tutti per essere risolti.
E' ovvio che sono al fianco di Giulio, come lo sono stato con quelli della Val
Lemme e come lo era stato Giulio quando toccò a me essere denunciato.
Non voglio entrare in particolari poiché molti di voi già conoscono
la vicenda dello Smaltitore di Casei e delle cinque centrali termoelettriche.
Il problema non è quello di capire e di elencare chi sono gli attentatori
della salute pubblica, i fautori della cementificazione selvaggia, gli Attila
dell'ambiente - dell'agricoltura e del minimo necessario per conservare un livello
di vivibilità da offrire ai nostri figli e per poter intravedere una
possibilità di futuro amico, come lo definiva Alessandro
Langer.
Il problema di questa sera è a mio avviso un altro che voglio sintetizzare
con una domanda:
ESISTONO ANCORA IL DIRITTO AL DISSENSO
E LA POSSIBILITA' DI AVERE UN OPINIONE DISCORDE RISPETTO
AI POTERI FORTI DELLA POLITICA E DELLA ECONOMIA ?
Io sono convinto di sì, anche perché la storia dell'evoluzione
sociale, economica, religiosa, politica, morale e tecnica è stata fatta
da persone che andavano controcorrente.
Alla lunga il senso di dignità che ognuno di noi ha in sè, magari
a dormicchiare da qualche parte, prima o poi riaffiora ed eccoci questa sera
a Bosco, intorno a Giulio, non più solo e con unico mezzo di lotta un
articolo da scrivere in solitudine, ma qui con noi, circondato da tutti noi,
con l'impegno preciso che su questi temi ambientali e su tutti quelli in cui
crediamo non ci faremo mai mettere il bavaglio in bocca e la mordacchia al cervello.
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