Entro il mese di aprile il Senato verrà chiamato, nel contesto di una legge più ampia, a ratificare una decisione assunta a marzo dai deputati: la "revoca della revoca" della concessione al CO.CIV per la progettazione e costruzione della linea ad Alta Velocità Milano-Genova.
In sintesi: nel contesto della Finanziaria 2001, tramite l'emendamento 131, era stata tolta al CO.CIV la funzione di general contractor per il Supertreno MI-GE; questa revoca è stata annullata con il Collegato 6 della Finanziaria 2002; la Camera dei Deputati l'ha approvato e ora il Senato dovrebbe riaffidare ai gruppi di potere economico l'incarico di gestire le grandi opere che si erano autoassegnate prima di Tangentopoli.
Ma non si tratta solo di questa vicenda.
Ricordate i segni sulla carta d'Italia tracciati da Berlusconi per indicare i progetti cementificatori, ad uso e consumo delle TV?
Ora la controriforma voluta dal governo nel comparto dei lavori pubblici e della tutela del territorio e dell'ambiente è stata avviata e condizionerà il nostro futuro.
Si sta cercando di smantellare l'insieme di norme e di regole che negli ultimi 20 anni avevano cercato di districare la matassa di quella commistione di interessi pubblici e privati che è stata il terreno di coltura di Tangentopoli.
Bene ha fatto quindi la senatrice Anna Donati, da sempre impegnata sui temi dei trasporti, a segnalare come il ministro Lunardi abbia un disegno che tende ad avvolgere in una nebbia oscura i rapporti fra lo Stato e il privato progettista-realizzatore-gestore.
Ci auguriamo fortemente che la destrutturazione delle norme non passi sotto silenzio e si ribellino tutti coloro che, nella maggioranza o all'opposizione in Parlamento, hanno creduto che in questo settore fossero necessarie la certezza delle regole, la distinzione fra i ruoli e la trasparenza dei rapporti.
A giudicare da quanto avvenuto alla Camera dei Deputati, la maggioranza pare compatta nel voler affidare l'Italia ai tanti Attila che hanno il potere economico, e l'Ulivo, per la sua parte, non ha fatto un'opposizione incisiva.
Con l'approvazione della legge-obiettivo relativa alle infrastrutture abbiamo assistito in pochissimo tempo, e senza tanto clamore, allo smantellamento di punti cruciali della legge Merloni, che è stata sinora un importante presidio contro i vizi del passato.
Ci auguriamo davvero che al Senato vada diversamente e che nella maggioranza e nell'opposizione ci sia chi troverà il coraggio di contrastare con la forza necessaria un disegno dirigistico che fa strame di qualsiasi autonoma valutazione tecnica sulla reale fattibilità e utilità delle opere, facendo coincidere l'interesse pubblico con quello dei grandi gruppi privati.
Questi cosiddetti "progetti strategici" verranno finanziati dalla Cassa Depositi e prestiti e dalle Fondazioni bancarie di cui verrà mutata la natura togliendo ai Comuni, alle Province e alle Regioni le fonti di finanziamento per le loro opere, alla faccia del Federalismo!
Questo sistema ha bisogno che sia ridotta al minimo la "vischiosità" dei controlli e quindi la Conferenza dei servizi, cui partecipano gli Enti locali, diverrà solo luogo di ratifica delle decisioni assunte dal centro e la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sarà avocabile, a piacere, dal presidente del Consiglio (che espropria così i Ministeri all'Ambiente e alla Cultura).
Il disegno Lunardi-Berlusconi ristabilisce i vecchi rapporti con i soliti interlocutori: da qui la grande abbondanza di regalie alle concessionarie autostradali e dell'Alta Velocità ferroviaria.
Le società concessionarie che realizzano e gestiscono questo grosso affare delle infrastrutture possono instaurare rapporti con lo Stato che vanno anche oltre i 30 anni, contando su una quota pubblica che può anche superare il limite del 50%.
Chi sono i beneficiari di questa operazione è presto detto: tutti i grandi gruppi privati presenti nel settore delle autostrade e della TAV: ENI, IRI, Impregilo (orbita FIAT), Ansaldo, Società Autostrade, Gavio, Montedison.
Altro che libero mercato !
Questa strategia va contrastata, si tratta di un disegno di stampo feudale, con il quale si restaurano privilegi assoluti; sparisce il libero mercato; si annulla la concorrenza; tutto viene calato dall'alto. Le Regioni e i Comuni saranno le prime vittime.
Ci auguriamo che in Senato ci siano le forze che abbiano la determinazione di contrastare questo disegno, con la consapevolezza che la posta in gioco è la difesa e la valorizzazione del nostro territorio: perchè l'Italia non sia più, come negli anni '50 e '60, un paese in preda agli Unni.
Comitato Spontaneo di Novi Ligure per il No al III Valico
Comitato di Fraconalto
Coordinamento Interregionale No Al Supertreno
Comitati Contro l'Alta Velocita' della Valpolcevera
Comitato dei Cittadini di Novi-Merella
WWF Liguria
FLTU - CUB
WWF di Novi Ligure
"Comitato Spontaneo contro la Linea Alta Capacita' Terzo Valico" di Rigoroso e Arquata
Associazione "Alta Voracita' - Contro questo Terzo Valico"
Comitato per la difesa del territorio di Campomorone (GE)
Comitato Spontaneo per la Valorizzazione e la Salvaguardia della Val Borbera
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