Penoso ma anche scontato; sono gli unici aggettivi che ci vengono in mente sull'ennesimo incontro di martedì 21 maggio fra i tecnici di Tav e Italferr e gli amministratori locali.
La riunione si è svolta stancamente senza chiarire i dubbi dei cittadini novesi presenti.
E' stato penoso vedere decine di ingegneri e pubblici amministratori affannarsi confusamente intorno all'unica carta del tracciato, distesa sopra un tavolo dall'ingegner Venzano di Italferr. E' stato doloroso per i rappresentanti dei comitati per il No al terzo Valico constatare quanta confusione e approssimazione regni ancora su un progetto redatto quasi tre anni or sono. Provoca rabbia e frustrazione sapere che un tale progetto, trito e ritrito da quasi 10 anni, è già costato decine di miliardi di vecchie lire, ha già subito tre sonore bocciature dagli Organi competenti, ha già provocato scempi ambientali come il Foro pilota di Fraconalto e Voltaggio.
Il Sindaco Lovelli parla di delusione. Noi diciamo: "ci aspettavamo una simile conclusione della vicenda". Deluso è chi vede svanire una speranza.
Ma che cosa sperava il primo cittadino di Novi? Che le Fs, la società più indebitata d'Italia, investisse centinaia di miliardi sul territorio? Che Tav, Italferr, ma anche Cociv, mettessero in piedi una proposta che sapesse rilanciare l'occupazione e i trasporti della zona senza creare un serio impatto ambientale? Illusioni, pie illusioni, di un'amministrazione che ha da sempre anteposto il rapporto con l'impresa e con il potere al confronto con i cittadini.
In realtà il territorio è di tutti e non è un bene che chi ci governa può svendere al primo arrivato in cambio di vaghe promesse di positive ricadute economiche e occupazionali.
Riteniamo quindi gravissimo il fatto che si sia discusso finora di compensazioni economiche e occupazionali, dando per scontata la realizzazione del Terzo Valico, e non sia stato chiarito a dovere il rapporto costi - benefici di un'opera del genere sulla nostra zona.
Ora la palla passa alle Regioni, che dopo aver ascoltato il parere dei vari Comuni, relazionerà in sede di Conferenza dei Servizi.
Se le Associazioni e i Comitati non hanno mai potuto dire la loro nelle sedi competenti, anche gli enti locali avranno in futuro poca voce in capitolo in base alla legge obiettivo, che ha semplificato l'iter di approvazione delle grandi opere. A onor del vero bisogna anche dire che quando l'autorizzazione era vincolata al parere dei singoli Comuni, i nostri amministratori non si sono distinti per una posizione ferma e critica nei confronti del Terzo Valico.
Ancora oggi risuonano nelle nostre orecchie i proclami dei Sindaci: "No a questo progetto, Sì al terzo Valico!".
Adesso che il Terzo Valico è in via di approvazione, gli stessi amministratori che tanto lo volevano si dimostrano scettici, fanno caute aperture a pubblici confronti, ad un referendum. Non è che siamo di fronte a un tragico gioco delle parti, a un gigantesco scaricabarile fatto da chi non ha più nulla da perdere e cerca di riottenere il consenso popolare in vista delle prossime elezioni?
Noi rispondiamo che non ci interessa la mano tesa da chi non ci ha mai considerato, che non vogliamo lo zuccherino da chi ci ha fatto ingoiare boccate di fiele.
Andremo avanti a testa alta con le nostre iniziative a difesa del territorio e per portare a conoscenza dei cittadini e delle pubbliche autorità ciò che continua ad essere "un lusso per pochi, un danno per molti a spese di tutti".
Angelo Albasio
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