"Sul Terzo Valico l'Italia è ferma da trent'anni per colpa di gruppi di asini che ragliano e bloccano ogni tentativo di iniziare opere concrete".
Con questo elegante eloquio, con queste sottili argomentazioni, nel corso di un forum organizzato dal Rotary Club venerdì 8 febbraio, Fabrizio Palenzona, Presidente della Provincia, ha liquidato le battaglie ultradecennali degli ambientalisti e dei comitati di cittadini per bloccare un'opera che potrebbe causare pesanti ricadute negative per l'intero territorio del Basso Alessandrino.
Un impegno incessante e proficuo quello dei comitati contro il Terzo valico e l'alta velocità, che ha prodotto decine di osservazioni e documenti, che ha fatto sì che i cittadini fossero costantemente informati circa le conseguenze negative per il territorio (e per le pubbliche finanze), che ha promosso un gran numero di assemblee e dibattiti in varie città della provincia, che ha dato il suo contributo per la solenne bocciatura di altri due progetti da parte del ministero dell'ambiente negli scorsi anni.
E proprio in occasione del blocco del cantiere della galleria Flavia presso Fraconalto e Voltaggio, decretato nel 1998 dal Ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, il buon Palenzona ne fece una delle sue bollando come "un'atto delinquenziale" l'iniziativa del ministero.
Oggi, a distanza di anni, nonostante l'intervento della magistratura, uno degli scorci più belli e incontaminati dell'Appennino ligure, è ancora piagato dall'orribile squarcio del foro pilota su un fianco della montagna.
Atto delinquenziale quello di Ronchi, che ha bloccato un simile scempio, o atto delinquenziale quello della Tav, che a distanza di quattro anni, non solo non ha ripristinato l'habitat originale, ma vuole proseguire proprio da lì la costruzione del terzo Valico.
Terzo Valico il cui impatto, si badi bene, non si limita alle sole sia pur già di per sé gravissime conseguenze negative per il territorio.
A chi abita e lavora molto distante dalle zone minacciate dal Supertreno non verrà ovviamente abbattuta la casa, non verrà egli travolto dai camion dei cantieri, non vivrà per anni ed anni dentro i cantieri stessi, non si vedrà distrutto l'ambiente in cui è nato e vissuto.
Gli viene solo richiesto di contribuire alle spese.
Che si prospettano spaventosamente ingenti; tanto più in un periodo di crisi come l'attuale, con grave rischio che per esse si attinga ulteriormente dalle nostre Pensioni, dalla Sanità, dai Servizi, ecc...
Per un'opera, inoltre, che sempre più continua ad apparire come non necessaria, parto della aberrante filosofia de "l'importante è che costi", nell'interesse dei soliti pochi a danno dei molti (di noi tutti).
Un' opera che era già stata valutata negativamente da una relazione geologica del 15 novembre 1903 commissionata dal comune di Genova.
Noi saremo anche asini, magari anche raglianti, e lo scusino i simpatici asinelli, ma che cos'è l'esimio Palenzona, Presidente della Provincia, Presidente della Banca Crt, Vicepresidente dell'Unicredito italiano, Vicepresidente dell'Unatras, Consigliere di amministrazione di Mediobanca e di altre Società, che di fronte ad un consesso di così alto livello (presenti fra gli altri il Prefetto di Alessandria, Sindaci della provincia di Alessandria, Assessori e Consiglieri regionali, imprenditori e professionisti) non ha trovato migliore argomentazione che attaccare a testa bassa ed insultare pesantemente un certo numero di cittadini delle sua provincia, che credono in un ideale, che difendono il territorio e la qualità di vita?
Persone democratiche, che vogliono partecipare al dibattito politico, che operano nel sociale, che magari lo hanno anche votato alle ultime elezioni.
Persone che amano anche fare una passeggiata per i prati, amano andare a fare una camminata sui nostri bei monti, addentrarsi nei nostri boschi, risalire i ruscelli, suscitando le comprensibili ire del nostro, che vorrebbe cementificare tutto in nome del progresso e della globalizzazione.
Di questo ci scusiamo con l'esimio Palenzona, non faremo mai più vedere ai nostri figli un fiorellino di campo, ma li porteremo a vedere con ammirazione il magnifico parco logistico, tecnologico e quant'altro, a cui è quasi esclusivamente asservito il terzo Valico, che il suo amico Marcellino Gavio sta velocemente ultimando proprio dove una volta c'erano prati e alberi.
Ma sì, dobbiamo forse convincerci che anche il cemento ha i suoi aspetti positivi, produce profitti e guadagni, rade al suolo quegli inutili alberi che distolgono la nostra attenzione, fa sì che ogni forma di vita animale scompaia e non ci disturbi più.
Questo probabilmente è il mondo che sogna Palenzona, Presidente di tutto e di tutti, ma anche presidente dei maleducati: un mare di cemento, con la gente che sgobba tutto il giorno nei capannoni e alla sera rimiri la luna in un parco di container.
E cosa avranno pensato di fronte a questa mirabile sortita gli altri partecipanti al convegno, imprenditori, amministratori regionali, provinciale e comunali.
L'avranno applaudito, si saranno strappati i capelli per l'entusiasmo?
Il cronista non ci ragguaglia sulle reazioni della sala e nessuno di lorsignori ci ha fatto sapere le sue impressioni su di un tale intervento.
Certo che in questi giorni non abbiamo sentito alcuna voce fuori dal coro.
Anzi abbiamo letto articoli di giornale che parlano di un progetto comune per l'alta velocità da parte dei Comuni di Serravalle, Novi, Voltaggio, Arquata, Tortona e Pozzolo insieme con la Provincia da presentare all'Italferr.
Bella trovata! Pagheremo di tasca nostra un progetto elaborato da tecnici comunali e provinciali, da regalare ai costruttori del Terzo Valico per fare demolire le nostre case, per aumentare l'impatto ambientale di due linee merci anziché una, per fare aggredire il nostro territorio con decine di cantieri, cave e discariche.
Nonostante questa isteria all'autodistruzione, alla cementificazione ad oltranza, migliora infatti sempre più il feeling fra gli amministratori regionali, provinciali e locali, che quasi quotidianamente si ritrovano per lunghe e amabili discussioni per decidere su questo o quel centro commerciale, su questo centro logistico, su quella strada o quel tratto ad alta velocità, su questo insediamento industriale o quell'inceneritore.
E allora evviva, inforchiamo le lunghe orecchie e andiamo alla ricerca dell'ultimo prato, magari già spruzzato di cemento, dell'ultimo fiore, dell'ultimo albero.
E facciamo presto perché quando arriva Palenzona non cresce più erba!
Comitato Spontaneo di Novi Ligure per il No al III Valico
Comitato di Fraconalto
Coordinamento Interregionale No Al Supertreno
Comitati Contro l'Alta Velocita' della Valpolcevera
Comitato dei Cittadini di Novi-Merella
WWF Liguria
FLTU - CUB
WWF di Novi Ligure
"Comitato Spontaneo contro la Linea Alta Capacita' Terzo Valico" di Rigoroso e Arquata
Associazione "Alta Voracita' - Contro questo Terzo Valico"
Comitato per la difesa del territorio di Campomorone (GE)
Comitato Spontaneo per la Valorizzazione e la Salvaguardia della Val Borbera
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