L'incontro di lunedì scorso fra il sindaco di Novi Ligure e i tecnici di Italferr e Rfi (società delle Ferrovie dello Stato responsabili della progettazione, costruzione e gestione delle linee ferroviarie) sembra essere passato senza lasciare il segno; non un comunicato da parte del Comune, non un articolo sui giornali.
Sembra proprio che Novi non trarrà giovamento da alcuna delle sei ipotesi di attraversamento della città, in caso contrario si sarebbe assistito ad una vera e propria "piedigrotta" di commenti trionfalistici.
Invece niente, rimane solo la voce, quantunque abbastanza isolata, del geometra Ubaldeschi che intravede la possibilità di rilancio della città con l'alta velocità Genova - Milano.
Si continua a parlare di Terzo Valico Genova - Novi, mentre la Tav, società che se ne occupa, pare essersi sottratta alla parte di progetto che riguarda l'attraversamento cittadino, e la regione Piemonte parla apertamente di alta capacità Genova - Alessandria - Milano, con un importante potenziamento della tratta Alessandria - Mortara - Novara. In quest'ultima città dovrebbe sorgere uno dei più grandi scali merci europei. Nessun accenno a Novi, che diventa un punto sulla carta geografica che deve essere superato in qualche modo, e tantomeno a S. Bovo, tanto caro al sindaco Lovelli. Interessa solamente un potenziamento della Novi - Tortona, ma non per potenziare i servizi viaggiatori per Milano, piuttosto perché a Rivalta è sorto un importante centro logistico dove farà capo buona parte dei convogli merci.
Si presume che i progettisti siano calati in massa a Novi per chiudere finalmente la partita, partendo dal punto fermo che tutti i Comuni del basso Piemonte abbiano detto sì la Terzo Valico. Dopo dieci anni di inutili tentativi vengono ora presentate sei ipotesi di attraversamento cittadino, prendendo in considerazione tutte le possibilità, nella certezza che il sindaco, visti i presupposti, conceda il suo sì.
Il progetto scelto verrebbe approfondito, per essere poi sottoposto a tutte le procedure autorizzative, che verranno di molto semplificate e velocizzate con la "Legge Obiettivo", che dovrebbe essere approvata in Parlamento entro il 15 dicembre.
Con la nuova legge, le grandi opere non troveranno grandi ostacoli in eventuali pareri negativi dei Comuni o delle Commissioni di tutela ambientale. Il Comune di Novi si trova così nell'ingrata condizione di dover decidere nel più breve tempo possibile e con pochi dati a disposizione, perché in caso contrario altri potrebbero decidere per lui.
Quasi una partita a poker o una roulette russa, e sul banco sei quartieri della città. Non voglio entrare nel merito, dico solo che non si possono analizzare progetti, anche se ipotetici, vedendo sul video del computer della esili righe tracciate su carte ormai datate. La nuova moda del "progetto su dischetto" è stata sperimentata probabilmente per saggiare il terreno, vedere in quali zone della città c'è più resistenza al passaggio del supertreno ed in quali più accondiscendenza o per lo meno indifferenza. Insomma vogliono preparare un bel regalino per Natale e vogliono essere sicuri che chi lo riceverà non abbia niente da ridire, soprattutto se, finite le Feste natalizie, dovesse trovarsi le ruspe sotto casa.
I messaggi tranquillizzanti da parte del sindaco di Novi Ligure sembrano perciò destinati a cadere nel vuoto. Un vuoto di idee, una totale assenza di progetti alternativi per potenziare le linee esistenti, tenendo presente che, le associazioni ambientaliste e i comitati, che pure avevano molte proposte al riguardo, sono stati esclusi da ogni decisione. Se è vero il detto che le colpe dei padri ricadranno sui figli, niente di buono ci dovremo attendere nel prossimi anni dal Terzo Valico. A mio modesto parere verrà scelta l'ipotesi che costa di meno, cioè l'interconnessione con la linea storica Genova - Torino. Quindi il Co.civ, a cui pare che il Ministro Lunardi, con atto d'imperio, abbia riaffidato la progettazione e l'esecuzione dei lavori, si limiterà a presentare il progetto già sottoposto a procedura autorizzativa, quello cioè che taglia in due il centro città, con piccole modifiche riguardanti le cave, i campi base e il collegamento con lo scalo di S. Bovo.
Ma anche se così si accontenterà in parte l'amministrazione comunale novese, quanti cittadini verranno messi sull'orlo del baratro?
Angelo Albasio