Associazione ALTA VORACITA' - Contro questo Terzo Valico

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Comitato Spontaneo di Novi Ligure per il No al III Valico - 12 novembre 2001


il partito delle grandi opere riprende di gran carriera il suo sporco lavoro

di Angelo Albasio
"Le obiezioni degli ambientalisti non esistono perché gli ambientalisti non hanno niente da dire".
Con questa battutaccia, pronunciata in occasione di un pubblico dibattito sul Terzo Valico, il Ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi ha liquidato anni e anni di duro lavoro delle Associazioni ambientaliste e dei Comitati locali per la difesa del territorio.
Così, con una battuta, il partito delle grandi opere riprende di gran carriera il suo sporco lavoro da dove si era interrotto.

Ecco così tornare in campo il famigerato consorzio Co.civ, nato per progettare e gestire l'alta velocità ferroviaria Genova - Milano, a cui era stata assegnata la progettazione senza opportune gare pubbliche.
Neanche l'articolo 131 introdotto dalla Legge finanziaria il 18 dicembre 2000, che prevedeva gare d'appalto indette direttamente dalle Fs e aperte a tutti i Paesi dell'Unione europea per le opere non ancora approvate in Conferenza dei Servizi, è riuscita a fermare questo coacervo di interessi pubblici e privati nato il 3 dicembre 1991 dall'associazione di sei imprese.

Dieci anni di progetti inutili e dannosi, dieci anni di inutile spreco di miliardi di risorse pubbliche, dieci anni di proteste, sgomento e preoccupazione fra la popolazione, non sono bastati a fermare questo mostro di acciaio e cemento.
Ora ci dicono che i tecnici del Ministero delle Infrastrutture stanno lavorando per eliminare quell'articolo della Finanziaria dello scorso anno, che aveva interrotto la concessione della Tav e aveva annullato tutti i contratti da lei stipulati con i general contractors.
Niente più normativa europea in materia di appalti nelle grandi opere ferroviaria, un salto indietro di più di dieci anni, quando i lavori pubblici venivano affidati con procedure alquanto discutibili, come mirabilmente descritto dal giudice Ferdinando Imposimato nel suo libro "Corruzione ad alta velocità".

E che ne sarà della Commissione di valutazione d'impatto ambientale, la V.I.A., composta da validi tecnici e professionisti indipendenti, che sordi alle pressioni delle lobbies e ai richiami delle "sirene" politiche, hanno per ben tre volte bocciato progetti insensati e dannosi per l'ambiente e le persone?
Che ne sarà della procedura di Impatto Ambientale, che garantiva un minimo di tutela ai territori attraversati dalle grandi opere pubbliche, ora che la "Legge Obiettivo", promossa dai signori del mattone e del cemento, minimizza i tempi di approvazione riformando drasticamente il ruolo e la funzione degli organi di controllo e di autorizzazione?
Che spazio avranno in Conferenza di Servizi, di prossima apertura, le Osservazioni presentate da Enti e privati cittadini?
Che fine hanno fatto poi gli esposti presentati nel gennaio del '98 dal Wwf, Legambiente e Italia Nostra alla Corte dei Conti di Liguria e Piemonte e alle Procure di Genova e Alessandria per i danni ambientali avvenuti a Fraconalto di Voltaggio, che portarono alla chiusura del Cantiere della Tav, quando proprio da lì, il famigerato foro pilota che ha drammaticamente sconvolto il volto della Val Lemme, riprenderanno i lavori dell'alta velocità?
Che ne sarà infine dei Comitati per il No al terzo valico, che in questi anni si sono dannati l'anima per cercare di controbattere le assurde tesi dei progettisti e dei politici favorevoli all'alta velocità, e hanno cercato di fare proposte sensate per opere trasportistiche necessarie e compatibili con l'ambiente?

Sono domande che ci frullano per la mente, che provocano in noi rabbia e costernazione ora che assistiamo impotenti ad una violenta accelerazione nell'approvazione del progetto, al fine di iniziare al più presto i lavori.
Cercheremo di riorganizzarci nel poco tempo che ci rimane, ma resta il fatto che continuano a ritmo serrato le riunioni e i tavoli tecnici fra gli Enti interessati, tutti rigorosamente a porte chiuse.
In essi amministratori che hanno detto aprioristicamente sì al terzo valico prenderanno irrevocabili decisioni su opere che sconvolgeranno la vita di migliaia di cittadini delle nostre zone per i prossimi anni.
Noi purtroppo stiamo assistendo al precipitare degli eventi senza poter far nulla.
Hanno fatto terra bruciata, hanno azzerato tutti i nostri punti di riferimento, non vogliono neppure darci la possibilità di un civile confronto!
Di questo dovranno rendere conto nelle sedi opportune!

Temiamo però che quando si arriverà all'accertamento degli errori, delle prevaricazioni e delle violazioni di legge che sono accaduti in questi anni, sarà troppo tardi e un danno irreparabile sarà stato arrecato al nostro già martoriato territorio.
In qualsiasi Paese Civile l'attuale caso di un'organo tecnico come Italferr che, dopo dieci anni di inutili e costosi progetti, si presenta ai Comuni del Basso Piemonte con sei, dico sei, ipotesi di attraversamento del territorio, verrebbe liquidato in pochi minuti.
Invece il Comune di Novi Ligure ha steso il tappeto rosso per accogliere i progettisti di Italferr nel tavolo tecnico di Lunedì scorso, e Sindaci, assessori e tecnici comunali hanno probabilmente ascoltato senza proferire obiezione quanto veniva propinato loro.
Spero che, a differenza di altre volte, possiamo essere ragguagliati nel dettaglio sulle decisioni prese in tale sede e che venga aperto un confronto costruttivo almeno con le Amministrazioni locali.


Angelo Albasio



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