11 ottobre Lisbona
La capitale (681.063 ab.) del Portogallo è situata sulla sponda destra dell'estuario del Tago, là dove esso si restringe dopo aver formato l'ampio bacino interno del Mar da Palha. La città si è così estesa anche sulla sponda sinistra del Tago, superato da un grande ponte, il più lungo d’Europa, formato da 17 campate antisismiche, la cui costruzione è stata ultimata nel 1998. Data la felice posizione, all'estremità continentale dell'Europa verso l'Atlantico, L. svolge un'importante funzione commerciale a favore di un vasto retroterra. Il porto, situato sulla costa sett., ha un traffico annuo di oltre 13 milioni di t di merci. |
monumento ai navigatori |
torre di Belem
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Storia
La leggenda della fondazione di L. da parte dell'eroe greco Ulisse che le avrebbe dato il nome (Ulissipo) è molta antica, ma priva di fondamento scientifico. Secondo alcuni, il nome sarebbe di origine fenicia e significherebbe “baia deliziosa”, con allusione all'incomparabile posizione della città. Era probabilmente dei Turduli quando, nel 137 a. C., la conquistò e fortificò il console romano Giunio Bruto il Galaico, vittorioso sui Lusitani. Fu municipio romano, chiamata poi Felicitas Julia, in onore di Giulio Cesare, ma non raggiunse l'importanza di altre città romane della provincia lusitana. Occupata dagli Svevi e poi dai Visigoti (469), ebbe presto un vescovo, dipendente però dal metropolita di Emerita (Mérida, Estremadura). Gli Arabi la occuparono fin dal primo secolo della loro dominazione, chiamandola Lischbuna e facendone la capitale di un loro Stato. Aspramente disputata all'epoca della Riconquista, presa da Alfonso VI di Castiglia (1094) ma subito ripresa dagli Almoravidi, nel 1147 fu definitivamente conquistata da Alfonso Henriques, primo re portoghese, con l'aiuto di una flotta di crociati; ma solo nel 1255-56 Alfonso III vi trasferì stabilmente la residenza reale, da Coimbra. Le grandi scoperte marittime portoghesi ne fecero, alla fine del sec. XV, la città più ricca d'Europa, per cui si rimise presto dai terremoti del 1531 e del 1551. I sessant'anni di dominazione spagnola (1580-1640) e le sconfitte navali ispano-portoghesi ebbero conseguenze disastrose per la città, che riprese a fiorire solo dopo il 1640. Decaduta con la conquista francese e la fuga della famiglia reale in Brasile (1807), risorse dopo la Restaurazione e venne abbellita con altri insigni monumenti. È stata teatro dei principali avvenimenti della storia portoghese moderna (guerre civili, assassinio nel 1908 del re Carlo e del suo erede Luigi, rivoluzione del 1910, ecc.). |
piazza del Commercio |
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Arte Cinta di mura in epoca visigotica (sec. VI) la città, dopo il dominio dei Mori, la riconquista di Alfonso I e l'elezione a capitale del Portogallo, si ampliò continuamente sino a raggiungere il massimo sviluppo nel sec. XVI, dopo la scoperta dell'America. Il terremoto del 1755 la distrusse per due terzi (50.000 vittime); fu ricostruita “razionalmente” su piani del ministro “illustrato” Pombal (città nuova o Baixa) che ne fece una delle più belle città d'Europa. Dopo il 1850 L. conobbe un nuovo periodo di espansione urbana, inglobando i sobborghi a W e a N e raggiungendo una superficie urbana assai vasta. La cattedrale fu eretta in stile romanico nel sec. XII e successivamente rifatta a più riprese. La chiesa e il convento di Nostra Signora del Carmine, gravemente danneggiati dal terremoto del 1755, sono un bell'esempio di stile gotico del Trecento. Il monastero dei Jerónymos (1496) nel sobborgo di Belém è un capolavoro dello stile manuelino, originale mescolanza di elementi gotico-fioriti, primo-rinascimentali ed esotici (ibero-islamici, indiani). La chiesa del monastero, a tre navi di uguale altezza, è divisa da otto pilastri ottagonali ricoperti di viticci rinascimentali, che reggono volte con nervature a rete; la facciata principale presenta un portale fastoso con le statue del re Manuel, della moglie e dei santi protettori e i gruppi dell'Annunciazione, della Natività e dell'Adorazione dei Magi. Notevole esempio di architettura manuelina è anche la torre di Belém, di Francisco de Arruda. Nella seconda metà del sec. XVI il pittoresco stile manuelino lasciò il posto a un classicismo severo, di derivazione romana (chiese di S. Vicente de Fora, 1582-1627, e di S. Roque dei gesuiti, 1570, progettate dall'architetto italiano Filippo Terzi). La cappella di S. Giovanni Battista in S. Roque fu costruita a Roma per Giovanni V dal Vanvitelli e dal Salvi (1742) e poi montata a Lisbona. Al rifacimento settecentesco della città risale la sistemazione della piazza del Commercio, a portici, con la statua equestre di José I. Con Maria I si diffuse lo stile neoclassico (basilica del Cuore di Gesù, con tele di P. Batoni; Teatro Nazionale di S. Carlo). |
monastero dei Jerónymos
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