IL LOGOPEDISTA: LO SPECIFICO
 

 

Negli ultimi anni, dal confronto tra i logopedisti di alcuni principali centri torinesi, è emerso un problema di sovrapposizione di competenze, che coinvolge alcune categorie professionali che lavorano insieme in ambito riabilitativo, su clienti con diverse patologie.

A tale proposito l'A.L.P. ha sentito il bisogno di fornire ai  vari servizi ,ulteriori informazioni su ciò che rappresenta lo specifico del logopedista e le sue aree di competenza, per una maggior chiarezza e collaborazione, al fine di agire nel comune interesse del cliente.[i]

“Il Logopedista, lo specifico” è nato con lo scopo di essere presentato, allegato al libretto “Il logopedista”, Gaveglio C., Vernero I., Ed. Omega, Torino, ai responsabili di servizi, centri e ospedali, nel momento in cui si verifichino difficoltà per sovrapposizioni di competenza.

 IL DOCUMENTO

 Nel  Art. 1 Legge 26 Febbraio 1999, n.42,  “ Disposizione in materia di  professioni sanitarie “, emerge come il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all’art.6, comma 3, del decreto legislativo n. 502 del 30 dicembre 1992 e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi:

-  profili professionali

-  ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base

-  nonché degli specifici codici deontologici

Tali cardini normativi sono chiaramente sanciti per logopedisti e psicologi, ma per i neuropsicologi esiste solo un ordinamento degli studi che non delinea un profilo specifico.

Nel Decreto 14 Settembre 1994, n.742 è contenuto il profilo professionale del logopedista dal quale emerge che:

Art. 1  p 1. Il logopedista è l'operatore sanitario che si forma in ambito universitario con corsi triennali.

Il logopedista svolge la propria attività

· nella prevenzione

· nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione

· in età evolutiva

· adulta

· geriatriaca

Art. 1 p 2. L'attività del logopedista è volta a

· l'educazione

· la rieducazione

  di tutte le patologie che provocano disturbi di:

· voce

· parola

· linguaggio orale e scritto

· handicap comunicativi

Art. 1 p 3. Il logopedista, in riferimento alla diagnosi e alla prescrizione del medico,

nell'ambito delle proprie competenze:

a) elabora, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile.

b) pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali;

c) propone l'adozione di ausili, ne addestra all' uso e ne verifica l'efficacia;

d) svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali ;

e) verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.

Art. 1  p 4. Il logopedista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.

 

Il profilo professionale Europeo del logopedista-ortofonista (adottato a Londra il 7 ottobre 1990, modificato a Colonia il 20 febbraio 1994, completato a Lisbona il 1 maggio 1997) afferma:

I.Definizione di logopedista -ortofonista

Il logopedista-ortofonista è il terapista che ha la responsabilità della prevenzione, della valutazione, del trattamento e dello studio scientifico dei disturbi della comunicazione umana e dei disturbi associati.

In questo contesto, la comunicazione racchiude tutte le funzioni associate alla comprensione e all’espressione del linguaggio orale e scritto, insieme a tutte le forme proprie della comunicazione non verbale

II.Descrizione dei disturbi

I disturbi riguardano sia la parola e il linguaggio, che sono due degli aspetti più complessi e più elaborati delle funzioni cerebrali, che le funzioni uditive, visive, cognitive incluso l’apprendimento, le funzioni oro-mio-funzionali, la respirazione, la deglutizione, la voce, il funzionamento tubarico. Sono disturbi sia isolati che complessi quando sono implicati più disturbi della comunicazione

III.Ruolo e funzione del logopedista -ortofonista

1.La prevenzione

Il logopedista-ortofonista interviene in ciascuno dei tre seguenti stadi al fine di prevenire il sorgere o l’aggravarsi di un disturbo:

    a)con la formazione

    b)con l’informazione

    c)con un depistage per evidenziare precocemente un disturbo nel bambino o nell’adulto

    d)con un intervento appropriato presso il soggetto e il suo ambiente.

2.Valutazione e diagnosi

La valutazione presuppone un bilancio di tutte le funzioni e di tutti gli aspetti legati alle competenze comunicative e alla loro alterazione nel paziente ( che si rivolge al logopedista su iniziativa personale e non) che tiene conto dei suoi bisogni e delle caratteristiche del suo contesto sociale.

E’ un processo continuo. Solo o in collaborazione con altri professionisti, il logopedista stabilisce una diagnosi in base a prove specifiche e ad un' osservazione  clinica , inoltre egli formula delle ipotesi relative alla natura e alla durata del trattamento.

3.Intervento

L’intervento, nel quadro dei disturbi della comunicazione umana, può prendere la forma di una terapia diretta e/o indiretta. E’ costituita da interventi di rieducazione, di abilitazione o di riabilitazione alla vita sociale o professionale, di educazione precoce e di sostegno. Queste attività associano aspetti tecnici, relazionali e sociali.

 L’intervento ha lo scopo di portare il paziente, secondo le sue possibilità, ad un grado ottimale di funzionamento e di comunicazione che corrisponda al suo contesto, sociale, e/o scolare e/o professionale, affinchè egli possa raggiungere o mantenere un livello che gli consenta una vita autonoma. Da questo punto di vista l’età non ha alcuna rilevanza, dato che i disturbi possono apparire a tutti gli stadi della vita; possono essere evolutivi o acquisiti.

Una parte essenziale dell’intervento risiede nella valutazione della sua efficacia.

In caso di patologia medica, la terapia logopedica può risultare complementare all’intervento medico. L’intervento logopedico implica anche la partecipazione all’elaborazione dei programmi di rieducazione in un contesto pluridisciplinare.

L' Ordinamento didattico del corso di Diploma Universitario, istituito tramite l'art. 3 del D.M. 742/94, definisce come obiettivo del corso il  far conseguire allo studente:

a)  le basi per la conoscenza dei fenomeni biologici fondamentali e di quelli fisiopatologici del linguaggio e della comunicazione;

b)      le basi teoriche e le conoscenze pratiche finalizzate alla prevenzione e al trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio e della comunicazione d'origine centrale o periferica, organica o funzionale nell'età evolutiva, adulta e geriatrica.

Lo studente deve  aver partecipato con autonomia tecnico -professionale nell’ambito delle proprie competenze, con il continuo monitoraggio del tutore ai seguenti atti: 

-eseguito valutazioni logopediche finalizzate all'impostazione del trattamento riabilitativo su almeno: 20 pazienti in età evolutiva, 20 in età adulta e 20 in età involutiva;

-eseguito personalmente almeno i seguenti trattamenti (costituiti da almeno 15 sedute ciascuno) su:  

2 pazienti affetti da disfonia;

2 pazienti con deficit di linguaggio da ipoacusia grave o profonda in età evolutiva;

2 pazienti con deficit di linguaggio da ipoacusia grave o profonda in età adulta;

1 paziente affetto da disfonia successiva a chirurgia della laringe;

1 paziente affetto da disturbi della parola da causa organica periferica;

1 paziente affetto da disturbi della deglutizione;

2 pazienti affetti da ritardo del linguaggio specifici in età evolutiva;

2 pazienti affetti da ritardo del linguaggio secondario in età evolutiva;

2 pazienti affetti da afasia e disartria;

2 pazienti affetti da disturbi della lettura, della scrittura o dell'apprendimento in età evolutiva;

2 pazienti con disturbi della fluenza verbale;

-partecipato alla stesura di almeno due diagnosi funzionali previste per la certificazione dell'handicap (Legge 104/92 ”Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”)

 

Nel Codice deontologico ,Titolo II, Art 8-Atti professionali, discusso e approvato dalla F.L.I.

il 13 febbraio 1999, si afferma che l'esercizio della professione si attua mediante i seguenti interventi logopedici:

a) bilancio

b) consulenza/counselling

c) educazione/rieducazione/riabilitazione

d) monitoraggio

e) osservazione

f)  programmazione del trattamento/intervento

g) prevenzione

h) revisione del programma di intervento

i)  semeiotica

j)  testatura

k) valutazione/verifica dell'efficacia del trattamento/della terapia.

Pertanto il  logopedista è  formato ad occuparsi delle patologie elencate nel seguente Catalogo nosologico:

a. disturbi della voce (anche professionale e/o artistica) compresa la rieducazione dei laringectomizzati;

b. disturbi della pronuncia da cause organiche del vocal tract (e come indotto disturbi della deglutizione);

c. disturbi della fluenza (con particolare riguardo alla balbuzie);

d. disturbi delle cosiddette funzioni corticali superiori con specifica attenzione alla codificazione ed alla decodificazione (afasie, agnosie, aprassie);

e. disturbi centrali della motricità del distretto fono-articolatorio (disartrie e correlati);

f. disturbi oligofrenici da “insufficienza mentale” e/o demenza;

g. disturbi da lesione sensoriale (con preminenza per la sordità) e stati inerenti il loro emendamento (protesizzazione acustica, impiego di vibratori, impianti cocleari);

h. disturbi linguistici miscellanei e loro correlati di tipo essenziale (dislalie funzionali di varia origine, disturbi fonologici, disprassie articolatorie, dispercezioni uditive e visive, disturbi

semantici, disturbi morfo-sintattici, pragmatici);

i. disturbi da inadeguatezza socio-culturale ed affettiva;

l. disturbi degli apprendimenti curriculari e non, learning diseases.

Tali patologie sono tutte contemplate nel Nomenclatore Tariffario della Regione Piemonte (D.G.R. 105-20622 del 30 giugno 1996)

Nella Legge 10 agosto 2000, n.251, art. 2, p.2  “ Disciplina delle professioni sanitarie, infermieristiche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione, nonché della professione sanitaria ostetrica “, lo Stato e le regioni promuovono nell'esercizio delle proprie funzioni legislative, di indirizzo, di programmazione ed amministrative, lo sviluppo e la valorizzazione delle funzioni delle professioni sanitarie dell'area della riabilitazione, al fine di contribuire, anche attraverso la diretta responsabilizzazione di funzioni organizzative e didattiche, alla realizzazione del diritto alla salute del cittadino, al processo di aziendalizzazione e al miglioramento della Qualità organizzativa e professionale nel Servizio Sanitario Nazionale, con l'obiettivo di un'integrazione omogenea con i servizi sanitari e gli ordinamenti degli altri Stati dell' Unione Europea.

Nell' art.6 della stessa  legge, in merito alla definizione delle professioni e dei relativi livelli di inquadramento, al p.2 il Governo, con atto regolamentare emanato ai sensi dell'art. 18, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502, come sostituito dall'art.19 del decreto legislativo

7 dicembre 1993, n. 517, definisce la disciplina concorsuale, per l'accesso ad una nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario, alla quale si accede con requisiti analoghi a quelli richiesti per l'accesso alla dirigenza del Servizio sanitario nazionale di cui all'art. 26 del decreto legislativo

3 febbraio 1993, n. 29.

Le regioni possono istituire la nuova qualifica di dirigente del ruolo sanitario nell'ambito del proprio bilancio, operando con modificazioni compensative delle piante organiche su proposta delle aziende locali e delle aziende ospedaliere.

All'art.7 “Disposizioni transitorie” emerge che le Aziende sanitarie possono conferire incarichi di dirigente per le professioni sanitarie, di cui alla Legge 26 febbraio 1999,  n.42, nelle Regioni nelle quali sono emanate norme per l'attribuzione della funzione di direzione relativa alle attività della specifica area professionale. Ricordiamo ancora che all'art.6 di tale legge è specificato che alla nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario si accede con requisiti analoghi a quelli richiesti per la dirigenza del SSN di cui art. 26 del D.L. 3 febbraio 1993, n.29.

Tali cardini normativi sono sanciti per logopedisti e psicologi, ma per i neuropsicologi esiste solo un ordinamento degli studi che non delinea un profilo specifico.

E' sulla base di tali informazioni che si auspica possa svolgersi in modo proficuo il confronto multidisciplinare che sempre di più caratterizza l'ambito della riabilitazione.

 ESTREMI  NORMATIVI inerenti la logopedia citati nel documento

Legge 18 febbraio 1989, n.56  “Profilo professionale psicologo”, art.1

Legge  5 febbraio 1992, n.104  “Legge quadro per l'assistenza e l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”

D.L. 30 dicembre 1992 , n. 502 ”Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n.421 “ , art. 6 comma 3, art.18 comma 1

D.L  3 febbraio 1993 , n. 29, art. 26

D.L. 7 dicembre 1993 , n. 517

D.M. 14 settembre 1994 , n. 742  “Profilo professionale”, art. 3

Legge  26 febbraio 1999 , n. 42  “Disposizioni in materia di Professioni Sanitarie” art. 1, art.7

Legge  10 agosto 2000,  n 251 , art.2  p.2, art.6

Nomenclatore Tariffario della Regine Piemonte ( D.G.R 105-20622 del 30 giugno 1996 )

Codice deontologico Titolo II  art.8  “Atti  professionali” approvato F.L.I. 13 febbraio 1999

Catalogo nosologico 

 

Per commenti e suggerimenti contattare: A.L.P.    via Caprera   46/D

                                                          10136 TORINO – tel. 011/368573

                                                                     e-mail alplogo@libero.it

 


[i] Presso l’Associazione Logopedisti  Piemontesi è possibile consultare, su richiesta, una prefazione riservata ai logopedisti, che contiene riflessioni comuni e suggerimenti operativi.


 

 

Aggiornato il: 02 luglio 2002