Estratto dal libro Testimoni di Geova testimoni di Dio?
Sussidio per il confronto critico con la dottrina dei testimoni di Geova
di Weis Christian (San Paolo Edizioni, 1996), pagine 49 e seguenti:

   I testimoni di Geova sono anche, per certi aspetti, figli della nostra era scientifica: non contestano, nel complesso, i risultati cui è pervenuta l'astronomia a proposito della struttura dell'universo e della forma sferica della terra, però non si rendono conto dell'impossibilità di conciliare le rappresentazioni bibliche con questi risultati, e così le adattano forzatamente all'odierna immagine del mondo.
  Nella Bibbia è pacifico che la terra è costituita da un enorme disco sorretto da colonne (Salmo 75,42; Salmo 104,5). Sopra la terra si innalza il firmamento a mo' di cupola e, sopra ancora, c'è acqua (Salmo 148,4). Secondo Genesi 1,6 il firmamento fu creato nel secondo giorno e venne chiamato "cielo" (Genesi 1,8). Poiché i testimoni di Geova sanno che questa cupola in realtà non esiste, e tuttavia vogliono prendere il testo biblico in senso letterale, invece di "firmamento" in Genesi 1,6 scrivono "distesa" e la equiparano all'atmosfera terrestre. Ritengono inoltre che la terra, allora, era davvero sovrastata da una specie di "grande volta" formata dall'acqua, la quale sarebbe crollata in occasione del diluvio.
  A prescindere dal fatto che l'intera teoria è scientificamente insostenibile, contraddice anche la Bibbia stessa: infatti essa afferma esplicitamente che anche dopo il diluvio c'è acqua sopra il firmamento (Salmo 148,4; 104,13). Inoltre il "il firmamento" della Bibbia non può essere identificato con l'atmosfera terrestre, come appunto chiarisce l'immagine biblica che pone il sole, luna e stelle nel firmamento (Genesi 1,14-17).
  I testimoni di Geova sostengono che la Bibbia sa già della forma sferica della terra, poiché in Isaia si dice che Dio siede sopra la volta del mondo (Isaia 40,22). Sennonché questa enunciazione dimostra appunto che la terra e qui considerata come un disco rotondo. In Apocalisse 7,1 e 20,8 la terra vi appare piatta con quattro angoli. E così constatiamo che sulla forma reale della terra non possiamo ricavare nulla dalla Bibbia. Nemmeno Giobbe 26,7 dimostra che la Bibbia abbia anticipato le conoscenze scientifiche. Dalla frase "(Dio) tiene sospesa la terra sopra il nulla" non si può concludere, come fanno i testimoni di Geova, che alla Bibbia fosse già nota la sospensione della terra nello spazio. Che questa conclusione sia errata, lo dimostrano frasi come: "Egli stende il settentrione sopra il vuoto" (Giobbe 26,7), oppure: "Ha tracciato un cerchio sulle acque, sino al confine tra la luce e le tenebre" (Giobbe 26,10). Chiaramente qui emerge una concezione del tutto diversa da quella che prospetta la scienza moderna.
  Secondo il racconto della creazione di Genesi 1, Dio crea nel quarto giorno il sole, la luna e le stelle e colloca queste luci nel firmamento del cielo (Genesi 1,17 ). Di nuovo emerge in modo evidentissimo l'antica concezione del mondo: il sole, la luna e le stelle sono fissati nella volta celeste (non può dunque trattarsi dell'atmosfera) e vi percorrono il loro corso sopra la terra, che resta immobile. Poiché i testimoni di Geova non possono ammettere che la Bibbia prende le mosse da una simile concezione del mondo, oggi superata, cambiano il senso del brano in modo da renderlo compatibile con la moderna visione degli astri e del sistema solare. Sostengono che il testo non intende asserire che sole, luna e stelle sono stati creati soltanto nel quarto giorno della creazione. A quell'epoca, in seguito a una purificazione dell'atmosfera, si sarebbero resi visibili dalla terra i loro contorni. La loro creazione sarebbe invece già attestata in Genesi 1,1. A titolo di prova adducono che in Genesi 1,1 si trova la parola "creò", in Genesi 1,16 invece la parola "fece". Il testo ebraico uso davvero, in questi due passaggi, parole diverse. Sennonché "fece" (Genesi 1,16) non vuole dire "rendere evidenti contorni", ma nel presente contesto ha lo stesso significato di "creò".Per convincersene, basta leggere Genesi 1,25-27. Genesi 1,25: "Dio fece le bestie selvatiche"; Genesi 1,26: «e Dio disse: "Facciamo l'uomo"»; Genesi 1,27: "Dio creò l'uomo". Ma anche a prescindere da questi dettagli, si constata a prima vista quanto sia forzata tutta l'interpretazione che testimoni di Geova danno al racconto della creazione dei corpi celesti.
  Per i testimoni di Geova è particolarmente imbarazzante che la Genesi riporti due racconti della creazione, risalenti a tempi diversi e non concordanti nelle loro indicazioni. Nel secondo racconto (Genesi 2,4 b-24), che è il più antico, si riferisce che Dio volle dare al primo uomo un aiuto adeguato (v.18). Allora, dopo aver creato Adamo, plasmò "dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo, e li condusse all'uomo" (v.19). Poiché non si trovò un aiuto simile a lui (v.20), Dio creò la donna (vv.21-22).Se si prendesse questo racconto alla lettera, vi sarebbe diretta contraddizione con la successione delle opere create da Dio come viene narrato in Genesi 1,20-27.