Lettera della Società in cui si parla della Dichiarazione pubblicata nell'edizione svizzera di "Trost" (Consolazione) del 1/10/1943


Traduzione:

Li, 11 novembre 1982

Cara Sorella[1]

    Abbiamo ricevuto la tua lettera del 1° corrente alla quale abbiamo prestato molta attenzione e nella quale ci chiedi la fotocopia della "Dichiarazione" apparsa nel periodico "Consolazione" dell'ottobre 1943.

    Noi ti facciamo avere questa fotocopia, però non abbiamo la copia della rettifica fatta nel corso del congresso nazionale di Zurigo del 1947. Tuttavia, numerosi fratelli e sorelle l'udirono in quell'occasione e su questo punto il nostro comportamento non è stato per nulla equivoco; questo è del resto troppo conosciuto perché vi sia il bisogno di ulteriori precisazioni. Noi ti chiediamo tuttavia di non mettere nelle mani dei nemici della verità questa "Dichiarazione" e specialmente non permettere di farne delle fotocopie in virtù dei principi esposti in Matteo 7:6[2]; 10:16. Senza quindi voler essere troppo sospettosi circa le intenzioni dell'uomo che tu visiti e per semplice prudenza, noi preferiamo che egli non abbia alcuna copia di questa "Dichiarazione" onde evitarne ogni eventuale uso avverso contro la verità.

    Noi pensiamo che sia appropriato che un anziano ti accompagni per visitare questo signore considerando il lato ambiguo e spinoso della discussione. È per questo motivo che noi ci permettiamo di inviare loro una copia della nostra risposta.

    Noi ti assicuriamo cara sorella [nome] tutto il nostro amore fraterno.

Tuoi fratelli e compagni di servizio, 

    ASSOCIAZIONE CRISTIANA 
I testimoni di Geova  
DI FRANCIA             

P.s.: Fotocopia della "Dichiarazione"
cc: al corpo degli anziani.


[1] Per discrezione si omette il nome del destinatario.
[2] Matteo 7:6 dice: " Non gettate le vostre perle davanti ai porci". Evidentemente le "perle" sono la Dichiarazione e i porci sarebbero gli "oppositori"!


Nel 1948, a guerra finita, il successivo presidente della Società, N. Knorr, sconfessò la Dichiarazione svizzera, come si legge ne La Torre di Guardia del 15 maggio 1948, pp.156,157 (la traduzione dall'inglese dell'edizione italiana è pessima ma rende tuttavia con sufficiente chiarezza il pensiero della Società).

«Per parecchi anni il numero dei proclamatori nella Svizzera era rimasto sempre uguale, e questo contrastava col più grande affluire di proclamatori in sempre maggior numero che si era verificato in altri paesi. Essi non hanno preso una posizione ferma e senza equivoci in pieno pubblico in modo da distinguersi come veri Cristiani biblici. Tale è stato il grave caso relativo alla questione della neutralità da osservare verso gli affari e le controversie del mondo, come pure quella di essere contrari [?] ai pacifisti obiettori di coscienza, ed anche relativamente alla questione della posizione che devono assumere quali schietti ministri dell'evangelo ordinati da Dio. Per esempio, nell'edizione del 1° ottobre 1943, del Trost (edizione svizzera di Consolation), apparso quindi durante la massima pressione di quest'ultima guerra mondiale, quando la neutralità politica della Svizzera sembrava minacciata, l'ufficio svizzero s'incaricò di pubblicare una Dichiarazione, una clausola della quale diceva: "Delle centinaia di nostri colleghi [tedesco: Mitglieder] ed amici nella fede [Glauberfreunde] hanno adempiuto i loro doveri militari ed ancora continuano attualmente ad adempierli". Questa lusingatrice dichiarazione ebbe degli effetti sconcertanti tanto nella Svizzera quanto in alcune parti della Francia. Caldamente applaudito, il fratello Knorr sconfessò intrepidamente quella clausola contenuta nella dichiarazione perché non rappresentava la posizione assunta dalla Società e non era in armonia coi principi cristiani chiaramente esposti nella Bibbia. Era quindi giunto il momento in cui i fratelli svizzeri dovevano rendere ragione davanti a Dio ed a Cristo, e, in risposta all'invito del fratello Knorr di manifestarsi, molti fratelli alzarono la mano per far notare a tutti gli osservatori ch'essi ritiravano la tacita approvazione data a tale dichiarazione nel 1943 e non desideravano appoggiarla ulteriormente in nessun modo».

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Queste parole della Torre di Guardia, pronunciate nel 1947 (quando ormai la guerra era finita da un pezzo), ad un congresso nazionale tenuto a Zurigo, meritano qualche commento.

«Per esempio, nell'edizione del 1° ottobre 1943, del Trost (edizione svizzera di Consolation), apparso quindi durante la massima pressione di quest'ultima guerra mondiale, quando la neutralità politica della Svizzera sembrava minacciata, l'ufficio svizzero s'incaricò di pubblicare una Dichiarazione, una clausola della quale diceva: "Delle centinaia di nostri colleghi ed amici nella fede hanno adempiuto i loro doveri militari ed ancora continuano attualmente ad adempierli"».

Non si trattava tuttavia solo di "una clausola": l'intera Dichiarazione era discutibile e compromissoria. Se togliamo la frase citata da Knorr, anche il resto della Dichiarazione lascia intendere, senza ombra di dubbio, che i TdG non avessero alcuna obiezione a svolgere il servizio militare. Ecco come si leggerebbe, infatti, il testo senza tale "clausola": 

«Noi asseriamo fermamente che la nostra associazione non ordina né raccomanda, né suggerisce in alcun modo di agire contro le prescrizioni militari, né questo pensiero è espresso nelle nostre adunanze e negli scritti pubblicati dalla nostra associazione. Non ci occupiamo per nulla di simili questioni. Il nostro compito è quello di dare testimonianza a Geova Dio e di proclamare a tutte le persone la verità. [qui la "clausola"] Non abbiamo mai avuto né mai avremo la pretesa di dichiarare che l'adempimento dei doveri militari sia in contrasto con i principi e gli scopi dell'Associazione dei Testimoni di Geova così come sono esposti nei suoi statuti. Noi preghiamo tutti i nostri associati e amici nella fede impegnati nel proclamare il regno di Dio (Matteo 24:14) di attenersi - come è sempre stato fatto finora - fedelmente e saldamente alla proclamazione delle verità bibliche evitando tutto ciò che possa dar adito a malintesi o addirittura interpretato come un incitamento alla disubbidienza verso le disposizioni militari» (qui il testo completo). 

È chiaro il messaggio che veniva indirizzato alle Autorità svizzere: noi Testimoni di Geova non abbiamo alcuna obiezione a compiere il servizio militare. La nostra Associazione non ha mai detto, insegnato o suggerito in alcun modo che sia sbagliato adempiere i doveri militari. Non vi è alcun motivo quindi per cui la nostra organizzazione debba essere messa al bando in Svizzera.
Questa "lusingatrice" Dichiarazione aveva quindi lo scopo di tutelare gli interessi della Società la quale, se fosse stata chiusa la sua filiale svizzera, si sarebbe trovata in serie difficoltà per quanto riguardava la produzione e la diffusione di letteratura. La Società fu costretta a rilasciare questa  dichiarazione a causa dei sempre più frequenti processi nei confronti dei TdG che rifiutavano di fare il servizio militare. Dopo la pubblicazione della Dichiarazione nella rivista "Trost", i processi cessarono e la persecuzione contro i Testimoni effettivamente finì. Da quel momento la sede svizzera venne usata, senza ulteriori disturbi, come quartier generale da cui diffondere letteratura nei paesi dove l'opera era al bando. Se i TdG avessero continuato nel loro rifiuto di prestare servizio militare e avessero continuato a  subire processi per questo motivo, lo Stato svizzero sarebbe sicuramente intervenuto e non  avrebbe consentito ai TdG di continuare per ben quattro anni la loro opera senza creare loro ulteriori difficoltà.

«Questa lusingatrice dichiarazione ebbe degli effetti sconcertanti tanto nella Svizzera quanto in alcune parti della Francia».

Quali furono questi effetti sconcertanti? Ebbene, secondo alcune attendibili testimonianze, durante la seconda guerra mondiale i Testimoni di Geova svizzeri compivano il servizio militare, convinti che questo comportamento fosse consentito dalla Società! Si trattò davvero di "effetti sconcertanti", specialmente se si considera che in Germania, nello stesso periodo, per il loro rifiuto di servire nell'esercito, i Testimoni tedeschi finivano nei campi di sterminio!

«Caldamente applaudito, il fratello Knorr sconfessò intrepidamente quella clausola contenuta nella dichiarazione perché non rappresentava la posizione assunta dalla Società e non era in armonia coi principi cristiani chiaramente esposti nella Bibbia».

In che consistette l'intrepidezza manifestata da Knorr al congresso di Zurigo? Ci volle senz'altro del coraggio per dire quello che disse e cioè: 'Guardate che noi non abbiamo mai approvato la Dichiarazione... è stato l'ufficio svizzero a rilasciarla... la nostra posizione era un'altra...'.  
Sorge spontanea una domanda: come mai la Società non sconfessò prima questa dichiarazione compromissoria? Come mai si aspettò la fine della guerra (due anni dopo) prima di richiamare sia i responsabili che avevano rilasciato la Dichiarazione, sia i  "fratelli" che continuavano a compiere tranquillamente il servizio militare? 

«Era quindi giunto il momento in cui i fratelli svizzeri dovevano rendere ragione davanti a Dio ed a Cristo, e, in risposta all'invito del fratello Knorr di manifestarsi, molti fratelli alzarono la mano per far notare a tutti gli osservatori ch'essi ritiravano la tacita approvazione data a tale dichiarazione nel 1943 e non desideravano appoggiarla ulteriormente in nessun modo».

Interessante che solo "molti" alzarono la mano. Come mai non tutti? È ragionevole supporre che molti Testimoni svizzeri non siano stati molto soddisfatti della tardiva manifestazione di intrepidezza e coerenza della Società. Interessante anche osservare che se Knorr non avesse sconfessato la Dichiarazione, i "fratelli" avrebbero continuato ad "appoggiarla ulteriormente", come avevano fatto fin dal 1943, tacitamente ed in altri modi ... sconcertanti.