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Attenti ai falsi !!!

Sembrerà incredibile, eppure anche nel mondo del collezionismo dei ferri da stiro esistono i falsi, vero e proprio incubo di ogni appassionato. In realtà nella maggioranza dei casi si tratta di innocue riproduzioni dei vecchi modelli che svelano la loro età al primo sguardo: gli esempi più frequenti sono quelli dei ferri a mattonella in ottone, riprodotti per essere utilizzati come soprammobili di dubbio gusto. In questo caso è sufficiente osservare le viti utilizzate per fissare il manico, oppure il legno perfetto dell'impugnatura od ancora la scarsa rifinitura del corpo del ferro per capire che fra le mani abbiamo un oggetto recente e solo un collezionista alle primissime armi potrebbe essere tratto in inganno. 

Ben diverso è invece il caso di altri modelli di ferri riprodotti, che spesso trovano posto sui banchi degli antiquari e dai quali è molto più semplice essere tratti in inganno. Esemplare è il caso del "Berliner Dragon", il bellissimo ferro a carbone in ghisa prodotto verso la fine del secolo scorso in Germania e oggetto del desiderio per moltissimi collezionisti per la sua bellezza. Ebbene, anche questo ferro è oggetto di numerose riproduzioni, nelle sue diverse versioni: quella con la chiusura a lamella e quella ancora più rara (in originale) con la chiusura a bacchetta e testa del drago con lo sguardo rivolto a sinistra (particolare questo assai curioso, dato che tutte le ciminiere dei ferri sono orientate a sinistra, dovendo essere impugnati, nella maggioranza dei casi, con la mano destra). In questo caso è possibile riconoscere la "truffa" solo avendo avuto la fortuna di avere tra le mani un "drago" originale: in tal caso non vi possono essere dubbi. Eppure per molti non è così e anche il sottoscritto si ritrova nella propria collezione due perfetti esemplari di drago ... falsi. Cadere nella trappola non è poi così difficile: gli esemplari riprodotti sono arrugginiti come si conviene in questi casi e forse il punto di debolezza risiede ancora una volta nel manico. Osservando l'impugnatura si noterà infatti come spesso sia stata realizzata con un legno dolce impregnato per renderlo scuro, mentre il fissaggio della stessa è realizzata grossolanamente con un lungo chiodo.

Un discorso analogo vale anche per il "Griffin Latch" (dal grifone che costituisce il meccanismo di chiusura), il decorativo ferro a carbonella prodotto nell'Europa centrale (soprattutto Ungheria e Cecoslovacchia) nei primi anni del secolo. Anche in questo caso è molto difficile individuare i falsi che spesso sono mescolati ad esemplari autentici, dato lo scarso invecchiamento a cui è soggetta la ghisa con chi sono prodotti questi ferri. Valgono comunque le indicazioni date nel caso precedente, osservando che forse nel dubbio è meglio rinunciare ad un acquisto non certo piuttosto che fingere con sè stessi di avere arricchito la propria collezione di un pezzo autentico (la frustrazione del dubbio non cesserebbe comunque di attanagliare il vero appassionato ...)

Con questi pochi esempi esauriamo praticamente il campo delle riproduzioni di ferri da stiro ad oggi conosciute e che, più o meno in buona fede, possono essere spacciate per antiche da qualche antiquario con pochi scrupoli.

Ma rimane un aspetto che sta diventando, con l'aumentare dei riconoscimenti tributati a questo settore del collezionismo, sempre più insidioso ed è quello legato ai ferri da stiro appositamente contraffatti per ingannare il collezionista meno accorto. Il caso più eclatante è quello costituito dagli ox tongue tedeschi dal manico in porcellana, particolarmente ricercati per la loro rarità. Ebbene da qualche tempo sono apparsi sul mercato degli esemplari falsificati, semplici ox tongue al quale è stato sostituito il manico originario in legno con un recente manico in porcellana cinese (decuplicando in questo modo il valore del ferro). La contraffazione è particolarmente insidiosa dal momento che l'appassionato riconosce l'autenticità del corpo del ferro, mentre la porcellana, non soggetta ad invecchiamento, non tradisce la sua origine recente. Nè fino a poco tempo fa era possibile ipotizzare la possibilità di contraffazione ... In questo caso l'unica evidenza del falso è dato dalla tipologia di ancoraggio del manico al corpo, che viene realizzato grossolanamente con del lamierino, mentre l'originale è particolarmente solido e caratterizzato dal materiale isolante (vedi foto a lato).

Riporto un ultimo caso che evidenzia come le contraffazioni stiano diventando sempre più sofisticate e possano mettere in crisi anche il collezionista più esperto e smaliziato. Si tratta di un magnifico ferro da stiro ad alcohol, messo all'asta su eBay poco tempo fa. Inutile dire che le offerte erano subito fioccate copiose dato che un simile ferro, così maestoso, non era mai apparso in nessuno dei libri dedicati all'argomento. E proprio questo ha messo in guardia la comunità dei pressofili, che hanno decretato come in realtà questo esemplare sia frutto di un assemblaggio a partire da una base originale poi arricchito di quegli elementi decorativi (la placca sotto il manico, le viti di bloccaccio a pennacchio, ...) che lo avrebbero reso unico. Probabilmente questo sospetto non sarà condiviso da tutti e anche se l'asta fu poi sospesa non mi sorprenderei se il ferro fosse stato comunque acquistato da qualche collezionista convinto di avere tra le mani un esemplare realizzato in unico esemplare, magari a scopi pubblicitari. Il concetto di unicità, nel caso dei ferri di produzione industriale, è veramente difficile da sostenere ... ma ovviamente le eccezioni possono sempre esistere